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Cosa rimane dopo il caso Ruby. Macerie della giustizia, macerie della politica e della credibilità nazionale. La giustizia nostrana sempre più simile alla sharia? Per fortuna esiste il terzo grado di giudizio.

di Lamberto Colla - Parma, 15 marzo 2015 -

L'assoluzione dell'ex premier e ex cavaliere Silvio Berlusconi per il caso "Ruby" non può e non deve essere archiviata ma diventare oggetto di studio politico, economico, deontologico, sociale e religioso.
Non tanto per la sentenza finita a favore del signor B. qualsiasi, ma per gli interrogativi che spalanca sulla conduzione ma soprattutto sulla pubblicizzazione delle varie fasi del percorso giudiziario e degli effetti privatistici e pubblici che questo ha comportato.

Una magistratura inquirente che, alla luce dei risultati, è apparsa più dedita alla moralizzazione piuttosto che a offrire il meglio del nostro ordinamento giuridico.
Una giustizia, che almeno nelle prime fasi, si è mossa alla pari della sharia (diritto penale islamico. Nel Corano stesso sono descritte le pene da applicare ai casi più gravi lasciando solo i reati minori al sindacabile giudizio degli amministratori della giustizia) mettendo in evidenza, se comunque ce ne fosse stato bisogno, il grado di degenerazione raggiunto dalla nostra classe politica e il ridottissimo tasso di moralità, limitato alla quasi esclusiva facciata di circostanza.

Ben diverso invece il comportamento tenuto dai giudici francesi nel caso che ha visto coinvolto l'ex direttore del FMI (fondo Monetario Internazionale) e candidato all'Eliseo Dominique Strauss-Kahn "reo" di avere il vizietto orgiastico. Una debolezza, peraltro confessata, venuta fuori di pubblico dominio a seguito della denuncia di una inserviente dell'Hotel che lo ospitava a New York che poi si è rivelata solo frutto di una macchinazione, molto probabilmente, ordita per intralciare la sua ascesa alla poltrona più ambita di Francia e proseguita con l'accusa di favoreggiamento della prostituzione nel processo che lo vedeva coinvolto sul giro di squillo all'Hotel Carlton di Lille.
In questo caso la magistratura transalpina decise di non procedere in quanto nulla di legalmente rilevante fu riscontrato. Non venne in mente a alcun magistrato di costruire una linea d'accusa sulla base di comportamenti che rientrano nella esclusiva sfera privata. Al contrario lo stesso pubblico ministero fece richiesta di proscioglimento «puro e semplice». Poi, come era da attendersi, il giudizio morale si è abbattuto sul collo dell'uomo politico emarginandolo come era giusto che fosse.

Uno sviluppo processuale ben diverso da quello riservato all'ex premier italiano.
Già perché se il signor B. è stato assolto perché il fatto non sussiste, la qual cosa comunque non scioglie il giudizio morale sulla persona che ognuno potrà far valere nella segretezza dell'urna. 

Ma come si diceva, la questione apre molti interrogativi. Il primo e più scontato è quello che la complicità tra alcuni giornali nazionali e alcuni giudici sia stata orchestrata per favorire la decadenza del potente leader del partito di maggioranza relativa e Capo del Governo senza curarsi degli interessi reali del Paese.

Le bastonate mediatiche provenienti anche dalle testate estere hanno giudicato ancor prima della sentenza contribuendo a scatenare il tornado finanziario che si è potuto misurare con lo spread a "forza" 585 registrato nel 2011 ovvero quasi 500 punti superiori al 2007 quando misurava stazionario intorno ai 90 punti. Proprio quel valore, 585, fu la goccia che fece traboccare il vaso e portò alla sostituzione imperativa del Capo del Governo orchestrata dal Presidente Giorgio Napolitano.

Ed ecco che, dopo anni di saccheggio, lo spread è in questi giorni tornato ai valori del 2007 lasciando però sul terreno le testimonianze della devastazione.

