La nota stampa di Aldo Caffagnini sullo striscione di protesta apparso in piazzale santa Croce. Un no alla richiesta di Iren di portare la capacità di incenerimento del camino di Ugozzolo da 130 mila tonnellate a 195 mila e soprattutto alla richiesta della stessa di ampliare il bacino d'utenza a tutta Italia. -
Parma, 8 giugno 2015 -
In piazzale Santa Croce è apparso domenica mattina un enorme striscione con un breve quanto eloquente slogan a caratteri cubitali: "No rifiuti da fuori".
E' il no alla richiesta di Iren di portare la capacità di incenerimento del camino di Ugozzolo da 130 mila tonnellate a 195 mila e soprattutto è il no alla richiesta della stessa di ampliare il bacino d'utenza a tutta Italia.
E' la prima risposta di una città che ha raggiunto importantissimi traguardi nelle raccolta differenziata (70% in pochi mesi) e non vuole gettare alle ortiche lo sforzo di tutti coloro che si impegnano a gestire correttamente i propri scarti, ogni giorno.
"No rifiuti da fuori" deve diventare la risposta corale alla richiesta di Iren di trasformare l'inceneritore di Ugozzolo in una ingorda bocca ingoiatutto, facendo diventare Parma una pattumiera dell'Italia intera.
"No rifiuti da fuori" era scritto nei patti, è stato ribadito in molteplici e ufficiali incontri e convegni dalla Provincia di Parma, presidente Bernazzoli, assessore Castellani, e dalla stessa multiutility, per bocca del suo presidente, che aveva tranquillizzato i parmigiani sulle intenzioni del gestore e sulla vigilanza che l'ente non avrebbe mai mancato di mantenere.
L'inceneritore è stato tarato, secondo le rassicurazioni degli addetti ai lavori, per le esigenze del territorio e non si comprende quindi questo improvviso cambio delle carte in tavola.
Nessuno ha costretto Iren a costruire il camino che svetta a pochi chilometri dal centro città.
Nessuno le aveva imposto di costruire un forno di due linee invece che una sola.
Il problema rifiuti ci era stato presentato come una emergenza assoluta e immediata.
Ora l'emergenza consiste nella scarsità degli stessi.
Delle due l'una: o ci avevano preso in giro prima, o chi ha progettato questo percorso era un incapace che non sapeva (o non voleva) vedere aldilà del proprio naso.
E' bastato applicare al capoluogo di provincia il sistema porta a porta per mandare in crisi il sistema di smaltimento con l'inceneritore.
Sono bastati pochi mesi per far emergere l'errore progettuale che mina ora il futuro del forno.
A Ugozzolo da più di un mese l'impianto funziona sotto il 50% per mancanza di materia prima.
Il sistema porta a porta intercetta gli stessi materiali appetiti dalla fornace: carta, plastica, legno.
Ovvio che i due sistemi siano apertamente in concorrenza e la vittoria dell'uno comporti la sconfitta certa dell'altro.
Aldo Caffagnini
La nota stampa di Aldo Caffagnini sulla richiesta di Iren di incrementare la capacità di trattamento dell'inceneritore di Ugozzolo. "Gli accordi sottoscritti? Carta straccia da bruciare nel forno." -
Parma, 25 maggio 2015 -
"Il dado è tratto e porta la data del 20 maggio 2015.
Giorno in cui Iren ha depositato istanza presso la Provincia di Parma per incrementare la capacità di trattamento dell'inceneritore di Ugozzolo da 130 a 195 mila tonnellate annue, approfittando dell'aiutino del decreto del governo.
Ciò significa che nelle intenzioni del gestore i rifiuti potranno giungere in città da ben oltre i confini provinciali, praticamente da tutta Italia.
La domanda presentata di fatto straccia tutti gli accordi che hanno accompagnato la complessa gestazione del camino della discordia.
Iren fece domanda nel 2006 per un impianto con taglia doppia rispetto alle necessità del territorio (50 mila tonnellate di residuo da raccolta dei rifiuti urbani), progettandone uno da 130 mila tonnellate, a 4 km da piazza Duomo.
La politica sosteneva questa scelta e l'ondivago ruolo pubblico/privato di Amps/Enia fece il resto: in una certa misura il gestore seguì le indicazioni del territorio, che magnificava l'inceneritore come ottava meraviglia del mondo.
A 10 anni dal piano provinciale rifiuti ci troviamo con un impianto costato ben oltre 200 milioni di euro, che probabilmente lavora in perdita fin dal suo avvio.
