Presentate le novità del PSR, in via di approvazione da parte della Commissione Europea, in occasione della 145 esima edizione della Fiera Agricola di Trecasali. Pierluigi Ferrari, "La vera novità è che i finanziamenti vengono dati ai veri professionisti del mondo agricolo".
di Lgc Trecasali, 31 luglio 2014 --
Nell'ambito del ricco programma di eventi in calendario a Trecasali per la Fiera Agricola si è svolto, ieri sera in presenza di folto pubblico, il convegno dedicato all'illustrazione della Nuova PAC con particolare attenzione riguardo agli interventi finanziabili sui territori di pianura.
A fare gli onori di casa il Sindaco di Sissa-Trecasali, Nicola Bernardi, e Igino Zanichelli, Assessore Attività Produttive, che ha assunto il ruolo di moderatore del convegno.
Molte e sostanziali le novità che il nuovo programma di sviluppo rurale 2014 2020 porta in dote e frutto di una impegnativa negoziazione sia a livello nazionale sia a livello d'Unione Europea. "Per portare a casa questi risultati, sottolinea Pierluigi Ferrari vice presidente provinciale, si è combattuto a tutti i livelli da quello locale a quello europeo. Non è stato facile perché l'europa dei 28 ha logiche diverse. Permettetemi, in questa sede, di ringraziare l'assessore Rabboni per quello che riguarda la nostra regione che ha fatto una battaglia grande. Ma consentitemi di ringraziare Paolo De Castro che, nel suo ruolo di presidente della commissione agricoltura del parlamento europeo, ha fatto una azione mirabilissima. E ogni tanto, quando la gente lavora, bisogna sapere riconoscere le cose che vengono fatte."
E i risultati, infatti, sono stati conseguiti. Un miliardo 190 milioni di euro per l'agricoltura emiliano-romagnola. Sono le risorse in arrivo grazie al nuovo Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 dopo l'accordo Stato-Regioni dei giorni scorsi. Si tratta di 131 milioni in più rispetto al precedente settennato, oltre che del budget più alto tra le Regioni del centro nord.
A illustrare il nuovo programma si sono alternati Vittorio Romanini e Francesco Rozzi del Servizio Agricoltura i quali hanno, per quanto possibile sinteticamente, illustrato le caratteristiche tecniche del Programma di Sviluppo Rurale 2014 2020 mettendo anche in evidenza le similitudini e le sostanziali differenze con il programma 2007 - 2013. "Presumibilmente, dichiara Vittorio Romanini, il programma di sviluppo rurale entro l'anno sarà approvato dalla Commissione e i bandi regionali saranno quindi disponibili verso il febbraio 2015".
Un Programma, quello 2014 2020, che intende stimolare la competitività del settore agricolo, garantire la gestione sostenibile delle risorse naturali e l'azione per il clima, realizzare uno sviluppo territoriale equilibrato delle economie e comunità rurali, compresi la creazione e il mantenimento di posti di lavoro attraverso le 6 priorità:
priorità 1: promuovere il trasferimento della conoscenza e l'innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali.
priorità 2: potenziare la redditività delle aziende agricole e la competitività dell'agricoltura in tutte le sue forma, promuovere tecniche innovative per le aziende agricole e la gestione sostenibile delle foreste.
priorità 3: promuovere l'organizzazione della filiera alimentare, compresa la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, il benessere animale e la gestione dei rischi nel settore agricolo.
priorità 4: preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all'agricoltura e alla silvicoltura.
priorità 5: incentivare l'uso efficiente delle risorse e il passaggio a un'economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale.
priorità 6: adoperarsi per l'inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nella zone rurali.
