Il 56esimo appuntamento con la rubrica "Dentro la Costituzione" cade proprio alla vigilia dell’inizio delle operazioni per eleggere il prossimo Presidente della Repubblica. Come ogni domenica, il Professor Daniele Trabucco, docente di diritto Costituzionale, entrerà tra le pieghe della nostra Costituzione per svelarne i contenuti noti e meno noti. Un'analisi critica spiegata con semplicità, e calata nei fatti di attualità. Quest'oggi l'argomento non poteva che essere quello relativo alla più alta carica dello Stato e delle Forze Armate.
Di Daniele Trabucco (*) Belluno, 19 gennaio 2022 - Entri all'interno di una scuola (pubblica statale o paritaria), all'interno di una Università, in un luogo pubblico, in ufficio, in una Chiesa senza il dispositivo di protezione delle vie respiratorie ed il vaccinato di turno grida, inveisce contro di te, bollandoti come irresponsabile, nonostante l'urlante abbia effettuato la inoculazione della terza dose del vaccino il quale promette, non riuscendo a mantenere l'impegno, di prevenire la diffusione dell'agente virale Sars-Cov2.
Siamo giunti al 55esimo appuntamento con la rubrica "Dentro la Costituzione". Ogni domenica, il Professor Daniele Trabucco, docente di diritto Costituzionale, entrerà tra le pieghe della nostra Costituzione per svelarne i contenuti noti e meno noti. Un'analisi critica spiegata con semplicità, e calata nei fatti di attualità. Quest'oggi l'argomento riguarda "l’elezione del presidente della Repubblica".
Parma, 9 novembre 2021. Si è aperta nel pomeriggio di oggi la 38° Assemblea Anci, a Parma. “Rinasce l’Italia, i Comuni al centro della nuova stagione” è il tema del dibattito tra sindaci, amministratori locali e rappresentanti di aziende ed istituzioni, che ruoterà intorno alle sei missioni in cui è articolato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
La cerimonia si è svolta alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Nell’anno 2021 in cui si celebrano il 160° anniversario dell’Unità d’Italia (17 marzo 1861), il 150° dalla proclamazione di Roma Capitale (03 febbraio 1871) e il 75° dalla nascita della Repubblica (02 giugno 1946), il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inteso ospitare alle Scuderie del Quirinale una mostra assai significativa per l’unità del popolo italiano: “Tota Italia, alle radici di una nazione”. Si tratta dell’esposizione di ben 450 reperti archeologici che documentano ed illustrano personaggi e tipologie, usi e costumi delle varie popolazioni che oltre 20 secoli fa caratterizzavano l’attuale territorio italiano.
Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del “Concerto dedicato alle vittime del coronavirus” nel 74° anniversario della Festa Nazionale della Repubblica
Giardini del Quirinale, 01/06/2020
di LGC Parma 12 gennaio 2020 - E' stato accolto con calore l'arrivo del Presidente della Repubblica sceso a Parma per l'inaugurazione di Parma2020.
Al caloroso abbraccio della cittadinanza, che si è riversata in strada Garibaldi e zone limitrofe, il Presidente ha risposto con un emozionante e intenso discorso che mette in luce la storia , la cultura, l'intraprendenza, in sintesi la parmigianità della Capitale della Cultura italiana 2020.
Un intervento che riproponiamo integralmente.
Servizio Fotografico di Francesca Bocchia.
Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione delle celebrazioni per l’inaugurazione di “Parma Capitale della Cultura 2020”
Parma, 12/01/2020 - Rivolgo un saluto cordialissimo a tutti.
Vorrei ringraziare anzitutto l’orchestra e il coro per la splendida esecuzione dell’Inno nazionale e del ‘Va’ pensiero’.
Un saluto a tutte le autorità presenti. Ringrazio il Ministro dei Beni Culturali, il Presidente della Regione, il Presidente della Provincia, il Sindaco di Parma e, attraverso di lui, un saluto particolarmente cordiale a tutti i parmigiani e a tutti i parmensi.
Un saluto riconoscente anche ai tanti che hanno collaborato e si propongono di contribuire alle molteplici attività che renderanno attraente e importante il programma di Parma capitale italiana della cultura per il 2020.
