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La scadenza a stretto giro è destinata a generare errori e problemi. L’appello di R.E TE. ai Comuni: niente sanzioni per chi sbaglia -

Modena, 3 dicembre 2013 -

L’IMU continua a gettare scompiglio nelle vite dei cittadini e delle imprese: non soltanto con gli importi, spesso ingenti, ma anche con modalità che rendono praticamente impossibile rispettare scadenze e adempimenti. L’IMU su seconda casa e beni strumentali, ad esempio, seguirà un “iter-lampo” destinato a creare enormi problemi.

Facciamo un rapido riassunto della vicenda per capire meglio che cosa, malgrado tutti, accadrà: lo scorso 30 novembre i comuni hanno dovuto stabilire e deliberare l’aliquota di loro competenza, ovvero la percentuale di ciascun versamento su seconda casa e beni strumentali che spetta loro; in seguito alla delibera, essi hanno appena nove giorni – fino lunedì 9 dicembre – per pubblicare la delibera e renderla effettiva. A quel punto, quanti giorni restano a cittadini ed imprese per calcolare e infine pagare l’IMU sui propri beni? La risposta è: appena sette, di cui quattro sostanzialmente utili. Il prossimo 16 dicembre – lunedì, ancora una volta – imprese e cittadini dovranno aver calcolato gli importi esatti e provveduto al pagamento.

Le Associazioni unite in Rete Imprese Italia, ognuna delle quali si impegna quotidianamente per aiutare le imprese a rispettare scadenze e adempimenti burocratici, traggono un lungo respiro e si preparano a un’autentica maratona; e non può essere diversa la situazione di tutte quelle imprese che in brevissimo tempo dovranno azzeccare i calcoli, preparare i bonifici ed infine effettuarli. Una vicenda che ancora una volta affianca al tema della vessazione burocratica da parte dello Stato quello dell’assoluta mancanza di rispetto verso il contribuente. Un atteggiamento analogo da parte di un’impresa privata, nei confronti di un suo cliente o fornitore, produrrebbe danni immediati quali la perdita della commessa o del cliente stesso.

Mentre i cittadini si adeguano, le Associazioni firmatarie di questo comunicato chiedono almeno alle Amministrazioni Comunali di garantire loro e alle loro imprese di poter correggere il calcolo delle aliquote da pagare senza incorrere in sanzioni, nel caso in cui la fretta li induca in errore. Una proposta sensata potrebbe essere la possibilità di eseguire le eventuali correzioni, senza sanzioni, in occasione del versamento della prima rata 2014, nel prossimo mese di giugno.


(Fonte: L’Ufficio Stampa CNA Modena)

 

Modena, 30 ottobre 2013
 
Al centro del documento di Rete Imprese Italia per la discussione dei bilanci 2014 con i sindaci, la ridefinizione delle partecipazioni pubbliche nelle multiutility, la lotta all'abusivismo e il categorico divieto di ricorrere nuovamente alla leva fiscale -
 
