Torna alla ribalta un capo che con il suo stile un po' retrò, un po' chic e un po' dandy è riuscito a contaminare le passerelle dei più grandi stilisti del globo. Vediamo come abbinarlo con scarpe e borse per creare un look diverso e adatto a tutte le situazioni.
Di Veronica Volpi
Raccapricciante se si pensa a qualche anno fa abbinato a sandali e calzini, di grande tendenza oggi e capo indispensabile nel guardaroba del 2016: il pantalone culotte torna alla ribalta con il suo stile un po' retrò, un po' chic e un po' dandy e a contaminare le passerelle dei più grandi stilisti del globo.
Sportivo e adatto alla vita quotidiana se abbinato a scarpe stringate, flats e mocassini, di grande raffinatezza ed eleganza se accompagnato ai tacchi alti durante la serata.
Nel primo caso è consigliabile l'abbinamento con top crop e felpe, mentre per la sera è preferibile l'accompagnamento con camicia e blazer.
Per i materiali ogni tipo di tessuto è concesso, anche se il crepe di seta e il pizzo rimangono sempre i più adatti. Per quanto riguarda i colori, è sempre meglio puntare sulle tinte monocromatiche tipiche della stagione fredda, come ad esempio nero, blu inchiostro, tortora e champagne; meglio evitare le fantasie.
L'ispirazione viene dalle passerelle, dove stilisti del calibro di Giorgio Armani e Max Mara hanno saputo proporlo in ogni variante di abbinamento e colori. Il tocco finale può essere lasciato all'aggiunta del capello e la borsa a tracolla per conferirgli quell'eleganza dandy dal sapore intramontabile.
Images With Courtesy of: gettyimages.it – Giorgio Armani – Missoni – Luisa Spagnoli – Street Smith – jumglam.com
Vajazzling: la California lancia la moda di decorare le zone intime con cristalli e le italiane accolgono favorevolmente questa tendenza. Un'idea originale per momenti intimi speciali, da sfruttare magari per San Valentino. Ecco come si fa ad avere un pube brillante.
Di A.K.
Parma, 6 febbraio 2016
Dal web – Se non ci avete ancora pensato siete ancora in tempo per applicare brillanti sul vostro pube. L'effetto 'wow!' sarà assicurato.
Parola di stelline e dive americane che hanno già sperimentato la moda del Vajazzling, del tatuaggio fatto di cristalli Swarovski sul basso ventre.
La prima a lanciare la tendenza è stata Jennifer Love Hewitt, che ha proprio fatto un tutorial televisivo su come vengono applicate le decorzaioni. Dopo di lei, una pletora di divine si è fatta fotografare ingioiellata solo là...
Il vajazzling si fa con cristalli Swarovski auto-adesivi ed è una novità che viene dalla California. Una alternativa trasgressiva e provocante al tatuaggio.
In Italia ci siamo. E' un fenomeno in crescita, a detta delle estetiste più all'avanguardia.
Caratteristiche e modalità della nuova tendenza sono presto dette.
Prima di tutto, l'applicazione di un tatuaggio composto da Swarovski sul Monte di Venere richiede necessariamente una epilazione totale dell'inguine. Il sistema migliore è lo zucchero o la resina perché garantiscono tempi più lunghi di ricrescita dei peli, lasciano la pelle molto più liscia e non comportano rischi di irritazioni.
Mettere le decorazioni luccicanti è invece una cosa rapidissima: ci vuole solo un minuto.
Come per i classici tatuaggi, esistono disegni già preparati. Vengono realizzati a mano in cristalli originali Swarovski e ne esistono di tantissime forme e dimensioni che vanno dal fiore al disegno stilizzato; possono essere colorati oppure composti semplicemente da cristalli.
Chi ha gia sperimentato assicura che avere una decorazione sulla parte pubica non dà fastidio quando si è vestite perché sono applicazioni sottili e che i tatuaggi sono igienici e ipollargenici.
Sono applicati con una colla speciale studiata apposta per essere utilizzata sulla pelle senza creare problemi.
Per quanto riguarda la durata, il disegno rimane per 4 o 5 giorni e si stacca con le mani.
Contrariamente a quanto si pensi, il costo è abbordabile. Si tratta di spendere circa venti euro. Qualcosa in meno se lo si acquista per applicarlo a casa da sole.
