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Giovedì, 30 Luglio 2015 08:33

Cereali. In USA tendenze ribassiste

Al migliorare delle condizioni meteo statunitensi ha fatto seguito un sensibile abbassamento dei prezzi.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 30 luglio 2015 -

Nella serata di martedi si è assistito a qualche leggero rimbalzo di assestamento dopo che, nelle giornate di venerdi (24/7) e di lunedi scorso, a seguito del rasserenamento meteorologico statunitense, si era avviata una tendenza fortemente ribassista.
In queste ultime ore prosegue il calo dei prezzi salvo il caso della farina di soia che segna un leggero recupero sino a dicembre 2015 per poi ridiscendere.

Indicatori internazionali 28/7/2015
l'Indice dei noli è sceso 1097, il petrolio è sceso 48,00 dollari al barile e il cambio €/$ si aggira intorno a 1,10496.

MP 28lug15

Sul mercato interno si assiste ancora a molta incertezza soprattutto riguardo al mais dove i prezzi sono ancora in continua variazione.

Dopo un'iniziale fase di attesa i mercati cerealicoli nazionali stanno mostrando un maggiore dinamismo sul piano della compravendita. I prezzi del frumento duro, rileva Ismea nell'Overview settimanale, già in flessione nei giorni scorsi, dovrebbero confermare, anche questa settimana, la tendenza al ribasso che ha caratterizzato le ultime sedute. Analoghe le aspettative nel comparto del tenero, con la raccolta ormai in fase avanzata anche in Francia, dove le quotazioni ai porti di imbarco stanno già mostrando qualche segnale di cedimento.

L'istituto di statistica conferma, sul circuito dei cereali foraggeri, un andamento sostenuto per granoturco e orzo. E' probabile, sottolinea Ismea, che le operazioni di raccolta del mais, subiranno ad agosto un anticipo di una decina di giorni, a causa delle alte temperature. Il calo produttivo sia Italia che in Europa potrebbe inoltre rivelarsi anche più accentuato rispetto alle stime iniziali, in previsione di un generale peggioramento delle rese, soprattutto nei paesi dell'Est.

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 30 26 luglio 2015

(in allegato il formato pdf scaricabile)

SOMMARIO Anno 14 - n° 30 26 luglio 2015

1.1 editoriale Pagare o non pagare, questo è il dilemma!
3.1 cereali Mercati deboli ma prezzi ancora sostenuti
4.1 Lattiero caseario Forte ripresa del latte spot
5.1 agro mercati Ismea, l'overview sui mercati agroalimentari
6.1 imprese e finanza In Emilia Romagna i Confidi uniscono le forze
6.2 norme e vongole Vongole, al via iter per la modifica della taglia minima
6.3 WEB e eccellenze Le eccellenze reggiane sul web
7.1 mais & soia. mais e soia dati previsionali luglio 2015
8.1 export Export a -25,3%
9.1 eventi Corsa a ostacoli nel fango: una prova per veri duri!
9.2 eventi Presentata a Noceto la prima edizione di FARM RUN
10.2 aperitivo e prosecco Bollicina non significa 'prosecchino'
11.2 promozioni "vino" e partners

Cibus 30 26lug15 COP

Domenica, 26 Luglio 2015 10:07

Export a -25,3%

Commercio Estero: frena per tonfo in Russia

Roma 23 luglio 2015
A frenare l'andamento delle esportazioni italiane nei Paesi extra Ue è il crollo delle spedizioni in Russia che nel mese di giugno sono calate del 25,3 per cento rispetto allo stesso mese del 2014.

E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Istat sul commercio estero a Giugno.

Il forte calo delle esportazioni Made in Italy nel Paese di Putin riguarda tutti i principali settori ma ad essere piu' colpiti – segnala la Coldiretti - sono chiaramente quelli interessati dall'embargo scattato il 6 agosto 2014 che ha sancito il divieto all'ingresso di una lista di prodotti agroalimentari che comprende frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce dai Paesi dell'Ue, dagli Usa, ma anche da Australia, Canada e Norvegia, che avrebbe dovuto durare un anno.

