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I contratti di locazione ad uso abitativo e commerciale sono regolamentati dalla legge 431/98, che ne individua 4 tipologie.

I contratti di locazione ad uso abitativo si suddividono in quelli liberi (4 anni più 4 anni), concordati (3 anni più 2 anni) e transitori (che vanno da un periodo minimo di 30 giorni fino ad un massimo di 18 mesi). I contratti di natura commerciale durano 6 anni più 6 anni.

Sia il locatore che il conduttore possono risolvere questi contratti prima della scadenza per gravi motivi. Fanno eccezione solo i contratti transitori che, per la breve durata dell'accordo, non possono essere rescissi anticipatamente.

Il diniego a rinnovare il contratto alla prima scadenza deve essere comunicato al diretto interessato tramite lettera raccomandata A/R.

Per velocizzare i tempi è consigliabile affidarsi alla raccomandata online, che si può spedire direttamente dall'app poste di Ufficio Postale. Come si può leggere dalla pagina del servizio, basta scaricare l'applicazione, che risulta facilmente accessibile ed intuitiva anche per chi non ha grande dimestichezza con la tecnologia, per inviare comodamente da casa una raccomandata A/R senza lunghe file alla posta.

Come già anticipato però prima di richiedere la risoluzione del contratto è opportuno verificare che ci sono le condizioni per farlo. La legge stabilisce quali sono i motivi gravi per i quali inquilino o proprietario possono rescindere il contratto.

Il proprietario dell'immobile può recedere dal contratto se ci sono cause vincolanti. Se ad esempio decide di utilizzare l'immobile per se stesso o per altri membri della sua famiglia, demolirlo, ristrutturarlo o venderlo può ricorrere alla rescissione in quanto considerate motivazioni plausibili.

Ovviamente i motivi avanzati per la rescissione del contratto devono essere comprovati e la disdetta va inviata almeno 6 mesi prima della scadenza. Per i locali commerciali invece la disdetta va inviata almeno un anno prima.

Anche l'inquilino dell'abitazione o del locale commerciale può recedere dal contratto, inviando la disdetta con un preavviso di almeno 6 mesi prima della data di scadenza ed indicando i gravi motivi sopraggiunti.

Tra questi rientrano il trasferimento del luogo di lavoro in un'altra città, o comunque in una zona piuttosto lontana dall'immobile affittato.

Motivi validi sono poi considerati problemi familiari come la malattia di un genitore o di un membro della famiglia, il licenziamento o la necessità di abitare in un ambiente più grande in seguito all'arrivo di nuove persone nel nucleo familiare.

A questi motivi si aggiungono poi quelli oggettivi strettamente legati a problemi strutturali dell'immobile sopraggiunti dopo la stipula del contratto, oppure gravi situazioni condominiali di natura ambientale che mettono a rischio la salute degli abitanti della casa.

Non sono invece considerati motivi gravi i problemi relativi alla struttura dell'immobile di cui l'inquilino era già a conoscenza prima della firma del contratto.

Per quanto riguarda i contratti di natura commerciale il conduttore può recedere se la sua attività è in forte contrazione, quindi ha bisogno di un locale più piccolo, o al contrario se è in forte espansione e quindi necessita di un locale più ampio.

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Pubblicato in Nuove Tecnologie Emilia

Parma, 11 febbraio 2020 – Anche nei 114 Uffici Postali della provincia di Parma è possibile richiedere i dati dei rapporti intercorrenti con Poste Italiane relativi all’anno 2019 e necessari per la presentazione dell’attestazione ISEE (indicatore della situazione economica equivalente).

Il documento, che viene emesso su richiesta dell’intestatario, è la sintesi dei prodotti in possesso del cliente, in particolare riporta saldo e giacenze dei conti attivi/estinti nel corso d’anno 2019, dei libretti di risparmio, dei Buoni Fruttiferi Postali, delle Postepay nominative e delle Carte Enti Previdenziali, il valore nominale dei Fondi di Investimento, la posizione dei Deposito Titoli nonché l’attestazione dei premi versati per Polizze Assicurative.

