Parmigiano Reggiano e Grana Padano sono ancora inchiodati al prezzo di inizio agosto. Il consorzio del "Grana Padano" invita i gli associati alla prudenza produttiva. Standby per il latte spot dopo le due settimane precedenti segnate dalla crescita.
Di Virgilio 23 settembre 2015
LATTE SPOT Dopo l'impennata della scorsa settimana il latte spot ha confermato i listini. Nello specifico, alla borsa di Verona, il latte crudo spot nazionale è quotato tra 36,09 - 37,12€/100 litri mentre l'estero tra 34,02 e 34,54€/100 litri di latte.
BURRO E PANNA E' la volta del burro recuperare. 5 centesimi guadagnati dai listini per tutte le referenze quotate a Milano. Rimane inalterato il prezzo del Burro zangolato registrato alla borsa merci di Parma mentre già si è adeguata la borsa reggiana registrando un +4,35% equivalente a 5 centesimi (1,20-1,20 €/kg) anticipando, molto probabilmente, la prossima quotazione di Parma (venerdì 25 settembre). Continua la risalita della crema e della panna a uso alimentare nelle rispettive piazze borsistiche di Milano e Verona.
Borsa di Milano 21 settembre:
BURRO CEE: 2,60€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,80€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,80€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,60€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,52€/Kg.
Borsa Verona 21 settembre:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,47-1,52 €/Kg.
Borsa di Parma 18 settembre:
BURRO ZANGOLATO: 1,15€/kg.
Borsa di Reggio Emilia 22 settembre
BURRO ZANGOLATO: 1,20 1,20€/kg.
GRANA PADANO Nessuna nuova per il Grana Padano. Prezzi costantemente stabilia esclusione della leggera flessione registrata il 3 agosto scorso (-0,78%). Il rallentamento dei consumi interni sono parzialmente compensati dai dati dell'export nonostante, scrive il Consorzio del Grana Padano, "pur se molto positivo, sta riassestandosi su percentuali di crescita meno vistose dei primissimi mesi del 2015, riavvicinandosi quindi ai, pur buoni, trend di crescita degli anni scorsi." Nella circolare dello scorso 25 agosto il Consorzio invita i propri consorziati alla prudenza produttiva. Nello specifico i listini milanesi hanno confermato la forbice compresa tra 6,30 e 6,40 €/kg per la quotazione del 9 mesi e tra 7,05 e 7,70 è l'intervallo di prezzo per il 15 mesi d'invecchiamento.
PARMIGIANO REGGIANO Analogamente al cugino "padano" rimangono congelati anche i prezzi del Parmigiano Reggiano. Confermati quindi i prezzi alla piazza di Parma che lo scorso 18 settembre ha registrato tra 7,40-7,75€/kg relativamente al 12 mesi di stagionatura e tra 8,45 e 8,80€/kg per il 24 mesi d'invecchiamento.
(scorrere la pagina per i grafici. Galleria immagini)
SOMMARIO Anno 14 - n° 38 20 settembre 2015 - Cereali, mais ancora in fibrillazione e usciti i dati USDA. Il rimbalzo del latte spot. Dal primo ottobre si può chiedere il primo insediamento giovani. L'alluvione di Piacenza e i sorprendenti dati di ARPA. L'agricoltura italiana è la più Green. Cresce il consumo BIO. Fiscalità, il regalo di Renzi agli agricoltori.
(in allegato il formato pdf scaricabile)
1.1 editoriale New York, New York! E' qui l'America.
2.1 cereali Mais ancora in fibrillazione
3.1 cereali Dati USDA, ondata di rialzi
4.1 Lattiero caseario Rimbalzo del latte spot. Recuperata la perdita della scorsa settimana
5.1 Mercati agricoli Ismea. Lattiero caseari, situazione pesante su tutti i fronti
6.1 salute e parmigiano Parmigiano Reggiano e gli effetti sulla salute
6.2 primo insediamento E' possibile presentare le domande di primo insediamento
6.3 maltempo Alluvioni nel piacentino, tempi di ritorno fino a 500 anni
7.1 expo 2015 Coldiretti, l'agricoltura italiana è la più "green" d'Europa
7.2 fiscalità agricola Via IMU e IRAP agricola. Risparmi per un miliardo.
