ISMEA

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URL del sito web: http://www.ismea.it/

A partire dall'11 maggio, le imprese del settore lattiero-caseario potranno accedere alle agevolazioni del "Fondo Latte" che prevede numerose opportunità. Tali opportunità sono indirizzate a tutti i produttori di latte bovino che risultino in regola con i pagamenti dei prelievi sulle eccedenze di produzione lattiera.

Gli interventi previsti dal Fondo Latte sono principalmente orientati alla ripresa economica delle imprese del settore, attraverso operazioni finanziarie finalizzate agli investimenti, al consolidamento delle passività e dei debiti commerciali.

Agevolazioni previste
In primo luogo, si potrà accedere al finanziamento degli investimenti mediante prestiti a medio e lungo termine a valere sul Fondo di Credito ISMEA con una dotazione finanziaria di 20 milioni di euro.

Inoltre, se l'impresa dovesse avere bisogno, per garantire la quota prestata direttamente dalla banca, potrà usufruire della garanzia fino al 70% (80% nel caso avessi meno di 40 anni) che l'ISMEA mette a disposizione dal suo Fondo di Garanzia diretta, con protezione di ultima istanza dello Stato.

Tutti i costi degli interessi passivi del prestito e dell'eventuale garanzia prestata dall'ISMEA saranno pagati dallo Stato (fino a 15.000 euro o al de minimis non ancora utilizzato a quel momento) che mette a disposizione 23 milioni di euro per questa finalità.

Oltre agli investimenti, il Fondo Latte prevede la possibilità di accedere a finanziamenti destinati al consolidamento delle passività a breve scadute od in scadenza o anche delle rate (sempre a scadere od a scadenza) di finanziamenti a medio e lungo termine precedentemente contratti.

Il Fondo Latte, anche in questo caso, interverrà (sempre nei limiti del de minimis) anche ad abbattimento del costo degli interessi passivi maturati nel periodo di preammortamento.

Nel caso in cui la banca alla quale l'impresa si rivolge per il consolidamento delle passività fosse diversa da quella titolare delle passività da consolidare, si potrà usufruire, in aggiunta, della garanzia fino al 70% (80% nel caso di imprenditori con meno di 40 anni) del valore del finanziamento ottenuto, che l'ISMEA mette a disposizione dal suo Fondo di Garanzia diretta.

Il Fondo Latte interverrà per l'abbattimento dei costi di garanzia.

Le operazioni di consolidamento potranno riguardare:
1. le rate dei finanziamenti a medio/lungo termine in maturazione nei 18 mesi successivi alla data di presentazione della domanda da parte delle imprese (rate in maturazione);
2. le rate scadute e non pagate da non oltre 90 giorni alla medesima data (rate scadute).
L'impresa potrà, inoltre, concordare con la banca la modalità di consolidamento ed erogazione del finanziamento più funzionale alle esigenze dell'impresa stessa.

Infine, accedendo ad un finanziamento bancario a lungo termine, l'impresa potrà anche consolidare i debiti commerciali a breve termine rappresentati da fatture ricevute e non ancora quietanzate.
Anche in questo caso, il Fondo Latte interverrà ad abbattimento degli interessi passivi che verranno addebitati dalla banca erogante e dei costi di commissione di garanzia nel caso in cui l'impresa abbia necessità di accedere al Fondo di Garanzia diretta ISMEA.

Modalità di accesso
Per rendere più agevole e rapido l'accesso alle agevolazioni, è disponibile una procedura informatica e semplificata attraverso il portale predisposto dall'ISMEA. Accedendo al portale, l'impresa potrà direttamente compilare la domanda, indicando a quale tipo di opportunità intenda accedere.

L'ISMEA, in qualità di soggetto istruttore, procederà nell'istruttoria amministrativa relativamente alla domanda di agevolazione presentata mentre l'impresa dovrà recarsi presso la banca di fiducia per attivare i finanziamenti collegati alla domanda di agevolazione (per investimento o consolidamento, a seconda delle scelte che avrà operato).

