Regione Emilia Romagna
Sito Ufficiale: http://www.regione.emilia-romagna.it/
Ai nidi e ai servizi per l'infanzia solo con le vaccinazioni. Obbligo per i bambini da 0 a 3 anni che frequentano le strutture educative, pubbliche e private. Anche i bambini che già frequentano devono essere vaccinati. Venturi: "Vogliamo proteggere i bambini, i vaccini sono uno strumento straordinario per farlo".
Bologna, 3 gennaio 2017
A un mese dalla approvazione della legge sui servizi educativi per i bambini da 0 a 3 anni, la Regione emana le linee guida relative all'obbligo vaccinale. Destinatari sono i bimbi che, a partire dall'anno educativo 2017-2018, frequenteranno non solo gli asili nido, ma anche i servizi integrativi al nido e i servizi ricreativi, sia pubblici che privati, secondo quanto previsto dalla legge regionale approvata lo scorso mese.
"E' un impegno che avevamo preso- spiega Sergio Venturi, assessore regionale alla Salute- per far sì che la legge potesse essere resa pienamente operativa. Lo ripeto, ancora una volta: i vaccini sono una delle più importanti scoperte scientifiche nella storia della medicina. Sono uno strumento efficace e sicuro per proteggere le persone, in particolare i bambini. E il nostro impegno è finalizzato a raggiungere questo obiettivo, perché non solo noi, ma la comunità scientifica internazionale, ha da tempo ribadito il ruolo essenziale dei vaccini per la prevenzione. Per questo non potevamo rimanere indifferenti al dato secondo il quale in Emilia-Romagna si è scesi, da almeno un paio d'anni, sotto la soglia di sicurezza del 95% delle vaccinazioni. Era, ed è, nostro dovere fare ciò che è possibile per riportare questo dato nei margini di sicurezza: lo stiamo facendo, perchè vaccinare i bambini vuol dire proteggerli"
Le linee guida della Regione
Il provvedimento approvato dalla Giunta stabilisce la road map delle vaccinazioni, indispensabili non solo per i bimbi che accedono per la prima volta ai servizi educativi, ma anche per i bambini che già frequentano questi servizi.
Per servizi educativi la Regione intende l'asilo nido (micronidi, nidi part-time, tempo lungo, ecc.), i servizi integrativi (spazio bambini, servizi domiciliari, centro per bambini e famiglie, ecc.) e i servizi puramente ricreativi.
Le linee guida emanate dalla Regione prevedono che i genitori, una volta scelta la struttura pubblica o privata alla quale intendono iscrivere il proprio figlio, debbano impegnarsi a farlo vaccinare.
Dovranno quindi presentare la certificazione delle vaccinazioni effettuate, che dovrà essere consegnata ai gestori dei servizi educativi e che sarà rilasciata dalle Aziende Usl, oppure autorizzare la direzione della struttura educativa ad acquisire l'idoneità alla frequenza direttamente presso l'Azienda USL di competenza.
Per ottenere la certificazione, e quindi l'accesso ai servizi educativi, sarà necessario che il bambino, per quanto riguarda i vaccini obbligatori (antipolio, antidifterica, antitetanica, antiepatite B) abbia eseguito 1 dose se ha fino a 6 mesi di vita, 2 dosi entro il primo anno, 3 dosi entro 18 mesi di vita.
Il provvedimento assunto dalla Regione prevede anche la possibilità di accedere ai servizi educativi per i bimbi di età inferiore a 6 mesi: in questo caso c'è l'ammissione con riserva, con l'impegno da parte dei genitori di vaccinare il figlio (1^ dose) entro il compimento del sesto mese di vita.
Per i bambini che si iscrivono direttamente al 2° e 3° anno, e che non sono mai stati vaccinati, è previsto l'obbligo di iniziare il ciclo vaccinale, ed effettuare almeno le prime due dosi di ciascuna vaccinazione obbligatoria prima di accedere ai servizi. Dovranno poi completare il ciclo vaccinale, con la terza dose, prima di iscriversi all'anno successivo.
Le linee guida della Regione prevedono infine che, nei casi in cui la vaccinazione deve essere omessa o differita, l'esonero per motivi sanitari debba essere certificato dal pediatra di libera scelta e autorizzato dai Servizi Vaccinali delle Aziende USL.
(Fonte: ufficio stampa ER)
Il direttore dell'Agenzia regionale per il lavoro, Paola Cicognani, replica alle critiche su un blocco delle procedure telematiche: "Il meccanismo ha subìto dei rallentamenti tra il 23 e il 28 dicembre ma non ha mai smesso di funzionare. Intervenuti subito"
Bologna, 3 gennaio 2017
I problemi al sistema informatico "Sare"? Temporanei e già risolti, dovuti a un problema affrontato fin da subito. Il direttore dell'Agenzia regionale per il lavoro, Paola Cicognani, replica alle critiche avanzate dalla presidente dell'Associazione albergatori, Patrizia Rinaldis, che aveva lamentato "il blocco del sistema delle procedure telematiche per le assunzioni".
