Visualizza articoli per tag: rifiuti

Mercoledì, 26 Marzo 2014 17:13

Reggio non sta vivendo alcuna emergenza rifiuti

L'assessore provinciale all'Ambiente Mirko Tutino replica al collega di Parma -

 

Reggio Emilia, 26 marzo 2014 -

Reggio non sta vivendo, e non ha mai dovuto affrontare, alcuna emergenza rifiuti. Così come non ha dovuto chiedere aiuto ad altre Province per smaltire i propri rifiuti. Molto semplicemente, anche alla luce dei flussi previsti dal Piano rifiuti della Regione Emilia-Romagna, è emersa la possibilità di svolgere una attività di selezione secco-umido del rifiuto residuo raccolto nella nostra provincia in un impianto del territorio parmense. L’ipotesi di portare questi rifiuti a Parma per poi smaltirli a Reggio Emilia una volta selezionati, non appare alla Provincia ed ai Comuni reggiani come la migliore soluzione possibile: per questo si è chiesto al Ministero dell’Ambiente di considerare come piena attuazione delle normative nazionali il piano di sviluppo del porta a porta in corso (siamo già a 150 mila cittadini coinvolti ed entro fine anno saranno 200 mila) e la realizzazione del Tmb prevista entro il 2016, così come fatto anche dalla Regione Toscana.

Nell’attesa di una risposta da parte del Ministero, e per puro eccesso di cautela, nelle scorse settimane – nell’ambito di una normale collaborazione istituzionale di cui, per altro, la Provincia di Parma ha sempre beneficiato – abbiamo pertanto chiesto di valutare la possibilità di utilizzare l’impianto Iren di Cornocchio. Ma questo, ribadisco, non significa affatto che Reggio Emilia sia in difficoltà, e tanto meno in emergenza, nella gestione dei propri rifiuti.

Mi stupisce questa lettura da parte dell'assessore provinciale di Parma, anche perché il Piano rifiuti adottato dalla Regione a febbraio ha già previsto che - nella fase di costruzione del Tmb - si faccia la selezione dei rifiuti di Reggio a Parma per poi smaltirli negli impianti di Reggio. Ribadisco, per la Provincia e per i sindaci si dovrebbe fare diversamente, per cui davvero non comprendo come sia possibile dare a un passaggio meramente tecnico un valore di questo genere, soprattutto se si considera che negli ultimi quindici anni Reggio ha smaltito - che é cosa ben diversa dalla semplice selezione di rifiuti - un milione di tonnellate di rifiuti provenienti da Parma. 

Come già capitato in passato, credo che il dibattito politico tra Provincia e Comune di Parma coinvolga impropriamente Reggio Emilia. Forse sarebbe ora di fare qualche passo avanti e lavorare insieme per una programmazione regionale di qualità. Anche perché il ruolo delle singole Province e dell'autosufficienza provinciale, se leggo bene la cronaca odierna, é destinata comunque ad essere superata. 

Mirko Tutino

Assessore all’Ambiente della Provincia di Reggio Emilia


(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

 

Da venerdì 14 marzo si ritornerà alla gestione ordinaria della raccolta. Entro quella data sarà possibile richiedere ai Coc interventi per situazioni particolari -

 Modena, 11 marzo 2014 -

Il Comune di Modena informa che la fase di emergenza per la raccolta rifiuti nella zona di San Matteo e Albareto di Modena e nei comuni di Bastiglia e Bomporto terminerà venerdì 14 marzo. Dopo quella data si ritornerà alla gestione ordinaria dei rifiuti.
Sono infatti tutti attivi i centri di raccolta comunali in cui è possibile recarsi per il conferimento dei rifiuti differenziati ed è possibile avvalersi delle abituali modalità di raccolta a domicilio attivate nei singoli comuni.
I cittadini e le attività produttive che vivono ancora situazioni particolari di criticità e che hanno ancora bisogno di smaltire rifiuti urbani derivanti dalla rottura dell'argine di Secchia del 19 gennaio scorso possono comunque richiedere un servizio personalizzato al proprio Coc - Centro Operativo Comunale (per Modena il numero è 059/2033745) entro e non oltre il 14 marzo.
Le richieste saranno valutate dai tecnici dei Coc comunali, in collaborazione con Hera, che stabiliranno un'agenda per l'impegno dei volontari e dei mezzi di protezione civile più idonei per la pulizia e svuotamento di abitazioni e luoghi di lavoro.

