Editoriale: - Il “mercato degli affidamenti”. Lo schifo che era già noto ma “tollerato - Lattiero caseari. Panna in crescita unica novità. - Cereali e dintorni. “Weather Market” - Bonifica Parmense, bilancio ok: avanzo positivo per un milione di euro presto reinvestito sul territorio - Pomodoro - Al via la campagna 2019: l’impegno di Prince -
SOMMARIO Anno 18 - n° 29 21 luglio 2019
1.1 editoriale
Il “mercato degli affidamenti”. Lo schifo che era già noto ma “tollerato”
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Panna in crescita unica novità.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. “Weather Market”.
5.1 bonifica Bonifica Parmense, bilancio ok: avanzo positivo per un milione di euro presto reinvestito sul territorio
5.2 turismo ambientale Anche il BMW club di Como e Varese in visita al Molato
5.3 pomodoro Pomodoro - Al via la campagna 2019: l’impegno di Princes
6.1 ambiente sostenibilità Sostenibilità in ufficio: come ottenerla?
7.1 bracconaggio PO “Boom del biologico sul territorio reggiano”
8.1promozioni “vino” e partners
9.1 promozioni “birra” e partners
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La parola "sostenibilità" richiama subito tematiche ambientali: secondo l'etimologia il termine ha origine dalla parola francese "souvenir", "sostenere o supportare". Ma sostenere chi? E come bisogna farlo? Nel nostro piccolo possiamo fare la differenza. Ecco un decalogo per rendere l'ufficio un luogo più green e sensibilizzare i dipendenti su tematiche ambientali.
Sensibilizzare i dipendenti verso tematiche ambientali e mantenere un ufficio sostenibile rientra oggi nelle responsabilità di un'impresa consapevole, capace di far fronte ai nuovi comportamenti che tale tema necessita per non andare alla deriva. La scelta di applicare comportamenti ecologici e responsabili all'interno del proprio ambiente lavorativo non migliora solo le condizioni ambientali, ma aumenta anche la produttività dell'impresa. Riducendo gli sprechi, si possono ridurre le spese e aiutare l'azienda a diventare più eco-sostenibile.
1. Abbandonare le cattive abitudini
Nonostante si sia portati a pensare il contrario, recenti sondaggi rivelano come i comportamenti ecologici siano socialmente accettati dalla comunità e anche economicamente remunerativi. Il problema si riscontra nelle cattive abitudini, difficili da eliminare. Per questo motivo la prima cosa da fare è valutare quali siano i comportamenti sbagliati e proporne di nuovi.
2. Stampare meno
È bene incoraggiare i colleghi a stampare meno documenti non indispensabili in versione cartacea. Se proprio non ne possono fare a meno, una soluzione può essere quella di acquistare carta riciclata o prodotta in modo sostenibile.
3. Addio plastica monouso
Dal 2021 la plastica monouso verrà definitivamente abolita. Durante il break o la pausa pranzo si possono sostituire bicchieri e piatti di plastica portando le stoviglie di vetro e ceramica da casa.
4. Spazio ai dispositivi digitali per memorizzare appuntamenti
Lo stile di vita moderno è stressante e pieno di impegni, ma bigliettini e post-it non sono sicuramente il modo migliore per ricordarsi delle scadenze. Grazie alla tecnologia, si possono memorizzare nelle agende dei dispositivi digitali tutti gli appuntamenti importanti, risparmiando tantissima carta.
5. Spegnere le apparecchiature
Semplicemente spegnendo le luci e le apparecchiature quando non sono in uso, un'impresa potrebbe risparmiare ogni anno più del 20% in costi energetici.
6. Sostituire le lampadine a incandescenza con quelle a LED
Un altro modo per ridurre il consumo energetico è quello di sostituire le lampadine tradizionali con lampadine e luci a LED. I LED consumano fino a dieci volte meno e durano molto più a lungo.