8.1 Biologico Bio, al dettaglio un giro d'affari di 2,1 miliardi di euro
9.1 promozioni "vino" e partners
Derivati del latte stazionari salvo le creme e la panna a uso alimentare che segnano un sensibile recupero. Parmigiano Reggiano e Grana Padano rimangono ancora fermi alle quotazioni delle ultime 5 settimane.
di Virgilio, Parma 16 settembre 2015
LATTE SPOT Compensata la perdita della scorsa settimana. Rimbalzo per il latte spot nazionale sufficiente a recuperare totalmente la perdita registrata la scorsa settimana. Identico comportamento anche per il latte pastorizzato spot di provenienza estera. Nello specifico, alla borsa di Verona, il latte crudo spot nazionale torna nel range 36,09 - 37,12€/100 litri mentre l'estero tra 34,02 e 34,54€/100 litri di latte.
BURRO E PANNA Nessuna variazione di listino invece è stata registrata a Milano relativamente al Burro. Stazionari i listini dello zangolato alle borse di Parma e di Reggio Emilia mentre in sensibile recupero la Crema di latte a uso alimentare quotata a Milano e della panna di centrifuga veronese.
Borsa di Milano 13 settembre:
BURRO CEE: 2,55€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,75€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,75€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,55€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,50€/Kg. (+)
Borsa Verona 13 settembre:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,42-1,47 €/Kg. (+)
Borsa di Parma 11 settembre:
BURRO ZANGOLATO: 1,15€/kg.
Borsa di Reggio Emilia 14 settembre
BURRO ZANGOLATO: 1,15 1,15€/kg.
GRANA PADANO Nessuna variazione di prezzo è stata riscontrata alla borsa milanese riguardo al Grana Padano. Nello specifico i listini milanesi hanno registrato ancora una forbice compresa tra 6,30 e 6,40 €/kg per la quotazione del 9 mesi e tra 7,05 e 7,70 è l'intervallo di prezzo per il 15 mesi d'invecchiamento.
PARMIGIANO REGGIANO Anche il Re dei formaggi non è stato intaccato da variazioni di listini.
Confermati quindi i prezzi alla piazza di Parma che lo lo scorso 11 settembre ha registrato l'intervallo 7,40-7,75€/kg relativamente al 12 mesi di stagionatura e tra 8,45 e 8,80€/kg per il 24 mesi d'invecchiamento.
(In allegato, nella galleria immagini, i grafici CLAL)
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 37 13 settembre 2015
Cereali, una sorprendente stabilità. Crisi del latte prevedibile. Qualcuno già rimpiange le Quote Latte? Grandinate e danni nel modenese. Vino, l'Italia torna leader?
(in allegato il formato pdf scaricabile)
SOMMARIO Anno 14 - n° 37 13 settembre 2015
1.1 editoriale La ripresa per i fondelli
3.1 cereali Commodities: sorprendente stabilità
4.1 Lattiero caseario Tutto fermo, tranne il latte
5.1 vendemmia Vino: Italia verso riconquista leadership mondiale
6.1 latte Crisi del latte: noi l'avevamo detto.
6.2 Olio extravergine Gli extravergine si sfideranno a Cape Town
6.3 maltempo Grandinata Modenese: i sindacati sollecitano aiuti per gli stagionali
7.1 protesta Agrinsieme: difendiamo la nostra zootecnia
7.2 grassi combustibili Uso dei grassi animali come combustibile: la Provincia di Parma chiarisce
8.1 zootecnia Trattori contro blindati. Gli effetti del libero mercato
9.1 promozioni "vino" e partners
Il mercato detta legge. Agricoltori e allevatori europei manifestano, anche con violenza, a Bruxelles. Gli effetti negativi della fine del regime delle quote latte si sono manifestati molto prima dell'immaginabile. Ma era un destino segnato e qualcuno dovrà pagarne le conseguenze. Gli allevatori hanno già dato.
di Lamberto Colla 13 settembre 2015 -
Non poteva che finire così: trattori che sfidano i blindati davanti alla Commissione dell'UE a Bruxelles.