Nell'agroalimentare – sostiene la Coldiretti - ai danni diretti stimati in 20 milioni di euro all'anno di mancate esportazioni si sommano anche i danni indiretti dovuti alla perdita di immagine e di mercato provocata dalla diffusione in Russia di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy.

Lo stop alle importazioni dall'Italia ha provocato in Russia un vero boom nella produzione locale di prodotti Made in Italy taroccati, dai salumi ai formaggi con la produzioni casearia russa di formaggio - conclude la Coldiretti - che nei primi quattro mesi del 2015 ha registrato infatti un sorprendente aumento del 30 per cento e riguarda anche imitazioni di mozzarella, robiola o Parmesan.

Guida rapida per sapere tutto sulle bollicine. Perché il prosecco non è Franciacorta e il Franciacorta non è Champagne...Insomma: i vini frizzanti non sono tutti la stessa cosa. -

Parma, 26 luglio 2015 -

Un frizzantino non è un 'prosecchino'! Non solo quello, almeno... Quanti alla domanda: 'ci beviamo una bollicina?' rispondono: 'dammi un prosecchino...' ?
Questi 'detrattori' della bollicina non sanno che per ogni 'dammi un frizzantino' c'è un sommelier che impallidisce senza darlo a vedere! Perché, se è vero che siamo uno dei paesi che produce il vino tra i più apprezzati al mondo e che crea spumanti eccezionali, è altrettanto vero che si fa tanta confusione nel distinguere un Prosecco da un Franciacorta. Insomma, per noi, un 'frizzantino' è tutto uguale e soprattutto va bene solo per brindare.
Il che – a sentire gli esperti – è sbagliatissimo!
Prima di tutto lo spumante non è unicamente prosecco. Perché c'è anche il Franciacorta, che è ancora un'altra cosa.
Chiariamo: sia Franciacorta che Prosecco appartengono alla famiglia degli spumanti, cioè di quei vini prodotti tramite processo di spumantizzazione.
Però chiedere un Prosecco non significa chiedere un Franciacorta e viceversa. E chiedere un Franciacorta non significa trovarsi nel bicchiere dello champagne.

E allora, cosa li differenzia? Semplicemente la zona di produzione e vinificazione, che dà risultati totalmente differenti. Il Prosecco DOC è prodotto in Veneto e Friuli da un vitigno di nome Glera. Per la sua spumantizzazione si usa il metodo Charmat.
Franciacorta è una differente zona di produzione che si trova in Lombardia. I vini DOCG Franciacorta sono tra le bollicine più pregiate che abbiamo in Italia. Per produrre un Franciacorta si utilizza invece il metodo classico.

Spesso lo spumante viene considerato un "vino" di poca importanza, dimenticando che anche Prosecco e Franciacorta fanno parte di questa grande categoria, distinguendosi però per la zona di produzione e per il metodo di spumantizzazione usato.
Per i non addetti ai lavori, tutti possono essere classificati come "bollicine", un termine colorito, entrato nel linguaggio comune, ma che non ha nulla di tecnico ed è rifiutato dai veri esperti.
Le bollicine sono la caratteristica principale che accomuna tutti i i vini spumantizzati e sono l'effetto dell'anidride carbonica trattenuta nel vino.

Il più conosciuto tra tutti è il prosecco. E l'errore dei più sta nel chiamare con questo nome tutto quello che frizza.
Quante volte mentre facciamo un aperitivo sentiamo dire: "mi fa un prosecchino?".
In qualche caso, cosa ci mettano in quel bicchiere rimane un mistero, tanto fa lo stesso. Il prosecco è un vitigno, glera, presente soprattutto in Veneto. Come ogni vitigno lo si può vinificare fermo o spumantizzato. In questo secondo caso si utilizza il metodo Charmat, cioè una fermentazione in autoclavi.