Vorrei ringraziare della presenza e salutare molto i sindaci di altri comuni, del territorio qui intorno, particolarmente i sindaci di Piacenza e di Reggio Emilia: questa presenza raffigura un aspetto importante del nostro Paese che è costituito da un tessuto culturale diffuso. In ciascuno dei vostri comuni vi sono segni culturali di grande rilievo, di grande importanza.
E quindi essere capitale della cultura significa rappresentare e coinvolgere questo grande tessuto nazionale che in questa Regione è particolarmente ricco e affascinante.
Parma lo è stata capitale, nella sua lunga storia. Abbiamo visto poc’anzi uno splendido filmato – e vorrei salutare e ringraziare i giovani protagonisti - concluso con una splendida rievocazione di colonne sonore di titoli del grande Maestro Bertolucci. Vorrei ringraziare l’assessore alla cultura del Comune di Parma per l’impostazione che questo filmato ci ha offerto.
I segni di Capitale Parma li reca, nelle tante vestigia che vi sono nelle sue piazze, nei suoi monumenti, nelle opere d’arte, nell’architettura dei suoi edifici più celebri, in tante altre espressioni che sono oggi integrate pienamente nella modernità della vita cittadina.
Parma si è arricchita, nel tempo, di culture e saperi diversi; è stata crocevia di commerci, di incontri, e di confronti; ha conosciuto tante stagioni assai fertili e ha raggiunto eccellenze che, ancor oggi, ci è consentito di ammirare. La Parma romana. La Parma dell’epoca comunale. La Parma rinascimentale. Capitale del Ducato. La Parma borbonica e napoleonica. E la Parma protagonista della storia nazionale, dal Risorgimento alla Resistenza, agli anni della grande crescita economica e sociale, ai giorni nostri.
Da Capitale della cultura avrà la grande opportunità di rinsaldare e far conoscere ancor di più le proprie radici, mostrandole agli italiani che verranno a visitarla, offrendole agli europei che di questa cultura sono partecipi.
La cultura d’Europa, con tanti articolati e diversi caratteri, è stata costantemente legata da una trama comune. Questa trama diviene sempre più fitta e interconnessa, e anche per questo ancor più indispensabile ai nostri popoli per affrontare le grandi trasformazioni di questa epoca.
“La cultura batte il tempo”: è davvero un bel titolo quello che avete scelto per unire gli sforzi della città in questo anno, che certamente sarà per voi carico di soddisfazioni e conferirà una spinta che manterrà i suoi effetti oltre quest’anno.
La cultura è davvero una sorta di metronomo della storia. E’ una chiave che ci consente di comprendere il passato, interpretare il presente e progettare il futuro per sentire la storia come nostra e per renderci protagonisti dei suoi cambiamenti.
La cultura spinge all’innovazione. Nel renderci consapevoli del cammino percorso, ci dà il coraggio di andare avanti. Insieme. Come comunità. “Battere il tempo” vuol dire anche questo: affrontare la modernità, essere capaci di guidarla verso traguardi di maggior civiltà, di benessere, di sempre più ampia diffusione delle conoscenze, mettendo in moto un circuito virtuoso in cui il testimone della vita e della responsabilità passi naturalmente da una generazione all’altra; e affinché i più giovani possano crescere progettando il futuro senza impedimenti. Non essere, in definitiva, superati e travolti dall’incedere del tempo.
La cultura definisce il segno distintivo di ogni comunità ed è tutt’altro che una condizione statica, immobile, inerte. Perché si nutre di creatività e di confronto, si sviluppa nel dialogo e nelle relazioni, è più ricca quando si apre alla conoscenza e al rispetto delle differenze. Proprio la storia ci manifesta grandi avanzamenti nelle scienze, nelle arti, nel pensiero, scaturiti da incontri, da scambi, da reciproche aperture alla conoscenza.
La cultura, che trasmette la memoria e offre spazio alla creatività, è risorsa preziosa. Un patrimonio che rende tutti più ricchi. Di umanità anzitutto. La cultura, l’arte, non sono mai ambiti separati della vita. La scuola di pittura, che si sviluppò in città nel Cinquecento, attorno al Correggio e al Parmigianino, fu l’espressione di uno sviluppo e di un abbellimento di Parma che correva in parallelo con la crescita di ruolo della città e il suo profondo rinnovamento urbanistico. Il talento musicale –poc’anzi ricordato dal coro del Nabucco - impareggiabile di un illustre figlio di queste terre, Giuseppe Verdi – le cui opere continuano ad affascinare e coinvolgere in ogni parte del mondo - fu posto a servizio dell’ideale risorgimentale del nostro Paese. E un altro indimenticabile parmigiano, Arturo Toscanini, esule per la violenza fascista, diede un segno di rinascita al nostro Paese con il concerto della Liberazione per la riapertura del Teatro alla Scala, nel 1946.
