Regione Emilia Romagna
Sito Ufficiale: http://www.regione.emilia-romagna.it/
Quasi 4.5 milioni di euro di contributo regionale per progetti già pronti a partire dal prossimo anno accademico, con docenti di livello internazionale, oltre 32 edizioni nel triennio per circa 4.500 ore di formazione e 950 partecipanti. L'assessore Patrizio Bianchi: "10 scuole di eccellenza per permettere a questo territorio di rafforzare ulteriormente la propria attrattività e quella capacità di innovazione nella produzione e nei servizi alle imprese, alla persona ed alla comunità che fanno dell'Emilia- Romagna una regione ad alto valore aggiunto".
Bologna -
Dall’Intelligenza artificiale, ai servizi per l’Industria 4.0. Dall’automotive alla sostenibilità alimentare. E ancora: una “Future Earth research school” che si occuperà di cambiamenti climatici, un corso sul pluralismo religioso, una scuola internazionale di politica. La Regione mette al centro il “capitale umano” e finanzia dieci nuove scuole triennali di Alta formazione, in ambito tecnologico, economico e culturale. Un nuovo importante tassello di un impegno che nasce dal Patto per il Lavoro firmato a inizio legislatura e che vede nello sviluppo della conoscenza la condizione per costruire uno sviluppo di qualità, inclusivo e sostenibile, capace di creare valore aggiunto e di rafforzare la capacità di competere del sistema Emilia-Romagna. Quasi 4,5 milioni di euro il contributo regionale, su un costo complessivo di 5,1 milioni, per dieci progetti pronti a partire già dall’anno accademico 2019-2020.
“Queste dieci scuole di alta formazione completano il disegno avviato ad inizio legislatura di investimento sulle alte competenze necessario per rilanciare lo sviluppo, generare buona occupazione e riposizionarci a livello globale- ha detto questa mattina durante la conferenza stampa l’assessore regionale all’Università e alla Ricerca, Patrizio Bianchi- Un disegno che tra Fse - con cui abbiamo finanziato 135 dottorati triennali di ricerca, 148 assegni formativi, 211 assegni di ricerca - e Fesr, ha previsto un investimento pari a circa 65 milioni di euro per attività di ricerca e alta formazione universitaria. L’integrazione tra atenei per far convergere le migliori competenze delle nostre università su una formazione d’eccellenza in ambiti e settori in cui la nostra regione è già leader a livello internazionale- ha continuato l’assessore- la triennalità dei progetti e l’approccio interdisciplinare di queste 10 scuole di eccellenza permettono a questo territorio di rafforzare ulteriormente la propria attrattività e quella capacità di innovazione nella produzione e nei servizi alle imprese, alla persona ed alla comunità che fanno dell’Emilia- Romagna una regione ad alto valore aggiunto”.
Le dieci scuole triennali
Una scuola triennale è dedicata al Food, capofila l’Università di Parma, con un’International Summer School in Food Sustainability rivolta a studenti e a professionisti con un approccio globale agli aspetti ambientali, economici, giuridici, sociali nonché comunicativi, riconducibili alla sostenibilità alimentare, e con il Master Internazionale “Food City Design” che forma esperti nella gestione di progetti di rigenerazione urbana in grado di riqualificare territori e aree urbane valorizzando beni e identità culturali connessi all’ambito agroalimentare.
Forte dell’esperienza già maturata con i due corsi di Laurea Magistrale interateneo, con capofila l’Università di Modena, nasce la Scuola internazionale di alta formazione MUNER in Automotive per una mobilità intelligenteche si snoda su tre livelli di intervento: “Italian Motor Valley Experience”, volta al rafforzamento delle competenze di base e all’orientamento dei giovani verso studi universitari o professionalizzati di natura tecnica; “High School MUNER Women in Transport”, che guarda al rafforzamento delle competenze di I livello, promuovendo un maggiore accesso delle ragazze alle lauree di II livello in questo settore; “Future of automotive for intelligent mobility” con percorsi post laurea professionalizzanti.