Molto più elastico del precedente PSR, elaborato in ASSI, il nuovo Programma invece apre alla massimazione degli obiettivi quindi delle 6 priorità sopra esposte. Se nel programma precedente i finanziamenti assegnati alle diverse misure di cui si componeva ASSE dovevano obbligatoriamente essere destinati all'obiettivo specifico dell'asse, con la nuova PAC, spiega Romanini "tutto è stato stravolto. Le misure sono ampie ovvero possono, a seconda di come sono utilizzate, raggiungere diverse priorità (le 6 di cui sopra che hanno di fatto preso il poso degli Assi - ndr). Infine, ultima novità, il programma 2014 2020 sarà a gestione regionale" il che comporta che la Regione, per gestire questa complessa macchina, utilizzerà le risorse umane presenti nei territori e troverà il modo, conclude il dirigente provinciale, "che le risorse finanziarie vengano equamente distribuite tra i territori, evitando perciò che ci sia concentrazione di finanziamenti."
Pierluigi Ferrari, rivolgendosi ai molti giovani presenti all'incontro, sprona a "non mollare" "Ricordate, chiosa Ferrari, al primario si torna, dal primario non ci si allontana. Il mondo agricolo è l'elemento fondante del sistema agroalimentare e agroindustriale di questo nostro Paese."
Stazionario il Burro e leggera flessione per il Grana Padano DOP.
di Virgilio, Parma - 30 luglio 2014
LATTE SPOT Quotazioni stazionarie nelle ultime due settimane di luglio. Dopo l'ondata ribassista della prima quindicina il latte spot crudo ferma i listini di Verona a 41,24 e 42,27 €/100 litri rispettivamente come valore minimo e massimo. la media mese quindi si assesta a 42,01 con una perdita rispetto il mese precedente di 1,81% e del 9,65% rispetto al 2013.
Il Latte Spot Pastorizzato Estero invece chiude con una media mese di 38,92€/100 litri registrando quindi una perdita di valore del 6,95% sul mese precedete e del 16,30% nel confronto con l'anno precedente.
BURRO E CREMA All'insegna della stabilità il prezzo del Burro. Nessuna variazione hanno registrato i listini delle principali piazze per tutto il mese di luglio. Il Burro CEE, quotato a Milano, è quindi fermo a 3,25€/kg e lo zangolato di creme fresche per la burrificazione staziona da diverse settimane a 1,95€/kg alla borsa di Parma. Seppure in ritardo di due settimane anche la Borsa di Verona adegua al ribasso le quotazioni della panna di centrifuga a uso alimentare (40% mg) avvicinando i prezzi alla crema a uso alimentare di Milano. 1,74€/kg il listino milanese della crema a uso alimentare e tra 1,74 e 1,76 i valori minimo e massimo registrati a Verona per la panna di centrifuga registrando perciò una perdita, su questa piazza, del 2,33% lo scorso 28 luglio rispetto la predente ottava.
GRANA PADANO Leggera contrazione del "Padano". -5 centesimi sulla piazza milanese per entrambe le stagionature a listino (9 mesi e 15 mesi e oltre). Invariati invece i listini di Mantova. Nello specifico Milano chiude la borsa del 28/7 con un -0,72% ( 6,80 - 6,90€/kg) per il 9 mesi e con uno 0,64% (7,40 - 8,05€/kg) per il 15 mesi e oltre.
PARMIGIANO REGGIANO Maggiore invece è la perdita dei listini del Parmigiano Reggiano. 10 centesimi perduti dal 24 mesi di stagionatura sia sulla piazza di Parma sia su quella milanese mentre si è limitata a 5 centesimi la svalutazione del 12 mesi su entrambe le piazze.
Più in dettaglio le quotazioni del "Parmigiano", sulla piazza di riferimento comprensoriale, si attestano tra 7,80 e 8,15€/kg per il 12 mesi e 9,15 e 9,50€/kg per il 24 mesi. Con un valore medio mensile di 8,01€/kg il 12 mesi di stagionatura realizza una perdita complessiva del 7,10% rispetto al 2013 e del 7,35% per il 24 mesi equivalente a una media mese di 9,45€/kg.