Ci troviamo con un territorio che, applicando la raccolta differenziata, non ha nemmeno più bisogno di un impianto di trattamento a caldo perché i rifiuti conferiti sono drasticamente diminuiti a favore dell'enorme incremento dei materiali riciclati e di un calo importante della produzione.
Di fronte a questi numeri il gestore ha semplicemente usato la calcolatrice, sfruttando lo Sblocca Italia come grimaldello.
Lo Stronca Italia è una specie di buco nero che accoglie pratiche altrimenti irricevibili.
Tra le sue pieghe la norma che consente di "ottimizzare" tutti gli impianti di incenerimento già esistenti e attivi, in modo da saturarli e renderli economicamente vantaggiosi per chi li gestisce.
Con tanti saluti per i territori virtuosi che si stanno impegnando, con ottimi risultati, per una gestione dei proprio rifiuti attenta e rispettosa della salute dei cittadini e dell'ambiente in cui vivono.
Ma a Parma i patti sono/erano estremamente chiari.
Sbandierati da tutti i responsabili istituzionali e aziendali.
Ricordiamo l'allora presidente della provincia Bernazzoli, l'assessore all'ambiente Castellani, il presidente di Amps Allodi, i sindaci di Parma Ubaldi e Vignali.
Lunghe file di parole per tranquillizzare i cittadini sulla bontà delle intenzioni del presente e del futuro, in modo da far digerire l'amaro boccone di un nuovo forno dopo l'esperienza estremamente negativia dell'impianto del Cornocchio.
Mai rifiuti da fuori provincia. Mai!
Oggi scopriamo che a Ugozzolo si intende bruciare perfino i pneumatici esausti, e cdr, combustibile da rifiuti, sostanze chimiche, rifiuti infetti, fanghi di ogni tipo e provenienza, addirittura scorie e polveri di altri inceneritori.
Pura e lucida follia.
Davanti a questa trappola coscientemente allestita occorre mobilitarsi.
Non stiamo parlando di camino sì, camino no, di confronto di filosofie.
Stiamo per affrontare una rivoluzione.
Parma candidata a diventare pattumiera d'Italia.
Si era avvertito ripetutamente di questo rischio, Gcr in testa.
Cassandre inascoltate.
Oggi non ci sono recinti ideologici.
Si tratta di scegliere da che parte stare.
E lo devono fare tutti: a cominciare dai cittadini e dalle associazioni, per passare ai partiti, ai sindacati di categoria, ai consorzi di prodotto, a tutte le forze economiche di Parma.
Questa volta scendere in piazza significa esprimere il futuro che vogliamo.
Schiavi di un camino o padroni del proprio destino?
E' un referendum, su di noi."
(fonte: Aldo Caffagnini)
La nota stampa di Aldo Caffagnini: "Il camino a singhiozzo continua nel suo incerto procedere, con pause di riflessione sempre più intense e prolungate." -
Parma, 22 maggio 2015 -
"La linea 2 era già stata spenta il 4 maggio, 18 giorni fa, ma il 18 maggio anche la linea 1 è stata messa in fermata e la situazione dura ormai da 4 giorni.
E' il languore di rifiuti che sta diventando vera e propria fame?
Il camino a singhiozzo, forse un unicum nel panorama italiano degli inceneritori, continua nel suo incerto procedere, con pause di riflessione sempre più intense e prolungate.
La vorace fornace, affetta da famelica necessità di rifiuti da bruciare, non trova sfogo nel sistema di raccolta impostato a Parma dal Movimento 5 Stelle e dall'assessore all'ambiente Folli, irrisoluti portatori sani del porta a porta, che a regime riduce drasticamente la necessità di queste macchine infernali che sparano in aria centinaia di migliaia di metri cubi di aria sporca ogni ora.
Così a Ugozzolo la fossa del residuo è sempre più vuota e visto l'avanzare della differenziata porta a porta in tutto il territorio di Parma e Provincia, non si profilano radiosi futuri ricchi di sacchi neri da attizzare.
L'inceneritore di Parma è grande almeno il doppio delle previsioni elaborate nel 2005, ma oggi risulta oltremodo ipertrofico rispetto ai piccoli numeri che rimangono dopo il tornado porta a porta.
Il gestore risponderà a questo nuovo stop con le questioni tecniche, la manutenzione, il controllo.
Ma il problema rimane l'organizzazione della raccolta degli scarti, che con il sistema domiciliare va contro come concezione stessa ad ogni tipo di smaltimento, discarica o inceneritore che sia.
