Rinnovata la convenzione, Saliera: "Uno strumento eccellente per aiutare le persone". Nel 2013 il sostegno a 87 vittime o loro familiari -
Bologna, 29 gennaio 2014 -
La Regione Emilia-Romagna ha rinnovato la convenzione triennale con la Fondazione per le vittime dei reati, l'istituzione creata dalla Regione, dalle Province e dai Comuni capoluogo per dare un sostegno immediato alle vittime dei crimini dolosi di maggiore gravità.
"E' uno strumento eccellente per aiutare le persone e siamo molto grati al senatore Sergio Zavoli che svolge, fin dalla nascita della Fondazione, con passione e impegno il ruolo di presidente", spiega Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore alle Politiche per la sicurezza della Regione Emilia-Romagna.
La Fondazione nel 2013 ha aiutato 87 persone con 34 interventi pari a 237.271 euro. "Si conferma - sottolinea Saliera - che la Regione è al fianco di chi subisce un torto e opera concretamente con risposte efficaci e tempestive".
Nello specifico, 37 delle 87 persone aiutate sono minorenni (17 ragazze e 20 ragazzi) e 50 adulti (38 donne e 12 uomini). Tenendo conto dei reati, la fattispecie maggiore di intervento ha riguardato vittime di femminicidio con 8 casi, segue quella di casi di violenza domestica (cioè maltrattamenti avvenuti all'interno della sfera familiare e affettiva) con 7 casi. Sono stati 6 sia gli interventi per sostenere familiari di vittime di omicidi sia gli aiuti a chi ha subìto una violenza sessuale, 3 i casi di sostegno a vittime di tentato omicidio, 2 di tentato femminicidio e 2 di aggressione.
Venendo, invece, alla ripartizione territoriale, 11 interventi sono stati realizzati nella provincia di Bologna per un importo complessivo di 77 mila euro (6 dal Comune di Bologna, 1 da Casalecchio di Reno, 1 da Pianoro, 1 da Monghidoro, 1 da Budrio e 1 da San Lazzaro di Savena); 7 nella provincia di Modena per 42.770 euro (3 dal Comune di Modena, 2 da Novi di Modena e 2 da Sassuolo); 3 nella provincia di Parma per un importo complessivo di 22 mila euro (1 dal Comune di Parma, 1 da Sorbolo e 1 da Tizzano Val Parma); 6 nella provincia di Reggio Emilia per 32.500 euro (2 dal Comune di Reggio Emilia e 1 rispettivamente da Rubiera, Guastalla, Castelnovo di Sotto e Rio Saliceto); 2 nella provincia di Ravenna per 15 mila euro (1 dal Comune di Ravenna e 1 dal Comune di Faenza); 2 nella provincia di Piacenza per 25 mila euro (1 dal Comune di Fiorenzuola d'Arda e 1 da Alseno); 2 nella provincia di Ferrara per un importo complessivo di 20.500 euro (1 dal Comune di Argenta e 1 da Comacchio);1 nella provincia di Forlì-Cesena per un importo complessivo di 2.500 euro (dal Comune di Civitella di Romagna).
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
In Assemblea legislativa sono state approvate due delle tre risoluzioni presentate -
Bologna, 29 gennaio 2014 -
Alla fine di un lungo dibattito seguito alla comunicazione della Giunta sull'alluvione nella Bassa modenese del 19 gennaio scorso, in Assemblea legislativa sono state approvate due delle tre risoluzioni presentate: all'unanimità quella sottoscritta da Silvia Noè (Udc), per chiedere al Governo, "oltre allo stato di emergenza, la sospensione di tutte le scadenze fiscali e delle rate di mutui bancari in capo ai soggetti danneggiati". E' stata invece votata a maggioranza (astenuti Fi-Pdl, Lega nord, Malaguti-Misto, sì di Udc e di Favia-Misto) la risoluzione di cui è primo firmatario Luciano Vecchi (Pd), che esprime solidarietà, vicinanza e sostegno alle popolazioni colpite. Il testo è stato sottoscritto dai consiglieri dei gruppi Pd, Sel-Verdi, Fds, Idv, M5s, oltre a Grillini e Riva del gruppo Misto.
Respinta (no di Pd, Sel-Verdi, Fds, Grillini-Misto, sì di Udc, Mov5s e Favia-Misto) la risoluzione proposta dal gruppo Fi-Pdl, di cui è primo firmatario Andrea Leoni, sottoscritta anche dal gruppo Lega nord e da Mauro Malaguti (Misto). Quest'ultimo documento impegnava la Giunta a garantire un indennizzo del 100 per cento alle persone che hanno subito danni dall'esondazione del fiume Secchia e ad attivare la procedura per richiedere la 'no tax area'.
LE RISOLUZIONI
La risoluzione presentata dai gruppi di maggioranza, dopo aver espresso solidarietà, vicinanza e sostegno alle popolazioni del modenese così duramente colpite e definito encomiabile l'impegno dell'intero sistema di Protezione civile e dei singoli cittadini che hanno fronteggiato l'emergenza, impegna la Giunta a operare nei confronti di Governo e Parlamento affinché si proceda rapidamente all'approvazione della dichiarazione dello stato d'emergenza; si definiscano tempi e modalità semplici e certe per il risarcimento di tutti i danni subiti da famiglie e aziende; si attivino sistemi di finanziamento immediato per fare ripartire l'economia e la vita delle comunità.
L'area interessata dal disastro alluvionale in parte coincide con il cratere sismico ed era già stata duramente provata dal sisma del maggio 2012. Perciò, la risoluzione pone l'esigenza di sospendere "per tempi ragionevoli e prevedibili" le scadenze fiscali e contributive per famiglie e imprese danneggiate, prevedendo modi e tempi di rateizzazione, e nel frattempo si attivino, integrando le risorse, gli ammortizzatori sociali per le lavoratrici e i lavoratori delle zone colpite. Scopo del documento approvato è anche quello di ottenere "misure certe di fiscalità di vantaggio integrando quelle già contenute all'interno della Legge di stabilità 2014 per le zone colpite dal sisma 2012".