Nate per proteggere il nostro smartphone da urti e cadute ora sono divenute un vero e proprio accessorio che segue le mode del momento. Le cover caratterizzano il nostro dispositivo dicendo molto sulla nostra personalità. Un Must Have da tutti i prezzi e per tutti i gusti!
di Mariasole
Parma, 5 febbraio 2016
Cover o non cover? Che sia per non passare inosservati o semplicemente per proteggere il proprio smartphone in caso di cadute, sono nate all'inizio solo come delle anonime protezioni in gomma o plastica, con il passare del tempo sono diventate dei veri e propri accessori "Must Have", lasciando ampio spazio all'aspetto decorativo!
Ormai è un vero e proprio status symbol, come fosse un vestito, un paio di scarpe, di pantaloni o una borsa. La varietà è ormai vastissima, dalle monocolore, a quelle a forma di coniglio, di borsetta o di sushi, a quelle tridimensionali o in velluto, con i baffi, mimetiche o in cotone. Le grandi firme della moda come Moschino, Louis Vuitton, Gucci, Chanel, Tiffany, Subdued e i designer più apprezzati si sono lanciati in questo universo!
Per accontentare la sempre più crescente richiesta sono nati dei negozi specializzati dove scegliere diventa davvero un'impresa: centinaia di cover per tutte le tasche e tutti i gusti, dalle più semplici a 9 euro e 99 a quelle glitterate, in finta pelle, coccodrillo o cavallino che costano quasi 40 euro, ma anche i siti internet che vendono le tanto amate cover sono moltiplicati. Dunque ampio spazio alla fantasia e all'affermazione della propria personalità!
Credits photos with the courtesy of: Amazon.it - Moschino.com - ChiaraFerragniCollection.com - Branzilla.com - Aliexpress.com - Myluxury.it
Il tam-tam mediatico della battaglia a colpi di tette (ma anche di qualche sedere e di qualche addominale) si è diffuso a macchia d'olio negli atenei italiani, anche fra Parma e Modena. Reazioni e critiche non mancano. La parola agli esperti. -
Di Alexa Kuhne
Parma, 23 gennaio 2016 - le foto in galleria in fondo alla pagina -
Il gioco della studentessa che ha il busto più accattivante piace anche alle ragazze delle Università di Parma e Modena, a quelle più procaci e sfrontate, che non hanno esitato a immortalare seni che esplodono da 'balconcini' striminziti e che sono marchiati dall'abbreviazione dell'università di appartenenza.
Tutte le pagine autogestite Spotted sono state invase da tette di ogni dimensione. Ultimamente anche da sederi e da addominali maschili.
La battaglia continua e porta con sé anche tanti post di colleghi che criticano questa competizione.
"L'emancipazione! – ha commentato una studentessa su Spotted dell'Università di Parma. - Anni a protestare che non vogliamo essere giudicate dalle nostre curve ma dai nostri cervelli...e poi basta un #escile per mandare alle ortiche anni di femminismo!".
Un po' di tenerezza queste ragazze la fanno. Così giovani e così esaltate, così allo sbaraglio sul web, all'idea che le loro tette possano avere un giorno di notorietà e rappresentare l'ateneo...
"Io credo che ognuna sia libera di fare quello che crede col proprio corpo – sostiene un'altra studentessa -, però con la consapevolezza di quello che fa. Non ci si può svilire con foto poco edificanti in un contesto assurdo e poi lamentarsi di non essere prese sul serio. Se il massimo del rispetto che si ha per il percorso accademico è scriversi il nome dell'ateneo sul seno o sul sedere, allora abbiamo seriamente un problema".
La parola passa d'obbligo agli esperti, alla sessuologa Chiara Simonelli dell'Università La Sapienza di Roma e al sociologo Antonio Marziale.
Antonio Marziale, cosa sta succedendo alle ragazze e ai loro corpi? "Io penso che la cosa più grave di tutto ciò sia la violazione dell'intimità, del rispetto dovuto al proprio corpo come 'contenitore di dignità ed intelligenza'. Sminuire per gioco il proprio corpo è sinonimo di mancato rispetto verso se stessi, diverso dalla rappresentazione artistica di un nudo, in cui il corpo diventa sublimazione dell'esistenza".
Sicurezza e autostima alle stelle spingono i giovani a mettersi così in mostra?
