Regione Emilia-Romagna

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Regione Emilia Romagna

Sito Ufficiale: http://www.regione.emilia-romagna.it/

L'apertura col presidente della Regione e il rettore dell'Ateneo di Parma, Borghi. La struttura è costata 6,9 milioni di euro, di cui 4,8 di fondi Fesr programmati dalla Regione. La Rete Alta Tecnologia dell'Emilia-Romagna con 10 Tecnopoli, 37 laboratori di ricerca, 11 centri per l'innovazione e 1.600 ricercatori, per un investimento da 240 milioni.

Bologna, 11 ottobre 2016

Un edificio, il nuovo Tecnopolo di Parma, con una superficie interna di circa 3.800 metri quadri, su tre piani, che ospita tre centri interdipartimentali per la ricerca applicata e i primi "Temporary Lab", gli spazi per accogliere in via temporanea aziende partner dell'Ateneo nelle attività di ricerca. La struttura, che fa parte della Rete Alta Tecnologia dell'Emilia-Romagna che riunisce i tecnopoli per la ricerca industriale e il trasferimento tecnologico promossi dalla Regione, è stata inaugurata ieri mattina nel Campus di Parma, presenti il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, il rettore dell'Università di Parma, Loris Borghi, il pro rettore con delega a edilizia, infrastrutture e insediamento urbano, Carlo Quintelli, e il pro rettore con delega per l'area ricerca e il sistema bibliotecario e museale, Furio Brighenti e l'assessore regionale all'Agricoltura, Simona Caselli.

"Innovazione e ricerca sono le direttrici principali delle politiche di sviluppo regionale- ha detto il presidente Bonaccini-, politiche anticicliche fatte di cospicui investimenti pubblici, a partire proprio dai 240 milioni di euro, di cui 141 regionali, gli altri fondi da università, enti di ricerca e enti locali, destinati alla rete regionale fatta di 10 Tecnopoli, previsti nei territori, che coinvolgono 1.600 ricercatori, di cui 560 nuovi giovani ricercatori. Il Tecnopolo di Parma, in tal senso, è esempio di quell'innovazione insieme economica, sociale e tecnologica che vogliamo sempre più identifichi il nostro territorio a livello internazionale. Questa struttura è un centro strategico per far vivere l'economia della conoscenza che rafforza e qualifica gli investimenti realizzati in questi anni da Regione, istituzioni locali e Ateneo".

"Strategico- prosegue Bonaccini- perché internazionale per approccio e potenzialità. Il caso di enorme successo di VisLab, nato da uno spin-off dell'Università di Parma per la ricerca su sistemi intelligenti per l'aiuto alla guida dei veicoli e da un colosso leader della Silicon Valley come Ambarella, dimostra come il nostro territorio sia in grado di competere nel mercato globale. Bisogna quindi insistere in questa relazione virtuosa tra Università, ricerca, Rete regionale Alta tecnologia, start up e mondo delle imprese, perché sperimenta un'idea di quartiere urbano, attrattivo, fondato sulle migliori espressioni del cambiamento in corso a livello globale: comunità e conoscenza per creare un ecosistema forte, aperto, globalizzato".

Nuovo Tecnopolo Parma ricerca

Il Tecnopolo – nato da un investimento complessivo di circa 6,9 milioni di euro (4,8 di fondi Fesr 2007-2013 programmati dalla Regione Emilia-Romagna e circa 2 dell'Università di Parma) - costituisce un tassello fondamentale per la realizzazione della strategia Mastercampus, il "piano regolatore" di cui si è dotato l'Ateneo per programmare investimenti in strutture moderne collegate ai temi della gestione intelligente di mobilità, energia e servizi. L'obiettivo è sviluppare in modo integrato la presenza di aziende e attività di ricerca applicata complementari alla didattica e alla ricerca di base già presenti nei dipartimenti scientifici del Campus.

