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Militari della Guardia di Finanza del Comando Provinciale Forlì-Cesena hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di sequestro preventivo di beni e ad una misura interdittiva di divieto di esercizio ed amministrazione di imprese a carico di 2 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di intestazione fittizia di beni – autoriciclaggio – appropriazione indebita e bancarotta fraudolenta.

Il sequestro - disposto ai sensi della normativa antimafia dal Gip del Tribunale di Forlì (dott.ssa Monica Galassi) sulla base della richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica (Sost. Proc. Dott.ssa Sara Posa), ha interessato l'intero capitale di 2 società ed il relativo compendio aziendale composto da 7 immobili (fra abitazioni e garage) ubicati in Castrocaro Terme e da attività di supermercati e macelleria (a Forlì – Forlimpopoli e Comacchio), il cui valore è stimato in € 3,3 milioni.

Tale provvedimento si aggiunge a quello già eseguito dai finanzieri nel corso del 2017 nei confronti dello stesso pluri-pregiudicato cesenate di 59 anni che, in quella occasione, aveva riguardato ulteriori beni del valore complessivo di € 2,1 milioni, portando così ad oltre 5,4 milioni di euro quanto oggetto di complessivo sequestro.

L'attività repressiva è giunta al termine di indagini eseguite dal Gruppo di Cesena a contrasto dell'illecita accumulazione di patrimoni da parte di soggetti connotati da pericolosità economico finanziaria.

In particolare, nel corso delle attività propedeutiche all'esecuzione del sequestro eseguito nel 2017, era emerso che il pregiudicato cesenate aveva costituito numerose società, operanti nel commercio di carni all'interno di supermercati, che poi aveva iniziato a dismettere a favore di soggetti di nazionalità straniera poco prima delle sentenze con cui è stato condanno in via definitiva (per fatti di bancarotta fraudolenta e ricettazione).

Le indagini del Gruppo Cesena hanno consentito di dimostrare che tali cessioni di quote societarie erano solo fittizie in quanto eseguite a favore di prestanome (molte volte nullatenenti) al solo fine di rendere immuni i beni di proprietà del pregiudicato da sequestri della magistratura. In realtà era lo stesso pregiudicato che continuava a gestirle configurandosi il reato di intestazione fittizia di beni.

Tra le ulteriori condotte penalmente rilevanti contestate agli indagati vi è anche l'attività di autoriciclaggio della somma di oltre 100 mila euro direttamente derivante dai reati di bancarotta e appropriazione indebita, che è stata utilizzata per acquistare beni all'asta già di proprietà di una delle società del pregiudicato.

Nel corso delle indagini sono state eseguite verifiche fiscali nei confronti delle società riconducibili al pregiudicato, risultate essere evasori totali che hanno ommesso di dichiarare redditi ai fini delle imposte per oltre 18 milioni di euro.

Sulla base delle risultanze d'indagine la Procura della Repubblica ha avanzato proposta per l'adozione dei provvedimenti che il GIP ha condiviso delegando il Gruppo di Cesena per l'esecuzione.

Pubblicato in Cronaca Emilia

Nell'ambito dell'operazione denominata "PAGA GLOBALE", i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Parma hanno dato esecuzione ad un'"Ordinanza di misura cautelare personale con contestuale emissione di decreto di sequestro preventivo", emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Parma, su richiesta della Procura della Repubblica di Parma, nei confronti di un sodalizio criminoso dedito alla frode fiscale ed alla truffa ai danni dello Stato.

L'ordinanza in questione ha portato all'arresto, in custodia cautelare in carcere, di un imprenditore di origini campane, stabilmente operante nel territorio parmense nel settore della impiantistica industriale, e di altre sei persone ristrette agli arresti domiciliari, a vario titolo coinvolte nella vicenda. Tra quest'ultimi, figurano cinque professionisti, di stanza nel napoletano ma operanti nel territorio parmense, che avevano messo a disposizione del dominus le proprie competenze per la realizzazione degli scopi fraudolenti.