E non potrà che peggiorare, per il forno.
Il sistema porta a porta ha altre frecce al suo arco.
L'obiettivo ora va oltre i numeri ormai alla portata (80%) e sposta la sua attenzione sul rifiuto residuo, che rappresenta ancora un terreno fertile di caccia per il sistema.
Si tratta di ampliare i materiali oggetto di riciclo e di ridurre gli stessi nell'ormai limitato recinto dell'indifferenziato.
Ad esempio si può lavorare sui pannolini, che ancora rappresentano un problema di non facile gestione, ma che oggi con l'avanzare della tecnologia trovano varchi virtuosi di risoluzione.
L'adozione di pannolini lavabili nei nidi darebbe una scossa ai numeri, sia quelli della montagna di usa e getta che sparirebbe, sia per l'impatto ambientale drasticamente ridotto, sia per il risparmio economico per le casse comunali.
Questo è solo un esempio delle ulteriori mosse che il sistema porta a porta può implementare.
Il Pap è un raffinato cecchino che non sbaglia un colpo, e in questo caso nel mirino cadrebbero vittima l'inquinamento e lo spreco, a favore di salute, risparmio e consapevolezza."
(Fonte: ufficio stampa Gestione Corretta dei Rifiuti)
Aldo Caffagnini, presidente dell'Associazione Gestione Corretta dei Rifiuti, sull' ipotetica chiusura dell'inceneritore di Parma nel 2018 "secondo voci interne molto referenziate". -
Riceviamo e pubblichiamo la nota ricevuta ieri -
Parma, 2 aprile 2015 -
WikiLeaks, fughe di notizie da Parma
"La notizia ovviamente non trapela, specie in queste ore che possono tradire giri a vuoto causati dalla data.
Ma la notizia c'è eccome.
Il 9 marzo scorso il presidente di Iren, Francesco Profumo, era a Parma per un incontro con i comuni parmensi, per illustrare impegni e proposte di Iren verso il territorio.
Le dichiarazioni ufficiali del presidente di Iren non sono certo piaciute alla platea.
Perché in sintesi confermano che l'intenzione della multiutility è quella di fare arrivare all'inceneritore di Ugozzolo rifiuti provenienti da fuori provincia, non appena la norma lo consentirà.
L'incertezza di non poter alimentare a sufficienza l'impianto quindi verrebbe superata in scioltezza con il nuovo piano regionale rifiuti, che cancellerà le norme locali provinciali e renderà la regione un ambiente unico all'interno del quale i rifiuti potranno circolare liberamente.
Quello che non è emerso invece è l'incontro successivo al Duc tra l'assessore Folli, il sindaco Pizzarotti e lo stesso Profumo.
Lontano dai riflettori della piazza è stato fatto il punto della situazione e, secondo voci interne molto referenziate, è stato siglato un importante accordo tra le parti, che possiamo riassumere in due secche parole.
L'inceneritore di Parma verrà chiuso nel 2018, dieci anni dopo l'Aia della Provincia e 5 anni dopo l'accensione.
In cambio il Comune di Parma non si opporrà al pieno regime del forno, in modo da accelerare il rientro dei capitali investiti e il pareggio di bilancio per la Spa ligure piemontese guidata da Profumo.
Il motivo scatenante che ha portato all'intesa arriva dai cugini reggiani, che spento il loro vecchissimo impianto, non hanno oggi prospettive per lo smaltimento dei loro scarti.
Discariche quasi esaurite, il progetto dell'impianto meccanico biologico che è praticamente sfumato contro l'opposizione ferma del territorio, la finestra aperta dal piano regionale.
L'impianto di Parma a pieno regime consentirà a Iren di incamerare quei milioni necessari a raggiungere il break even in anticipo, perché lo Sblocca Italia ha per legge consentito di saturare gli impianti di incenerimento sino al carico termico del 100%, che nel caso di Parma supera le 130 mila tonnellate di rifiuti trattabili all'anno.
Ovviamente pioveranno smentite e dinieghi.
Ma questo è il piano concordato a Parma nei giorni scorsi, con un reciproco tornaconto.
Il Movimento 5 Stelle vede all'orizzonte il traguardo della chiusura impianto, cavallo di battaglia delle scorse elezioni amministrative.
Iren tira un sospiro di sollievo per i suoi bilanci claudicanti e spesso confinanti con il baratro finanziario.
Rimane il problema ambientale, l'impatto sul territorio, la contrarietà dei comitati.