La pressione fiscale sulle aziende è arrivata a livelli insostenibili: l'incidenza delle imposte sul costo del lavoro impedisce la crescita dell'occupazione (il cuneo fiscale ha raggiunto quota 46,2%). Si continua a tagliare le risorse agli enti locali i quali, a loro volta, non individuano altra strada che scaricare sulla comunità questi tagli aumentando la pressione tributaria: Regione, Provincia di Modena e Comuni dal 2008 ad oggi hanno quasi triplicato il prelievo sui contribuenti. Nel frattempo, i tagli ai costi della politica sono insufficienti e sono ancora troppi gli sprechi di risorse pubbliche che mettono a rischio i conti dello Stato. E' un circuito perverso che va interrotto.
La situazione ci obbliga a profondere tutti gli sforzi possibili per la razionalizzazione e riduzione della spesa corrente. Nel caso delle pubbliche amministrazioni, l'obiettivo deve essere quello di evitare l'ulteriore ricorso alla leva fiscale. Rete Imprese Italia porta questo tema-chiave all'attenzione delle amministrazioni locali durante la fase di definizione dei bilanci preventivi 2014.
Tra i tanti punti che verranno esaminati in occasione del confronto con i sindaci per l'elaborazione di bilanci 2014, Rete Imprese punta innanzitutto sulla questione multiutility. Le Associazioni – Cna, Confcommercio, Confesercenti, Lapam - chiedono alle amministrazioni locali, in quanto azionisti di riferimento delle società "multiutility" cui è affidato il servizio, di esercitare con più determinazione il diritto-dovere di controllo sui costi di gestione e produzione e sulle scelte che impattano su cosi e qualità del servizio stesso, a tutela degli interessi generali delle comunità che esse rappresentano, prima che degli azionisti, tra i quali appunto gli stessi municipi. Risulta altrimenti difficile spiegare il senso delle partecipazioni dei Comuni nelle società: non può e non deve essere una mera questione di dividendi. Sulle partecipazioni azionarie dei Comuni nelle società multiservizi le Associazioni hanno sempre avanzato forti perplessità, perché vanno a innescare un conflitto d'interessi che oggi assume ancora più rilevanza. E' giunto il momento di superare i monopoli oggi esistenti e aprire realmente i servizi al mercato. Peraltro, questa scelta rientra nel più ampio piano di dismissioni di partecipazioni in società non inerenti l'interesse generale, che le Associazioni reclamano da tempo e a gran voce.
Preoccupa, poi, la ridefinizione dei tributi sui rifiuti e della cosiddetta IMU: ci aspettiamo dai Comuni scelte che non penalizzino ulteriormente le aziende, già allo stremo a causa della crisi. Inoltre l'applicazione della TRISE dovrà essere tra i primi argomenti di confronto con le amministrazioni comunali. Quanto alle addizionali IRPEF, molti Comuni hanno applicato l'aliquota massima prevista dalla normativa, lo 0,8% (Modena, Pavullo, Castelfranco ecc.). Non c'è più spazio per ulteriori aumenti.
Le Associazioni insistono sul tema delle Unioni dei Comuni, convinte che la strada della collaborazione su funzioni e servizi porti a risparmiare risorse decisive: è necessario che dal 1 Gennaio 2014, dopo tante parole spese, vengano messe finalmente in pratica le previsioni di legge sulla gestione associata delle funzioni amministrative, ove ancora non succede.
Un fronte sul quale è urgente operare è quello della semplificazione burocratica. I livelli di discrezionalità dei singoli comuni – in un settore su tutti, l'edilizia, ma anche negli altri – moltiplicano gli adempimenti anche ove si tenta di ridurli, spesso per via di localismi anacronistici. L'uniformità delle regole sul territorio è invece fondamentale per ridurre costi e tempi delle risposte. Nel Dicembre 2011 la Regione Emilia Romagna ha varato una legge sulla "semplificazione del sistema amministrativo locale": a distanza di quasi due anni si pone l'esigenza di verificare quali azioni siano state messe in campo e con quali risultati.
Va rivista la deregolamentazione delle aperture domenicali introdotte dal decreto Salva Italia: le aperture domenicali deregolamentate non costituiscono in alcun modo un presupposto serio per incrementare i consumi, visto il loro inarrestabile calo. Piuttosto, finiscono per mortificare la vocazione fortemente locale di molte imprese del territorio.
Tra i temi da sottolineare, centrale è quello della legalità: è il caso della microcriminalità in aumento, che spinge molti imprenditori a lamentare la totale assenza di presidio su alcune aree del territorio, ma anche dell'abusivismo dilagante nelle professioni. L'abusivismo colpisce tutti i settori e ha oggi assunto una dimensione tale da rappresentare sicuramente la prima forma di evasione fiscale, oltre che di competizione sleale nei confronti delle aziende che operano nella trasparenza.
Ma, di là dai tagli, le amministrazioni locali devono anche prendere in esame misure per rilanciare l'economia. Progetti da assumere come riferimento ce ne sono diversi per favorire il recupero e il riutilizzo del patrimonio immobiliare (mettendo così anche un freno al consumo di territorio ai fini edificatori). Si tratta, cioè, di rendere più conveniente la ristrutturazione degli immobili, salvandoli dal degrado per consentire successivamente l'apertura di nuove attività. La richiesta che le associazioni avanzano di nuovo ai Sindaci è dunque quella di stimolare e incentivare le iniziative di recupero/riuso/riqualificazione del patrimonio edilizio esistente (a partire dai centri storici), riducendo l'entità degli oneri dovuti per queste operazioni, cioè scontando in maniera significativa i relativi "contributi di costruzione". Questi interventi potrebbero anche fornire un supporto per le imprese edili.
 
