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Visitare il borgo medievale di Bolgheri significa immergersi nella storia, nella natura ma anche nel buon mangiare e bere. Ecco qualche consiglio sulle Cantine Vitivinicole da visitare e su dove fermarsi per una pausa godereccia

Di Chiara Marando – Sabato 19 Settembre 2015 -

Una giornata a Bolgheri, una giornata all’insegna della storia, della natura e del buon mangiare.

Camminare tra le vie di Bolgheri significa passeggiare fra stradine medievali dal fascino antico: un borgo suggestivo circondato da mura ed immerso in un paesaggio che incanta gli occhi, quello collinare toscano accarezzato dalla brezza marina che giunge dalla costa poco distante.

La storia di questo luogo si fonde con l’anima più profonda del territorio che lo ospita, un legame indissolubile che lo ha reso la patria di vere e proprie eccellenze vitivinicole italiane. Impossibile non notare  i numerosi filari che si rincorrono perdendosi all’orizzonte, un’immagine ormai caratteristica, nonchè parte integrante delle famose tenute produttrici di ottimo vino, bontà note in tutto il mondo. Qui, si trova la rinomata azienda “Ornellaia” che vanta etichette quali appunto Ornellaia o il costosissimo e ricercato Masseto, ed ancora La Tenuta San Guido con il profumato Sassicaia, oppure la nota Tenuta Guado al Tasso dei Marchesi Antinori dove, oltre ai conosciuti Scalabrone e Vermentino, viene prodotto il prezioso Matarocchio, la risposta perfetta al Masseto.

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Già, perché la particolarità di questi due vini è data dalla loro purezza e intensità di sapore, peculiarità che  identificano il terroir da cui provengono: Il Matarocchio è 100% Cabernet Franc, mentre il Masseto è 100% Merlot. Due preziosi prodotti della terra che nascono dalla pazienza, dalla cura, dalla conoscenza e dal rispetto per la natura ed i suoi ritmi, due prodotti capaci di regalare esperienze sensoriali coinvolgenti.

Ecco perché durante una visita alla zona di Bolgheri non può mancare l’appuntamento con un percorso degustativo all’interno di queste tenute, per ammirarne le suggestive strutture, conoscerne metodi di raccolta e produzione, ma soprattutto per lasciarsi conquistare dagli aromi dei diversi vini.

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Ma non si può solo bere, si deve anche mangiare. Veri protagonisti della tavola sono i salumi toscani, la carne di Chianina ed i legumi preparati con fantasia ancora alla vecchia maniera.

Difficile sbagliare ristorante da queste parti, le scelte sono tante e la cucina particolarmente gustosa ma, se volete andare sul sicuro, allora proprio nel piccolo centro storico del paese sorge “l’Enoteca Tognoni”, un angolo di bontà nel quale pranzare sarà un vero tuffo nella toscanità più pura.

Prima di tutto qui non basta dire “Vino”, e le due pareti stracolme di bottiglie lo testimoniano, qui si può scegliere la “crème de la crème” del vino Toscano con una cantina tra le più fornite della zona.

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E poi il menù, dove tradizione e fantasia si incontrano e spaziano tra antipasti rustici come Crostini caratteristici, Affettati misti toscani, Formaggi e Verdurine sott’olio caserecce, a quelli più elaborati come i Fiori di zucca ripieni di ricotta e la Tartarre di Chianina, per arrivare a primi corposi quali tagliatelle al ragù di cinghiale oppure al ragù di Chianina. Poi i secondi, un trionfo di carne con succulente Tagliate  e Costate di Chianina, Guanciale al brasato e Cinghiale in umido.

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Se ancora non vi dovesse bastare, anche i dolci meritano l’assaggio: Tiramisù preparato al momento, Tris di sorbetti e Tortino di ricotta caldo accompagnato da gelato allo jogurt.

 

Enoteca Tognoni

Via Lauretta, 5 Loc. Bolgheri

57020 Castagneto Carducci (LI)

0565 762001

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Sabato, 29 Agosto 2015 10:05

Pinsa Romana: non chiamatela pizza

Una ricetta segreta, l’inconfondibile forma ovale, la croccantezza dei bordi ed il soffice interno che si amalgama con i diversi condimenti sono le caratteristiche che fanno della Pinsa Romana una vera e propria golosità tipica.