A pochi mesi dalla tanto auspicata liberazione dal regime delle quote latte ecco che ci si rende conto della voracità del mercato libero e competitivo. Ed allora gli animi si infiammano e la protesta si trasforma in scontro come documenta il servizio della Tv Belga RTBF.
A nemmeno 4 mesi di distanza dalla liberalizzazione del mercato del latte il prezzo alla stalla crolla per effetto, prevalentemente, dell'eccesso di offerta rispetto alla domanda e, per di più, si allarga ancor più la forbice tra prezzo alla stalla (0,35€/litro) e prezzo al consumo (1,45€/litro) a confermare, se mai ce ne fosse stato ancora bisogna, della stragrande forza dell'industria di trasformazione e della distribuzione rispetto al settore primario.
La cosa era ben più che prevedibile, era una certezza ma nessuno di coloro che avrebbero avuto il compito di governare e di quelli invece che avrebbero avuto il compito di negoziare le politiche agricole (Organizzazioni professionali Agricole) hanno fatto qualcosa nella speranza, forse, di liberarsi una volta per tutte del peso delle quote latte.
Le regole del mercato sono ferree, se i consumi stagnano e l'offerta cresce è inevitabile che il prezzo scenda.
Ma si sa i furbetti ci sono da tutte le parti e in tutti i paesi dell'UE.
Così, se l'Italia è riuscita a ingarbugliarsi sin dalle origini con la gestione delle quote latte (dal bacino unico alla prima supermulta dell'equivalente di 2 miliardi di euro (1994) pagata dai contribuenti e non dai singoli splafonatori, come avrebbe dovuto essere, alla rivolta dei Cobas latte che inneggiavano alla libertà sacrosanta di produrre, in barba a ogni regola scorrazzando liberamente, a suon di ricorsi ai TAR, nelle praterie del latte infischiandosene delle maggiori produzioni e del prelievo supplementare orientandosi invece a investire, in tecnologie e nuove mandrie, quelle risorse che invece gli altri (95% degli allevatori) dovevano investire nell'acquisto o affitto delle "quote" (di fatto una licenza a produrre latte) o per pagare le multe annualmente conteggiate (più male che bene) dall'Aima e dall'Agea relativamente ai quantitativi prodotti oltre il limite assegnato annualmente a ciascuna stalla.
Per l'Italia, a dire il vero, il problema nacque molti anni prima delle quote latte, sin dagli anni settanta quando la CEE sanzionò il Bel Paese applicando i "Montanti Compensativi", obbligandoci perciò a importare latte dalla Germania (sempre loro) compensando gli effetti dovuti all'alto differenziale di svalutazione tra le due monete sovrane. Una concessione che ha condotto a ridurre la produzione nazionale, a favore di quella tedesca, ben al di sotto della soglia di autoapprovvigionamento lattiero italiano (attualmente intorno al 70%). Così, nel 1983, anno nel quale si congelarono le produzioni per dare vita al regime delle quote latte l'Italia si è trovata a poter produrre molto meno di quanto fosse la domanda interna.
E poi si arrivò all'allargamento dei confini Ue con l'ingresso dei forti produttori di latte dell'Est che non vedevano l'ora di esportare in Europa, per di più in mercato protetto.
Infine, ma non da ultimo, con l'approssimarsi della fine del regime ecco che quasi tutti, tranne l'Italia che invece doveva fare i conti con le multe e di tutta quella quota di latte destinata ai formaggi DOP già contingentata per la difficoltà di trovare nuovi canali distributivi, hanno cominciato a aumentare le produzioni nella speranza di avvantaggiarsene una volta liberi dal vincolo delle quote. Un'euforia che si è scatenata poi dal primo maggio 2015 quando "finalmente" sono state abbattute le barriere.