Franciacorta e Champagne sono zone di produzione. La prima in Italia, in Lombardia, vicino Brescia, l'altra in Francia, ad est di Parigi. Entrambe danno il nome al loro vino principale, il Franciacorta e lo Champagne ed entrambe utilizzano il metodo classico per farlo (che in Francia si chiama metodo Champenoise). Il Franciacorta è una DOCG cioè una denominazione di origine controllata e garantita. E grazie ad una modifica del disciplinare nel 2010 anche il metodo con cui viene fatto si chiama Franciacorta.
Questo vino si sta diffondendo anche all'estero, proprio perché tecnica e passione dei vignaioli lo stanno rendendo un prodotto unico e molto apprezzabile. Il Franciacorta non è assimilabile allo Champagne, non è né peggiore né migliore. E' semplicemente diverso.

L'errore più frequente sta proprio nel collocare tutte queste 'bolle' in un'unica famiglia, come se fossero identiche. Si fa ancora tanta confusione per scarsa cultura ed esperienza. In Italia beviamo, di solito, i vini fermi, relegando Prosecco, Franciacorta e Champagne a bottiglie per le occasioni speciali. E invece questi frizzanti possono essere abbinati veramente a tutto.
Impariamo, dunque, a degustarli senza pregiudizi, lasciando al nostro gusto e all'olfatto il compito di trovare e apprezzarne le differenze...

Ak

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Domenica, 26 Luglio 2015 08:42

Ismea, l'overview sui mercati agroalimentari

Le temperature elevate stanno accelerando il processo di maturazione e raccolta delle pesche e nettarine

Roma - Il perdurare delle elevate temperature, come rilevato dall'Overview dell'Ismea di questa settimana, sta accelerando il regolare processo di maturazione e raccolta di pesche e nettarine, con un eccesso di disponibilità di prodotto che non riesce ad essere assorbito dal mercato. Sul fronte estero continuano inoltre a pesare gli effetti dell'attuale situazione commerciale tra Ue e Russia, che di riflesso stanno appesantendo il circuito interno, sul quale la domanda risulta interessata ma insufficiente. Tale difficile situazione potrebbe in parte essere alleviata dalle misure attualmente in discussione a Bruxelles per contenere gli effetti dell'embargo russo sul comparto ortofrutticolo europeo, e che prevedono, se attivate, il ritiro di 9.250 tonnellate di pesche e nettarie italiane tra l'agosto 2015 e il mese di giugno 2016.

Per quanto riguarda le albicocche, si avvia a conclusione la campagna di commercializzazione, con un'offerta in ulteriore assottigliamento e quotazioni in rialzo, grazie ad un profilo qualitativo ancora adeguato e ad una domanda costante. Aumentano le disponibilità di susine presenti sul mercato, con prezzi in fisiologica flessione ma più alti di quelli spuntati nel corso della precedente campagna. Esordio positivo per le uve da tavola pugliesi Apirene e Vittoria, con quotazioni superiori al 2014. Avvio positivo anche nell'areale Lucano, ma solo per le uve Apirene. Stabile invece l'andamento del mercato del prodotto siciliano, sia sul profilo degli scambi che delle quotazioni.

Anche per gli ortaggi di stagione, la settimana dovrebbe svolgersi confermando le dinamiche di quella scorsa. Nel caso dei meloni, per i quali la domanda risultava già vivace nelle settimane precedenti, il perdurare del caldo dovrebbe mantenere sostenuta la richiesta con una stabilità delle attuali quotazioni. Il positivo andamento del mercato delle patate novelle sta determinando un clima favorevole per il prodotto comune, scambiato, in esordio di campagna, a prezzi considerati soddisfacenti dagli operatori.

