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UniCredit Start Lab: 37 giovani imprese italiane sui banchi della quarta Startup Academy.

Si rinnova per il quarto anno consecutivo l'appuntamento con la Startup Academy di UniCredit Start Lab, una settimana di training manageriale avanzato appositamente dedicata alle startup che nei mesi scorsi hanno superato le selezioni delle commissioni composte da aziende Corporate specializzate nell'analisi dei migliori business plan presentati alla banca in ambito Life Science, Clean Tech, Digital e Innovative Made in Italy.

37 le startup presenti tra i banchi dell'UniCredit Tower, provenienti da tutta Italia. Tra queste 6 sono emiliane: da Bologna la Stem Sel e la Bettery; da Reggio Emilia Sun Gen, Indio Thech e Freedom Wawes; e da Modena, la Innovamol.

A salire in cattedra, nel ruolo di docenti per un giorno, i rappresentanti di oltre trenta partner nazionali e internazionali di UniCredit Start Lab, tra cui Accenture Strategy, Amazon, Google, Cisco, Electrolux e Bla Bla Car e di startup consolidate che portano la loro testimonianza come ScuolaZoo, Genenta, Brandon Ferrari e D-Orbit.

I temi trattati nel corso della Startup Academy di UniCredit Start Lab sono i trend globali e gli ecosistemi internazionali di startup; come creare la struttura di business; come sviluppare il progetto imprenditoriale; come presentare in maniera efficace la propria idea e i dati finanziari chiave.

Venerdì 27 ottobre, giornata conclusiva, un focus su come finanziare la propria startup.

UniCredit Start Lab è il programma di accelerazione per startupper promosso da UniCredit, che dal momento del lancio nel 2014 ha analizzato oltre 3.400 business plan di startup e PMI innovative italiane, supportandone oltre 190 con attività di mentoring, sviluppo del network, training manageriale avanzato e servizi bancari ad hoc, anche grazie alla costante collaborazione con oltre 110 stakeholder coinvolti sul territorio tra incubatori, acceleratori, università, associazioni di categoria e parchi scientifici.

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Pubblicato in Comunicati Lavoro Emilia
Martedì, 24 Ottobre 2017 16:16

A Modena l'"International Forum – Focus on USA"

Crescita economica e opportunità per le imprese del territorio. Prosegue l'impegno di UniCredit per sostenere le aziende locali interessate ad avviare o espandere il proprio business all'estero. Esperti a confronto per un focus sul mercato statunitense.

Modena, 24 ottobre 2017

Nei primi sei mesi del 2017 giro d'affari dell'Emilia-Romagna con gli Stati Uniti ha riguardato oltre 2,9 miliardi di euro di esportazioni. Rispetto al primo semestre 2016 le vendite hanno fatto registrare un +5%, gli acquisti sono invece diminuiti del 9%.

Secondo quanto emerso dalle elaborazioni del Retail Value Management & Research UniCredit su dati ISTAT, nel primo semestre del 2017 i settori trainanti per le esportazioni dell'Emilia Romagna verso gli States sono stati in particolare quelli relativi a macchinari e apparecchi per quasi 900 milioni di euro +3% rispetto al primo semestre 2016; mezzi di trasporto per circa 820 milioni di euro (+7% rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno); articoli in gomma e materie plastiche per quasi 360 milioni di euro (+7% rispetto al pari periodo del 2016); prodotti alimentari, bevande e tabacco per oltre 200 milioni di euro (+7% rispetto al primo semestre 2016); prodotti tessili e abbigliamento per più di 170 milioni di euro (+2% rispetto al corrispondente periodo 2016).

Questa la fotografia dei rapporti commerciali tra il territorio emiliano romagnolo e gli Stati Uniti. Quello statunitense si conferma un mercato dalle prospettive interessanti per lo sviluppo del business delle imprese locali, un "trampolino di lancio" ideale per avviare o intensificare l'export. Con questa finalità è stato pensato e sviluppato l'International Forum "Focus on USA", che si è svolto martedì 24 ottobre a Modena, ospitato dal Museo Enzo Ferrari. Un'iniziativa realizzata da UniCredit per illustrare agli imprenditori presenti come sviluppare la propria attività verso un mercato strategico per dimensioni, collocazione geografica e interesse per il Made in Italy.

