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Domenica, 02 Marzo 2014 12:06

Con le mani in tasca!

E’ suonata la campanella. Tutti in aula! 

di Lamberto Colla ---

Parma, 02 marzo 2014 -

La campanella è passata di mano non senza sterili e ridicoli commenti da parte di molti illustri opinion leader. Politici, imprenditori e organi di stampa hanno commentato l’investitura di Renzi più per questioni di forma che di contenuti. Apriti o cielo, aveva le mani in tasca. Al Senato della Repubblica proprio non è andato giù il “maleducato” gesto di riporre le mani in tasca del giovane premier. Un gesto, ritengo, istintivo seguito all’umano sentimento di iniziale imbarazzo di trovarsi a fronteggiare per la prima volta i Senatori della Repubblica. Un momento di rilassamento che riporta Matteo Renzi al protocollo dei suoi trent’anni (seppure ancora per poco). Un uomo, un ragazzo che finalmente vola a briglie sciolte sul suo discorso tutto a braccio e nel quale finalmente trova la leggerezza delle parole accompagnata dalla leggerezza dei gesti, in quel naturale e corretto metalinguaggio che non può che dimostrare coerenza e sincerità.  

E invece giù con commenti salaci proprio sulla rottura di protocollo. Addirittura, qualcuno di molto in alto, sarebbe arrivato a sostenere - lo riportano le cronache dei grandi editori - che Renzi sarebbe addirittura “più maleducato di Berlusconi”. Un filotto! Con queste poche parole si apre un mondo che è solo di insidie per Renzi. Accomunato a Berlusconi, nemico storico e appassionato del PD di Renzi, nella maleducazione - sempre che Berlusconi lo sia veramente - viene insinuato il dubbio che i due, oltre all’intesa politica sancita peraltro nella sede del PD, abbiano pure altri, non so quali, scopi comuni. Tant’è che subito dopo la nomina dei ministri ecco che qualcuno insinua che nella compagine governativa vi sia una “donna” di Berlusconi.

Il clima, nell’atmosfera di renziana, è pesante. Dal PD gli piovono qua e là bordate d’avvertimento dai tanti da lui “trombati”. 

A tale proposito non è nemmeno passato inosservato l’abbraccio, in stile “mafioso”, tra Bersani e Letta il giorno della votazione alla camera della fiducia al Governo. “Sono qui per Enrico” avrebbe detto lo “smacchiator cortese” al suo rientro in vita politica dopo il malore che lo colpì quasi 2 mesi fa. E vai con la standing ovation della Camera. 

  • Francesco ha rotto i protocolli della Chiesa e viene esaltato,  Matteo invece...  -

La rottura dei protocolli di Papa Francesco è stata accolta da tutto il globo come una benedizione. Sono stati esaltati i nuovi linguaggi verbali e non verbali del Pontefice argentino. Dalle telefonate ai singoli cittadini alla borsa nera che si è trasportato da solo scendendo le scale dell’aereo. Tutto è stato santificato di lui. 

Il paragone è sicuramente improprio ma “apriti o cielo” rimanere inorriditi per le mani in tasca di Renzi al Senato mi sembra di assistere a una arrampicata sugli specchi dei detrattori del giovane Sindaco di Firenze e d’‘Italia. In politica, la nostra soprattutto, ogni occasione è buona per contrapporsi. Ancora il premier deve iniziare a lavorare e 60 milioni di opinionisti si sentono autorizzati a commentare sul “nulla”, come il vuoto assoluto che riempie le teste di tanti. Attendiamo i fatti prima di criticare e se vogliamo bene agli italiani diamo un contributo a fare bene invece di cospargere il percorso di trappole e mine. Poi, se le aspettative saranno disilluse, Renzi salterà e l’Italia subirà un altro arresto non necessario e soprattutto pericoloso per la stabilità economica e sociale del Paese.

Conclusioni - 

Non sarà una passeggiata con le mani in tasca quella di Matteo Renzi. Anzi le mani dovrà usarle per disinnescare le mine amiche forse più numerose e insidiose di quelle nemiche.

