Visualizza articoli per tag: guardia di finanza

Aveva costituito una ditta individuale per il commercio all'ingrosso di abbigliamento ed accessori, operante tra Milano e Casalgrande (RE), ma dopo aver nascosto al fisco, per alcuni anni, i propri redditi, chiude l'attività e si rende irreperibile. E' quanto accertato dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Reggio Emilia al termine di un'operazione avviata a seguito del rilevamento di numerosi indizi di pericolosità fiscale nei confronti di un imprenditore 33enne di origini cinesi, residente a Casalgrande (RE). In particolare, è stato accertato che l'imprenditore, negli anni d'imposta dal 2014 al 2016, ha nascosto al fisco redditi per circa 6,5 milioni di euro e commesso violazioni all'IVA per circa 1,5 milioni di euro, omettendo le previste dichiarazioni fiscali e, pertanto, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia per i connessi reati tributari.

Le indagini dei Finanzieri, rese difficili non solo dall'irreperibilità dell'imprenditore ma anche della documentazione amministrativo – contabile della ditta la cui conservazione è obbligatoria ai fini fiscali, sono state condotte facendo ricorso alle banche dati in uso al Corpo per la ricostruzione della posizione reddituale e proseguiranno per individuare eventuali ulteriori connesse situazioni di evasione fiscale.

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia

Si è conclusa nella mattinata odierna - con l'esecuzione di cinque misure di custodia cautelare e la denunzia a piede libero di ulteriori 13 responsabili – l'"Operazione "CocktOIL" che ha consentito di smantellare un'associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di prodotti petroliferi ed alla commissione di plurimi reati tributari e fallimentari.

Parma 13 marzo 2018 - Le indagini, durate ben due anni, sono state condotte sotto il coordinamento e la direzione della Procura della Repubblica di Parma, dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Parma e dall' Ufficio delle Dogane di Parma.

L'attività investigativa, eseguita anche mediante l'ausilio di attività tecniche, ha permesso di ricostruire le complesse attività fraudolente poste in essere da un sodalizio criminale che operava tramite due distinti impianti di distribuzione di prodotti petroliferi gestiti da altrettanti consorzi di autotrasporto di merci su strada con sede a Fontevivo (PR).

Oltre a ciò, l'organizzazione illecita poteva contare - nel resto del territorio nazionale - su altri soggetti con compiti e ruoli ben definiti.
Il fenomeno illecito ricostruito dagli inquirenti si è concretizzato nell'introduzione nel territorio nazionale di prodotti energetici classificati come "oli lubrificanti", fiscalmente assoggettati alla sola imposta di consumo, ma di fatto utilizzabili anche per l'autotrazione alla stessa stregua del gasolio che, tuttavia, per lo specifico uso, sconta il pagamento sia dell'IVA che delle accise, con un'incidenza sul prezzo finale di circa il 70%.

I meccanismi di frode posti in essere dall'organizzazione, al fine di sottrarre i prodotti all'imposizione e sfuggire ai controlli dell'Amministrazione Finanziaria, si sono progressivamente evoluti negli anni.

Nell'arco di tempo compreso tra il 2014 ed il 2015, i due consorzi hanno operato - tramite intermediari commerciali di comodo - acquistando partite di olio lubrificante in diversi Paesi comunitari, in genere dell'Europa centro-orientale, dove tale prodotto non è assoggettato ad imposta di consumo.
La merce raggiungeva l'Italia in regime di "transito", scortata da documenti, non monitorati dal sistema comunitario, che attestavano una fittizia destinazione in un altro Paese dell'Unione (in genere Grecia, Cipro e Malta).

Giunto in Italia, il conducente dell'autocisterna riceveva dall'organizzazione un falso Documento di Accompagnamento Semplificato (DAS), da cui risultava un trasporto di gasolio nonché, quale provenienza e destinazione, due vere e proprie società "cartiere", di fatto inesistenti.
Il prodotto raggiungeva così il sito industriale di Fontevivo, ove veniva scaricato ed immesso in consumo in completa evasione di imposta, con la conseguente alterazione del mercato e delle regole della corretta concorrenza.

