ISMEA

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Domenica, 28 Dicembre 2014 08:50

Ismea: credito agrario ancora più giù.


L'elaborazione dell'Ismea fotografa una situazione ancora in diminuzione. La contrazione ha interessato in misura più contenuti i crediti destinati alla ristrutturazione del debito.

Roma - Nel 2013 il credito agrario di medio-lungo termine ha registrato una contrazione di 3,7 punti percentuali su base annua. Le somme erogate nell'anno dal sistema bancario per le linee di finanziamento aventi scadenza oltre i diciotto mesi e accese a favore di operatori del settore agricolo sono ammontate a complessivi 2,07 miliardi di euro, livello questo inferiore di 79 milioni di euro rispetto a quello corrispondente del 2012. Questo il risultato dell'analisi dei dati sul credito agrario di fonte SGFA .

La contrazione che nel corso del 2013 è stata rilevata a livello Paese, nel dettaglio territoriale, ha interessato tutte le macro aree della nazione, seppure con diversa intensità: infatti la morsa del credito è risultata più marcata nelle Isole maggiori e nelle regioni di Nord Ovest; più attenuata al Centro; decisamente più contenuta nelle regioni di Nord Est e al Sud.

L'analisi per durata del finanziamento evidenzia poi che, a fronte della flessione complessiva registrata nell'anno, le linee di medio termine hanno seguito una dinamica lievemente crescente (+1,4% rispetto al 2012). Il calo quindi è unicamente ascrivibile all'andamento decrescente delle erogazioni di lungo termine (-6,7%).

Cambiando punto di osservazione e leggendo i dati per destinazione del finanziamento, si evince che la contrazione registrata nel 2013 ha interessato in misura contenuta i crediti concessi per la ristrutturazione del debito, mentre ha riguardato in modo più importante il credito di dotazione, solitamente concesso a supporto dell'esercizio dell'impresa agricola per le spese destinate a finanziare macchinari, impianti ed attrezzature agricole, nonché l'acquisto di capi di bestiame; sono rimaste invece pressoché stazionarie le erogazioni del credito di miglioramento, funzionale alla realizzazione di investimenti aziendali di medio-lungo termine.

Nel 2013, infine, diminuisce pure il numero delle pratiche istruite per accedere ad un credito bancario agrario e andate a buon fine che risulta di poco inferiore a 20mila, dopo le oltre 21mila dell'anno precedente.

(Report Ismea - IV trimestre 2014 e consuntivo d'anno - 28 novembre 2014)

Credito agrario Durata var

 

Domenica, 21 Dicembre 2014 11:45

Export, a "trazione" DOP e IGP

Dop e Igp, export si conferma fattore di traino del comparto.

di Virgilio Parma 11 dicembre 2014 -

Roma, 17 dicembre 2014

Un volume prodotto pari a 1,27 milioni di tonnellate, di cui oltre un terzo esportato per un valore pari a circa 2,4 miliardi di euro in aumento del 5% su base annua; un fatturato alla produzione di 6,6 miliardi di euro e al consumo di circa di 13 miliardi di euro. L'Italia rimane leader mondiale del comparto per numero di produzioni certificate, con 269 prodotti iscritti nel registro Ue, di cui 161 DOP, 106 IGP, 2 STG. Un comparto che garantisce la qualità anche attraverso i 120 Consorzi di tutela riconosciuti dal MIPAAF, 48 Organismi di Certificazione autorizzati, per un complessivo numero di oltre 60.600 visite ispettive e 75.700 controlli analitici (campione di 150 prodotti).

Questi i numeri principali del rapporto Ismea Qualivita presentati lo scorso 17 dicembre a Roma alla presenza del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina.