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L'incontro è stato preceduto dai saluti introduttivi di Fabrizio Corsini, Presidente Fondazione Casa di Enzo Ferrari Museo e di Giuseppe Zanardi, Area Manager Corporate Modena UniCredit. Subito dopo, gli interventi di Gianluca Settepani, Rappresentante Locale AmCham Italy in Emilia Romagna; Luca Balestra, Managing Director UniCredit New York; Alessandro Paoli, Head of UniCredit International Center Italy; Giovanni Spinelli, Managing Partner, Pavia Harcourt, New York; Sarre Baldassarri, Tax Principal, Grassi & Co Accountants, New York; Tim Larson, International Tax partner, Grassi & Co Accountants, New York. Le conclusioni sono state affidate ad Andrea Burchi, Regional Manager Centro Nord UniCredit.

UniCredit è un Gruppo paneuropeo con un modello commerciale lineare e un segmento Corporate & Investment Banking perfettamente integrato che mette a disposizione degli oltre 25 milioni di clienti un'unica rete in Europa Occidentale, Centrale e Orientale. UniCredit offre competenze locali nonché una rete internazionale in grado di accompagnare e supportare a livello globale la propria ampia base di clientela, fornendo un accesso senza precedenti alle banche leader presenti nei propri 14 mercati strategici e in altri 18 Paesi in tutto il mondo, con desk operativi anche a New York. Il network del Gruppo comprende Italia, Germania, Austria, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Ungheria e Turchia.

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Bando UniCredit Carta E edizione 2017 - Giovani e lavoro al centro dell'intervento di UniCredit Foundation: 500mila Euro a sostegno delle organizzazioni non profit che promuovono l'occupazione giovanile in Italia. 

UniCredit Foundation lancia la nuova edizione del Bando UniCredit Carta E per sostenere le organizzazioni non profit che promuovono l'occupazione giovanile in Italia attraverso attività di imprenditorialità sociale. Come nella precedente edizione (che ha visto sul podio anche la Semìno - Pictor Coop. Soc. di Bologna), torna la collaborazione con l'incubatore Make a Cube3 dedicando ai team selezionati un periodo di accompagnamento per valorizzarsi sul mercato.

L'investimento previsto dal bando è di 500mila euro che saranno erogati sotto forma di contributo, mentoring e incubazione. I fondi sono messi a disposizione grazie a UniCreditCard Flexia Classic Etica, la carta di credito che, senza alcun costo aggiuntivo per il titolare, accantona il 2 per mille di ogni spesa effettuata per sostenere progetti di solidarietà.

Le candidature possono essere presentate, attraverso la piattaforma IdeaTRE60 promossa dalla Fondazione Accenture Italia partner tecnico del Bando, dall'11 ottobre al 20 dicembre 2017 compilando il form e raccontando la propria idea di cambiamento sociale per combattere la disoccupazione che riguarda soprattutto i giovani italiani www.unicreditfoundation.org/bando2017 

Saranno selezionate le 20 realtà capaci di interpretare il contesto territoriale in cui il progetto imprenditoriale deve nascere e crescere. In pole position si troveranno le proposte che avranno come priorità la realizzazione di un programma duraturo, sostenibile e affidabile sia per i lavoratori assunti che per l'impresa stessa. I 20 finalisti avranno accesso a una fase di pre-incubazione.

L'incubazione e l'erogazione dei contributi, pari a 42.500 Euro ciascuno, è destinata invece ai 10 vincitori: 7 di questi progetti dovranno dimostrare di avere un impatto diretto, cioè creare occupazione nell'ambito del programma imprenditoriale sostenuto nelle 7 aree territoriali di intervento di UniCredit in Italia; gli altri 3, invece, dovranno essere capaci di generare un impatto indiretto, in grado di sviluppare azioni, infrastrutture e reti che possano rafforzare la capacità, di una o più realtà imprenditoriali sociali, a raggiungere risultati su scala nazionale: si tratta, ad esempio, di attività di assistenza e incubazione dell'impresa sociale, di formazione/sviluppo di network di imprese sociali, di franchising sociale.

"Vogliamo dare ai giovani la possibilità di esprimere la propria idea di lavoro - ha dichiarato Maurizio Carrara, Presidente di UniCredit Foundation - valorizzando i progetti imprenditoriali capaci di creare occupazione. I ragazzi rappresentano il nostro futuro e, grazie al loro entusiasmo e alle loro capacità, possono trovare da soli la soluzione alla sfida dell'occupazione giovanile del nostro Paese coniugando, nella stessa figura, sia il ruolo di datore che di lavoratore".