Ancora, serve chiarire al più presto se le norme vigenti nella legge di stabilità siano in grado di garantire la copertura per la sospensione del pagamento dei mutui per le abitazioni rese inagibili dal sisma e/o dall'alluvione, o se sia necessario un provvedimento legislativo ad hoc. "Dal patto di stabilità – è scritto nella risoluzione – vanno escluse le spese che i Comuni, le Province e la Regione dovranno sostenere per ripristinare le infrastrutture, i servizi pubblici, le reti, e vengano garantite le risorse adeguate per poterle realizzare". Infine, il documento afferma l'improrogabile necessità di adottare provvedimenti legislativi in grado di rispondere in tutto il Paese in caso di calamita naturali, per favorire la messa in sicurezza del territorio a partire dalla quella idraulica, favorendo la semplificazione del quadro legislativo e investendo adeguate risorse finanziarie.
Ritirata dalla proponente, Monica Donini (Fds), che ha detto di riconoscersi nel testo proposto dalla maggioranza, una risoluzione in cui si chiedeva al Governo e al Parlamento, fra l'altro, l'approvazione di una legge che colleghi la messa in sicurezza del territorio con la creazione di posti di lavoro e di nuove opportunità di impresa.
La risoluzione presentata da Noè (Udc) impegna la Regione a chiedere al Governo "oltre allo stato di emergenza, la sospensione di tutte le scadenze fiscali e delle rate di mutui bancari in capo ai soggetti danneggiati". L'evento catastrofico avrebbe colpito quasi 2 mila aziende e coinvolto più di 5 mila addetti alle attività produttive nel settore del commercio, nei servizi, nel manifatturiero e nell'edilizia, fino all'agricoltura ed all'allevamento. Nella risoluzione si dice che l'alluvione sarebbe stata causata da "una piena significativa, ma non eccezionale".
Il documento respinto, infine, di cui è primo firmatario Leoni (Fi-Pdl), richiama l'attenzione sul fatto che il tratto dove si è rotto l'argine è da anni inserito nell'elenco dei fiumi a maggiore criticità e rischio in caso di piene; quest'ultima alluvione, così come tante e frequenti negli anni precedenti, avrebbe dimostrato l'insufficienza e l'ormai ridotta capacità del sistema di contenimento delle acque del Secchia, comprese le casse di espansione di Campogalliano.
Il dispositivo del documento impegnava la Giunta a garantire in tempi brevi un indennizzo del 100% ai danneggiati e la proroga immediata del pagamento delle tasse e delle rate di mutui bancari in capo ai soggetti danneggiati. Chiedeva, inoltre, di far attivare il sistema degli ammortizzatori sociali a tutela dei lavoratori dipendenti e autonomi, di reperire i fondi necessari per finanziare gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria dei fiumi, e di attivare la procedura di richiesta della 'no tax area' o di una fiscalità di vantaggio per un periodo di almeno tre anni.
LE DICHIARAZIONI DI VOTO
In dichiarazione di voto, sono intervenuti nuovamente Noè (Udc), che ha ribadito la necessità di un "nuovo modo di fare sistema", Fabio Filippi (Fi-Pdl), "basta emergenze e basta errori politici", e Stefano Bonaccini (Pd), che ha rivolto alla Giunta la richiesta di un articolato elenco di impegni, ribadendo la necessità che non si faccia alcuno sconto alla pretesa di capire i perché di quanto accaduto. Tra le richieste avanzate dall'esponente Pd: che nei prossimi giorni il Governo proceda alla dichiarazione dello stato di emergenza, che si trovino modalità semplici e certe per risarcire fino all'ultimo euro chi è stato danneggiato per far ripartire l'economia, che si sospendano le scadenze fiscali e contributive oltre i sei mesi, che si utilizzi ogni strumento a disposizione per le aziende agricole, che sono la priorità nelle priorità, che si individuino norme per la sospensione dei pagamenti dei mutui per le abitazioni inagibili, che vengano escluse dal patto di stabilità le spese sostenute per ripristinare le infrastrutture danneggiate.
Visibile tramite link diretto e sulla home page della Regione. Per cittadini, imprese ed enti pubblici le schede per segnalare i danni subiti -
Bologna, 28 gennaio 2014 -
Nasce il sito internet "Alluvione nel modenese", dedicato all'alluvione che ha colpito la provincia di Modena.
Da oggi pomeriggio è visibile sulla home page della Regione Emilia-Romagna all'indirizzo www.regione.emilia-romagna.it oppure al link diretto www.regione.emilia-romagna.it/alluvione-nel-modenese.
Il sito contiene tutte le notizie e gli aggiornamenti relativi alla gestione dell'emergenza; per cittadini, imprese ed enti pubblici è disponibile una sezione con le schede che devono essere compilate per la ricognizione dei danni subiti; le circolari e i decreti emanati dal Presidente della Regione Vasco Errani sono riuniti alla voce "Provvedimenti".
Nelle gallerie fotografiche si trovano le immagini relative alle zone alluvionate, ai soccorsi prestati e agli interventi, ancora in corso, per l'attività di ripristino. /EC
(Ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
La Regione "ha chiaro l'obiettivo da raggiungere: il riconoscimento di tutti i danni a strutture e infrastrutture pubbliche, privati e attività produttive" -
Bologna, 28 gennaio 2014 -
Quanto a ciò che è successo, "Aipo fa rilevare come, dal Natale scorso ad oggi, le arginature del Secchia abbiano 'sopportato' altre due condizioni di piena piuttosto gravose e ravvicinate. Per contro, la ripetuta saturazione e il successivo asciugamento della miscela terrosa arginale potrebbero avere 'affaticato' l'opera di difesa e rappresentare causa o concausa del collasso. Il tratto su cui si è aperta la breccia era già stato interessato da verifiche post sisma e regolarmente manutenuto attraverso periodici sfalci e pulizie del corpo arginale: l'ultimo intervento risale a dicembre 2013. Attendiamo la verifica degli esperti".
È quanto affermato dall'assessore regionale alla Sicurezza territoriale, difesa del suolo e protezione civile, Paola Gazzolo, nella comunicazione della Giunta all'Assemblea legislativa sull'alluvione nella bassa modenese dello scorso 19 gennaio. "Noi - ha subito chiarito l'assessore -vogliamo conoscere le ragioni" di quanto è successo "e rispondere ai tanti perché dei cittadini e alle loro preoccupazioni, che sono anche le nostre". E a stabilire come siano andate effettivamente le cose sarà la commissione scientifica voluta dal presidente della Regione, Vasco Errani, che ha il compito di valutare le cause della rottura dell'argine del Secchia, all'origine dell'alluvione. Una commissione che "garantirà terzietà", ha spiegato Gazzolo: in essa, "le Università di Padova, Bologna, Ferrara e Modena-Reggio Emilia metteranno a disposizione esperti particolarmente qualificati in materia idraulica e geotecnica. Saranno loro ad assicurare supporto professionale e valutazioni tecniche indipendenti di cui si avvarrà un gruppo di lavoro per svolgere un'analisi strutturale delle arginature dei fiumi Secchia, Panaro e Canale Naviglio", gruppo di lavoro anch'esso "costituito con decreto del presidente Errani. A comporlo, esperti regionali, di Aipo e Autorità di bacino del Fiume Po".