Nel circuito dei frumenti, sulla scia delle flessioni della scorsa settimana, le quotazioni del duro potrebbero registrare ulteriori lievi ribassi, dopo un inizio di campagna caratterizzato da una dinamica rialzista dei prezzi. Situazione analoga sul mercato del grano tenero, dove tuttavia la tendenza flessiva dovrebbe rivelarsi più attenuata. Nello scenario mondiale, le ultime notizie provenienti dal Nord America sembrano indicare un rientro dell'allarme siccità paventato nelle scorse settimane. Per il granturco e l'orzo, invece, la dinamica dei prezzi potrebbe confermarsi ancora positiva.

Gli oli di oliva continuano ad essere interessati dalle tensioni al rialzo registrate sulle piazze spagnole, e quindi italiane, soprattutto per il lampante, con riflessi anche sui raffinati. In campagna, frattanto, si segnalano le prime preoccupazioni per il forte caldo che sta interessando gli areali produttivi spagnoli e italiani. Inoltre, nel nostro Paese gli operatori, preoccupati anche dal forte tasso di umidità, in alcuni casi stanno già avviando trattamenti preventivi antiparassitari.

Sul mercato bovino, le quotazioni degli animali avviati alla macellazione dovrebbero rimanere stabili sui livelli della scorsa settimana; mentre nel segmento delle carni, specie per i quarti anteriori, la situazione rimane poco fluida e la stabilizzazione delle quotazioni potrebbe essere considerata un buon risultato dagli operatori. Nel mercato degli avicoli, il contesto risulta poco dinamico e nei prossimi giorni si potrebbero registrare ulteriori ritocchi al ribasso delle quotazioni del vivo e del macellato. Nel circuito delle uova, invece, la domanda rimane vivace, sul fronte interno e soprattutto su quello estero, e le quotazioni dovrebbero assestarsi sui livelli alti delle settimane precedenti.

Nel settore suinicolo, i prezzi dei suinetti d'allevamento registrano ulteriori ma fisiologici cedimenti. Listini stabili, invece, per i capi da macello destinati al circuito Dop e in lieve ascesa quelli dei capi da macello del circuito no Dop.

Per latte e derivati prosegue la fase di stagnazione del mercato nazionale, con i prezzi dei formaggi grana ancorati su valori nettamente inferiori rispetto allo scorso anno nonostante il contenimento dell'offerta. Nel corso delle prossime settimane si potrebbero registrare ulteriori lievi ribassi per il Parmigiano Reggiano, mentre per il Grana e le materie grasse non si prevedono rettifiche nelle quotazioni. Segnali positivi solo sul fronte della domanda estera. Nei primi quattro mesi del 2015 l'export di formaggi e latticini è aumentato del 6,6% in volume e del +2,5% in valore, soprattutto grazie al traino degli Stati Uniti (+30% in quantità su base annua). Per Grana Padano e Parmigiano Reggiano i risultati ottenuti sui mercati esteri non sono tuttavia entusiasmanti, considerando che la crescita dei volumi venduti (+10,8% nel periodo gennaio-aprile) è stata ottenuta a parità di fatturato all'export rispetto allo scorso anno. (fonte Ismea 20 luglio 2015)

Prosegue il periodo di incertezza e, nonostante sussistano le condizioni per una riduzione dei prezzi, si sono registrati nuovi aumenti.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 22 luglio 2015 -

Tra venerdi e lunedi si erano manifestati alcuni segnali tendenti un probabile calo dei prezzi nonostante i fondi non avessero ancora avviato importanti operazioni di vendita a seguito soprattutto della notizia, diffusa da Bloomberg, di un calo di attrattività dei mercati finanziari delle commodities a favore del dollaro.

Nel quadro generale è comunque sintomatico l'andamento dell'oro e in particolare l'episodio che, in questo avvio di settimana, avrebbe, secondo le ricostruzioni di stampa circolate, innescato lo scivolone ai minimi da 5 anni a questa parte.
Un maxi ordine di vendita del prezioso metallo, partito all'apertura della borsa di Shanghai, ha infatti spinto la quotazione al di sotto della soglia psicologica dei 1.100 €/oncia (1.080 €/oncia).