 

(Fonte: Comune di Modena)

 

Per la prima volta si registra un netto calo del rifiuto indifferenziato. Ottimi risultati per le sperimentazioni sulla raccolta dell'olio esausto a Cadelbosco, Castelnovo e Bagnolo -

 Reggio Emilia, 6 marzo 2014 -

L'Assessorato all'Ambiente della Provincia ha acquisito una prima stima ufficiosa dei dati sulla raccolta rifiuti per l'anno 2013.
La raccolta differenziata sale, in provincia, dal 60,6 al 63,2%. Leggero incremento nella raccolta complessiva dei rifiuti (che risponde ad una leggera ripresa del consumo di imballaggi), che crescono dell'1,8% e raggiungono le 390 mila tonnellate. A questa leggera crescita, tuttavia, per la prima volta corrisponde un netto calo del rifiuto indifferenziato, che scende da 152 a 143 mila tonnellate. Cresce del 10% la raccolta del rifiuto organico e per la prima volta è la raccolta dell'umido domestico (che deriva dall'estensione del porta a porta) e non la raccolta del verde a determinare questo avanzamento.
Tra i materiali avviati a recupero, significative sono le maggiori raccolte di plastica (+10% circa) e dell'alluminio (+25%). Nella totalità dei comuni in cui è stato introdotto il porta a porta tutte le frazioni raccolte in maniera differenziata hanno subito un sensibile aumento. Va segnalato l'ottimo risultato della sperimentazione nella raccolta dell'olio alimentare esausto introdotta nei tre comuni di Cadelbosco Sopra, Castelnovo Sotto e Bagnolo in piano, che quadruplica il risultato di raccolta di questo materiale, passando da 3,8 a 16,6 tonnellate di olio che non finiscono nelle nostre fognature, ma che vengono riutilizzate.
I comuni che hanno attivato il porta a porta su tutto il territorio hanno raggiunto percentuali elevatissime di raccolta differenziata e, non a caso, tutti i primi cinque comuni per percentuale di differenziata sono quelli per i quali il piano d'ambito provinciale ha previsto questa forma di raccolta sull'intero territorio comunale per tutto l'anno il 2013: Poviglio 90,5%, Brescello 88,8%, Castelnovo Sotto 83,5%, Cadelbosco Sopra 81,5%, Bagnolo 81,1%. Gli altri comuni che hanno attivato il porta a porta hanno ottenuto significativi avanzamenti che tuttavia saranno contabilizzati solo alla fine del 2014, quando verranno registrati i dati di un'intera annualità con il nuovo modello di raccolta a regime.
"Questi primi dati ufficiosi - commenta l'assessore all'Ambiente Mirko Tutino - ci dicono che siamo sulla strada giusta e dimostrano la straordinaria risposta che i reggiani hanno dato all'avvio del porta a porta. Per la prima volta la raccolta differenziata cresce sensibilmente grazie all'apporto dei rifiuti raccolti dalle utenze domestiche e con l'importante incremento della raccolta dell'umido. Mentre la Regione si appresta all'approvazione del Piano Regionale di Gestione Rifiuti, Reggio si presenta avendo fatto "i compiti a casa", con lo sviluppo di un sistema di raccolta che sta producendo risultati evidenti e con l'iter per l'autorizzazione del TMB in via di conclusione".

 

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

 

Confesercenti, Ascom-Confcommercio, Lapam-Confartigianao e CNA, invitano il Governo a passare dagli annunci ai fatti: "Stop a burocrazia e Pressione fiscale" -

 

