Con l'industria 4.0 il successo dell'utilizzo delle tecnologie digitali nella produzione dipenderà dalla comunicazione tra tutti i reparti aziendali. In quest'ottica le persone non potranno sottrarsi alla formazione per l'acquisizione di nuove conoscenze e competenze. In che modo? L'apprendimento deve essere rapido ed efficace e in grado di portare risultati nel brevissimo termine.
Il processo di trasformazione digitale in atto implica un costante aggiornamento formativo e le nuove soluzioni tecnologiche hanno bisogno del supporto di creatività, intelligenza, saper fare di persone competenti e in grado di rispondere velocemente ai repentini cambiamenti. In questo ritmo frenetico gioca un ruolo cruciale la capacità di veicolare e produrre informazioni. Quest'ultima deve essere immediata, chiara, sintetica richiedendo uno sforzo di concentrazione minimo. In linea generale, il livello di attenzione e di concentrazione personale si è bassato, questa conseguenza è dovuta soprattutto alla maggior presenza di input esterni quali possono essere smartphone, tablet, ecc. (oramai di comune uso in ambito lavorativo e formativo). Di conseguenza la scelta e la produzione di informazioni da veicolare acquisisce grande rilevanza sia in termini lavorativi che formativi.
In questo caso gioca un ruolo primario il docente, il tutor o il trainer che si pone come un facilitatore dei processi di apprendimento. Oggi sono cambiate le modalità di apprendimento e lo stesso processo di apprendimento è indirizzato verso un'acquisizione più esperienziale, interattiva e coinvolgente del materiale di studio. Il docente, quindi, deve essere in grado di stimolare l'attenzione attraverso, ad esempio, l'inserimento di video divertenti, giochi e attività pratiche con le quali contribuire a rendere interessante il tema e far prendere consapevolezza dell'importanza dell'argomento. La formazione e l'acquisizione di competenze, quindi, sono parte integrante dell'innovazione e dello sviluppo, ancor più in un contesto come quello della quarta rivoluzione industriale. Cambiano di conseguenza le competenze e abilità ricercate: nel 2020 il problem solving rimarrà la soft skill più ricercata, ma diventeranno più importanti il pensiero critico e la creatività.