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Inaugurata dall'assessora alle Pari Opportunità, Nicoletta Paci, che l'ha patrocinata e dalle curatrici nella splendida cornice di San Quirino la mostra fotografica "Ombre Invisibili". Dal 22 settembre al 4 ottobre • INGRESSO GRATUITO.

Il percorso espositivo si compone degli scatti di Barbara Dagli Alberi. Dodici scatti della schiena di una donna per descrivere dodici emozioni, sei negative e sei positive, in un viaggio verso la consapevolezza: dall’umiliazione alla disperazione passando attraverso il perdono per arrivare infine all’amore per se stessa. 

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Sulle fotografie, stampate su tela, è intervenuta pittoricamente Floriana Maini traducendo le emozioni in segni e illustrati da testi di Xam. La mostra racconta una storia di riscatto e rinascita di una donna ferita dentro. Nel tredicesimo scatto, a colori, la donna apparirà nella sua interezza come a sottolineare la vittoria sui propri demoni.  Le macchie sono le paure inespresse, le umiliazioni subite, le insicurezze che come ombre invisibili hanno soffocato e soggiogato l’anima, fino all’istante in cui la consapevolezza di se stessi ha preso il sopravvento.

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"Sempre più le persone si sentono sole nonostante internet e i social. Sono importanti spazi pubblici dove istituzioni, associazioni ed esperti si possano confrontare per creare momenti di riflessione nei quali anche fotografie e arte contribuiscono a creare emozioni" hanno commentato le curatrici. I QR code animeranno musicalmente la visione di ogni immagine grazie alle composizioni di Paolo Persia. 

In programma anche la tavola Rotonda: "Dal bisogno di amore alla dipendenza affettiva" - 26 settembre dalle 18.30 alle 21.30 (iscrizione a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).


Info ▶http://bit.ly/EventoTavolaRotonda. L'iniziativa è a cura dell'Associazione Culturale Coinetica e del Polo Clinico di Psicologia e Psicoterapia Idispi.

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Lunedì, 09 Luglio 2018 14:19

Parma - Smontata la grande sfera oro - FOTO

La grande sfera oro, dopo circa quattro mesi, lascia Piazza Garibaldi. L'opera d'arte, dalle maestose dimensioni, faceva parte di una delle installazioni d'introduzione alla mostra Il Terzo Giorno (FOTO), inaugurata a palazzo del Governatore lo scorso 20 aprile.

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Dal 16 e del 23 giugno, presso l'oratorio di san Quirino, saranno esposti i progetti dei 16 autori partecipanti.

Sedici progetti fotografici per raccontare le complesse e articolate sfumature della famiglia Italiana. La famiglia come luogo delle gioie e delle certezze, ma anche del disagio e della paura. Rifugio trovato o ritrovato e radice da cui nutrirsi e crescere, sempre difficile sia da mantenere che da recidere. Famiglia come prima stanza da attraversare per entrare nel mondo.

Realizzata grazie al patrocinio del Comune di Parma. E' inserita nell'ambito del progetto nazionale Fiaf (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) dal titolo "Famiglia in Italia" che vede l'inaugurazione sul territorio nazionale di più di 100 mostre a tema.

L'inaugurazione è fissata per sabato 16 giugno alle ore 11 presso l'ex Oratorio San Quirino borgo Romagnosi. Apertura 16 e 17 giugno e 23 e 24 giugno dalle 9,30 alle 13 e dalle 15 alle 19 con ingresso gratuito.

"Le attività del nostro gruppo continuano da ormai 30 anni, era il 1988 che alcuni amici con la stessa passione della fotografia, hanno deciso di riunirsi e fondare Parmafotografica. La nostra passione ci ha portato a realizzare corsi fotografici, mostre, uscite in gruppo e tutti i giovedì sera presso la sede in via Milano 34/a ci si incontra per dialogare di fotografia. Tutte le serate sono sul nostro sito www.parmafotografica.it e sono ad ingresso gratuito."

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Giovedì, 19 Aprile 2018 14:57

Mostra personale dell'artista Dario Rossi

Dalla collezione Giuseppe Fiorini "PROFONDO ROSSI": mostra personale dell'artista DARIO ROSSI - Interviene il critico d'arte prof. Marco Cagnolati - Liriche della poetessa Elena Piccinini – Presso "Albatros Gallery" Via XXII Luglio 18/a - 43122 Parma, - Dal 21 aprile al 3 maggio - Vernice sabato 21 aprile 2018 ore 17,00.