Di Chiara Marando – Sabato 29 Agosto 2015

Una pasta elastica cotta al forno a legna e condita a piacere con delizie quali mozzarella, pomodoro, olive, capperi, prosciutto crudo, lardo e così via. No, non è quello che pensate…non chiamatela pizza!

Il nome e l’aspetto possono trarre in inganno, ma la Pinsa Romana è una specialità dalla personalità e dal sapore ben definito, il frutto di ingredienti e lavorazioni particolari che nel tempo si sono evolute fino ad arrivare alla ricetta odierna: una miscela di tre farine differenti, frumento, soia e riso, a cui viene aggiunta una parte di pasta madre essiccata che ne determina la corretta lievitazione, morbidezza e soprattutto digeribilità.

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L’inconfondibile forma ovale, la croccantezza dei bordi ed il soffice interno che si amalgama con i diversi condimenti sono le altre caratteristiche che fanno della Pinsa una vera e propria golosità tipica.

La ricetta originale risale ai tempi dell’Antica Roma, ed è l’eredità lasciata dalle popolazioni contadine che vivevano fuori le mura  e che, grazie alla macinazione di cereali come miglio, orzo e farro, insieme all’aggiunta di sale ed erbe aromatiche, riuscivano a cucinare queste deliziose schiacciate o focacce (il termine Pinsa deriva dal latino Pinsere “allungare-stendere), ormai diventate un cibo quotidiano.

Insomma, si tratta di un prodotto la cui storia ha viaggiato nei secoli fino ad arrivare ai giorni nostri, una specialità che dal Lazio si è spostata facendo conoscere tutto il suo gusto.

Ecco perché anche a Sarzana, terra di confine tra Liguria e Toscana, è possibile gustare una Pinsa Romana di tutto rispetto.

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Provate a prenotare un tavolo alla “Pinseria Gabarda”, sedetevi e prendetevi qualche minuto per scorrere le varie proposte del menù: una ricca scelta di condimenti che spaziano dal più semplice pomodoro, mozzarella e basilico, passando per quello con pomodoro, speck e mascarpone oppure mozzarella, lardo di colonnata, rucola e pachino, fino al particolare mozzarella, pesto, stracchino e pinoli ma anche fior di latte, pere e gorgonzola.

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E non vi aspettate il classico piatto, ma godetevi la rusticità del tagliere in legno che vi verrà servito direttamente al tavolo con la Pinsa appena sfornata e fumante: un cuore di sapore circondato da una pasta fragrante tutta da addentare.

 

Pinseria Gabarda

Via Variante Aurelia, 66

Sarzana (SP)

Tel. 0187 626085

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Ad ottobre arriva Parma Home Restaurant: case, giardini, ville e terrazzi privati verranno eccezionalmente aperti per mettere a tavola turisti, curiosi ed avventori desiderosi di provare la vera cucina casalinga.

Parma 24 Agosto 2015 -

A Parma è in arrivo un Festival tutto nuovo, da leccarsi i baffi: si tratta del primo festival interamente dedicato alla cucina domestica: case, terrazze e giardini privati, insieme a ville, casali e cortili verranno aperti per l’occasione a turisti ed avventori, divenendo location del gusto e portavoce dei sapori parmigiani.

Ad ottobre, nei weekend del 2-4 e del 17-19 sarà possibile gustare tutta la tradizione e la bontà delle specialità della food valley direttamente sulle tavole dei parmigiani e preparate dai parmigiani.

Un’offerta variegata che permette di scegliere liberamente il luogo, il menù e la casa che più attirano la curiosità e stimolano l’appetito. Ad accompagnare i pasti saranno, in veste di narratori, food blogger, giornalisti, scrittori, critici gastronomici e storici locali, ma anche spettacoli musicali, improvvisazioni e letture.

Inoltre, sarà possibile effettuare visite e degustazioni guidate in stabilimenti, cantine e aziende di produzione dei prodotti tipici di Parma. Si terranno anche 2 convegni , in collaborazione con l’Università di Parma.

Per tutte le info su festival, location e prenotazioni è possibile consultare il sito www.parmahomerestaurant.com

Parma Home Restaurant è organizzato da NTV 3.1 in collaborazione con il Master in “ Web communication e social media “ dell’Università di Parma,  con la partecipazione dell’Accademia Italiana della Cucina, associazioni e comuni del parmense. Oltre che dei vari attori agenti nell’ambito della ristorazione pubblica e del social eating.

