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Apre sabato 27 maggio presso l'Aranciaia di Colorno la mostra retrospettiva dedicata all'artista Dario Rossi. Per la prima volta la sua imponente produzione pittorica è esposta in un percorso che ne riassume i molteplici linguaggi e l'evoluzione artistica. Una cinquantina di opere, alcune note e altre inedite, raccontano a partire da una serie di autoritratti l'intenso dialogo del pittore di Canneto con l'arte e con la vita.

Un’avventura espositiva, fortemente voluta da una cordata di amici del pittore insieme al Comune di Colorno, che si preannuncia fuori dal comune per l'indagine dettagliata della poetica pittorica di Dario Rossi attraverso una selezione di opere che ne riassumono i diversi linguaggi.

La prima sezione della mostra è dedicata agli autoritratti, un omaggio alle metamorfosi fisiognomiche del pittore di Canneto, esposte sulla lunga parete che apre il percorso, come se lui stesso guardasse la mostra dall’inizio alla fine, osservando le sue evoluzioni artistiche (ed esistenziali) finalmente riunite in un grande spazio. Avanzando nell'Aranciaia si trovano le opere dedicate alla figura, tema caro a Dario Rossi e raccontato nella rappresentazione di un’umanità̀ claudicante, quasi volesse toglierla dall’oblio. Sono figure provate dalla vita, storie marginali alle quali Dario Rossi dà voce, a partire dalla sua storia rivisitata più volte e rielaborata sulla tela in alcuni temi personali legati al dolorante rapporto con il suo passato e con la fatica del vivere.

Al centro del percorso. la grande installazione Eva, esposta in anteprima, un lavoro stratificato, arcaico, uscito dal lungo lavoro di Dario Rossi, che ha impiegato anni per realizzarla. A seguire le opere dedicate al paesaggio, a partire dalla rappresentazione dei luoghi elettivi - Carsighèt, le campagne di pianura – alle visioni apocalittiche di certi quadri, nei quali tutto sembra precipitare, e i climi si fanno tormentati. Come si scrive in catalogo “L’uso del termine climi, al plurale e in senso figurato, vale come indicatore delle diverse temperature pittoriche delle singole opere di Dario Rossi, di fronte alle quali trovare le parole è questione non semplice. Un fluire corposo di pennellate dove lo spessore della materia dichiara la stratificazione di stati d’animo e la densità del vivere che risuona con la sua pittura. Una poetica pittorica in simbiosi con la vita e con tutto il suo portato di dolore e di possibile felicità. La pratica della pittura è fondamentale per Dario Rossi, che la sceglie come compagna di vita. Una scelta determinante, sofferta e salvifica, che lo cambia radicalmente e lo porta a esprimere i climi che lo attraversano.”

“Voglio solo dipingere. Il tempo che mi allontana dalla pittura è un tempo che mi agita e  ringrazio i miei occhi che non si sono mai arresi del tutto alla schiavitù della vita”. spiega Dario Rossi.

Per Giuseppe Fiorini, coordinatore dell'iniziativa e rappresentante dell'Associazione un Po' d'arte “La mostra retrospettiva permette di vedere le diverse stagioni artistiche del pittore riunite finalmente in uno spazio di grande respiro come l'Aranciaia di Colorno.”

L’Aranciaia, che in passato ha accolto i frutti selezionati delle preziose piante messe al riparo dai giardinieri della Reggia di Colorno, ora accoglie i frutti del lavoro del pittore di Canneto, opere nate dal sofferto lavoro di scavo della terra dura di certe stagioni della vita.

Dario Rossi è nato a Canneto sull’Oglio, dove abita, nel 1958. Ha esposto nel 2001 e nel 2009 al MAM di Gazoldo degli Ippoliti (Mn) in due personali curate da Renzo Margonari, nel 2004 a Palazzo Te di Mantova e a Palazzo Calcagni di Reggio Emilia con la presentazione di Bruno Bandini. Dal 2005 ha esposto in diverse località italiane, di cui si ricorda in particolare la personale a Palazzo Patrizi a Siena con presentazione di Marcello Flores D’Arcais. Le sue opere sono presenti in varie collezioni private in Italia e all’estero.

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