Vittoria dell'australiano e grande gara di Raikkonen. Fra un litigio e l'altro vincono lo spettacolo e la Formula 1.
Emilia, 24 agosto 2014 - Dopo quasi un mese di sosta è ripresa la stagione agonistica di Formula 1. Da un circuito lento e tortuoso ad una pista veloce e complicata per i piloti. Cambia tutto ma non il vincitore: Ricciardo. L'uomo del "chi l'avrebbe mai detto?!". Quella belga doveva essere una gara dominata in lungo e in largo dalle due Mercedes: in qualifica, sul bagnato, si erano guadagnate la prima fila ed allo start della gara, dopo un'impennata d'orgoglio di Vettel erano, nel giro di poche curve, tornate ad occupare le prime due posizioni. Rosberg però, scattato male dalla pole position, dopo aver passato Vettel ha provato subito un attacco, alquanto ottimista, sul compagno di squadra. I due sono così arrivati al contatto, con Hamilton costretto al rientro ai box a causa di una gomma tagliata e Rosberg in prima posizione ma in difficoltà con l'ala danneggiata. Per Hamilton è stata la fine di ogni velleità di vittoria: sprofondato in fondo alla classifica con una macchina danneggiata, demoralizzato ha addirittura optato per un ritiro volontario in modo da poter conservare il motore in vista della velocissima pista di Monza. Rosberg invece, rientrato dopo poco ai box per poter cambiare l'ala anteriore è rimasto spesso invischiato nel "traffico" ed avrebbe alla fine anche vinto se davanti a se non si fosse trovato un Ricciardo perfetto sotto tutti i punti di vista. Veloce, ma soprattutto sempre concentrato con una guida esente da sbavature, al contrario del blasonato compagno di squadra Vettel: il tedesco dopo un'ottima partenza è arrivato lungo a Les Combes e da lì non ha più avuto il passo necessario per poter combattere per la vittoria. I 52 secondi di distacco dal vincitore rimediati al traguardo bruciano al tedesco più di uno scialbo quinto posto. Sebastian è il campione di sempre, quattro titoli mondiali non si vincono per caso o grazie solo ad un'ottima vettura, ma è palese che la sua guida non sia adatta a questo tipo di monoposto dotate di tanti cavalli e di un carico aerodinamico minore rispetto a quello che generavano le monoposto degli anni scorsi. Chi invece è parso a suo agio su un circuito che ama è il ferrarista Kimi Raikkonen: una gara superba, senza errori, in cui ha ottimizzato il potenziale della sua vettura arrivando quarto dopo avere lungamente occupato la seconda e la terza posizione. Questa volta ha messo in ombra il compagno Alonso, giunto settimo. Quest'ultimo è rimasto attardato da una penalità di cinque secondi inflittagli dai commissari a causa di un problema alla partenza del giro di ricognizione che ha tenuto i suoi meccanici in griglia oltre al consentito. Tuttavia è parso decisamente più in difficoltà rispetto al finlandese. Stavolta i ruoli si sono invertiti ed il risultato dimostra che basta un piccolo problema tecnico per ribaltare i valori in campo fra compagni di squadra. Raikkonen ha accusato quest'anno così tanti problemi tecnici da lasciar pensare che la squadra di Maranello non sia più capace di gestire allo stesso livello due vetture. Il finlandese ha dimostrato che, in una gara in cui gli va tutto liscio, può lottare per le prime posizioni tanto quanto il compagno asturiano. Tuttavia questo è un mondiale che si presta bene alle polemiche "pseudo-giornalistiche" gratuite, come quelle rivolte alle prestazioni del pilota finlandese e più sensate, come quelle inerenti alla guerra di nervi che vi è all'interno del box Mercedes. A fine gara i boss della squadra tedesca, Toto Wolff e Niki Lauda, piuttosto scuri in volto per una vittoria gettata al vento dai suoi piloti e tramutata in "appena" un secondo posto, hanno avuto parole piuttosto dure specialmente nei confronti di Rosberg. Sicuramente ci aspetta un finale di stagione esaltante, considerando che adesso Hamilton si trova costretto a dover recuperare ben 29 punti al compagno. Per la Mercedes sarà una situazione da gestire estremamente delicata, per lo spettacolo decisamente un bene.
Matteo Landi