Regione Emilia Romagna
Sito Ufficiale: http://www.regione.emilia-romagna.it/
Legge sul reato di omicidio stradale: l'impegno delle istituzioni a un anno dalla sua introduzione. A Bologna un convegno organizzato dall'Osservatorio per la sicurezza stradale della Regione, insieme ai rappresentanti delle forze dell'ordine e a studenti. L'assessore Donini: "Continueremo a investire sia nella manutenzione e sicurezza delle strade sia in programmi informativi ed educativi". Partirà una campagna istituzionale contro la distrazione al volante. Testimonial: Laura Ferrari, la studentessa modenese che un anno fa rimase coinvolta nell'incidente in cui persero la vita 13 studenti universitari in Spagna per partecipare al progetto Erasmus.
Bologna, 4 aprile 2017
Meno morti sulle strade a causa di incidenti, con un calo del 6,7% in Italia, a un anno dall'introduzione del reato di omicidio stradale (previsto dalla legge 46/2016). "E' una norma doverosa e sacrosanta, che sta funzionando- sottolinea il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini-. Abbiamo dati in miglioramento, che certo non ci possono bastare ma che dicono anche che la direzione intrapresa è quella giusta. Occorre dunque proseguire in tal senso e che ognuno faccia la propria parte. Servono prevenzione, informazione, conoscenza e sensibilità".
Il presidente Bonaccini è intervenuto oggi nel corso del convegno su "Il reato di omicidio stradale... un anno dopo", organizzato a Bologna dall'Osservatorio per la sicurezza stradale della Regione Emilia-Romagna, cui hanno preso parte l'assessore regionale ai Trasporti, Raffaele Donini, la responsabile del Laboratorio di tossicologia forense del Dipartimento Dimec dell'Università di Bologna, Elia Del Borrello, il direttore nazionale del servizio di Polizia stradale, Giuseppe Bisogno, il procuratore aggiunto della Procura di Bologna, Valter Giovannini, e il presidente dell'Osservatorio per la sicurezza stradale, Mauro Sorbi. Presenti anche i ragazzi di alcune scuole superiori bolognesi.
"La legge sul reato di omicidio stradale- ha detto Sorbi- inizia quel percorso di inversione culturale per stigmatizzare la superficialità con cui a volte alcuni utenti della strada si mettono al volante, non riconoscendo che assunzione di alcol e droghe o semplicemente la distrazione impediscono che si guidi con il massimo dell'attenzione e delle capacità".
"Oggi abbiamo fatto il punto su una legge importante- ha spiegato Donini- e dato un contributo al dibattito nazionale. Le norme introdotte prevedono un positivo inasprimento delle pene per chi guida in stato di abbrezza o sotto l'effetto di droghe e in caso di omissione di soccorso. Come Regione continueremo a investire sia nella manutenzione e sicurezza delle strade sia in programmi informativi ed educativi ricolti in particolare ai giovani. Accanto ai progetti già in corso, faremo partire una campagna insieme ad un pool di professionisti ed esperti, con i media e nelle scuole contro la distrazione al volante. L'uso del cellulare alla guida è la causa di un terzo degli incidenti".
La campagna, biennale, avrà come testimonial Laura Ferrari, la studentessa modenese che un anno fa rimase coinvolta nell'incidente in cui persero la vita 13 studenti universitari in Spagna per partecipare al progetto Erasmus e che il presidente Bonaccini ha voluto ringraziare "per la grande sensibilità e per l'impegno personale nella diffusione della cultura della sicurezza nelle strade". /BG
(Fonte: Regione ER)
Dalla Regione 1 milione di euro. Fondamentale il lavoro di squadra con Dipartimento nazionale e Comune. Oggi la presentazione del progetto con il capo dipartimento Fabrizio Curcio. L'assessore Paola Gazzolo: "Promessa mantenuta: il Polo ritorna in città, in una posizione strategica. Sarà centro di stoccaggio, ma anche molto di più: ospiterà la sede del volontariato provinciale e diventerà centro di formazione".
Piacenza, 3 aprile 2014
Torna a Piacenza il Polo logistico nazionale di Protezione civile con una nuova struttura per attrezzature e materiali, dove troveranno spazio anche il Coordinamento provinciale del volontariato di protezione civile e le attività di formazione regionali per la logistica.
Il centro, finanziato con un milione di euro della Regione Emilia-Romagna sarà il punto di riferimento per il Nord Italia in caso di emergenza.