I FATTI - Nella ricostruzione fatta, l'assessore Gazzolo ha ricordato che le acque hanno allagato i centri abitati di Bastiglia e Bomporto e le frazioni di Albareto, San Matteo, La Rocca e Navicello nel comune di Modena, oltre alle aree rurali di Camposanto, Finale Emilia, Medolla, San Felice sul Panaro e San Prospero. Una tragedia resa ancor più drammatica dal fatto che si conta un disperso, Giuseppe Oberdan Salvioli, trascinato dalla corrente mentre prestava soccorso a chi era in difficoltà.
Il 16 gennaio, "l'Agenzia regionale di Protezione civile ha attivato la fase di attenzione in previsione di un severo evento meteorologico per la durata di 54 ore, fino al 19 gennaio: la terza perturbazione importante da Natale. Le piogge hanno raggiunto intensità anche superiori a 20 millimetri all'ora - con alcune punte di cumulo al suolo maggiori a 400 millimetri nell'intero periodo considerato - e hanno portato ad una sequenza ravvicinata di incrementi di livelli idrometrici nelle sezioni montane di tutti i corsi d'acqua dell'area centro-occidentale della Regione, con conseguenti colmi di piena a valle dei fiumi Enza, Secchia, Panaro e Reno".
Per quanto riguarda nello specifico il bacino del Secchia, "la pioggia si è localizzata soprattutto nella zona di crinale con valori massimi di 230-260 millimetri: i picchi massimi di precipitazione si sono registrati nelle giornate del 17 e 18 gennaio con una media di circa 180 millimetri in 48 ore (184 millimetri a Piandelagotti, 182 mm a Ligonchio e 179 mm a Febbio)". Tutto ciò ha portato "all'innalzamento dei livelli idrometrici già a partire dal 17 gennaio, con 4 colmi di piena nelle sezioni montane a cui si sono aggiunte altrettante piene del torrente Tresinaro, affluente di sinistra del Secchia, con livelli di piena che a Ponte Alto hanno segnato i 9,97 metri alle ore 10 del 19 gennaio".
Proprio nelle prime ore di quella mattina, sull'argine destro del Secchia - tra le sezioni di Ponte Alto e Ponte Bacchello, nei pressi della frazione San Matteo - "si è aperta una breccia che ha fatto defluire le acque nella pianura circostante. Attorno alle ore 8 - secondo quanto riferito da Aipo - il personale idraulico dell'Agenzia interregionale del fiume Po, già in servizio di piena dalla serata del sabato, veniva raggiunto dalla telefonata di un tecnico del comune di Modena; il dipendente Aipo si è quindi immediatamente recato in località San Matteo tra le 8.15 e le 8.30, dove già erano presenti polizia municipale, vigili del fuoco e frontisti".
La situazione che si presentava al tecnico di Aipo era la seguente, prosegue l'assessore: "La sommità arginale, per un tratto di almeno 15 metri, risultava crollata e sormontata da una lama d'acqua che aveva già allagato le aree al piede dell'argine, confinanti con un paio di aziende. L'apertura è andata progressivamente aumentando - fino a circa 80 metri - a causa della pressione della corrente del fiume". In quel momento veniva "immediatamente allertato il dirigente di Subarea Emilia occidentale di Aipo che si recava sul posto arrivando prima delle ore 10".
Da subito, "l'Agenzia interregionale per il Po si è impegnata in un lavoro senza sosta che - in sole 48 ore - ha permesso di chiudere la falla. La scelta è stata quella di aggredire il varco sia a valle che a monte, procedendo a riempire in via provvisoria l'apertura con l'uso di 'massi ciclopici', pietrame di grandi dimensioni in parte reperito sul mercato e in parte fornito direttamente dall'Agenzia regionale di Protezione civile, che ha messo a disposizione anche 9 torri faro, sacchetti di sabbia per operazioni di contenimento idraulico; cisterne di gasolio; 44 motopompe per gli interventi di pulizia e svuotamento". Resa "difficoltosa dalla conformazione stessa della sommità arginale, particolarmente stretta, dalla forte corrente e dall'elevata portata del corso d'acqua, l'operazione è stata preceduta dalla creazione di una pista di circa 500 metri a monte della breccia e per circa 300 metri a valle, indispensabile per il passaggio dei mezzi impegnati nei lavori". Ultimate queste operazioni, si sono create le piazzole per la posa dei massi e quindi ha preso avvio - al termine della giornata - il loro posizionamento: "da quel momento, su entrambi i fronti hanno operato due cantieri con - inizialmente - 3 dumper, 2 pale cingolate, 5 escavatori ed un costante afflusso di motrici e bilici per l'approvvigionamento dei massi. Per accelerare le operazioni, si sono potenziate le squadre sul campo ed è intervenuto anche il Gruppo operativo speciale 'Movimento Terra' dei Vigili del fuoco di Roma".
Le attività sono proseguite per tutta la notte, quindi nell'intera giornata di lunedì e - alle 6 di martedì mattina - l'apertura era sostanzialmente chiusa: "gli oltre 250 metri cubi d'acqua al secondo fuoriusciti nelle ore precedenti si erano ridotti a 15 e la situazione si è definitivamente risolta nella tarda mattinata, anche grazie alla riduzione dei livelli idrometrici del fiume e all'opera senza sosta dei lavori delle imprese coinvolte nell'operazione a cui esprimo un vivo ringraziamento anche perché hanno operato in condizioni particolarmente difficili".
In totale - secondo la stima redatta in collaborazione con ArpaSimc di Parma - "Aipo ha stimato un volume d'acqua che ha attraversato la rotta pari a 13 milioni di metri cubi". I lavori sono quindi proseguiti con l'impermeabilizzazione dell'argine e la successiva infissione di una serie di palancole di tenuta e consolidamento per un'estensione di 60 metri, concluso nella giornata di ieri (lunedì).