Per maggiori informazioni e per iscriversi al bando, visitare la pagina www.unicreditfoundation.org/bando2017 

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Investimento di Hpe Coxa che ammonta a 8 milioni di euro, di cui 3,5 finanziati dalla Regione Emilia-Romagna nell'ambito della Legge 14. Assunti 20 ingegneri.

E' stato inaugurato oggi a Modena il Centro di Ricerca Metal Additive di Hpe Coxa, alla presenza del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e dell'assessore alle Attività produttive, Palma Costi. Il Centro è stato realizzato per assicurare in modo rigoroso l'integrazione tra progettazione, simulazione e produzione in un'ottica esclusivamente additiva, anziché, come avviene comunemente, limitarsi a produrre con le nuove "stampanti 3D" pezzi progettati secondo le tecnologie tradizionali.

Inserito in una logica di Smart Factory, il Centro di Ricerca Metal Additive è complementare alle tecnologie presenti all'interno del Mil, il Machining Innovation Lab realizzato lo scorso anno da Hpe Coxa, che unisce le tecnologie più avanzate di lavorazione meccanica, utensili e attrezzature, insieme ai sistemi di controllo di processo a scansione ottica.
L'investimento totale per il progetto ammonta a 8 milioni di euro, di cui 3,5 finanziati dalla Regione Emilia-Romagna nell'ambito della Legge 14 sull'attrattività, e ha previsto l'assunzione a tempo indeterminato di 20 ingegneri ricercatori.
Il modello di funzionamento del Centro prevede un responsabile operativo e al contempo una direzione scientifica, realizzata nell'ambito di una collaborazione col Dipartimento di Ingegneria di Unimore per sviluppare un programma scientifico di ricerca da abbinare alle attività produttive che il Centro è in grado di effettuare.

''Quello che inauguriamo qui oggi, finanziato anche con i fondi della nostra Legge sull'attratività, è un nuovo centro di ricerca in grado di relazionarsi con istituti di ricerca, laboratori e università contribuendo a sviluppare innovazione, migliorare il trasferimento tecnologico e creare quel terreno fertile che permette lo sviluppo di nuove start up, che a loro volta innescano processi di nuovo sviluppo e nuova innovazione– ha commentato il presidente della Regione Stefano Bonaccini–.L'obiettivo comune, come in una corsa di Formula 1, è quello di fare squadra riposizionando l'Emilia-Romagna tra le realtà più avanzate in termini di performance economica e di 'spessore' della comunità di ricerca, formazione e produzione. Vogliamo essere la regione d'Europa dove non solo studiare e formarsi, ma impiantare la 'testa' di cicli produttivi oggi più che mai globali".
"L'immagine che rimane di questa azienda sono i tantissimi giovani che qui lavorano– ha aggiunto l'assessore Palma Costi-. Ingegneri, tecnici, operai specializzati: un prezioso patrimonio capace di interpretare la nuova realtà produttiva che si sta configurando. Competenze specialistiche, altissime, al servizio di aziende avanzate che contribuiscono all'upgrading delle aziende medie e più piccole con le quali interagiscono, aumentando le possibilità di occupazione lungo tutta la filiera, aiutandole a stare al passo con la nuova rivoluzione industriale e la digitalizzazione spinta".

(Fonte: Regione ER)

Per la prima volta in Emilia-Romagna una banca offre agli imprenditori un servizio gratuito di consulenza organizzativa e finanziaria.
L'iniziativa è di Emil Banca, la banca di credito cooperativo presente anche a Modena, che propone alle aziende clienti un coach esperto di management (esterno alla banca) per accompagnare l'imprenditore nello sviluppo della sua impresa e nella soluzione dei problemi.
Il servizio si chiama Business&Financial Coaching. Nel mondo anglosassone, dove è assai utilizzato, capita che le banche lo vendano ai propri clienti.

