Di Andrea Caldart Cagliari, 14 maggio 2023 (Quotidianoweb.it) - Nella sua visita lampo dove ha incontrato Sergio Mattarella, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e Papa Francesco, ha fatto ben capire che “l’Ucraina non ha bisogno di mediatori”.
Questo è stato il ringraziamento in diretta tv, dell’uomo del colpo di stato americano in Ucraina del 2014, che lo portò a guidare il suo Paese.
Non solo è arrivato su di un aereo di proprietà della Repubblica italiana, non solo è stato scortato e assistito da migliaia di uomini e donne delle forze dell’ordine italiani, ma è stato totalmente a carico dei contribuenti italiani.
Ma allora perché è venuto in Italia a spese degli italiani?
Una domanda alla quale non vi sarà una risposta, ma vale la pena concentrarsi sull’importanza che ha avuto l’incontro con Papa Francesco che probabilmente non ha solo una valenza simbolica.
Il ruolo del Vaticano è tutt’altro che marginale e, in questa occasione per la prima volta, si vede chiaramente la posizione di una politica vaticana di terzietà con la conferma a calarsi nella parte di mediatore.
Infatti, Papa Francesco non ha mai dimenticato i ruoli di aggressore e aggredito anche perché non ha mai escluso la possibilità di incontrare Putin a Mosca.
Non dobbiamo dimenticare che proprio Bergoglio, all’indomani dell’inizio de “l’operazione speciale”, si recò dall’ambasciatore russo presso la Santa Sede chiedendo da subito un colloquio con Putin e dando disponibilità di fare un unico viaggio tra Kiev e Mosca.
Chissà se il “turista” Zelensky avrà compreso il monito di Francesco che: “con la guerra siamo tutti sconfitti”, ma soprattutto se si sta rendendo conto che rappresenta la fine dalla grande utopia colonizzatrice americana della globalizzazione economico-militare.
Una deflagrazione del potere che sta aprendo una nuova era di transizione sociale dove, il sistema finanziario degli yankee americani, in crisi di credibilità, sta implodendo su stesso.
Banche che chiudono un giorno sì e l’altro pure, cittadini che perdono tutti i loro risparmi, povertà in crescita e aspettativa di vita la più bassa del pianeta.
La smania di competizione degli americani contro la Russia, scatenata dalla sistemica competizione sul capitale, ha solo favorito la Russia e i suoi alleati del BRICS che hanno creato una nuova forza attorno al rublo, diminuendo la potenza del dollaro.
Le insulse sanzioni europee contro la Russia, eseguite come compitini a casa, da una brava scolaretta, Ursula Von Der Leyen, hanno piegato il sistema economico europeo, portandolo ad una crisi che non ha precedenti in Europa.
E il sistema dell’imperialismo a stelle e strisce comincia a non piacere più, o meglio, sta mostrando tutto il disordine dell’architettura sistemica del controllo finanziario.
Il dato di fatto è che, quell’America che ci attraeva immensamente, ha trasformato quel sogno in un incubo con il quale dobbiamo prepararci a convivere per un bel po' di tempo.
A noi piacerebbe sapere se Giorgia Meloni o Mattarella, abbiano chiesto a Zelensky, quanto tempo ancora dovrà passare per avere giustizia e pace per la morte di Andrea Rocchelli fotoreporter e Andrei Mironov, attivista per i diritti umani, caduti sotto i colpi di mortaio sparati dai miliziani della Guardia Nazionale ucraina, nove anni fa, nelle vicinanze città di Sloviansk, nel Dombass.
Probabilmente no, non era in agenda come non è in agenda aiutare a ricostruire l’Italia, ma il governo Meloni ha la priorità di ricostruire l’Ucraina, anziché Amatrice.
Con i nostri soldi “intelligentemente spesi”, Zelensky ci ha fatto capire, anzi ce l’ha detto chiaramente che la sua pace ucraina è la guerra e a noi è stato proposto quale eroe.
A questo punto diamo il benvenuto all’era dell’irresponsabilità.
(Foto Quirinale.it)