E per fortuna che esiste il terzo grado di giudizio, quello della Corte Suprema di Cassazione che, a quanto pare, sta diventando sempre più l'ultimo baluardo a difesa del diritto, di quella giustizia giusta che cittadini vorrebbero avere come alleata.
Quella Corte Suprema che ha il coraggio di ribaltare anche le sentenze dei due precedenti gradi, come il caso recente degli allevatori lombardi coinvolti nella vicenda "quote latte", o come la vicenda che vedeva contrapposti produttori di un salame tipico e una multinazionale dell'alimentare e, per finire, al caso Berlusconi premier.

Il ricorso alla cassazione sta diventando indispensabile per fare valere i propri diritti. Il guaio è che in pochi possono permetterselo. Il ceto medio è stato sepolto dalle macerie dello spread e il diritto a una giustizia equa si è perciò limitato alla estrema minoranza del Paese e non più alla maggioranza. E poiché è un diritto individuale la difesa del cittadino, se questa non può essere perseguita causa impossibilità economica, il diritto stesso viene compromesso.

Non è proprio il caso, in questo periodo di forte e diffuso sconforto, mettere in cattiva luce il potere giudiziario e con esso le forze dell'ordine, argini maestri di contenimento del fiume "insofferenza" al colmo della sua portata.

Ecco perché sarebbe il momento che, separatamente, il potere politico e il potere giuridico ripensassero i loro comportamenti, o meglio quello di alcuni loro illustri, mediatici e telegenici rappresentati, e sotterrando l'ascia di guerra ricominciassero a dare il buon esempio.

Sono i cittadini che lo vogliono è lo Stato di Diritto che lo pretende.

Non è scritto da nessuna parte che debbano esserci dei vinti e dei vincitori, si può benissimo ripartire azzerando tutto pensando esclusivamente agli interessi della nazione.

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Progetto di legge approvato all'unanimità dall'Assemblea legislativa regionale dell'Emilia-Romagna: ridotte le indennità, abolita quella di fine mandato e azzerati i fondi ai gruppi per un risparmio complessivo sui costi della politica di 7,5 milioni di euro -

Parma, 11 marzo 2015 -

Sì unanime da parte di tutti i Gruppi assembleari: Pd, Sel, Ln, M5S, Fi, Fdi, AltraER,  - che peraltro hanno condiviso emendamenti al testo - sui tagli ai costi della politica previsti dal progetto di legge approvato dall'Assemblea legislativa regionale dell'Emilia-Romagna.

L'indennità mensile dei consiglieri regionali fissata a 5 mila euro lordi, dagli attuali 6.104; l'abolizione dell'indennità di fine mandato e l'azzeramento dei fondi ai Gruppi per il funzionamento, per un risparmio complessivo sui costi della politica, considerati tutti gli interventi, di 7,5 milioni di euro nell'arco dei cinque anni della legislatura cominciata dopo le elezioni regionali del novembre scorso. Fondi che, per decisione condivisa da maggioranza e opposizione, verranno destinati a finanziare politiche di sicurezza, legalità e qualità del lavoro, il sostegno al microcredito per lo sviluppo dell'imprenditorialità, il reinserimento lavorativo e l'inclusione sociale

Il provvedimento, presentato da Pd e Sel (i capigruppo, rispettivamente Paolo Calvano e Igor Taruffi,primi firmatari) razionalizza anche le modalità di assunzione del personale delle strutture speciali e modifica più leggi regionali - spiega la nota. 

Presentato dalla maggioranza e scelto come testo base, è composto da 15 articoli ed è finalizzato a ridurre le spese dell'Assemblea legislativa in ordine al trattamento economico dei consiglieri e al funzionamento dei Gruppi. Il progetto di legge è arrivato in Aula dopo che in commissione Bilancio, affari istituzionali e generali sono stati accolti numerosi emendamenti presentati sia dai proponenti sia dai consiglieri di opposizione.