Ciononostante nella giornata di ieri (21 luglio) si è ancora assistito a quotazioni in rialzo riportando in avanti nel tempo il momento del calo, atteso da tempo da parte degli operatori, dei prezzi delle materie prime agricole.

Indicatori internazionali 21/7/2015-
l'Indice dei noli è risalito a 1067, il petrolio è sceso 50,00 dollari al barile e il cambio €/$ si aggira intorno a 1,08291.

MP 21lug15

Sul mercato interno le preoccupazioni maggiori, al momento, riguardano il mais causa il perdurare della bolla di calore che staziona sulla penisola e su buona parte del continente.
I timori sono prevalentemente connessi alla difficoltà di irrigazione del prodotto ormai manifestatesi nelle ultime due settimane, a macchia di leopardo, in Lombardia, Veneto e Emilia Romagna ma anche in alcune regioni dell'Est Europa.
Una situazione che, come è ovvio, sta influenzando anche il mercato dei prodotti bioenergetici.

Nel circuito dei frumenti, come confermato anche dalle rilevazioni di Ismea e riportate nel settimanale Overview sui mercati agroalimentari, sulla scia delle flessioni della scorsa settimana, le quotazioni del duro potrebbero registrare ulteriori lievi ribassi, dopo un inizio di campagna caratterizzato da una dinamica rialzista dei prezzi. Situazione analoga sul mercato del grano tenero, dove tuttavia la tendenza flessiva dovrebbe rivelarsi più attenuata. Nello scenario mondiale, le ultime notizie provenienti dal Nord America sembrano indicare un rientro dell'allarme siccità paventato nelle scorse settimane. Per il granturco e l'orzo, invece, la dinamica dei prezzi potrebbe confermarsi ancora positiva.

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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Mercoledì, 22 Luglio 2015 08:38

Lattiero Caseario. Forte ripresa del latte spot

Al rimbalzo del latte spot si contrappone la marcata flessione negativa dei listini relativi al burro.

di Virgilio Parma, 22 luglio 2015

LATTE SPOT
Una vera e propria impennata del latte spot. Per la seconda settimana consecutiva sia il nazionale che l'estero hanno registrato sensibili aumenti. Nello specifico il latte crudo spot nazionale ha registrato quota compresa tra 36,60 e 37,63 €/100 litri di latte (+4,35%) e prezzi compresi tra 35,05 e 35,57 €/100 litri riguardo al latte pastorizzato spot estero (+7,03%)

BURRO E PANNA
Dopo due mesi di stasi il burro perde ben 10 centesimi alla borsa milanese. Anche lo zangolato registrato alla borsa di Reggio Emilia lasca sul campo 5 centesimi lasciando intravedere un cedimento equivalente per l'analogo prodotto quotato alla borsa di Parma il prossimo venerdì. Cede 4 centesimi anche la crema milanese mentre rimane inalterato il prezzo della panna a uso alimentare veronese.

Borsa di Milano 20 luglio:
BURRO CEE: 2,70€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,90€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,90€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,70€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,44€/Kg.

Borsa Verona 20 luglio:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,50-1,55€/Kg.
Borsa di Parma 10 luglio:
BURRO ZANGOLATO: 1,40€/kg.
Borsa di Reggio Emilia 21 luglio
BURRO ZANGOLATO: 1,30 1,30€/kg.

Burro 30lug15

GRANA PADANO
Ancora nessuna variazione per il Grana Padano. confermati pertanto i medesimi prezzi della ottava precedente alla borsa merci milanese.
Nello specifico: tra 7,10 e 7,75€/kg. il prezzo all'ingrosso del prodotto di 15 mesi e tra 6,35 e 6,45 €/kg. il prezzo relativo al 9 mesi di stagionatura.

PARMIGIANO REGGIANO
La leggera flessione registrata nella precedente ottava non ha avuto seguito confermando perciò i listini.
In sintesi, a Parma, il 12 mesi è quotato 7,50-7,80€/Kg e 8,65-9,00 /Kg per il 24 mesi di stagionatura. Alla borsa reggiana il 24 mesi è stato confermato il prezzo compreso tra 8,75 e 9,05€/Kg.