Emil Banca, invece, lo offre alle aziende senza alcun costo. La consulenza sui temi finanziari e organizzativi si svilupperà in sei sessioni di un ora e mezza da tenersi ogni 15 giorni nella sede dell'azienda o in una filiale della banca. Il coach, a differenza dei classici consulenti, non studierà l'azienda per poi fornire una soluzione, ma cercherà di trovare la strada per migliorare dialogando con l'imprenditore o con chi gestisce l'impresa. Supportato dal coach, l'imprenditore (o il direttore finanziario) potrà ottenere risultati significativi su aspetti quali la strategia economico-finanziaria che l'impresa sta adottando e le sue implicazioni.

«Abbiamo investito in questo progetto soprattutto per aiutare il tessuto economico regionale ad accrescere le proprie performances - spiega il direttore generale di Emil Banca Daniele Ravaglia - Per la prima volta questo servizio verrà offerto alle imprese gratuitamente. È un modo per affermare una volta di più la nostra natura cooperativa e non lucrativa. La ricerca del bene comune, infatti, passa anche da un supporto innovativo alle imprese che, con il loro lavoro, creano benessere diffuso».

Per questo servizio Emil Banca ha stretto una collaborazione con la YouManage Coaching&Change di Massimo Ferrante. Si tratta di un professionista indipendente, che rispetta un codice etico e deontologico e garantisce all'impresa la totale riservatezza delle informazioni. Il coach non sarà, infatti, un consulente della banca e non deve essere percepito dall'impresa come ispettore, advisor o certificatore, cioè un professionista che trasmette informazioni alla banca. Il coach lavorerà direttamente ed esclusivamente per l'impresa.

«Il coaching è uno strumento potente perché conduce l'imprenditore a sviluppare nuove capacità, vedere i problemi da prospettive differenti, liberarsi di idee bloccanti e pregiudizi, ma soprattutto a costruire soluzioni nuove per sé e per l'impresa - afferma il fondatore e ceo di YouManage Massimo Ferrante - Nel momento in cui, grazie all'iniziativa di Emil Banca, possiamo impattare un numero più elevato di imprese e portarle a sviluppare appieno il proprio potenziale, rendiamo un grande servizio al territorio perché stiamo rendendo più forte il suo tessuto produttivo e la sua capacità di creare ricchezza e occupazione con un servizio all'avanguardia, una formula innovativa e a costo zero per l'impresa».

(Fonte: Confcooperative MO)

Si conferma la riduzione. Nel secondo trimestre si registra una nuova flessione delle vendite (-0,9 per cento). Il segno negativo domina in modo omogeneo lo specializzato, alimentare e non, mentre aumentano lievemente le vendite per iper, super e grandi magazzini. L'andamento delle vendite è correlato alla dimensione d'impresa. È nettamente negativo per la piccola e media distribuzione, mentre è appena positivo per le imprese con 20 o più addetti. Si accentua il calo delle imprese (-1,7 per cento), determinato da ditte individuali e società di persone.

Il commercio al dettaglio non sembra ancora riprendersi del tutto. Si conferma la tendenza negativa del trimestre precedente. Per gli esercizi al dettaglio in sede fissa dell'Emilia-Romagna, le vendite a prezzi correnti subiscono una nuova flessione (-0,9 per cento) nel secondo trimestre 2017 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Incertezza e diseguaglianza gravano sulla possibilità di una ripresa diffusa dei consumi attraverso i canali tradizionali.

La conferma della tendenza negativa è riflessa da un lieve alleggerimento del saldo tra le quote delle imprese che rilevano un aumento o una diminuzione tendenziale delle vendite, che risale solo a -11,8 da -13,3 punti, e dal lieve peggioramento dei giudizi sull'eccedenza delle giacenze, il cui saldo sale da 10,2 a 10,5 punti percentuali. In positivo, nonostante la stagionalità, è atteso un miglioramento delle vendite nel corso del terzo trimestre, tanto che il saldo tra le valutazioni delle imprese è salito a quota +9,3 da +0,4 punti.

Questo emerge dall'indagine congiunturale sul commercio al dettaglio realizzata in collaborazione tra Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.

La tendenza negativa delle vendite ha interessato le tipologie del dettaglio specializzato, con una flessione dell'1,3 per cento, per l'alimentare e dell'1,2 per cento per il non alimentare, mentre quelle degli iper, super e grandi magazzini confermano la tendenza positiva del primo trimestre con un lieve aumento (+0,2 per cento).

La dimensione delle imprese.