Dario Rossi, nato nel 1958 a Canneto sull'Oglio (Mn) dove risiede e lavora.
Non potendo coltivare la relazione con il trapasso, lancinante attraverso studi classici e accademici, lo fa con un personalissimo e inconfondibile stile basato su eruzioni di colore macabro-moderno. Un espressionismo travolgente dallo stile contemporaneo, un trionfo di immagini in dialogo con la disperazione. La materia ribolle in lui e si fa espressione della sua psichica visione interiore. La cifra fondamentale è l'abissale, traumatica ebollizione di colore e materia depositati sul supporto. Le emozioni sono percepite da chi osserva i quadri, come dolorose perché trasmesse con istintiva gestualità cromatica che deformano le immagini naturali, ricreandole con uno straziante dispendio di materia e impegno fisico. Rossi non è questione di ideazione e di pensiero, ma di deformazione dell'anatomia del tempo che diventa trappola nella quale mortificare l'ambizione, la ricerca, l'armonia, Dario mostra così lo stato d'animo di chi vede gli scempi del secolo scorso e altre nefandezze più recenti. Delegittimata e schernita, l'etica appare fuori moda, destinata alla pattumiera della storia. Qui la cultura è il tentativo di rendere possibile il vivere con la consapevolezza della propria mortalità. La sua arte equivale a un cambio di prospettiva non comune nella percezione della spiritualità offesa. I quadri di Rossi conducono lo spettatore con ritmo significativo ad un'analisi sull'arte, e sulla diversità. Installazioni di grandi dimensioni si manifestano in particolari sgretolamenti della materia per ingrandirsi a volte a dismisura. Con questa ricerca sulla materia enfatizza i dettagli e li solleva attraverso la luce, guidandoli poi con contrasti marcati grazie al competente e geniale controllo del mezzo. L'artista Dario Rossi esegue opere di straordinario valore artistico attraverso le quali guardare nell'abisso disumano.

MARCO CAGNOLATI

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La mostra The Grandfather Platform, è l'opera site specific pensata dall'artista milanese Luca Pozzi per Palazzo Magnani (Via Zamboni 20 – Bologna) ed inserita nel percorso Arte Fiera – Art City 2018.

 

Inserita nel percorso Arte Fiera – Art City 2018, l'opera site specific è stata pensata dall'artista milanese Luca Pozzi per Palazzo Magnani. Il progetto, a cura di Maura Pozzati, costituisce una nuova importante tappa nell'ambito della collaborazione intrapresa da UniCredit e Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna volta a promuovere il patrimonio artistico dello storico edificio bolognese.

Un viaggio nel tempo e nello spazio, dentro e attraverso superfici, storia e futuro. Un'esperienza per i sensi e per l'anima in una originale mostra d'arte che, grazie ad una monumentale piattaforma interattiva, consente incontri ravvicinati con gli affreschi realizzati da Ludovico, Agostino e Annibale Carracci nel tardo Cinquecento, tra vibrazioni dallo spazio, buchi neri e realtà aumentata
The Grandfather Platform è una mostra unica per elaborazione creativa e realizzazione, che risponde alla volontà di attivare all'interno della Fiera Internazionale d'Arte di Bologna il dialogo tra la cornice storica della città, l'arte contemporanea e il tema della convivenza civile.
Il progetto, a cura di Maura Pozzati, costituisce una nuova importante tappa nell'ambito della collaborazione intrapresa da UniCredit e Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna al fine di promuovere Palazzo Magnani come rinnovato luogo di cultura, capace di accogliere nuove forme di espressione artistica sempre più vicine alla contemporaneità. Grazie a The Grandfather Platform, infatti, lo storico edificio sarà aperto alla città affinché questa possa immergersi in un'esperienza d'arte composita e innovativa, unica nel suo genere.

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Centro nevralgico della mostra – che si inaugura oggi, venerdì 2 febbraio alle 19 – è la Sala dei Carracci, per l'occasione interamente occupata da un'installazione ambientale che permetterà ai visitatori di salire a oltre 4 metri di altezza per trovarsi vis-à-vis, per la prima volta nella storia di Palazzo Magnani, a una distanza così ravvicinata con i magnifici affreschi carracceschi che ornano le pareti dell'intero salone.