Tre sono le scuole finanziate in ambito tecnologico che diventano strategiche per la formazione di risorse umane in un ambito in cui l’Emilia-Romagna si sta posizionando - grazie alle infrastrutture per il supercalcolo già attratte sul territorio (il data Center del Centro europeo per le previsioni metereologiche di medio termine e il Supercomputer europeo HPC Leonardo.) - quale polo di eccellenza, vera e propria Data Valley, a livello mondiale. Con capofila l’Università di Modena, è stata finanziata l’Advanced Schools in AI per la formazione ad altissimo livello di senior engineers e laureati in ambito scientifico-tecnico.
Una scuola triennale, coordinata dall’università di Bologna, è dedicata all’’industria 4.0 per la gestione integrata di intere filiere produttive. Coinvolge importanti imprese del territorio e punta anche alla riqualificazione di quanti già operano nelle industrie in profonda trasformazione. Grazie a questo intervento straordinario nasce in Emilia-Romagna anche una scuola di alta-formazione postdottorale, capofila la Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), sul futuro dell’uomo e del pianeta, che propone percorsi intensivi sul clima futuro e sul mutato rapporto con risorse naturali, tecnologie emergenti e sostenibilità.
Tre progetti hanno l’obiettivo di formare alte competenze per il policy maker con specializzazioni strategiche per lo sviluppo, l’internazionalizzazione, la coesione e la sicurezza del territorio regionale. Si tratta dell’Emilia-Romagna International School of Policy- ERISP che nella collaborazione tra i dipartimenti di economia degli atenei regionali, 15 università italiane e 9 università estere (Addis Abeba University, Goldsmiths University of London, SOAS University of London, South-China Normal University, South-China University of Technology, Trinity College Dublin, University of California - Los Angeles, Universidade Federal do Rio de Janeiro, University of Johannesburg), è dedicata a formare competenze strategiche sui temi economici e sociali su cui oggi ovunque si sfidano le realtà regionali: tra questi, lavoro, industria, tecnologia, innovazione, istruzione e ricerca, ambiente, territorio, qualità della vita. Un secondo progetto, anche questo coordinato dall’Università di Ferrara - After the damages | Prevention and safety solutions through design and practice on existing built environment. The Italian experience - intende formare o specializzare professionalità espertein riduzione e gestione del rischio correlato agli impatti di eventi catastrofici naturali e provocati dall'uomo sul patrimonio culturale. A partire dall’esperienza maturata in Emilia-Romagna a seguito degli eventi sismici del maggio 2012, la scuola è attuata in collaborazione con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, l’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e naturali dell’Emilia-Romagna, l’Agenzia per la Ricostruzione–Sisma 2012 e un partenariato internazionale di enti e associazioni di ricerca e di alta formazione con sede in Turchia, Slovenia, India, Brasile, Spagna, Equador e Cina. E infine un terzo progetto - Alta Formazione e innovazione per lo Sviluppo Sostenibile dell’Appennino – AL.FO.N.S.A - capofila l’Università di Modena, è dedicato a valorizzare la grande ricchezza del nostro Appennino in termini ecologico-ambientali, sociali, culturali, economici, paesaggistici con percorsi di Alta Formazione, progettati nel confronto con stakeholders pubblici e privati, per mettere a disposizione dell’Appennino professionalità specifiche con competenze mirate. Verranno attivati, in una logica di “specializzazione incrementale”, corsi di perfezionamento e specializzazione su: agricoltura di montagna, gestione integrata dei versanti, gestione forestale sostenibile, valorizzazione turistica del patrimonio culturale e paesaggistico, gestione delle acque.
In ambito culturale due le scuole d’alta formazione triennali finanziate. “Solo” è il Corso di Alta Formazione Musicale per strumentisti solisti, con capofila l’Università di Bologna, che nasce per sostenere nella carriera musicale giovani dotati d’eccellente talento, forti di una formazione ad hoc assicurata dai migliori solisti del panorama nazionale e internazionale. Il Corso, riconosciuto dal MIUR, è rivolto a giovani talenti del violino, violoncello, flauto traverso, oboe, clarinetto e ha la direzione artistica del flautista Andrea Griminelli. Finanziato anche Religious Pluralism, HIstorical knowLEdge: exchange, education, resources, teaching expertise – REPHILE,promosso da FSCIRE - Fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XXIII, progetto di alta formazione su pluralismo religioso e sapere storico, che prevede un Master affiancato da scuole di formazione intensive, seminari di ricerca e workshop internazionali.