Ma il forno di Ugozzolo ha confermato in questi mesi la sua eccellenza in termini emissivi che gli consente addirittura di accettare una riduzione dei livelli massimi autorizzati, che già oggi sono al di sotto della normativa nazionale.
E' la food valley versione expo: affumicata.
Come un buon salmone norvegese."
La premiazione del progetto "Sotto il muro dei 100 kg". Tra i comuni primi classificati per aver ridotto i rifiuti residui al di sotto dei 100kg pro/capite, il secondo posto se l'è aggiudicato Felino e Parma è risultata come miglior Comune capoluogo per i rifiuti residui secchi avviati a smaltimento -
Parma, 4 dicembre 2014 -
Sabato scorso a Monte San Pietro, Bologna, si è svolta la premiazione del progetto "Sotto il muro dei 100 kg", promosso dall'Ecoistituto di Faenza, diretto da Natale Belosi e indetto da WWF, Legambiente, Movimento legge rifiuti zero, Associazione Comuni Rifiuti Zero, Associazione GCR.
La campagna "Sotto il muro dei 100 Kg: comuni verso rifiuti zero" è nata con l'obiettivo di individuare, premiare e dare visibilità a quelle esperienze in cui la combinazione di riduzione, prevenzione e raccolta differenziata ha portato a quantitativi molto ridotti di rifiuto urbano residuo, attraverso la diffusione di buone pratiche di gestione dei nostri scarti.
Tra di esse la promozione del compostaggio domestico, l'uso dell'acqua di rubinetto, l'incentivazione dell'uso dei pannolini riutilizzabili, la vendita di prodotti alla spina, nell'ottica secondo cui il miglior rifiuto è quello non prodotto. L'individuazione dei comuni più virtuosi deriva dai dati Arpa Emilia Romagna, anno 2013, calcolati, per tutti i 348 comuni della Regione, sulla base dei criteri della proposta di legge ed elaborati dall'Ecoistituto di Faenza, quale Ente certificatore, che ha stilato una graduatoria generale, una graduatoria per le 3 aree di pianura, di montagna, dei capoluoghi e costa (le aree proposte dal piano regionale) con ulteriori suddivisioni per numero di abitanti, e una graduatoria per provincia.
Alla premiazione erano presenti diversi amministratori pubblici e volontari delle Associazioni impegnate sul tema dei rifiuti.
Oltre a WWF e Legambiente, l'Associazione GCR ha partecipato presentando il progetto "Rifiuti?Risorse!", come esempio di buone pratiche che debbono essere diffuse.
Alla sua terza edizione, il progetto propone agli Istituti scolastici di Parma un impegno su due fronti. La riduzione del rifiuto residuo e la raccolta differenziata "spinta" dei diversi materiali prodotti nel corso dell'attività scolastica (carta, cartone, plastica, lattine, barattolame, etc.).
La partecipazione al concorso a premi "Rifiu-Ti-Amo!", per un coinvolgimento più attivo e creativo dei ragazzi.
Al termine dell'anno scolastico, saranno premiate le scuole che risulteranno aver esposto il contenitore del rifiuto residuo il minor numero di volte e le scuole che avranno prodotto gli elaborati più originali sul tema delle 6R.
Tra i comuni primi classificati per aver ridotto i rifiuti residui al di sotto dei 100kg pro/capite, il secondo posto se l'è aggiudicato Felino. Ha ritirato il premio la vicesindaco Elisa Leoni, illustrando l'impegno dell'amministrazione e dei cittadini che, anche grazie alla tariffazione puntuale, hanno ottenuto ottimi risultati.
Era presente anche l'assessore Gabriele Folli, in quanto Parma è risultata come miglior Comune capoluogo per i rifiuti residui secchi avviati a smaltimento. I dati, riferiti all'anno 2013, sono destinati a migliorare, sia perché di recente tutta la città è stata coperta dal sistema di raccolta "Porta a porta", sia perché , dopo la sperimentazione nel periodo gennaio-giugno 2015, la tariffazione puntuale entrerà a pieno regime da luglio.
Enzo Favoino, tecnico e ricercatore presso la Scuola Agraria del Parco di Monza, centro di ricerca che ha avuto un ruolo fondamentale in Italia ed Europa per lo sviluppo ed il consolidamento delle pratiche di raccolta differenziata, riciclaggio, compostaggio, riduzione, ha ribadito l'importanza di perseguire l'obiettivo di riduzione dei rifiuti, illustrando vari dati a livello europeo.