L’idea è quella di valorizzare il primato delle produzioni doc e igp di Parma e della tradizione gastronomica della popolazione locale con finalità anche di promozione territoriale e turistica.

Si tratta sostanzialmente di un’iniziativa low cost, poiché la manifestazione può contare sull’opera di risorse umane e professionali che lavoreranno con compensi assimilabili a rimborsi spese.

Il costo di partecipazione ai pranzi/cene sarà riconosciuto, a titolo di rimborso spese, alle case ospitanti. Tale importo sarà decuratato del 20% che andrà in beneficienza a una associazione no-profit ( Itaca, Noi per loro, Ospedale del bambino di Betlemme….). E di un altro 10% per le spese di gestione amministrativo-finanziario.

Il costo della partecipazione ai pranzi/cene è fissato unitariamente in € 25. Le prenotazioni avverranno esclusivamente via web al sito www.parmahomerestaurant.com, con pagamento anticipato.

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Home Restaurant: come fare della passione per la cucina un lavoro fatto da casa! Dalla nascita dei Supper Club newyorkesi e delle Case particular cubane l'idea di trasformare casa in un vero e proprio business. E' moda dilagante ma non senza polemiche. Chissà come mai l'Emilia non voglia seguire questa tendenza...

di Alexa Kuhne - Chef in erba o semplicemente appassionato di cooking: basta questo 'particolare' per far del tuo appartamento un locale per pochi, intimi avventori...

Nel 2006 i guerrilla restaurant a New York hanno aperto la strada a un nuovo modo di concepire la ristorazione. Il Regno Unito ha seguito questa tendenza.

Rimane all'Italia reinterpretare la moda di far da mangiare a casa e invitare sconosciuti viaggiatori affamati. Anche se non è detto che questo fenomeno si diffonda a macchia d'olio com'è successo in giro per il mondo, visto che, da noi, la cultura della ristorazione in luoghi ad hoc ha un suo ben radicato perché. L'Emilia Romagna, ad esempio, è una di quelle regioni che ancora non ne vogliono sapere...

Se si pensa, però, che gli Home restaurant possano essere un modo come un altro per far conoscere un territorio grazie a ricette tipiche della tradizione, realizzate con prodotti locali, riproducendo un piatto proprio come lo preparava una nonna, allora questa tendenza un senso lo avrebbe anche nel Belpaese.

P1030618Chiunque, avvezzo alla cucina e a gestire una tavolata, può trasformarsi a casa propria in uno chef, rispettando naturalmente la qualità. I vantaggi sarebbero diversi: si creerebbero occasioni di incontro e scambio culturale, possibilità di coltivare la passione culinaria e piccoli, comodi e gratificanti introiti.

Lo chef o aspirante tale propone una cena a un determinato prezzo, pubblicizzandola su portali Internet, social network o sito personale: riceve le prenotazioni, predispone e offre la cena a casa propria.

Per aprire un home restaurant in Italia servirebbe una Segnalazione certificata di inizio attività, anche se non è un obbligo di legge, in quanto la ristorazione a domicilio non è regolamentata. Ci si limita ad un parere del Ministero dello Sviluppo Economico, contenuto nella Risoluzione 50481 (aprile 2015) in risposta a uno specifico quesito posto da una Camera di Commercio e relativo alla corretta qualificazione dell'attività.
L'esercente di questa attività rilascia una ricevuta. Si rientra nel campo delle attività esercitate in forma occasionale, che possono rimanere tali fino a 5mila euro annui di ricavi.

Non sono mancate però le polemiche sul fatto che si tratti o meno di una attività saltuaria.

Secondo gli addetti ai lavori il punto della questione è che nell' home restaurant è comunque previsto il pagamento di un corrispettivo e quindi, pur con modalità innovativa, si tratterebbe di un'attività economica in senso proprio. Il Ministero cita anche un precedente parere (nota 98416 del 12 giugno 2013) che classificava come attività economica quella esercitata da un cuoco nella propria villa, fornendo il servizio solo su specifica richiesta e solo per gli invitati del committente.

Risultato: secondo il ministero, l'home restaurant è un'attività economica e quindi bisogna presentare la SCIA e non sottrarsi a tutti agli adempimenti del caso. Trattandosi soltanto di un parere, però, il consiglio per chi aspiranti host è di controllare se eventuali regolamenti regionali o comunali.

