Dal Pouff di Poggiolini, il Re Mida della sanità come era descritto dalle cronache del 1993, al "Boss" del dolore. In un quarto di secolo cosa è cambiato? Nulla, nemmeno la retorica etica, sempre uguale a sé stessa.
di Lamberto Colla
Parma 14 maggio 2017
E' molto facile schiacciare il pulsante dell'etica per avere il consenso plebiscitario.
Come disapprovare l'indignazione collettiva sulle parole intercettate dalla polizia giudiziaria: "Se muoiono 100 persone con questo filtro non va in galera nessuno".
La notizia ridonda sfrenata su tutte le testate giornalistiche e il mostro è servito e condannato. Un coro che canta bene sin da poche ore dopo l'arresto.
Come se le centinaia di pagine raccolte e redatte dagli inquirenti fossero già state ben lette e analizzate dai giornalisti, ancor prima che la difesa ne potesse prendere coscientemente visione.
E' lo stesso avvocato del dottor Guido Fanelli che, intervistato telefonicamente dalla conduttrice di un noto programma della mattina, conferma di non essere in grado di dare risposte, sia per la discrezione dovuta alle indagini in corso, sia per non avere ancora preso visione di tutte le carte.
Ma la condanna verso la "Fanelli Family" è già stata emessa.
Evviva lo Stato garantista!
Ma dietro, sotto, a fianco e sopra di Fanelli chi operava con e per lui?
Possibile che sia l'unico beneficiario di questa impresa criminale?
Sarebbe opportuno che i vari editorialisti e giornalisti d'inchiesta iniziassero a rovistare nelle macerie e a portare alla luce anche tutti coloro che hanno goduto e continuano a godere del sistema corruttivo, nuovo e vecchio.
Nulla infatti sembra essere cambiato dall'epoca di tangentopoli quando venne arrestato, il 20 settembre 1993 a Losanna, Duilio Poggiolini, l'ex direttore generale del servizio farmaceutico nazionale del Ministero della Sanità. Un tesoretto di 26 milioni di euro quello che fu sequestrato all'ex dirigente pubblico e che la dice lunga sul tasso di speculazione che si era incancrenito e ancora non disinnescato nel sistema sanitario.
Anche all'epoca, Poggiolini, la moglie e l'ex Ministro De Lorenzo, erano la punta dell'iceberg.
Un quarto di secolo è trascorso e la parte sommersa è ancora tale, a quanto pare.
Il pesce puzza sempre dalla testa!
----------------&---------------
(per seguire gli argomenti "Editoriali" clicca qui)