Nel dettaglio, le misure più rilevanti -

L'indennità mensile di carica lorda dei consiglieri regionali è fissata a 5 mila euro (rispetto a 6.104,47), con un risparmio annuo di 662.682 euro per un totale di 3.313.410 euro nell'arco della legislatura. A questo risparmio va sommato quello derivante dalla diminuzione delle indennità di funzione, calcolate in percentuale sull'indennità di carica, per un totale di altri 346.582,69 euro per legislatura. Contestualmente, diminuiscono le indennità di funzione anche di assessori, presidente e vicepresidente di Giunta. Il rimborso forfetario mensile delle spese per l'esercizio del mandato riconosciuto ai consiglieri viene fissato a 2.258.65 euro. Viene eliminata l'indennità di fine mandato dei consiglieri, misura che genera un risparmio totale per la legislatura di 1.526.117,5 euro. Infine, l'eliminazione del fondo per le spese di funzionamento dei Gruppi garantisce un risparmio pari a 472.962,3 euro annui, che diventano 2.364.811,5 nella legislatura.

In totale, i risparmi conseguiti per questa legislatura ammontano a 7.550.921,69, equivalenti a 1.510.184,338 euro all'anno.

Sulla materia erano stati presentati altri due disegni di legge, abbinati al testo della maggioranza: uno del Gruppo M5s, intitolato "Norme per l'eliminazione dei privilegi e l'abolizione definitiva dei vitalizi, legati alla carica di consigliere regionale dell'Emilia-Romagna", e quello di iniziativa popolare, su "Modifiche alla legge regionale 14 aprile 1995, n.42 'Disposizioni in materia di trattamento indennitario agli eletti alla carica di consigliere regionale".

La destinazione delle cifre risparmiate 

In Aula sono stati approvati alcuni emendamenti, il più significativo dei quali definisce la destinazione delle cifre che verranno risparmiate grazie a questa legge: la Regione adotterà provvedimenti finalizzati a finanziare politiche di sicurezza, legalità e qualità del lavoro, sostegno al microcredito per lo sviluppo dell'imprenditorialità, il reinserimento lavorativo e l'inclusione sociale. Si è previsto di incentivare la forma del tirocinio formativo fra quelle a cui potranno aderire i Gruppi assembleari, e si è sottolineata l'esigenza di garantire appropriate postazioni lavorative alle persone con disabilità. Infine, è stata estesa l'esclusione dell'erogazione dei vitalizi ai consiglieri condannati in via definitiva per delitti a sfondo mafioso.

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

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Delegazione ministeriale a Palazzo Allende per studiare criticità, ed eventuali correttivi, in questa complessa fase attuativa della Legge di riforma -

Reggio Emilia, 9 marzo 2015 -

La Provincia di Reggio Emilia è tra quelle individuate dalla Presidenza del Consiglio dei ministri per un progetto pilota di assistenza tecnica che fornisca a Province e Città metropolitane, in questa complessa fase attuativa della Legge 56/2014, un aiuto concreto sui diversi aspetti tecnico-gestionali della riforma, anche al fine di favorire lo scambio di buone pratiche a beneficio di tutti i territori e per consentire alle Amministrazioni centrali di disporre di un quadro puntuale delle problematiche connesse a questo processo, anche alla scopo di valutare eventuali interventi correttivi.

Nell'ambito di tale Progetto pilota, venerdì a Palazzo Allende, una qualificata delegazione ministeriale - guidata da Roberta Angelini del Ministero Affari regionali e Autonomie e composta, tra gli altri, da Ivo Rossi del Ministero dell'Economia e delle Finanze e da Marco Stradiotto di Soluzioni per il sistema economico (Sose, Spa costituita da MEF e Bankitalia) - ha incontrato il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, le dirigenti a Bilancio e Personale, Claudia Delrio e Loredana Dolci, ed il capo di gabinetto Luca Cattani. Erano presenti anche, Filomena Terzini direttore generale agli Affari istituzionali e legislativi della Regione Emilia-Romagna, e il dirigente della Prefettura, Giorgio Orrù.