7. Fare le pulizie utilizzando detergenti ecologici
Sono biodegradabili ed ecosostenibili, i detersivi ecologici aiutano a ridurre gli sprechi con piccoli gesti. Fare le pulizie con detergenti ecosostenibili è una scelta importante per ridurre l'impatto ambientale e rendere l'ufficio ecologico.
8. Introdurre un piano di riciclo
Eliminare correttamente i materiali riciclabili è una pratica essenziale e ormai comunemente diffusa. Spesso però si fa confusione: come smaltire le lattine? Insieme al vetro, oppure insieme alla plastica? Per una corretta raccolta differenziata occorre però avere a disposizione cestini con indicazioni esaustive per aiutare i dipendenti a facilitare la divisione corretta dei rifiuti.
9. Limitare il riscaldamento e l'aria condizionata
Il riscaldamento è una delle principali spese di gestione di un'azienda, e anche una delle principali cause di inquinamento. All'interno di un ufficio ecologico occorre limitare il livello del riscaldamento durante i mesi più freddi: si tratta di un'azione responsabile ed ecologica. Anche l'utilizzo dell'aria condizionata nei mesi più caldi incide notevolmente sul surriscaldamento globale, è importante quindi utilizzarlo con cautela. È consigliabile pulire spesso i filtri e impostare temperature miti tra i 24° e i 26°, senza esagerare.
10. Sensibilizzare e coinvolgere
Una buona comunicazione aziendale interna, ma anche verso l'esterno, è un ottimo strumento per esprimere e trasmettere le potenzialità della propria impresa. Si possono comunicare le nuove disposizioni per il piano ecologico sia direttamente a voce, sia attraverso avvisi e circolari.
La sostenibilità ecologica in Coopservice
Coopservice è una impresa sostenibile, attenta al tema ambientale e all'impatto che le attività produttive esercitano sul pianeta. Ha sviluppato negli anni un vero e proprio approccio "green" per ridurre il consumo di risorse, limitare gli sprechi, ottimizzare i processi di erogazione per garantire ai propri clienti servizi sostenibili da tutti i punti di vista: ambientale, economico e sociale. Non a caso il servizio di pulizia professionale di Coopservice ha conseguito la certificazione EPD (Environmental Product Declaration) che attesta l'impegno alla riduzione delle materie prime, come acqua ed energia, e l'assenza di sostanze pericolose o inquinanti nel proprio processo.
Di Coopservice 27 Maggio 2019 - SCOPRI IL PROGETTO
Bonifica Parmense, bilancio ok: avanzo positivo per un milione di euro presto reinvestito sul territorio.
Una oculata gestione delle risorse unita all'efficienza organizzativa consente al Consorzio di destinare ulteriori fondi alla difesa idraulica dei comprensori di pianura e alla mitigazione del dissesto idrogeologico nelle aree di montagna.
Parma – Un ente in salute, operativo in forma continuativa e strategica nelle diverse aree della nostra provincia e dall'elevato grado di efficienza e affidabilità: è la fotografia del Consorzio della Bonifica Parmense emersa dopo l'approvazione del bilancio consuntivo di esercizio 2018.
Le azioni operate dalla governance consortile consentono di poter contare su un bilancio in linea con i precedenti per quanto concerne l'ammontare dei contributi dei consorziati, con 13 milioni euro. Al netto dei finanziamenti destinati ad investimenti in manutenzioni ordinarie e straordinarie programmate o di emergenza, progettazioni dirette o svolte per conto di altri enti con competenza territoriale e dei relativi costi di esercizio per la realizzazione degli interventi di quotidiana operatività, la Bonifica ha generato un avanzo virtuoso di esercizio di un milione di euro: cifra che sarà subito destinata per interventi in pianura e montagna.