Tali informazioni sono utili per accedere alle prestazioni sociali agevolate quali il bonus bebè, il bonus elettrico o idrico, l’iscrizione dei figli ai servizi di prima infanzia, i libri di testo gratuiti, gli assegni di maternità e le forme di sostegno al reddito previste dall’attuale normativa.

La certificazione sarà disponibile in tempo reale; per poterla ottenere sarà necessario richiedere all’operatore di sportello l’apposito modulo “Richiesta Attestazione a fini ISEE” e restituirlo compilato.

 

Pubblicato in Cronaca Parma
Giovedì, 26 Settembre 2019 11:23

Nuove divise per i portalettere del parmense

Poste italiane: nei centri di recapito del parmense i portalettere si rifanno il look con le nuove divise 

Parma 25 settembre 2019 - Cambio d’abito per i portalettere dei sei centri di distribuzione del Parmense (Parma, Pilastro-Langhirano, Fornovo, Borgotaro, San Secondo e Fidenza). Sono state infatti distribuite le nuove divise di Poste Italiane: grazie ai tessuti tecnici e traspiranti certificati “OEKO-TEX Standard 100” per la sostenibilità ambientale, i nuovi indumenti sono caratterizzati da un design che unisce la funzionalità con l’estetica.

Tornano il giallo, il blu e il grigio, i colori storici di Poste Italiane; i pantaloni sono composti di materiali tecnici e traspiranti, mentre alle polo previste per il kit estivo si aggiungono le camicie per la versione invernale. Il cardigan e la giacca hanno linee comode e pratiche per permettere agli addetti al recapito di svolgere sempre più efficacemente il loro ruolo al servizio della collettività, ruolo che è in continua evoluzione. Infatti, il portalettere che ieri recapitava solo la corrispondenza, oggi si occupa anche della consegna dei pacchi e dei servizi a domicilio, accompagnando cittadini, imprese e pubblica amministrazione verso la nuova frontiera dell’economia digitale.

Le divise si aggiungono ad altre importanti innovazioni introdotte nella dotazione dei portalettere e nell’organizzazione del recapito, in linea con il piano strategico “Deliver 2022” dell’Amministratore Delegato di Poste Italiane Matteo Del Fante. La dotazione dei portalettere comprende infatti palmari che permettono di offrire a domicilio servizi come il pagamento dei bollettini di conto corrente o l’invio di una raccomandata. Anche la nuova organizzazione del recapito “Joint Delivery”, più efficiente e flessibile, ha introdotto importanti innovazioni, come le consegne previste anche nel pomeriggio e nel weekend.

Poste Italiane, consapevole del ruolo cruciale che i suoi portalettere ricoprono nei grandi e piccoli centri, si impegna quotidianamente nello sviluppo della logistica legata all’e-commerce con l’obiettivo di rispondere alle mutate esigenze dei cittadini in termini di semplicità, velocita e facilità di accesso ai servizi.

Pubblicato in Comunicati Lavoro Parma

Roma, 4 settembre 2019 - Poste Italiane opera legittimamente sul mercato delle notificazioni a mezzo posta degli atti giudiziari e delle multe stradali in quanto, in qualità di fornitore del servizio universale, possiede tutti i requisiti in grado di soddisfare le necessarie esigenze di ordine pubblico e sicurezza.

L’azienda precisa, con fermezza, che non c’è stato alcun aumento delle tariffe per i servizi di notificazione a mezzo posta.

In relazione alla segnalazione dell’Antitrust sul processo di liberalizzazione dei servizi di notificazione a mezzo posta degli atti giudiziari e di violazioni del codice della strada, Poste Italiane sottolinea che è concessionaria per legge del Servizio Postale Universale - nel cui alveo ricade a tutti gli effetti la notifica a mezzo posta degli atti giudiziari - e che, fino all’approvazione della “legge annuale sulla concorrenza”, i servizi oggetto della segnalazione erano "riservati", ovvero garantiti esclusivamente da Poste Italiane (a differenza di quelli “non riservati", forniti anche dagli oltre 3000 operatori postali alternativi).

