di Matteo Landi
Ottobre 2016, Autodromo del Mugello. La mattina è fresca. Il numero degli appassionati presenti è inusuale per il Campionato Italiano Gran Turismo: Alex Zanardi è tornato in pista, pronto a correre con la BMW, la sua “nuova” famiglia sportiva a quattro ruote. Il marchio ha permesso ad un uomo sfuggito alla morte nel 2001 dopo un terribile incidente in Formula Cart, in cui ha perso le gambe, di dare sfogo a tutta la sua energia e forza d’animo, contraccambiando la fiducia ripostagli con prestazioni assolute e vittorie, prima che Alex intraprendesse l’avventura plurivincente in Handbike. Siamo tutti lì, nel paddock, in attesa di un saluto di Zanardi.
Esce dal box, toglie il nastro oltre il quale il pubblico non può andare e, sulle sue stampelle, si getta nella mischia. Un sorriso per tutti, fotografie, autografi. C’è chi lo conosce da sempre, chi ricorda le sue imprese americane, il sorpasso al Cavatappi di Laguna Seca (“The Pass”), chi gli ricorda le medaglie vinte in handbike. Il lavoro, poi, chiama Sandro, che saluta tutti, torna nel box e, manco a dirlo, vince! Il bello è che nessuno è stupito del fatto che questo quasi 50enne ottenga l’ennesimo successo, battendo le sue limitazioni fisiche e gli avversari. “Pineapple”, come lo chiamavano in America, è diventato negli anni un esempio di tenacia, andando oltre alle sue vittorie su quattro ruote e su handbike. Ha promosso il paraciclismo, avvicinando tante persone allo sport, alla ricerca anche dei campioni di domani. Da ieri lotta di nuovo, fra la vita e la morte.
Come in quel settembre 2001, con quella tempra che lo ha sempre contraddistinto. Nella sua autobiografia Alex ricorda gli sforzi compiuti durante la sua crescita agonistica nelle formule “minori”, quando non lo conosceva nessuno e, senza più soldi, nonostante le vittorie accumulate dai kart alla Formula 3000, sembrava sfumargli il sogno di una vita. Nessuno gli stendeva quei tappeti rossi che Alex ha poi trovato dopo il suo, primo, grave incidente, quando ormai era per tutti il Grande Zanardi.
E Grande, Immenso, lo era e lo è davvero. Adesso, dopo il suo tragico incidente avvenuto nei pressi di Pienza durante la staffetta promozionale di “Obiettivo Tricolore”, Alessandro sta lottando ancora. Il bollettino di questa mattina, dopo il doppio intervento chirurgico di ieri sera, parla di “parametri emodinamici e metabolici stabili, quadro neurologico grave”. E’ stata una botta tremenda Alex, neanche il tuo casco ha retto, ma confidiamo tutti in te, nella tua tempra, nella tua forza d’animo. Vogliamo presto rivedere te e quel tuo sorriso contagioso.
Forza Alex!