Si inserisce in questo contesto anche il progetto del Polo dell'Innovazione Innohub, la struttura che sorgerà a pochi metri dal Tecnopolo e cui hanno già aderito 68 aziende, partner attuali o futuri dell'Università, manifestando il loro interesse a essere presenti con un loro laboratorio per favorire gli scambi con l'Ateneo nell'ambito della ricerca e per il reperimento di personale altamente qualificato.

La ricerca nel Tecnopolo di Parma


La ricerca industriale dell'Università di Parma si svolge nei sei centri interdipartimentali del Tecnopolo, appartenenti alla Rete Alta tecnologia dell'Emilia-Romagna, cui si aggiunge il centro accreditato Cidea (Centro interdipartimentale di ricerca per l'energia e l'ambiente). Sono Biopharmanet-Tec (Centro interdipartimentale di ricerca per l'innovazione dei prodotti per la salute), Cim (Centro Interdipartimentale Misure "G. Casnati"), Cipack (Centro interdipartimentale di ricerca per il Packaging), Comt (Centro di oncologia molecolare e translazionale), Future Technology Lab e Siteia.Parma (Centro interdipartimentale sicurezza tecnologie innovazione agroalimentare).
Nell'ambito del Por Fesr (Programma operativo regionale Fondo europeo sviluppo regionale) 2014-2020 il Tecnopolo di Parma ha reperito 3,68 milioni di euro per cinque progetti guidati dai centri Biopharmanet-Tec, Siteia.Parma e Cidea, e per la partecipazione in ulteriori 9 progetti in qualità di partner. In prevalenza le ricerche si concentrano sul tema "Agroalimentare" (10 progetti su 14), e in particolare 3 progetti sono coordinati dall'Università di Parma e riguardano il risparmio idrico in agricoltura (Cidea), nuovi paradigmi per le macchine alimentari (Siteia.Parma con il contributo del Cipack) e l'individuazione di varietà di frumento per prevenire la celiachia (Siteia.Parma con il contributo di Biopharmanet-Tec).
Si aggiungono i temi "Salute e benessere" con il progetto di cui è capofila Biopharmanet-Tec, partner interno il Cim, sullo sviluppo di nuovi medicinali in forma di polvere; "Edilizia e Costruzioni", con il progetto guidato da Cidea sullo studio di nuovi sistemi di riscaldamento evoluti; "Meccatronica e Motoristica", con un contributo sempre del Cidea, in qualità di partner, nell'ambito di un progetto sulla refrigerazione magnetica, ricerca guidata dal laboratorio Mist E-R; "Energia e Ambiente", anche in questo caso con un progetto di cui è partner Cidea, nell'ambito del recupero energetico da biomasse provenienti dagli alvei fluviali, ricerca guidata dal laboratorio Intermech-More.

La rete dei Tecnopoli in Emilia-Romagna


Si tratta di una rete di infrastrutture, dislocate in 10 sedi nel territorio dell'Emilia-Romagna, che ospitano e organizzano attività, servizi e strutture per la ricerca industriale, lo sviluppo sperimentale e il trasferimento tecnologico. Sono promossi dalla Regione Emilia-Romagna insieme a università, enti di ricerca ed enti locali.
Nei 10 tecnopoli trovano spazio 37 laboratori di ricerca industriale collegati a 11 centri per l'innovazione, che coinvolgono circa 1.600 ricercatori, di cui 560 nuovi giovani ricercatori.
Il valore complessivo degli investimenti è pari a oltre 240 milioni di euro, di cui 68 milioni per le infrastrutture, 48,8 milioni per le attrezzature scientifiche e 123,6 milioni per i contratti dei nuovi ricercatori. In totale il contributo regionale è di 141 milioni di euro, di cui 94 milioni dal Programma Fesr e 43 milioni da altre risorse regionali, mentre 90 milioni di euro provengono da università ed enti di ricerca e 14 milioni di euro dagli enti locali.

