Il direttore CNA, Fabio Bezzi: "Serve più dialogo tra fisco e imprese e un sistema sanzionatorio che punisca i veri evasori e non penalizzi i più piccoli" -
Reggio Emilia, 6 novembre 2014 -
È di pochi giorni fa la notizia annunciata dal nuovo direttore dell'Agenzia nazionale delle Entrate Rossella Orlandi dell'arrivo della "cooperative compliance", un nuovo strumento che prevede la possibilità, tramite adesione "volontaria", di essere seguiti dal fisco per avere certezze tributarie sui comportamenti da seguire. "Una bella idea – commenta il Direttore generale CNA Fabio Bezzi – se non fosse che questo strumento è destinato solo alle grandissime imprese. Non bisogna dimenticare che in Italia su oltre 4,4 milioni di imprese extra-agricole, il 99,9% è costituito da Micro PMI e di queste la quasi totalità (95%) hanno meno di 10 dipendenti.
Nelle Micro PMI italiane trova impiego l'81% dell'occupazione totale e si produce il 71,3% del valore aggiunto. Perché non andare incontro anche ad artigiani, professionisti e pmi che più delle grandi imprese sono penalizzate da crisi, difficoltà di accesso al credito, mancanza di liquidità, elevata pressione fiscale e caos negli adempimenti burocratici?".
Negli ultimi anni chi fa impresa non ha solo subito la crisi, sta ancora facendo i conti con un nuovo modo di stare sul mercato, dove calano i fatturati, il portafoglio ordini è a "vista" o nel migliore dei casi a breve, le marginalità si riducono giorno dopo giorno. In questo contesto i parametri di controllo risultano per lo più inadeguati, quando non dannosi. Se il mondo è cambiato per le imprese, deve coerentemente cambiare anche nei meccanismi di controllo.
"Avevamo accolto con interesse – continua il direttore Bezzi - le dichiarazioni di Rossella Orlandi al momento del suo insediamento su un cambio di rotta nella gestione dei controlli sull'evasione fiscale per un atteggiamento più equo del fisco nei confronti delle imprese. Purtroppo nell'ultimo anno stiamo assistendo a controlli a tappeto, che utilizzano parametri non adeguati alla realtà che vivono gli operatori, rischiando di mettere a rischio imprese e posti di lavoro".
Da tempo CNA chiede un fisco più semplice e più attento al valore sociale del fare impresa, un sistema fiscale che attragga gli investimenti e faciliti le aggregazioni d'impresa, che permetta agli onesti di pagare il giusto e impedisca agli evasori di professione di continuare nel loro atteggiamento che danneggia i mercati e crea concorrenza sleale.
"Quello che non funziona – sostiene Fabio Bezzi - è il rapporto tra fisco e contribuente: gli imprenditori hanno il diritto di non sentirsi "aggrediti" dal Fisco". Serve più dialogo e un sistema sanzionatorio meno schizofrenico. L'incertezza di norme e regole con cui hanno a che fare i contribuenti e i loro consulenti, con correzioni e modifiche dell'ultimo momento vicino alle scadenze per i pagamenti, addirittura dell'ultima ora a fine anno, costituisce un dispendio notevole per le imprese in termini di tempo e di maggiori oneri economici".
"Come Associazione – conclude il direttore della CNA provinciale - siamo in prima linea per la legalità; questo non ci deve impedire di scendere al fianco dei nostri imprenditori nel sottolineare le difficoltà e gli ingranaggi non funzionanti di un sistema che è ancora lontano da quel principio di equità e trasparenza fondamentale per non penalizzare sempre i più piccoli con un livello di prelievo fiscale divenuto ormai insostenibile. Nei giorni scorsi abbiamo presentato le nostre istanze alla direzione provinciale dell'Agenzia. Le rassicurazioni verbali ci hanno fatto piacere, ma non sono più sufficienti. Ci aspettiamo che alle parole corrisponda un vero cambio di rotta nei fatti".
(Fonte: ufficio stampa CNA RE)