"Una nuova casa per la Protezione civile dell'intero Paese e di Piacenza: come promesso, il Polo nazionale del Nord Italia torna in città e amplia le sue funzioni anche grazie a 1 milione di euro messo in campo dalla Regione. Sarà il luogo in cui verranno custodite le attrezzature pronte a partire in caso di emergenza e molto di più: ospiterà la sede del volontariato provinciale e diventerà centro di formazione sulla logistica". Con queste parole l'assessore Paola Gazzolo è intervenuta questa mattina a Piacenza alla presentazione del progetto di nuovo Centro logistico nazionale di protezione civile, alla presenza del capo dipartimento Fabrizio Curcio, del sindaco Paolo Dosi e dell'assessore comunale Silvio Bisotti.
"Da subito nel 2013, quando la precedente sede del Polo è stata chiusa, abbiamo messo a disposizione i magazzini regionali per accogliere il materiale, evitando che lasciasse il territorio emiliano-romagnolo: si è trattato di una scelta strategica, la premessa per poterlo riportare a Piacenza", continua Gazzolo, ricordando come le attrezzature siano state impiegate anche nel corso dell'emergenza sisma in Italia centrale. "Al tempo stesso, con un grande gioco di squadra insieme al Comune, al Dipartimento e al volontariato, abbiamo operato per individuare una nuova collocazione del Polo: si sono esaminate varie soluzioni, compreso l'utilizzo delle aree militari del territorio, ma la soluzione individuata è la migliore dal punto di vista della posizione geografica e della facilità d'accesso alle vie di comunicazione", conclude Gazzolo. "Ora il lavoro continua, per giungere al più presto a dotare la città di Piacenza di una struttura che la rende strategica su scala nazionale nel campo della protezione civile".
La struttura sorgerà in località Montale, su un'area di 10 mila metri quadrati, grazie ad un accordo urbanistico che vede coinvolti l'amministrazione comunale e un soggetto privato e sarà ceduta all'amministrazione entro il prossimo mese di giugno. Entro l'anno l'attuale proprietario realizzerà due fabbricati rustici con struttura prefabbricata antisismica da destinarsi a nuovo Polo logistico nazionale. Le opere di completamento saranno realizzate dal Comune.
Il Polo logistico di protezione civile: la storia
Nel 2008, Piacenza è individuata come sede del Polo logistico nazionale di Protezione civile del Nord Italia per la sua posizione rispetto a tutto il Nord Italia e la vicinanza alle principali infrastrutture stradali e di comunicazione. La struttura è ospitata nell'area dell'ex Consorzio agrario e la Provincia si fa carico dell'affitto dei locali fino al 2013, quando la sede viene chiusa.
I materiali e le attrezzature vengono quindi trasferiti in altri magazzini messi a disposizione della Regione Emilia-Romagna, a Bologna e a Tresigallo (Fe), in attesa della definizione di una nuova sede. Tra le numerose ipotesi prese in considerazione anche l'utilizzo di aree militari dismesse.
Nel 2016, con l'approvazione del nuovo Piano strutturale comunale di Piacenza, si delinea una soluzione che soddisfa le esigenze di accessibilità e centralità della struttura. La sede del Centro nazionale viene prevista in località Montale, facilmente raggiungibile dagli accessi autostradali, su un'area di 10 mila metri quadrati che entro giugno, all'interno di un accordo con il Comune, sarà ceduta all'amministrazione comunale dall'attuale proprietario. Entro fine anno, il proprietario provvederà alla costruzione di due fabbricati rustici, di 2 mila metri ciascuno, con struttura prefabbricata antisismica da destinarsi a nuovo Polo logistico nazionale di protezione civile del Nord Italia. Le opere di completamento saranno svolte dal Comune con un investimento stimato in 1 milione 900 mila euro, dei quali 1 milione messo a disposizione dalla Regione.
(Fonte: ufficio stampa Regione ER)
Eccidio nazifascista di Villa Minozzo (Re), Bonaccini al 73esimo anniversario: "Insieme qui, oggi, per dare significato a tutto quello che è venuto dopo, per non rendere inutile la sofferenza di tanti e dare valore all'impegno di tutti. E per ridare speranza ai nostri giovani". Il presidente sottolinea l'importanza di scegliere di non dimenticare: "Fondamentale l'attenzione delle istituzioni per tutte le iniziative sul territorio. E oggi c'è uno strumento in più, la legge regionale per la Memoria del Novecento, a conferma dell'impegno sul tema da parte della Giunta dell'Emilia-Romagna".