Nell'occasione il Presidente Luigi Spinazzi ed il Direttore Generale Fabrizio Useri sottolineano, dinnanzi i membri del Comitato dell'ente – i vicepresidenti Giacomo Barbuti e Giovanni Grasselli; i consiglieri di Giunta Giovanni Maffei e Marco Tamani, il membro del Collegio sindacale Silvano Mantovani e la dirigente amministrativa Gabriella Olari – come sia fondamentale, in un territorio nel quale i cambiamenti climatici influenzano le nostre vite in maniera ormai conclamata, fornire un costante monitoraggio dei comprensori e rispondere presto e bene alle richieste di chi vi abita e lavora; contesto in cui diventano essenziali i rapporti con le amministrazioni locali del territorio, proficue sinergie da cui non si può prescindere per ottenere risultati apprezzabili a tutela delle comunità.
Nell'ambito dell'approvazione del bilancio consortile infine l'Ing. Nico Alberti, Dirigente Area Informatica e Catasto, sottolinea l'altissima percentuale di contribuenza sul territorio (oltre 90%): aspetto che, unito all'assunzione di 10 nuove unità lavorative lo scorso febbraio, consente all'ente un ulteriore innalzamento qualitativo dell'operato consortile e dei molteplici servizi forniti dal Consorzio ai cittadini.
Editoriale: - Forse Trump non è un "Orco".- Lattiero caseari. Stop burro e crema, panna di nuovo in aumento. - Cerealicolo e titolo di studio in Agraria: ecco l'identikit dell'agricoltore 4.0 - Report qualità acque bonifica lab: migliora la qualità dell'acqua per l'agricoltura del parmense -
SOMMARIO Anno 18 - n° 28 14 luglio 2019
1.1 editoriale
Forse Trump non è un "Orco".
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Stop burro e crema, panna di nuovo in aumento.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercato a guida "meteo".
5.1 maltempo Sospesa l'erogazione dal Brugneto
5.2 cerealicoltura Cerealicolo e titolo di studio in Agraria: ecco l'identikit dell'agricoltore 4.0
6.1 ambiente acque Report qualità acque bonifica lab: migliora la qualità dell'acqua per l'agricoltura del parmense
7.1 bracconaggio PO Bracconaggio nel Po, individuati 166 punti di imbarco lungo tutta asta.,
8.1promozioni "vino" e partners
9.1 promozioni "birra" e partners
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Regioni e Autorità Bacino: lotta serrata a illegalità. collaborazione con Prefetture.
Milano – Proseguono le attività istituzionali di contrasto al bracconaggio nel Fiume Po. Nel 2018 era stato siglato il protocollo d'intesa triennale per il controllo della pesca illegale nel principale fiume italiano tra Regioni Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna, le prefetture di Milano, Torino, Venezia e Bologna e l'Autorità Distrettuale del fiume Po. In attuazione al documento, Regioni e Province coinvolte hanno individuato lungo tutta l'asta 166 potenziali punti di imbarco e sosta degli automezzi utilizzati nell'attività di bracconaggio. Entro la fine di agosto sarà elaborata una mappa interattiva che sarà messa a disposizione delle prefetture per il monitoraggio dei siti.
"Le attività di pesca illegale hanno contribuito a indebolire la biodiversità nel Po e a diminuire il numero di esemplari di specie autoctone, come lo storione e l'anguilla. Per questo vogliamo intervenire con decisione e in maniera coordinata affinché vengano tutelata la fauna e le attività di pesca legale", hanno dichiarato gli assessori regionali con delega alla Pesca di Lombardia ed Emilia-Romagna, Fabio Rolfi e Simona Caselli, presenti questa mattina a Palazzo Lombardia per il tavolo interregionale. "Ora faremo una verifica su questi 166 punti di attracco per capire quali siano già utilizzati e concentrare meglio le energie".
"E' essenziale riuscire a fornire alle Forze dell'Ordine uno strumento innovativo per consentire di intervenire in modo mirato ed efficace. Stiamo ultimando una rilevante attività di analisi nel dettaglio delle necessità e questo diventerà a breve un mezzo prezioso per intervenire. Così chi avrà il compito di vigilare per scongiurare il grave fenomeno del bracconaggio sul Po potrà contare su conoscenze approfodnite del territorio e tecnologie digitali avanzate", ha aggiunto il Segretario Generale dell'Autorità Distrettuale del Fiume Po Meuccio Berselli.