Le indagini, condotte dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Fidenza e coordinate e dirette dalla Procura della Repubblica di Parma, hanno preso origine da un'attività di verifica fiscale avviata nei confronti di due distinte società, riconducibili all'imprenditore arrestato.

Il preliminare esame della documentazione contabile ed extracontabile ha portato alla luce, sin da subito, un meccanismo artificioso e fraudolento posto in essere ai danni dell'I.N.P.S.: uno schema criminoso che prevedeva il sistematico ed illecito ricorso agli istituti della "malattia" e dell'ammortizzatore sociale del "contratto di solidarietà". Infatti, i lavoratori dipendenti, pur risultando assenti per malattia o inseriti nel programma di riduzione dell'orario di lavoro, continuavano a lavorare nei medesimi giorni in cui sarebbero dovuti essere a riposo, percependo lo stipendio con un sistema di retribuzione ufficioso definito "paga globale". In sostanza, il lavoratore veniva retribuito, a prescindere dalle previsioni del contratto nazionale di categoria del settore, con una paga oraria forfettaria: le buste paga ufficiali erano regolarmente predisposte con l'inserimento delle ore da contratto sindacale, mentre la retribuzione effettiva veniva calcolata sulla base dei fogli di lavoro, con le ore effettivamente svolte.

Con tale modus operandi a farne le spese è lo Stato, sia perché eroga, al posto del datore di lavoro, indennità non dovute, sia perché incamera meno tasse a titolo di trattenute fiscali e previdenziali. A perderci, tuttavia, sono gli stessi dipendenti i quali, pur percependo nell'immediato una retribuzione più alta, non maturano la giusta contribuzione ai fini pensionistici.

Per contro, con tale stratagemma, la società era riuscita, nel tempo, a contabilizzare indebitamente ingenti crediti erariali grazie all'anticipo, per conto dell'I.N.P.S., delle indennità economiche di "malattia" e "contratto di solidarietà". Questi crediti, fittizi e non spettanti, venivano successivamente utilizzati per compensare i debiti tributari e, conseguentemente, non versare le altre imposte dovute all'Amministrazione Finanziaria (quali ritenute alla fonte, IVA e imposte sui redditi).

I dipendenti, peraltro, a loro insaputa, erano stati anche sottoposti a licenziamento collettivo e collocati in "mobilità", per poi essere immediatamente riassunti da un'altra società riconducibile alle stesso imprenditore: in questo modo, grazie alla consulenza dei professionisti compiacenti, l'imprenditore ha potuto fraudolentemente accedere alle agevolazioni previste per l'assunzione di lavoratori in "mobilità", pagando meno di un quinto dei contributi previdenziali effettivamente dovuti.
L'attività di indagine, sviluppata mediante tecniche di investigazione pura (intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti, appostamenti ed esame documentale), oltre alla già descritta truffa ai danni dello Stato, ha consentito di svelare un sistema criminoso ampio e collaudato nel quale l'imprenditore, grazie al contributo di vari professionisti ed alla costituzione di una serie di società succedutesi nel tempo, era riuscito a costruirsi una realtà contabile totalmente artefatta.

Gli artifici posti in essere, di molteplice natura, spaziavano dalla simulazione di operazioni straordinarie (affitto di rami d'azienda) all'emissione ed annotazione di fatture per operazioni inesistenti (avvalendosi di numerose società cartiere, tutte facenti capo ad un ulteriore soggetto, tratto anch'egli agli arresti domiciliari), passando per l'indebita fruizione di agevolazioni fiscali e la compensazione di tributi con crediti IVA inesistenti. Nel giro di un paio d'anni, le condotte in rassegna avevano fruttato risparmi non spettanti per oltre € 2.600.000.

Nell'ambito dell'indagine, è stato anche accertato un episodio di usura, posto in essere da uno dei professionisti coinvolti nella vicenda, nei confronti di un imprenditore del parmense. In particolare, a seguito della querela sporta dall'usurato, sono stati svolti accertamenti documentali e bancari, i quali hanno consentito di accertare l'applicazione di un tasso usurario del 117% su un prestito di 10.000 euro, concesso per sopperire ad una momentanea mancanza di liquidità.
Gli esiti delle attività investigative inducevano l'Autorità Giudiziaria all'emissione, oltre che dell'ordinanza di custodia cautelare, anche di un provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta ed, in alternativa, per equivalente, di beni mobili, immobili, quote societarie e disponibilità liquide delle società coinvolte e dei solidali fino alla concorrenza dei tributi evasi, pari ad €. 2.300.000.

