Regione Emilia Romagna
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Cresce la provvista pubblica per il Fondo energia: al via finanziamenti a tasso agevolato, realizzato con risorse Por Fesr, destinati alle pmi. Ammesse spese fino a 1 milione di euro. L'assessore regionale Palma Costi: "Puntiamo a promuovere la nascita di nuove imprese operanti nel campo della green economy" -
Parma, 19 marzo 2015 –
Ben 16 milioni di euro per le imprese emiliano romagnole per i progetti green. Passa, infatti, dal 40% al 70% la provvista pubblica di finanziamento per il Fondo energia, realizzato con risorse Por Fesr 2007-2013, destinato a sostenere l'efficienza energetica e lo sviluppo di fonti rinnovabili nelle piccole e medie imprese dell'Emilia-Romagna. Inoltre è esteso a sette anni della durata massima del finanziamento, in precedenza fissata a 4 anni.
«L'obiettivo del fondo è quello di incrementare gli investimenti delle imprese destinati a migliorare l'efficienza energetica e lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Questo – ha sottolineato l'assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi - attraverso la produzione o l'autoconsumo, oltre all'utilizzo di tecnologie che consentano la riduzione dei consumi energetici da fonti tradizionali. Puntiamo a promuovere la nascita di nuove imprese operanti nel campo della green economy, incentivare gli investimenti immateriali per l'efficienza energetica dei processi, oppure a ridurre il costo energetico incorporato nei prodotti».
Il fondo concede finanziamenti agevolati con provvista mista, da un minimo di 20 mila euro e fino a un massimo di 1 milione di euro per progetto (soglie fissate, in precedenza, rispettivamente a 75 mila e 300 mila euro). Sono ammissibili le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2013, secondo la data indicata in fattura. Possono accedere al fondo le piccole e medie imprese operanti – in base alla classificazione delle attività economiche Ateco 2007 – nei settori dell'industria, dell'artigianato e dei servizi alla persona con sede produttiva in Emilia-Romagna.
Diverse le banche convenzionate con il fondo: tutte le Banche di Credito cooperativo dell'Emilia-Romagna, la Banca Popolare dell'Emilia-Romagna, il Banco Popolare (che comprende l'ex Banco di San Geminiano e San Prospero e l'ex Banca Popolare di Lodi). Dal punto di vista tecnico, il costo della provvista pubblica, che incide per il 70% sul tasso del finanziamento, è pari allo 0%; per cui, agli attuali valori di Euribor, corrisponderebbe a un Taeg per le imprese sul finanziamento complessivo non superiore al 1,5% per l'intera durata del finanziamento.
La possibilità di presentare on line le domande per il Fondo Energia è stata riaperta lo scorso 2 marzo secondo le modalità definite dalla delibera 94/2015. Il fondo è gestito dal raggruppamento temporaneo d'imprese Fondo energia, formato dai Confidi regionali Unifidi-Fidindustria.
Sul sito www.fondoenergia.eu sono disponibili le informazioni sul fondo e il modulo per la presentazione on line delle domande.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Il presidente Bonaccini: "Ribadiamo un fermo no alla realizzazione di impianti o depositi di scorie e avviamo un percorso per la dismissione della centrale di Caorso". Incontro con gli amministratori locali. "Rilanciamo il ruolo di questo territorio, fondamentale per il sistema regionale anche in vista dell'Expo" -
Piacenza, 9 marzo 2015 -
Conferma della contrarietà della Regione Emilia-Romagna alla realizzazione di impianti nucleari, avvio di un percorso per la dismissione della centrale di Caorso e fermo no a un deposito nazionale di scorie nucleari nel piacentino. E' la posizione espressa venerdì dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, al termine della Giunta regionale riunitasi a Piacenza, dove è impegnata nella presentazione dei programmi e dei progetti in vista di Expo Milano 2015.
"Ribadiamo - ha precisato Bonaccini - una scelta chiara: abbiamo sempre detto no alle centrali nucleari quando il Governo Berlusconi, con l'appoggio della Lega Nord, immaginava di costruirne di nuove anche sul nostro territorio, così come abbiamo sempre detto no ad accogliere un deposito nazionale di scorie radioattive. La popolazione piacentina ha già sopportato in passato la presenza dell'impianto di Caorso e i disagi connessi al prolungato processo di smantellamento".
Dopo la Giunta, nella sede del Palazzo della Provincia il presidente Bonaccini e il suo esecutivo hanno incontrato gli amministratori locali piacentini tra cui il sindaco di Piacenza Paolo Dosi, il presidente della Provincia Francesco Rolleri e i presidenti delle Unioni comunali. "Piacenza e la sua provincia - ha aggiunto il presidente della Regione - rappresentano una grande potenzialità, la porta d'ingresso dell'Emilia-Romagna: un ruolo strategico che va valorizzato e sostenuto per capitalizzare al meglio le tante eccellenze a partire dall'agroalimentare soprattutto in vista del'Expo. Inoltre la Regione è vicina a Piacenza e ai piacentini, non per assisterla ma perché Piacenza è uno dei cardini di un sistema regionale che deve essere sinergico, per agganciare tutti insieme la ripresa economica che sta facendosi largo".
"La Regione ha già investito - ha concluso il presidente - quasi 1 milione di euro a Piacenza per potenziare il trasporto ferroviario. Credo che questa realtà abbia bisogno non di più servizi ma di una maggiore qualità. Stiamo lavorando e dialogando con la Regione Lombardia: noi abbiamo già fatto i primi investimenti, ora speriamo che anche loro li facciano, per il bene dei cittadini e del territorio".
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
L' incontro in Regione con la dirigenza di Poste Italiane dell'Area Centro Nord e i rappresentanti di Anci e Uncem. La Regione concorda maggiore collaborazione con le amministrazioni locali -
Bologna, 4 marzo 2015 –
L'avvio di un confronto di merito che coinvolga le amministrazioni locali interessate dal piano di riorganizzazione annunciato da Poste italiane spa, in particolare dei Comuni oggetto di intervento, attraverso incontri a livello territoriale. E' quanto chiesto e ottenuto dall'assessore regionale Emma Petitti nel corso della riunione, insieme ai rappresentanti Anci e Uncem, con la dirigenza di Poste Italiane dell'Area Centro Nord, che si è svolta in Regione per conoscere i dettagli del piano di riorganizzazione degli uffici dell'Emilia-Romagna.
Se da un lato è stato definito che il processo di riorganizzazione delle Poste non avrà alcun impatto sul fronte occupazionale ed è stato predisposto un percorso di valorizzazione e riqualificazione del personale degli uffici oggetto di chiusura, "è necessario avere tempi di confronto maggiori - sottolinea Petitti - poiché quelli previsti (metà di aprile) non permettono un adeguato confronto tra le parti".
"Insieme ai rappresentanti degli Enti locali - spiega l'assessore - abbiamo anche chiesto di dedicare maggiore energia allo sviluppo dei cosiddetti 'servizi alternativi', individuati da Poste Italiane, come possibile proposta alternativa alla chiusura degli uffici". A questo riguardo, si è convenuto di avviare con urgenza un confronto mirato, a partire dalla proposta del servizio di 'portalettere telematico', in grado di fornire un servizio a domicilio che permetterebbe ai cittadini di effettuare direttamente dalla propria abitazione una serie di operazioni che attualmente sono possibili agli sportelli postali.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)