"Seppur risulta difficile operare una stima precisa dei lavori svolti, è possibile ipotizzare un impiego di più di 10 mila metri cubi di pietrame e 5 mila metri cubi di terra. L'intervento sarà completato in tempi rapidi, nei prossimi giorni, con il ripristino della difesa arginale per garantirne piena efficienza".
L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE - Ad oggi, i centri degli abitati di Bastiglia e di Bomporto risultano liberi dalle acque e si sta lavorando per smaltire fango e rifiuti. Risulta in sensibile diminuzione l'acqua nell'area compresa fra i comuni di Camposanto, San Felice e Finale Emilia, dove per giorni sono state in funzione 2 idrovore e 3 motopompe per favorire l'attività del cavo Dogaro e 4 idrovore in continuo all'impianto Santa Bianca. Elevatissima è stata la velocità di scolo del Burana.
"Entro la giornata di oggi, martedì - ha sottolineato l'assessore - è prevista la liberazione totale dalle lame d'acqua, salvo complicazioni nella gestione delle manovre idrauliche tutt'ora in corso e - nei prossimi giorni - si dovrebbe procedere alla riapertura delle paratoie delle casse di espansione del Panaro". E sempre entro la giornata odierna "saranno richiuse tutte le rotte artificiali praticate nei canali per il drenaggio delle acque d'esondazione da parte di Aipo e con l'apporto di imprese e volontari".
Gazzolo ha poi spiegato che "l'invito rivolto alla popolazione è stato quello di lasciare le abitazioni o, in alternativa, di salire ai piani superiori. Queste indicazioni hanno consentito da un lato di salvaguardare la popolazione più fragile per la quale è stata disposta l'evacuazione e ha contestualmente evitato un esodo di massa dalle zone in pericolo che avrebbe aumentato significativamente il rischio per la pubblica incolumità delle persone".
Del soccorso urgente ai cittadini rimasti ai piani alti delle loro case - così come alla distribuzione di alimenti e generi di prima necessità - si sono occupati i Vigili del fuoco, "nonostante le condizioni molto complesse causate dal flusso di corrente particolarmente elevato. Dalle prime ore dell'emergenza, hanno effettuato interventi mirati al salvataggio di persone sia da terra che con mezzo aereo. Presenti con 176 unità di personale al giorno con uomini provenienti da Venezia, Rovigo, Brescia, Milano e Cremona e 95 mezzi, hanno portato a termine 1.355 interventi di soccorso urgente, 1.039 salvataggi alla persona, 34 interventi di soccorso con mezzi aerei e 80 salvataggi con mezzi aerei. Al loro fianco, sono intervenuti anche 150 militari dell'Esercito attivati dalla Prefettura di Modena.
La popolazione sfollata è stata accolta in 8 centri di accoglienza allestiti nei comuni di Modena Est, Carpi, Medolla, Mirandola, San Felice e Soliera oltre che nelle strutture alberghiere, attivate attraverso il coinvolgimento di Federalberghi.
Presso i Coc o i centri di prima accoglienza si sono rivolte oltre 1.500 persone, delle quali circa 800 hanno ottenuto accoglienza, gli altri hanno provveduto a sistemazioni autonome.
Da subito, l'Agenzia regionale di Protezione civile ha messo a disposizione circa 1.500 brandine e 3.000 coperte, oltre a 30 pullman e pulmini per il trasporto delle persone, 3 natanti e 1 piattaforma galleggiante mobile.
Per portare soccorso e assistenza alla popolazione, "determinante si è confermata la rinnovata generosità di circa 1.000 volontari: 900 dei Coordinamenti provinciali di protezione civile e delle associazioni regionali; 100 attivati dal Dipartimento nazionale. Ad oggi, sono oltre 200 sono quelli impegnati per le attività di smaltimento delle acque nelle aree allagate e pulizia di abitazioni, attività commerciali e aree pubbliche".
VERIFICA DELLA CAUSE - In attesa delle decisioni del Governo sulle misure di sostegno alle popolazioni colpite, il presidente della Regione, Errani, ha dichiarato lo stato di crisi regionale per la durata di 90 giorni, assicurando ai Comuni e alla Provincia la copertura di ogni spesa necessaria per affrontare l'emergenza. Con lo stesso decreto, si è provveduto all'istituzione di un Comitato istituzionale ed un Centro di coordinamento operativo. "Il primo - volto ad un'efficace gestione dell'emergenza e ad un pieno coordinamento tra tutti gli enti interessati - è presieduto dal presidente Errani ed è composto - oltre che dalla sottoscritta - dal Prefetto, dal presidente della Provincia di Modena, dal presidente dell'Unione dei Comuni del Sorbara e dai sindaci dei Comuni maggiormente colpiti. Suo compito è quello di valutare e concordare le misure necessarie a fronteggiare l'emergenza. Il secondo - ossia il Centro di coordinamento operativo - opera a supporto del Comitato istituzionale; coordinato dalla Provincia di Modena, è formato da dirigenti e funzionari della Regione, dell'Agenzia regionale di Protezione civile, ed è articolato in varie funzioni: da quella tecnica al volontariato alla logistica, dall'assistenza alla popolazione ai servizi essenziali e tutela dell'ambiente, fino ai servizi scolastici, assistenza sociale e comunicazione".
Sempre con decreto del presidente Errani del 24 gennaio, inoltre, "è stato disposto di costituire una commissione scientifica con il compito di valutare le cause della rotture dell'argine del Secchia. Vogliamo conoscerne le ragioni e rispondere ai tanti perché dei cittadini e alle loro preoccupazioni che sono anche le nostre", ha detto Gazzolo.
Che poi ha aggiunto: "La commissione garantirà terzietà. Le Università di Padova, Bologna, Ferrara e Modena-Reggio Emilia metteranno a disposizione esperti particolarmente qualificati in materia idraulica e geotecnica. Saranno loro ad assicurare supporto professionale e valutazioni tecniche indipendenti di cui si avvarrà un gruppo di lavoro per svolgere un'analisi strutturale delle arginature dei fiumi Secchia, Panaro e Canale Naviglio, anche questo costituito con decreto del presidente Errani. A comporlo, esperti regionali, di Aipo e Autorità di Bacino del Fiume Po". Quanto alle possibili cause, "Aipo fa rilevare come, dal Natale scorso ad oggi, le arginature di Secchia abbiano sopportato altre due condizioni di piena piuttosto gravose e ravvicinate. Per contro la ripetuta saturazione e il successivo asciugamento della miscela terrosa arginale potrebbero avere 'affaticato' l'opera di difesa e rappresentare causa o concausa del collasso. Il tratto su cui si è aperta la breccia era già stato interessato da verifiche post sisma e regolarmente manutenuto attraverso periodici sfalci e pulizie del corpo arginale: l'ultimo intervento risale a dicembre 2013. Attendiamo la verifica degli esperti", ha chiuso l'assessore regionale.
(fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Lo afferma il sottosegretario alla Presidenza, Alfredo Bertelli, rispondendo alla consigliera Gabriella Meo (Sel-Verdi) che in una interrogazione a risposta immediata in Aula -
Bologna, 28 gennaio 2014 -
La Giunta regionale promuoverà opposizione (ex art. 10 del D.P.R. n.1119/1971) per chiedere che il ricorso al presidente della Repubblica promosso dall'Eolica Parmense sia deciso in sede giurisdizionale. Pertanto, se l'Eolica Parmense vorrà insistere nel ricorso dovrà precedere alla costituzione davanti al Tar dell'Emilia-Romagna. Lo afferma il sottosegretario alla Presidenza, Alfredo Bertelli, rispondendo alla consigliera Gabriella Meo (Sel-Verdi) che in una interrogazione a risposta immediata in Aula aveva chiesto alla Regione di costituirsi davanti alla giustizia amministrativa per difendere i propri provvedimenti in materia di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, in particolare contro il ricorso presentato dall'azienda Eolica Parmense al capo dello Stato per chiedere l'annullamento della delibera provinciale di Parma e della normativa regionale. "La questione – ricorda Meo– riguarda un progetto di impianto eolico nel Comune di Borgo Val di Taro; impianto che presenta elementi in palese contrasto con la deliberazione dell'Assemblea legislativa n.51/2011".
Nella replica, Meo si è dichiarata soddisfatta della risposta. "La Regione- ha detto- ha fatto scelte precise in materia di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Un impianto, sotto le 1800 ore di produzione per 60 giorni all'anno, in una zona particolare del territorio, non si deve fare".
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Terremoto, emanata Ordinanza del Commissario delegato Vasco Errani che proroga, a causa dell'alluvione che ha colpito il modenese, tutte le scadenze relative alle pratiche per la ricostruzione delle abitazioni e delle imprese -
Bologna, 28 gennaio 2014 –
Prorogate, a causa dell'alluvione che ha colpito il modenese, tutte le imminenti scadenze relative alle pratiche per la ricostruzione delle abitazioni e delle imprese nonché dei progetti e delle istanze in attuazione del Piano delle opere pubbliche e dei beni culturali.
Lo definisce l'Ordinanza emanata oggi dal presidente della Regione Emilia-Romagna e Commissario delegato per la Ricostruzione, Vasco Errani (la numero 2 del 2014 che modifica la 131 del 18 ottobre 2013), che stabilisce la proroga per le disposizioni relative ai termini di presentazione delle prenotazioni e delle domande di contributo per la ricostruzione.
Il provvedimento si è reso necessario alla luce degli eccezionali eventi alluvionali verificatisi tra il 17 e 19 gennaio 2014 negli stessi territori colpiti dal sisma del maggio 2012. Eventi che hanno comportato, e comportano, numerosi disagi alle popolazioni oltre ad impedire il corretto e completo svolgimento del lavoro dei tecnici pubblici dei Comuni direttamente colpiti e di quelli ad essi contigui attualmente impiegati per gli interventi di messa in sicurezza e assistenza alla popolazione nonché dei tecnici privati residenti nelle aree colpite ed interessati dalle pratiche per la ricostruzione post sisma in tutto il territorio che non sono nelle condizioni di poter rispettare le scadenze previste.
L'istanza di prenotazione, oggetto di proroga, è comunque obbligatoria per il successivo deposito della domanda di contributo. L'istanza consiste nella semplice compilazione di un modulo, sempre all'interno delle due piattaforme informatiche Mude e Sfinge, contenente le principali informazioni relative all'intervento (il beneficiario, l'ubicazione, la stima del costo, il numero di unità immobiliari e famiglie per le residenze, mentre per le imprese vengono richiesti il settore, i beni su cui si chiede contributo). I dati dichiarati in fase di istanza di prenotazione possono poi essere rettificati in fase di deposito della domanda.
ABITAZIONI
Per quanto riguarda abitazioni con danni B o C, la scadenza per il deposito viene spostata al 30 aprile 2014, in questo caso non è prevista istanza di prenotazione.
Per le abitazioni con danni classificati E la prenotazione dovrà essere compilata entro il 31 marzo 2014 e il deposito della domanda dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2014.
Per quanto riguarda interventi su immobili compresi nelle Umi il deposito della domanda è previsto entro il 31 dicembre 2014 mentre per quelle subordinate al piano della ricostruzione entro il 30 giugno 2015.
IMPRESE
Prevista la prenotazione entro il 31 marzo 2014 e il deposito entro il 31 dicembre 2014.
OPERE PUBBLICHE
I termini stabiliti dal Regolamento per l'attuazione dei Piani Annuali 2013-2014 Opere pubbliche, beni culturali, edilizia scolastica e università (che riguardano la presentazione dei progetti preliminari, definitivi ed esecutivi degli interventi), decorrono dal 1 marzo 2014 (stessa decorrenza per le opere di importo inferiore ai 50 mila euro). Mentre in merito alla presentazione dell'istanza al Commissario delegato per l'inserimento nel Programma delle Opere pubbliche e dei beni culturali, è prorogato al 31 marzo 2014.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Il ministro: "Qui c'è l'humus giusto". Errani: "Garantire una qualità della vita migliore all'interno delle carceri" -
Bologna, 27 gennaio 2014 -
Pene scontate in una dimensione più "umana" e dignitosa, puntando anche a un maggiore reinserimento sociale dei detenuti. E', in estrema sintesi, l'obiettivo del protocollo operativo che integra un precedente documento d'intesa tra il Ministero della Giustizia e la Regione Emilia-Romagna. Il nuovo protocollo è stato siglato oggi a Bologna, in viale Aldo Moro, dal ministro Annamaria Cancellieri e dal presidente della giunta Vasco Errani.