Contestualmente all'ordinanza di custodia cautelare, sono state eseguite, su disposizione della Procura della Repubblica di Parma e con l'impiego di circa 100 militari del Comando Provinciale Parma e dei Reparti del Corpo territorialmente competenti, circa 30 perquisizioni locali, in provincia di Parma, Napoli, Salerno, Modena, Reggio Emilia, Roma e Crotone, nei confronti dei 26 indagati per truffa ai danni della Stato e frode fiscale.

L'attività portata a termine testimonia la costante attenzione della Guardia di Finanza, in stretta sinergia operativa e sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Parma, nella lotta all'evasione fiscale a tutela delle Entrate dello Stato, nonché il fortissimo impegno profuso dai militari del Corpo affinché i risultati conseguiti in sede investigativa possano tradursi in un concreto ed effettivo recupero erariale.

La finalità è quella di contrastare fenomeni di criminalità economico-finanziaria che producono effetti negativi o distorsivi per l'economia del territorio e che ostacolano la normale concorrenza tra le imprese, nonché quella di salvaguardare gli imprenditori onesti che rispettano le regole del mercato.

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Pubblicato in Cronaca Parma

Guardia di Finanza di Parma. Operazione "Paga Globale". Arrestate sette persone, tra imprenditori e professionisti. L'operazione è ancora in corso. 

La Guardia di Finanza di Parma sgomina un'organizzazione criminale, dedita alla frode fiscale ed alla truffa ai danni dello Stato, che operava tramite l'illecito utilizzo di
ammortizzatori sociali.

Dalle prime ore del mattino, oltre 100 Finanzieri stanno eseguendo - nella provincia di Parma ed in altre località nazionali - 7 ordinanze di custodia cautelare, disposte dall'Autorità Giudiziaria di Parma, nei confronti di altrettanti imprenditori e professionisti, oltre a numerose perquisizioni in luoghi riconducibili ad ulteriori 26 indagati coinvolti nell'illecita attività.

Ulteriori e approfonditi dettagli dell'operazione saranno illustrati successivamente. 

Pubblicato in Cronaca Parma

Giubbotti, maglioni, jeans e scarpe recanti marchi contraffatti, diverranno materiale di conforto per i più bisognosi.

La Guardia di Finanza di Reggio Emilia, al termine di vicende giudiziarie ed a seguito di autorizzazione della competente Autorità Giudiziaria, ha donato alla Caritas Diocesana di Reggio Emilia numerosi capi di abbigliamento riportanti marchi contraffatti di note griffes, sequestrati sul territorio in occasione dei mercati settimanali, nell'ambito delle attività di servizio svolte contro i fenomeni dell'abusivismo commerciale e della contraffazione.

Tali prodotti di abbigliamento, complessivamente oltre 50 pezzi, per lo più giubbotti, maglioni, jeans e scarpe, erano stati oggetto di sequestro e successiva confisca nel corso di distinte operazioni di polizia poste in essere da Reparti della Guardia di Finanza di Reggio Emilia, in quanto riportanti marchi contraffatti. Gli stessi erano destinati alla distruzione ma, su iniziativa delle Fiamme Gialle, con il parere conforme della locale Procura della Repubblica, sono stati donati alla Caritas affinché diventino materiale di conforto per le persone più bisognose.

Il Direttore della Caritas Diocesana di Reggio Emilia-Guastalla, nel ricevere in consegna il materiale ha ringraziato la Guardia di Finanza ed ha assicurato che si riveleranno prezioso ausilio ed aiuto per chi versa in stato di bisogno.