Tutti i progetti sono articolati in una pluralità di interventi: diverse tipologie di percorsi di alta formazione con docenti di livello internazionale. Nel triennio saranno oltre 32 le edizioni previste per circa 4.500 ore di formazione e circa 950 partecipanti. Parallelamente all’alta formazione sono previste attività di confronto tra i soggetti che costituiscono il partenariato che sostiene il progetto e altre realtà d’eccellenza internazionale impegnate nei medesimi ambiti e la produzione di materiali che permettano un’ampia diffusione degli esiti delle attività realizzate. /BM
Fonte: Regione ER
Sport. La Fortitudo Baseball di Bologna premiata in Regione per il trionfo nella European Champions Cup. Presenti una folta schiera di giocatori capitanati da Alessandro Vaglio, il manager Daniele Frignani, il presidente Stefano Michelini e il direttore sportivo Christian Mura, insieme agli altri dirigenti e allo staff. Il presidente della Giunta: "Basta parlare di sport minori, dietro questi risultati un grande lavoro e tantissima passione dai tifosi".
Bologna –
Per sei volte sul tetto d’Europa. E’ arrivato a inizio giugno il 6^ titolo europeo - la European Champions Cup - per la UnipolSai Assicurazioni Fortitudo Bologna, uscita in trionfo dalla final eight giocata quest’anno proprio sotto le Due Torri negli stadi ‘Falchi’ in città e ‘Bondi’ a Castenaso.
Un palmares importante per la Fortitudo Baseball Bologna, i cui dirigenti e giocatori sono stati ricevuti oggi in Regione, nel pieno della stagione arrivata ai play off, dal presidente della Giunta, Stefano Bonaccini, che ha consegnata una targa quale riconoscimento per l'impresa dei biancoblu, che hanno riportato in Italia la massima competizione europea per club.
È la seconda volta che la Fortitudo Baseball viene ricevuta e premiata dalla Regione. La prima, nell'aprile 2017, in periodo di pre-season, in occasione della conquista dello scudetto della stella.
“Sono contento di incontrarvi di nuovo qui in Regione - ha affermato Bonaccini-, dove ci eravamo trovati per la conquista del decimo scudetto. Ora festeggiamo la vittoria nella Coppa dei campioni, la sesta. Penso che occorra cominciare a mettere da parte questa idea che ci sono alcuni sport maggiori e altri minori. Bologna era la capitale del baseball italiano, ora è tornata ad essere la capitale europea. E a conferma di questo, il 30 settembre ospiterà una manifestazione straordinaria di livello internazionale. Merito ai tecnici, agli atleti, alla dirigenza: insieme hanno tenuto alto il nome di Bologna e della nostra regione in Europa. E poi, battere gli olandesi, solitamente super favoriti, e batterli in quel modo credo che meritasse da parte della Regione un riconoscimento, ringraziandoli a nome di tutta la comunità dell'Emilia-Romagna per questo straordinario risultato e per fargli un in bocca al lupo per quello che verrà, a iniziare dai play-off. Se la Fortitudo vincesse anche quest’anno lo scudetto, sarebbe la prima volta per due anni consecutivi: l’ennesima dimostrazione che questa terra ha una grande tradizione nella disciplina del baseball”.
All’incontro erano presenti il presidente della Fortitudo Baseball Bologna, Stefano Michelini, il direttore sportivo Christian Mura, il manager Daniele Frignani, la squadra guidata dal capitano Alessandro Vaglio e lo staff tecnico.
Fonte: Regione ER
Politiche sociali. Rette dei nidi abbattute o azzerate e contributi per l'affitto alle famiglie in difficoltà: dalla Regione subito 30 milioni di euro ai Comuni per disegnare il nuovo welfare dell'Emilia-Romagna. Previsti risparmi medi di 1.000 euro l'anno a figlio sulle rette dei nidi. Bonaccini: "Un provvedimento senza precedenti nel Paese con cui facciamo fare un altro passo avanti al nostro sistema di welfare, per dare risposte concrete a bisogni reali".
Bologna -
Abbattimento o azzeramento delle rette di iscrizione ai nidi (compresi micronidi e sezioni primavera per bambini dai 24 a 36 mesi di età) e a tutti i servizi integrativi per la prima infanzia, pubblici e privati convenzionati con i Comuni, per i bimbi da 0 a 3 anni. Ma anche contributi per l’affitto alle famiglie in difficoltà.