"Nel corso dell'incontro abbiamo evidenziato le principali criticità connesse al processo di riordino che riguardano in modo particolare i temi delle risorse e dunque della sostenibilità del bilancio, nonché del personale – spiega il presidente Giammaria Manghi – Si è discusso inoltre dello stato dell'arte della normativa regionale di riordino delle funzioni, che come noto vede la Regione Emilia-Romagna impegnata nelle elaborazione di una legge anche attraverso un gruppo di lavoro di cui fanno fanno parte, oltre all'assessore regionale al Riordino istituzionale Emma Petitti, la stessa Provincia di Reggio Emilia, quelle di Modena e Ravenna e la Città metropolitana di Bologna. L'incontro di oggi ha rappresentato un utile passaggio per iniziare a chiarire alcuni dei punti critici del complesso percorso di riordino istituzionale che stiamo affrontando".

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

Cibus Agenzia Stampa Elettronica Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 10 8 marzo 2015

SOMMARIO Anno 14 - n° 10 08 marzo 2015

(In allegto il pdf scaricabile)

1.1 editoriale 8 marzo. E' qui la festa?
3.1 materie prime Il recupero del dollaro influenza i valori e accresce l'incertezza.
4.1 agroalimentare AgrOsserva: agroalimentare, prospettive più favorevoli nel 2015
5.1 cereali Cereali, continua l'indecifrabilità. Dallo sciopero brasiliano a quello argentino
6.1 Lattiero caseario Ancora più su i derivati del latte. Leggera flessione a Milano per la crema uso alimentare
7.1 olio ENOLITECH 2015, uno sguardo sule tecnologie per le cantine e i frantoi di domani.
7.2 expo2015 Mc Donald's e Coca-Cola, le mani sopra l'Expo2015
8.1 Mais & Soia Dati previsionali
9.1 vinitaly ricerche Vino, i segnali che fanno ben sperare per il 2015.
9.2 vino Lambrusco, Sangiovese e Pignoletto i più venduti in Emilia Romagna.
10.1 vino Concorso enologico internazionale, passpartout per expo2015

Cibus 10 COP

Domenica, 08 Marzo 2015 12:11

8 marzo. E’ qui la festa?

Dalla bufala del rogo alla conquista dei titoli al femminile passando dalle quote rosa.

di Lamberto Colla - Parma, 8 marzo 2015 -

Stavo facendo la conta per scegliere l'argomento principale di cui avrei voluto trattare nella mia rubrica domenicale - chiamarla editoriale mi sembra troppo -, il campo si era ormai ristretto tra il brutto esempio che il calcio sta offrendo (dagli hooligans olandesi alla penosa vicenda del Parma Calcio e la decisione di sospendere il campionato greco, poi rientrata, da parte del nuovo e indeciso premier Tsipras) e un commento sulla "real politik" stimolato dalla affermazione del vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, il quale in occasione dell'ennesimo naufragio ha lasciato trapelare l'apertura al dialogo con i dittatori. Due argomenti ghiotti sui quali avrei potuto spendere fiumi di polemiche e sfogare la mia rabbia di cittadino immedesimandomi, senza difficoltà, nei milioni di italiani increduli di assistere a tanta orgogliosa incapacità degli uomini e delle poche donne che a vari livelli ci governano.

E invece, osservando il calendario, folgorato sulla via di Damasco, non ho saputo sottrarmi dalla mischia delle banalità e delle demagogie penose che l'8 marzo riesce a stimolare alla pari di quelle nere pilloline purificatrici.

Una giornata nella quale si disperdono fiumi di parole di circostanza, copia incolla degli articoli di decenni precedenti, che con il passare del tempo hanno perduto l'antica origine ai quali si contrappone l'anima consumistica che, almeno per un giorno, fa felici i ristoratori e i fiorai.