Il potenziamento della fruizione dell'affresco non è tuttavia l'unico effetto che l'opera di Pozzi produce. L'artista offre suggestioni derivanti dalla traduzione visiva di alcune moderne teorie della fisica, giungendo ad immaginare l'invisibile. The Grandfather Platform, nel mutare la prospettiva sul fregio dal livello terra del salone al livello sopraelevato della piattaforma, evoca l'imprescindibilità del punto di vista, principio caro alla meccanica quantistica. Ma Pozzi si spinge anche oltre, creando un cunicolo spaziotemporale all'interno del quale il visitatore potrà metaforicamente viaggiare nel tempo, dal presente all'origine della fondazione di Roma, epicentro della nascita non solo del nostro paese ma dell'Europa intera. Spaziando dalla storia dell'arte contemporanea a quella moderna, grazie ad un collegamento immediato tra due regioni prima remotissime.

"Per lo spettatore – spiega la curatrice della mostra, Maura Pozzati - sarà possibile raggiungere un diverso stato meditativo a 4 metri d'altezza tra il passato, la storia dell'arte e il presente, tra la verticalità della pittura e l'orizzontalità del piano stesso. Un'infrastruttura fisica ma al tempo stesso illusionistica che, facendo proprie le ardite tecniche dei Carracci, arriva a simulare la presenza di un gigantesco buco nero grazie ad un collage digitale riprodotto sulla moquette dove poter camminare anche scalzi. Il visitatore si troverà tra la Rosetta Mission dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA), il Fermi Telescope (Nasa e INFN) e il Laser Interferometer Space Antenna (LISA) il cui lancio è previsto solo nel 2034".

Secondo l'autore Luca Pozzi, artista visivo e mediatore culturale, "Siamo abituati a pensare al tempo come a qualcosa di lineare, ma il tempo non è uguale per tutti, dipende da come lo tagli a che velocità lo percorri e a quanto interagisci con le cose che ti circondano. Per questo mi sono ispirato al Grandfather Paradox per l'installazione di Palazzo Magnani, un paradosso di fisica teorica che descrive questa non linearità nelle sue più estreme conseguenze. Il risultato è una specie di macchina del tempo di proporzioni ambientali pensata per connettere comunità distanti, visionarie discipline e diverse culture bypassando i confini geografici, politici e linguistici. Se lo spazio-tempo è una ragnatela, allora una mia interazione con la rete qui e ora farà vibrare quello che è successo più di duemila anni fa".

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L'installazione permetterà tra l'altro di sperimentare gli effetti emozionali della realtà aumentata scaricando l'app ideata da Pozzi e predisposta da Bepart, partner tecnico del progetto. La mostra continua nelle sale adiacenti dove sarà visibile la serie di sculture in bronzo lucidato a specchio "Dragon's Eggs" - risultato di una collaborazione con l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) che le ha equipaggiate di veri scintillatori muonici in grado di percepire il passaggio di particelle subatomiche altrimenti invisibili, segnalandone la presenza attraverso un impulso luminoso. Il progetto si chiude come si è aperto attraverso la presentazione degli scatti fotografici "Wilson Tour" realizzati documentando il lancio di una pallina da tennis il 19 novembre 2017 dalle 11.00 alle 17.45 di fronte alle scene delle "Storie dei primi fondatori Romolo e Remo" dipinte da Ludovico, Agostino e Annibale Carracci.

Nella Quadreria, inoltre, saranno esposte due sculture realizzate dall'artista, già presenti nella Collezione d'Arte UniCredit. Queste opere mettono in luce un uso originale della forza di gravità, connesso a temi artistici e religiosi della realtà bolognese.

La mostra sarà visitabile fino al 30 marzo 2018, con apertura straordinaria 3/4/5 febbraio dalle 10 alle 18; poi ogni mercoledì dalle 10 alle 13,30 e dalle 14,30 alle 20; il giovedì e il venerdì dalle 14,30 alle 18; i sabati 10 febbraio e 10 marzo dalle 10 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 18.