Il piano operativo prevede un potenziamento delle Forze di Polizia provinciale e locale anche con adeguamento delle attrezzature per il controllo notturno e la navigazione.
PUNTI DI IMBARCO PESCA, SBARCO E SOSTA DEGLI AUTOMEZZI DI APPOGGIO UTILI ED UTILIZZATI NELL'ATTIVITÀ DI BRACCONAGGIO PER OGNI PROVINCIA:
Ferrara: 8
Parma: 14
Piacenza: 16
Reggio Emilia: 11
Lodi: 46
Mantova: 13
Cremona: 7
Pavia: 42
Rovigo: 9
TOTALE: 166
Ambiente. L'assessore Gazzolo: "All'impianto di termovalorizzazione di Coriano, in provincia di Rimini, non arriverà alcun nuovo rifiuto da smaltire. L'ipotesi che circola è totalmente infondata, non verrà mai utilizzato nemmeno in futuro per smaltire quote di rifiuti attualmente trattate in quello di Ravenna, che abbiamo deciso di chiudere a fine anno. Una linea, quella dell'Emilia-Romagna, che continuerà a mettere al riparo tutti i nostri territori, da Piacenza a Rimini, dalle drammatiche emergenze rifiuti che continuiamo a vedere in altre aree del Paese, sviluppando un vero modello di economia circolare".
Bologna –
“All’impianto di termovalorizzazione di Coriano, in provincia di Rimini, non arriverà alcun nuovo rifiuto da smaltire. L’ipotesi che circola è totalmente infondata. E l’impianto riminese non verrà mai utilizzato nemmeno in futuro per smaltire quote di rifiuti attualmente trattate in quello di Ravenna, che abbiamo deciso di chiudere a fine anno grazie all’efficacia della programmazione definita nel Piano regionale rifiuti approvato nel 2016 e all’aumento della raccolta differenziata, arrivata al 68% in Emilia-Romagna”.
Così l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo, che prosegue: “Ribadisco ancora una volta che fra la linea della Lega, che vorrebbe un inceneritore in ogni provincia, e quella dei 5 Stelle, per i quali non bisognerebbe realizzare impianti a prescindere, preferiamo la strada scelta dall’Emilia-Romagna, basata appunto sulla raccolta differenziata e una programmazione regionale che ci permette di iniziare a chiuderli gli inceneritori, come succederà a Ravenna, smaltendo le quote di rifiuti di quell'impianto utilizzando l'attuale capacità di smaltimento autorizzata, quindi senza alcun aumento di tale capacità. Qui possiamo permetterci di chiudere gli impianti progressivamente quando non servono più perché stiamo sviluppando un modello di economia circolare dove i rifiuti diventano una risorsa, la raccolta differenziata consente di fare impresa del riciclo, quindi nuovi posti di lavoro autenticamente green. Una linea- chiude Gazzolo- che continuerà a mettere al riparo l’Emilia-Romagna e tutti i suoi territori, da Piacenza a Rimini, dalle drammatiche emergenze rifiuti che continuiamo a vedere in altre aree del Paese”.
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 18 - n° 27 7 luglio 2019 -
Editoriale: - La nuova "resistenza". Sovranisti per necessità! - Latte scremato pastorizzato estero, crema e panna in stallo. - Cereali e dintorni. Un tonfo assolutamente imprevedibile - Focus sul caso aceto balsamico – lo stato dell'arte - Qualità, EIMA alla pari di Hannover -
SOMMARIO Anno 18 - n° 27 7 luglio 2019
1.1 editoriale
La nuova "resistenza". Sovranisti per necessità!
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Latte scremato pastorizzato estero, crema e panna in stallo.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Un tonfo assolutamente imprevedibile.