Poco o nulla è rimasto della festa originale nata per ricordare tutte le conquiste delle donne in campo economico, politico e sociale ma anche le discriminazioni e le violenze cui le donne sono state sottoposte in molte parti del mondo Italia compresa. Quasi tutti i sacrosanti giorni la cronaca nera ci sbatte in faccia la realtà. Tragedie familiari nelle quali la stragrande maggioranza sono vittime le mogli o le figlie a dimostrazione che i cambiamenti culturali all'interno delle società avvengono di gran lunga più lentamente di quanto ci si possa immaginare. Quindi tutti i giorni andrebbe celebrata la donna, quell'altra parte del cielo senza la quale non ci sarebbero figli e sulle quali grava gran parte dell'educazione della prole e della gestione familiare. Contabili esperte che in caso di necessità riescono a fare miracoli di spending review. Così impegnate tra il lavoro, la casa e la cura dei bambini che non hanno spazio nemmeno per consumare una lacrima in solitudine.

E' a tutte queste donne che la società deve dare protezione. A loro che sono la base e il punto di riferimento familiare e quindi della società tutta che occorre dare sostegni e servizi concreti senza se e senza ma. E' nel rispetto che si deve a loro, in quanto cittadine, donne e madri che la politica deve orientare l'attenzione concreta e non demagogica, a partire dalla scuola.

L'8 marzo è invece diventata la sagra delle banalità, e dimostra come certe donne interpretino l'emancipazione acquisendo e addirittura inasprendo i difetti del genere maschile.

Ancora tanti sarebbero gli obiettivi di conquista di cui il genere femminile potrebbe farsi portabandiera. Dalla difesa della dignità delle minoranze alla lotta per la riforma della società attraverso la meritocrazia abbattendo nepotismi e scambi di favori, sessuali compresi.
E infine se veramente le donne intendono onorare il loro genere chiedere, a gran voce, di annullare questa ricorrenza che sta esaltando la discriminazione offrendo un brutto esempio di emancipazione piuttosto che la celebrazione delle conquiste di un passato ormai remoto. Oppure, in alternativa, porsi nuovi obiettivi di conquista.
Uno di questi obiettivi lo suggerisce, da quasi un anno, la Signora Presidente della Camera, Laura Boldrini, la quale ancora pochi giorni fa proprio in previsione della festa della Donna ha nuovamente richiamato i colleghi parlamentari a utilizzare i titoli al genere femminile quando ci si rivolge a una donna. Quindi Avvocata, dottora e, seppure queste parole non abbiano una sonorità gradevole è giusto abituarsi, per principio, a utilizzarle nel rispetto delle signore.
L'ultima "grande conquista" risale a pochi anni fa con l'introduzione delle "Quote Rosa". Alla pari dei centri commerciali e dei Park scambiatori anche la politica ha voluto riservare alcuni stalli al mondo femminile.

Una conquista non da poco se si pensa che finalmente, alla pari degli uomini, anche il genere femminile può offrire il peggio negli organismi rappresentativi pubblici. Il principio della meritocrazia calpestata non poteva essere di esclusiva pertinenza maschile.

Buona Festa!

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Stop della Commissione Bilancio del Senato ad alcuni provvedimenti del decreto di riforma del Codice della Strada tra cui l'anticipazione dell' "ergastolo della patente". Sconcerto di FIAB, la Federazione Italiana Amici della Bicicletta: "Mancanza di copertura finanziaria o mancanza di attenzione?" -

Parma, 3 marzo 2015 -

Bocciati da parte della Commissione Bilancio del Senato alcuni elementi del decreto di riforma del Codice della Strada. La proposta di Riforma, riguardava importanti provvedimenti tra cui l'anticipazione dell' "ergastolo della patente" - ovvero la revoca a vita della patente - dopo aver causato il primo incidente mortale sotto l'effetto di alcool e droga o l'introduzione di nuovi guard-rail meno letali per i motociclisti.

La Proposta, che aveva già ottenuto il via libera da parte della Camera dei Deputati, è stata bocciata. Il pacchetto di provvedimenti riguardava anche la difesa dell'utenza debole della strada - pedoni, bambini, anziani, ciclisti, disabili e motociclisti - dai posti auto riservati alle donne incinta, alla pianificazione della viabilità, fino a nuove norme a favore del trasporto pubblico.