 

 

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Mercoledì, 31 Gennaio 2018 16:20

"Bi-personale": mostra al femminile a Punto Arte

Un tandem, artistico e soprattutto "in rosa": a Parma, dall'1 febbraio al 15 aprile le due pittrici Silvana Federici e Nicol Squillaci sono protagoniste di una mostra a due nei locali di Confartigianato Imprese Parma, in viale Mentana 139. 

L'occasione per la realizzazione della bi-personale è il 70° anniversario della fondazione dell'associazione che cade il 7 febbraio (le celebrazioni saranno aperte sabato 17 con il concerto di Antonella Ruggiero al Teatro Regio).

L'associazione ha scelto di celebrare così l'evento "1948-2018", per il quale è stata anche coniata una significativa frase che accompagnerà Confartigianato Imprese per tutto l'anno: "Un futuro che inizia dalla nostra storia".

Le due artiste, chiamate ad esporre in questo importante momento di Confartigianato, provengono l'una, Silvana Federici, dalla Lunigiana di Massa e l'altra, Nicol Squillaci, dalla provincia di Spezia. Diversi i loro stili, i linguaggi pittorici e le tematiche che saranno messi a confronto sulle pareti del Punto Arte in viale Mentana dove si potranno apprezzare circa 20 quadri per ciascuna autrice. Dopo l'inaugurazione, giovedì 1° febbraio alle 16, la doppia mostra sarà a disposizione del pubblico fino alla metà di aprile, dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 13 e dalle 14,30 alle 17,30 (tranne il venerdì in cui la chiusura è anticipata alle 16,30).

SILVANA FEDERICI

Silvana Federici è un'artista soprattutto informale. Dopo anni di attività in banca, ora si può finalmente dedicare alla sua primigenia passione: la pittura, che i suoi genitori ostacolavano. Autodidatta, ha iniziato a dipingere a 18 anni, grazie al regalo di un'amica, ovvero una scatola di colori ad olio (come avvenne anche per Matisse). Nei primi tempi, affascinata dai vortici vangoghiani, dipingeva soprattutto nature morte di tendenza post-impressionista, paesaggi e marine. In seguito, a Madrid è rimasta folgorata dalla carica esplosiva dell'"action painting" di Jackson Pollock, per cui si è convertita all'informale. Spesso dipinge sulla tela posta orizzontalmente, con sound track (preferibilmente dei Rolling Stones), da cui trae carica ed energia, nonché ispirazione nella scelta dei colori, che in tal modo discendono da pure emozioni. Da alcuni anni lavora anche con la spatola su grandi tele e altri supporti originali, tra cui stuoie e tendaggi. Molto attiva sul territorio e dintorni, Federici partecipa alle iniziative artistiche più qualificate, distinguendosi in collettive e personali. Nel 2017, alla IV Edizione del Premio Internazionale "Ligures", ha ricevuto al Castello San Giorgio di Lerici (Sp) il "riconoscimento speciale" dell'Istituto di Cultura Slovacco.

NICOL SQUILLACI

Nicol Squillaci, appena più che ventenne, mostra una notevole maturità artistica. Dopo il diploma al Liceo artistico "Cardarelli" di La Spezia e l'Università, partecipa soprattutto a collettive e concorsi, dove può verificare la sua tecnica (con una spiccata vocazione per disegno e pittura all'acquerello e ad acrilico). Cresciuta nell'epoca dei media informatici, Nicol trae spunto dagli effetti dei software grafici, ma va ben oltre la digital-art, riappropriandosi di una tecnica pittorica "pulita" ed originale, a cavallo tra l'astrattismo e il figurativo. Dal 2015 è membro dell'UCAI-Unione Cattolica Artisti Italiani e del Circolo Culturale San Martino di Durasca, a Follo. Nello stesso anno segue un corso di acquerello e di percezione del colore (che diventa la sua caratteristica saliente) tenuto da Mirella Raggi e nel dicembre è segnalata al Concorso di pittura "Piccoli Scrigni, Grandi Tesori". Seguono le due personali a Portovenere e il Premio Speciale Giovani, alla IV edizione del concorso internazionale "Le Grazie - La Baia dell'Arte", assegnato dall'Associazione "Il Volo dell'Arte". Sperimentatrice, dedita alla ricerca di tecniche nuove, predilige il tema della natura, anche con un sottofondo religioso.