Per regolarizzare la contabilità, erano poi adottati vari espedienti, tra i quali l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti emesse da società "cartiere" compiacenti nonché l'annotazione e la conservazione dei DAS falsificati.

A partire dal 2015, per ridurre i rischi derivanti dai molteplici passaggi intermedi, l'associazione ha modificato il meccanismo illecito alla base del sistema di frode, provvedendo a rifornirsi di partite di olio lubrificante, del tipo SN80, direttamente presso raffinerie nazionali.
Il prodotto, formalmente, era acquistato tramite la fittizia intermediazione commerciale di società dell'est Europa e destinato ad altri operatori dell'Unione Europea, così da legittimare l'estrazione dalla raffineria senza versamento dell'imposta di consumo né addebito dell'IVA in fattura.

Tuttavia, anche in questo caso, l'olio - scortato da un semplice documento di trasporto non monitorato telematicamente a livello comunitario - anziché uscire dal territorio dello Stato veniva dirottato a Fontevivo ed immesso in consumo illecitamente.

Le indagini hanno permesso di accertare che l'associazione criminale ha immesso fraudolentemente in consumo circa 5,4 milioni di litri di prodotto energetico, evadendo circa 7 milioni di euro per quanto concerne le Imposte Dirette, l'IVA e l'IRAP, nonché 5 milioni di euro di accise.
L'associazione, inoltre, si è resa responsabile del fallimento di uno dei due consorzi coinvolti, con il precipuo scopo di non assolvere agli oneri tributari e sottrarsi al pagamento di quanto dovuto.

Le cinque ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emesse dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Parma su richiesta della Procura della Repubblica, sono state eseguite dalle Fiamme Gialle nei confronti dei principali responsabili del sodalizio, tutti di nazionalità italiana, residenti tra Parma e la Lombardia e gravati da numerosi precedenti penali, anche specifici.

Ulteriori 13 persone, con ruoli minori nell'illecita attività, sono state denunciate a piede libero.
Gravi i reati contestati: associazione a delinquere finalizzata alla sottrazione al pagamento delle accise sugli oli minerali ed alla commissione di reati tributari e fallimentari, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e falsificazione di documenti.

Tre società ed i relativi complessi aziendali sono stati sottoposti a sequestro preventivo.
Nei confronti di cinque degli indagati è stato inoltre operato il sequestro, finalizzato alla confisca per equivalente, di beni e disponibilità finanziarie per un importo complessivo pari a circa 3,5 milioni di euro.

L'operazione appena conclusa è senz'altro indicativa del costante impegno profuso dalla Guardia di Finanza e dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nel contrasto dei fenomeni fraudolenti perpetrati nello specifico settore, con la duplice finalità di tutelare la pretesa erariale e di preservare la correttezza del mercato.

Pubblicato in Cronaca Parma

La Guardia di Finanza, su delega della Procura della Repubblica di Parma, ha eseguito un importante sequestro patrimoniale nei confronti di un'impresa edile parmigiana (ora in fallimento), gestita - tramite prestanome - da un imprenditore di origini campane gravato da numerosi precedenti penali.

L'esecuzione della misura cautelare costituisce l'ultimo atto di un'operazione realizzata dalla Tenenza di Fidenza a seguito del rinvenimento, nel corso di una perquisizione eseguita all'interno del garage di un'abitazione, di gran parte dell'impianto contabile della società di costruzioni.

Dai successivi accertamenti è emerso che la predetta impresa, evasore totale, aveva omesso di dichiarare oltre 1.300.000 euro di elementi positivi di reddito complessivi, rendendosi peraltro responsabile anche di indebite compensazioni di vari tributi con crediti IVA inesistenti, per importi consistenti.

Numerose le fattispecie penali-tributarie contestate ai tre responsabili, due amministratori di diritto ed uno di fatto (l'imprenditore campano).

Per ultimo, il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Parma, su richiesta della Procura della Repubblica di Parma, ha disposto il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per equivalente, delle disponibilità finanziarie della società e di quelle riconducibili al predetto soggetto, fino alla concorrenza dei tributi evasi, pari ad oltre 833.000 euro.