Sconcerto di FIAB, la Federazione Italiana Amici della Bicicletta, che da tempo è parte attiva nel difficile cammino intrapreso per dare al Paese un nuovo modello di mobilità. "Leggiamo dai media che la mancanza della necessaria copertura finanziaria è la motivazione che ha portato alla bocciatura di alcuni importanti provvedimenti - dichiara in una nota - Giulietta Pagliaccio, presidente nazionale FIAB. - Una spiegazione troppo spesso di circostanza. Ci sembra quanto mai doveroso chiedere un chiarimento e un dettaglio specifico su quali siano gli oneri aggiuntivi previsti. Non riusciamo a capire, ad esempio, - continua la presidente - quali dovrebbero essere le risorse necessarie per dare ai sindaci la possibilità di ridurre la velocità in aree specifiche, al fine di garantire maggiore sicurezza ai cittadini".

Questo rallentamento alla Riforma del Codice della Strada arriva alla vigilia dell'importante seminario sul tema "Intermodalità tra i sistemi di Trasporto Sostenibile", in programma giovedì 5 marzo a Montecitorio, e a poche settimane dal nuovo appuntamento sugli Stati Generali della mobilità nuova, che si svolgerà Bologna in aprile.

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Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 9 1 marzo 2015

 SOMMARIO Anno 14 - n° 9 1 marzo 2015

(in allegato è possibile scaricare il prodotto in pdf)

1.1 editoriale Dopo "Un'anno di Governo", meglio tornare alle "serali".
3.1 cereali Materie prime, raffica di aumenti.,
4.1 parmigiano reggiano Forte crescita (+8,4%) per il grattugiato e porzionato
5.1 cereali Cereali, un mercato ancora poco decifrabile alla vigilia dei raccolti sudamericani
6.1 lattiero caseario Volano i derivati e le creme uso alimentare
7.1 olio Sol d'oro, un piccolo paese della Sicilia si accaparra 3 dei 5 premi in palio.
8.1 Mais & Soia Dati previsionali 2015
9.1 carni e salumi La Kraft "doma il Felino"
9.2 ambiente "Casino dei Boschi". Primo in Emilia Romagna nel sondaggio FAI "I luoghi del Cuore".
10.1 overview mercati Ismea, overview mercati agroalimentari

Cibus 9 COP

A scuola. Bisogna che tutti si ritorni a scuola. Abituati a comunicare con gli "emoticons", i moderni geroglifici tanto in uso con i vari Twitter, Facebook, iMessage, WhatsApp, che stiamo dimenticando l'uso della parola e le basi grammaticali.

di Lamberto Colla - Parma, 1 marzo 2015 -

Matteo Renzi e ancora prima il popolo M5S ci ha catapultati nella politica 3.0. Twitter sembra essere diventato l'organo di stampa ufficiale del Premier ma anche di Matteo Salvini e via via più giù sino a Federico Pizzarotti, sindaco di Parma e grillino della prima ora.

Ma si sa, la comunicazione via "digital media" è più consona alla tempestività che alla correttezza, alla "viralizzazione" piuttosto che alla meditazione e, come è ovvio, nella fretta ci casca l'errore.

Così che, tra abbreviazioni ormai entrate nel "nuovo lessico 2.0" e lo smodato utilizzo di "faccine gialle" e altre iconografie in constante aggiornamento, un nuovo linguaggio si sta diffondendo e, aimè, sta invadendo barbaricamente la lingua italiana abbattendo i dogmi grammaticali così come i talebani e gli jihadisti hanno abbattuto i millenari monumenti afgani e siriani.

La velocità del fare deve andare di pari passo con la velocità del pensare. Mai come in questi tempi l'esclamazione "Detto fatto" è diventata uno stile di vita, soprattutto politica.