7.1 vino e degustazioni Aperitivi formativi al "Marcello Experience Parma"
7.2 rifiuti speciali Rifiuti speciali: facciamo chiarezza. Definizioni, informazioni e dati
8.2 aceto balsamico Focus sul caso aceto balsamico – lo stato dell'arte
9.1 eventi Villaggio Coldiretti: Il Consorzio Parmigiano Reggiano è partner dell'evento che si terrà a Milano dal 5 al 7 Luglio
9.2 sicurezza alimentare Il Ministero richiama tranci surgelati di Verdesca, rischio contaminazione chimica
10.1 meccanizzazione Qualità, EIMA alla pari di Hannover
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners
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Riunitosi oggi nella sede del Distretto l'Osservatorio, visti i dati idrologici complessivi in peggioramento ed in considerazione delle scarse precipitazioni previste per i prossimi giorni ha emesso un nuovo bollettino per il comprensorio dalla Valle d'Aosta alle Marche.
PARMA, 5 Luglio 2019 -
L'Osservatorio sulle crisi idriche dell'Autorità distrettuale del Fiume Po – Ministero Ambiente, convocato nei giorni scorsi dal Segretario Generale Meuccio Berselli, si è riunito stamane nella sede dell'ente chiamando a raccolta tutti i portatori d'interesse del comprensorio dalla Val d'Aosta alle Marche. Al centro dell'approfondimento degli addetti ai lavori c'è stato l'esame analitico di tutti i dati tecnico-scientifici raccolti nelle ultime ore nei vari bacini e sottobacini del territorio.
Ciò che è emerso, condiviso da istituzioni regionali e partners presenti, è il peggioramento del generale contesto delle portate idrologiche dei corsi d'acqua nell'ultimo periodo, nonostante in alcune aree siano cadute precipitazioni. Il livello di allerta è quindi passato al colore giallo anche in considerazione delle previsioni metereologiche per la prossima settimana.
Tra gli altri, particolarmente significativi, si evidenziano alcuni dati specifici (dettagli interamente consultabili nel Bollettino in allegato): la portata in località Pontelagoscuro (Ferrara) di 794 metri cubi al secondo, tende a registrare progressive e possibili diminuzioni fino a 300 metri cubi al secondo nelle prossime ore, attestandosi sui valori evidenziati in uno degli anni più siccitosi come il 2007. Al contempo, pur essendo ancora sufficientemente alto il livello dei grandi laghi Alpini (volume di circa 90 % - esempio: lago Maggiore 1,25mt sullo zero idrometrico di Sesto Calende – VA- ) e quello delle dighe per la produzione di energia idroelettrica, si rilevano temperature decisamente sopra la media stagionale del periodo e dunque maggiormente incidenti sui flussi e sul complessivo fabbisogno e prelievo per i diversi utilizzi. Sul Delta del Po questo insieme di fattori potrebbe far aumentare contestualmente il fenomeno dell'intrusione del cuneo salino nelle acque interne fino al 30%. Al termine dell'incontro di oggi il Segretario Generale dell'Autorità distrettuale del Fiume Po Meuccio Berselli ha fissato un'ulteriore riunione dell'Osservatorio sulle crisi idriche tra quindici giorni per la verifica aggiornata dei livelli idrometrici e previsioni.
Di Coopservice - Alcune informazioni utili per una maggiore chiarezza sul tema dei rifiuti speciali.
Si definiscono rifiuti tutte le sostanze o gli oggetti derivanti dalle attività umane o dai cicli naturali di cui il proprietario decida di disfarsi.
Si distinguono i rifiuti in base alla provenienza:
- I rifiuti urbani sono quelli che provengono dalle abitazioni civili, e vengono gestiti dalla Pubblica Amministrazione;
- I rifiuti speciali sono invece quelli che provengono dalle attività produttive delle industrie e delle aziende, e vengono gestiti da aziende autorizzate allo smaltimento.