I militari hanno così proceduto al sequestro di quattro beni immobili ubicati nei comuni di Fontevivo (PR) e Perugia, appartenenti al dominus dell'impresa, nonché al blocco delle partecipazioni societarie allo stesso intestate.

Le suddette operazioni, nel complesso, hanno consentito - al momento - di sottoporre a sequestro beni per un valore stimato di circa 350.000 euro.
L'attività di servizio portata a termine testimonia la costante attenzione della Guardia di Finanza nella lotta all'evasione fiscale a tutela delle entrate dello Stato, nonché il fortissimo impegno profuso dai militari del Corpo affinché i risultati conseguiti in sede investigativa possano tradursi in un concreto ed effettivo recupero erariale.

In effetti, sempre più spesso l'azione delle Fiamme Gialle si traduce nell'acquisizione coattiva di beni nella disponibilità, diretta o indiretta, di soggetti inclini a comportamenti delittuosi, che operano nel settore della c.d. "criminalità economico-finanziaria".

La finalità è quella di contrastare fenomeni evasivi che producono effetti negativi per l'economia del territorio e che ostacolano la normale concorrenza tra le imprese nonché quella di salvaguardare gli imprenditori onesti che rispettano le regole del mercato.

Pubblicato in Cronaca Parma

La Guardia di Finanza di Reggio Emilia ha predisposto una serie di attività operative di controllo economico del territorio volte ad individuare e sequestrare forniture di merci illegali, con particolare riguardo a quelle recanti marchi contraffatti.

La capillare attività info-investigativa svolta dalle pattuglie del Gruppo della Guardia di Finanza di Reggio Emilia ha condotto ad individuare e sequestrare, a Correggio (RE), una partita di prodotti contraffatti costituiti da articoli per l'abbigliamento (in particolare "t-shirt" e felpe) recante il marchio della nota griffe "THRASHER".

I prodotti, 70 capi tra magliette e felpe, erano esposti e pronti per essere messi in vendita in un esercizio commerciale gestito da una 38enne, modenese, che è stata segnalata all'Autorità Giudiziaria per i reati di detenzione e vendita di prodotti recanti marchio contraffatto. Si stima che il materiale sequestrato, una volta immesso sul mercato, avrebbe garantito incassi illeciti per oltre 2.000 euro.

La tutela dei consumatori e dell'economia legale costituisce obiettivo prioritario della Guardia di Finanza, che continuerà ad operare un continuo, costante e capillare controllo economico del territorio.

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia

Due società "esterovestite" risultate essere evasori totali, fenomeni di abuso del diritto e pianificazione fiscale aggressiva, milioni di euro di redditi nascosti al fisco nazionale, 6 attività ispettive a conclusione delle quali sono stati versati nelle casse dell'erario 6,5 milioni di euro a titolo di imposte evase, sanzioni ed interessi. Sono questi i principali risultati di un'articolata attività a marcata proiezione investigativa condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Modena nei confronti di un gruppo societario multinazionale operante in questa provincia e dei soci persone fisiche.

Il servizio è stato originato dalla costante attività di intelligence e di controllo economico del territorio, supportata dalla valorizzazione degli elementi informativi (alert) di rischio acquisiti tramite la consultazione delle banche dati in uso al Corpo che hanno consentito una mirata selezione dei target/obiettivi da sottoporre a controllo. In particolare, è stato accertato che il Gruppo societario verificato aveva negli anni stabilito solo formalmente le sedi di alcune delle sue strutture societarie nel Granducato di Lussemburgo, per poter beneficiare indebitamente dei vantaggi fiscali ivi riconosciuti. Gli approfondimenti hanno consentito di dimostrare che le due società lussemburghesi erano di fatto gestite dalla sede nazionale operativa del Gruppo, ubicata nella provincia modenese, circostanza che ha consentito di localizzare sul territorio nazionale la loro sede di direzione effettiva e di qualificare le stesse come "società esterovestite", con conseguente attrazione all'imposizione domestica degli ingenti profitti realizzati e occultati all'erario. Più nello specifico le verifiche fiscali condotte dalle Fiamme Gialle modenesi hanno permesso di acclarare l'assenza all'estero di una concreta ed effettiva attività imprenditoriale, l'inesistenza di un'effettiva organizzazione di uomini e mezzi idonea allo svolgimento della predetta attività d'impresa e l'insussistenza di ragioni economiche per la localizzazione all'estero delle sedi delle due società, e si sono concluse con il recupero a tassazione dei redditi conseguiti dalle due società "esterovestite".