Entro quindici giorni, l'ISMEA comunicherà l'esito della propria istruttoria all'impresa ed alla banca che, in caso di esito positivo, valuterà il merito creditizio con riferimento al finanziamento richiesto, dandone comunicazione all'impresa ed all'ISMEA.

In caso di valutazione positiva anche da parte della banca, potrà quindi procedere alla firma del contratto di finanziamento. Sarà la banca, entro quindici giorni dalla firma del contratto, a comunicare all'ISMEA i dati fondamentali dell'operazione stipulata.

Il finanziamento potrà essere erogato anche prima della materiale liquidazione del contributo. Questo per far sì che la banca possa disporre di tutte le informazioni necessarie per la corretta determinazione del contributo stesso. Una volta riconosciuta l'ammissibilità della richiesta, l'ISMEA provvederà al pagamento dei contributi presso la banca riducendo automaticamente il debito a carico dell'impresa.

Si segnala, da ultimo, che è possibile ottenere, in aggiunta, da parte delle banche che hanno aderito al protocollo di intesa tra l'ABI e il Ministero, una moratoria di dodici mesi che si sostanzia nella sospensione del pagamento della quota capitale delle rate di mutuo.
In questi giorni, il Ministero sta stipulando specifici accordi aggiuntivi con alcune Banche che prevedono la possibilità di estendere la moratoria fino a 24 mesi.

Questa opportunità, nel caso l'impresa fosse interessata, dovrà essere attivata direttamente presso la banca creditrice del mutuo oggetto di sospensione, prima della scadenza prevista delle rate da assoggettare a sospensione.

Gli uffici dell'ISMEA sono a disposizione per i chiarimenti e l'aiuto di cui dovessi avere bisogno.

(per accedere al portale)


(Fonte Ismea - Roma 11 maggio 2016)

I primi sette mesi della campagna di commercializzazione 2015/16 sono stati caratterizzati da una tendenza flessiva delle quotazioni all'origine del frumento. A livello mondiale, i fondamentali di mercato del frumento sono stati infatti caratterizzati nell'ultimo triennio da raccolti record e scorte in costante aumento.

In particolare, il prezzo medio nazionale del frumento duro è sceso a 251,89 euro/t a gennaio 2016, in flessione del 3% rispetto al mese precedente e di oltre il 30% circa nel confronto tendenziale, come anche il prezzo del frumento duro non comunitario, che è sceso a ottobre a 313,50 euro/t (-2% su base congiunturale e - 32% nel confronto con ottobre dello scorso anno). Tali dinamiche sono da ricondurre alla crescita del raccolto nazionale e nord americano del 2015 ed anche all'aumento delle scorte che hanno spinto al ribasso i prezzi.

Riguardo al frumento tenero, l'andamento del mercato tra luglio 2015 e gennaio 2016 è risultato più altalenante, pur mantenendo una tendenza flessiva, scendendo a 187,76 euro/t a gennaio 2016, in calo dell'1,6% rispetto al mese precedente e dell'8% nel confronto tendenziale. Tali dinamiche riflettono l'andamento registrato per il prodotto estero che vede una flessione dei prezzi della granella in ragione della ulteriore progressione dell'offerta mondiale e delle scorte, a fronte di un minor dinamismo riscontrato per i consumi.
L'offerta mondiale di frumento nel 2015 ha raggiunto livelli record attestandosi a 732 milioni di tonnellate circa (+0,5%). A livello territoriale la progressione appare piuttosto diffusa, con qualche eccezione cha ha riguardato soprattutto il Canada che sconta un andamento climatico particolarmente siccitoso. Nello specifico delle due tipologie di frumento, la dinamica produttiva globale evidenzia una consistente crescita del frumento duro (+15% a quasi 40 milioni di tonnellate) e una sostanziale stabilità del frumento tenero (-0,3% a 691 milioni di tonnellate).

(marzo 2016 - fonte Ismea)

I primi sette mesi della campagna di commercializzazione 2015/16 sono stati caratterizzati dalla rivalutazione delle quotazioni all'origine del mais, dopo un biennio di prezzi in costante flessione. A livello mondiale, infatti, i fondamentali di mercato sono stati caratterizzati nel 2013 e 2014 da raccolti record e scorte in netto aumento; nello scorso anno invece si è registrata una lieve contrazione di entrambe le variabili.