Provaci Matteo! La speranza è che la tua esuberanza diventi un patrimonio d’Italia ma liberati dall’abbraccio mortale de i benedetti (solo di nome).

(Immagine Laboratorio Fotografico Chigi)

Pubblicato in Politica Emilia

Primo Gonzaga, presidente del comitato Grande Reggio: "Non rischiamo di ripianare un debito per accumularne subito uno nuovo. Urge una visione manageriale nuova che proietti Reggio Emilia oltre i confini locali, con un forte coinvolgimento del tessuto economico" -

 

Reggio Emilia, 27 febbraio 2014 -

Il presidente del comitato Grande Reggio, Primo Gonzaga, prende posizione su un argomento nodale per il tessuto economico reggiano: il destino delle Fiere. "La voragine debitoria della Srl – dichiara Gonzaga – non deve concentrare le attenzioni solo al ripianamento del deficit, ma deve portare a un veloce ed efficace ripensamento della strategia fieristica. Senza una visione manageriale nuova del ruolo delle Fiere, rischieremmo infatti di ripianare un debito per iniziare subito dopo ad accumularne un altro".

Chiarisce il presidente: "Non è sufficiente versare denaro per puntare a non perdere le manifestazioni che ci rimangono, come intende fare la Provincia. Se si vuole continuare con la strada della proposta fieristica si abbia la consapevolezza che Reggio Emilia non potrà più competere da sola, pertanto urge un piano di alleanze. In questo senso il nostro pensiero è chiaro: la politica deve considerare un forte coinvolgimento del tessuto economico e imprenditoriale per le scelte strategiche che indirizzano l'economia locale. In questa fase la Camera di Commercio e le associazioni di categoria dovrebbero essere l'interlocutore privilegiato, da ascoltare con interesse e attenzione, indipendentemente dall'assetto societario presente e futuro delle Fiere di Reggio. Ma bisogna far presto".

"Lo sbocco che noi auspichiamo per le nostre Fiere è uno sviluppo fieristico sul modello Monaco di Baviera – spiega Gonzaga - con un grosso centro fieristico di portata mondiale come hub, e diverse Fiere dei territori limitrofi come appoggio, ognuna specializzata nel proprio settore. Per questa idea sarebbe ottimale agganciarsi alle Fiere di Milano per l'Expo 2015, ma siamo già in forte ritardo e dobbiamo partire subito. Oppure, sempre in questa ottica, si percorra la strada che porta oltre confine, e si cerchino capitali stranieri in modo da fare di Reggio una fiera di domanda nazionale di qualche colosso espositivo straniero come le Fiere di Monaco, Hannover, Barcellona o Parigi. Una soluzione del genere porterebbe anche un rinnovato afflusso turistico e favorirebbe l'esplorazione del nostro territorio da parte di investitori stranieri".

"Anche su questo punto nodale – conclude il presidente – Grande Reggio vuole ribadire l'idea che le amministrazioni pubbliche debbano sgomberare il campo da veti incrociati, giochi clientelari e accordi sottobanco per ascoltare le esigenze di chi produce e investe sul territorio, e far così tornare a prosperare una città ricca di iniziativa e competenze com'è sempre stata la nostra Reggio Emilia. Questa è la strada maestra che Grande Reggio percorrerà politicamente".

 

(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)

 

Soddisfazione del Presidente della CNA provinciale soprattutto per le dichiarazioni sullo sblocco totale dei debiti della pa e sul taglio del 10% del cuneo fiscale -

Reggio Emilia, 24 febbraio 2014

"Siamo molto soddisfatti del discorso di esordio del Neo Presidente del Consiglio Matteo Renzi: con un taglio innovativo e un linguaggio semplice e diretto ha trattato i temi cruciali per la ripresa economica del Paese fornendo soluzioni concrete per il rilancio di investimenti e consumi".