Modena, 4 marzo 2014 -

«Prendiamo atto con soddisfazione - afferma Rete Imprese Italia Modena, a cui aderiscono Confesercenti, Ascom-Confcommercio, Lapam-Confartigianato e CNA a proposito dell'entrata in funzione del Sistri, il sistema telematico di tracciabilità dei rifiuti pericolosi, avvenuta oggi - dell'ulteriore sospensione delle sanzioni, della proroga della tracciabilità cartacea e in particolare della prospettiva, annunciata dal Ministro dell'Ambiente, di un decreto che escluda dal Sistri le imprese con meno di 10 dipendenti, che di fatto cancellerebbe l'assurda equiparazione dei rifiuti di un parrucchiere e di un piccolo commerciante con quelli di un'industria. E' la prova che si sta cominciando a comprendere l'inadeguatezza del sistema alle esigenze delle imprese e del Paese».
«Non muta, quindi, il nostro giudizio profondamente negativo: il Sistri – tiene a precisare Massimo Silingardi, presidente di Confesercenti e attuale portavoce di Rete Imprese Modena - è l'emblema dello squilibrio burocratico del nostro Paese. Il sistema ha infatti dimostrato troppe criticità, che riguardano l'interoperabilità, i malfunzionamenti tecnici e tecnologici di dispositivi e sistema, la lentezza delle procedure, oltre a costi esorbitanti alle imprese. Riteniamo dunque assurdo e dannoso proseguire nella sua implementazione: occorre al più presto sostituire il Sistri con un sistema di tracciabilità che risponda concretamente all'esigenza di una corretta gestione dei rifiuti, attraverso un modello che non gravi sulle aziende con ulteriori costi e procedure complesse ed ingestibili».
«Il Sistri deve essere superato - aggiunge Silingardi - è un sistema inefficiente, scarsamente trasparente ed inadeguato, che comporta pesanti allentamenti per le imprese e, in alcuni casi, addirittura il blocco delle attività. Per questo chiediamo al Governo di procedere rapidamente alla sua sostituzione con un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti che serva meglio allo scopo».
«Per 'far uscire dalla palude' le imprese – conclude il portavoce di Rete Modena - occorre ridurre il peso della burocrazia e del fisco. Finora però il Governo non sembra dello stesso avviso: l'avvio del Sistri e l'incremento delle aliquote TASI sono due interventi che vanno in direzione decisamente opposta alle esigenze del Paese. Si passi dagli annunci ai fatti e si proceda a una vera sburocratizzazione».

 

(Fonte: ufficio stampa Rete Imprese Modena)

 

Ambiente - Raccolta differenziata al 70%, riduzione del 25% della produzione pro-capite dei rifiuti urbani, riciclaggio al 65%, diminuzione del numero di impianti attivi a partire dalle discariche e dagli stessi inceneritori. Sono alcuni degli obiettivi del Piano Regionale di gestione dei Rifiuti, adottato dalla Giunta dell'Emilia-Romagna e illustrato dal sottosegretario Bertelli ai consiglieri della Commissione regionale Ambiente: "Nessuna forzatura, il confronto continua. Il nostro obiettivo è l'autosufficienza" -

Bologna, 4 marzo 2014 -

Riduzione tra il 20 e il 25% della produzione pro-capite dei rifiuti urbani, raccolta differenziata ad almeno il 70% entro 6 anni, riciclaggio di carta, metalli, plastica, legno, vetro e organico per almeno il 65%, autosufficienza per lo smaltimento nell'ambito regionale con l'ottimizzazione degli impianti esistenti, recupero energetico delle frazioni di rifiuto per le quali non è possibile alcun recupero, minimizzazione dello smaltimento a partire dal conferimento in discarica.

Sono i principali obiettivi del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (Prgr) che, ponendosi come orizzonte temporale il 2020, è stato adottato dalla Giunta della Regione Emilia-Romagna e illustrato giovedì scorso, nel corso di una comunicazione, dal sottosegretario Alfredo Bertelli ai componenti della Commissione Ambiente dell'Assemblea legislativa.

"Nessuna forzatura nell'iter di approvazione – ha ribadito Bertelli -, bensì un percorso compiuto nell'ambito delle modalità definite dalla Legge Regionale 20 del 2000". Un percorso riassunto da Bertelli nei vari passaggi che hanno già interessato Giunta e Consiglio, quindi nell'anticipazione della pubblicazione, che avverrà tra qualche giorno, cui farà seguito un ulteriore periodo di 60 giorni per le osservazioni da parte di enti e soggetti interessati. Infine, il Piano approderà in Assemblea legislativa, dove verrà discusso, eventualmente emendato e quindi approvato in via definitiva.