"Sono convinta – ha dichiarato Cancellieri – che con l'Emilia-Romagna, anche attraverso questo protocollo, si possa costruire qualcosa di importante: qui c'è l'humus giusto, in termini giuridici, sociali, per portare a compimento nel nostro Paese certi processi di maturazione".
Un protocollo "che si inserisce in un percorso già in essere – ha ricordato Errani – , con il coinvolgimento di Regione ed enti locali, e che si pone un obiettivo ambizioso, non semplice ma indispensabile: garantire una qualità della vita migliore all'interno delle carceri, con un'attenzione particolare per i soggetti più fragili, e costruire percorsi di reinserimento nella società, a partire dalla formazione professionale".
Alla firma erano presenti anche Giovanni Tamburino (capo del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria), Roberto Mazza (Tribunale di Sorveglianza di Bologna), Pietro Buffa (provveditore regionale dell'Amministrazione penitenziaria), e gli assessori regionali Teresa Marzocchi (Politiche sociali) e Patrizio Bianchi (Formazione professionale).
Il protocollo durerà tre anni; la realizzazione dei progetti è subordinata al co-finanziamento, fino a 1 milione di euro (circa 300mila euro l'anno), da parte della Cassa delle Ammende, mentre la previsione di impegno annuale, da parte della Regione, è di 500mila euro sul Fondo sociale europeo (per la formazione professionale dei detenuti) e di 550mila euro per le attività di carattere sociale.
Il protocollo, in sintesi
Detenuti in condizioni di particolare fragilità
All'interno delle strutture presenti sul territorio regionale, sono presenti alcune categorie di persone (con problemi di dipendenza, di disagio mentale, transessuali, autori di reato a sfondo sessuale, disabili, donne con figli minori) e altre che, per le loro caratteristiche di particolare fragilità, hanno bisogno di interventi di particolare valenza. A questo proposito i firmatari concordano sulla necessità di collaborare insieme per la ricerca di risorse umane, tecniche e finanziarie e per la sensibilizzazione di enti pubblici e privati che possano offrire un contributo qualificato nell'assistenza dei soggetti fragili detenuti.
Gli stranieri
Sono necessarie inoltre – vista l'alta incidenza di cittadini stranieri all'interno degli istituti penitenziari dell'Emilia-Romagna – misure specifiche, in particolare rispetto all'apprendimento della lingua italiana e alla mediazione culturale. I firmatari si impegnano inoltre a promuovere programmi di rimpatrio assistito e a favorirne l'accesso da parte dei detenuti che abbiano i requisiti necessari.
Formazione professionale e lavoro
La formazione professionale e l'attività lavorativa rappresentano un elemento fondamentale nell'esperienza dei detenuti, finalizzata al reinserimento sociale. La Regione e il Provveditorato dell'Amministrazione penitenziaria si impegnano a individuare periodicamente i fabbisogni di formazione professionale della popolazione carceraria, tenendo conto delle possibilità di sviluppi lavorativi. Regione e Provveditorato, infatti, nell'ambito dei comitati locali per l'esecuzione penale adulti, condividono con gli assessorati provinciali e comunali competenti l'elaborazione e l'implementazione dei periodici piani programmatici, che dovranno tenere conto della dislocazione dei plessi penitenziari idonei a gestire adeguatamente i processi formativi.
Misure alternative alla detenzione e reinserimento
I firmatari del protocollo condividono il principio secondo cui il carcere non rappresenta l'unica esperienza penale possibile, e concordano nel supportare misure alternative alla detenzione attraverso azioni orientate al reinserimento della persona ristretta nel tessuto socio-economico esterno. A questo fine c'è l'impegno a sostenere progetti e azioni finalizzate all'accoglienza del detenuto nel territorio di residenza attraverso percorsi di inserimento abitativo e orientamento al lavoro, in particolare per le persone prive di risorse economiche e familiari.
Il Provveditorato, la Regione, i singoli istituti e gli Uffici Esecuzione penale esterna che saranno individuati, in collaborazione con gli enti locali, si impegnano a sottoporre alla Cassa delle Ammende (Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria del Ministero) il co-finanziamento di progetti che possano consentire l'accesso a misure alternative in favore di coloro che, per situazione sociale, familiare ed economica, non siano nelle condizioni di essere ammessi. La Regione si impegna, anche utilizzando le reti di volontariato presenti sul territorio e già coinvolte in progetti in corso, a definire strumenti e percorsi per la realizzazione - nei tre anni successivi alla sottoscrizione del protocollo - di almeno quattro esperienze progettuali di questo tipo diffuse nel territorio.
Carceri in Emilia-Romagna: i numeri
Detenuti. Nei 12 istituti penitenziari della regione sono presenti 3.706 detenuti secondo i dati del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap) aggiornati al 30 aprile 2013. Di questi, le donne sono il 4% e gli stranieri il 51,6%. Il 37% è in attesa di sentenza definitiva (1.373 detenuti), di cui quasi la metà in attesa del primo giudizio. Gli ingressi nel 2012 sono stati 4.011.
Sovraffollamento. Il numero dei detenuti supera di oltre 1.300 unità la capienza regolamentare delle carceri, con un tasso di affollamento pari a 154 detenuti per ogni 100 posti letto (la media europea è di 107 detenuti).
Condanne e reati. I condannati con sentenza definitiva sono 2.114 (Dap al 30 aprile 2013). I reati più diffusi sono quelli contro il patrimonio, contro la persona e contro la legge sulla droga (questi ultimi sono commessi principalmente da stranieri).
Figli. Al 31 dicembre 2012 nelle carceri della regione era presente una detenuta madre con un figlio all'interno dell'istituto.
Misure alternative. Le condanne non si scontano solo in carcere: nel 2012 sono state 1.522 le persone che hanno usufruito di misure diverse rispetto alla detenzione. Sono infatti 423 i condannati in affidamento in prova ai servizi sociali, 267 gli affidati tossicodipendenti e 444 quelli in detenzione domiciliare (misure alternative), 220 quelli in libertà vigilata (misure di sicurezza) e 168 i lavori di pubblica utilità (misure sostitutive).
Detenuti usciti per effetto della legge 199/2010. In Italia sono oltre 10mila i detenuti usciti dagli istituti penitenziari ex legge 199/2010 dall'entrata in vigore al 31 maggio 2013, di cui 696 donne e 3.077 stranieri. In regione sono 328 i detenuti usciti con questa normativa: 36 le donne, 157 gli stranieri (di cui 15 donne).