È questo il primo commento di Nunzio Dallari, presidente di CNA Reggio Emilia, al discorso tenuto dal Presidente Renzi per chiedere il voto di fiducia al Senato. Molto apprezzati dal leader dell'Associazione di via Maiella l'ottimismo e il coraggio con cui Matteo Renzi guarda all'Italia come terra di opportunità.

"Sono quattro, in particolare, - continua Nunzio Dallari - i punti principali del suo discorso che le piccole e medie imprese attendevano da tempo venissero presi in considerazione dal Governo: sblocco totale dei debiti della Pubblica Amministrazione attraverso un diverso utilizzo della Cassa depositi e prestiti; riduzione del 10% del cuneo fiscale; facilitazione dell'accesso al credito per le pmi; snellimento del fisco e della burocrazia instaurando un rapporto diverso tra Pubblica amministrazione e cittadini anche attraverso l'uso della tecnologia, per ridurre il fattore tempo, una variabile non secondaria per le imprese".

"Ovvio che all'ottimo discorso di esordio – conclude il Presidente Dallari - ci aspettiamo segua una altrettanto ottima concretizzazione delle azioni proclamate: quello di oggi è solo un buon punto di partenza. Saremo vigili sul percorso che verrà intrapreso dal Governo nelle prossime settimane, dato che condividiamo con Renzi l'idea che il tempo con cui fare le cose non è un elemento secondario e non mancheremo di criticare l'operato del Governo qualora non vengano realizzati punti promessi".

(fonte: ufficio stampa CNA RE)

 

Domenica, 23 Febbraio 2014 11:09

Una luce in fondo al tunnel...

... speriamo non sia un treno o una canna rigata. 

di Lamberto Colla ---

Parma, 23 febbraio 2014 -

Si è alzato il sipario sul primo Governo Renzi. Nelle prossime ore, quindi, verrà svelato definitivamente il programma,  gli obiettivi e finalmente potremo capire meglio se l’enfant prodige della politica europea sarà in grado di farci percepire la luce in fondo al tunnel.

Una speranza che dobbiamo nutrire, al di là della appartenenze, militanze o simpatie verso un partito o un movimento. 

Solo la politica , infatti,può generare l’innesco per una ripresa economica. In caso contrario il tessuto economico, e con esso quello sociale, collasserà definitivamente e il processo di reversibilità sarà  terribilmente oneroso.    

Certo il mandato di Renzi non è iniziato nel modo migliore. Candidati Ministri che declinano gli inviti, La Zanzara che punge  l’ex ministro Barca e svela l’ombra di “De Benedetti” su Renzi e, infine, Grillo  che farà opposizione dura, solo per partito preso. 

Con queste premesse c’è poco da sperare. Eppure è indispensabile perché, come afferma lo stesso ex Ministro del Governo Monti Fabrizio Barca durante l’appassionata confidenza telefonica al finto Niki Vendola della “Zanzara”, il programma radiofonico condotto da Giuseppe Cruciani e David Parenzo, “se fallisce anche questa è un disastro”.

  • De Benedetti, Prodi, Monti e Berlusconi - 

“Che c’azzeccano”, direbbe il Di Pietro dei tempi migliori. E oggi avrebbe di che dire e divertirsi.  Dapprima il libro rivelazioni di Alan Friedman nel quale De Benedetti, insieme a Prodi e Monti svelerebbero l’ipotesi di complotto di Napolitano per fare  fuori Berlusconi premier nel 2011. Poi, sempre De Benedetti che, seppure mai citato palesemente  ma identificato come “il Paron di Repubblica”, avrebbe a più riprese incalzato l’ex ministro Barca nella speranza che accettasse la proposta di  nomina al  dicastero dell’economia. Infine Berlusconi che da vittima prima si trasforma in complice poi assecondando, almeno a parole l’ipotesi di programma renziano. Ma come, Prodi, de Benedetti e Monti non erano i nemici giurati di Berlusconi? 

Oggi invece sembra che tutti abbiano intrapreso l’antica strada delle “convergenze parallele”.