Ancora diverso è il caso dei rifiuti pericolosi, ossia quelli che contengono una concentrazione elevata di sostanze inquinanti, e per questo motivo devono essere trattati prima di essere smaltiti.
Per lo smaltimento dei rifiuti speciali, le aziende devono attenersi a precise normative per non incorrere in sanzioni e per ridurre al minimo il loro impatto ambientale.
Il registro di carico e scarico per i rifiuti speciali
Le aziende hanno l'obbligo di annotare su un apposito registro le caratteristiche e la quantità di rifiuti prodotti entro 10 giorni lavorativi dalla produzione, per la comunicazione annuale al Catasto.
Se però la produzione annua di rifiuti non supera le 10 tonnellate per quelli non pericolosi e le 2 tonnellate per quelli pericolosi l'azienda si può rivolgere alle organizzazioni di categoria per la compilazione dei registri con cadenza mensile.
Sono obbligati a compilare il registro anche i produttori di rifiuti esonerati dal MUD (Modello Unico Dichiarazione Ambientale), ossia:
- Gli imprenditori agricoli con un volume di affari annuo inferiore a 8.000€;
- Le aziende che raccolgono e trasportano i rifiuti non pericolosi;
- Le aziende con meno di 10 dipendenti.
Anche in questi casi quindi, sebbene si sia esonerati dalla compilazione del MUD non lo si è da quella del registro di carico e scarico.
Lo smaltimento dei rifiuti speciali
L'accumulo di rifiuti presso il luogo in cui sono stati prodotti è chiamato deposito temporaneo, e deve seguire norme specifiche, in particolare per quanto riguarda la conservazione dei rifiuti pericolosi, affinché non mettano a rischio la salute delle persone.
L'area di deposito dei rifiuti deve infatti essere appositamente segnalata, con anche l'indicazione della pericolosità dei rifiuti in essa contenuti, avendo cura di imballare e dividere nel modo corretto tutte le categorie di rifiuti.
Prima di tutto, ogni tipo di rifiuto deve essere classificato, per poterne definire la pericolosità, e l'analisi dovrà essere ripetuta nel caso in cui ci siano variazioni della composizione o per dimostrare la persistenza della non pericolosità.
Lo smaltimento dei rifiuti speciali può avvenire in due modalità:
Avviare i rifiuti al recupero o allo smaltimento ogni 3 mesi, indipendentemente dalla quantità accumulata;
Avviare i rifiuti al recupero o allo smaltimento entro un anno dalla produzione, se in quantità inferiore di 20 metri cubi se non pericolosi e di 10 metri cubi se pericolosi.
L'impegno ecologico di Coopservice.
Nel corso degli anni Coopservice ha sviluppato un approccio green per ridurre al minimo l'impatto ambientale delle sue attività.
Seguendo le direttive europee e internazionali riguardanti gli aspetti ambientali l'azienda ha definito un percorso finalizzato all'erogazione di un servizio sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale.
Lo scopo principale di Coopservice è quello di una graduale riduzione degli sprechi, ottimizzando le risorse impiegate tramite una gestione integrata di tutti gli aspetti del servizio.
È in questo modo che l'azienda si impegna al raggiungimento di alcuni obiettivi fondamentali:
- Efficienza e risparmio nell'uso delle risorse, in particolar modo dell'energia, e di conseguenza una notevole riduzione delle emissioni di CO2;
- Riduzione dell'uso di sostanze pericolose;
- Riduzione in termini quantitativi dei rifiuti prodotti.
Per questo motivo Coopservice utilizza la Certificazione EPD (Environmental Product Declaration), uno strumento innovativo di trasparenza che permette al cliente di essere pienamente informato per quanto riguarda le performance ambientali dei prodotti e dei servizi forniti, come ad esempio i consumi ridotti di materie prime, l'assenza di sostanze pericolose, il risparmio di acqua ed energia.