"Un'approvazione – ha sottolineato il rappresentante della Giunta – che vogliamo sia il più possibile rapida, per la possibilità di accedere a finanziamenti nazionali su questa materia, ma soprattutto per porre questo territorio in una condizione di autosufficienza, dovendoci confrontare obbligatoriamente con un Paese dalle molte emergenze". Su questo punto Bertelli è stato netto, ribadendo la contrarietà nei confronti del "collegato ambiente, già espressa al precedente ministro dell'Ambiente e reiterata con una lettera all'attuale titolare del dicastero,

"Il Piano per la gestione dei rifiuti della Regione Emilia-Romagna – ha detto ancora il sottosegretario - punta ad attuare le proprie strategie nel pieno rispetto degli obiettivi previsti dalle norme europee e nazionali, delineando un modello di gestione che si fonda su prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero di energia ed infine smaltimento dei rifiuti".

Inoltre il Piano regionale non è uno strumento rigido ma dinamico, pensato per essere reattivo rispetto a eventuali necessità che si dovessero manifestare nel corso degli anni. A tale proposito, gli strumenti di monitoraggio previsti ("Con uno step importante nel 2017", ha anticipato Bertelli), verificheranno annualmente gli effetti delle azioni del Piano in modo da prevedere eventuali interventi correttivi finalizzati a garantire il raggiungimento degli obiettivi.

Rifiuti urbani
Tre i filoni di intervento: prevenzione, recupero di materia, recupero energetico e smaltimento.
Prevenzione: gli obiettivi sono una riduzione della produzione di rifiuti urbani pro capite compresa tra il 15 ed il 20%, nonché la diminuzione della pericolosità dei rifiuti speciali.
Recupero di materia: si punta al raggiungimento di almeno il 70% di raccolta differenziata entro il 2020. Sempre nello stesso periodo si tenderà a un incremento della qualità della raccolta differenziata che porti al riciclaggio di carta, metalli, plastica, legno, vetro e organico per almeno il 65% in termini di peso rispetto al quantitativo totale delle stesse frazioni presenti nel rifiuto urbano. Inoltre si punterà a un incremento del recupero della frazione organica per la produzione di compost di qualità.
Recupero energetico e smaltimento: prevede l'autosufficienza per lo smaltimento dei rifiuti urbani e speciali prodotti nell'ambito regionale, mediante l'utilizzo ottimale degli impianti esistenti. Poi il recupero energetico delle frazioni di rifiuto per le quali non sia possibile alcun recupero di materia; la minimizzazione dello smaltimento a partire dal conferimento in discarica; l'equa distribuzione territoriale dei carichi ambientali derivanti dalla gestione dei rifiuti.

Il Piano prevede che, a fronte di una popolazione in crescita tendenziale del 5,4%, la produzione pro capite (kg/ab) abbia un decremento stimato compreso tra il 20 e il 25% e la raccolta differenziata salga dal 53 al 70%. Tali previsioni necessitano di un modello integrato dell'intero ciclo di gestione, non affidato solo ai risultati attesi dalla messa in atto di politiche di recupero e smaltimento ma anche all'obiettivo di ridurre i rifiuti alla fonte.

Organizzazione dei servizi di raccolta
Il Piano individua il raggiungimento, all'interno di un ambito territoriale ottimale (montagna 131 comuni, pianura 195 comuni, capoluoghi e costa 22 comuni), di livelli di raccolta differenziata pari almeno al 70% del rifiuto prodotto. Un'efficace pianificazione della raccolta differenziata deve puntare all'ottimizzazione del sistema integrato tenendo conto delle caratteristiche delle diverse frazioni merceologiche, del contesto demografico, urbanistico e produttivo nonché della situazione impiantistica.

Per perseguire l'obiettivo regionale del 70% di differenziata al 2020, i comuni appartenenti alle diverse aree omogenee dovranno raggiungere i seguenti livelli di raccolta differenziata: 67% (+17% rispetto ad oggi) per capoluogo-costa, montagna 60% (+15%), pianura 75% (+18%).