È il nuovo welfare targato Emilia-Romagna, su cui la Regione investe da subito 30 milioni di euro (quasi 20 per i mesi da qui a fine anno), per poter garantire i contributi già da settembre, con l’avvio dell’anno educativo. Risorse originariamente destinate al Reddito di solidarietà - poi sostituito dalla misura nazionale del Reddito di cittadinanza - che ora la Giunta guidata dal presidente Stefano Bonaccini ha deciso di reimpiegare per questi nuovi servizi. Per dare un sostegno concreto e immediato ai cittadini e alle famiglie dell’Emilia-Romagna: basti pensare che la riduzione delle rette dei nidi, rivolta a nuclei familiaricon unIsee massimo di 26 mila euro, comporterà un risparmio medio di circa 1.000 euro l’anno per ogni bambino iscritto, cifra che cresce nel caso di un bambino con disabilità o residente in un Comune montano.
Due novità che non hanno precedenti e che costituiscono il cuore della manovra di assestamento di bilancio regionale 2019, che approderà la prossima settimana in Assemblea legislativa per l’approvazione definitiva. A presentarle, oggi in conferenza stampa, il presidente Bonaccini, l’assessora al Bilancio e Pari opportunità, Emma Petitti, e il sottosegretario Giammaria Manghi, che ha illustrato nel dettaglio le misure varate. Sempre oggi, nel primo pomeriggio Bonaccini, che ha tenuto per sé la delega al Welfare, incontra i sindaci e gli assessori alle Politiche sociali e per l’infanzia dei Comuni emiliano-romagnoli. Per condividere con loro gli aspetti applicativi delle due nuove misure regionali.
18 milioni ai Comuni per abbattere o azzerare le rette dei nidi
Le risorse per i nidi vengono assegnate a tutti i 220 Comuni dell’Emilia-Romagna sede di servizi educativi per la prima infanzia, che avranno il vincolo di utilizzarle esclusivamente per l’obiettivo individuato, quindi per abbattere o azzerare le rette di frequenza al nido e ai servizi integrativi, sia pubblici che privati convenzionati. Si tratta di una realtà che in Emilia-Romagna interessa una platea di oltre 28.400 bambini (0-3 anni), quelli appunto iscritti sull’intero territorio regionale, da Piacenza a Rimini, ai nidi e ai servizi integrativi per la prima infanzia, come esempioSpazio bambini, Centri per bambini e famiglie e Servizi domiciliari. A questo obiettivo sono destinati, per l’anno scolastico 2019-2020 18,25 milioni, posta che sarà poi ripetuta anche per i due anni scolastici successivi 2020-2021 e 2021-2022 in sede di predisposizione del prossimo bilancio pluriennale.
12,5 milioni per sostenere le famiglie sull’affitto
Risorse a cui si aggiungono circa 12,5 milioni che la Giunta ha voluto destinare al sostegno dei cittadini nella spesa di affitto della casa, un’altra voce di peso nel bilancio familiare: secondo la più recente rilevazione Istat (2018) questo costo rappresenta circa un quinto del budget mensile complessivo di una famiglia ma, non di rado, può superare la soglia critica pari ad un terzo del reddito disponibile. Ed è proprio a questa “fascia grigia”, che non si trova tecnicamente in condizione di povertà ma fatica molto a sostenere questa spesa incomprimibile, che la Regione vuole rivolgersi. Anche in questo caso le risorse del ‘fondo affitto’, che la Regione intende rendere strutturale per i prossimi anni, sono destinate a tutti i Comuni dell’Emilia-Romagna.