  • Il Grillismo “Non Democratico” - 

Dal “democratico” Web invitano Grillo a andare a colloquio da Renzi e lui, in diretta streaming, l’insulta gridando al mondo che “Non è un democratico”. Una bella figura di M... per il movimento e per l’Italia. L’ennesima conferma pubblica che l’Italia è una nazione allo sbando e con dei politici in piena crisi di nervi. 

  • Conclusioni - 

Il Governo ha giurato e a noi non resta che ben sperare e augurare a tutti “Buon Lavoro e in bocca al lupo”.  

 

Renzi Napolitano - Foto Quirinale -

  • Sabato 22 febbraio 2014 - il giuramento del Governo - 

Assente il Ministro Padoan che giurerà al suo suo rientro dall’estero.

Ministri con portafoglio

Affari Esteri
Federica Mogherini

Interno
Angelino Alfano

Giustizia
Andrea Orlando

Difesa
Roberta Pinotti

Economia e finanze
Pier Carlo Padoan

Sviluppo economico
Federica Guidi

Politiche agricole, alimentari e forestali
Maurizio Martina

Ambiente, tutela del territorio e del mare
Gianluca Galletti

Infrastrutture e trasporti
Maurizio Lupi

Lavoro e politiche sociali
Giuliano Poletti

Istruzione, Università e ricerca
Stefania Giannini

Beni, attività culturali e turismo
Dario Franceschini

Salute
Beatrice Lorenzin

Ministri senza portafoglio

Riforme costituzionali e rapporti con il Parlamento
Maria Elena Boschi

Semplificazione per la Pubblica Amministrazione
Marianna Madia

Affari Regionali
Maria Carmela Lanzetta

 

 

Renzi 1 - Governo al Giuramento - Foto Quirinale -

 

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato in Politica Emilia

Grande Reggio e Progetto Reggio ufficializzano l'apparentamento, per uno schieramento che punta alla concretezza e al rilancio di Reggio Emilia -

Reggio Emilia, 21 febbraio 2014 -

E' stata presentata ieri mattina città l'alleanza tra Grande Reggio e Progetto Reggio in vista delle elezioni amministrative. Presenti Primo Gonzaga, Franca Porta e Matteo Setti per Grande Reggio, e Matteo Iotti, Giacomo Giovannini e Maria Caroli per Progetto Reggio. Il nome della città ben chiaro sui simboli e comune ad entrambe le liste non è un caso: l'intenzione comune è quella di portare avanti una proposta basata sul civismo, sull'amore per la propria città e l'efficace rilancio della sua economia.

"Grande Reggio e Progetto Reggio sono due liste affini e complementari – ha spiegato il presidente di Grande Reggio, Primo Gonzaga – ognuna con la propria identità. Grande Reggio è una lista civica trasversale, composta da professionisti, artigiani, imprenditori, lavoratori: reggiani che hanno sentito forte il bisogno di impegnarsi in politica per tornare a dare vera rappresentanza politica a chi questa città la vive davvero e vuole realmente il suo bene".

"Progetto Reggio è invece una lista più identitaria – ha illustrato il capogruppo in consiglio comunale, Giacomo Giovannini - ideata e voluta da chi in questi anni in Sala del Tricolore ha fatto vera opposizione, contestando e contrastando molte criticità che oggi vengono improvvisamente scoperte e denunciate da diversi esponenti del centrosinistra, come se loro non ne avessero mai avuto alcuna responsabilità".

Identità diverse quindi, ma la visione, il programma e gli intenti sono i medesimi, come ha spiegato il portavoce di Grande Reggio, Matteo Setti. "Condividiamo l'idea di non apparentarci con alcun partito politico, e di percorrere con decisione la strada della proposta civica, cittadini che riprendono in mano il destino della propria città senza vincoli ideologici o di convenienza politica. Per questo motivo sosterremo anche lo stesso candidato sindaco e una identica linea di priorità: sburocratizzazione e razionalizzazione della pubblica amministrazione, concrete prospettive per i nostri giovani e per l'economia locale, internazionalizzazione della città".