Il presidente della Dismeco, azienda di Marzabotto leader nel recupero dei rifiuti Raee, ha invitato a riflettere sulla necessità di creare una filiera corta anche per il recupero e riciclo dei materiali recuperati, spesso inviati ad aziende troppo lontane.
Interessante è stato anche ascoltare un'esperienza di co-housing, la condivisione di spazi, di strumenti comuni (lavatrice, attrezzi dell'orto-giardino, compostiera) da parte delle famiglie di un condominio.
Dall'assessore all'Ambiente del Comune di Monte San Pietro, vincitore del premio "Sotto il muro dei 100 kg", l'invito a lavorare in una rete di esperienze virtuose, affinché siano adottate da altre amministrazioni e a mantenere alta l'attenzione sia sulla Legge di iniziativa Popolare sui Rifiuti e sulle decisioni della regione in merito al decreto " Sblocca.Italia".
(Fonte: ufficio stampa Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)
La nota stampa di Aldo Caffagnini di Gestione Corretta dei Rifiuti sulla vicenda dell'inceritore: "Mercato distorto e favori, concorrenza violata" -
Parma, 23 ottobre 2014 -
Il Fatto Quotidiano di ieri riporta l'ennesimo colpo di scena sull'inceneritore più odiato d'Italia.
Tutto è partito da una delle molteplici denunce, presentate dagli avvocati parmigiani Arrigo Allegri e Pietro De Angelis, denunce che ogni tanto vanno a bersaglio.
L'Anac ha analizzato la vicenda del sistema rifiuti di Parma a largo raggio, allungando lo sguardo fino alla sua genesi, quando nel dicembre 2004 l'Ato di Parma affidò ad Amnu la raccolta dei rifiuti, escludendo all'articolo 4 che l'accordo comprendesse anche lo smaltimento.
Per l'Autorità Anticorruzione la vicenda si caratterizza per una serie di "favori" gentilmente concessi alla multiutility, che da impresa pubblica (la municipalizzata Amnu), al 100% pubblica, si trasformò in società per azioni quotata in Borsa (Iren), mantenendo curiosamente i privilegi del pubblico senza sottostare ai paletti dei privati.
Così dal vantaggio di ottenere un contratto di gestione dei rifiuti di 10 anni, si passò all'altro vantaggio, quello dell'affidamento diretto per la costruzione del forno, senza che le imprese concorrenti potessero intervenire, impedendo così il risparmio che i cittadini avrebbero ottenuto da una gara pubblica.
Iren di fatto si mise i panni di attuatore di interesse pubblico, pur avendo la carta di identità di una impresa privata.
Si giocò a nascondino, con maschere intercambiabili a seconda dall'utilità del momento.
Il risultato fu una lampante distorsione del mercato, oggi sottolineata dal documento dell'Anti Corruzione.
Vale forse la pena riprodurre alcuni passaggi di questa storia ormai dal sapore quasi epico.
Nel 2005 la Provincia approva il piano provinciale rifiuti: si dimentica di considerare soluzioni alternative all'incenerimento, ma indica la dimensione del forno in 65 mila tonnellate di trattamento annuo. Notare che poi l'impianto verrà realizzato doppio, cioè di 130 mila tonnellate.
Nel 2006 il consiglio comunale di Parma da il via libera al progetto dell'inceneritore, siglando un accordo con Enia (fusione delle municipalizzate di Parma, Reggio e Piacenza), in cui si fa espresso riferimento all'affidamento del 2004, tralasciando che fosse escluso lo smaltimento.
Nessuno eccepì a questa madornale forzatura.
E l'accordo sottoscritto è machiavellismo allo stato puro: Enia è considerata"società a capitale pubblico" a pagina 3, mentre a pagina 6 diventa privata: "Enia Spa è soggetto privato, qualificato".
Nel 2007 Enia affida, senza gara, la progettazione a Politecnica, che però indica sul proprio sito che il cliente è Hera, la multiutility bolognese, teoricamente concorrente di Enia.
Nel 2008 la conferenza dei servizi della Provincia di Parma autorizza la costruzione dell'inceneritore, consegnando a Enia l'Aia, l'autorizzazione integrata ambientale, con 56 prescrizioni, tra cui: il fascinoso "boschetto mangiapolvere"; l'obbligo di allacciare il teleriscaldamento prima dell'avvio; 20 mila caldaie da collegare all'accensione del camino.
Tutte prescrizioni disattese.
