“Il buon lavoro” delle cooperative sociali in Emilia-Romagna fa risparmiare 20 milioni di euro all’anno alla pubblica amministrazione. Confcooperative Federsolidarietà, Legacoop Sociali e Agci Solidarietà chiedono più attenzione e rispetto per queste imprese “vere ed efficienti”. Oltre 5.300 persone svantaggiate inserite in 243 cooperative sociali di tipo B.
(Bologna, 4 dicembre 2019) – “Il buon lavoro delle 243 cooperative sociali di inserimento lavorativo (tipo B) presenti in Emilia-Romagna fa risparmiare alla Pubblica amministrazione circa 20 milioni di euro all’anno, offrendo una prospettiva occupazionale e di ritrovata dignità a oltre 5.300 persone con svantaggi certificati che altrimenti sarebbero completamente a carico della collettività”.
“È arrivato il momento che istituzioni, rappresentanti politici, categorie economiche e parti sociali dimostrino più attenzione e rispetto verso queste imprese che rappresentano il cuore dell’economia inclusiva della nostra regione”.
È questo l’appello lanciato dalle organizzazioni regionali di Confcooperative Federsolidarietà, Legacoop Sociali e Agci Solidarietà nel corso del convegno “IL BUON LAVORO. Imprese Innovazione Inclusione” svoltosi questa mattina in Cappella Farnese a Bologna e che ha visto la partecipazione di numerosi ospiti, tra cui l’attivista per i diritti umani Iacopo Melio (in collegamento), lo scultore non vedente Felice Tagliaferri, l’assessore regionale Paola Gazzolo e l’assessore del Comune di Bologna Marco Lombardo.
Al centro dei lavori, il ruolo delle cooperative sociali di inserimento lavorativo (di tipo B) che secondo la legge 381/1991 devono contemplare almeno il 30% di lavoratori svantaggiati e che consentono un importante beneficio economico per la Pubblica amministrazione (circa 20 milioni di euro all’anno), come certificato dall’ultimo rapporto di Unioncamere Emilia-Romagna e da una ricerca di AICCON.
“Le cooperative sociali di tipo B – continuano le tre centrali – sono un presidio di inclusione sociale e democrazia economica imprescindibile per il welfare della nostra regione. Occupano 6.000 persone senza svantaggi, a cui si aggiungono 5.300 lavoratori svantaggiati: 3.800 assunti con il contratto di lavoro delle cooperative sociali e altri 1.500 tramite tirocini. In questo modo generano un doppio valore per la comunità: da un lato aiutano e valorizzano le persone con disabilità e svantaggi di ogni tipo offrendogli una possibilità di riscatto e di espressione delle proprie abilità, dall’altro evitano alla Pubblica amministrazione i costi di assistenza di queste persone, generando così un beneficio economico per la collettività”.
La maggior parte dei lavoratori svantaggiati inseriti in cooperative sociali di tipo B presenti in regione (circa la metà) è costituita da disabili fisici e psichici; ci sono poi persone con dipendenze patologiche, pazienti psichiatrici, persone in condizioni di fragilità, detenuti e minori. I settori di intervento spaziano da pulizia e manutenzione del verde a igiene ambientale, assemblaggi, gestione di strutture ricettive, trasporti, fino a tipografia, custodia dei parcheggi e delle biblioteche.
“Le cooperative sociali sono imprese vere ed efficienti che hanno accettato la sfida di misurarsi sempre di più con il mercato privato - concludono Confcooperative Federsolidarietà, Legacoop Sociali e Agci Solidarietà -. L’iniziativa odierna è solo il primo passo di un percorso unitario per dare voce a chi ogni giorno lavora nelle cooperative sociali di tipo B, restituendo dignità e futuro alle persone con svantaggi”.
Vongole, l’Unione Europea conferma la deroga per la taglia minima a 22 millimetri, soddisfazione per i pescatori romagnoli.
(Bologna, 3 dicembre 2019) – Circa 120 famiglie di pescatori della Riviera romagnola possono finalmente tirare un sospiro di sollievo: la “guerra delle vongole” fra Italia e Spagna è finita, almeno per il momento. La Commissione Pesca del Parlamento Europeo ha dato il via libera alla pesca di esemplari del diametro di 22 millimetri nel Mar Adriatico, confermando la deroga alla misura minima – fissata a 25 millimetri - per un altro anno, a partire dal 1 gennaio 2020. Le oltre 50 barche di pescatori di vongole delle marinerie romagnole potranno tornare in acqua. Almeno per altri 12 mesi.