In particolare, il prezzo medio nazionale del mais è sceso a 170,84 euro/t a gennaio 2016, stabile rispetto al mese precedente e in aumento del 15% circa rispetto alla quotazione di 148,57 euro/t di gennaio 2015.

Riguardo alla soia, l'andamento del mercato tra luglio 2015 e gennaio 2016 è risultato più altalenante, pur mantenendo una tendenza flessiva rispetto alla precedente annata. A gennaio 2016 la quotazione si è attestata a 344,96 euro/t, evidenziando un timido aumento su base congiunturale (+ 0,3%), ma rimanendo su livelli più bassi rispetto a gennaio 2015 (-3,5%). Allineato al mercato della materia prima è il prezzo delle farine di soia, sceso a 331,03 euro/t a gennaio 2016 (-1,8% sul mese precedente e -19,3% su gennaio 2015). In effetti, un crollo dei listini della soia si è osservato durante la scorsa estate quando sono cominciate a pervenire indicazioni sui raccolti 2015 che si sono mantenuti sui livelli record del 2014; anche la dinamica dei consumi è risultata in aumento, con volumi che nel 2015 hanno raggiunto quelli dell'offerta.

L'offerta mondiale di mais nel 2015 si è attestata a 969 milioni di tonnellate, segnando un lieve arretramento (-5%), dopo il record del 2014. La dinamica territoriale ha evidenziato una flessione dei raccolti negli USA ed anche nella Ue, Ucraina e Argentina. I consumi di mais, anch'essi in flessione, si sono posizionati su livelli più elevati dell'offerta determinando una lieve contrazione delle scorte. I raccolti di soia nello scorso anno sono rimasti sostanzialmente stabili a 321 milioni di tonnellate, evidenziando un calo degno di nota soltanto in Argentina.

I raccolti nazionali di mais nel 2015 si sono attestati a poco più di 7 milioni di tonnellate (-24% sul 2014), in conseguenza del calo delle superfici, penalizzate dalle quotazioni all'origine della granella poco attraenti, e dei rendimenti ad ettaro. Ad avvantaggiarsi della flessione del mais è stata in gran parte la soia le cui superfici hanno sfiorato i 309 mila ettari anche se l'esito produttivo non è stato altrettanto soddisfacente in ragione della flessione delle rese.
Il dato ancora parziale del 2015, mostra un miglioramento del deficit strutturale della bilancia commerciale della granella di mais e soia, in conseguenza della sensibile contrazione sia dei volumi importati sia dei valori unitari all'import. In particolare, la dinamica tendenziale osservata nei primi undici mesi del 2015 per il mais evidenzia per il periodo gennaio-novembre 2015 una contrazione annua del 23% circa in volume e del 28% in valore. Analogamente, ma con tassi di variazione più marcati, sono risultati in flessione le importazioni nazionali di soia.

Durante gli ultimi mesi dell'attuale campagna di commercializzazione proseguirà verosimilmente senza evidenti tensioni dei prezzi. E' da osservare, invece, per la prossima annata 2016/17 le rilevanze emerse dall'aggiornamento IGC (25 febbraio 2016) che prospetta una crescita dell'1% circa delle superfici mondiali, che si attesterebbero a 180 milioni di ettari circa. La dinamica territoriale evidenzia una forte contrazione degli ettari in Ucraina (+11% a 4,5 milioni di ettari) in conseguenza dei minori investimenti a frumento invernale; in controtendenza l'Argentina dove le superfici dovrebbero raggiungere 5 milioni di ettari (+22%).

Per quanto riguarda l'Italia, inoltre, l'Istat ha recentemente diffuso le "Intenzioni di semina" delle principali colture erbacee nel 2015/16 evidenziando una ulteriore contrazione del 3,9% annuo delle superfici investite a mais e del 3,2% per la soia.

(Fonte ismea - marzo 2016 )

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