Il cantiere di Ugozzolo viene inaugurato il 28 settembre 2009.
La costruzione del forno è stato un infinito libro giallo con ripetuti colpi di scena.
Nel frattempo, nel 2010, Enia si fonde con Iride e diventa Iren.
Il comune di Parma sospende nel 2011 il cantiere, quando si accorge che manca il titolo edilizio.
Il Tar dà però ragione a Iren.
Il commissario Ciclosi "si scorda" di appellarsi al Consiglio di Stato e la decisione del Tar diventa definitiva.
Nel luglio del 2012 la procura di Parma chiede il sequestro del cantiere per abuso edilizio e abuso d'ufficio, iscrivendo 13 persone nel registro degli indagati.
In settembre vengono sequestrati i beni di un indagato sospettando che fondi di Iren siano arrivati nel portafoglio privato del dirigente per "dare una mano" all'iter.
Il cantiere intanto prosegue ad avanzare mentre si scopre che le tariffe non caleranno come promesso, anche a mezzo stampa, a livello della media di Reggio Emilia e Piacenza, ma si manterranno altissime per pagare questo gioiello che nessuno vuole.
Le prime prove di accensione, aprile 2013, regalano a Iren un esposto di Arpa in Procura per il superamento dei limiti emissivi.
L'esercizio provvisorio inizia a fine agosto 2013.
Ad inizio 2014 l'inceneritore prende definitivamente avvio, ma brucia al 50% delle sue possibilità a causa della raccolta differenziata spinta che il comune di Parma ha adottato in città.
Al 70% di Rd il forno non sta acceso.
La storia dell'inceneritore è stata costellata di denunce ed esposti: alla procura, all'Antitrust, alla Commissione Europea, alla Guardia di Finanza, alla Vigilanza sui Contratti.
Nonostante tutto un filo di fumo irrora generosamente la food valley.
A dispetto anche delle migliaia di parmigiani scesi in piazza a manifestare.
(Fonte: ufficio stampa Gestione Corretta dei Rifiuti)
La nota stampa di Aldo Caffagnini sul nuovo sversamento nel Rio Sant'Ilario presso lo stabilimento Citterio di Felino che ha colorato l'acqua di una sostanza biancastra -
Parma, 7 ottobre 2014 -
Ieri mattina nuovo sversamento nel rio Sant'Ilario, presso lo stabilimento Citterio di Felino.
Sul posto Arpa, il sindaco di Felino, il vicesindaco, un autospurgo (chissà perché), maestranze della stessa Citterio.
Nonostante la diffida della Provincia contro la ditta di salumi, le acque del rio sono tornate bianco latte per l'immissione di non si sa quali sostanze.
Ovviamente ci sono stati prelievi e l'organo di controllo ambientale farà le sue analisi.
Rimane inequivocabile l'ennesimo episodio di inquinamento dell'acqua.
Un rio sempre secco senza le piogge, dall'estate è costantemente alimentato dalle acque, proprio in corrispondenza dello stabilimento.
Ad intervalli regolari il rio si è colorato di una sostanza biancastra, poi rilevatasi grasso ed altre sostanze chimiche non precisate.
Le segnalazioni dei cittadini hanno portato all'intervento di Arpa.
Le analisi hanno fatto emergere risultati eclatanti come l'indice di inquinamento di 33 mila volte superiore alla norma ambientale.
Da qui la diffida della Provincia contro Citterio, datata 15 settembre, che dava un tempo di 30 giorni per le spiegazioni e i chiarimento del caso.
Ieri il nuovo sversamento nel rio.
Chi pagherà la bonifica?
Quali sostanze sono state rilasciate e dove sono andate a finire?
Il rio è affluente del Baganza, che poi è affluente della Parma e quindi del Po.
Una lunga scia di inquinamento che è partita da un punto ben preciso.
I cittadini di Felino sono sconcertati da questa situazione e chiedono giustizia.
E' stata chiesta una riunione straordinaria del consiglio comunale e una assemblea pubblica per spiegare ai residenti cosa stia succedendo al Poggio Sant'Ilario.
Il diritto di sapere.
Il diritto di non farsi calpestare.
(Fonte: Aldo Caffagnini, Gestione Corretta dei Rifiuti Parma)
La nota stampa di GCR sulle polveri sottili che tornano a soffocare i centri urbani come Parma, che ad oggi è arrivata a 37 sforamenti con picco di inquinamento sabato -
Parma, 30 settembre 2014 -
Il taglio del nastro è avvenuto il 20 settembre, ma nessuno se n'è accorto.