Mercoledì 30 luglio alle ore 21,30 presso La Fiera di Trecasali avrà luogo il convegno dal titolo "La nuova Pac" -
Parma, 29 luglio 2014 -
Al covegno "La nuova Pac" presso La Fiera di Trecasali, saranno presenti domani sera, ospiti illustri del panorama agricolo. Interverranno durante la serata, Nicola Bernardi Sindaco di Sissa e Trecasali, Pier Luigi Ferrari, vicepresidente della Provincia di Parma, Vittorio Romanini e Francesco Rozzi, servizio agricoltura Provincia di Parma.
La Cia di Reggio Emilia interviene su recenti polemiche tra cacciatori: chiediamo più rispetto per chi vive e lavora sul territorio
Reggio Emilia, 25 luglio 2014 -
Calano le lepri, muore qualche selvatico: per fortuna abbiamo sempre un colpevole da indicare: l'agricoltore.
Due interventi recenti, l'uno di un fantomatico comitato per la tutela della lepre autoctona, l'altro in un'intervista a un quotidiano di un coadiutore di Atc, sul calo delle lepri. Ne nasce una polemica sulla vera o presunta moria di lepri, che in ogni caso ha un colpevole: l'agricoltore.
"Chiediamo un po' più di rispetto per chi vive e lavora, spesso in condizioni non semplici, sul territorio come gli agricoltori, che ne sono i primi tutori ed i più interessati". E' la riflessione del responsabile della Cia di Reggio Emilia per l'attività faunistico venatoria, Francesco Zambonini. "Leggiamo invece che chi ha il solo interesse a far vivere qualche selvatico giusto il tempo per farne un bersaglio mobile – aggiunge -, accusa gli agricoltori per una 'moria' di lepri che non si sa se sia vera o presunta. Infatti da un lato si segnala un forte calo di catture, dall'altro si dice che le catture non sono state fatte causa maltempo!".
"in ogni caso, sia che il problema esista o no, il colpevole c'è già, a priori: l'agricoltore che 'avvelena' forse con diserbanti. E lo farebbe metodicamente dal crinale appenninico fino al Po, dato che questo calo o moria sarebbe sostanzialmente omogeneo in tutta la provincia. Affermazioni che dimostrano la non conoscenza della nostra agricoltura, dei tempi in cui si effettuano eventuali interventi, delle colture sulle quali si fanno i diserbi".
"Ma no, sono le macchine agricole a fare stragi di selvatici – afferma l'altra voce – macchine così innovative che sono concepite per l'aratura ma contemporaneamente tagliano l'erba a velocità da strada!".
"Noi – conclude Zambonini – che siamo da sempre per un rapporto dialettico tra agricoltori, ambientalisti e cacciatori, non possiamo però accettare di leggere spiegazioni semplicistiche o vere e proprie stupidaggini, su fenomeni che laddove esistono hanno cause che vanno individuate e rimediate. Aggiungiamo però, che gli agricoltori, che sono quelli che si ritrovano i terreni calpestati e le colture danneggiate dai selvatici, chiedono rispetto e non hanno certo bisogno che qualcuno insegni loro il mestiere!".
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Uff. stampa e comunicazione
Cia di Reggio Emilia'
FLAI CGIL – FAI CISL – UILA UIL SU CAMPAGNA ORTOFRUTTICOLA "Senza procedura emergenza UE a rischio 6.000 posti di lavoro".
Bologna, 28 luglio 2014 –
"In Emilia Romagna più di un milione di giornate di lavoro, vale a dire quasi 6000 posti di lavoro "stagionali", rischiano di saltare se la Commissione Europea non darà subito il proprio assenso ad attivare la procedura di emergenza per la crisi della frutta estiva. Procedura che garantirebbe al "settore ortofrutticolo estivo", di cui quello emiliano-romagnolo è leader indiscusso, un prezzo minimo di ritiro del prodotto".