Il recupero di materia
La Regione individua nel riciclaggio la forma di gestione dei rifiuti prioritaria rispetto alle altre forme di recupero e attraverso il Piano punta: a massimizzare la valorizzazione, anche economica, del rifiuto; a favorire il riciclaggio di materia rispetto al recupero energetico in luoghi prossimi a quelli di produzione; a promuovere la realizzazione di impianti di recupero nelle aree in cui l'analisi dei flussi e dell'impiantistica esistente riveli delle carenze ovvero delle opportunità di sviluppo; a favorire gli acquisti verdi e l'utilizzo di prodotti di recupero.
Gli obiettivi di Piano specifici per il recupero di materia prevedono il riciclaggio ( di carta, metalli, plastica, legno, vetro e organico) per almeno il 65% in termini di peso rispetto al quantitativo totale delle stesse frazioni presenti nel rifiuto urbano, nonché l'incremento del recupero della frazione organica per la produzione di compost di qualità. La valorizzazione dei rifiuti ai fini del recupero di materia garantirà la massimizzazione dei quantitativi effettivamente recuperati, da attuare attraverso il miglioramento della raccolta e dei processi di recupero per ridurre la produzione di scarti da avviare a smaltimento. Sarà assicurato anche il massimo contributo Conai o adeguati ricavi dalla vendita dei rifiuti a vantaggio dei Comuni che sostengono i costi della raccolta differenziata, la valorizzazione di specifiche tipologie di rifiuti quali la frazione organica, i rifiuti da spazzamento stradale, le scorie da incenerimento, i Raee (rifiuti apparecchiature elettriche ed elettroniche) e i pannolini. Lo sviluppo, sul territorio regionale, di sistemi virtuosi che, per le diverse filiere, dovranno favorire l'insediamento dell'industria del riciclo in località prossime a quelle delle aziende che ne utilizzano i prodotti, consentendo in tal modo di coniugare sviluppo economico e riduzione degli impatti ambientali legati al trasporto.

Recupero di energia e smaltimento
Le previsioni di riduzione della produzione dei rifiuti e di aumento della raccolta differenziata determinano una progressiva diminuzione della quantità di rifiuto indifferenziato residuo complessivamente gestito negli impianti di trattamento meccanico–biologico, di termovalorizzazione e nelle discariche. Non sarà quindi necessario realizzare nuovi impianti di smaltimento bensì prevedere il miglioramento dei livelli prestazionali di alcuni degli impianti già esistenti, con eventuali adeguamenti dovuti alle modifiche normative introdotte, e la progressiva dismissione di altri.

Previste quindi la progressiva chiusura delle discariche e la progressiva riduzione del conferimento dei Rub (rifiuti urbani biodegradabili) in discarica. Residuale diventerà l'utilizzo degli inceneritori e termovalorizzatori per lo smaltimento finale dei rifiuti urbani indifferenziati e non ulteriormente recuperabili prodotti nel territorio regionale, nel rispetto del principio di prossimità.

Inoltre si prevede anche: il recupero energetico (biogas) dal trattamento dei rifiuti organici; l'ottimizzazione dinamica dei flussi dei rifiuti contestuale all'evoluzione nel tempo del sistema degli impianti, riducendo al minimo la distanza tra produzione e trattamento dei rifiuti; la valorizzazione energetica delle frazioni non riciclabili ad alto potere calorifico; un'equa distribuzione dei carichi ambientali sull'ambito territoriale ottimale coincidente con l'intero territorio regionale; l'autosufficienza nella gestione dei rifiuti urbani e speciali prodotti sul solo territorio regionale.

Impianti di termovalorizzazione
Nella "gerarchia dei rifiuti" la termovalorizzazione fa parte delle ulteriori forme di recupero, diverse dal riciclo, che permettono la valorizzazione del rifiuto dal punto di vista energetico, qualora questo non possa essere riciclato, al fine di minimizzare i conferimenti in discarica. Il Piano prevede pertanto l'avvio a termovalorizzazione di quella frazione di rifiuti non riciclabile e dal contenuto energetico significativo. Ancora, il Piano prevede che, entro un tempo definito, degli attuali 8 inceneritori attivi in regione 2, Ravenna alla fine del 2018 e Piacenza alla fine del 2020, cessino la loro attività. Non si prevede nessuna autorizzazione per nuovi impianti. Per quanto riguarda la capacità autorizzata degli impianti in funzione, non solo non sono previsti degli aumenti ma per alcuni di questi, nello specifico Modena e Coriano e Forlì, una riduzione concordata con i territori.