"Ciò che penso – chiarisce il dott.Marziale - è che quando questi ragazzi cresceranno e capiranno il senso della propria dignità avranno problemi seri in termini emotivi. Sbertucciarsi, per profitto o per gioco, è sottovalutarsi o non avere autostima"...
Non diversa la posizione della professoressa Simonelli che spiega che questa non è una dimostrazione di emancipazione.
"Il femminismo delle tante conquiste sembra morto e sepolto. E' stato soppiantato da una ventata di ironica superficialità e leggerezza anche fra i ragazzi e le ragazze acculturati. Con poche prospettive e speranze, in un contesto sempre più povero anche dal punto di vista culturale, il corpo è tornato ad essere un oggetto che ha valore di scambio e non d'uso...Un po' Triste, no?".
L'hashtag Escile contagia tutti gli studenti italiani e arriva anche a Parma e a Modena. Seni, glutei, pettorali e addominali in mostra nelle pagine autogestite Spotted. Un gioco goliardico o una dimostrazione di cattivo gusto? A voi la sentenza...
Di Alexa Kuhne
Parma, 20 gennaio 2016
Come non poteva non accogliere l'università di Parma una sfida così stuzzicante?
Al grido di guerra apparso su Spotted, pagina autogestita dagli studenti dell'Università di Parma "Non facciamoci mettere i piedi in testa zio cane!!! Bisogna intervenire subito, accettiamo la sfida. Addirittura da l'Aquila..e noi fermi e impassibili?" le diligenti studentesse hanno risposto con entusiasmo, sacrificando al pubblico sguardo alcune parti del corpo. Che ora sono in bella mostra in bacheca.
E così, una opulenta ottava senza volto, soggiorna da ore nel 'salotto' universitario autogestito, a rappresentare l'Ateneo parmigiano, seguita da una serie di busti e glutei in grande spolvero.
La sfida, che in realtà non prevede vincitori, si gioca tutta a colpi di seni prosperosi e di sederi lucidi, rigorosamente in perizoma.
Ma anche gli uomini vogliono avere un ruolo determinante, ed eccoli a postare, senza pensarci due volte, addominali scolpiti da ore di palestra, tra una impegnativa lezione e ore di studio.
La competizione goliardica è nata da qualche giorno e ha fatto il giro del web in un batter d'occhio, colpendo l'immaginario fervido dei colleghi universitari e sollevando anche una specie di sommossa tra coloro che reputano l'iniziativa non consona agli ambienti universitari.
Tutto aveva avuto origine dall' hashtag popolare e divertente, conosciuto con il nome di #Escile, che ha visto sfidarsi a colpi di like, le due modelle, Emily Ratajkowski e Lucia Javorcekova, in foto provocanti e seducenti.
La sfida ora ha prima entusiasmato le studentesse delle Università milanesi le quali hanno giocato con ironia con le loro più seducenti parti del corpo, postando foto di sederi e seni sui quali appare la scritta dell'Università di appartenenza.
Il confronto a suon di voluttuose immagini è stata lanciata da Francesco, amministratore della pagina "Spotted: Bocconi Milano" ed è stata subito seguita dal gruppo "Spotted: Polimi", gestita dallo stesso ragazzo. La sfida ha riscosso così tanto successo che si è estesa anche alle altre Università come la Cattolica, la Statale e la Bicocca, la Luiss, lo Iulm, le Università di Modena, di Pavia e di Parma.
I commenti degli studenti non sono stati però tutti positivi. In generale, i ragazzi hanno accolto la competizione con ironia. Le donne, invece, hanno espresso giudizi abbastanza critici. Tante, infatti, la giudicano una sfida maschilista e inadeguata al contesto universitario, che è un luogo deputato a incentivare la cultura. Che si tratti di giudizi moralisti o di commenti divertenti, l'operazione, potremmo dire di un efficace marketing che dimostra quanto l'argomento attiri 'mi piace' e condivisioni, ha comunque richiamato l'attenzione. Eccome!
Il primo tentativo a Parma, due anni fa. In controtendenza rispetto all'abitudine di vivere un rapporto vis- a -vis col proprio smartphone, in un bar si ritorna alle origini, all'antico passatempo delle nonne di lavorare a maglia e all'uncinetto. Al Mister Lino, quindi, non c'è solo il caffè. Si può partecipare anche a corsi ed eventi e chi è già pratico può acquistare i gomitoli e sedersi a lavorare. -
Reggio Emilia, 2 gennaio 2016 - di Cigno Nero -
Riusciranno ferri da maglia, gomitoli di lana e aperitivo a scalzare, finalmente, la brutta abitudine del rapporto a due con lo smartphone?