A lanciare l'allarme sono le tre categorie del settore di Cgil, Cisl e Uil dell'Emilia Romagna, dopo che nei giorni scorsi i dati dei prezzi delle vendite hanno fatto registrare un calo vertiginoso, con il rischio concreto che le ripercussioni più gravi potrebbero abbattersi sull'occupazione.
"La nostra regione – continuano le tre organizzazioni sindacali - e in particolare la zona della Romagna e le provincie di Ferrara e Modena, sono i territori più vocati a queste tipologie di produzioni, e quindi i più a rischio. Difatti, gli attuali prezzi al produttore della frutta estiva, in media pari a circa 20 centesimi al chilo, specie per pesche, albicocche e susine, non rendono economicamente conveniente sia la raccolta del prodotto sia, in prospettiva, gli investimenti sulla futura coltivazione".
"Una situazione – concludono i sindacati – che potrebbe diventare irreversibile, e non più congiunturale, nel caso in cui i frutticoltori decidessero di estirpare i frutteti.
Per queste ragioni chiediamo al Governo, e al premier Renzi in particolare, un impegno straordinario per indurre la Commissione Europea ad attivare la procedura di emergenza per la crisi della frutta estiva.
Un passo preliminare e indispensabile per far sì che istituzioni, politica e sindacati costituiscano un fronte comune in grado di muovere i primi passi verso la messa in sicurezza del settore che argini la piaga, purtroppo presente anche nel nostro territorio ,del sotto salario, del lavoro nero e dell'illegalità.La drammaticità della situazione non la si affronta con soluzioni territoriali di basso profilo, ricercando, ancora una volta, sul costo del lavoro la soluzione dei problemi di competitività.
Se è vero che la fase ha le caratteristiche di drammaticità, che s'inseriscono in una crisi congiunturale che il paese sta attraversando, risulterebbe miope e bizzarro ritenere che, abbassando il salario dei lavoratori addetti alla raccolta e non solo quelli (salario già basso ora), possa risultare l'arma vincente.
Cibus Agenzia Stampa Elettronica Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 30 28 Luglio 14
SOMMARIO Anno 13 - n° 30 28 Luglio 14
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SOMMARIO Anno 13 - n° 30 28 Luglio 14
1.1 editoriale Mentre l'Italia si spegne...
2.1 ambiente Maltempo Emilia Romagna: prorogata al 8 agosto la scadenza per le domande
3.1 fotovoltaico Fotovoltaico, No a rimodulazione obbligatoria degli incentivi
3.2 ambiente Aumenta il verde in città
4.1 Lattiero caseario "Parmigiano", leggero calo per il 24 mesi.
5.1 consumi CIA, il 65% delle famiglie taglia anche sul cibo
5.2 export vino Bene il vino italiano all'estero
6.1 Mais e Soja Mais & Soia: dati previsionali. Luglio 2014
7.1 meteo e crisi Il meteo fa strage
Confagricoltura chiede la soppressione della rimodulazione obbligatoria degli incentivi al fotovoltaico.
Roma – 24 Luglio 2014 –
Confagricoltura chiede alle Commissioni riunite Industria ed Ambiente del Senato di intervenire in sede di conversione in legge del decreto legge 91/14 (Competitività), sopprimendo l'art. 26 che prevede la rimodulazione obbligatoria degli incentivi per il fotovoltaico, che provocherebbe effetti devastanti sull'intero settore ed in particolare sulle imprese agricole. Anche perché le proposte di emendamento di modifica dell'art.26, in discussione al Senato, non solo non migliorerebbero l'attuale impostazione, ma in alcuni casi la peggiorerebbero.
Confagricoltura sottolinea come i diversi interventi normativi degli ultimi mesi introdotti dal Governo e dal Parlamento stiano destabilizzando il settore delle rinnovabili senza alcun tipo di strategia e quindi di prospettive future.