Il dibattito resta comunque acceso. Da una parte, le associazioni dei pubblici esercizi, come i ristoranti, accolgono con favore l'interpretazione del Ministero, in nome di una competizione leale e corretta. Diversa l'opinione di chi organizza le piattaforme per il social eating, che sottolineano le differenze fra l'home restaurant e la ristorazione vera e propria nei pubblici esercizi. Su Change.org c'è una petizione online che chiede l'approvazione di un Disegno di legge, depositato in Senato nel 2014 ma mai approvato, che prevede la possibilità di utilizzare la propria abitazione, per un massimo di due stanze e fino a 20 coperti al giorno, ma anche l'obbligo di segnalare al Comune l'inizio attività (in pratica, servirebbe la SCIA). Fiscalmente, si resterebbe nell'ambito delle attività saltuarie.

Quel che serve, in effetti, è una normativa di riferimento. Per più di tre anni gli home restaurant hanno organizzato le loro cene social senza che nessun requisito fosse richiesto loro, e con gli unici obblighi di emettere ricevuta e fatturare meno di 5.000 euro all'anno, come per tutte le attività occasionali.

La disposizione segna però una svolta non da poco, e, se sarà seguita da una norma vera e propria taglierà loro le gambe definitivamente. Arrivata dopo la segnalazione di una Camera di Commercio, che ha sollecitato il ministero a "chiarire come configurare l'attività di cuoco a domicilio e se tale attività possa rientrare fra quelle soggette alla Segnalazione Certificata di Inizio di Attività (Scia) da presentare al Comune di residenza", la risoluzione numero n. 50481/2015 stabilisce che chiunque pratichi l'home cooking deve possedere "requisiti di onorabilità nonché professionali (di cui all'articolo 71 del decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59 e s.m.i.), ed è tenuto a presentare la Scia o a richiedere l'autorizzazione, nel caso si tratti di attività svolte in zone tutelate".

Gnammo ha fatto subito sapere ai suoi associati che quello del ministero è "parere" e non legge, "che prova a fare un primo passo verso una regolamentazione di un'area oscura della legislazione italiana. È un modo intelligente per diversificare l'offerta". Di più sta facendo la piattaforma homerestaurant.com che ha appunto lanciato una petizione on line su Change.org per chiedere l'approvazione del DDL s. 1271 del 27/02/2014" .

Fonti: risoluzione ministero, petizione change.org, codice etico di Gnammo

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Sabato, 11 Luglio 2015 10:20

Apre il primo Campus Culinario di Milano

Apre il primo Campus Culinario di Milano: 1500 metri quadri, 7 aule e 1 auditorium per appassionati e professionisti di cucina e pasticceria. Direttore didattico è Roberto Carcangiu, presidente dell’APCI.

Di Chiara Marando – Sabato 11 Luglio 2015

Un centro polifunzionale in cui imparare non solo a cucinare, ma anche a degustare, studiare ed osservare  l’evoluzione del mondo delle arti legate al food: tutto questo è il Campus Culinario della Scuola di Cucina Congusto, il primo nell’area di Milano.

Nuovo punto di riferimento per tutti gli appassionati, i professionisti e le aziende del mondo enogastronomico, si sviluppa su una superficie di 1500 metri quadrati, con 7 aule e 1 auditorium all’interno dei quali ascoltare lezioni tenute da importanti nomi del panorama gastronomico italiano, ma anche apprendere e condividere esperienze che abbracciano il mondo della cucina.

Con questo nuovo progetto, la Scuola di Cucina Congusto, attiva dal 2003, amplia i suoi orizzonti verso un futuro che si rifà alla tradizione per esplorare nuove possibilità di sapore e conoscenza alimentare. Ciò che viene offerto è un luogo nel quale seguire corsi diversificati di cucina, pasticceria, panificazione e ristorazione che spaziano da quelli per principianti fino a quelli di alto livello specifici per professionisti, il tutto con zone studio comuni ed appartamenti per garantire l’ambiente più adatto e all’avanguardia in fatto di formazione.