Con l’abrogazione della riserva a favore di Poste, le notificazioni possono essere fornite anche da altri operatori, ma restano senza dubbio alcuno nell’ambito del Servizio Universale e dunque Poste Italiane è titolata e obbligata a proseguire l’attività senza necessità di conseguire una licenza “speciale”, necessaria invece per i nuovi operatori alternativi. D’altro canto, una diversa interpretazione delle norme porterebbe alla paradossale conclusione, che Poste, titolare degli obblighi del Servizio Universale, avrebbe dovuto sospendere l’attività di notifica nelle more della definizione del quadro regolamentare di riferimento, generando innegabili quanto gravi ripercussioni sul funzionamento del sistema giudiziario italiano.

Si aggiunge che, indipendentemente dagli obblighi di formazione, indicati nella delibera AGCom per i nuovi operatori alternativi, titolari di licenza “speciale”, Poste Italiane eroga ogni anno oltre 4 milioni di ore di formazione per tutti i dipendenti con corsi specifici per ciascuna attività per assicurare efficienza verso i cittadini e rispetto dei parametri della qualità del servizio, che sono andati, nell’ultimo anno, per le notifiche, ben oltre gli obiettivi di qualità fissati dal regolatore.

L’azienda ribadisce che non è vi è stato alcun aumento delle tariffe dei servizi di notificazioni a mezzo posta, circostanza confermata dalla Delibera AGCom 307/19/CONS di luglio 2019.

In dettaglio, da giugno scorso sono intervenute variazioni esclusivamente per le modalità di addebito delle cosiddette “comunicazioni connesse” (CAN e CAD) che riguardano solo i grandi clienti che hanno con Poste specifici contratti di fornitura e non per i cittadini, né per coloro che effettuano notifiche attraverso gli sportelli degli Uffici Postali.

La nuova modalità di pagamento passa da tariffe, come detto per le sole comunicazioni connesse, di 5,40 euro e di 6,50 euro, ad un unico importo minore e forfettario, di 2,70 euro.
Questa variazione al ribasso, condivisa con l’AGCom, si è resa necessaria per far fronte alle modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2018 che, trasformando lo svolgimento dell’attività di notifica da fisico a digitale, impongono di conseguenza processi e tariffe differenti.

 

Pubblicato in Economia Emilia

Modena, 20 marzo 2019 - Poste Italiane, in occasione dell'inaugurazione della mostra "Sintesi", su richiesta della Fondazione Modena Arti Visive, ha approntato un servizio temporaneo con speciale annullo postale che si potrà ottenere venerdì 22 marzo dalle 14.30 alle 19.45 nello spazio allestito in Corso Canalgrande n. 103 a Modena.

Nei giorni successivi alla manifestazione, i marcofili e coloro che volessero richiedere l'annullo possono inoltrare le commissioni filateliche a Poste Italiane / U.P. Modena Centro / Sportello Filatelico Via Modonella, 8 – 41121 Modena (tel. 059 2053939).

Poste Italiane attiva Servizi Filatelici Temporanei dotati di bolli speciali che riproducono con scritte e immagini il tema di manifestazioni legate ad eventi di notevole interesse culturale, economico e sociale: convegni, congressi, raduni, fiere, mostre, celebrazioni di eventi storici, manifestazioni filateliche, sportive, culturali, umanitarie, anniversari di personalità non viventi, inaugurazioni di opere pubbliche di particolare rilevanza locale o nazionale.

Il servizio è rivolto a chi intenda pubblicizzare e storicizzare il proprio evento con la realizzazione del bollo speciale (Enti Pubblici o privati, Associazioni, Società, Partiti Politici, Organizzazioni sindacali, comitati promotori o organizzatori di manifestazioni).

 

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Pubblicato in Comunicati Arte Modena

La giornata dell’8 marzo assume un particolare significato per la realtà di Poste Italiane nel Parmense che si caratterizza, in Emilia-Romagna e in Italia, come una delle province a più alta percentuale di donne sia nei ruoli dirigenziali, sia fra operatori e addetti.