A partire dalla possibilità di ridestinare allo scopo le risorse della cosiddetta morosità incolpevole, riservate alle città ad alta tensione abitativa ad oggi non impegnate dai Comuni. Si tratta di risorse tecnicamente già presenti nei bilanci comunali ma che, per gli eccessivi vincoli posti dalla norma statale, non riescono poi materialmente ad essere erogate alle famiglie bisognose. Una nuova norma consente ora alle Regioni di sbloccare queste risorse e di destinarle al fondo per l’affitto. Conclusa la ricognizione tuttora in corso, la Giunta confida di poter riassegnare una somma di circa 7,5 milioni di euro agli stessi Comuni affinché possa essere effettivamente utilizzata nei confronti delle famiglie in affitto. A questi, già con l’assestamento di bilancio, la Regione aggiungerà ulteriori 5 milioni euro da poter utilizzare da qui a fine anno per incrementare il fondo stesso, al fine di estendere l’insieme dei possibili beneficiari del contributo anche alle famiglie che risiedono nei Comuni non classificati ad alta tensione abitativa. Un primo passo - nel progetto che il presidente Bonaccini illustrerà ai sindaci oggi stesso - a cui ne farà seguito un altro più impegnativo, portando sul prossimo triennio 2020-2022 risorse pari a 36 milioni di euro, cioè 12 milioni per ciascun anno.
“Un obiettivo ambizioso che con queste risorse straordinarie e l’impegno fondamentale dei Comuni vogliamo trasformare da subito in realtà- sottolinea Bonaccini- per dare un sostegno concreto ai cittadini e alle famiglie dell’Emilia-Romagna, guardando soprattutto ai ceti medio-bassi. Facciamo fare un altro salto in avanti al nostro welfare, senza arretrare di un millimetro sulla qualità dei servizi, con due misure che credo abbiano pochi eguali nel nostro Paese. Un modo per dare risposte a bisogni reali delle persone e combattere al tempo stesso le diseguaglianze, assicurando una rete di protezione sociale che produca coesione, integrazione, diritti. Un altro tassello che andiamo ad aggiungere, dopo il taglio delle liste d’attesa e l’abolizione del superticket, alla costruzione di un welfare e di una sanità sempre più pubblici e universalistici. Di cui tantissimi cittadini e famiglie della nostra regione potranno beneficiare, già a partire dai prossimi mesi. Possiamo farlo grazie a un bilancio sano e ai conti in ordine, che ci hanno consentito per l'intera legislatura di non aumentare di un euro le tasse e di iniziare a restituire addirittura qualcosa ai cittadini”.
“Abbassare le rette di iscrizione al nido- aggiunge l’assessora Petitti- significa garantire a un maggior numero di bambini la possibilità di frequentare ambienti di crescita e di sviluppo qualificati e alle loro famiglie di conquistare maggiore autonomia. Penso in particolare alle madri troppo spesso costrette a scegliere tra l'accudimento familiare e il lavoro, soprattutto in una regione come la nostra in cui il tasso di occupazione femminile è, fortunatamente, tra i più alti del Paese. Da qui- chiude - la scelta di destinare una quota di risorse considerevole ai servizi rivolti ai bambini più piccoli. Investire su di loro significa investire sul futuro della nostra comunità”.
Modalità e criteri di assegnazione delle risorse
Per quanto riguarda i contributi per i nidi, ai Comuni sede di servizi sarà assegnato un budget finanziario determinatosulla base del numero dei bambini iscritti nell’anno 2017-2018.Potranno usufruire delle risorse soltanto i Comuni che entro il 15 settembre 2019 faranno richiesta di finanziamento alla Regione, accompagnata daunimpegno formale di utilizzo delle risorse esclusivamente per l’abbattimento delle rette di frequenza.
La riduzione delle rette interesserà i nuclei familiari con un Isee massimo di 26 mila euro, che potranno risparmiare in media 1.000 euro l’anno per ogni bambino iscritto, anche di più nel caso di un bambino disabile o residente in un Comune montano. Decidere come articolare concretamente l’abbattimento o addirittura l’azzeramento delle rette spetterà ai Comuni, posto che la politica tariffaria risulta oggi molto diversificata nel territorio. Considerando che attualmente il costo delle rette mensili può variare da 100 a 500 euro per un nido a tempo pieno, l’impatto atteso porterà all’abbattimento di almeno un terzo per le rette medie o fino all’azzeramento per quelle più basse.
Modalità e criteri di assegnazione dei contributi per l’affitto, invece, saranno definiti da un’apposita Cabina di regia, composta da rappresentanti di Regione e Comuni, che si insedierà a breve. È in ogni caso intenzione della Giunta far precedere la predisposizione della misura da un tavolo di concertazione con le rappresentanze sociali coinvolte, al fine di approntare un provvedimento che possa assumere un più incisivo carattere strutturale nel triennio 2020-2022.
Fonte: Regione ER
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