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Nell'ambito del progetto espositivo LaZona, che ha visto in questi mesi alternarsi al Centro Cinema Lino Ventura varie esposizioni di artisti parmigiani, sarà allestita presso l'Oratorio Novo della Biblioteca Civica del Comune di Parma fino a metà marzo, la mostra di quadri dell'artista parmigiano Lorenzo Dalcò dal titolo "Citinzenry".

Nei suoi dipinti Lorenzo Dalcò parla dell'operare che compie il colore quando incontra il 'debole disagio delle strutture architettoniche che costituiscono le facciate degli edifici' quali si presentano con il canone prospettico. Queste architetture sono sottoposte ad una tale espressione coloristica che le fa apparire instabili, oscillanti, indifese. Le forze degli elementi della natura celeste, il cielo, là dove risiede la potenza coloristica mette in crisi ogni struttura architettonica. Tempeste di colore incombono sul debole codice costruttivo. Sovente queste facciate vengono contaminate dal conflitto che avviene sopra di esse tanto che le luci e le ombre si assentano così come le persone, gli individui. Talvolta le strade umide di pioggia colorata si accendono di lampi argentei.
L'artista è preso e sorpreso nel e dal colore che lo fa dipingere, entrando in dialogo con le cose prepotentemente. Vedute coloristiche urbane è il senso di queste 'cose pittoriche'.

Modalità di accesso mostra Oratorio Novo (vicolo Santa Maria, 5): è possibile richiedere di visitare la mostra contattando il numero 0521/031002 (attivo dal lunedì al venerdì dalle 11.30 alle 13.30).

Lorenzo Dalco', pittore polivalente, è nato a Parma e vive e lavora a Collecchio. Da sempre affascinato dalle arti figurative, ha iniziato, autodidatta, a lavorare con l'acquerello. Produce quadri di grosso formato, astratti e non, utilizzando smalti e acrilici.

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Partecipazioni
1994- vincitore del 1° premio del "Quadro di piccolo formato Città di Parma" a Colorno
1999 -"vincitore del 2° premio del "17° Concorso di Pittura Estemp. sez. Giovani" Soragna
2003 - selezionato sul catalogo Virgilio "35under35" Brindisi
2005-copertina del mensile "il caffè del teatro"

Mostre personali:
"The Smell Of Summer Rain" Optissimo, Parma
2003 - "METAL WOODS" Galleria Centro Immagini Contemporanee, Basilicanova (testo critico Fabrizio Sabini)
"Gettare Ponti" rocca Sanvitale Sala Baganza (testo critico Marzio Dall'acqua)
2008 - "Arabeschi" spazioarte Parma (testo critico Daniela Carlevaris)
2010 - "Opere 2000-2010" Villa Soragna Collecchio (testo critico Elisabetta Bernardelli)
2013 - "Urbanesimo" centro immagini contemporanee (testo Fabrizio Sabini)

Mostre Collettive:
1998 - Quotidiana Mundus, Padova
2001 - "Natura In Posa" Galleria U.C.A.I. Parma
"Under30" Crema
2002 - "Operabuona", Reggio Emilia
"Caos e Comunicazione", Parma
2003 - "Alfa e Beta", Langhirano
2005 - "I Giganti di Palazzo Bentivoglio" Gualtieri
2008 - "Rintracciarti" Palazzo della Ragione, Mantova
2012 - "Artemergenza" Ateliers Viaduegobbitre per un aiuto ai terremotati, Reggio Emilia

Hanno scritto di lui: Fabrizio Sabini, Stefania Provinciali, Marzio Dall'acqua, Chiara Serri, Annalisa Corradi, Mauro Nuzzo, Daniela Carlevaris, Camillo Bacchini e Manuela Bartolotti

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Martedì, 14 Novembre 2017 16:53

La storia della Pubblicità in Italia

È la Pubblicità la protagonista della grande mostra in programma dal 9 settembre al 10 dicembre 2017 nei saloni della Fondazione Magnani-Rocca - la 'Villa dei Capolavori' a Mamiano di Traversetolo - Parma.