Saranno inoltre possibili solo eventuali modifiche delle autorizzazioni esistenti, al fine di poter garantire, nell'ambito della potenzia autorizzata, l'autosufficienza alla gestione dei rifiuti speciali prodotti sul territorio regionale.

Discariche
Lo smaltimento del rifiuto in discarica costituisce l'ultima opzione di gestione. Pertanto, una gestione dei rifiuti efficace ed efficiente è quella che garantisce la minimizzazione del conferimento dei rifiuti in discarica. Nondimeno, una quantità marginale di rifiuti (per esempio la parte non recuperabile dei rifiuti da spazzamento, i fanghi da depurazione non recuperabili in ambito agricolo, gli scarti prodotti dagli impianti di selezione e riciclo di materia, gli scarti prodotti da impianti per il recupero di energia) dovrà essere comunque conferita in discarica. Occorre inoltre garantire una capacità residua superiore a quella strettamente necessaria in modo tale da poter garantire la gestione del fermo impianto dei termovalorizzatori.

I rifiuti speciali
Gli obiettivi che il Piano si pone in merito ai rifiuti speciali ne prevedono la riduzione della produzione e della pericolosità, la valorizzazione del recupero di materia prioritariamente rispetto al recupero di energia, l'utilizzo della capacità impiantistica esistente in riferimento al fabbisogno regionale nonché la riduzione dello smaltimento in linea con la gerarchia dei rifiuti e l'applicazione del principio di prossimità.

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

Sabato, 01 Marzo 2014 17:16

I rifiuti reggiani e le tariffe parmigiane

 

Da Associazione Millecolori - riceviamo e pubblichiamo -

Parma 01 Marzo 2014 ----

Già lo scorso settembre avevamo paventato che a Parma venissero smaltiti i rifiuti di Reggio Emilia. 

Ovviamente il Sindaco di Parma, che aveva sostanzialmente dichiarato che per lui era corretto che a Parma venissero smaltiti rifiuti extra provinciali, e l’Assessore Folli hanno serbato il solito silenzio, mentre l’Assessore provinciale di Reggio Emilia Mirko Tutino ha risposto, in verità un po’ piccato, che ciò non sarebbe accaduto, che Reggio Emilia era autosufficiente e che con il TMB di prossima realizzazione Reggio Emilia non avrebbe mai avuto problemi.

Orbene sembra che la realizzazione del TMB a Reggio Emilia sia di là da venire e che, nel frattempo, in provincia di Reggio Emilia si stiano esaurendo i siti ove smaltire i rifiuti reggiani (sarebbe questione di pochi mesi) e, pertanto, che sia necessario portarli altrove. 

Come mai su questo tema tutto tace, sia a Parma che a Reggio?

A questo punto, anche lasciando a margine le problematiche reggiane, occorrerebbe domandarsi:

1)qual è la volontà politica del Comune di Parma sullo smaltimento di rifiuti extra provinciali?

2)qual è la volontà politica del Comune di Parma  relativamente alle tariffe di prossima definizione?

Ci si chiede questo perché si ha l’impressione che il Comune si sia allineato ai desideri di IREN sia per quanto riguarda lo smaltimento nel PAI di Parma di rifiuti extraprovinciali che relativamente alle tariffe, con ciò dimostrando, al di là dei proclami di facciata, che quello che interessava al Sindaco e all’Amministrazione pentastellata. erano solo le poltrone di Bagnacani (prima vicepresidente, poi consigliere IREN) e Rossi (presidente IREN Emilia).

La nostra posizione ed il nostro invito sono invece molto semplici e chiari da sempre:

A)salvo il rispetto dell’obbligo di restituzione nei confronti di chi per oltre 13 anni ha ospitato i nostri rifiuti, nell’impianto di Parma vanno smaltiti solo i rifiuti prodotti nella nostra provincia;

B)se si vorranno (o si dovranno) smaltire anche i rifiuti extra provinciali le tariffe dovranno essere stabilite prevedendo una riduzione della stessa in favore dei cittadini ed aziende delle zone dove esistono impianti di smaltimento e il costo di tale riduzione dovrà porsi a carico sia del gestore dell’impianto, che dei cittadini delle zone che esportano i loro rifiuti e non certo dei cittadini delle zone che sono sedi di impianti di smaltimento.