Poco più di 90 giorni e la rabbia è già salita dalle stalle alle stelle almeno osservando la protesta di lunedi 7 settembre. Trattori contro blindati. Avrebbero dovuto fare a testate contro i blindati e allora sì che l'avrebbero avuta vinta.
O si torna a un regime protetto o la china sarà dura da risalire come avevamo anticipato i giorni scorsi.
A dire il vero avevamo anche anticipato le furberie dei francesi , tedeschi e irlandesi, eccetera, e che sarebbero stati sufficienti pochi mesi perché il bubbone esplodesse. Ma mai avremmo pensato, così pochi mesi.
Il 5 aprile scorso scrivevamo che "Ancora pochi mesi e la fragilità del nostro sistema lattiero caseario si manifesterà con violenza a meno di un miracolo o che si faccia finalmente squadra coinvolgendo tutti, nessuno escluso, industriali compresi ovviamente.
Sarà invece più facile trovare da leggere nostalgiche poesie sui bei tempi delle vituperate quote latte."
Una questione che era nota da tempo tant'è che venne aperto un dossier sul latte, chiuso solo il 14 luglio 2014 nel quale si respingevano specifiche richieste dei paesi germanocentrici (oltre a Germania quindi Olanda, Polonia, Austria, Danimarca e Belgio) i quali chiedevano di modificare il tenore in grasso per eludere il pagamento delle multe latte avendo essi stessi "notevolmente aumentato le proprie produzioni di latte proprio allo scopo di godere di un "vantaggio competitivo" in occasione delle nuove misure di intervento sul latte che verranno adottate a partire dalla campagna lattiera 2015-2016".
Ogni Paese perciò ha messo del proprio per arrivare a questa ulteriore crisi del latte.
Ma quello che più sconcerta è l'atteggiamento delle Organizzazioni Sindacali Agricole che, sulla questione "latte", hanno sempre assunto una posizione ambigua forse per timore di qualche ritorsione da parte governativa o industriale.
Che non ci sia qualche scheletro nell'armadio!
Quote latte, fu liberalizzazione o liberazione? La dura legge del mercato libero esplode con violenza molto tempo prima della conclusione della prima campagna lattiera 2015-2016. Multe non se ne pagheranno all'UE ma la sanzione è arrivata dal mercato e dalla presunzione degli allevatori europei.
di Virgilio, Parma 9 settembre 2015 -
A poco più di 90 giorni dalla cessazione del regime delle quote latte la rabbia delle stalle è salita alle stelle sfociando nella protesta degli agricoltori radunati a Bruxelles a fronteggiare con i trattori i blindati della polizia.
Le speranze di vivere agiatamente nel mercato "finalmente" libero si sono rapidamente infrantae contro la dura legge della domanda e dell'offerta.
Una situazione prevedibile che avevamo in più circostanze sottolineato anche dalle colonne di questa testata digitale.
I segnali erano evidenti perché evidente era che molti paesi del nord, proprio in previsione della liberalizzazione, si stavano attrezzando sia concentrando l'offerta, sia aumentando la produzione lattiera allo scopo di di godere di un "vantaggio competitivo" in occasione delle nuove misure di intervento sul latte che sarebbero state adottate a partire dalla campagna lattiera 2015-2016.
Ed avevamo anche anticipato che avremmo avuto nostalgia delle tanto vituperate quote latte, non della mala gestio nazionale, ovviamente.
Stupisce invece che nessuno dei titolati a mettere in stato di allarme e a promuovere azioni di prevenzione dai rischi del mercato globale non avesse fatto nulla.
Qualcosa hanno invece fatto le industrie e le più grandi cooperative del mondo (la neozelandese Fonterra ad esempio) creando accordi e realizzando impianti sul vecchio continente.
E così, mentre il settore primario litiga, gli altri agiscono e in men che non si dica, in meno di un anno e mezzo, il prezzo del latte è passato da oltre 41 centesimi al litro (gennaio 2014) a 35 centesimi al litro mentre il prezzo al consumo è passato da 1,37 a 1,49€/litro per il latte fresco intero. Una forbice di prezzo sempre più a favore della distribuzione e trasformazione e sempre meno del segmento allevatoriale.