(Reggio Emilia 17 Maggio 2019)
L'Emilia-Romagna spegne l'inceneritore di Ravenna. E avanti con la raccolta dei rifiuti in Adriatico, per difendere il nostro mare. Il presidente Bonaccini: "Qui iniziamo a chiuderli davvero, un passo vero e concreto verso il superamento dei termovalorizzatori". Il lavoro di squadra con il Comune di Ravenna e Hera. La decisione senza intaccare l'autosufficienza regionale nella gestione e smaltimento, garantiti dalla programmazione condivisa sugli altri impianti e dall'impennata della raccolta differenziata.
Bologna –
L’Emilia-Romagna spegne l’inceneritore di Ravenna: a fine anno, infatti, avrà fine il conferimento dei rifiuti urbani nell’impianto.
È il primo degli obiettivi raggiunti ed evidenziati nella relazione di chiusura del monitoraggio intermedio del Piano regionale dei rifiuti, che ne verifica lo stato di attuazione a tre anni dalla sua approvazione.
E’ il frutto del lavoro di squadra di Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna ed Hera che insieme hanno definito la road map che porterà allo stop: il periodo da qui a fine anno servirà per gli adempimenti tecnici e organizzativi.
Questo senza compromettere l’autosufficienza della regione nella gestione e nello smaltimento dei rifiuti, che sarà garantita da un lato attraverso l’efficace utilizzo degli altri impianti presenti nel territorio, secondo la programmazione definita, e dall’altro, in particolare, dall’aumento della raccolta differenziata, sulla quale, come annunciato la scorsa settimana, si sta centrando l’obiettivo del 73% entro il 2020 previsto sempre dal Piano, essendo arrivata al 68% nel 2018 (+3,7% sull’anno precedente).
Lo ha deciso la Giunta regionale: l’Emilia-Romagna è sempre più impegnata a difesa dell’ambiente e del mare, con azioni concrete per favorire l’economia circolare.
Sono queste le novità principali annunciate oggi dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, nel corso di una conferenza stampa a Bologna con l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo e il sindaco del Comune di Ravenna, Michele De Pascale.
“Quando tre anni fa abbiamo approvato il Piano regionale dei rifiuti- afferma Bonaccini- l’avevamo detto in modo chiaro: volevamo una svolta ecologica nella nostra regione con un progressivo spegnimento degli inceneritori e un aumento sensibile della raccolta differenziata. Stiamo centrando gli obiettivi. La settimana scorsa i dati positivi della differenziata con la forte crescita avuta nel 2018 e oggi la chiusura dell’Ire di Ravenna. Un passo vero e concreto che va nella direzione del superamento dei termovalorizzatori, reso possibile dalla volontà e dall’impegno dell’amministrazione ravennate, dai tecnici di Hera e quelli che hanno lavorato al Piano, e che ringrazio. E soprattutto grazie ai cittadini che, cambiando le loro abitudini, stanno rendendo possibile quello che fino a pochi anni fa non era pensabile: riciclare sempre più per azzerare i rifiuti indifferenziati”.
Lo sforzo fatto dai cittadini dell’Emilia-Romagna va nella direzione giusta. Già 81 Comuni nel 2018 hanno adottato sistemi di tariffazione puntuale che consente di misurare il rifiuto prodotto e di pagare per quanto si butta come prevede la legge regionale 16 del 2015 sull’economia circolare di cui il Piano dei rifiuti è strumento attuatore. La riduzione dei rifiuti urbani indifferenziati, del 6,8% rispetto al 2017, è addirittura superiore alle previsioni. La raccolta differenziata ha raggiunto il record del 68% e i conferimenti in discarica sono al 4,9%, già sotto l’obiettivo del 10% fissato dall’Europa per il 2035.