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Il nostro obiettivo - spiega Federico Lorefice, presidente e fondatore della scuola Congusto - è quello di creare un luogo che diventi il riferimento per i corsi di cucina e di pasticceria in città. Accarezzavamo da un po’ il sogno di trovare uno spazio adeguato alle nostre esigenze, in grado di offrire percorsi a professionisti e appassionati con tutte le attrezzature e gli strumenti. E’ quindi una grande soddisfazione inaugurare la nostra nuova casa, in un contesto indipendente, che ci permetterà di diversificare le attività e di ospitare anche studenti fuori sede o internazionali, grazie all’area housing. E’ un risultato importante, che ci spinge a costruire sempre nuovi progetti con il mondo delle associazioni e delle aziende”.

Non a caso, per dirigere culturalmente e creativamente questo percorso è stato scelto Roberto Carcangiu, chef e consulente per molti locali e aziende, nonché attuale presidente dell’Associazione Professionale Cuochi Italiani. Il suo ruolo sarà quello di ridefinire il piano dei corsi e delle attività della scuola, insieme alle collaborazioni ed ai sempre nuovi progetti.

Quella di Carcangiu è una filosofia affonda le sue radici nella continua ricerca e divulgazione alimentare, nella scoperta di  nuove cucine e tradizioni che racchiudono peculiarità uniche e dalle quali farsi ispirare: così ha imparato il mestiere del cuoco e così riesce a trasmettere e creare esperienze uniche. In altre parole un “Food and Design Studio”.

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Ho accettato con entusiasmo la proposta di Congusto - racconta Roberto Carcangiu - perché vedo grandi potenzialità nel progetto avviato. I nuovi spazi, la collaborazione con il mondo associativo, i progetti già in corso con le aziende, ci permetteranno di trovare sempre nuovi spunti e di offrire a diversi target percorsi ad hoc sempre all’avanguardia”.

Importanti le collaborazioni con grandi aziende che hanno reso e rendono possibile la realizzazione di molti progetti: Aeternum, Alce Nero, Alpro, Afinox, F.lli Bertazzoni, Besser Vacuum, Bialetti, Consorzio Latterie Virgilio, Fiskars, Pasta Lucio Garofalo, Mele Val Venosta e Rizzoli Emanuelli.

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Sabato, 04 Luglio 2015 10:09

Ad Ariccia si cena in Fraschetta

Di Chiara Marando – Sabato 04 Luglio 2015

Che siate di Roma oppure semplicemente di passaggio nella Capitale come turisti, non potete esimervi da una sosta serale ad Ariccia, una delle località più conosciute e popolari dei Castelli Romani. Ciò che veramente ne caratterizza la cultura gastronomica sono le tante fraschette che si susseguono lungo il corso principale, dei piccoli mondi dove la romanità più pura cattura gli avventori e dove  è possibile gustare la tradizionale porchetta, simbolo culinario per eccellenza del luogo.

Ogni locale ha le sue peculiarità e stravaganze che contribuiscono a creare un variegato pubblico di affezionati clienti. Qui l’allegria fa da padrona e non cercate la raffinatezza di un cibo curato, ma aspettatevi piuttosto la bontà di stuzzicherie tipiche e golose.

Questa è la filosofia di semplice accoglienza che attende chi decide di scegliere la “Fraschetta Guardie e Ladri”: tavolacci e sedie di legno, tovaglie di carta, fiaschi di vino, una vetrina piena di cibarie dove farsi venire l’acquolina e le immancabili voci allegre dei camerieri e dell’ormai famoso titolare Gianluca.

Se vi domandate con quale specialità iniziare, la risposta è l’antipasto della casa, ovvero un tagliere traboccante di porchetta, tortini salati, mozzarelline di bufala, carne salata, bruschette, mortadella cotta alla piastra, fagioli con le cotiche, provola con pancetta e verdure grigliate. Sarà un vero piacere farsi saziare da queste delizie bagnando il tutto con il vino della casa, che del vino ha ben poco ma aiuta comunque la digestione.

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I primi seguono la tradizione, quindi non fatevi mancare gli spaghetti cacio e pepe, alla carbonara oppure l’amatriciana, serviti in ampi vassoi, con porzioni più che generose e dal sapore intenso che soddisferà ampiamente il palato.

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Ed ora i secondi, un tripudio di carne: grigliate miste, la classica ed immancabile porchetta, oppure i profumati arrosticini per chi ama i gusti decisi.

Per finire, dolci caserecci, biscotti da intingere nel vino rosso ed amari per concludere in bellezza.

Il prezzo? Dai €20 ai €25 per il menù completo a persona.