In quella data Parma ha raggiunto il numero di sforamenti (35) consentiti per legge per un intero anno solare.
Ed oggi siamo arrivati a 37 sforamenti, mentre restano ancora 3 mesi da conteggiare.
E come al solito è Parma che primeggia in tutta l'Emilia Romagna, aggiudicandosi il peggior risultato in termini di concentrazione di inquinanti.
Se la soglia da non superare è 50 microgrammi di particelle per metro cubo di aria, il nostro capoluogo ha dato il meglio di sé collocando sabato scorso l'asticella a 70 microgrammi.
Fuori limite anche domenica (64 µg/m3), e lunedì con 52 microgrammi.
Il mix di inquinanti è il solito che attanaglia le città e la pianura padana: traffico veicolare in particolare, ma anche impianti industriali troppo impattanti per un territorio morfologicamente inadatto a difendersi dallo smog.
La pianura padana è un'enorme conca dove a causa della scarsa ventilazione gli strati di aria tendono a mantenersi stabili, con un lento ricambio delle masse atmosferiche. E' la cosiddetta inversione termica, che complice l'alta pressione, comprime l'atmosfera a terra.
Il risultato è quindi una massa di aria che circola con lentezza più o meno sempre nella stessa area, arrotolandosi su sé stessa in una specie di ricciolo che assomiglia a zucchero filato di carbone, sempre più intricato, denso, scuro, velenoso.
Tutti noi respiriamo questa miscela inquinata e la fasce deboli della popolazione, bambini, anziani, malati, ne subiscono le conseguenze maggiori.
I dati dei Pronto Soccorso seguono con coerenza i ritmi delle polveri sottili: bronchiti, affezioni respiratorie la classica infiammazione delle vie aeree che diventa cronica.
Non ci sono alternative se non nella sostituzione delle emissioni attuali con altre meno inquinanti.
L'unico antidoto alla situazione sempre più grave della nostra aria è il calo della pressione ambientale.
Se la pancia cresce si deve smettere di mangiare, se aumenta la tachicardia deve calare il numero di caffè, se non si vuole soffocare, non si può fumare in una stanza chiusa ma, soprattutto, non si devo fumare.
Il fronte di attacco all'inquinamento è quindi concentrato sulle manovre per ridurre le emissioni.
Controlli serrati alla qualità dell'inquinamento dei medi e grandi insediamenti industriali, compresi gli scarichi in acqua, ma soprattutto riduzione della circolazione di mezzi privati all'interno delle cerchie urbane.
La soluzione è quella di creare un efficiente, puntuale, conveniente sistema di trasporto urbano pubblico che consenta di accedere ai centri città con frequenza e velocità, lasciando le auto nei parcheggi esterni.
Un altro importante progetto, questa sì che sarebbe una grande utile opera da finanziare, è quella di creare une rete provinciale su rotaia che consenta ai pendolari di giungere in città in velocità, puntualità, comfort. Altro che autostrade senza senso né senno.
Decisive sarebbero le metropolitane leggere e frequenti che colleghino i paesi satellite al capoluogo, l'ossatura di un trasporto moderno e non impattante, che darebbe anche l'occasione di ripensare anche il luogo di residenza, favorendo il calo della pressione abitativa sui maggiori centri urbani a favore del vivere in periferia o in collina con evidenti vantaggi economici per le famiglie.
Soluzioni che guardano avanti, consapevoli del danno che stiamo causando.
Nel frattempo, tratteniamo il respiro.
(Fonte: ufficio stampa Gestione Corretta dei Rifiuti Parma)
L'Associazione Gestione Corretta dei Rifiuti denuncia i dati mancanti sul sito dedicato da Iren ai monitoraggi dell'inceneritore di Parma: "Il pulsante cilecca clicca qui non riporta i campionamenti mensili dei diversi inquinanti" -
Parma, 5 agosto 2014 -
La nota stampa di Aldo Caffagnini presidente di GCR -
Andamento temporale delle emissioni.
Se vuoi conoscere il comportamento delle emissioni dei diversi inquinanti nel tempo clicca qui per visualizzare i grafici.
Campionamenti mensili di Diossine e IPA.
Se vuoi conoscere i dati dei campionamenti mensili clicca qui per visualizzare i dati.
Sono 7 mesi che io clicco e sono 7 mesi che nulla succede.
Il sito web dedicato da Iren ai monitoraggi dell'inceneritore di Parma riporta le informazioni giornaliere di 9 inquinanti tra le centinaia di molecole in uscita dal camino.