Il SARE (Semplificazione Amministrativa in REte) è il sistema informatico messo a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna per la gestione online delle Comunicazioni Obbligatorie, per ottemperare ai vincoli normativi previsti.
I datori di lavoro pubblici e privati, le agenzie di somministrazione e i soggetti abilitati devono utilizzare il SARE per l'invio ai Centri per l'Impiego delle Comunicazioni relative ad assunzioni, trasformazioni, cessazioni e variazioni di rapporti di lavoro.
"E' vero- afferma il direttore Paola Cicognani- che dal pomeriggio di venerdì 23 dicembre il sistema informatico Sare abbia manifestato problematiche, del tutto impreviste e non relative a manutenzione programmata, nell'acquisizione delle comunicazioni obbligatorie dei rapporti di lavoro. A causa di tale disservizio il sistema ha accumulato code di elaborazione che hanno causato rallentamenti nella gestione delle pratiche da parte degli utenti".
Ma i sistemi- aggiunge la dirigente-, pur non a pieno regime hanno in realtà sempre funzionato elaborando tra il 23 e il 28 dicembre circa 3-4.000 comunicazioni al giorno e, dopo l'intervento risolutivo della mattina del 29 dicembre, seguito a numerosi altri, il meccanismo ha elaborato circa 12.000 comunicazioni obbligatorie (che è la quantità standard dei giorni feriali). Non appena siamo venuti a conoscenza del problema, sul portale 'Lavoro per te' di accesso al Sare è stata pubblicata la notizia dei malfunzionamenti. Si tratta di un avviso che viene pubblicato nel rispetto della normativa nazionale (punto 8 della nota circolare del Ministero del Lavoro n. 8371/2007) proprio a tutela dei datori di lavoro per evitare che incorrano nelle sanzioni previste in caso di invio tardivo delle comunicazioni".
"Risulta quindi evidente- conclude Paola Cicognani- che si è trattato di un problema improvviso e imprevisto, ma che allo stesso tempo le strutture tecniche coinvolte hanno assicurato il presidio necessario attivando, da subito, soluzioni di emergenza in attesa di trovare la soluzione al malfunzionamento. Tengo infine a precisare che non corrisponde al vero che nessun dirigente fosse presente in servizio, né che le informazioni siano state gestite dalle segretarie. Infatti, nonostante il periodo festivo, appena il sistema ha evidenziato criticità, tecnici e funzionari necessari per il presidio sono rientrati in servizio dalle ferie".
(Fonte: ufficio stampa ER)
Nuovo incontro dell'Unità di crisi istituita dalla Regione. L'assessore Venturi: "Pronta a inizio gennaio la relazione finale". L'epidemia si è ufficialmente conclusa a fine ottobre. Prosegue il lavoro per "caratterizzare" i ceppi umani e ambientali del batterio.
Bologna, 7 dicembre 2016
Nuova riunione, ieri, dell'Unità di crisi istituita dalla Regione per far fronte all'epidemia di Legionella che ha interessato un'area residenziale del quartiere Montebello di Parma, compresa tra le vie Montebello, Traversetolo e Pastrengo. Epidemia che si può ritenere ormai conclusa, dal momento che l'ultimo caso accertato, riconducibile al focolaio, ha manifestato i primi sintomi a partire dal 9 ottobre.
"Entro la fine di dicembre- ha commentato l'assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi- disporremo di tutti gli elementi epidemiologici, microbiologici e ambientali per ricostruire l'evento e, per quanto possibile, identificare la fonte di esposizione del contagio. L'Unità di crisi si è data come scadenza l'inizio di gennaio 2017 per consegnare la relazione finale".
Prosegue infatti il lavoro delle Aziende sanitarie di Parma, del Laboratorio dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) per dettagliare nel modo più preciso possibile le caratteristiche - cliniche ed epidemiologiche - delle persone che hanno contratto la malattia nell'ambito dell'evento epidemico, e "caratterizzare" i ceppi umani e ambientali di Legionella.
Intanto, a partire dal 30 novembre, il Dipartimento di Sanità pubblica di Parma ha iniziato a richiamare, con un'apposita lettera inviata a domicilio, tutte le persone che si sono ammalate per proporre il test sierologico, utile a valutare l'andamento anticorpale, e un questionario mirato a rilevare informazioni in più sulle esposizioni ambientali. Il Laboratorio dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena prosegue nell'identificazione dei ceppi isolati dai pazienti, mentre l'Istituto Superiore di Sanità sta caratterizzando i ceppi ambientali. /CV
(Fonte: Regione Emilia Romagna)