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

In cartellone 25 eventi nell'undicesima edizione della kermesse, che si svolge dal 27 ottobre al 20 novembre non solo nel capoluogo. Mezzetti: "Una rassegna unica nel costruire relazioni e link con elementi culturali e territoriali".

Bologna, 8 ottobre 2016

Incroci di jazz puro, musica contemporanea e suoni dalla forte connotazione geografica (latina, africana) daranno un tono di creativa sperimentazione al Bologna Jazz Festival 2016, che propone 25 eventi dal 27 ottobre al 20 novembre.
L'undicesima edizione del Bologna Jazz Festival si svolgerà nel segno di grandi esclusive concertistiche, con un gruppo 'trasgressivo' e di culto come il Kronos Quartet, Steve Coleman col vasto organico orchestrale Council of Balance, Paolo Fresu con Uri Caine e il Quartetto Alborada: saranno tutti in data unica per l'Italia. Impossibile ascoltarli altrove.
Anche la grande tradizione jazzistica sarà vista da una prospettiva che ne coglie in pieno il movimento verso l'attualità, con due band all stars come il quartetto Aziza (ovvero Dave Holland, Chris Potter, Lionel Loueke ed Eric Harland) e i Cookers (con, tra gli altri, Billy Harper, George Cables, Cecil McBee, Billy Hart).
Tra gli altri artisti in cartellone ci saranno il travolgente e magistrale trombettista Randy Brecker, che flirterà con le sonorità brasiliane del suo gruppo Balaio; nomi storici del jazz afroamericano come il pianista Barry Harris (in trio) e il contrabbassista Buster Williams (in quartetto); la squisita chitarra di Julian Lage; il quintetto del trombettista Jeremy Pelt; il trio del trombonista Samuel Blaser; il fervore brasiliano degli Azymuth e quello cubano di Horacio "El Negro" Hernandez con i suoi Italuba; il pianismo modernista di Myra Melford. In rappresentanza del jazz italiano arriveranno Daniele di Bonaventura e Giovanni Guidi; la band Frontal del pianista Simone Graziano, che accoglie nella sua front line il sax di Dave Binney; il duetto tutto percussivo con Pasquale Mirra e Hamid Drake; il trio di Matteo Bortone e il Trio Bobo (con Faso e Christian Meyer delle Storie Tese).

Il programma del Bologna Jazz Festival 2016 è stato presentato a palazzo d'Accursio, presenti tra gli altri gli assessori alla Cultura della Regione, Massimo Mezzetti, e del Comune di Bologna Bruna Gambarelli, oltre Federico Mutti, presidente del Bologna Jazz Festival, Francesco Bettini, direttore artistico e rappresentanti degli sponsor privati.
"Sono veramente contento di salutare anche quest'anno uno degli eventi di eccellenza della nostra programmazione regionale- ha dichiarato l'assessore Mezzetti-, da noi sostenuto nell'ambito dei finanziamenti correlati alla Legge 13. Di questo festival voglio sottolineare la crescente capacità di creare link con le altre realtà culturali e territoriali: la rete creata non solo con teatri ma anche con musei, scuole musicali, jazz club, altri festival dimostra la capacità unica di questa rassegna nell'invadere positivamente la città".

Oltre a toccare i principali teatri bolognesi (Teatro Auditorium Manzoni, Teatro Duse, Unipol Auditorium), il Bjf 2016 sarà diffuso a largo raggio sul territorio cittadino: i più celebri jazz club (Cantina Bentivoglio, Bravo Caffè e Barazzo Live) e altre location ospiteranno i numerosi live, il progetto didattico, le master class e gli altri eventi che formeranno il vasto programma del festival. Immancabile la trasferta del festival a Ferrara, dove anche quest'anno il Torrione Jazz Club accoglierà diverse serate musicali, mentre è una novità lo spostamento per una serata al Teatro Dadà di Castelfranco Emilia.
Un altro artista coinvolto nel Bjf 2016, in collaborazione con BilBOlBul e Cheap on Board, è il pittore e illustratore Gianluigi Toccafondo, al quale è stata affidata la creazione di numerose opere originali per l'immagine visiva del festival: lavori che verranno esposti in una mostra oltre che vere e proprie opere d'arte per l'affissione stradale. Toccafondo sarà anche protagonista del prologo del festival: alcuni suoi cortometraggi d'animazione saranno sonorizzati dal vivo dal collettivo afro-jazz C'mon Tigre (27 ottobre al Teatro Antoniano, in collaborazione con Il Covo e Bpm Concerti).