Per quanto riguarda i 102 uffici postali presenti nel territorio provinciale, l’86% delle funzioni direttive sono ricoperte da donne ed è femminile anche l’81% del personale amministrativo e di sportello. Più della metà degli uffici (59) non solo sono gestiti da donne ma hanno esclusivamente personale femminile. Inoltre dei 23 uffici postali del capoluogo ben 21 hanno a capo una direttrice e in 9 di questi anche tutto il personale è composto da donne. 

L’Emilia-Romagna si conferma come una delle regioni con la più alta percentuale di donne applicate in Poste Italiane: sono 5.324, pari al 65% dell’intero personale. In tutta Italia sono circa il 55% della popolazione aziendale, e rendono Poste Italiane una delle aziende più “in rosa” del nostro Paese, con un’importante presenza femminile anche ai vertici.

Dati che confermano l’impegno di Poste che, in oltre 150 anni di storia, ha contribuito in modo determinante allo sviluppo del lavoro femminile in Italia: la prima donna è stata assunta nel 1863. Dattilografe e telegrafiste, le impiegate si dimostrano subito ottime lavoratrici: serie, veloci, instancabili ed organizzate. Nel 1881 le donne impiegate sono più di 500, ma il numero è destinato a crescere. Nel 1901 sono più di 3.000 e dieci anni dopo superano quota 8.000. 

L’elevata presenza femminile in Azienda è resa possibile grazie anche ad attente politiche aziendali sulle pari opportunità. Poste Italiane, tra le tante misure in atto, tutela la maternità garantendo alle lavoratrici un trattamento economico di miglior favore rispetto a quello previsto dalla legge, mettendo inoltre in atto iniziative che hanno l’obiettivo di trasformare l’esperienza di genitorialità in un momento di crescita anche professionale.

Fonte: Poste Italiane

Pubblicato in Cronaca Parma

Buoni fruttiferi postali: per Poste Italiane arriva un'altra batosta dal Tribunale di Lecce. Condannata a pagare l'intero importo previsto all'emissione: più di 60mila euro oltre interessi e spese in favore di un utente. Altro decreto ingiuntivo emesso da un giudice togato su ricorso di un cittadino che si è rivolto allo "Sportello dei Diritti"

Altro importante risultato dello "Sportello dei Diritti", sull'annosa questione dei Buoni Fruttiferi Postali di vecchia emissione. È stato pubblicato lo scorso 30 ottobre dal Tribunale di Lecce, nella persona del magistrato togato dottor Sergio Memmo, un decreto ingiuntivo a carico di Poste Italiane per l'esorbitante importo di più di 60mila euro, oltre interessi e spese, a seguito del deposito del ricorso di due utenti possessori di buoni fruttiferi postali in vecchie lire non ancora riscossi appartenenti ad un prossimo congiunto deceduto da tempo.

Alla scadenza prevista, figlio e madre novantenne si recavano presso lo sportello di Poste Italiane per chiedere il pagamento dell'importo che doveva essere liquidato alla scadenza che sarebbe dovuto essere pari ad un controvalore in euro di 61.277,84. Il direttore dell'ufficio, come accade ormai abitualmente, opponeva la disponibilità a liquidare solo la metà dell'importo, in ragione del famigerato decreto ministeriale 148 del 1986, noto come Gava-Goria, secondo cui con effetto retroattivo e in spregio a quanto indicato nei Buoni Fruttiferi, venivano dimezzati rendimenti anche per quelli emessi dal 1974 in poi. Come tanti altri cittadini, quindi, i due beneficiari non demordevano e si rivolgevano allo "Sportello dei Diritti", che da anni continua ad affrontare una battaglia di giustizia e legalità per la tutela dei risparmiatori che hanno optato per l'acquisto di Buoni Fruttiferi Postali contro l'ingiusta e illegittima volontà manifestata da Poste Italiane di pagare importi solo pari alla metà di quelli previsti alla sottoscrizione.