La scommessa è aperta e c'è un barista che è disposto a puntare tutto sulla antica passione del lavoro a maglia e sulle due chiacchiere al bar mentre si sferruzza e si beve qualcosa.
La ricetta del Mister Lino, a Reggio Emilia, sembra fare buoni proseliti. E non ci sono sesso ed età per gli sferruzzamenti collettivi. Tutti, proprio tutti, possono godere dei benefici effetti del lavoro delle loro mani d'oro.
Il pioniere di questa nuova tendenza si chiama Lino Alberini ed è imprenditore che opera da anni nel campo della torrefazione. Lino ha inaugurato il locale dove sferruzzare e socializzare lo scorso 8 dicembre.
L'idea da cui è partito è quella di creare un punto di ritrovo dove bere un buon caffè, o un bicchiere di vino, e al contempo familiarizzare, sferruzzando cuffiette, sciarpe colorate o golfini di lana.
"Oggi funziona così – racconta a ilfattoquotidiano.it – o le persone fanno conoscenza sui social network, senza però interagire nella vita reale, oppure si frequenta un locale, si ordina la consumazione, e poi si lascia il tavolo, perché bar e ristorantisono cicli continui, e non si può indugiare finito di mangiare. In pratica, si corre, e ci si incontra solo dietro a una tastiera. Io volevo qualcosa di diverso, un ambiente tranquillo dove chiacchierare, senza fretta, dove riscoprire un'attività che tutti abbiamo visto fare alle nostre nonne ma che ormai sta scomparendo, senza dover andare via appena bevuto il caffè per fare spazio a un altro cliente pagante".
Il locale reggiano, a metà tra un'officina e un caffè, non è il primo in Italia a coniugare il lavoro a maglia con il cappuccino. "Il primo Mister Lino, infatti, l'ho aperto a Parma due anni fa – spiega Alberini – ha avuto un bel successo. Piace a tutti, nonne, mamme e nipoti, così ho pensato di replicare". E come nella città ducale, anche a Reggio l'ingrediente base del bar è l'antica arte del ferro e del gomitolo. Un posto nuovo, originale, nato dall'idea di ridare vita ad un passatempo ormai poco comune unendolo al classico bar, un tempo luogo di ritrovo abituale. Al Mister Lino, quindi, non c'è solo il caffè. Si può partecipare anche a corsi ed eventi e chi è già pratico può acquistare i gomitoli e sedersi a lavorare.
In collaborazione, spiega Alberini, con l'associazione Cuore di maglia, che dal 2008 sferruzza golfini e scarpine per i bambini delle terapie intensive neonatali di 51 ospedali in Italia. "E' un bellissimo progetto, e noi offriamo loro uno spazio dove lavorare, che poi è anche un'occasione per fare qualche lavoretto per i bimbi nati prematuri".
Il tutto in un ambiente designato per creare un'atmosfera di relax, con arredi a impatto zero, ecosostenibili, scaffali colmi di filati e, dietro il bancone, dolci, panini e bevande calde.
Fin qui è stato sottolineato l'aspetto della socializzazione dal vivo, dimenticando che lavorare a maglia ha un potente effetto sedativo e rilassante, che produce, inoltre, gratificazione per i risultati che si possono ottenere con lo sferruzzamento e che tira fuori la creatività che è insita in ognuno di noi...
I centri cittadini alla ribalta. I negozianti rilanciano la loro attività con idee per i regali natalizi non omologate e per tutte le tasche. Parma in testa alle città che propongono oggetti originali e abbordabili: ecco qualche esempio travato passeggiando fra le vie del centro. -
Parma, 19 dicembre 2016
- di Cigno Nero -
Che sia un Natale ricco o sottotono è un evento che va onorato, anche con un simbolo.
Un regalo porta il sorriso sul volto di chi lo riceve, dimostra affetto ed è di buon auspicio, senza contare gli effetti positivi anche per chi lo fa. Si può dare libero sfogo alla fantasia ed è un piacevole motivo per un giro in centro ad assaporare l'aria delle festività. Ed è proprio il centro delle maggiori città, quest'anno, ad andare alla ribalta, proponendo oggettistica e accessori controcorrente, che nulla hanno a che vedere con i soliti regali omologati, spesso costosi e di scarsa qualità, magari proposti dai grandi marchi nei centri commerciali.