Il Bologna Jazz Festival è organizzato dall'Associazione Bologna in Musica con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Carisbo, Gruppo Unipol e del main partner Gruppo Hera.

In allegato: il programma nel dettaglio e un'immagine creata per il festival dall'artista Gianluigi Toccafondo

(Fonte: ufficio stampa Regione ER)

Casi di legionellosi segnalati a Parma nel quartiere Montebello. L'assessore Venturi: "I controlli e la prevenzione in Emilia-Romagna garantiscono standard di sicurezza adeguati, ma vogliamo che un'Unità di esperti sia immediatamente attiva per individuare le cause del focolaio e ulteriori misure per risolvere rapidamente questa situazione".

Bologna, 30 settembre 2016

Un'Unità di crisi, con competenze tecnico-scientifiche elevate e specifiche, come ulteriore misura di sicurezza per ridurre il rischio di infezione da legionellosi: è stata attivata dalla Regione Emilia-Romagna in seguito ai casi segnalati a Parma nel quartiere Montebello.

"In Emilia-Romagna- ha sottolineato l'assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi- è attivo da tempo un piano di controllo e prevenzione della legionellosi tra i più avanzati che, in linea con l'attuale normativa, garantisce standard di sicurezza adeguati. Questa Unità di crisi costituisce una misura ulteriore di sicurezza per individuare le cause del focolaio e risolvere rapidamente la situazione. Una decisione presa- ha aggiunto Venturi- considerando la complessità di questa tematica, che richiede interventi molteplici e il coinvolgimento di diversi soggetti".

L'Unità è composta, oltre che dalle Aziende sanitarie di Parma, da esperti dei servizi regionali che si occupano di prevenzione e controllo delle malattie infettive e da esperti di Arpae (l'Agenzia regionale per la prevenzione, l'ambiente e l'energia dell'Emilia-Romagna). Si avvarrà, inoltre, del supporto qualificato di esperti dell'Istituto superiore di sanità (Iss). Le Aziende sanitarie di Parma, che stanno operando sul campo fin dai primi casi riscontrati, svolgendo approfondimenti epidemiologici e indagini ambientali sulle possibili fonti di esposizione, "saranno quindi supportate dal lavoro di esperti in materia- ha concluso Venturi- con l'obiettivo di individuare eventuali, ulteriori azioni di controllo e prevenzione".

La legionellosi: cos'è e come si contrae l'infezione

E' un'infezione, causata da un batterio chiamato legionella, che colpisce l'apparato respiratorio e può manifestarsi in forme anche gravi. La legionella è un microrganismo molto diffuso in natura, dove è associato principalmente alla presenza di acqua (laghi e fiumi, sorgenti termali, ambienti umidi in genere). Da qui, la legionella può "colonizzare" gli ambienti idrici artificiali, come le reti di distribuzione dell'acqua potabile nelle città, impianti idrici dei singoli edifici, impianti di umidificazione, piscine, fontane, e così via. Non si trasmette da persona a persona: l'infezione viene veicolata piuttosto da flussi di aerosol e di acqua contaminata, come nel caso di ambienti condizionati o con l'uso di umidificatori. La legionella, infatti, si riproduce soprattutto in ambienti umidi e tiepidi o riscaldati, come i sistemi di tubature, i condensatori, le colonne di raffreddamento dell'acqua, sui quali forma un film batterico.

(Fonte: ufficio stampa Regione ER)

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