L’esperienza della Capitale della cultura è una straordinaria opportunità per porre in sinergia le istituzioni, le forze imprenditoriali e sociali, i corpi intermedi, le intelligenze e le sensibilità presenti nella città e nel territorio in cui è inserita. Quando si realizza una felice collaborazione tra pubblico e privato – come qui è avvenuto ed è stato sottolineato dal sindaco e dall’assessore alla cultura – si rafforza il tessuto civile, oltre che quello economico. I risultati positivi sono così destinati a perpetuarsi, in termini di turismo, di capacità di iniziativa, di mobilitazione di risorse, di forze, di crescita della società.
L’Ateneo di Parma è tra i più antichi del nostro Paese. Ha sviluppato un forte legame con la città e, due mesi fa, all’inaugurazione dell’anno accademico, mi è apparso evidente come la sua tradizione sia posta a servizio di moderni traguardi sociali e culturali. Il tema scelto in quella occasione - la sostenibilità dello sviluppo - costituisce orizzonte del nostro impegno culturale, ma anche economico e civile.
Parma sarà una vetrina dell’Italia. E questo impegno la porterà a sentirsi sempre più città europea. E’ sede dell’Autorità per la sicurezza alimentare e questa istituzione dell’Unione, così integrata nel tessuto della città, non sarà estranea agli impegni di quest’anno. La sfida di un’alimentazione sana e di un’agricoltura sostenibile, sono grandi temi per il nostro futuro e possono essere affrontati con successo soltanto se sorretti da una crescita di consapevolezza e – appunto - di cultura. La qualità del cibo è cultura, e la catena agro-alimentare sarà settore cruciale dello sviluppo sostenibile della nostra Europa.
Nella prima metà dell’Ottocento, scriveva Stendhal ne “La Certosa di Parma” parlando degli italiani che “le loro gioie sono più vive e durano più lungamente”.
Stendhal, che amava il nostro Paese, e forse anche per questo non risparmiava delle critiche al costume italiano, ha formulato tuttavia un apprezzamento per l’intensità del nostro modo di vivere le gioie che ci vengono offerte e sottolinea un atteggiamento positivo che mi auguro si possa sempre rafforzare.
È questo l’augurio che rivolgo a Parma, e con Parma a tutta l’Italia: di vivere con gioia, e con impegno, questa occasione.
Buon 2020 a Parma, nostra Capitale della cultura!
Videoingresso al Teatro Regio del presidente Mattarella - https://youtu.be/sR5r4OwzHog
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha aperto ufficialmente l'anno di Parma Capitale Italiana della Cultura.
Parma, 12 gennaio 2020. Parma ha riservato un abbraccio corale al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in città per aprire ufficialmente l'anno in cui Parma è Capitale Italiana della Cultura.
Il Presidente è stato accolto, in un Teatro Regio gremito, dal Sindaco, Federico Pizzarotti; dall'Assessore alla Cultura Michele Guerra; dal Presidente della Provincia, Diego Rossi; dal Presidente della Regione, Stefano Bonaccini e dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Dario Franceschini.
E' stata una cerimonia vibrante di emozioni e pregna di significati, quella che si è svolta al Teatro Regio, che ha preso avvio con l'esecuzione dell'Inno Nazionale, che ha visto la proiezione dei due video predisposti in occasione di Parma Capitale della Cultura, e dall'esecuzione del Va Pensiero di Verdi da parte del Coro del Teatro Regio.