Il Vescovo di Reggio Emilia - Guastalla, Massimo Camisasca, appreso della donazione ha voluto porgere il suo apprezzamento per l'iniziativa ed ha fatto pervenire al Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Emilia: Col. Roberto Piccinini, il seguente messaggio: "Il Vescovo Massimo esprime la sua gratitudine al Comando provinciale della Guardia di Finanza per la donazione alla Caritas Diocesana, segno di una reale collaborazione, di fronte alla necessità della nostra gente, che stringe in connessione autorità e comunità."

L'iniziativa vuole sensibilizzare ancora una volta i cittadini sul disvalore rappresentato dalla vendita di prodotti con marchi contraffatti, ma anche sulla opportunità di trasformare in risorsa positiva il frutto dell'azione di contrasto svolta dalla Guardia di Finanza, esaltando così il proprio ruolo di polizia economica e finanziaria a forte vocazione sociale.
(N. 15/2018)

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia

Da inizio anno, in attuazione di un "Dispositivo Operativo" messo a punto dal Comando Provinciale di Parma, i militari della Guardia di Finanza hanno intensificato i controlli finalizzati di contrastare il fenomeno dell'abusivismo commerciale e della contraffazione.

Piazza Ghiaia, via Garibaldi, i borghi del centro storico ed i principali mercati rionali della provincia i luoghi maggiormente ispezionati dalla Fiamme Gialle con l'obiettivo di identificare i soggetti dediti al commercio di merce illecita e risalire la filiera della contraffazione.

Numerosi gli interventi effettuati con esito positivo.
In un caso i militari, impegnati in un'attività di appostamento nei pressi della stazione ferroviaria di Parma, individuavano un soggetto sospetto che aveva con sé un grosso borsone e che tentava di darsi a precipitosa fuga: nel corso della successiva perquisizione presso i luoghi di abitazione, erano rinvenute decine di valigie e borsoni contenenti centinaia di articoli contraffatti.

A Salsomaggiore, invece, i militari della Tenenza di Fidenza, a seguito di una segnalazione pervenuta al servizio di pubblica utilità "117", individuavano un soggetto dedito alla vendita di merce contraffatta anche tramite la creazione di un account fittizio su un famoso social network. I finanzieri, riscontrata la reale identità del proprietario di tale profilo, procedevano ad effettuare una perquisizione d'iniziativa all'interno della sua autovettura e nel suo appartamento, dove rinvenivano, occultati, numerosi capi di abbigliamento recanti marchi contraffatti, già pronti per essere venduti nel loro packaging abilmente riprodotto.

Nel complesso, nel corso delle attività di controllo economico del territorio, sono stati sottoposti a sequestro quasi 1000 articoli contraffatti e denunziati alla locale Autorità Giudiziaria 7 soggetti di nazionalità senegalese e marocchina, per i reati di contraffazione e ricettazione. Sono state inoltre irrogate sanzioni amministrative nei confronti di due venditori abusivi, di origine bengalese, intercettati al mercato di piazza Ghiaia nell'intento di vendere oggettistica di vario genere, non conformi alla normativa comunitaria sulla sicurezza dei prodotti.

I beni sottoposti a sequestro sono principalmente articoli di abbigliamento, scarpe ed accessori riportanti i marchi contraffatti delle più note griffe della moda italiana e internazionale.

La contraffazione ed il commercio di prodotti non genuini ed insicuri nonché la violazione del diritto d'autore danneggiano il mercato, sottraggono opportunità di lavoro alle imprese che rispettano le regole e spesso mettono in pericolo la salute dei consumatori

Pubblicato in Economia Parma

Arrestato dalla Guardia di Finanza di Reggio Emilia un 25enne senegalese che per sfuggire ai controlli ha aggredito i Finanzieri. Durante la perquisizione della sua abitazione rinvenuti oltre 100 capi di abbigliamento contraffatti delle più prestigiose griffe.

Il Nucleo Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Reggio Emilia aveva correttamente individuato il percorso dei capi di abbigliamento contraffatti venduti abusivamente al mercato di Reggio Emilia: provenivano da abitazioni private di alcuni cittadini extracomunitari di Sant'Ilario d'Enza.