"Puntiamo all'elettorato di opinione, alla gente che si informa, che pensa con la propria testa e che crede sia giunta l'ora che i cittadini riprendano in mano il diritto di decidere sulle questioni che riguardano la propria città – è stato il pensiero di Maria Caroli, consigliere circoscrizionale di Progetto Reggio – Non ci riconosciamo in definizioni logore come destra e sinistra, perché solo le parole Reggio Emilia sono quelle che davvero ci stanno a cuore".

(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)

 

Il commento di Primo Gonzaga, Presidente di Grande Reggio sulle vicende che stanno animando le primarie del Partito Democratico -

Reggio Emilia, 19 febbraio 2014 -

«Trovo eccessivo che nelle vicende congressuali del PD i candidati si candidino anche a rappresentare l'intero Universo delle opinioni. Si parla del Park Vittoria e Vecchi dichiara che si deve fare, Corradini che non si deve fare, Sassi che non si deve fare, ma siccome è iniziato, bisogna terminarlo e il giovane Magnani, superstite dell'IDV, che non solo non si deve fare, ma nel caso, distruggerlo. Così tutti sono contenti: chi lo vuole, chi non lo vuole, chi lo vorrebbe e anche chi lo vorrebbe solamente un po'. Si parla di cooperazione e Vecchi ovviamente la difende, essendone da anni un consulente, Corradini essendone un dipendente, almeno per quanto riguarda l'aspetto contributivo, la attacca, per Sassi dovrebbe essere solo cooperazione sociale e per Magnani, internazionale.

Insomma, questi hanno sgovernato fino a ieri tutti insieme allegramente nella giunta Delrio e nell'evanescente giunta Ferrari, come assessori e come capigruppo, hanno votato tutto e quando hanno dissentito non lo hanno comunicato all'esterno. Stanno al potere da almeno due lustri - nel caso di Corradini, da sei - e ora se le suonano sul modello di sviluppo, sulle politiche ambientali e di riforma della macchina amministrativa, quando portano sulle spalle decenni di colate di cemento, di distruzione del territorio e di elefantiasi burocratica. Parlano di lavoro e forse pensano ai numerosi esponenti della loro casta, che un lavoro lo hanno trovato grazie al partito, vincendo concorsi per titoli, non esami, con master presi alla scuola del partito?

Confidiamo che visti i lori fallimenti economici sia a livello pubblico, sia a livello cooperativo, i reggiani questa volta riflettano, prima di credere ancora una volta alle promesse di un partito che garantisce ancora tutto a tutti, sapendo che la grande mammella pubblica non dà più latte. Sappiamo che i nostri concittadini non sono Pinocchio, ci resta solo da capire tra Vecchi e Corradini chi sia il gatto e chi la volpe».

Primo Gonzaga
Presidente Grande Reggio

(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)

 

Giovedì, 20 Febbraio 2014 08:25

Parma, "Centro antico tra sicurezza e viabilità"


