Venerdì, 11 Ottobre 2024 06:46

Ora il colesterolo si combatte con farmaci a RNA. In evidenza

Scritto da Eva Bergamo

Il principio attivo si chiama Inclisiran, il suo nome commerciale è Leqvio® ed è griffato Novartis.

Di Eva Bergamo Roma, 10 ottobre 2024 - Si tratta di un farmaco contro il colesterolo elevato, che prevede una terapia di due iniezioni all'anno allo scopo di inibire una proteina responsabile della sintesi del colesterolo. Il costo è di oltre 4.500 euro a dose, che equivale a più di 9.000 euro a paziente ogni anno.

Il meccanismo d'azione si basa su piccoli RNA interferenti (siRNA - small interfering RNA) in grado di ridurre la sintesi epatica della proteina denominata PCSK9, un enzima che regola la degradazione dei recettori per il colesterolo LDL sulla superficie delle cellule epatiche. In pratica i siRNA reprimono l'espressione di un determinato gene legandosi all'RNA messaggero e spegnendone il segnale.

In altre parole, limitando la produzione di PCSK9, il trattamento aumenta la capacità del fegato di assorbire il colesterolo LDL, portando di conseguenza a una riduzione dei suoi livelli nel sangue.

Dunque Inclisiran è la prima, e al momento l'unica, terapia mirata all'abbassamento dell'LDL; ma attenzione, non è indicato per una semplice ipercolesterolemia - correggibile gestendo correttamente la propria alimentazione e facendo più movimento - e non è un farmaco da automedicazione, bensì da prescrizione medica limitativa, quindi su indicazione di centri ospedalieri o di specialisti quali cardiologo, internista, neurologo, endocrinologo.

L'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha infatti dato il via libera alla rimborsabilità per i casi patologici, in cui intervenire sullo stile di vita non è sufficiente, quali ipercolesterolemia primaria (eterozigote familiare e non familiare) o dislipidemia mista; va comunque sempre abbinato a un controllo dell'alimentazione e associato ad altre terapie ipolipemizzanti. L'utilizzo come monoterapia è previsto solo nei casi in cui ci sia un'intolleranza verso le statine, cioè i farmaci anticolesterolo ad oggi più utilizzati, ma che hanno effetti collaterali importanti e che non tutti i pazienti possono assumere.

Gli studi hanno dimostrato che nei soggetti adulti con malattia cardiovascolare aterosclerotica e ipercolesterolemia familiare eterozigote, il trattamento con Inclisiran ha portato una riduzione efficace e sostenuta del colesterolo LDL fino al 52% in più rispetto al placebo, tra l'altro con un profilo di sicurezza e tollerabilità simile al placebo stesso.

L'ipercolesterolemia familiare è una condizione ereditaria, che consiste nella mutazione del gene atto a trasmettere le informazioni per il recettore delle lipoproteine LDL, a cui si lega il colesterolo nel sangue.

E' una vera e propria patologia, che determina una lunga esposizione, a volte sin dai primi anni di vita, agli effetti del colesterolo alto, il cui eccesso si deposita nella parete dei vasi sanguigni e porta nel tempo alla formazione di placche che restringono e induriscono la parete delle arterie. In particolare, le placche a livello di coronarie possono portare ad eventi infartuali fin dalla giovane età, con un rischio 20 volte maggiore rispetto alla popolazione generale.

Si parla di malattia eterozigote quando il soggetto è portatore di una sola copia del gene alterato, e omozigote quando invece presenta due copie del gene mutato (ereditate quindi da entrambi i genitori); questa è la forma più rara e molto più grave, che può portare al decesso anche in età pediatrica.

L'unica forma di prevenzione per queste patologie consiste nella diagnosi precoce e nel controllo dei livelli di colesterolo; nel caso dell'eterozigosi il farmaco della multinazionale svizzero-statunitense può sicuramente costituire un valido aiuto, mentre per la forma più grave al momento il trattamento di elezione è costituito da anticorpi monoclonali inibitori della proteina PCSK9 .

E' naturalmente possibile immaginare altri casi in cui queste tecnologie saranno in grado di inibire la sintesi di proteine che giocano un ruolo importante in patologie gravi e difficilmente curabili; al momento il settore più studiato e sperimentato è quello delle malattie oncologiche.

 

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(Placche) 

 

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