Il Sindaco, Federico Pizzarotti, ha parlato di una giornata straordinaria. “L'apertura dell'anno in cui Parma è Capitale Italiana della Cultura – ha sottolineato – costituisce prima di tutto un'occasione per la città di presentarsi al mondo come una comunità che ha agito all'unisono, a livello locale, facendo squadra, ed a livello territoriale, condividendo questa sfida con Piacenza e Reggio Emilia, coinvolte in questo progetto. I cittadini saranno custodi e protagonisti di questo anno intenso e saranno ambasciatori di Parma in Italia e nel mondo. Parma 2020 deve essere visto come un percorso di crescita e di sviluppo, in cui la cultura sarà il filo conduttore. Un anno contrassegnato da tante emozioni, l'avvio di questo anno straordinario è davvero un momento che ci fa capire come la vita vale la pena di essere vissuta”. L'anno che attende Parma, ha concluso il primo cittadino, sarà un anno intenso che permetterà a Parma di progredire e con essa anche l'area vasta e la nazione intera.
Il Presidente della Provincia, Diego Rossi, ha parlato di un anno contrassegnato da tante iniziative ed eventi “promossi grazie ad uno sforzo corale”, di una giornata speciale che testimonia come Parma 2020 sia una sfida raccolta da tutti in un territorio che storicamente è sempre stato aperto e ospitale ed ha citato, a questo proposito, le pievi ed i luoghi di sosta dei pellegrini che percorrevano la via Francigena. “L'ambizione – ha concluso – è che Parma 2020 non sia solo una vetrina, ma l'occasione per tracciare un futuro ancora più ricco, in cui il tempo è battuto dal metronomo della cultura”.
Il Presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha sottolineato le straordinarie opportunità per il territorio legate a Parma 2020. Ha ripercorso la storia della Regione Emilia Romagna uscita povera e prostrata dalla guerra e che ora rappresenta una delle Regioni modello in Italia, in tema di ricchezza, lavoro, sviluppo industriale ed evoluzione tecnologica. Parma 2020 sarà un'occasione in più per confermare il saper fare degli emiliano romagnoli, per promuovere turismo, arte, cultura e saperi, in un territorio abituato alle sfide e ad impegnarsi per vincerle.
Il ministro per per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Dario Franceschini, ha ricordato il 2018 quando venne assegnato a Parma il prestigioso riconoscimento di Capitale Itlaiana della Cultura ed ha rimarcato il valore innovativo del dossier che fu allora presentato e che verrà declinato durante il 2020. “Parma è bellezza, arte, cibo e musica, una realtà dove sono nate grandi opere e uomini”, ha detto il Ministro, che ha citato anche Maria Luigia ed una sua famosa definizione dei parmigiani: "I Parmigiani sono generosi di cuore e di spirito, anche se di lingua pronta e tagliente. Non sopportano le offese ma non sono permalosi: hanno affabilità, cortesia, gaiezza e amano il bel vivere e la buona tavola".
L'Assessore alla Cultura, Michele Guerra, ha dichiarato: “Parma 2020 in realtà c'è sempre stata e continuerà ad esserci: aveva forse solo bisogno di un nome che la aiutasse a diventare presso tutti noi metafora non tanto di ciò che possiamo chiedere alla nostra città, ma di ciò che possiamo darle. L'atteggiamento culturale che serve al nostro tempo è quello di una cultura che non si cerca solo nei luoghi dove ce l'aspetteremmo ma può manifestarsi in ogni spazio e in ogni momento. Un cultura che deve agire anche dentro di noi, sulla relazione che intratteniamo con noi stessi e con le nostre responsabilità. Parma 2020 è qui perché la città ha una forza culturale che è frutto della sinergia fondamentale di tutte le grandi istituzioni che operano in campo artistico, sociale e culturale, dei privati e del territorio tutto".
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato come Parma, nel suo passato sia stata capitale e come sia ricca di segni di questo passato in termini culturali. Ha fatto riferimento alla Parma romana, quella del periodo comunale, rinascimentale, borbonica e napoleonica, fino ad arrivare ai nostri giorni. Nella città ducale la cultura ha costituito e costituisce uno degli elementi sostanziali per affrontare le sue sfide. “La cultura – ha sottolineato il Presidente – è il metronomo della storia per comprendere il passato, capire il presente e guardare al futuro”. Nel suo intervento di ampio respiro, ha citato Correggio, Giuseppe Verdi, Arturo Toscanini e Stendhal. “Auguro a Parma di vivere con gioia ed impegno questa occasione, quale nostra Capitale della Cultura, buon 2020”.