(Fonte:Ufficio Stampa CNA
 MO)
Modena, 18 ottobre 2013
 
Il comunicato di R.E.T.E Imprese Italia sulla pedonalizzazione di Piazza Roma a Modena  -
 
Rileviamo con soddisfazione che potenziali candidati alla carica di Sindaco della nostra città, rispondendo a domande di alcuni organi di stampa sul futuro di Piazza Roma, abbiano accolto molte delle osservazioni e delle critiche che le associazioni di categoria hanno già avuto modo di esporre sia in sede di confronto con l'amministrazione comunale, sia al tavolo di confronto costituito per trovare una soluzione concertata e condivisa sul tema della pedonalizzazione di Piazza Roma.
La decisione di tener conto delle istanze rappresentate dai corpi intermedi della società è un passo avanti rispetto all'atteggiamento dirigistico palesato in questi mesi dall'Amministrazione rispetto all'affare pedonalizzazione.
Dobbiamo però constatare che se queste obiezioni fossero state sollevate a tempo debito, forse si sarebbe potuto evitare l'impasse in cui è precipitata la vicenda di Piazza Roma.
Nel merito delle proposte, il percorso prospettato da Stefano Bonaccini e Francesca Maletti si muove nella stessa direzione di alcune delle nostre richieste. Innanzitutto per ciò che riguarda la gradualità dell'intervento.
Solo una pedonalizzazione ragionata, fatta passo dopo passo in modo da permettere di valutarne progressivamente l'impatto, può consentire di recuperare le proposte di tutte le parti in causa, Associazioni, commercianti auto organizzati. A cominciare dalla disponibilità di parcheggi alternativi a quelli soppressi in Piazza Roma, per arrivare a un potenziamento dei servizi del Novi Park, che devono andare bel al di là del servizio navetta. Poi c'è il tema di una più ampia apertura del Palazzo Ducale alla città e ai suoi ospiti, tema che rientra nell'ambito di una valorizzazione complessiva della Piazza, di cui la pedonalizzazione è un aspetto - ma non il solo - come parte integrante di un progetto di valorizzazione turistica della città.
Progetto che deve contemplare la realizzazione del museo dedicato a Pavarotti e il futuro polo culturale S. Agostino, strutture che, unitamente al museo Casa natale Enzo Ferrari, possono rappresentare una rete di eccellenze in grado di legare il presente ed il futuro di Modena alle sue ricchezze storiche, comprese quelle monumentali.
Queste considerazioni implicano anche un ragionamento sulla "governance" della promozione in termini di marketing territoriale, da un punto di vista turistico, ma anche per ciò che riguarda la capacità di attirare capitali, facendo perno sulle nostre vocazioni artistiche, storiche, economiche.
Su questi temi avremo cura di confrontarci con i candidati sindaci di tutti gli schieramenti politici, facendo estrema attenzione che alle parole, dopo le elezioni di maggio 2014, facciano seguito i fatti.
 
(Fonte: ufficio stampa CNA MO)
Venerdì, 20 Settembre 2013 10:42

Sassuolo, i problemi di SGP vanno condivisi

Sassuolo, 20 settembre 2013
 
Rinviato all'ultimo momento il confronto che si doveva tenere mercoledì 18 settembre tra il sindaco di Sassuolo, Luca Caselli, e le associazioni d'impresa per discutere della situazione economico-finanziaria di SGP e cercare insieme delle soluzioni -

Le Associazioni di Sassuolo unitariamente (Cna, Confcommercio, Confesercenti e Lapam) esprimono preoccupazione per il rinvio di questo importante appuntamento e chiedono all'amministrazione comunale di riconvocarlo in tempi brevi.