Si conferma la forte correlazione tra andamento delle vendite e dimensione aziendale. Il segno è marcatamente rosso (-1,8 per cento) per le vendite della piccola distribuzione (1-5 addetti) e per le medie imprese (6-19 addetti), -1,4 per cento, mentre aumentano lievemente le vendite delle imprese con 20 o più addetti (+0,2 per cento).

Il Registro delle Imprese.

Nell'ultimo anno, si accentua progressivamente la pressione sulla base imprenditoriale. Alla fine del secondo trimestre erano attive 45.964 imprese del dettaglio, con un calo dell'1,7 per cento (780 unità) rispetto a un anno prima. A livello nazionale la tendenza negativa è risultata leggermente più contenuta (-1,2 per cento). L'andamento negativo è determinato dalla rapida riduzione delle società di persone (-2,8 per cento, -282 unità) e da quella più ampia delle ditte individuali (-611 unità). Grazie soprattutto all'attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, crescono solo le società di capitale, ma nel tempo in misura progressivamente più contenuta (+2,7 per cento, +115 unità)

Pubblicato in Economia Emilia

Sono scese a 29.825, il 7,3 per cento delle imprese regionali, con la più rapida flessione dal settembre 2013 (-4,9 per cento). In un anno, perdita di 1.553 imprese.

Tra i settori, sono le costruzioni (-930 unità, -12,9 per cento) a determinare la tendenza, ma anche l'industria (- 7,0 per cento) e i servizi (-2,6 per cento). Si riduce il contributo positivo da agricoltura e pesca (+2,7 per cento). La tendenza è dovuta soprattutto alle ditte individuali (-1.349 unità). La normativa sulle società a responsabilità limitata semplificata piega le società di persone (-10,7 per cento), ma al tempo stesso non sostiene le società di capitali (+1,8 per cento).

La base imprenditoriale regionale giovanile continua a contrarsi più rapidamente rispetto a quanto avviene a livello nazionale. A fine giugno le imprese attive giovanili si sono ridotte a 29.825, pari al 7,3 per cento delle imprese regionali. In un anno, ne sono andate perdute 1.553, pari ad una riduzione del 4,9 per cento, con una ulteriore lieve accelerazione della tendenza negativa, mentre le altre imprese sono diminuite solo dello 0,6 per cento. La tendenza regionale risulta più pesante di quella nazionale, che vede le imprese giovanili (496.263, pari al 9,6 per cento del totale) diminuire del 2,8 per cento e le altre imprese confermare la tendenza positiva e segnare un lieve aumento (+0,2 per cento).

Questo emerge dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna. Le imprese giovanili aumentano solo in Basilicata, Sardegna e Trentino-Alto Adige. L'Emilia-Romagna perde terreno come il Veneto (-4,1 per cento), ma anche, seppure meglio, Lombardia (-3,2 per cento) e Piemonte (-3,4 per cento).

I settori di attività economica.

La crisi dei settori produttivi tradizionali ha colpito particolarmente le imprese giovanili. La loro riduzione è determinata soprattutto dal pesante crollo delle imprese delle costruzioni (-930 unità, -12,9 per cento), un settore che continua a scontare gravi difficoltà, cui si aggiungono la caduta dell'industria (-163 unità, -7,0 per cento) e la flessione dei servizi (-518 imprese, -2,6 per cento), derivante dalla più marcata riduzione nel settore del commercio (-385 imprese, -4,8 per cento) e da quella più lieve nell'aggregato degli altri servizi (-133 imprese, -1,1 per cento). Contrariamente alla tendenza prevalente tra le altre imprese, risultano in forte crescita solo le imprese giovanili attive nell'agricoltura, silvicoltura e pesca (+58 imprese, +2,7 per cento).

La forma giuridica.

La riduzione è principalmente da attribuire alla flessione molto ampia delle ditte individuali (-1.349 unità, -5,5 per cento), anche se la contrazione è stata notevolmente più rapida per le società di persone (-10,7 per cento, pari a 257 unità), attribuibile all'attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata semplificata, che sostiene la crescita, ora più contenuta, delle società di capitale (+77 unità, +1,8 per cento).