Il giudice del tribunale di Lecce ha ritenuto fondate le motivazioni addotte dai risparmiatori assistiti dall'avvocato Donato Maruccia e ha, di fatto, condannato Poste Italiane a pagare l'intero importo di euro 61.277,84, oltre ad interessi, onorari e spese di procedura a fronte del modesto investimento in lire, versate all'atto della sottoscrizione. Per Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", si tratta di un altro precedente molto significativo non solo per il notevole importo dell'investimento, sicuramente tra i più elevati a livello nazionale sinora mai riconosciuti dall'autorità giudiziaria, ma anche perché rende giustizia a coloro che si sono sacrificati una vita per risparmiare somme anche molto ingenti e non si sono visti rimborsare quanto promesso allo scadere con gli interessi effettivamente maturati. Al contempo, continueremo ad invitare tutti coloro che sono in possesso di Buoni Fruttiferi Postali scaduti, a non perdere tempo perché, come abbiamo ripetuto più volte: «vi è il concreto rischio di perdere per sempre gli investimenti di una vita se non si agisce entro il giusto termine perché la prescrizione del diritto è dietro l'angolo e né Poste Italiane né Cassa Depositi e Prestiti avviseranno voi o i vostri, nonni, genitori e vecchi zii che quel foglietto di carta conservato in un cassetto indicante una cifra in vecchie lire può rappresentare un tesoretto che perderete per sempre».

(02 novembre 2018)

Pubblicato in Economia Emilia

Disponibili in sei uffici postali della provincia di Parma con sportello filatelico

Parma, 12 febbraio 2018 – Poste Italiane anche quest'anno celebra l'amore con tre speciali cartoline filateliche, disponibili per la festa di San Valentino, singolarmente o in kit speciali, nei seguenti uffici postali del Parmense dotati di sportello filatelico: Parma Centro (Strada Pisacane), Parma Sud Montebello (Strada Pastrengo), Fidenza (Via Zani), Noceto (Via F.lli Folli), Salsomaggiore Terme (Piazzale Giustizia) e San Lazzaro Parmense (Strada Quarta).

Nell'era digitale e dei social network, Poste Italiane invita a riscoprire il gusto e l'emozione della scrittura con una iniziativa, rivolta soprattutto alle giovani generazioni, capace di valorizzare la parola scritta, che varca i limiti dello spazio e del tempo rimanendo intatta nel cassetto dei ricordi.

(In allegati le tre cartoline fronte/retro in pdf)

 

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Pubblicato in Costume e Società Parma

Sempre più pensionati scelgono l'accredito sul libretto postale o sul conto Bancoposta. Assicurazione gratuita fino a 700 euro contro i furti.

Parma, 30 gennaio 2018 - A partire da giovedì 1° febbraio saranno regolarmente in pagamento le pensioni nei 114 uffici postali della provincia di Parma. Oltre il 96% dei circa 30.300 pensionati del Parmense, che si rivolgono mensilmente agli operatori di sportello per riscuotere il rateo, ha scelto l'accredito automatico sul libretto postale o sul conto Bancoposta, a conferma del rapporto di fiducia instaurato tra Poste e i cittadini.

Sono sempre più numerosi i pensionati che abbandonano il contante e scelgono il pagamento del proprio assegno pensionistico utilizzando le soluzioni di pagamento digitali offerte da Poste Italiane, apprezzandone la sicurezza e la semplicità. In tutta la provincia di Parma, infatti, sono solo poco più di 1.200 le pensioni pagate ancora cash allo sportello negli uffici postali.

I pensionati che accreditano la pensione sono inoltre gratuitamente assicurati con una polizza che riconosce loro un risarcimento fino a 700 euro all'anno sui furti di contante subiti nelle due ore successive al prelievo effettuato sia dagli sportelli postali che dagli Atm Postamat e bancari.

Per gli ultrasettantenni è inoltre prevista una commissione ridotta a € 0,70 per il pagamento dei bollettini postali.

Risparmio tradito. Importantissima sentenza che condanna "Poste Italiane" a restituire tutti i risparmi investiti per l'intermediazione di prodotti finanziari ad alto rischio. Le cause patrocinate dallo "Sportello dei Diritti" a tutela di piccoli risparmiatori e pensionati che convinti di investire in prodotti previdenziali ad accumulo puro, avevano scoperto che i loro soldi erano finiti in fondi comuni di investimento ad alto rischio. Nella specie, il famigerato Fondo "Europa Immobiliare 1". Ancora una volta lo "Sportello dei Diritti" denuncia la carenza dei controlli di Banca d'Italia e Consob

17 gennaio 2018 - Brutto stop per "Poste Italiane", ma anche bel sospiro di sollievo per piccoli risparmiatori e pensionati "traditi".