(in allegato i grafici)

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 29 19 luglio 2015
SOMMARIO
Anno 14 - n° 29 19 luglio 2015 (in allegato file pdf scaricabile della rivista)

1.1 editoriale Lotta agli UEmanoidi
3.1 cereali Tra speculazioni e "bolle" i mercati tendono al rialzo
4.1 Lattiero caseario Nuovo cedimento per il Parmigiano Reggiano.
5.1 agro mercati Ismea, il clima di incertezza nell'Eurosistema si riflette sui mercati agroalimentari .,
6.1 Parmigiano Reggiano Parmigiano Reggiano: il Consorzio alla Commissione UE per stroncare i falsi negli USA
6.2 giardinaggio Stupefacenti robot-collaboratori domestici.
7.1 ho.re.ca. Expo e Milano, separati in casa
8.1 eventi Farm Run, Corsa a ostacoli nel fango: una prova per veri duri!
8.2 italian sounding Parmigiano Reggiano: negli USA l'originale recupera su false imitazioni
9.1 Estate pet Cani, vacanze e spiagge: l'Emilia-Romagna è la più dog-friendly!
10.2 attrezzature giardino Agristore amplia la gamma con " Volpi Originale"
11.2 promozioni "vino" e partners

 

Cibus 29 19lug15 COP

Domenica 26 luglio il laboratorio polisensoriale al Museo del Parmigiano Reggiano di Soragna (PR). Dopo la visita al percorso museale si passerà al laboratorio che prevede la degustazione polisensoriale del Re dei formaggi, un'occasione unica con la possibilità di assaggiare il gusto deciso e complesso del Parmigiano Reggiano 50 mesi. -

Parma, 18 luglio 2015 -

Nel prezioso caseificio a forma circolare che ospita il Museo del Parmigiano Reggiano di Soragna (Parma), andrà in scena domenica 26 luglio alle ore 16,00 Parmigiano Reggiano LAB, un evento proposto dall'Associazione "L'Osservatorio Gastronomico" con il patrocinio del Master COMET – Cultura, Organizzazione e Marketing dell'Enogastronomia Territoriale dell'Università di Parma.

I partecipanti prenderanno parte alla visita al Museo – inserito all'interno del complesso "Castellazzi"condotta da Alice Rossi, Guida turistica di Explora Emilia Travel and Taste e Docente del Master COMET dell'Università degli Studi di Parma. Dopo la visita al percorso museale si passerà al laboratorio che prevede la degustazione polisensoriale del Re dei formaggi, un'occasione unica per comprendere la differenza di sapore tra le varie stagionature con la possibilità – davvero non comune – di assaggiare il gusto deciso e complesso del Parmigiano Reggiano 50 mesi. Si scopriranno tutti gli ingredienti e i consigli utili per preparare le più originali ricette di appetizer a base del classico e prestigioso formaggio italiano DOP, noto ed apprezzato in tutto il mondo. Scaglie di diverse stagionature verranno poi abbinate a bevande ed altri prodotti enogastronomici.

Parmigiano Reggiano LAB fa parte del ciclo di laboratori – Food LAB Valley – ideato dall'Associazione "L'Osservatorio Gastronomico" per i sei Musei del Cibo della provincia di Parma dedicati alle eccellenze del territorio del Parmense. Food LAB Valley è un progetto incluso nelle proposte culturali del Club di Prodotto Parma nel Cuore del Gusto e ogni laboratorio propone un'esperienza didattico-degustativa che permette di entrare in contatto direttamente e conoscere a 360° i prodotti tipici della Food Valley.