A inaugurare la nuova stagione della velocità "uber alle" è stato proprio il nostro giovane premier Matteo Renzi con lo slogan: "Una riforma al mese". Alcuni mesi dopo, a seguito della prorompente vittoria alle elezioni europee, il cronoprogramma si è trasformato in un "piano dei mille giorni" e verifiche "passo dopo passo" ma pur sempre di corsa.
Parlamentari obbligati a nottate in parlamento per discutere le riforma o meglio per ascoltare l'ostruzionismo delle opposizioni. Un pesante impegno al quale non erano abituati e che tanto fa felice il popolo nel vederli sgobbare e loro fieri dei privilegi e compensi che adesso, finalmente, risulta noto a tutti che meritano.

Intanto il Premier da Firenze vola a Roma o viceversa, poi in men che non si dica si apprende, dal suo "cinguettio", che è a Bruxelles o in medioriente e magari nel frattempo si è concesso una sciatina flash e, giusto per non perder tempo, durante la risalita in seggiovia, ha molto probabilmente convocato un direttivo del PD (posto che è ancora il segretario rottamatore del partito di maggioranza relativa) o una qualche  commissione parlamentare, prima di presenziare alla inaugurazione di un edificio scolastico in precedenza danneggiato da qualche terremoto o alluvione del recente passato sperduto in qualche remoto angolo della bell'Italia.

Un folletto (da non confondere con il noto marchio d'aspirapolvere), uno gnomo che della velocità e onnipresenza ha fatto il suo principale strumento di lavoro  e il cinguettio ne garantisce la presenza.

Ma non tutti riescono a tenere il suo passo. Riesce la giovane, brava e bella ministra Maria Elena Boschi la quale, nei giorni scorsi, commentava che un tempo faceva le 5 del mattino in discoteca e adesso le fa in Parlamento.

Fatto sta che corri di qua, corri di là, twitta e convoca, l'errore è sempre alle porte.

La legge di stabilità approvata di corsa a fine anno, dimenticando il mondo delle giovani partite iva, ne è un tragico esempio.
Infine, e non vorrei essere nei panni del grafico, il volantino distribuito per celebrare un anno di successi nella scuola, nella sua prima stesura pubblica, riportava in alto a sinistra, un errore grossolano di grammatica che, proprio per l'argomento che trattava, si è trasformato in barzelletta.

"Abbiamo cominciato con la scuola perché sappiamo che se non c'è Istruzione non c'è l'Italia" recitava il comunicato stampa al quale era allegato il volantino celebrativo ignorante di una regola fondamentale che si impara, appunto, a scuola: "un anno" deve essere scritto SENZA apostrofo e non, come nel volantino, con l'apostrofo come se fosse un sostantivo femminile.

Un errore di cui si è accorto il giornalista Danilo Chirico che ne ha segnalato, via twitter, l'errore consentendo al PD di cancellare il post sostituendolo con quello corretto ma, come si sa, la viralizzazione e il web sono una brutta bestia così che il volantino resiste ancora in rete.

Un refuso, si è giustificato il PD fatto sta che l'errore da matita blu c'è e, quel che è peggio, "in collaborazione con il dipartimento istruzione del partito democratico". Ma per "gli Stati Generali" non è la prima volta che il Pd inciampa in "refusi" tanto da far credere loro che siano veri e propri errori grammaticali.

A onor del vero dobbiamo però segnalare che la frase "save the date" è riportata correttamente quindi un bell'otto in inglese non glielo toglie nessuno!

Renzi un anno di Governo errore volantino cibus

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Sgozzano 21 egiziani e ne versano il sangue nel mare, bruciano vivi 45 iracheni e rapiscono 35 cristiani il cui destino sarà lo sgozzamento o l'inferno. La Merkel e Hollande candidati a negoziare la resa dell'Isis in Libia.

di Lamberto Colla - Parma, 22 febbraio 2015 -
Sogno o son desto? Con l'ultima dichiarazione dell'ONU che sollecita una azione diplomatica per la Libia un brivido di terrore mi sale dai piedi alla testa. Gli hooligan dell'Isis hanno lanciato l'ennesimo attacco mediatico, che pare una promessa, con l'hashtag su twitter #stiamo arrivando a Roma (#We_ Are_Coming_O_Rome) e l'occidente è pronto a opporre resistenza con una efficace azione diplomatica.