Ora il vaso non solo è colmo ma anche rotto e ricomporlo sarà oneroso, se non impossibile.
Prosegue la discesa del latte spot nazionale e di provenienza estera (Germania e Austria). Fermi tutti i listini del burro, della crema e della panna a uso alimentare. Al palo anche le due principali dop che vedono confermati i prezzi di 5 settimane fa.
di Virgilio 9 settembre 2015
LATTE SPOT Nel giorno della protesta degli allevatori europei (7 settembre 2015) davanti alla sede della Commissione a Bruxelles il latte spot prosegue la sua discesa. -1,41% è la flessione registrata a Verona relativamente al latte crudo spot nazionale corrispondente a una fascia di prezzo compresa tra 35,57 e 36,60€/100 litri di latte. Analogamente il latte pastorizzato spot di provenienza estera cede il 1,50% (33,51 - 34,02€/100 litri di latte)
BURRO E PANNA Nessuna variazione è intervenuta sui listini del burro e delle panne a uso alimentare.
Borsa di Milano 07 settembre:
BURRO CEE: 2,55€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,75€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,75€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,55€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,46€/Kg.
Borsa Verona 07 settembre:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,39-1,44 €/Kg.
Borsa di Parma 04 settembre:
BURRO ZANGOLATO: 1,15€/kg.
Borsa di Reggio Emilia 07 settembre
BURRO ZANGOLATO: 1,15 1,15€/kg.
GRANA PADANO Rimangono stazionari i listini del Grana Padano e prezzi confermati nelle ultime 5 settimane. Tra 6,30 e 6,40 €/kg la quotazione del 9 mesi e tra 7,05 e 7,70 è l'intervallo di prezzo per il 15 mesi d'invecchiamento registrato a Milano.
PARMIGIANO REGGIANO Nessuna variazione è stata registrata relativamente ai listini del Parmigiano Reggiano. Confermati quindi i prezzi sia alla piazza di Parma lo scorso 4 settembre sia a quella reggiana nella seduta di ieri 8 settembre.
(Scorrere la pagina per la galleria immagini con i grafici aggiornati)
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 36 06 settembre 2015 - Cereali potenzialmente verso la stabilità. Previsioni non confortanti per il settore lattiero caseario. Rischio maltempo per le ultime vendemmie e per il mais. Nasce il colosso del pomodoro.
(in allegato il formato pdf scaricabile)
1.1 editoriale Apocalisse
3.1 cereali Commodities: verso la stabilità ma alcune nubi potrebbero oscurare nuovamente il cielo
4.1 cereali Materie prime. La tempesta sta passando
5.1 Lattiero caseario Latte spot in altalena. Cede un euro.
6.1 eventi Prosciutto in vigna 2015
7.1 frodi latte NAS Cremona, bloccato un vasto traffico di farmaci utili a aumentare la produzione lattiera.
7.2 mercato del latte Latte, prezzi in depressione. Le previsioni non sono confortanti per i prossimi mesi
7.3 meteo e raccolti Rischio maltempo
8.1 lavoro Caporalato, misure severe per gli sfruttatori e premi per le imprese virtuose
8.2 raccolti Caldo, le due facce della medaglia
9.1 pomodoro e concentrazione Il colosso del pomodoro nasce dalla fusione Casalasco - ARP
10.1 maltempo Danni da maltempo a Reggio Emilia
11.1 promozioni "vino" e partners
Carabinieri NAS Cremona: arrestato, nel Bresciano, ex agente di commercio nel settore zootecnico. Posti sotto sequestro 16 allevamenti per un totale di circa 4.000 capi di bestiame e 80.000 litri di latte sottoposti a vincolo sanitario.
Cremona 3 settembre 2015 - Nelle prime ore del 03 settembre 2015, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal GIP della Procura di Brescia, su richiesta del P.M. Dott. Ambrogio Cassiani, titolare dell'indagine denominata "VIA LATTEA", personale del Nas di Cremona ha tratto in arresto un ex agente di commercio che operava nel settore zootecnico.