Reggio Emilia, 27 marzo 2017
Ventotto uomini, tra i 17 e gli 84 anni. Uomini innocenti e inoffensivi. Come Adriano Gigli, il pastore diciassettenne ucciso a Fontana; come Emilio Alberghi, disabile psichico, o Antonio Rovali, 82enne infermo. O, ancora, il parroco Giovan Battista Pigozzi, che si rifiutò di mentire e di fuggire.
E' nel nome e nel ricordo delle vittime dell'eccidio nazifascista avvenuto il 20 marzo 1944 nel territorio di Villa Minozzo (Reggio Emilia), dove i borghi di Cervarolo e Civago vennero rastrellati, depredati e bruciati, che si è aperto l'intervento del presidente della Regione, Stefano Bonaccini.
La cerimonia di commemorazione è stata organizzata dal Comune in collaborazione con le associazioni partigiane, Alpi-Apc e Anpi, e con l'Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea (Istoreco). All'Aia dei Caduti erano presenti le autorità e i ragazzi della scuola secondaria dell'Istituto comprensivo di Villa Minozzo.
"E' fondamentale, come istituzioni, essere sempre presenti alle commemorazioni dei tanti eccidi con cui la barbarie nazifascista ha colpito così tragicamente le nostre terre- ha affermato il presidente della Regione-. Sono momenti preziosi, questi, perché sono testimonianza del sacrificio di tanti cittadini inermi, e ci consentono di ribadire i valori a cui dobbiamo continuare a fare riferimento. Essere qui, insieme – cittadini, istituzioni, associazioni – vuol dire scegliere di non dimenticare. Di non dimenticare le nostre radici più profonde".
"Essere qui, oggi, a ricordare insieme quel tragico 20 marzo 1944- ha proseguito Bonaccini- è un modo per dare significato a tutto quello che è venuto dopo, per non rendere inutile la sofferenzadi tanti e dare valore invece all'impegno di tutti. Ma soprattutto- ha aggiunto- per ridare speranza ai nostri giovani, ricordando che anche nei momenti più bui e di fronte a problemi apparentemente insuperabili, è possibile resistere, agire, costruire".
Quella compiuta 73 anni fa fu un'azione "che si accanì particolarmente e precocemente su una terra 'resistente'- ha sottolineato Bonaccini-, che ha visto agire, fin dal settembre 1943, i fratelli Cervi, don Pasquino Borghi, e anche i partigiani sassolesi di Rossi e Barbolini". Su quelle vicende oggi c'è anche una verità giudiziaria: nel 2010-2011, grazie al lavoro del procuratore Marco De Paolis e all'impegno dei familiari delle vittime, si è svolto il processo ai responsabili presso il Tribunale militare di Verona. Sono stati condannati all'ergastolo l'ex sottotenente Fritz Holberg e l'ex sergente Karl Stark, con sentenze poi passate in giudicato. "Un esito senza dubbio tardivo e per certi aspetti insufficiente rispetto alle legittime attese- ha detto il presidente-, ma comunque importante come segnale ufficiale della volontà di fare giustizia, di non dimenticare, di dare riconoscimento alla dignità delle vittime e dei loro eredi". Ancor prima della verità storica e di quella giudiziaria, "questa vicenda aveva trovato spazio nella memoria della comunità di Cervarolo"; e in questo "i cittadini di Cervarolo, voi, non dovete rimanere soli".
Bonaccini ha poi rimarcato il ruolo fondamentale svolto dalle associazioni partigiane e dagli istituti storici "per richiamare nelle scuole e nell'opinione pubblica il tema delle stragi naziste e fasciste", così come è importante che le istituzioni locali, regionali e nazionali "non facciano mai mancare la loro attenzione, la loro presenza e anche il loro appoggio concreto a tutte le iniziative promosse sul territorio". Ed è in questa prospettiva che "oggi abbiamo a disposizione uno strumento in più: la legge regionale per la Memoria del Novecento, che conferma l'impegno sul tema della Giunta dell'Emilia Romagna e si propone di valorizzare e mettere a sistema le tante realtà e attività della nostra regione". /CV
In allegato, foto della commemorazione all'Aia di Cervarolo; il presidente con i parenti delle vittime
(Fonte: Regione Emilia Romagna)