Lavoro. Nel 2012 sono 651 i detenuti che hanno lavorato alle dipendenze dell'amministrazione penitenziaria (poco meno del 20% del totale) di cui 301 stranieri. Poco più del 3% sono i detenuti che lavorano non alle dipendenze dell'amministrazione penitenziaria, di cui la metà stranieri. Su 110 detenuti i semiliberi sono 38 (di cui 3 lavorano in proprio e 35 (per datori di lavoro esterni), quelli che lavorano all'esterno ex articolo 21 sono 31, mentre sono 41 quelli che lavorano in istituto per conto di imprese (25) e cooperative (16).
Opg. Rientrano nella popolazione carceraria anche gli internati nell'Ospedale psichiatrico giudiziario (Opg) di Reggio Emilia, dove vengono reclusi i detenuti con infermità psichica. Al 31 dicembre 2012 le presenze nell'Opg sono 173, di cui 88 provenienti dalle regioni di bacino (25 gli emiliano-romagnoli), 65 da quelle extrabacino (34 i lombardi) e 20 i senza fissa dimora. E' prevista per il 31 marzo 2014 la chiusura definitiva degli Opg in Italia. La Regione Emilia-Romagna ha avviato un programma per il definitivo superamento di queste strutture attraverso la costruzione di Residenze esecuzione misure di sicurezza (Rems) come indicato dalla Legge 9/2012.
Condizioni sanitarie. Circa il 70% dei detenuti ha problemi di salute. Il 60% fuma. Quasi il 30% ha una diagnosi specifica di tossicodipendenza. Nel 2008 tutte le funzioni sanitarie svolte dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e dal Dipartimento di giustizia minorile sono state trasferite al Servizio sanitario nazionale (Ssn), comprese quelle che riguardano il rimborso alle comunità terapeutiche per i tossicodipendenti e per i minori affetti da disturbi psichici. Le funzioni trasferite sono garantite dalle Regioni attraverso le Aziende sanitarie locali. Nel 2012 la Regione Emilia-Romagna ha destinato 17 milioni di euro alla sanità penitenziaria, coprendo con proprie risorse le spese sostenute dalle Ausl.
Suicidi in carcere. Nel 2012 i suicidi nelle carceri regionali sono diminuiti passando da 6 a 3 (anche il valore nazionale è in calo, passando dai 63 del 2011 ai 56 del 2012), 157 gli episodi di autolesionismo.
Minori e carcere. I minori che violano il codice penale sono sottoposti al sistema della giustizia e devono scontare una pena in istituti o comunità. Nel 2011 sono stati 103 gli ingressi nell'Istituto penale per minorenni di Bologna (12 posti), mentre nel Centro di prima accoglienza sono stati 109 nel 2012 e 147 quelli nella Comunità ministeriale (per le misure sostitutive o alternative alla detenzione, messa alla prova, misure di sicurezza o cautelare).
Il lavoro di pubblica utilità. Rappresenta una sanzione sostitutiva della pena detentiva attraverso la prestazione di un'attività volontaria e non retribuita a favore della collettività. Al 31 dicembre 2012 le persone ammesse ai Lpu sono 168, quasi tutti per la violazione dell'articolo 186 del Codice della strada (Guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti).
Volontariato nelle carceri. Oltre 500 i volontari e gli operatori all'interno delle strutture carcerarie regionali attraverso 44 realtà (dati aggiornati al 2012). La mappatura è stata realizzata con il progetto "Cittadini per sempre".
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Dichiarato stato di crisi regionale e istituiti un Comitato istituzionale e un Centro di coordinamento operativo -
Bologna, 27 gennaio 2014 -
L'avvio alla ricognizione dei danni per cittadini, imprese ed enti pubblici. Dichiarato lo stato di crisi regionale in attesa della dichiarazione di stato di emergenza da parte del Governo e la costituzione di due centri di coordinamento a livello istituzionale e operativo, varate le misure organizzative per l'analisi delle cause della rottura dell'argine del Secchia e l'analisi delle arginature di Secchia, Panaro e Naviglio.
Sono questi in sintesi i contenuti dei provvedimenti (due Decreti e una lettera) emanati dal presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani per le zone del modenese colpite dell'alluvione.
La Regione ha attivato la procedura per la ricognizione dei fabbisogni finanziari per far fronte ai danni causati dal maltempo attraverso una Circolare che stabilisce le procedure per una tempestiva attività di ricognizione dei fabbisogni – attraverso la compilazione di apposite schede reperibili anche all'indirizzo http://www.protezionecivile.emilia-romagna.it/ - per gli interventi di ripristino e per i danni subiti. In particolare per quel che riguarda il fabbisogno per gli interventi sul patrimonio privato e le attività economico-produttive, la Circolare invita i Comuni a pubblicare sui propri siti istituzionali e/o nelle forme che ritengono più opportune le apposite schede che, cittadini e imprese interessati devono compilare e trasmettere sempre ai Comuni entro il prossimo 28 febbraio.
Il primo decreto – che fissa a 90 giorni la durata dello stato di crisi regionale a partire dal 24 gennaio, data di adozione dell'atto si è reso necessario in attesa della dichiarazione di stato di emergenza nazionale che il presidente Errani ha, nei giorni scorsi, inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta e al Prefetto Franco Gabrielli.
Inoltre, per assicurare il raccordo e coordinamento tra gli enti interessati (sia a livello istituzionale sia a livello operativo) ma anche per una più efficace gestione dell'emergenza, il Decreto istituisce un Comitato istituzionale e un Centro di coordinamento operativo.
Il Comitato istituzionale è presieduto dallo stesso presidente Errani ed è composto dall'assessore regionale alla Protezione civile, dal Prefetto di Modena, dal presidente della Provincia di Modena e dai sindaci dei Comuni del modenese maggiormente colpiti quali Bastiglia, Bomporto, Camposanto, Medolla, Modena, San Felice sul Panaro e San Prospero. Il Comitato avrà il compito di concordare e valutare le misure, iniziative ed interventi necessari a fronteggiare l'emergenza in atto.
In Centro di coordinamento operativo, a supporto del Comitato istituzionale, sarà insediato presso il Centro unificato provinciale di protezione civile a Modena ed formato da dirigenti, funzionari e tecnici della Regione e della Provincia di Modena. Il centro di coordinamento è suddiviso in funzioni: segreteria di coordinamento, funzione tecnica di valutazione, volontariato, logistica, assistenza alla popolazione, comunicazione, servizi essenziali e tutela dell'ambiente, servizi scolastici e assistenza sociale.
