Di Francesco Graziano Bologna, 19 ottobre 2022 - Venerdì dovrebbe, salvo imprevisti, essere il giorno in cui Sergio Mattarella conferirà l’incarico di Presidente del Consiglio dei ministri a Giorgia Meloni. Puntualizza la leader di Fratelli d’Italia: “ Su una cosa sono stata, sono, e sarò sempre chiara, intendo guidare un Paese facente parte a pieno titolo dell’Europa e dell’alleanza atlantica; chi non sarà d’accordo con questo caposaldo non prenderà parte all’esecutivo anche a costo di non fare il Governo”. Nei corridoi di Montecitorio non si è ancora spento l’eco delle ennesime esternazioni di Silvio Berlusconi, in un audio registrato alla riunione di due giorni fa, che hanno provocato stupore e irritazione in casa Fdi.
Ha aggiunto il leader di Forza Italia, in una nota, che nessuno può mettere in discussione il suo impegno, in un trentennio di vita politica, a favore della triade atlantismo, europeismo e riferimento all’Occidente come sistema di valori e di alleanze fra Paesi democratici. La posizione di Forza Italia – ha proseguito – non si discosta da quella del governo italiano, dell’Unione europea, dell’Alleanza atlantica né sulla crisi attualmente in atto nell’Est dell’Europa con il conflitto in Ucraina, né sugli altri grandi temi della politica internazionale. Lo abbiamo dimostrato in decine di atti parlamentari e voti alle Camere”.
Bisogna aggiungere a questo che la seconda puntata dell’audio registrato durante la riunione con i deputati azzurri, e diffuso da Lapresse, ha provocato un effetto ancora più deflagrante gettando altra benzina in un clima già infuocato: oltre a parlare della sua amicizia con il leader del Cremlino Putin condito da scambio di regali e lettere al miele il fu Presidente del Consiglio ha criticato violentemente Zelensky, a suo dire colpevole di aver triplicato gli attacchi nel Donbass. Carlo Calenda e Giuseppe Conte ritengono esplicitamente che arrivati a questo punto nessun esponente di Forza Italia possa essere collocato alla Farnesina. L’attacco del fu Cavaliere è stato diffuso esattamente nel giorno in cui il Parlamento europeo ha dichiarato come vincitore del premio Sacharov 2022 “ il popolo ucraino, rappresentato dai suoi politici e dalla società civile tutta”.
Nonostante le dichiarazioni di Tajani che ha definito eroici gli ucraini per la loro resistenza, le dichiarazioni del ‘Caimano’ accolte da convinti applausi dagli azzurri portano con sé un peso politico non indifferente. Ecco in pochi minuti la ricostruzione storica effettuata durante la riunione la quale ha provocato una scossa tellurica, in questo momento da un punto di vista politico, estremamente pericolosa: “Nel 2014 a Minsk viene firmato un accordo di pace tra l’Ucraina e le due neocostituite repubbliche del Donbass, senza che nessuno attaccasse l’altro. L’Ucraina – ha affondato Berlusconi – ha buttato al diavolo questo trattato dopo un anno cominciando ad attaccare le due repubbliche alle frontiere provocando vittime tra i soldati che- mi è stato riferito- sono arrivate anche a settemila. Poi è arrivato Zelensky che ha triplicato gli attacchi alle due repubbliche”.
Arrivati a questo punto il leader azzurro ripete il racconto già fatto nel programma di Bruno Vespa “ Porta a porta” prima che si andasse a votare, ossia che le due Repubbliche venutesi a trovare in una condizione di disperazione si sono rivolte a Mosca chiedendo di essere difese. “Allora si decide che le truppe dovevano entrare in Ucraina e in sette giorni penetrare a Kiev per deporre il governo in carica imponendo un governo già scelto dalla minoranza ucraina di persone per bene e di buon senso, questo obiettivo non si è realizzato perché Putin si è trovato a dover fare i conti con un ostacolo imprevisto vale a dire la resistenza da parte degli ucraini che hanno cominciato a ricevere quasi subito soldi e armi dall’Occidente”.
Pronunciandosi in tal modo è passata l’impressione come se il perdurare del conflitto sia colpa dei soldati ucraini e degli aiuti occidentali.
Per Lette quelle di Berlusconi “ sono parole gravissime, incompatibili con il posizionamento dell’Italia e dell’Europa e che minano alla base la credibilità del possibile nuovo esecutivo”. Il segretario nazionale dei Dem ha così concluso: “ Il governo Meloni sta nascendo sotto il segno della peggiore ambiguità, o si sta dalla parte di Putin o con l’Ucraina e l’Unione Europea”.