Confcooperative Lavoro e Servizi e Legacoop Produzione e Servizi denunciano le ripercussioni del DL Scuola approvato oggi al Senato con la fiducia imposta dal Governo.
“Lo Stato costringe le cooperative a licenziare i lavoratori pagandone tutti i costi”.
(Bologna, 19 dicembre 2019) – “Il Governo sbatte fuori dalla porta delle scuole 5.000 lavoratori dei servizi di pulizia. Oltre la metà di questi esuberi riguarda personale impiegato dalle cooperative della nostra regione, sia nei plessi dell’Emilia-Romagna che in tutta Italia. Le imprese in appalto vengono costrette per legge a licenziare le persone”. È quanto denunciano le federazioni regionali di Confcooperative Lavoro e Servizi e Legacoop Produzione e Servizi a seguito dell’approvazione del decreto legge Scuola (DL 126/2019) avvenuta oggi in Senato con la fiducia imposta dal Governo.
“Con questa grave decisione di procedere all’internalizzazione del servizio di pulizia nelle scuole – dichiarano il presidente di Confcooperative Lavoro e Servizi Emilia Romagna, Giuseppe Salomoni, e il presidente di Legacoop Produzione e Servizi Emilia Romagna, Alberto Armuzzi – il Governo e il Parlamento quadruplicano il danno commesso: generano disservizi che si ripercuoteranno negli istituti scolastici a partire dal primo marzo, riducono fino al 50% lo stipendio per 11.000 lavoratori, fanno licenziare 5.000 lavoratori in esubero a livello nazionale, di cui oltre la metà nella nostra regione e molti dei quali appartenenti alle categorie svantaggiate. Infine, determinano un salasso per le imprese delle pulizie che saranno costrette a pagare svariate decine di milioni di euro a causa di questa decisione, tra contributi NASpI per ogni singolo lavoratore e vertenze per licenziamenti imposti per legge dallo Stato”.
“Questa scelta – continuano Salomoni e Armuzzi – deriva da una politica di demonizzazione degli appalti destinata a fare perdere migliaia di posti di lavoro e a fare chiudere le imprese. Non si tiene conto degli investimenti effettuati in questi anni dalle imprese, della qualità del lavoro svolto e soprattutto della funzione sociale svolta dalle nostre cooperative che prima sono andate in soccorso del Ministero dell’Istruzione salvando posti di lavoro a tempo indeterminato e inserendo anche persone con svantaggi, e adesso si trovano sbattute fuori per un falso risparmio economico dello Stato che verrà pagato solo dai lavoratori e dalle imprese”.
“L’approvazione definitiva del DL Scuola avvenuta oggi – aggiungono Salomoni e Armuzzi – mette la parola fine ai servizi di pulizia in appalto, che vengono così re-internalizzati con una scelta anacronistica che ci riporta indietro di vent’anni e apre una frattura tra lo Stato e le imprese, facendo venire meno il principio, sancito dalla Costituzione, di collaborazione tra pubblico e privato per un obiettivo comune”.
“Il Governo – concludono i presidenti regionali di Confcooperative Lavoro e Servizi e di Legacoop Produzione e Servizi – ha ignorato l’appello lanciato dalle nostre centrali cooperative nazionali ad aprire un tavolo di confronto per restituire dignità, lavoro e futuro a queste imprese e a questi lavoratori”.