Ce ne sono a sufficienza di motivi per comprare un regalo. Mai, dunque rinunciare e mai astenersi da un piacevole giro nel cuore della propria città. Le proposte nei negozi sono sempre più diversificate e per tutte le tasche.
Di seguito qualche spunto per trovare il regalo ideale, spendendo cifre accessibili ed evitando, dopo penose corse dell'ultimo minuto e noiose ricerche, la 'sconfitta' del riciclo.
Per un pensiero a una famiglia, a una sorella che si è appena sposata, a un single che vive in un monolocale o ad una suocera attenta ai dettagli e alle mode, puoi fare un salto da Adriana Rosi, in via della Repubblica.
La scelta è davvero infinita: da preziosi elettrodomestici anni '50, a portabottiglie laccati, sveglie a forma di gufo colorate, calendari Carpe diem, colorate pantofole di panno lenci da viaggio, orologi da muro stravaganti.
Per chi deve regalare un oggetto personale, come un gioiello o un accessorio in argento, in pietre e artigianale, la vetrina giusta è quella di Sadoo, sempre in via della Repubblica.
Ci sono bijoutteria, abiti etnici, borse in cuoio, articoli artigianali e pashmine provenienti da diverse parti del mondo e dalle botteghe di artigiani italiani.
Bellissimi gli orecchini, gli anelli, le collane e i bracciali per donne e ragazze che amano essere originali e scelgono pezzi ricercati.
Il prezzo dei manufatti parte dai dieci euro.
Immancabile la tappa alla Coltelleria Righi che propone, oltre a una infinita serie di lame da collezione, pezzi da intenditori che amano i particolari, anche nell'arredo.
Oltre a colorate cocotte per prelibatezze trentine, il negozio punta sui conoscitori del mondo enologico e propone un originale ossigenatore per il vino, ma anche schiaccianoci e cavatappi, taglieri in legni pregiati, coltelli da cucina con manici intagliati: tutti pezzi di grande design.
Per un gadget che non passerà inosservato si può optare per il portachiavi-torcia a forma di personaggi di Star Wars (12 euro circa)
Un pensiero può essere anche molto raffinato e può denotare una grossa attenzione in chi lo ha scelto se si punta a una piccola bottega di via della Repubblica che vende tutto, ma proprio tutto, a base di lavanda, rigorosamente coltivata e raccolta a mano, a Parma, distillata in corrente di vapore secondo tradizione per ottenere il prezioso olio essenziale con cui si fanno i prodotti in vendita, dalle candele, agli oli e ai profumi, tutti contraddistinti dal color lavanda e elegantemente confezionati.
Ecco perché gli uomini scappano da alcune donne. Lo spiega un recente studio americano. Gli uomini sono impauriti dalle donne più intelligenti di loro. Noi abbiamo chiesto alla professoressa Chiara Simonelli, sessuologa dell'Università di Roma La Sapienza. –
Parma, 7 novembre 2015 - Di Alexa kuhne -
Le donne più intelligenti sono infrequentabili.
Ne hanno fatta di strada le signore con una bella testa dal raggiungimento della parità fra i sessi, passando per le conquiste sociali e le sfide professionali. Pare, però, che ora le donne dotate stiano trovando sempre piu spesso la strada sbarrata quando si tratta di rapporto uomo- donna. Una specie di cul-de-sac emotivo dei loro interlocutori uomini che non vogliono avere a che fare con quelle che dimostrano tanto cervello. Sembra le snobbino, dandosela a gambe levate.
Non lo dicono le dirette interessate. Lo dice uno studio americano con tanto di prove, reso noto qualche giorno fa.
Ebbene sì: gli uomini sono impauriti dalle donne più intelligenti di loro.
Non si confrontano, non le sfidano, non si sentono stimolati dal loro acume, non imparano. Scappano!
In un lavoro pubblicato su 'Personality and Social Psychology Bulletin', un gruppo di ricerca americano ha analizzato le caratteristiche femminili che attraggono i maschi, dimostrando che l'essere "intelligenti" (smart nell'originale inglese) è un fattore respingente.