Ogni giorno quindi si può osservare come il forno si sia comportato nelle 24 ore precedenti.
I dati si riferiscono al valore medio giornaliero e non fanno emergere picchi eventuali, se non per la crescita del dato medio, che fa pensare ad un malfunzionamento occorso durante la giornata.
I monitor dislocati in Comune e in Provincia sono la copia di questi dati giornalieri.
Peccato che ad esempio segnalino una linea "ferma" anche quando sia solo in fase di spegnimento, proprio il momento più delicato (e pericoloso), insieme alla ripartenza, per quanto riguarda le emissioni.
Ma i dati giornalieri non dicono ovviamente tutto e avere la possibilità di osservare lo svolgersi dei dati lungo archi temporali più lunghi fornirebbe maggiori dati sulla salute delle linee di incenerimento di Ugozzolo.
In più l'impianto è sottoposto ad un monitoraggio in continuo delle diossine emesse, sottoforma di prelievi mensili che riflettono l'accumulo nei filtri di questa pericolosissima molecola.
Ma questi dati non ci sono.
I "clicca qui" sono mestamente inconcludenti dal gennaio scorso.
I nostri appelli ad attivare la funzione sono rimasti inascoltati e nell'opinione pubblica non cresce certo la fiducia nelle trasparenze del Paip di Parma.
In effetti stiamo parlando di fumi.
(Fonte: Aldo Caffagnini, Associazione Gestione Corretta dei Rifiuti Parma)
La libreria Feltrinelli stracolma di gente per ascoltare il Rossano Ercolini, assurto a Goldman Prize 2013, il "Nobel" per l'ambiente, per il suo impegno vincente verso rifiuti zero -
Parma, 29 luglio 2014 -
La risposta convinta dei cittadini di Parma ha di fatto rinnovato l'impegno di Gcr per lo spegnimento dell'inceneritore di Ugozzolo.
La libreria Feltrinelli stracolma di gente, un pomeriggio datato 28 luglio, non è cosa da poco.
Ma certamente ne valeva la pena per ascoltare la trama di vita di Rossano Ercolini, maestro elementare di Capannori assurto a Goldman Prize 2013, il "Nobel" per l'ambiente, per il suo impegno vincente verso rifiuti zero.
Una fatica iniziata con poche anime contro l'inceneritore che volevano costruire a Capannori, 40 mila anime poco fuori Lucca, che è diventato un movimento che ha valicato i confini italiani.
Oggi Rossano Ercolini è presidente di Zero Waste Europe, il movimento Rifiuti Zero annovera 205 comuni italiani, 4,5 milioni di abitanti equivalenti, Parma inclusa, e gira l'Italia e i Paesi Europei a seminare il verbo zero-waste, sostenendo le battaglie locali contro i mostri voraci che bruciano e inquinano senza risolvere.
L'impegno di Ercolini si è spesso intrecciato con le vicende parmigiane.
Rossano ha portato a Parma Paul Connett, il chimico americano ideatore della strategia rifiuti zero, e sempre lui si appellò sotto casa dell'ex sindaco Vignali, affinché si facesse un passo indietro sul progetto del forno.
Un amico di Parma che ha confermato ancora una volta il saldo legame con gli attivisti di Gcr, il particolare affetto che lo lega alla città che oggi è prima in Italia per raccolta differenziata, che sta affamando il forno fermo al 40% del suo potenziale e a rischio fallimento.
Ieri la conversazione con il sindaco Pizzarotti è stata animata da Pietro Ferraguti, direttore di Teleducato, lo stesso che governò la sfida tra l'oggi sindaco e l'aspirante tale Bernazzoli, finita come sappiamo.
Presente anche l'assessore Folli, che ha riletto i numeri del nuovo corso del porta a porta, evidenziano i 3 milioni di euro che il comune, e i cittadini, risparmieranno nel 2014 grazie alla messa a regime del sistema, sotto la regia di Raphael Rossi.
Non è finita.
Questa mattina Ercolini verrà ricevuto da Paolo Barilla per portare la preoccupazione che nel cuore della food valley, nei pressi di aziende leader nel mondo per la qualità dei loro prodotti, si annidi un impianto che potrebbe attrarre rifiuti non solo da tutta la regione ma anche da tutta Italia.
Un orizzonte molto cupo cui tutta la città è chiamata a far fronte comune.
Per evitare disastri e non bruciare il suo futuro.
(Fonte: ufficio stampa Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)
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