Dopo gli interventi che hanno riguardato l'abbattimento dei prezzi minimi garantiti attraverso la loro equiparazione ai prezzi zonali medi e la tassazione della produzione di energia riconducibile alle imprese agricole, ora tocca alla rimodulazione degli incentivi, che coinvolge obbligatoriamente gli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 200 kW e che a breve potrebbe interessare le altre fonti rinnovabili volontariamente. Tutte disposizioni palesemente retroattive, che incidono su contratti di diritto privato già stipulati, e che costringono le imprese a rinegoziare con gli Istituti di credito le condizioni di finanziamento.
L'organizzazione degli imprenditori agricoli rimarca che si tratta di un problema che riguarda un numero significativo di imprese agricole.
Almeno uno dei circa 18 GW di potenza attualmente installata è relativo ad aziende agricole con impianti di potenza compresa tra i 200 kW ed 1 MW, anche perché, ai sensi della normativa vigente, fino allo scorso aprile, tali impianti erano riconducibili al reddito agrario; motivo per cui gli imprenditori agricoli, spinti dall'esigenza di diversificare i propri redditi, hanno investito in innovazione ed energia verde, utilizzando legittimamente uno strumento di incentivazione dello Stato che oggi, nonostante i contratti siglati con il Gestore dei Servizi Energetici, rischiano di veder fallire non solo l'attività energetica, ma più in generale l' azienda.
"Per questo – conclude l'Organizzazione agricola - è indispensabile escludere quantomeno dalle misura gli impianti di potenza inferiore ad 1 MW, con particolare riferimento a quelli realizzati dalle imprese agricole, tenendo fuori in ogni caso dalla rimodulazione gli impianti realizzati sugli edifici, incluse le serre, a prescindere dalla potenza". (Fonte Confagricoltura)
Mais & Soia: dati previsionali. Luglio 2014.
MAIS: Dati previsionali per 2014-15
La produzione globale di Mais per la stagione 2014-15 è prevista a 980.96 Mio t, pressochè invariata rispetto alle stime formulate a Giugno e inferiore rispetto alla stagione in corso, terminante il 31 Agosto (984.45 Mio t).
Negli Stati Uniti la produzione di Mais è attesa in leggero calo (352.06 Mio t), ma la resa dei terreni si mantiene invariata a 165.3 bushels/acro (equivalenti a 10.50 tons/ettaro). Nel Corn Belt il raccolto è in ottime condizioni, ma gran parte del successo dipende dal clima durante la fase di impollinazione di metà luglio.
Nella stagione in corso è aumentato l'impiego di Mais nella produzione di Etanolo.
In Cina, secondo produttore mondiale di Mais, la produzione è prevista a 220 Mio t, in aumento rispetto alle stagioni precedenti ed alle stime formulate il mese scorso, per le maggiori aree dedicate alla coltivazione.
Anche in Unione Europea la produzione è stimata in aumento, specialmente in Germania e Francia.
Le previsioni sugli stock finali globali sono di 188.05 Mio t, con aumenti per i tre principali Paesi Produttori di Mais: Stati Uniti, Cina e Brasile.
Le condizioni dei raccolti statunitensi sono le migliori degli ultimi 4 anni; per quanto riguarda l'area del Corn Belt (regione più intensivamente agricola del Midwest americano) le condizioni sono le migliori dal 2007.
SOJA: Dati previsionali per 2014-15
La produzione mondiale di semi di Soia per la nuova stagione 2014-15 è prevista a 304.79 Mio t, in aumento del +1.6% rispetto alle stime precedenti e in aumento del +7.4% rispetto alla stagione 2013-14, terminante il 30 Settembre.
Aumenti significativi della superficie coltivata sono attesi negli Stati Uniti, in Russia e in Ucraina.