“È un’ottima notizia per i nostri pescatori - spiega Vadis Paesanti, vicepresidente Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna –. L’organo scientifico della commissione Pesca ha realizzato studi che hanno confermato quanto affermiamo da tempo, con il supporto di dati e ricerche scientifiche: la vongola Venus Gallina, più nota come pavarazza, nel nostro tratto di Adriatico non riesce a raggiungere i 25 mm di dimensione. La nostra pesca quindi, non solo si è dimostrata non lesiva per l’ambiente e l’ecosistema delle vongole ma anzi, i dati confermano come le nostre scelte favoriscano lo sviluppo della Venus Gallina, permettendo la crescita sana di nuovi esemplari dopo la raccolta da parte nostra degli adulti. La Commissione Pesca del Parlamento Europeo ha perfino fatto i complimenti ai pescatori italiani per il rispetto dei parametri di sostenibilità ambientale”.
“Questo risultato – prosegue Paesanti – è frutto di un grande lavoro di squadra, a tutti i livelli: a nome dei nostri pescatori il mio ringraziamento va all’Alleanza Cooperative Pesca, al Ministero delle Politiche agricole e all’assessore regionale Simona Caselli che fin dalla prima richiesta di deroga nel 2015 si è presa a cuore la nostra causa e che, in occasione di questo rinnovo, si è prodigata intervenendo direttamente a Bruxelles”.
La deroga è stata confermata per tutto il 2020: “Non c’è tempo da perdere – conclude Paesanti -: occorre che il Sistema-Paese si attivi subito e in tutte le sedi necessarie, di concerto con i pescatori con l’obiettivo di raccogliere altri dati ancora più completi e inequivocabili. Dobbiamo assicurarci che la deroga venga confermata ulteriormente, puntando a renderla definitiva dopo il 2020. Le nostre 54 barche e i nostri 120 pescatori di vongole sono pronti a dare il proprio contributo”.
Anche i cooperatori under 40 vogliono dare il loro contributo alla costruzione di “una economia diversa, quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda”. Sono alcune delle parole scritte da Papa Francesco per invitare giovani ricercatori, economisti, imprenditori ed esponenti di organizzazioni all’evento “The Economy of Francesco” in programma dal 26 al 28 marzo 2020 ad Assisi.
E proprio a quel grande appuntamento della prossima primavera guarda l’iniziativa “CAMBIAMO L’ECONOMIA? inSÌeme!” che i Giovani Imprenditori Cooperativi di Confcooperative Emilia Romagna hanno organizzato per venerdì 29 novembre alla Fondazione San Filippo Neri di Modena (Via Sant’Orsola 52). Si tratta di un pomeriggio di lavoro aperto al pubblico a partire dalle 16, preceduto dall’assemblea dei delegati dell’Organizzazione giovanile presieduta dal presidente di Confcooperative Emilia Romagna Francesco Milza.
Promosso in collaborazione con i Giovani Imprenditori Cooperativi di Confcooperative Modena, l’evento si pone l’obiettivo di fornire il contributo del movimento cooperativo giovanile all’elaborazione della nuova e inclusiva economia di cui parla Papa Francesco, intercettando così quella voglia di partecipazione e intraprendenza rappresentata dai cooperatori under 40.
Il programma dell’evento pubblico.
La prima parte si svolge dalle 16 alle 17.15 con il saluto istituzionale di Carlo Piccinini (presidente Confcooperative Modena), l’introduzione della mostra fotografica “100 Giorni di Solitudine” dell’artista palestinese Nidaa Badwan e i lavori dei cinque tavoli tematici che si riuniranno per discutere di valori e dignità per un’economia più giusta; genere e generazioni per un’economia più inclusiva; ambiente e territorio per un’economia più sostenibile; lavoro e formazione per un’economia più ricca; fallimento e successo per un’economia anti-fragile.
Dalle 17.30 via alla seconda parte con il dibattito moderato da Francesca Corrado, portavoce nazionale di Confcooperative Giovani Imprenditori. Interverranno Imen Boulahrajane (strategic consultant e digital creator), un rappresentante del Comitato scientifico Economy of Francesco, Andrea Zorzi (ex pallavolista, giornalista e commentatore sportivo), mons. Erio Castellucci (arcivescovo di Modena-Nonantola), Maurizio Gardini (presidente Confcooperative).
Infine dalle 19 l’aperitivo di networking.
L’evento è gratuito previa iscrizione al seguente link:
http://www.confcooperativemiliaromagna.it/IT/Eventi/Varie/CAMBIAMO_LECONOMIA_inSeme
Carlo Piccinini, presidente Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna, chiede un impegno ai parlamentari della regione affinché tolgano questa tassa iniqua
(Bologna, 18 novembre 2019) – “La sugar tax è un’aberrazione che crea un doppio danno all’agricoltura italiana, colpendo da un lato la filiera bieticolo-saccarifera, che trova nella cooperativa bolognese COPROB-Italia Zuccheri l’ultimo baluardo della produzione di zucchero 100% italiano, dall’altro le industrie alimentari che utilizzano frutta italiana per la produzione di succhi. Con una sola tassa, profondamente iniqua, il Governo penalizza due colture fondamentali per il reddito degli agricoltori emiliano-romagnoli: quella della barbabietola da zucchero e quella della frutta destinata alla trasformazione industriale”.