Lo studio è stato condotto dalle università di Buffalo, del Texas e dalla California Lutheran University ed è stato diviso in due parti. Nella prima è stato chiesto a 105 uomini di immaginare una situazione in cui una donna sia più brava di loro in matematica e inglese, figurandosela come possibile partner sessuale.
Sulla carta "gli uomini si sono dimostrati favorevolmente impressionati dalle donne più intelligenti di loro", scrivono gli autori. Sulla carta...
Nella seconda parte del lavoro, però, i ricercatori sono entrati più nel concreto e hanno chiesto ai partecipanti se sarebbero usciti con una donna più intelligente di loro. Ebbene, "messi di fronte a questo scenario di vita reale - conclude lo studio - gli uomini si sono raffreddati prendendo le distanze dalla possibilità e dimostrandosi meno interessati a un appuntamento".
Ma cosa ne pensano gli esperti di casa nostra, per non dar sempre e solo voce a tutti questi studi a stelle e strisce?
"Veniamo da schemi mentali condivisi che orientano la scelta del partner – dice la professoressa Chiara Simonelli, sessuologa dell'Università di Roma La Sapienza –. La donna deve essere 'meno' in diverse caratteristiche per rassicurare un uomo. Meno colta, meno ricca, meno alta, più giovane e via dicendo. Questi schemi non vengono rispettati sempre e lo sono sempre meno anche se lo spettro del ridicolo può mettere in imbarazzo... Più un uomo è 'tradizionalista' e più si orienterà nella scelta attraverso questi punti di riferimento...".
Allora lo studio non dice cose sbagliate. Gli uomini da sempre, quindi, sanno che ci sono grandi teste al femminile e forse ora lo stanno riconoscendo. Secondo Chiara Simonelli molti, almeno in Italia, stanno invece "rompendo le righe e si stanno concedendo storie bellissime con donne assai 'attrezzate'. Bisognerebbe far parlare loro su questo punto perché credo scopriremmo un mondo interessante! Non temano quindi le donne intelligenti...il loro target è di certo più vitale e nuovo di quello classico" .
Dal Koh-I-Noor al Cullinan: storia e curiosità di una pietra preziosa senza tempo, citata già nei testi del 1200 a.C. Dal diamante più antico del mondo, a quello più grande, a quello "portasfortuna". Il diamante, bene dalla ineguagliabile bellezza dallo storico passato, può essere un investimento che dura per sempre*. -
Parma, 7 novembre 2015 - Di Cigno Nero -
Invincibile. La parola diamante deriva dal greco 'adamas', termine che vuol designare il destino di una pietra che non può essere scalfita.
Lo splendore di un diamante resiste davvero al passare dei secoli. Ecco perché questa pietra preziosa fatta di luce è, ancora oggi, considerata un bene dalla ineguagliabile bellezza che non perde il suo valore. Il dono più simbolico che esista, proprio ad indicare un legame che durerà per tutta la vita.
La storia del diamante
Si citano queste pietre adamantine già in testi antichi che risalgono nientedimeno al 1200 a.C.; mentre i primi diamanti commercializzati provenivano dall'India.
Quasi contemporaneamente furono trovati importanti giacimenti in Brasile che rimase il principale paese produttore sino alla scoperta dei giacimenti africani intorno alla metà del XIX secolo.
Nel 1866, lungo il corso del fiume Orange, in Sud Africa, allora colonia britannica, un contadino trovò un diamante del peso di 21 carati, pietra denominata Eureka. Alcuni anni più tardi, nello stesso fiume, ne venne trovato un altro di 83 carati e mezzo, denominato 'Star of South Africa'. Quest'ultimo ritrovamento diede l'avvio a una corsa alla ricerca della pietra più preziosa, che portò alla scoperta di altri punti sia in Sud Africa che in molti altri stati dell'Africa centrale e meridionale, la cui produzione è principalmente sotto il controllo della De Beers.
Il diamante più antico del mondo
Il più conosciuto, anche se non il più grande, è il 'Koh-i-Noor', detto anche 'montagna di luce', di 108.93 carati.
La tradizione lo vuole come il diamante più antico del mondo, appartenuto al Gran Mogol. Si dice che egli possedesse sette troni - uno per ogni giorno della settimana - e uno utilizzato per le cerimonie, detto 'trono del pavone', dove egli sedeva solamente se davanti veniva sospeso il 'Koh- i- Noor'. Dal 1937 è incastonato sulla croce maltese della corona della regina madre Elisabetta d'Inghilterra.
