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Di Antonella Scarati (*) Parma, 28 agosto 2021 -
Risvegliarsi dalla prima notte fuori di casa, con la paura di aver perso tutti i libri e di non poterne avere tra le mani di nuovi. L'inquietudine di restarne senza, il senso di smarrimento e disorientamento, non per i luoghi diversi che si abitano, ma per gli effetti personali che si hanno con sé. Le emozioni provate sono assimilabili a quelle vissute giorni fa, durante la lettura di Fahrenheit 451, dove un pompiere, di nome Montag, non ha il compito di spegnere gli incendi ma quello di bruciare libri. Esegue ordini di ogni tipo: setacciare appartamenti, cercare i sovversivi che si rifugiano tra le pagine dei pilastri della letteratura, dare fuoco alle testimonianze storiche e letterarie per abbattere e combattere l'idea dell'utilità.
Finché alcune riflessioni sopraggiungono e lasciano tracce di ripensamenti e dubbi:
" Forse i libri possono aiutarci a mettere la testa fuori dalla caverna. A impedirci di fare gli stessi maledetti errori"
Una lettura molto scorrevole, coinvolgente, di quelle che ti lasciano prendere posizione e ti aiutano ad accrescere la consapevolezza dell'importanza di leggere e di godere delle meraviglie delle storie. Sempre molto interessante inciampare in una realtà diversa da quella in cui si è immersi, alimentata da distopia e pennellate di fulgido ardore che trascinano verso la fortuna e il privilegio di non essere fautori di fuoco che distrugge ma di fuoco che accende e anima la curiosità.
" Tutti dobbiamo lasciare qualcosa, quando moriamo. Lo diceva mio nonno. Un bambino, un libro, un quadro, una casa, un muro appena costruito o un paio di scarpe fatte con le nostre mani. Magari un orto in cui avevamo seminato. Qualcosa che le tue mani avevano toccato in un certo modo, sicché l'anima abbia un posto dove andare quando muori."
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L’Autrice si presenta
Antonella Scarati, dottoressa in Medicina e Chirurgia. Pugliese di nascita, vivo a Parma dal 2009. Credo fermamente che le relazioni umane siano il regalo inaspettato di ogni giornata: qualsiasi persona che incontri ed abbia una storia da raccontarmi, non riuscirà a divincolarsi facilmente da me. Entusiasta, empatica, solare, socievole nei rapporti di amicizia, ma anche con i più piccoli con cui trascorro pomeriggi di gioco come volontaria Presso il reparto di Pediatria dell' Ospedale dei Bambini " Pietro Barilla". Co-ideatrice di un gruppo di lettura virtuale: "Io sono l'altro", condividiamo letture inerenti la diversità, la disabilità, l'immigrazione, il bullismo. Esprimo a gran voce i miei stati d'animo, preferendo carta e penna al linguaggio parlato: scrivo lettere per accorciare le distanze del cuore.
Penso che la vita sia "Una somma di piccole cose".
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@alexdavenia @librimondadori - 18esimo appuntamento con "In punta di penna: rubrica di libri". Uno spazio creato per condividere letture e storie, riflessioni e pensieri a voce alta. "In punta di penna": per dare inchiostro e carta alle parole.
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