Seconda tavola rotonda organizzata da Civiltà Parmigiana per sabato 22 febbraio alla Corale Verdi a partire dalle 9,45
Dopo il successo della prima tavola rotonda, Civiltà Parmigiana prosegue con ancor più convincimento il confronto con i cittadini e le rappresentanze di Parma.
Un tema storicamente complesso e dibattuto che, con l'acuirsi della crisi, è tornato prepotentemente alla ribalta. Il salotto di Parma, storicamente il fulcro del commercio della città ducale, manifesta segnali di degrado, sempre più evidenti, che vanno dall'arredo urbano, alla viabilità, alla sicurezza. Elementi che contribuiscono ad allontanare le persone e gli esercizi pubblici dal Centro.
Compresso tra le ordinanze viabilistiche e i Centri Commerciali sempre più numerosi e di maggiori dimensioni, il "Salotto di Parma" rischia, quindi, un progressivo e rapido impoverimento non solo economico, ma anche culturale e sociale venendo meno l'identità attrattiva del centro stesso.
Prima che tutto ciò si spenga in modo definitivo, Civiltà Parmigiana è dell'avviso che sia necessario riaccendere i fari su questo luogo e progettare un piano di rilancio a breve e a medio periodo invocando di abbandonare demagogie e dogmi politici per giungere, con azioni sinergiche, a un rapido recupero di attrattività e di vivibilità del "Centro Antico". Alla tavola rotonda, moderata dalla coordinatrice del movimento Cecilia Zanacca coadiuvata da Carlo Ferrari, parteciperanno i direttori delle organizzazioni di categoria, Giuseppe Malanca per ASCOM e Luca
Vedrini per Confesercenti, Giuseppe Dallara ex direttore di ARPA, Filippo Greci del Movimento Nuovi Consumatori. La tavola rotonda ospiterà inoltre un'idea di viabilità alternativa proposta da Giuseppe Pirazzoli.
In conclusione si aprirà un dibattito sul tema viabilistico e sulle implicazioni relative alla sicurezza in centro antico.
L'appuntamento sarà quindi alla Corale Verdi, in vicolo Asdente, per Sabato
22 febbraio con inizio alle 9,45. Un invito aperto a tutti

Primo Gonzaga, presidente del comitato: 3 proposte concrete 
per rimettere al centro chi lavora e produce -

Reggio Emilia, 15 febbraio 2014 -

"Grande Reggio scenderà in piazza martedì prossimo assieme a Rete Imprese Italia". Lo annuncia Primo Gonzaga, presidente del comitato Grande Reggio, che chiarisce: "Non è solo un modo di dire o retorica: molti dei promotori e sostenitori di Grande Reggio sono commercianti, artigiani e imprenditori. Siamo tutti animati dal desiderio di costruire una città amica delle imprese e dello sviluppo. Anche Reggio Emilia ha bisogno di iniziative forti e realmente efficaci, non di qualche iniziativa sporadica o una tantum".

"Nel nostro progetto per la città abbiamo proposte concrete e ben definite – spiega il presidente di Grande Reggio – come l'istituzione dell'Assessorato alle Attività Produttive e allo Sviluppo, affiancato da un comitato costituito da artigiani, commercianti, imprenditori e titolari di partita Iva, che sono i motori dello sviluppo, e che potranno contribuire efficacemente a ideare, sostenere e controllare direttamente le politiche dell'Amministrazione".

Prosegue Gonzaga: "Abbiamo anche intenzione di identificare un dirigente comunale cui affidare come compito specifico quello di semplificare, tagliare, eliminare procedure e adempimenti. Questo obiettivo dovrà essere una priorità per l'intera macchina amministrativa, e in questa direzione definiremo incentivi per gli uffici che sapranno ridurre la burocrazia a vantaggio di cittadini e imprese, scoraggiando la proliferazione di nuove procedure burocratiche".

"Inoltre, analizzeremo tasse e balzelli a carico dei cittadini, allo scopo di verificare se il costo complessivo per incamerarle e per controllarne la riscossione sia inferiore ai proventi che tali tasse comportano. Se così non fosse procederemmo senza indugio alla loro eliminazione".

"L'amministrazione deve essere al servizio dei cittadini – conclude Primo Gonzaga. Non è più accettabile che ogni volta che si verifica la necessità di reperire risorse siano i soliti noti (imprese e famiglie) a pagare. Per realizzare questo cambiamento epocale è necessario anche cambiare il governo della città. Vogliamo restituire le chiavi di Reggio Emilia a chi l'ha costruita e può svilupparne tutte le potenzialità: imprenditori, artigiani e lavoratori".

 

(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)

 

Domenica, 16 Febbraio 2014 08:51

Gasolio per serre. Decreto ancora fermo

 

 

Dopo sei mesi mancano ancora le disposizioni attuative.

- Emilia, febbraio 2014 -

Il decreto lo si attendeva lo scorso novembre con l’approssimarsi della stagione invernale e invece ancora niente.