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Aumentano le donne imprenditrici che entrano in CNA. Tra le priorità del raggruppamento, le riforme per attuare la conciliazione dei tempi vita-lavoro

Reggio Emilia, 9 agosto 2017. La Presidente di CNA Impresa Donna Reggio Emilia Paola Ligabue è entrata nella presidenza nazionale del raggruppamento. "L'imprenditoria femminile sta crescendo nel mondo della piccola impresa e dell'artigianato e salutiamo con favore anche l'aumento delle donne imprenditrici che entrano in CNA e partecipano con entusiasmo alla vita associativa. La cosa più bella che potrà accadere sarà quando le donne imprenditrici decideranno di chiudere CNA Impresa Donna: vorrà dire che si è raggiunta quella parità che si sta cercando di perseguire" ha dichiarato Paola Ligabue.

"Sono tante le energie delle imprenditrici – ha dichiarato nel congratularsi Giorgio Lugli, presidente CNA Reggio Emilia - portatrici di uno sguardo innovatore e di trasversalità. Il plauso va alla nostra dirigente Paola che da anni si spende attivamente al servizio delle donne per abbattere le barriere di genere e che da adesso potrà farlo anche a livello nazionale".

Uno dei punti centrali delle politiche di CNA Impresa Donna resta la conciliazione dei tempi vita-lavoro. A questo proposito tra le proposte dell'Associazione, ci sono la richiesta di rendere detraibile una parte delle spese sostenute per l'acquisto dei servizi che il legislatore riterrà meritori di agevolazioni; la riapertura ai progetti che consentano la sostituzione del titolare di impresa o del lavoratore autonomo, nel periodo di astensione obbligatoria o dei congedi parentali, con altro imprenditore o lavoratore autonomo.

Infine, secondo CNA Impresa Donna non è più rinviabile una riforma dell'indennità di accompagnamento, attraverso l'introduzione della possibilità di scegliere tra prestazioni monetarie e servizi alla persona.

Mercoledì, 09 Agosto 2017 15:29

Giovani reggiani. La voglia di fare impresa.

Cresce la voglia di fare impresa dei giovani reggiani. Delle 1.967 imprese nate nei primi sei mesi del 2017 in provincia di Reggio Emilia, quasi una su tre (il 27,2%) è guidata da "under 35"; nello stesso periodo, delle 2.053 aziende che hanno espresso la volontà di non proseguire l'attività, solo il 13% è capitanata da giovani.

Il saldo positivo fra iscritte e cessate non d'ufficio nel periodo gennaio-giugno di quest'anno registrato dalle imprese giovanili (pari a 267 unità) - prosegue l'analisi dell'Ufficio Studi della Camera di Commercio provinciale - ha permesso alle aziende condotte da imprenditori con meno di 35 anni di registrare un tasso di sviluppo positivo pari al +5,1% a fronte del -0,6% delle imprese non giovanili.
Le imprese "under 35" della provincia di Reggio Emilia erano, al 30 giugno scorso, 4.776, l'8,6% della struttura imprenditoriale provinciale, con punte di maggior presenza in settori come le attività di lotterie, scommesse e case da gioco (30%), l'assistenza sociale sia non residenziale (22,1%) – che comprende l'assistenza ad anziani e disabili e i servizi di asili nido – che residenziale (1 impresa giovanile ogni 5 del settore), i servizi di pulizia e cura e manutenzione del paesaggio (16,2%), i servizi postali e attività di corriere (14,3%) e i servizi di informazione e comunicazione (14%).

Sul piano della ripartizione settoriale, i giovani si concentrano, in buona parte, nei settori tradizionali, primi fra tutti le costruzioni che, con 1.557 imprese, rappresentano il 32,6% delle imprese di "under 35" e il commercio, comprese le attività di alloggio e ristorazione (28%). Quello dell'edilizia è però un settore che ha perso appeal nei confronti delle nuove generazioni: in sei mesi è infatti calato di oltre due punti percentuali il peso del comparto sulla struttura economica totale reggiana; in lieve aumento invece la quota ricoperta dai pubblici esercizi che, a dicembre 2016, era del 27,2%.

Fra le attività manifatturiere, il tessile-abbigliamento, con 1.357 imprese "under 35" pari all'11,3% del totale aziende del comparto, è il settore a maggior vocazione giovanile.
In genere si tratta di imprese di piccolissima dimensione, visto che il 58,9% ha un unico addetto e un altro 20,5% si colloca nella classe da 2 a 5 addetti. Le dimensioni e la forma giuridica (in tre casi su quattro si tratta di ditte individuali), evidenziano ancora la prevalenza di imprese poco strutturate, anche se vi sono alcuni importanti cambiamenti in atto.