Volete la salute??
Bevete il Ferro China Bisleri

È il 22 giugno 1890 e sulla 'Tribuna Illustrata' appare il primo e più antico slogan italiano a cui ne seguirono tanti negli anni successivi come:

Bianchezza dei denti Igiene della Bocca .... La vera Eau de Botot è il solo dentifricio approvato dall'Accademia di Medicina di Parigi.

fino al celebre A dir le mie virtù basta un sorriso per il dentifricio Kaliklor (1919) esito felice di un concorso aperto a tutti divenuto una pietra miliare della storia della comunicazione pubblicitaria.

Da questi primi passi della storia della pubblicità prende avvio la mostra, a cura di Dario Cimorelli e Stefano Roffi, che, attraverso duecento opere dalla fine dell'Ottocento all'era di Carosello, si pone l'obiettivo di raccontare la nascita in Italia della pubblicità dalle sue prime forme di comunicazione semplici e dirette, all'introduzione dell'illustrazione come strumento persuasivo e spiazzante per novità e per fantasia, al rapporto tra illustrazione e messaggio pubblicitario attraverso i diversi media, dal più conosciuto manifesto, alla locandina, alla targa di latta e poi al packaging della confezione, fino all'arrivo della radio come strumento di comunicazione di massa.

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La mostra, fra gli altri contributi, si avvale della collaborazione col prestito di un importante numero di bozzetti originali di Carboni, Nizzoli, Testa, Sepo del Centro Studi e Archivio della Comunicazione (CSAC) dell'Università di Parma, e di manifesti d'epoca del Museo nazionale Collezione Salce di Treviso, della Civica Raccolta delle Stampe 'Achille Bertarelli' del Comune di Milano, della Collezione Alessandro Bellenda – Galleria L'Imagine, Alassio - Savona.

PUBBLICITÁ!
La nascita della comunicazione moderna 1890-1957
Fondazione Magnani-Rocca, via Fondazione Magnani-Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma).
Fino al 10 dicembre 2017. Aperto anche tutti i festivi, compresi 1 novembre e 8 dicembre.
Orario: dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Lunedì chiuso.
Ingresso: € 10,00 valido anche per le raccolte permanenti - € 5,00 per le scuole. Informazioni e prenotazioni gruppi: Tel. 0521 848327 / 848148 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  www.magnanirocca.it  

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Foto di Francesca Bocchia

 

 

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"La Fabrica dei Corpi. Dall'anatomia alla robotica" in mostra presso il Palazzo del Governatore di Parma. Dalle maschere fisiognomiche di Lorenzo Tenchini, di nuovo riunite a Parma dopo 110 anni, ai robot umanoidi e alla conquista dello spazio: un affascinante viaggio tra passato e futuro. 

Un affascinante viaggio tra passato e futuro, incentrato sulla conoscenza della struttura dei corpi viventi e proiettato verso la conquista dello spazio e le sfide tecnologiche di domani: dalle forme e anatomie animali e umane ai robot umanoidi, passando per la straordinaria collezione di maschere fisiognomiche di Lorenzo Tenchini, nuovamente riunite a Parma dopo 110 anni dalla loro realizzazione a fine 1800.

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Fulcro della mostra "La Fabrica dei Corpi. Dall'anatomia alla robotica", sono proprio le maschere.
Seguendo la dottrina lombrosiana, che riteneva la criminalità connessa a particolari caratteristiche fisiche di una persona, furono preparate dall'anatomico di formazione psichiatrica clinica dell'Università di Parma Lorenzo Tenchini, a scopo strettamente scientifico, con l'intento di catalogare l'espressione e la struttura del viso dei soggetti che rappresentano: detenuti del carcere di Parma e ricoverati nel manicomio di Colorno.
Una raccolta pressoché unica nel suo genere, divisa tra l'Università di Parma (Museo e Biblioteca storica museale di Biomedicina) e l'Università di Torino (Museo di Antropologia Criminale "Cesare Lombroso") e riunita, per l'occasione, a Palazzo del Governatore.

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Filo conduttore dell'esposizione, il cui allestimento è curato dall'arch. Maria Amarante, è la conoscenza della struttura dei corpi viventi, in particolare quella del corpo umano, che sta a fondamento di alcune tra le maggiori conquiste biomediche ottenute tra la fine del XX secolo e l'inizio del XXI secolo.