È quanto dichiara Carlo Piccinini, presidente di Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna, federazione regionale che riunisce 425 cooperative agroalimentari con 55.000 soci e 9,7 miliardi di euro di fatturato.
“Siamo al fianco delle nostre cooperative agroalimentari soprattutto in una fase delicata come questa dove l’agricoltura italiana si trova sotto l’attacco di dazi USA, deve fare i conti con i rischi di taglio della PAC ed è chiamata a fronteggiare nuove tasse ipotizzate dal Governo nazionale – continua Piccinini -. Chiediamo a tutti i parlamentari emiliano-romagnoli un forte impegno per eliminare dalla prossima Legge di Bilancio misure fortemente penalizzanti per l’agricoltura regionale, a partire dalla sugar tax e dalla plastic tax. I nostri agricoltori devono competere sui mercati internazionali con Paesi che hanno costi di produzione molto più bassi di quelli italiani, non possiamo penalizzarli ulteriormente aggiungendo tasse che creano evidenti disparità e danneggiano chi coltiva e utilizza materia prima italiana”.
“La Plastic Tax scarica su imprese e lavoratori il costo della sostenibilità ambientale”. Il presidente di Confcooperative ER Francesco Milza chiede al Governo un ripensamento
Bologna, 4 novembre 2019 – “Non c’è sostenibilità ambientale senza sostenibilità economica: è bene che le Istituzioni a tutti i livelli lo comprendano, altrimenti si continuano a lanciare proclami che non trovano concretezza. Aggiungere una nuova tassa per le imprese sull’utilizzo della plastica negli imballaggi non risolve il problema ma scarica i costi della riduzione dell’impatto ambientale esclusivamente su aziende, lavoratori e consumatori”.
Così Francesco Milza, presidente di Confcooperative Emilia Romagna, commenta l’introduzione della Plastic Tax nella prossima Legge di Bilancio a cui sta lavorando il Governo.
“Le nostre imprese hanno bisogno di essere accompagnate per un periodo congruo e con apposite misure verso un processo di riconversione industriale per diminuire l’utilizzo della plastica nelle loro produzioni – aggiunge Milza –, ma questo obiettivo non può essere perseguito improvvisando una nuova tassa. Invece di premiare e valorizzare quelle aziende che stanno riducendo il ricorso alla plastica e scelgono di utilizzare i materiali riciclati per il packaging dei loro prodotti, e invece di sostenere la filiera industriale del riciclo oggi più che mai in difficoltà dopo il blocco delle importazioni dalla Cina, con l’introduzione della Plastic Tax il Governo rischia di arrecare danni al sistema produttivo, senza portare benefici ambientali”.
“Confidiamo – conclude il presidente di Confcooperative Emilia Romagna, organizzazione che rappresenta 1.600 cooperative con 230.000 soci e oltre 80.000 occupati – in un ripensamento da parte del Governo, auspicando un orientamento verso percorsi di incentivazione per le imprese che favoriscano un minore ricorso alla plastica. Dal canto nostro, in linea con le iniziative portate avanti da Confcooperative nazionale per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda ONU 2030, dal prossimo 6 novembre elimineremo tutte le bottiglie di plastica dai nostri uffici”.
Agroalimentare, servono misure ‘azzera-dazi’, è questa la richiesta di Confcooperative Fedagripesca ER
(Bologna, 31 ottobre 2019) – “Sosteniamo con forza la richiesta di misure ‘azzera-dazi’ e di interventi compensativi avanzata all’Unione Europea dal ministro Teresa Bellanova e dall’assessore regionale Simona Caselli. È necessario aiutare le nostre imprese riducendo i danni causati dai dazi aggiuntivi USA sulle eccellenze agroalimentari italiane, a partire dai prodotti più colpiti come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano, due filiere fondamentali per l’economia della nostra regione”.
È quanto ha dichiarato Paolo Bono, responsabile di Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna (425 cooperative agroalimentari con 55.000 soci e 9,7 miliardi di euro di fatturato), intervenendo oggi all’iniziativa “L’Emilia-Romagna dice no ai dazi e sì alla tutela di Dop e Igp” tenutasi a Bologna e organizzata dalla Regione.
“Le nostre imprese hanno necessità di aprire nuovi mercati per fare fronte alla flessione dei consumi interni – ha aggiunto Bono –, purtroppo si trovano invece a fare i conti con chiusure doganali improvvise come nel caso dell’embargo russo, con barriere fitosanitarie che respingono i nostri prodotti, dal Far East all’America Latina, e adesso anche con l’inasprimento di dazi USA, che si aggiungono a quelli già presenti. Per questo siamo contrari a chiusure politiche in tema di scambi commerciali e chiediamo a Governo e UE di rafforzare la dotazione finanziaria per la promozione dei prodotti agroalimentari in Paesi che presentano nuovi spazi di mercato e interesse per i nostri prodotti”.