Il diamante più grande del mondo
Uno degli eventi più importanti nella storia delle pietre preziose si verificò nel 1905 quando, nella miniera Premièr in Sud Africa, venne trovato il diamante più grande del mondo: il Cullinan, del peso di 3.106 carati, pari quasi a 600 grammi. Questo esemplare venne diviso in nove pietre principali e altre di caratura inferiore. I due diamanti più grandi vennero donati al re Edoardo VII d'Inghilterra. Il Cullinan I, di 530, 20 carati, taglio a goccia, è il più grosso diamante esistente al mondo. Il re decise di chiamarlo Great Star of Africa e ordinò che fosse incastonato nello scettro reale. Il Cullinan II, di 317, 40 carati, è incastonato nella corona imperiale britannica.
La leggenda del diamante Hope
Celebre per il suo colore blu, ma soprattutto per la sua fama di portasfortuna, è il diamante Hope. Si dice che un principe russo avesse donato la magnifica pietra ad una attrice delle Folies Bergère che fu uccisa sul palcoscenico il giorno dopo, mentre indossava il regalo. Ancora si racconta che un mediatore, dopo aver comprato il diamante, sia diventato pazzo e si sia suicidato.
Oggi è possibile ammirare Hope allo Smithsonian Istitution of Washington.
*Consulenza di Luca Carboni, gioielliere
Trovarsi a Milano e sentirsi a Hollywood. Il festival MITO Settembre Musica ha chiuso, lunedì, l'edizione 2015 con una grande serata dalle mille sorprese: l'Hollywood night dance closing party. -
Parma, 23 settembre 2015 - di Pietro Razzini -
LA LOCATION
Per una notte il Teatro Franco Parenti di Milano si è trasformato in uno spazio fuori dal tempo, circondato dalle luci sfavillanti dei riflettori e delle immagini del cinema americano, dalle sonoritá delle colonne sonore piú conosciute e amate, dalle performance di cantanti e acrobati che rendono ancor piú magico ogni momento. Ad accogliere il numeroso pubblico presente alla serata, una splendida piscina con fontana al centro, raggiunte attraverso un sentiero di fiaccole profumate, sorvolate dalla musica di un pianoforte bianco e dai movimenti aggraziati di una ballerina classica, entrambi sospesi nel vuoto. L'interno, ugualmente spettacolare, era diviso in due sale principali con musica dal vivo e una sala d'accoglienza dai colori e dalle insegne dorate, in perfetto stile hollywoodiano. La pedana centrale ospitava una band che ha brillantemente dato l'avvio alla serata.
L'EVENTO
In primo piano l'intrattenimento per il pubblico in tutte le sue forme più belle. Un percorso di coinvolgimento sempre più alto che lo spettatore ha vissuto in diversi passaggi. Lo stupore visivo nel vedere acrobati volteggianti, il piacere dell'ascolto di brani cantati dal vivo come "Singing in the Rain", "Diamonds are a Girl's Best Friend" o "Bye Bye Baby", la gioia nel potersi unire a questa splendida festa danzando nella platea del teatro, convertita in pista da ballo per l'occasione. E per i più romantici, un'intera area allestita a cinema, con proiezioni di scene di vecchi film musicati live da un pianista presente in sala. Due ore e mezza sorprendenti, che difficilmente saranno dimenticate dai partecipanti alla serata.
I PROTAGONISTI - La regia di Andrée Ruth Shammah, l'allestimento di Barbara Petracca, le coreografie di Susanna Beltrami, gli interventi volanti gestiti da Mymoon e quelli musicali a cura di Festival MITO, hanno reso unica questa serata di fine estate. Gabriele Comeglio ha sapientemente diretto una Big Band Jazz Company semplicemente eccezionale che ha accompagnato le esibizioni di voci mature e giovani che si sono alternate sul palco. Guest star della serata, accolto da calorosissimi applausi, Massimo Lopez, instancabile animale da palcoscenico, imitatore brillante e performer di grande livello artistico. Tra i brani più belli: "Strangers in the Night", "New York New York" e "I've Got You Under My Skin".
La vivacità e il calore del pubblico hanno infiammato una magnifica serata dal tema americano, ma dal calore 100% italiano. Un connubio sempre vincente.