 

Un problema che si trascina da  oltre quattro anni, da quel novembre 2009 quando è stata abrogata l’agevolazione per il gasolio destinato al riscaldamento delle serre per le produzioni ortoflorovivaistiche. Il “decreto Fare” infine avrebbe dovuto mettere una pietra tombale sulla questione e invece ancora si rimane in attesa, dopo quasi 6 mesi dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, delle disposizioni per l’agevolazione del gasolio destinato al riscaldamento delle serre. “La norma, sottolinea Coldiretti, prevede la riduzione dell’accisa a 25 euro per mille litri. Ad oggi manca ancora il decreto attuativo che chiarisca le condizioni operative per poter rendere applicabile l’agevolazione. Il settore florovivaistico è, a ragione, considerato uno dei settori di punta dell’economia agricola del nostro paese, contribuendo, con un fatturato di oltre 3.000 milioni di euro, per oltre il 6 per cento del totale alla produzione agricola nazionale. Il saldo attivo nella bilancia import/export è stato pari a oltre 160 milioni di euro nel 2012 ed è importante riuscire ad agganciare la ripresa economica, già partita in altri paesi, per incrementare le nostre esportazioni.”

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

"Come siamo arrivati a questo punto?" Franca Porta, vicepresidente di Grande Reggio, propone regole più stringenti negli appalti pubblici e un progetto per normalizzare il mercato -

Reggio Emilia, 12 febbraio 2014 -

"Perché in tanti anni non ci si è accorti delle infiltrazioni mafiose nel reggiano?". A parlare così è Franca Porta, vicepresidente di Grande Reggio, che spiega: "Questa domanda è la prima cosa che mi viene in mente quando leggo sui giornali delle sempre più frequenti interdittive antimafia o dei numerosi atti vandalici che coinvolgono cantieri e automezzi nel nostro territorio". "Per lungo tempo – prosegue l'avvocato Porta – si è detto che avevamo gli anticorpi contro le mafie e si è agito come se il nostro territorio fosse impermeabile alla penetrazione della criminalità organizzata. Oggi vediamo dove siamo arrivati... ma come è stato possibile?! Non si può non essere sconcertati ma nemmeno restare a guardare: questa è la Reggio Emilia che vogliamo lasciarci alle spalle".

La vicepresidente di Grande Reggio non si limita all'amara constatazione e aggiunge: "Quella contro la criminalità organizzata è una lotta che deve coinvolgere tutti, a livello personale e pubblico, e la politica deve stare in prima fila con ogni mezzo a sua disposizione. Noi vogliamo dare alla città un'amministrazione forte, che agisca in piena sinergia con le forze dell'ordine sul fronte del contrasto alle infiltrazioni mafiose e alla criminalità organizzata".

Lotta fianco a fianco con le forze dell'ordine quindi, ma non solo. Il primo tema chiave secondo Porta è quello delle regole negli appalti pubblici: "Nei limiti delle competenze devolute all'autorità locale intendiamo sgombrare il campo da qualsiasi ambiguità collaborando per regolare in modo rigido e trasparente gli appalti pubblici, con un occhio di riguardo soprattutto alle disposizioni sui subappalti".

"Poi – spiega l'avvocato - c'è un discorso relativo alle condizioni di concorrenza sleale che i capitali della criminalità organizzata generano in un sistema economico già duramente provato". Si può fare qualcosa? Conclude Franca Porta: "L'amministrazione comunale potrebbe farsi capofila di un progetto di collaborazione tra le banche del territorio e gli altri attori del mondo economico, per la creazione di un borsino degli investimenti locali. Pensiamo a conti deposito specifici per una raccolta di capitali dedicati esclusivamente al reinvestimento sul territorio. In questo modo si favorirebbe l'erogazione di finanziamenti ad aziende reggiane sane, che si impegnano a loro volta ad investire in loco i capitali e quindi ad immetterli nell'economica locale".

(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)

 

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