Gli Stati Uniti si confermeranno il principale player Produttore ed Esportatore di semi di Soia. Si prevede un'area coltivata pari a 84.1 Mio acri (equivalenti a 33.64 milioni di ettari), in aumento del +4.5% rispetto alle stime formulate a Giugno.
La resa dei terreni è attesa a 45.2 bushels/acro (3.08 tons/ettaro).
Le Esportazioni Statunitensi sono stimate in aumento del +3.1%, riflettendo la maggior produzione ed i prezzi in diminuzione.
In Cina, principale Importatore di semi di Soia, la Produzione è prevista invariata a 12 Mio t, mentre le Importazioni sono attese in aumento a 73 Mio t (+1 Mio t rispetto alle previsioni del mese scorso, +4 Mio t rispetto alla stagione 2013/14 e +13 Mio t rispetto alla stagione 2012/13).
(Fonte CLAL)
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 29 21 Luglio 14
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SOMMARIO Anno 13 - n° 29 21 Luglio 14
1.1 editoriale Ai ripari... non certo dal sole estivo
2.1 ambiente GREENPEACE: Omini LEGO in azione contro la distruzione dell'Artico
3.1 bonifiche Fondi UE. La Regione Emilia Romagna approva il programma 2014-2020
3.2 latte e quote Il latte della discordia
4.1 Lattiero caseario Calma piatta per i "duri".
5.1 benessere Vinoterapia, un bagno di lunga vita
5.2 indicazione di origine Approvata l'etichetta di "prodotto di montagna"
6.1 comarketing Comarketing, Camoscio d'Oro e Piadina Loriana. Il Ricettario.
6.2 pomodoro 2014 Pomodoro, campagna 2014 in linea con le previsioni
7.1 consumi e crisi +10% la povertà
Rabboni: "l'Emilia-Romagna è stata la prima regione italiana per l'export dell'agroalimentare, superando la Lombardia".
Bologna – 16 Luglio 2014 –
L'Assemblea legislativa ha approvato a maggioranza il Programma di sviluppo rurale 2014-2020 dell'Emilia-Romagna in attuazione del Reg. (CE) 1305/2013. La proposta, nei sette anni, potrà contare su una dotazione di risorse per un miliardo e 190 milioni di euro. Le risorse: 513 milioni provengono dall'Europa; 474 milioni dallo Stato e 203 milioni dalla Regione (che raddoppiano rispetto all'anno precedente).
Tra le priorità: la competitività delle imprese con l'obiettivo di aumentare e stabilizzare la reddittività (544,6 milioni); l'ambiente (526 milioni per ridurre l'impatto delle attività agricole e sostenere la produzione biologica integrata), i giovani (130 milioni per l'insediamento di nuove imprese agricole) e lo sviluppo dei territori e delle zone rurali più fragili. Quest'ultima priorità è finalizzata a contrastare l'abbandono e il dissesto idrogeologico dei territori. Al suo interno, previsto un finanziamento regionale di 26 milioni per aumentare la dotazione di servizi socio-assistenziali nei territori.
L'assessore all'Agricoltura, Tiberio Rabboni, è tornato a sottolineare il rilievo economico, sociale e politico di questo atto di programmazione per un "settore leader in Italia e in Europa". Nel 2013 - ha ricordato- "l'Emilia-Romagna è stata la prima regione italiana per l'export dell'agroalimentare, superando la Lombardia". Il comparto, in crescita dal 2008, "ha una funzione antirecessiva e vogliamo contribuire ad una ulteriore crescita e ad un miglioramento della capacità di competere e della redditività. Riassunto in numeri, il programma- ha ricordato l'assessore- finanzierà circa 10 mila progetti di investimento da parte di imprese agricole, e poi sono previsti interventi formativi e consulenze tecniche per circa 29 mila destinatari. Mentre sono 200 mila gli ettari di terreno su cui ci saranno azioni di miglioramento ambientale". (Fonte Regione Emilia Romagna)