Fraschetta Guardie e Ladri

Via dell’Uccelliera, 22

Ariccia, (RM)

Tel. 347 016 6239

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Di Chiara Marando – Sabato 27 Giugno 2015

New York, ovvero la città cosmopolita per eccellenza, la Grande Mela che fa sognare, che incanta e stordisce. Le sue bellezze monumentali  e la sua intensità architettonica sono ormai ben note, un tripudio di attrazioni che lascia senza fiato, il ritrovarsi increduli davanti a quei simboli di libertà tanto ostentati dalla cinematografia.

Ma quanto si sa della cultura gastronomica newyorkese? Quanto si conosce dell’identità culinaria di un luogo che ha fatto della multiculturalità il suo vessillo?

In realtà, anche in questo caso, non si può parlare di una vera e propria tradizione, ma più che altro di contaminazioni che nel corso del tempo si sono stabilizzate ed hanno portato ad una commistione vincente di sapori e profumi internazionali.

Bene, proviamo quindi a fare un breve excursus per scoprire alcune bontà  e ristoranti che proprio non possono mancare in un diario di viaggio newyorkese, tenendo presente che non ci sono orari, si mangia liberamente a qualsiasi ora del giorno e della notte. Questo significa che potrà capitare di ritrovarsi seduti ad una “Bakery” alle 10 del mattino, intenti a gustare un muffin gigante con l’irrinunciabile caffè americano, e di imbattersi in qualcuno che ha scelto di mangiare un’insalata oppure un hamburger con patatine fritte. Nessuna stranezza, ma solo una parte del fascino di questa città.

Quindi, cominciamo proprio dalla colazione, forse il pasto principale perché completo di tutto e quando si dice tutto si intende un piatto come la classica torretta di pancakes con sciroppo d’acero, salsa ai mirtilli, frutta e burro, oppure uova fritte con bacon croccante e patate, ed ancora i già citati muffin…veramente spettacolari.  Il ristorante Ruby Tuesday, a pochi passi da Time Square, saprà darvi il buongiorno al meglio (85 7th Ave, New York, NY 10036).

photo by Chiara Marando

Un'altra piacevole abitudine è quella di passeggiare sorseggiando uno Smoothie alla frutta, oppure lasciandosi tentare dal Pretzel gigante o da un delizioso hot dog  acquistato in uno dei tanti chioschi che animano le strade. E’ bene ricordare che lo street food a New York è ormai diventato una filosofia di vita, questo significa che sarà molto difficile non cadere in tentazione.

Sempre parlando di leccornie tipiche è impossibile non citare le golose Donuts, ciambelle fritte ricoperte di glassa, oppure i fragranti Bagel, ovvero sempre ciambelle ma questa volta di pane fragrante da imbottire con burro o salumi. Da provare il Murray’s Bagel(500 Avenue of the Americas, New York, NY 10011).

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Ed ora passiamo alla carne. Che sia buona non c’è alcun dubbio, l’unico problema è che la maggior parte delle volte risulta sparire sotto uno spesso strato di salsa BBQ che ne nasconde il sapore.  Se questo non spaventa ma anzi attira, allora il paradiso per gli amanti di Costine, hamburger, bistecche di manzo e maiale è il Dallas BBQ , nei pressi di Time Square: porzioni estremamente abbondanti e prezzi contenuti (241 West 42nd Street, NY).

Nel pieno centro di Time Square, invece, c’è un altro ristorante molto curioso che merita una visita: il Bubba Gamp, un locale ispirato al famoso film “Forrest Gump” dove poter mangiare sfiziosi gamberetti cucinati nei modi più disparati (1501 Broadway, New York, NY 10036).

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Infine, una menzione particolare va al P.J Clarcks, vicino a Lincoln Square, uno dei locali più antichi della città che ha aperto i battenti nel lontano 1884 ed ha attraversato i grandi momenti della storia cittadina. Da qui sono passati artisti, intellettuali e personaggi noti come Jakie O, Nat King Cole, Jhonny Depp e tanti altri.Un luogo dall’anima retrò nel quale poter assaporare delle vere prelibatezze, dalla carne al pesce fresco, cucinate in modo raffinato ma al contempo semplice. Non fatevi scappare il Tortino di granchio, l’hamburger al pepe verde con salsa a parte ed un’altra specialità newyorkese, ovvero la ricca Cheesecake (44 West 63rd Street, New York, NY 10023).