Rilevante, in tale contesto, è risultato il ruolo di una società fiduciaria lussemburghese che ha offerto alle società esterovestite le proprie prestazioni di mera domiciliazione e disponibilità dei propri dipendenti per rivestirne il ruolo formale di amministratori, il tutto al fine di "camuffare" la presenza in quello Stato delle citate società. Le contestazioni fiscali si sono estese successivamente alle persone fisiche proprietarie del Gruppo multinazionale che, attraverso operazioni di schermatura a fronte delle quali è stato anche contestato il divieto di abuso del diritto di cui all'art. 10-bis del cd. Statuto del contribuente, avevano fatto confluire i redditi a loro imputabili (diversi milioni di euro) su ulteriori società formalmente residenti sia sul territorio lussemburghese che nella zona franca dell'isola portoghese di Madeira, al solo fine di sottrarsi alla tassazione domestica e beneficiare dei regimi fiscali più favorevoli previsti da quelle giurisdizioni estere.

A seguito delle attività ispettive dei finanzieri modenesi, che hanno valorizzato, in ossequio alle direttive impartite dall'Organo di vertice, l'efficace coordinamento operativo realizzato con gli uffici finanziari di questo territorio, le società "esterovestite" e le persone fisiche interessate hanno avviato l'iter per la definizione delle contestazioni con la locale Direzione Provinciale dell'Agenzia delle Entrate ovvero ricorso allo strumento del ravvedimento operoso, regolarizzando le posizioni debitorie con l'erario mediante il versamento della somma di circa 6,5 milioni di euro.

Inoltre, quale ulteriore effetto dell'attività fiscale svolta dalle Fiamme Gialle, va evidenziato il "rimpatrio" dei medesimi soggetti giuridici "esterovestiti", con il conseguente futuro pagamento sul territorio dello Stato delle imposte sugli utili futuri.

L'attività di servizio condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Modena costituisce efficace concretizzazione della quotidiana azione realizzata dalla Guardia di Finanza, unico organo di polizia giudiziaria ed economico-finanziaria con competenze specialistiche in campo tributario, a contrasto dei fenomeni di evasione fiscale internazionale e di pianificazione fiscale aggressiva, nel perseguimento dell'obiettivo di ripristinare le necessarie condizioni di giustizia e solidarietà tra Stato e cittadini e di tutela della collettività, evitando il prodursi degli effetti dannosi tipici dell'evasione in termini di alterazione della normale concorrenza tra le imprese e di maggior carico fiscale per i cittadini onesti.

Pubblicato in Cronaca Modena

Al termine di articolate attività di polizia economico – finanziaria, i Finanzieri del Comando Provinciale di Rimini hanno tratto in arresto, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP presso il locale Tribunale, tre pregiudicati, responsabili di aver ordito il fallimento di una ditta di commercio all'ingrosso e al dettaglio di calze, intimo ed accessori, con sede a Misano Adriatico (RN), distraendone prima del fallimento l'intero patrimonio.

Le complesse indagini svolte dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Rimini, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno condotto ad argomentare che l'impresa era stata costituita, sin dall'inizio, con lo scopo di portare a termine un preciso piano criminoso, da parte dei veri gestori dell'attività commerciale, ossia due fratelli, di origine pugliese, attivi nel settore del commercio ambulante, ma gravati da diversi precedenti penali.