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In programma fino al 17 dicembre al Palazzo del Governatore di Parma, la grande esposizione storica, scientifica e divulgativa a carattere internazionale, è inserita nelle iniziative del Comune di Parma per le celebrazioni dei 2200 anni di fondazione della città e in quelle promosse dall'Università di Parma per l'internazionalizzazione dell'Ateneo nell'anno accademico 2017-2018.

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La mostra, curata da Roberto Toni, è organizzata dal Sistema Museale dell'Università di Parma con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Parma, con la collaborazione del Museo di Antropologia criminale "Cesare Lombroso" e del Sistema Museale dell'Università di Torino. È realizzata con la collaborazione del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, attraverso un contributo ottenuto nell'ambito del bando della legge 6/2000 per la divulgazione della cultura scientifica. Ha ricevuto inoltre il sostegno della Fondazione Cariparma, del Poliambulatorio Dalla Rosa Prati, dell'Associazione Alumni e Amici dell'Università di Parma e di Conad Centro Nord. Alla sua realizzazione collaborano numerose Istituzioni accademiche e sanitarie e prestigiosi Enti di ricerca nazionali e internazionali.
L'esposizione ha ottenuto il patrocinio della Città di Torino, dell'Università degli Studi di Torino, della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Parma e Piacenza, della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Torino, dell'IBC-Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna e di ICOM-International Council of Museums.

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In occasione della mostra sono proposti alle scuole visite guidate, laboratori e attività organizzate sui temi dell'esposizione.

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Palazzo del Governatore
Parma, Piazza Giuseppe Garibaldi

tel + 39 0521 218929

Orari
· da martedì a venerdì dalle 15.30 alle 19;
· sabato e domenica dalle 10 alle 19;
· lunedì chiuso;
· visite per scuole e gruppi, solo su prenotazione, da martedì a venerdì dalle 9 alle 13.

Biglietteria
- Biglietto intero € 10
Biglietto per gruppi: per ciascun componente del gruppo (minimo 15 persone) e per categorie convenzionate, possessori di Carta Insieme e Carta Insieme Più Conad Card € 8
Biglietto ridotto per over 65, under 26, insegnanti, personale dell'Università di Parma e del Comune di Parma € 5
Biglietto per scolaresche (per ciascun componente) € 2
Biglietto per scolaresche con laboratori didattici (per ciascun componente) € 4
Biglietto speciale famiglia (2 adulti e fino a 3 bambini): ingresso gratuito bambini
Biglietto gratuito: under 6, studenti iscritti all'Università di Parma presentando student card o libretto universitario, persone con disabilità e loro accompagnatori, insegnanti accompagnatori di gruppi scolastici, guide per gruppi, soci ICOM, giornalisti iscritti all'Albo.

Informazioni e prenotazioni scuole e gruppi
tel. 0521 906310 / 0521 905203 / 0521 033599
e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

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Venerdì, 02 Giugno 2017 08:13

Ponte del 2 giugno alla Fondazione Magnani-Rocca

A casa del mago Depero: un vero Mago che ha capito che Arte poteva diventare Vita - non più solo oggetto da contemplare - e ha trasformato in opere d'arte tutto quello che toccava. Desiderava che tutti potessero vivere più felicemente grazie all'Arte.

Nei saloni della Fondazione Magnani-Rocca - la 'Villa dei Capolavori' a Mamiano di Traversetolo presso Parma che fu la sontuosa dimora di Luigi Magnani - è protagonista Fortunato Depero, con oltre cento opere. Esposto anche un capolavoro di Paul Cézanne proveniente dal Museo Puskin di Mosca.

L'opera più ammirata alla Fondazione. La Ballerina con i pappagalli

Il dipinto Rotazione di ballerina e pappagalli si richiama alle esperienze teatrali di Depero, che nel 1916-1917 progetta per i "Ballets Russes" di Djagilev le scene e i costumi per Le Chant du Rossignol, balletto ispirato alla fiaba di Andersen, musicata da Stravinskij. Nel 1918 Depero mette in scena a Roma i "Balli Plastici", favola meccanica interpretata da marionette mosse da fili, che si svolge in azioni mimico-musicali, ispirata ai principi della teatralità globale futurista. In questo dipinto, la ballerina volteggia in una danza sempre più accelerata, simile a un vortice, snodandosi in uno spazio scenico con traiettorie audaci che segnano campiture a gamme squillanti: blu, rosso, giallo, verde, bianco, rosa, viola. L'ombra di fondo, rossa su rosso è proiettata dalla coloratissima simbiosi fra la ballerina meccanizzata e i giganteschi pappagalli, in una dimensione tra favolistica e reale, un mondo magico e fantastico che Depero sa ricostruire sulla scena come sulla tela.