Per questo motivo sono stati eseguiti controlli nella zona e si è proceduto ad intercettare un cittadino di origini senegalesi dimorante in provincia di Reggio Emilia, il quale alla vista della Guardia di Finanza ha abbandonato la merce ed ha aggredito violentemente le Fiamme Gialle, procurando loro lievi ferite lacero-contuse, riuscendo a darsi alla fuga.

Le immediate ricerche attivate in zona hanno consentito, poco dopo, di pervenire al suo rintraccio nella zona di Gattatico ed al suo arresto per resistenza e violenza a pubblico ufficiale e per commercio di merci recanti marchi contraffatti.
La perquisizione eseguita all'interno dell'abitazione del senegalese ha consentito di rinvenire e sequestrare oltre 100 capi contraffatti recanti marchi di note griffe, tra le quali Nike, Adidas, Fred Perry, Napapijri, K-way, Colmar, Louis Vuitton, e Moncler.
La merce sequestrata, se immessa nel mercato, avrebbe avuto un valore commerciale di oltre 20.000 euro con implicazioni anche per la salute pubblica, in quanto priva di ogni garanzia in termini di sicurezza dei prodotti.

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia

Era ricercato dal 7 settembre 2016 il trentenne romano Alessandro SATTA, residente a Phoenix (USA), uno dei vertici – secondo la Corte distrettuale della Pennsylvania – di un'organizzazione criminale dedita allo spaccio negli Stati Uniti di considerevoli quantitativi di marijuana provenienti dal Messico, trasportati attraverso la California e distribuiti nell'area di Filadelfia.

Il latitante è stato arrestato nei giorni scorsi dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma nei pressi del Colosseo. Lo stesso si era sottratto al provvedimento di cattura emesso nel settembre del 2016 all'esito di un'indagine della D.E.A. statunitense, dalla quale era emerso il suo diretto coinvolgimento nella distribuzione di 450 kg di marijuana, per un valore di oltre 2,8 milioni di dollari.

L'individuazione del SATTA, ricercato dall'ufficio Interpol di Washington, è avvenuta grazie alla quotidiana attività di monitoraggio svolta, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, dagli specialisti del G.I.C.O. (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Roma, finalizzata a verificare la presenza nella Capitale di elementi di consorterie criminali dedite al narcotraffico.

Nell'occasione, sfruttando la conoscenza degli ambienti e delle dinamiche delinquenziali e, soprattutto, analizzando i social media, i militari del G.I.C.O. – in sinergia con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale e con il II Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza – hanno scoperto che il narcotrafficante lavorava saltuariamente come guida turistica nell'area dei "Fori Imperiali" e, dopo qualche giorno di osservazione, lo hanno arrestato mentre dava indicazioni ad alcuni turisti americani.

Quello di SATTA è solo l'ultimo di una serie di arresti di latitanti internazionali effettuati dalle Fiamme Gialle di Roma.

Meno di due mesi fa era stato individuato e fermato, perché destinatario di un mandato di arresto europeo spiccato dal Tribunale di Barcellona, il cittadino pakistano ASHRAF Mohammad, ritenuto dalla Policia Nacional catalana il leader di un agguerrito gruppo criminale responsabile dell'importazione nel territorio iberico di oltre 15 kg di eroina.
Il pakistano, fuggito dalla Spagna nell'aprile del 2017, era stato riconosciuto dai Finanzieri mentre passeggiava tra le bancarelle del mercato di via Anagnina.

Negli ultimi due anni, la stessa "squadra" del G.I.C.O. ha arrestato altri latitanti di notevole spessore criminale che avevano scelto la Capitale come luogo in cui far perdere le tracce. Tra questi:
● il quarantacinquenne Angelo ROMEO, considerato esponente di spicco della nota
cosca di 'ndrangheta "Alvaro" di Sinopoli (RC), che era latitante dal maggio del 2015;
● il sessantunenne Marco Torello ROLLERO, inserito dal dicembre 2013 nella lista dei 100 latitanti più pericolosi, ritenuto uno dei principali broker mondiali della droga, legato a diverse cosche di 'ndrangheta e al centro di interessi illeciti di ogni tipo sull'asse Sud America-Marocco-Italia;
● suo nipote Andrea ROLLERO, considerato uno dei membri di un sodalizio criminale collegato alle temute cosche calabresi "Pelle-Nirta-Giorgi" alias "Cicero" di San Luca (Reggio Calabria).