 

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Martedì, 23 Giugno 2015 16:36

Il Labirinto del Gusto con i Fratelli Spigaroli

L’Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense nel Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci a Fontanellato

Parma 23 Giugno 2015 -

Luogo di grande interesse e curiosità, lo spettacolare Labirinto/Museo di Franco Maria Ricci a Fontanellato, il più grande al mondo, non solo incanta con la sua particolarità ma delizia anche il palato.

Questo perché la gestione della ristorazione e del servizio bar è stata affidata all’Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense (PR) dei Fratelli Spigaroli.

Nato dalle chiacchierate dell’editore e designer parmigiano con Jorge Luis Borges, il Labirinto della Masone – che ha aperto al pubblico lo scorso 29 maggio – occupa sette ettari di terreno ed ha richiesto sei anni di lavoro. Accanto ad esso, sono stati costruiti anche spazi culturali, una biblioteca e alcune sale espositive in cui si potrà ammirare una collezione d’arte che comprende circa 500 opere - tra pitture e sculture - che vanno dal Cinquecento al Novecento.

Luogo di cultura ed arte ma anche di bontà, nel quale lo stile, i piatti e la filosofia dell’Antica Corte Pallavicina divengono la risposta ideale per allietare i visitatori con un bar, una bottega ed un bistrot, con orario continuato dalle 12 fino alla chiusura notturna.

Un vero e proprio atelier gastronomico aperto a tutti, anche senza l’ingresso nel museo/labirinto.

Nella carta dei vini del Labirinto by Spigaroli, Vini dell’Antica Corte Pallavicina, Bollicine Italiane e Francesi, Bianchi, Rossi, Selezione d’Autore e Birre Artigianali. Nel menu del Bistrot, antipasti, primi piatti, secondi di pesce e di carne, dessert e piatti pensati appositamente per i più piccoli.

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Carne o pesce? Per il "Ristorante Prater" la risposta è "entrambi": specialità raffinate di terra e mare si incontrano per deliziare il palato

Di Chiara Marando – 13 Giugno 2015

Carne o pesce? Eterno dilemma. Ma se invece si potessero avere entrambi?

Già perché soddisfare il palato con piatti raffinati di terra e mare è la vera specialità del Ristorante “Prater”, nel cuore del piccolo centro di Sant’Ilario d’Enza.

Inaugurato nel 1994, il locale è gestito dalla famiglia Tinterri, ovvero il cavaliere Luciano, la moglie Franca, il figlio Gianfranco e la sua dolce metà Daniela. Una storia iniziata nel 1969, quando hanno cominciato la loro esperienza di ristorazione tra cucine, fornelli e  clienti che quasi da subito si sono trasformati in veri affezionati.

Qui, a fare la differenza è il calore e la disponibilità con cui si viene accolti, un piacere che si conferma con l’assaggio delle tante proposte presenti nel menù. Non si tratta solo di semplici ricette, ma di una cucina che coniuga tradizione, ricerca e sperimentazione, il tutto con una grande attenzione alla stagionalità delle materie prime, alla loro freschezza ed all’impiego di prodotti tipici che arricchiscono i diversi antipasti di terra.

Una scelta che spazia dalla succulenta carne, ai piatti della cultura parmigiana, al pesce, ma anche ai funghi, al caviale ed al tartufo, un tripudio di bontà da accompagnare con pregiati vini italiani e stranieri. Non a caso, la cantina del Ristorante Prater è conosciuta per le sue oltre cinquecento etichette prodotte in Italia e nel mondo, insieme ad un’ampia collezione di rinomati distillati. E se sarete in difficoltà non preoccupatevi, a consigliarvi l’abbinamento migliore saranno Gianfranco e sua moglie Daniela, grandi appassionati e sommelier professionisti.

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Quindi passiamo a qualche consiglio stuzzicante. Si parte con gli antipasti come la Zuppetta tiepida di calamari, fagioli cannellini e scampo al vapore, lo Sformatino tiepido di polipo con crostini su crema di patate, oppure la Millefoglie di melanzane e gamberi in agrodolce al balsamico. Poi il profumato Prosciutto Crudo di Parma DOP stagionato 28 mesi, ed ancora Fiocco di Culatello stagionato su polenta fritta croccante.