Il disegno emerso dagli accertamenti sarebbe consistito nel:
- fare acquisire al loro prestanome , N.D., di anni 41 (soggetto privo di alcuna esperienza imprenditoriale, nullatenente e con problemi di tossicodipendenza), - anche lui tratto in arresto ieri -, la fiducia dei fornitori in modo da poter effettuare ingenti acquisti di merce e procrastinare i pagamenti, con il proposito di non onorarli a scadenza;
- trasferire le giacenze di magazzino e i beni aziendali della ditta, prima del fallimento, ad altri soggetti sempre riconducibili ai due germani salentini;
- acquistare la merce in esenzione d'IVA, dichiarandone l'esportazione, per poi venderla invece sul territorio nazionale in evasione d'imposta;
- occultare le scritture contabili al fine di non consentire la ricostruzione del volume d'affari per l'anno 2014, a danno dell'Erario e degli altri creditori;
- scaricare la responsabilità del fallimento sul nullatenente N.D, su cui i creditori non avrebbero potuto rivalersi per ottenere il soddisfacimento dei propri crediti.
Le indagini hanno, altresì, consentito in sostanza di raccogliere elementi idonei a dimostrare che i suddetti hanno distratto merce per un valore pari a oltre 5 milioni di euro.

Sulla scorta di siffatte risultanze investigative, la Procura della Repubblica di Rimini, nella persona del Sostituto Procuratore della Repubblica, dr. Luca Bertuzzi, richiedeva al G.I.P. l'emissione di misure cautelari personali e reali a carico dei principali indagati, che venivano accolte dal GIP, dr. Vinicio CANTARINI, il quale ha disposto l'arresto in carcere per M.R. (51 anni, residente a Misano Adriatico), e gli arresti domiciliari per il fratello, M.R. (41 anni, residente a Gallipoli) e N.D. 41 (41 anni, residente in provincia di Brescia). I provvedimenti restrittivi sono stati operati ieri, rispettivamente a Bologna, Gallipoli e Calcinato (BS); contestualmente, nei loro confronti, le Fiamme gialle hanno anche dato esecuzione al correlato provvedimento di sequestro per oltre 200 mila euro

Pubblicato in Cronaca Emilia

Una società operante nel settore delle lavorazioni grafiche ed elaborazioni elettroniche di dati operante a Rubiera (RE) ha nascosto parte rilevante dei propri redditi conseguiti negli ultimi sette anni, presentando al fisco dichiarazioni dei redditi "infedeli", anche mediante l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

E' questa la sintesi di quanto accertato dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Correggio (RE) al termine di un'operazione avviata a seguito del rilevamento di numerosi indizi di pericolosità fiscale e condotta facendo ricorso massiccio alle banche dati in uso al Corpo, alle indagini bancarie ed a controlli incrociati con clienti e fornitori della società verificata.

I soci ed il legale rappresentante della società sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia per dichiarazioni fiscali infedeli e frode fiscale, si tratta di tre persone tra i 41 ed i 46 anni, tutti reggiani, anche se uno di origini modenesi. Più in particolare è stato accertato che detta società, in questo lungo lasso di tempo, ha nascosto al fisco redditi per oltre 3 milioni di euro (dei quali quasi 500.000 euro relativi all'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti) e commesso violazioni all'IVA per circa 2 milioni di euro.

Le indagini dei Finanzieri proseguiranno per individuare eventuali contribuenti che hanno cooperato con la società verificata per consentirle di attuare l'ingente frode e per l'individuazione di eventuali patrimoni illeciti accumulati dai soci della medesima società.

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia

Nell'ambito di un'ampia azione investigativa delle Fiamme Gialle piacentine, finalizzata al contrasto del lavoro nero e irregolare, i militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Castel San Giovanni hanno effettuato un intervento nei confronti di una società, operante nel settore della ristorazione, ubicata in Val Tidone.

Nel corso dell'attività ispettiva, oltre ai due soci, sono state identificate ulteriori sei persone intente al lavoro, cinque delle quali risultate completamente "in nero", poiché non vincolate da alcun tipo di rapporto contrattuale né da alcuna comunicazione preventiva al centro per l'impiego.