" Il sistema italiano dei prodotti agroalimentari a denominazione protetta - ha spiegato Ezio Castiglione, presidente di Ismea - mantiene un buono stato di salute. L'export, ancora in crescita sostenuta, resta tuttavia l'unico elemento trainante. Continua invece a drenare fatturato il mercato interno, anche se i consumi, in una situazione quest'anno un po' meno critica, stanno tendendo gradualmente a stabilizzarsi. Il più 5% delle vendite all'estero - ha proseguito Castiglione - conferma il successo del Brand Italia oltre confine, dove gli spazi di crescita restano ampi e incoraggianti. Sfruttare i potenziali significa però agire con maggiore determinazione sulle leve aziendali, in particolare sulla competitività, in un mercato reso nel frattempo più trasparente dal Pacchetto Qualità che, con la protezione 'ex officio', impone agli Stati Ue la tutela delle denominazioni d'origine contro i falsi. Cruciale sarà anche l'esito dei negoziati nell'ambito dell'accordo bilaterale con gli Usa. L'inserimento della tutela dei marchi di origine tra i punti fondamentali della trattativa rappresenta un importante passo in avanti, bisognerà adesso tradurlo nei testi attuativi."

Nel 2013, si evince dal rapporto Ismea Qualivita, la produzione certificata nel suo complesso - pari a 1,27 milioni di tonnellate - è diminuita del 2,7%. Questa flessione è stata determinata principalmente dal calo produttivo degli ortofrutticoli e cereali (-7%), mentre i formaggi e i prodotti a base di carne hanno registrato volumi stabili, mostrando di fatto un consolidamento del livello della loro produzione. In lieve flessione (-0,9%) il certificato degli aceti balsamici, mentre risulta in controtendenza il dato delle carni fresche (+14,4%) che è in aumento ormai da un triennio. Sale anche la produzione certificata degli oli extravergini di oliva (+2,1%) dopo il calo del 2012.

Passando ad analizzare i valori di mercato, si osserva un giro di affari potenziale di 13 miliardi di euro di fatturato al consumo - di cui 9 registrati sul mercato nazionale - e di 6,6 miliardi di euro di fatturato alla produzione - di cui 2,4
miliardi sono il fatturato all'export alla dogana (+ 5%). Osservando il fatturato alla produzione generato dai singoli prodotti, si continua a rilevare una forte concentrazione dei valori su poche denominazioni. Nel 2013 le prime dieci DOP IGP assommano infatti all'81% del fatturato. Inoltre si registra per questo valore un calo dell'1,7%, generatosi a causa esclusivamente della flessione del mercato interno (-5,2%) che sconta ancora le conseguenze della crisi dei consumi. Per lo stesso motivo, il fatturato al consumo sul mercato nazionale registra una flessione del 3,8%.

Continua ad essere sempre asimmetrico il peso sul totale in termini di numero di denominazioni e di fatturato per alcuni comparti (come gli ortofrutticoli e gli oli di oliva). Tale asimmetria deriva dal fatto che, nonostante il grande numero di riconoscimenti, soltanto poche denominazioni sviluppano apprezzabili valori di mercato, mentre la gran parte dei prodotti realizzano fatturati estremamente limitati.

(Fonte Ismea)

Domenica, 14 Dicembre 2014 08:23

Olio di Oliva, sempre più in alto.


Olio di oliva: non si arresta corsa ai rincari

Roma -  Ancora prezzi alle stelle per l'olio di oliva italiano. Dopo avere dato qualche segnale di assestamento al ribasso a partire da metà novembre, l'ultima settimana del mese chiude con una nuova spinta al rialzo per i vergini, gli extra vergini e lampanti.

Più nel dettaglio, secondo le rilevazioni Ismea dei prezzi franco frantoio, l'olio extravergine di oliva ha raggiunto mediamente, tra il 23 e il 30 novembre, gli 5,85 €/Kg, spuntando un ulteriore 2% rispetto alla scorsa settimana e posizionandosi su un prezzo di oltre il doppio rispetto all'anno scorso (+104%). Una netta ripresa delle quotazioni dell'extra si è registrata soprattutto nelle piazze calabresi e pugliesi - ad eccezione di Reggio Calabria e Foggia - e negli areali produttivi di Pescara e Salerno. A Viterbo, dove l'extra vergine è quotato 10€/Kg, non ci sono state invece variazioni negli ultimi sette giorni.

In aumento, entrambi di un punto percentuale, anche il vergine ed il lampante che vengono quotati rispettivamente a 3,56 €/Kg e 2,24 €/Kg.
Tra le denominazioni si registra un aumento del 18% per la Dop Terre di Bari e leggeri rialzi per le Dop Cilento, Colline Salernitane, Riviera Ligure e Garda.
(Fonte Ismea 5 dicembre 2014)

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