 

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Pubblicato in Cronaca Emilia

GUARDIA DI FINANZA E INPS: INTERVENTI CONGIUNTI A CONTRASTO DELL'ILLECITA FRUIZIONE DI SGRAVI CONTRIBUTIVI E DEL LAVORO IRREGOLARE.
SEQUESTRATI ILLECITI PROFITTI PER CIRCA € 175.000, ACCERTATE VIOLAZIONI CONTRIBUTIVE, ASSISTENZIALI E FISCALI PER 1,8 MILIONI DI EURO, NONCHE' 52 POSIZIONI LAVORATIVE IRREGOLARI.

Nell'ambito di un ampio progetto di collaborazione tra la Guardia di Finanza e l'INPS per il contrasto al fenomeno del "sommerso da lavoro" e delle irregolarità ad esso collegato, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza ed i funzionari dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale di Modena hanno effettuato due interventi ispettivi congiunti nei confronti di altrettante società ubicate nei comuni di Sassuolo e Vignola.

I controlli sono stati eseguiti a seguito di una preliminare mirata attività di analisi di rischio e coordinamento svolta dal Comando Regionale della Guardia di Finanza dell'Emilia Romagna e dalla Direzione Regionale INPS. Tale attività di analisi, ulteriormente implementata e valorizzata durante incontri tenuti tra le fiamme gialle ed i funzionari INPS geminiani nel corso dei quali sono stati sviluppati gli elementi informativi raccolti a livello locale, ha permesso di individuare due società, connotate da profili di rischio, verso cui indirizzare l'attenzione operativa.

In particolare, nel corso del controllo effettuato nei confronti della società sassolese, i finanzieri della Compagnia di Sassuolo e i funzionari I.N.P.S. hanno scoperto che la stessa aveva impiegato nel corso del periodo oggetto di controllo oltre 50 dipendenti presso numerose aziende del comprensorio ceramico e del Nord Italia, in completa evasione d'imposta e senza versare i previsti contributi previdenziali ed assistenziali.

Nello specifico la società, pur assumendo dipendenti con regolari contratti di lavoro, provvedeva ad emettere buste paga con importi irrisori e l'indicazione di ore lavorative prestate sensibilmente inferiori rispetto a quelle effettive erogando, completamente in nero, cospicui compensi, in alcuni casi fino a dieci volte più alti di quelli riportati solo formalmente in busta paga. Con tale meccanismo la società versava contributi previdenziali di importo esiguo e, apparendo formalmente in regola, riusciva ad ottenere regolari certificazioni DURC, utili per accreditarsi presso le imprese committenti.

L'attività di controllo ha permesso di recuperare contributi previdenziali e assistenziali per oltre € 250.000,00; di accertare l'impiego irregolare di 52 lavoratori, di cui 1 completamente in nero. Sono state, inoltre, contestate ritenute fiscali non operate e non versate, a fronte dei compensi erogati "in nero", per circa € 50.000 ed è stata recuperata IVA liquidata ma mai versata dall'impresa alle casse dell'Erario per circa € 200.000,00.

Il controllo congiunto posto in essere dalle fiamme gialle della Tenenza di Vignola e dagli ispettori I.N.P.S. nei confronti di una società cooperativa ha permesso, invece, di individuare un insidioso meccanismo fraudolento perpetrato dalla stessa e finalizzato all'indebito ottenimento dell'esonero contributivo previsto dalle Leggi n. 190/2014 e n. 208/2015 (leggi di stabilità 2015 e 2016), volte a favorire forme di occupazione stabile a favore di lavoratori disoccupati. Tali disposizioni prevedono, infatti, quale meccanismo premiale, l'esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per l'assunzione di lavoratori a tempo indeterminato a condizione che gli stessi non risultino essere stati assunti a tempo indeterminato nel corso dei sei mesi antecedenti.