Negli ultimi anni, infatti, si assiste ad una aumento del peso delle società di capitale costituite da "under 35" (attualmente 722), che in sei mesi è cresciuto di quasi un punto percentuale passando dal 14,2% di dicembre 2016 al 15,1% del giugno di quest'anno.

20170809-Imprese-giovanili giu 2017

Domani termina il "lavoro fiscale" delle pmi modenesi. Occupazione su del 3% nelle primi sei mesi del 2017. il 5 agosto scocca il tax free day.

Modena, 4 agosto 2017. Dopo 218 giorni utilizzati per pagare le tasse, finalmente le imprese modenesi possono iniziare a produrre per loro stesse. Domani, sabato 5 agosto (la stesso giorno del 2016), infatti, è la data del tax free day per le piccole imprese modenesi, che nel 2017 hanno devoluto in tasse e imposte varie il 59,8% del reddito prodotto.
La notizia non è nuova, nel senso che lo studio di CNA Nazionale dal quale trae origine è datato aprile, ma suscita comunque sempre un certo scalpore notare come solo a poca distanza dalle ferie le Pmi possano cominciare a guardare al "loro" 2017.

Il calcolo lo ha fatto l'Osservatorio permanente della Cna Nazionale sulla tassazione delle Pmi, curato dal Centro Studi Cna e dal Dipartimento politiche fiscali, che ha realizzato una simulazione riferita a una impresa manifatturiera rappresentativa del tessuto economico italiano (nel caso specifico, un'azienda individuale con quattro operai e un impiegato, con ricavi per 431.000 euro e un reddito d'impresa di 50.000 euro).

Un'azienda di questo tipo, a Modena, nel 2017 avrà pagato a fine anno 29.904 euro di tasse, il 59,8% del proprio reddito (lo 0,2% in più – 125 euro - rispetto al 2016), imposte che per il 78,2% sono "nazionali" (Irpef, contributi, eccetera), per il 19,5% comunali e il 2,3% regionali. All'imprenditore, quindi, partendo da un reddito d'impresa di 50.000 euro, rimarrebbero 20.096 euro, vale a dire circa 1.675 euro al mese, senza tredicesime di sorta.

Tradotti in termini "cronologici", significa che l'impresa in oggetto quest'anno avrà lavorato per il fisco appunto sino al 5 agosto – il tax free day degli imprenditori modenesi – con 218 giorni all'anno impegnati a pagare i tributi e 147 giorni per i consumi personali.

I numeri sono in linea con quelli del 2016 – fortunatamente ben lontani dai quasi 32.000 euro di imposte (il 63,9% del reddito) pagate nel 2012, l'anno peggiore da un punto di vista fiscale. Ma si tratta di un valore comunque più elevato di quello del 2011, quando le imposte complessive si fermarono al 58,3%.
Il dato colloca Modena più o meno a metà della graduatoria nazionale (56esimo posto), e tra le più virtuose a livello regionale, dietro a Reggio (che ha festeggiato il suo tax free day il 29 luglio) e, di un solo decimale, a Ferrara.

"Ma proprio il caso reggiano - commenta il presidente di CNA Modena Claudio Medici –dimostra che ridurre le tasse, almeno a livello locale, anche di poco (nella città del tricolore, la tassazione è inferiore a quella modenese di 2,1 punti percentuali) è possibile. Anche se la parte del leone la deve fare lo Stato centrale, che sta scaricando sugli enti locali, come dimostrano le vicende riguardanti il bilancio della provincia denunciate da Muzzarelli – i tagli di bilancio. Enti locali che sono, invece, l'interfaccia con i cittadini e le imprese e che per questo dovrebbero essere maggiormente tutelati"
"Al di là di queste valutazioni – continua Medici – rimane il fatto di un'emergenza fisco certificata dai numeri. Pensare che le piccole imprese, che a differenza delle grandi non hanno nemmeno la possibilità, a dire il vero ben poco etica, di sfuggire altrove da un punto di vista fiscale, possano investire nello sviluppo, ad esempio in termini di incrementi occupazionali, appare davvero difficile".

Occupazione che, peraltro, nelle piccole imprese monitorate da CNA Nazionale (20.500, tra le quali un migliaio quelle modenesi), è aumentata del 3% nei primi sei mesi del 2017 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

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