Il secondo Decreto costituisce un gruppo di lavoro tra esperti della Regione, di enti interregionali quali Aipo e l'Autorità di Bacino del Po che analizzi e cause della rottura arginale del fiume Secchia e approfondisca dal punto di vista strutturale le arginature dei fiumi Secchia, Panaro e Canale Naviglio. Inoltre, il provvedimento affida alla Direzione Generale Ambiente della Regione Emilia-Romagna, al fine di acquisire valutazioni tecniche indipendenti, il compito di richiedere ai Dipartimenti delle Università italiane qualificati in materia idraulica e geostrutturale, la disponibilità di professionalità di elevato profilo tecnico-scientifico per costituire una Commissione scientifica che, che ha il compito di analizzare e valutare le cause della rottura arginale del Secchia.
(fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
A causa del maltempo saranno prorogate tutte le imminenti scadenze relative alle pratiche per la ricostruzione delle abitazioni e delle imprese -
Bologna, 27 gennaio 2014 -
Prorogate tutte le imminenti scadenze relative alle pratiche per la ricostruzione delle abitazioni e delle imprese nonché dei progetti e delle istanze in attuazione del Piano delle opere pubbliche e dei beni culturali. I dettagli delle scadenze di ciascun adempimento saranno contenuti in una apposita ordinanza del presidente della Regione e Commissario delegato alla Ricostruzione Vasco Errani, che sarà emanata nei prossimi giorni.
«Con la decisione di spostare le scadenze per le pratiche della ricostruzione – ha evidenziato l'assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli - rispondiamo ad una necessità del territorio e alle comprensibili preoccupazioni dei cittadini. Non è un segnale di rallentamento. Anzi, io sono certo che i professionisti e gli uffici pubblici continueranno ad impegnarsi per accelerare le procedure. Ma non possiamo correre il rischio che i cittadini perdano i loro diritti».
Il provvedimento si è reso necessario alla luce degli eccezionali eventi alluvionali verificatisi tra il 17 e 19 gennaio 2014 nei medesimi territori colpiti dal sisma del maggio 2012. Eventi che hanno comportato, e comportano, numerosi disagi alle popolazioni oltre ad impedire il corretto e completo svolgimento del lavoro dei tecnici pubblici dei Comuni direttamente colpiti e di quelli ad essi contigui attualmente impiegati per gli interventi di messa in sicurezza e assistenza alla popolazione nonché dei tecnici privati residenti nelle aree colpite ed interessati dalle pratiche per la ricostruzione post sisma in tutto il territorio che non sono nelle condizioni di poter rispettare le scadenze previste.
(fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
La ricorrenza cade ogni anno il 27 gennaio, il giorno in cui, nel 1945, fu liberato il campo di sterminio di Auschwitz -
Bologna, 27 gennaio 2014 -
L'Italia, come molti altri Stati, ha istituito, con la legge 20 luglio 2000 n.211, il "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio del popolo ebraico (la Shoah, che significa 'catastrofe, distruzione totale'), delle leggi razziali e della persecuzione inflitta sia ai cittadini ebrei sia ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.
La ricorrenza cade ogni anno il 27 gennaio, il giorno in cui, nel 1945, fu liberato il campo di sterminio di Auschwitz.
La legge prevede che in occasione del Giorno della Memoria siano organizzate cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, in modo da conservare la memoria di "un tragico e oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa" e perché quanto avvenuto non possa mai più accadere.
E' di sei milioni la cifra stimata delle vittime tra la popolazione ebraica tra il 1933, anno dell'ascesa di Hitler al potere in Germania, e il 1945, ma tra i gruppi perseguitati dai nazisti e dai loro collaboratori ci furono anche zingari, dissidenti politici e oppositori al nazismo, testimoni di Geova, omosessuali, criminali abituali e persone considerate 'a-sociali', malati di mente e disabili.
L'Assemblea legislativa regionale ha creato una banca dati per raccogliere gli eventi e le manifestazioni organizzate in Emilia-Romagna dagli enti locali per ricordare l'Olocausto. La banca dati ha lo scopo di informare, per favorire la partecipazione agli eventi, ma anche di documentare ciò che viene realizzato, per non disperdere un patrimonio di esperienze in alcuni casi anche molto significative.
Poiché, soprattutto nelle scuole, si realizzano sempre più percorsi e progetti di lunga durata e non solo iniziative concentrate in occasione del 27 gennaio, l' archivio può essere implementato e consultabile per tutto l'anno, con l'obiettivo di costruire un punto di riferimento per il territorio regionale per chi lavora su queste tematiche, per mettere in rete le esperienze e fare crescere dialogo e sinergie. La banca dati si trova al link:
http://www.assemblea.emr.it/assemblea-legislativa/progetti/percorsi-della-memoria/banca-dati-giorno-della-memoria
Numerosi consiglieri regionali parteciperanno alle iniziative previste in tutte le province dell'Emilia-Romagna per il Giorno della Memoria. A partire dalla presidente dell'Assemblea legislativa, Palma Costi, che alle 9.30, in rappresentanza anche del presidente della Giunta, Vasco Errani, parteciperà in Prefettura a Bologna alla cerimonia di consegna delle medaglie d'onore conferite dal Presidente della Repubblica ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l'economia di guerra, residenti nella provincia di Bologna. Alle 10.45, in Piazza del Nettuno, ci sarà la deposizione di corone alle lapidi dei martiri da parte degli ex deportati e degli ex internati, alla presenza di un picchetto militare d'onore.
In merito ai consiglieri regionali, da segnalare, delegati in rappresentanza dell'Assemblea legislativa, le presenze di Giuseppe Paruolo oggi, lunedì 27 gennaio, nella Sala del Consiglio comunale di Bologna, a Palazzo d'Accursio, alla seduta solenne congiunta dei Consigli comunale e provinciale di Bologna; di Gabriella Meo, nella Sala dei Concerti, Casa della Musica (piazzale San Francesco 1, Parma), alla seduta solenne congiunta dei Consigli comunale e provinciale di Parma; di Thomas Casadei, al Parco Resistenza di Forlì (alle 10, alla cerimonia commemorativa del Giorno della memoria).
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)