La misura coercitiva fa seguito alle operazioni di perquisizioni eseguite il 24 ottobre 2014 e il 17 marzo 2015 dai Carabinieri dei NAS e dall'Arma territoriale all'interno di aziende commerciali ed agricole del Nord Italia, che hanno portato alla denuncia di un veterinario e di due agenti di commercio, al sequestro di 16 allevamenti, oltre 4000 capi di bestiame, 80.000 litri di latte sottoposti a vincolo sanitario, 1700 confezioni di farmaci veterinari per bovini e suini, 10 fusti per un totale di 130 litri di prodotto medicamentoso per uso veterinario, 15 fiale di somatotropina, 55 Kg di farmaci illegali, nonché di 15 ricettari per prescrizioni medico-veterinarie e timbri di medici veterinari ed aziende, per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro.
In particolare la somatropina è somministrata, mediante iniezione, nella parte posteriore dei bovini, vicino alla coda, ad intervalli regolari di circa quindici giorni, al fine di incrementare anche fino al 20% la produzione di latte che rimane contaminato dall'ormone nocivo per la salute del consumatore, con conseguente potenziale sviluppo di malattie endocrine e di patologie tumorali.
L'ingente quantitativo di farmaci veterinari sequestrati, nonché i timbri ed ricettari dei medici rinvenuti all'esito di perquisizione domiciliare, dimostrano l'esistenza di un mercato clandestino di farmaci illegali per animali destinati all'alimentazione umana, somministrati senza alcun controllo veterinario.
Tali pratiche illegali sono pericolose per la salute dei consumatori anche perché possono comportare la presenza di residui medicinali nel latte e nelle carni, determinando il cosiddetto fenomeno della "antibiotico resistenza".
(Fonte Ministero della Salute 03 Settembre 2015)
Non è ancora stata completamente digerito il delicato passaggio da un mercato "controllato" (regime delle quote latte) al mercato libero. Il report EU Dairy Markets, Situation and Outlook, September 2015.
di Lgc, Parma 5 settembre 2015.
Non accenna a diminuire la tensione sul prezzo del latte e dei derivati. Da un lato si assiste, periodicamente, a volatilità sostenuta pur evidenziandosi una tendenza al ribasso dei valori (latte e derivati) mentre sul fronte dei DOP si osserva una preoccupante stazionarietà dei prezzi con lievi oscillazioni, quasi speculari, positive e negative.
Secondo il report realizzato per conto di CLAL, "EU Dairy Markets, Situation and Outlook, September 2015", da Erhard Richarts, Dairy Market Consultant, Chairman of IFE (Institut für Ernährungs- wirtschaft e. V., Kiel) le ragioni sono imputabili a:
la fine delle quote latte e in precedenza gli sforzi per frenare la produzione di latte con l'obiettivo di evitare o ridurre i super-prelievi
l'impennata stagionale primaverile del latte stagionali, ancora evidente nelle statistiche di raccolta del latte, promossa da molti agricoltori sulla spinta della nuova libertà produttiva concessa a seguito del decadimento del regime delle quote latte.
In evidenza nel report di settembre
la produzione di latte UE continuerà a crescere a ritmi più lenti. Anche la produzione di latte mondiale ha rallentato ed è destinato a crescere più lentamente rispetto alla domanda.
Nel mercato interno UE si possono prevedere solo lievi incrementi dei consumi di prodotti lattiero-caseari.
La domanda dei paesi tradizionalmente importatori di prodotti lattiero-caseari nella UE continuerà a crescere.
I prezzi di burro si muovono sopra il livello di intervento e un recupero potrebbe essere plausibile.
I prezzi di latte scremato in polvere potrebbero essere, nei prossimi mesi, vicini a un intervento.
I prezzi del formaggio sono anch'essi a livelli bassi e non è vicino il momento del recupero tempo per vedere a recuperare.
I prezzi del latte alla stalla difficilmente potranno risalire nella seconda metà del 2015.
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Redazione