"Le nostre aziende associate che sono creditrici di SGP – affermano i rappresentanti delle Associazioni- hanno diritto di conoscere il piano industriale e quali azioni verranno messe in campo per risanare il bilancio e ripianare le esposizioni finanziarie. Inoltre, la questione riguardante il futuro di SGP è un problema di tutta la città e deve essere risolto in tempi brevi. Alle nostre imprese non interessa entrare nella polemica politica per sapere chi abbia creato questa situazione, ma piuttosto quali azioni saranno messe in campo per affrontarla, in che modo sarà cercato l'appoggio e la condivisione della comunità sulle strade che saranno individuate. Siamo disponibili a dare il nostro contributo purchè si abbia l'intenzione di applicare politiche di risanamento che puntino alla riduzione dei costi di SGP e non all'introduzione di nuovi tributi o balzelli per la collettività e, in particolare, per le imprese che versano già in condizioni di forte crisi economica e finanziaria".

Le Associazioni si mettono a disposizione della città per impegnarsi a cercare insieme soluzioni condivise e chiedono pertanto di potere ridiscutere al più presto con il Sindaco e con l'Amministratore Unico di SGP delle proposte che hanno in mente.
 
(Fonte: ufficio stampa CNA MO)

 

Castelfranco Emilia, 31 luglio 2013 -

In sordina, si è appreso che l'Amministrazione comunale di San Giovanni in Persiceto in provincia di Bologna ha intenzione di dare luogo alla costruzione di un outlet Mc Arthur Glen (società che annovera già outlet come quelli di Barberino del Mugello e Serravalle) di circa 20.000 metri quadrati, che sarebbe ubicato tra la zona del polo scolastico e l'ex zuccherificio, nei pressi della ferrovia, e che porterebbe alla costruzione di 100 negozi circa con la conseguente creazione di 500 nuovi posti di lavoro. Una bella notizia, quest'ultima, non fosse che nel conto vanno messi anche i posti di lavoro persi nei negozi circostanti, che inevitabilmente subiranno le ripercussioni dell'apertura del nuovo outlet. E non si tratta soltanto dei negozi dei comuni bolognesi, ma anche dei territori limitrofi della nostra provincia: sicuramente Castelfranco Emilia, San Cesario e Nonantola, e in seconda battuta Bomporto e Ravarino.

"Quanti sono i dipendenti e gli imprenditori che saranno messi in difficoltà dall'apertura di questo outlet? Quante famiglie verranno messe all'angolo da questa decisione? Qualcuno si è posto il problema?" chiedono Lena Ferrari, Luca Prandini, William Toni e Mauro Bastoni, rispettivamente presidenti locali di CNA, Confcommercio, Lapam Confartigianato e Confesercenti, le associazioni di riferimento del commercio di Rete Impresa Italia nell'Area di Castelfranco.

"E' abbastanza evidente – continuano i rappresentanti di Rete – che un centro commerciale di questo tipo sottrarrebbe numerosi clienti agli esercizi commerciali, soprattutto il sabato, il giorno della settimana in cui consumatori si recano abitualmente a fare la spesa nei centri storici della propria città. Senza contare poi l'influenza che questo outlet (parliamo di una fascia molto alta di marche) porterà anche al capoluogo". Un nuovo problema, insomma, che si aggiunge a una crisi economica deprimente per i consumi e che rischia di dare un'ulteriore (questa volta, definitiva) batosta al piccolo commercio.

"La scelta dell'Amministrazione di San Giovanni ci appare quantomeno miope: la chiusura degli esercizi commerciali nei centri storici porterà inevitabilmente all'impoverimento e al degrado, già in costante aumento in queste aree, e trascinerà tutte le altre attività alla chiusura. In una parola c'è il rischio di una ghettizzazione dei centri storici: fenomeno che spesso e volentieri è accompagnato anche da una crescita degli episodi delinquenziali".

Ecco perché le quattro Associazioni di Rete Imprese Italia – che in provincia di Modena rappresentano oltre il 70% degli esercizi commerciali – si schierano contro l'apertura dell'outlet di San Giovanni in Persiceto e, per affrontare questo problema, propongono per i prossimi giorni un incontro con i Sindaci dei Comuni interessati delle province di Modena, Bologna e Ferrara, oltre a un'assemblea aperta ai commercianti e ai cittadini da calendarizzarsi nel prossimo mese di settembre a Castelfranco Emilia.