Conseguentemente, è stata avviata la procedura per l'irrogazione della maxi-sanzione, che va da un minimo di € 1.500,00 ad un massimo di € 9.000,00, per ogni lavoratore "in nero", ai sensi della normativa di settore, da ultimo modificata dal D.Lgs n.151/2015. Poiché i 5 lavoratori non riportati nelle scritture o altra documentazione obbligatoria, sono risultati superiori al 20% del totale degli occupati presenti sul luogo di lavoro il giorno dell'intervento, è stato interessato l'Ispettorato Nazionale del Lavoro competente all'emissione del provvedimento sospensivo dell'attività previsto dall'art.14 del D.Lgs n.81/2008.

All'esito del controllo l'imprenditore ispezionato ha avviato le procedure di regolarizzazione delle posizioni lavorative, provvedendo ad assumere tutti e cinque i dipendenti in precedenza irregolari.

L'attività ispettiva intrapresa si inquadra nei compiti di polizia economica e finanziaria della Guardia di Finanza a tutela sia dei lavoratori, il cui impiego irregolare non garantisce alcun diritto lavorativo e previdenziale, sia degli altri esercenti del settore che operano correttamente sul mercato e che si trovano a confrontarsi con una concorrenza sleale.

Piacenza 20 febbraio 2018 

Pubblicato in Cronaca Piacenza

Concorso, per titoli ed esami, per l'arruolamento di 61 Allievi Ufficiali presso l'Accademia della Guardia di Finanza - Anno Accademico 2018/2019.

 

 

Concorso-gdf.jpg

(in allegato scaricabile in pdf)

 

Pubblicato in Lavoro Emilia

Sequestrati centinaia di prodotti contraffatti, biglietti falsi e sostanze stupefacenti. Denunciate 10 persone per contraffazione e segnalati 8 soggetti per detenzione di stupefacenti.

In occasione delle due date bolognesi del tour dei "METALLICA", tenutesi presso l'"Unipol Arena" di Casalecchio di Reno, la Guardia di Finanza, in sinergia con le altre Forze di Polizia, ha predisposto una serie di dispositivi di prevenzione e repressione del bagarinaggio, della vendita di prodotti contraffatti, della vendita di prodotti "non sicuri" per il consumatore e del spaccio/uso di sostanze stupefacenti.

I Militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bologna, con la collaborazione della locale SIAE, hanno verbalizzato un "bagarino" e sequestrati diciotto biglietti "falsi" che avrebbero illecitamente "fruttato" oltre 1.700 euro.

Inoltre, nel corso del "Controllo economico del territorio" effettuato durante l'evento musicale le Fiamme Gialle del II Gruppo Bologna hanno eseguito dei servizi diretti a verificare il rispetto delle normativa concernente la tutela dei marchi e la sicurezza dei prodotti posti in vendita.

Al termine di tale dispositivo, 10 soggetti sono stati denunciati per reati inerenti la "contraffazione" sono stati sequestrati oltre 400 prodotti, in gran parte magliette con la riproduzione del famoso logo della rock band, per un valore commerciale di circa 10.000 euro.

Individuati, inoltre, 7 commercianti abusivi a cui sono state sequestrate diverse centinaia di bibite in bottiglia di vetro in violazione ad una recente ordinanza del Sindaco di Casalecchio di Reno.

Infine, nel corso del servizio volto alla prevenzione/repressione dello spaccio e dell'uso di sostanze stupefacenti, grazie al fiuto delle unità cinofile del I Gruppo di Bologna, sono stati segnalati alla Prefettura 8 soggetti trovati in possesso di quantitativi di hashish e marijuana per "uso personale. L'attività condotta dalle Fiamme Gialle bolognesi costituisce un'ulteriore testimonianza del costante presidio esercitato dal Corpo, a "tutela dell'ordine e sicurezza pubblica", a "tutela della leale concorrenza" nel "libero mercato" ed alla tutela del consumatore, al fine di garantire, rispettivamente, il corretto svolgimento dell'evento musicale, di scongiurare la commercializzazione di prodotti contraffatti

Pubblicato in Cronaca Emilia