I Centri estivi nel Giardino del Mago

Nel mese di giugno (dal martedì al sabato), i gruppi dei centri estivi potranno visitare la Fondazione Magnani-Rocca, svolgere attività didattiche in mostra e trascorrere una giornata meravigliosa circondati dall'arte e dalla natura. Il parco, con le sorprendenti sagome dei personaggi creati da Depero (Il Giardino del Mago), sarà a disposizione dei partecipanti: dodici ettari di prato in cui correre e giocare indisturbati, fare energetici picnic e rilassarsi sotto ombre secolari.
Il costo, comprensivo di ingresso alla villa e attività didattica, è di 6 euro a bambino. L'offerta è valida per gruppi di almeno venti bambini. Per informazioni e prenotazioni telefonare al numero 0521 848327 oppure inviare una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Cézanne e Morandi. Confronto in Villa

Per la prima volta in Italia, è esposta alla Fondazione Magnani-Rocca un'importante opera di uno dei padri dell'arte contenporanea, Baigneurs di Paul Cézanne, olio su tela del 1890-94, proveniente dal Museo Puskin di Mosca.
Il prestigioso prestito diventa occasione per un riallestimento al piano superiore della Villa, realizzando un confronto possibile solo alla Fondazione; in tre sale sono infatti accostate le opere dei due artisti più amati da Luigi Magnani, il creatore della Villa dei Capolavori: Paul Cézanne e Giorgio Morandi.
In comune la ricerca nella meditazione sui paesaggi e l'analisi spaziale delle nature morte, caratterizzate da pochi e riconoscibili soggetti e da un attento scrutare dei lenti mutamenti della natura. Cézanne, esploratore della struttura dell'immagine, parte dal paesaggio come studio delle forme ai suoi termini essenziali. Anche Morandi ai suoi esordi analizza la realtà per sintesi geometrica e Cézanne sarà il suo esempio costante, nell'uso dei toni contrastanti, nella predilezione per la strutturazione di spazi e masse, per la scelta della pittura dei luoghi familiari e di affezione; esemplare in questo senso è Paesaggio di Grizzana del 1943, che racconta il legame del pittore bolognese con l'Appennino emiliano, tanto importante come fu, in Provenza, la montagna Sainte-Victoire per Cézanne. Li avvicina anche l'utilizzo dell'acquerello, nel momento in cui, negli ultimi anni della sua vita, Morandi segna sulla carta la traccia liquida e fuggente delle cose. Gli oggetti della realtà, calati in un tempo indefinito, diventano specchio del Sé - le bottiglie di Morandi come la frutta per Cézanne - elementi neutrali di cui studiare sfumature e minime variazioni.

DEPERO il mago e Cézanne/Morandi. La pittura è essenziale
SEMPRE APERTO NEI TRE GIORNI DEL PONTE
Orario: 10-19 (la biglietteria chiude alle 18)
Il 2, 3, 4 giugno esposti eccezionalmente anche i magnifici tappeti Aubusson di Casa Magnani.
Fondazione Magnani-Rocca, via Fondazione Magnani-Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma).
Depero fino 2 luglio, Cézanne/Morandi fino al 10 settembre 2017. Aperto anche tutti i festivi. Orario: dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Lunedì chiuso.
Ingresso: € 10,00 valido anche per le raccolte permanenti - € 5,00 per le scuole.
Informazioni e prenotazioni gruppi: Tel. 0521 848327 / 848148 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  www.magnanirocca.it  Fino al 2 luglio, il martedì ore 15.30, il sabato ore 16.30 e la domenica e festivi ore 11.30, 16, 17, visita alla mostra Depero e al confronto Cézanne/Morandi con guida specializzata; è consigliato prenotare via email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., oppure presentarsi all'ingresso del museo fino a esaurimento posti; costo € 15,00 (ingresso e guida). Ristorante e Caffetteria nella corte del museo.

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