"La vicenda – chiosano Ferrari, Prandini, Toni e Bastoni – ripropone gli stessi temi e problemi delle cosiddette arre vaste: le relazioni commerciali non rispettano certo i confini amministrativi, oggi ancor meno che in passato. Sotto questo profilo, la Regione deve e può svolgere un ruolo importante, che tenga conto di tutte le valutazioni che entrano in gioco in queste scelte. Da questo punto di vista, il mancato coinvolgimento delle associazioni di rappresentanza modenesi nella discussione sulla creazione del nuovo centro commerciale è un'ulteriore prova della scarsa considerazione in cui si tengono gli attori economici nello sviluppo di progetti che pure li coinvolgono in prima persona. E, come spesso accade, sono sempre i più piccoli a rimetterci".

(Fonte: ufficio stampa CNA MO)

Giovedì, 25 Luglio 2013 12:08

Imu e Tares al massimo: Nonantola non ci sta

 

Nonantola, 25 luglio 2013 -

Al termine di un incontro incentrato sull’analisi del bilancio del Comune di Nonantola, approvato lo scorso 18 luglio, i presidenti locali delle quattro associazioni che fanno riferimento a Rete Imprese Italia - Ivano Sighinolfi per Cna, Mauro Bastoni di Confesercenti, Stefano Censi per Lapam e Luca Prandini di Confcommercio – denunciano il grave impatto che anche a Nonantola sarà determinato dalle elevate aliquote di IMU e TARES.
“Riteniamo insostenibile – scrivono i quattro presidenti, a nome delle rispettive associazioni – che agli immobili dove le imprese svolgono la loro attività venga applicata l’aliquota del 10 per mille. Il momento difficile che l’economia sta attraversando impone alle pubbliche amministrazioni il dovere di ascoltare e sostenere le imprese stesse: a nostro giudizio l’applicazione dell’aliquota massima possibile non evidenzia certo questo sostegno. Secondo noi questi immobili dovrebbero essere trattati alla stessa stregua di un’abitazione principale, e se non è possibile, almeno con l’applicazione di un’aliquota fortemente agevolata. Quanto alla TARES, le associazioni hanno ribadito “la necessità di non applicare la soprattassa prevista fino a 0,10  €/mq” e hanno nuovamente chiesto al Comune di “confermare tutte le agevolazioni già previste”. Anche perché, secondo le quattro associazioni, è incomprensibile, oltre che iniquo, l’aumento dell’imposta sui rifiuti, dal momento che la produzione di questi ultimi da parte delle imprese è in calo, come certifica la diminuzione del Pil.
Infine, i presidenti hanno rinnovato all’Amministrazione anche la richiesta di “destinare al sostegno delle imprese tutte le risorse reperite attraverso la lotta all’evasione fiscale, studiando assieme alle associazioni i sistemi migliori per ridistribuirle”.
Assieme alle urgenti richieste, è giunta dalle quattro associazioni anche una nota di merito per il Comune di Nonantola, effettivamente capace di onorare entro 60 giorni gli impegni economici presi con i propri fornitori. “Un comportamento senz’altro virtuoso – sottolineano i quattro presidenti – che però coinvolge solo le imprese fornitrici del comune, mentre sono tutte le aziende, indistintamente, a finire del tritacarne Imu-Tares”.  

(Fonte: Ufficio Stampa CNA MO)

 

Modena, 5 luglio 2013 -

Sono forti le perplessità delle Associazioni rispetto alla nuova modulazione del progetto sulla pedonalizzazione di piazza Roma presentato dal Comune di Modena, perplessità che le rappresentanze delle categorie economiche facenti capo a Rete Imprese Italia esplicitano come "forti riserve" in una lettera inviata all'amministrazione.



Modena, 4 luglio 2013 -

"Prendiamo atto del voto di approvazione da parte del Consiglio Comunale, del bilancio 2013 – esordiscono i presidenti di Cna, Confcommercio, Confesercenti, Lapam della città di Modena – ma ci pare che il tanto sbandierato obiettivo di non aumentare tasse e tariffe non sia stato rispettato.

Carpi, 19 giugno 2013 -


La richiesta è di Confesercenti, Ascom-Confcommercio, Licom-Lapam e CNA -

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