I responsabili dell'illecito, proprio al fine di rispettare formalmente tale requisito, hanno posto in essere una vera e propria operazione "elusiva": in particolare, è stato fatto figurare che 112 lavoratori, provenienti da un'altra cooperativa collegata ove svolgevano attività lavorativa a tempo indeterminato, sono stati dapprima da questa licenziati per poi essere, dopo un solo giorno di distacco, assunti, prima a tempo determinato (6 mesi) e poi a tempo indeterminato, dalla cooperativa sottoposta a controllo, in modo tale da poter creare artatamente le condizioni per poter usufruire, indebitamente, del regime agevolativo.

L'attività di controllo si è conclusa con la denuncia alla Procura di Modena dei responsabili della cooperativa per l'ipotesi di reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche avendo ottenuto la cooperativa un indebito "risparmio" nel versamento dei contributi per oltre € 170.000 ed ha impedito che la società continuasse a fruire di tali sgravi per un ulteriore importo di circa € 1.000.000,00. La successiva attività di indagine, coordinata dal Sost. Procuratore della Repubblica dott.ssa Francesca Graziano, oltre alla denuncia anche della società per responsabilità dipendente dai reati commessi dai suoi vertici ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001, ha portato, altresì, al sequestro (disposto dal G.I.P. presso il Tribunale di Modena) di disponibilità finanziarie per circa € 175.000, costituenti il profitto illecito delle condotte delittuose realizzate. Sono stati recuperati, inoltre, i contributi afferenti alle maggiori ore lavorative effettuate dai dipendenti ma non dichiarate ed irrogate le relative sanzioni per complessivi € 66.000 ed è stata accertata l'illecita somministrazione di manodopera da parte della società con l'irrogazione di una sanzione per circa € 22.000.

Le attività condotte confermano la trasversalità dell'azione di contrasto alla criminalità in tutte le sue espressioni (ed allo stesso tempo la trasversalità dell'azione di tutela) posta in essere dalla Guardia di Finanza e sono la concreta espressione della sempre più marcata connotazione sociale del ruolo di polizia economico finanziaria esercitato dal Corpo. Quindi, non solo contrasto all'impiego irregolare dei lavoratori, repressione delle frodi (truffe) perpetrate in danno delle casse dello Stato e accertamento di violazioni connesse a forme di evasione fiscale; ma anche e soprattutto tutela della collettività: delle imprese oneste che operano nella piena e completa osservanza della legge; degli stessi lavoratori occupati in maniera irregolare sprovvisti in tal modo delle dovute coperture contributive e fiscali; degli importanti scopi sociali ed economici perseguiti dal Legislatore con gli strumenti predisposti per sostenere ed incentivare l'occupazione (evitando che gli stessi vengano utilizzati da soggetti non aventi realmente titolo) nonché della leale e sana concorrenza tra i player commerciali operanti nello stesso mercato di riferimento.

Pubblicato in Lavoro Modena

Guardia di Finanza - concorso, per titoli ed esami, per l'arruolamento di 631 Allievi Marescialli presso la Scuola Ispettori e sovrintendenti - L'Aquila - Anno Accademico 2018/2019.

Roma, 13 marzo 2018 - GUARDIA DI FINANZA: PUBBLICATO IL BANDO DI CONCORSO, PER TITOLI ED ESAMI, PER L'ARRUOLAMENTO DI 631 ALLIEVI MARESCIALLI PRESSO LA SCUOLA ISPETTORI E SOVRINTENDENTI - L'AQUILA - ANNO ACCADEMICO 2018/2019.