La Giordania e l'Egitto entro le 24 ore successive all'uccisione dei propri connazionali, senza ma e senza se, hanno scagliato i loro aerei sopra le postazioni del Califfato e l'occidente, Italia compresa, opta per una azione diplomatica!

Peraltro non sarà imminente la trasferta libica del team di negoziatori "Pacifix-chic". Gran bagarre all'interno del palazzo di vetro, si stanno già tutti accapigliando per ottenere un posto nella delegazione diplomatica che farà viaggio a Tripoli. I commessi dell'ONU hanno già ricevuto ordine di mettere in pre allarme i sarti che dovranno confezionare le tute arancioni a misura per ciascun componente della delegazione. Non potranno sfigurare quando avranno l'onore della visìbilità. Davanti alle telecamere dell'Isis dovranno mantenere una certa immagine anche una volta inginocchiati con il coltello alla gola. La forma è sostanza, o forse no?

Il nostro inviato da New York ci sta riportando indiscrezioni circa feroci accapigliamenti tra i rappresentanti di tutti i paesi per fare parte della delegazione. E sino a quando l'elenco non sarà deciso non si potranno trasmettere le misure al sarto per confezionare le splendide tute arancioni di rappresentanza.

Speriamo che nel frattempo le bandiere nere con il motto coranico non arrivino a fare i danni che fecero gli hooligans olandesi lo scorso giovedi.

In tutto questo stupisce che la coppia Merkel - Holande non sia partita in avanscoperta a risolvere, da soli, la questione come fecero con Putin.

Ma sorprende anche di non vedere sui cieli libici (ma anche sui cieli di qualche isoletta  italiana - leggi Ustica) i Mig francesi sempre pronti a partire e colpire per un interesse (inter)nazionale come per primi partirono insieme ai britannici, 4 anni fa, per "liberare"  la Libia da Gheddafi e dalle aziende petrolifere italiane.

No, oggi sui cieli della Libia non vola niente e nessuno almeno per ora.

Potrebbe essere che, tra non molto, possano arrivare nuovi armati clandestini da terra e gli scud dell'arsenale di Gheddafi, sulla nostra terra e sulla nostra testa.

Forse i primi cento missili non arriveranno a bersaglio ma presto o tardi anche gli uomini dell'Isis impareranno a usare l'armamento missilistico a medio raggio. Forse ancora prima che le loro cellule dormienti in Italia vengano attivate per agire con la popolazione già in panico.

Il Corano, se questa volta arriverà in Italia, non sarà donato alle 100 ragazze spontaneamente offerte a fare visita a Gheddafi, ma verrà imposto con lama e fuoco con buona pace dei nostri pacifisti radical chic che magari, nel frattempo, si saranno ricongiunti con i loro soldi depositati in svizzera.

 

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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 7 15 febbraio 2015


SOMMARIO Anno 14 - n° 7 15 febbraio 2015 (in allegato il formato pdf)

1.1 editoriale Unione Europea cercasi.
3.1 pomodoro Pomodoro da industria, la contrattazione parta dalla qualità
3.2 Big Snow Emergenza neve. La CIA si Reggio Emilia pronta a aderire alla "class action"
4.1 cereali Cereali, la calma prima della tempesta?
5.1 Lattiero caseario Nuovo balzo in avanti per il burro
6.1 crisi La famiglia, ultimo baluardo contro la crisi
6.2 EFSA L'EFSA traccia le priorità di lavoro per il 2015 e anni seguenti.
6.3 OLIO Il prezzo dell'Olio di Oliva fa paura ai Buyer internazionali
7.1 Cereali Cereali, preoccupazioni dall'Est. 8.1 export salumi Salumi, il Canada apre a tutti i salumi
8.2 parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano: Domanda interna in crescita, prezzi al consumo più bassi e produzione in calo del 2,5%
9.1 vino Vinitaly sempre più mirato.:

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