“A tre anni dall’approvazione del Piano regionale dei rifiuti- spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo-, si conferma quanto sempre sostenuto dalla Regione: gli impianti si usano finché servono e si chiudono quando non servono più a soddisfare le necessità di cittadini e imprese, secondo una valutazione complessiva di sostenibilità ambientale che tiene in considerazione la loro anzianità, le tecnologie a disposizione, il livello di efficienza e quindi gli impatti ambientali. La chiusura del termovalorizzatore di Ravenna, il più obsoleto della regione, è una conseguenza diretta della riduzione dei rifiuti urbani indifferenziati delle province di Ravenna e Forlì-Cesena: un dato positivo, frutto delle politiche regionali e dell’impegno delle comunità locali”.
“La conferma di un impegno importante preso nel nostro territorio che va verso una concezione più moderna della gestione del ciclo dei rifiuti- spiega il sindaco, De Pascale-. L’impianto di Ravenna non viene chiuso per un localismo, per demagogia o per una sindrome nimby, ma viene chiuso perché è un impianto troppo piccolo e il più vecchio della regione con le peggiori performance emissive. Ravenna è un territorio che tanto ha dato e tanto dà al sistema della gestione dei rifiuti dell’Emilia-Romagna e vede oggi un risultato importante sul territorio, che si sta abbinando a uno sforzo molto importante dei cittadini di tutta la provincia di Ravenna per il passaggio a un nuovo sistema di raccolta che aumenti significativamente la raccolta differenziata. I dati sulle percentuali vanno letti con attenzione. Ravenna- prosegue il sindaco- è stata una delle poche province che è andata a gara per il sistema di raccolta rifiuti. Questo ha impedito negli ultimi anni di effettuare cambiamenti radicali al sistema di raccolta che invece stanno avvenendo proprio in questi mesi e che già stanno dando risultati estremamente positivi. Quindi Ravenna vedrà la chiusura dell’Ire e vedrà al contempo un aumento molto significativo delle sue percentuali di raccolta differenziata”.
Per quanto riguarda invece l’impianto di Piacenza, sentita l’amministrazione comunale, per ora rimarrà in esercizio, anche in attesa degli effetti derivanti dall’aggiudicazione della nuova gara di affidamento del servizio.
“L’analisi del ciclo di vita del termovalorizzatore di Borgoforte- sottolinea Gazzolo- mette in evidenza che la cessazione del conferimento dei soli rifiuti urbani avrebbe un rendimento ambientale peggiore in termini di emissioni di CO2 e per il trasporto fuori provincia. La linea regionale è creare le condizioni perché – quando si decide che un impianto cessi il trattamento dei rifiuti urbani – si spenga del tutto”.
“Il monitoraggio- chiude l’assessore- evidenzia risultati importanti raggiunti dal Piano regionale dei rifiuti: ora avanti per introdurre in tutti i Comuni la tariffazione puntuale”.
Lotta alla plastica
La Regione scende in campo anche contro la plastica che inquina il nostro mare. I pescatori potranno raccogliere i rifiuti in Adriatico senza pagare la tariffa di servizio portuale. La disposizione è operativa da subito e permette di dare piena attuazione a quanto già previsto dal Piani di raccolta dei rifiuti prodotti dalle navi e dei residui del carico, già adottati dalla Capitanerie di porto d’intesa con la Regione per i porti di Rimini, Bellaria, Cattolica, Cesenatico, Goro, Gorino, Porto Garibaldi e Riccione. Un incentivo a difesa dell’intero ecosistema marino.
“L’ho già detto e voglio ripeterlo qui- prosegue il presidente Bonaccini- vogliamo diventare una regione senza plastica, plastic free: domani entra in vigore la direttiva europea contro la plastica monouso e già nelle prossime settimane approveremo in Giunta la strategia regionale per darne attuazione anticipata rispetto alla scadenza del 2021, con misure integrate e coerenti per raggiungere l’obiettivo. Abbiamo gli esempi di alcuni comuni virtuosi, come Rimini e Coriano, che hanno bandito la plastica sulle spiagge o nei loro territori. Altri si aggiungeranno e noi, come Regione, faremo la nostra parte. Ma già oggi diamo un segnale importante verso quella direzione, senza perdere tempo”. /BB
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