Sulla Gazzetta Ufficiale - IV Serie Speciale n. 19 del 6 marzo 2018 - è stato pubblicato il bando di concorso, per titoli ed esami, per l'ammissione al 90° corso presso la Scuola Ispettori e Sovrintendenti della Guardia di Finanza di:
a) n. 584 allievi marescialli del contingente ordinario;
b) n. 47 allievi marescialli del contingente di mare, così suddivisi:
1) n. 30 per la specializzazione "nocchiere abilitato al comando" (NAC);
2) n. 17 per la specializzazione "tecnico di macchine" (TDM).
Al concorso possono partecipare i cittadini italiani che:
- alla data di scadenza del termine per la presentazione della domanda, abbiano compiuto il 17° anno di età e non abbiano superato il giorno di compimento del 26° anno di età;
- abbiano, se minorenni alla data di presentazione della domanda, il consenso dei genitori o del genitore esercente in via esclusiva la potestà o del tutore per contrarre l'arruolamento volontario nella Guardia di Finanza;
- siano in possesso di un diploma di istruzione secondaria di secondo grado che consenta l'iscrizione ai corsi di laurea previsti dalle Università statali o legalmente riconosciute;
- non essendo in possesso del citato diploma alla data di scadenza per la presentazione delle domande, lo conseguano nell'anno scolastico 2017/2018.

La domanda di partecipazione al concorso, da presentare entro il 5 aprile 2018, dovrà essere compilata esclusivamente mediante la procedura telematica disponibile sul portale attivo all'indirizzo "concorsi.gdf.gov.it", seguendo le istruzioni del sistema automatizzato.

I concorrenti, che devono essere in possesso di un account di posta elettronica certificata (P.E.C.), dopo aver effettuato la registrazione al portale, potranno accedere, tramite la propria area riservata, al format di compilazione della domanda di partecipazione.

Sul predetto sito internet è possibile acquisire ulteriori e più complete informazioni di dettaglio sul concorso e prendere visione del bando.

(allegato il comunicato stampa in formato pdf)

Pubblicato in Comunicati Lavoro Emilia

I Finanzieri del Comando Provinciale di Ravenna, in collaborazione con i funzionari dell'Ufficio delle Dogane, hanno concluso un'articolata attività investigativa che ha consentito di individuare due escavatori Caterpillar oggetto di furto, che dal porto di Ravenna stavano per essere trasferiti in Medio Oriente.

L'indagine è nata lo scorso mese di agosto quando, durante un controllo sui documenti relativi all'esportazione dei due imponenti macchinari, i Finanzieri si sono insospettiti dopo aver rilevato alcune incongruenze relative ai dati riportati nelle bollette doganali e per l'anomalo viaggio che – secondo gli accordi commerciali tra le diverse società coinvolte nella transazione, alcune delle quali con sede in Belgio, in Israele ed in Libano – i due mezzi pesanti avrebbero dovuto seguire per giungere nel Paese dei cedri.

I sospetti delle Fiamme Gialle hanno trovato piena conferma allorquando, a seguito degli approfonditi controlli fisici esperiti sui Caterpillar, emergeva che i numeri di telaio dei due escavatori erano stati abilmente alterati, al fine di impedire l'esatta individuazione degli stessi.

È stato pertanto necessario estrapolare, con l'ausilio dei tecnici specializzati della casa produttrice, i dati presenti nelle centraline elettroniche dei due escavatori per ricavare i reali numeri di matricola, dai quali è stato così possibile stabilire che i mezzi in procinto di partire per il Libano erano stati oggetto di un furto.

Infatti, i Caterpillar erano stati trafugati nel mese di luglio 2017 da due imprese con sede nell'alto Lazio specializzate nel movimento terra e nel recupero di rifiuti, che avevano presentato regolare denuncia.

I due Caterpillar, del valore commerciale di circa 500 mila euro, bloccati dalla Guardia di Finanza sul punto di essere esportati, sono stati quindi restituiti ai legittimi proprietari ed i quattro responsabili dell'illecito traffico sono stati deferiti alla locale Procura della Repubblica per i reati di ricettazione e di favoreggiamento.

Costante è l'attenzione che la Guardia di Finanza Ravenna, in sinergia con il locale ufficio delle Dogane, dedica al contrasto dei traffici illeciti presso lo scalo marittimo cittadino, a presidio del libero mercato ed a tutela degli operatori commerciali onesti e rispettosi delle regole.

Pubblicato in Cronaca Emilia