Per chi volesse partecipare e vivere un'esperienza unica, divertente e all'insegna dei piaceri legati all'enogastronomia, è obbligatoria la prenotazione entro il 23 luglio presso il Parma Point (Tel. 0521/931800). L'appuntamento con Parmigiano Reggiano Lab prevede la visita guidata all'interno del Museo del Parmigiano Reggiano (40 minuti circa), lo speciale laboratorio polisensoriale con Degustazione finale e Aperitivo creativo. La durata prevista è di circa due ore, dalle 16,00 alle 18,00 e il costo a persona, comprensivo di tutto, è di 20,00.

(Fonte: Ufficio Stampa Musei del Cibo)

Pubblicato in Dove andiamo? Parma

Il direttore Riccardo Deserti a Bruxelles. De Castro: c'è spazio per crescere, definendo nel Ttip regole chiare e trasparenti contro l'abuso dei marchi geografici Ue. -

Reggio Emilia, 17 luglio 2015 -

"L'Europa ha interessi rilevantissimi nel settore agroalimentare, con un saldo attivo di 6 miliardi di euro, ed in questo negoziato è evidente che l'Italia - il Paese europeo con il maggior numero di prodotti Dop - si gioca tanta parte di uno sviluppo possibile e da sostenere con ogni azione".
Così Paolo De Castro - europarlamentare e già presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo - si esprime all'indomani del confronto che ha avuto tra i protagonisti, a Bruxelles, il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Riccardo Deserti, ascoltato dalla Commissione Europea nell'ambito dei negoziati TTIP tra UE e Usa.

"Proprio a partire da questo confronto - aggiunge De Castro - va rilanciata un'azione autorevole per raggiungere un risultato ambizioso ed equilibrato, perchè sul mercato americano c'è ancora molto spazio per la crescita delle esportazioni italiane ed europee, soprattutto per i prodotti di alta qualità come le Dop, e il TTIP deve essere l'occasione per bloccare l'uso ingannevole dei richiami ai nostri marchi e all'origine geografica".

"Gli inganni palesi a carico dei consumatori americani - ha detto il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano a Bruxelles - ammontano a quasi 100.000 tonnellate all'anno per il nostro prodotto, una cifra che è pari al 74% dell'intera produzione di Parmigiano Reggiano ed è più che doppia rispetto al totale delle nostre esportazioni, pari 44.500 tonnellate nel 2014, con poco meno di 6.600 negli Usa".

"Sconfiggere questo "parmesan" che si presenta in confezioni che in vari modi si richiamano al Tricolore, e che pertanto ingannano i consumatori sull'origine del prodotto e danneggiano i produttori italiani - aggiunge Deserti - aprirebbe prospettive straordinarie, non solo perchè la richiesta del mercato americano sul Parmigiano Reggiano è oggi altissima per le sue caratteristiche di artigianalità e assoluta naturalità molto apprezzate negli States, ma a maggior ragione degli accordi che continuiamo a consolidare e a realizzare con le più grandi catene distributive americane".
"Il mercato del Parmigiano Reggiano "taroccato", rapportato ai prezzi medi alla partenza dall'Italia dell'autentico Parmigiano Reggiano - spiega Deserti - vale potenzialmente quasi un miliardo di euro, e sebbene sia evidente che buona parte di quel prodotto rientrerebbe tra i generici "parmesan" ammessi negli Stati Uniti, è altrettanto chiaro di quale potenziale stiamo parlando per le nostre esportazioni".

"I problemi, le opportunità e gli effetti della lotta ai falsi - ha detto Deserti alla Commissione Europea a Bruxelles - non sono, comunque, solo una questione di cifre e di mercati, ma all'origine ci sono due fatti estremamente gravi che devono pesare nelle trattative con gli Usa: la concorrenza sleale e l'inganno perpetuato a danno dei consumatori".
Proprio su questo piano, Deserti ha ricordato a Bruxelles che proprio pochi giorni fa l'autorità sanitaria americana (FDA), ha imposto il ritiro dal mercato Usa di quasi 15.000 chili di "parmesan" perchè non indicava in etichetta la presenza dell'additivo Lisozima, un allergene derivato dall'uovo e assolutamente vietato nella produzione di Parmigiano Reggiano.

(fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)

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