Con sentenza n. 8 pubblicata il 15.01.2018 dal Tribunale Ordinario di Ragusa, sono stati chiariti in maniera assai esauriente i profili di responsabilità di banche e intermediari italiani, tema purtroppo sempre più attuale.

La conseguenza più eclatante è che questa volta è stata condannata Poste Italiane a restituire tutti i soldi investiti dopo una vita di sacrifici ad alcuni piccoli risparmiatori, e che si erano rivolti allo "Sportello dei Diritti", ed all'avvocato Francesco Toto, già noto per aver seguito i piccoli azionisti vittoriosi nel caso del default Alitalia, in una vicenda che forse è ancor più eclatante a livello nazionale per le dimensioni e per le modalità. Perché questa volta a pagare sarà un'azienda di Stato, che risponde nel nome di "Poste Italiane S.p.A.", e per una vicenda per la quale già tanti cittadini si erano rivolti all'associazione con sede nazionale a Lecce e per la quale è lecito aspettarsi una grande eco mediatica per la numerosa platea di cittadini che lamentano analoghe circostanze. La vendita e la commercializzazione di "strumenti finanziari a rischio" a soggetti ignari e privi di minime competenze in materia; la sottoscrizione di moduli e prospetti informativi in bianco; la promessa di ottimi rendimenti a fini previdenziali.

Questi solo alcuni degli elementi che il Giudice di Ragusa contesta a Poste Italiane in qualità di intermediario accreditato. E ancora proposte contrattuali, dette "ordini" su fondi di investimento ad alto rischio, sottoscritte in bianco da pensionati con licenza elementare. Promotori a dir poco spregiudicati, operanti presso Poste Italiane Spa, che li persuadevano ad investire al buio su prodotti rivelatisi cancerogeni.

Il caso nasce dall'avere Poste Italiane venduto quote del Fondo "Europa Immobiliare n. 1", ad alcuni clienti di un noto studio legale siciliano poi affidatosi allo "Sportello dei Diritti" e all'avvocato Francesco Toto.

Dal Prospetto Informativo e dal Regolamento del fondo, entrambi ovviamente sconosciuti agli anziani pensionati, emersero subito alcuni fatti specifici degni di attenzione. Infatti, non era stato segnalato, ed anzi sottaciuto che la fattispecie contrattuale che si apprestavano a sottoscrivere era, peraltro, in "conflitto" con i loro interessi. Era stato omesso pure, di illustrare loro l'acquisto che si apprestavano a fare. Essi non avevano ricevuto, nel contesto contrattuale, la dovuta nota informativa né le condizioni di polizza, né le informazioni riguardo alle prestazioni assicurate, men che meno sapevano che alla restituzione del capitale fossero collegati gli andamenti di titoli strutturati emessi da società quotate in Borsa.

Va detto che il concetto di "titoli strutturati" è nozione sconosciuta anche a persone di media cultura. Ma Poste Italiane attraverso i suoi operatori – in spregio alle cautele dovute ai vecchietti ottantenni - procedeva comunque a collocare il prodotto finanziario in questione. Tutti profili che sono stati considerati in maniera del tutto condivisibile dal giudice del Tribunale di Ragusa e che hanno portato alla dichiarazione di risoluzione del contratto intercorso tra i risparmiatori e Poste Italiane S.p.A. con condanna di quest'ultima alla restituzione integrale del capitale originariamente versato oltre interessi, rivalutazione monetaria e spese di lite.

Una sentenza la cui portata, per Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", avrà riflessi per tutti quei risparmiatori che hanno vissuto analoghe vicende sia presso Poste Italiane che presso altri istituti bancari o d'intermediazione finanziaria come Banca Etruria, Cassa di Risparmio di Ferrara, MPS, e che evidenzia, ancora una volta la carenza dei controlli degli organi deputati tra cui Banca d'Italia e Consob.

(17 gennaio 2018)

Pubblicato in Economia Emilia
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