Ma lasciate un po’ di spazio per gli invitanti primi: Gnocchi di ricotta con pomodoro infornato e code di gamberi, Ravioli alla polpa di branzino esaltati dal pomodoro pachino, Fettuccine mantecate con crema di Parmigiano e Culatello, oppure Ravioli con ripieno di asparagi verdi e porri.

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E per finire i secondi, un mix equilibrato tra ingredienti neutri e piccole varianti dal sapore avvolgente: Petto di maiale da latte croccante con patate e scalogno candito, Filetto di maiale nero rosolato con pancetta su crema di Bra, Gamberoni al burro e miele di castagno con sformatino di valeriana e Filetto di Baccalà croccante su salsa alla mediterranea.

 

Ristorante “Prater”

Via Roma, 39

42049 Sant'Ilario d'Enza (RE)

Tel. 052 267 237

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Sabato, 23 Maggio 2015 10:45

Le Cupcakes di Melissa: la bellezza si mangia

Un mondo delle meraviglie per i più golosi, ma anche per gli desidera concedersi una pausa di dolce relax sorseggiando un tè alla frutta in un ambiente caldo ed accogliente, avvolti dai profumi di delizie appena sfornate.

Di Chiara Marando – Sabato 23 Maggio 2015

Dolci, teneri scrigni di bontà che ricordano dei piccoli gioielli, le Cupcakes rappresentano una di quelle irresistibili tentazioni golose non solo per il palato ma anche per gli occhi. Si rimane come incantati nell’osservare le tante e colorate decorazioni che rendono queste deliziose tortine delle vere e proprie opere d’arte di pasticceria in miniatura: glassate con praline di cioccolato bianco o extra fondente, con crema al burro arricchite da semplici fiorellini che ne adornano la punta, oppure con meringhe e ciuffi di crema al burro dalle tinte più fantasiose.

Ogni momento della giornata può essere quello giusto per lasciarsi conquistare da una di queste leccornie, che sia per la colazione, per una merenda, per sorprendere durante un evento particolare, oppure per un piccolo pensiero da regalare a chi ami. In altre parole sono la sintesi perfetta tra bellezza e bontà, la giusta coccola da concedersi senza pensieri.

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Tutte caratteristiche che contraddistinguono le creazioni goderecce nate dall’estro e dalle mani esperte di Melissa Forti, titolare della bakery boutique “Le Cupcakes di Melissa”, un regno delle meraviglie per i più golosi che si apre nel suggestivo centro storico di Sarzana, in provincia di La Spezia.

Una passione nata fin da piccola, come un gioco, guardando suo padre cucinare e provando lei stessa il piacere di impastare. Un piacere che le è rimasto addosso e l’ha portata a realizzare quello che era diventato un sogno: aprire una sua attività fatta di dolci e torte d’autore. Ecco perché quando entrerete nella “bakery” sarete avvolti da un abbraccio di profumi ed aromi, graziose alzate a torre piene di cupcakes, strepitose torte nuziali ed una invitante selezione di dessert.

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Oltre 120 ricette per altrettante varianti di cupcakes, che si alternano a seconda delle stagioni, preparate con prodotti locali e rigorosamente biologici. Un’esplosione di sapore che passa dal classico al cioccolato fondente con meringhe, al Red Velvet, al Banoffie Pie, ovvero un mix tra Dulce de leche, banana e cioccolato, oppure al Cupcake Vanilla Chiffon, con vaniglia 100% naturale, fino ai Black Forrest sormontato da ciliegie succose.

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Ma nel caldo ed accogliente ambiente all’inglese realizzato da Melissa è possibile anche concedersi un po’ di tempo per fermarsi ed assaporare uno tra i tanti infusi preparati con frutta fresca, oppure un’aromatica tazza di tè caldo o freddo da accompagnare con biscottini glassati e una fetta di torta. Non limitate i vostri desideri perché ogni gusto verrà soddisfatto: quadratini di corposi brownies, il contrasto croccante della Slice alle more e mandorle, la Semolino e Ricotta Coffe Cake, l’intensa  Sour Cream Chocolate Cake senza burro, oppure la fresca Carrot Cake.

Non illudetevi di poter resistere, dopo aver provato diventerà una piacevolissima tappa obbligata.

 

 

Le Cupcackes di Melissa Bakery

Via Torrione San Francesco, 14/16

Sarzana (SP)

Tel. 345 304 1244

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www.cupcakesdimelissa.com

Pubblicato in Dove andiamo? Emilia
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