Qual è la posizione del Comune di Parma su queste proposte e, se condivise, quali iniziative politiche ha assunto od intende assumere per perseguire tali obiettivi?

A noi risulta che il Comune non abbia preso alcuna posizione al riguardo, neppure in ATERSIR (l’Agenzia regionale che deve stabilire le nuove tariffe).

L’auspicio è che non ci siano accordi sottobanco.

Invitiamo quindi il Comune a farsi parte attiva a tutela degli interessi dei cittadini, uscendo dalla abituale abulia, anche cercando alleanze con le altre città che sono dotate di impianti di smaltimento di recente realizzazione. 

Crediamo sia venuto il momento che il Sindaco e l’Assessore Folli dimostrino con i fatti, con arguzia e sagacia e non con i soliti vacui proclami, di operare concretamente e fattivamente nell’interesse dei cittadini di Parma e non per le sole poltrone di Bagnacani e C. 

Rimane comunque l’ovvio rammarico che il Sindaco non abbia imposto quanto sopra quando aveva la possibilità di farlo e cioè quando, al fine della decisione sulla nuova governance di IREN, il suo voto era decisivo..

Parma, 27 febbraio 2014

Associazione Millecolori

Bene anche la possibilità di escludere alcune categorie di piccoli produttori -

Reggio Emilia, 20 febbraio 2014 -

"Esprimiamo soddisfazione per lo slittamento delle sanzioni previste dal Sistri a gennaio 2015. E per l'ipotesi avanzata dal ministero dell'Ambiente di escludere alcune categorie di produttori dal sistema di tracciabilità dei rifiuti". Lo afferma Nunzio Dallari, Presidente di CNA Reggio Emilia che si ritiene soddisfatto per questo primo importante segnale di attenzione e ascolto delle richieste portate avanti dall'Associazione, sempre a fianco delle piccole e medie imprese nella battaglia contro una burocrazia divenuta insostenibile, sia nei costi che nei tempi di adempimento.

"Grazie a un emendamento approvato dalla Camera al Decreto legge Milleproroghe, che ora passa per il terzo e definitivo voto al Senato – continua il Presidente CNA – anche se viene confermato l'avvio del Sistri dal 3 marzo, le sanzioni previste dal cervellotico sistema di tracciabilità dei rifiuti vengono prorogate al gennaio dell'anno prossimo".

"Una novità importante – conclude Dallari – è rappresentata dall'ipotesi, avanzata per la prima volta dal ministero dell'Ambiente, di escludere alcune piccole categorie di produttori dal sistema. Un primo passo sicuramente positivo, che recepisce le pressanti critiche al funzionamento della piattaforma tecnologica e alle procedure del Sistri, assolutamente insostenibili e ingiustificate per le piccole imprese".

(Fonte: ufficio stampa CNA RE)

 

La risposta del Sottosegretario alla Presidenza Bertelli alle accuse del Presidente dell'Italia dei Valori, Antonio di Pietro

Bologna, 7 febbraio 2014

"Il piano dei rifiuti della Regione Emilia-Romagna è costruito sulla logica della autosufficienza regionale. E' una strategia condivisa con i Sindaci, e contrasta fortemente con l'idea che questa regione possa diventare luogo di smaltimento di rifiuti provenienti da altre parti del Paese".
E' netta la posizione della Regione Emilia-Romagna, espressa dal Sottosegretario alla Presidenza Alfredo Bertelli, in risposta alle accuse del Presidente dell'Italia dei Valori Antonio di Pietro, secondo il quale la Regione, con il nuovo Piano regionale sui rifiuti, si appresterebbe ad accogliere rifiuti di provenienza extraregionale.

"Come hanno già detto il presidente della Regione Vasco Errani e i Sindaci emiliano romagnoli incontrando il Ministro per l'Ambiente Andrea Orlando – ha proseguito Bertelli – il nostro Piano prevede una riduzione degli impianti per il trattamento dei rifiuti, sia per quanto riguarda le discariche, sia per quanto riguarda i termovalorizzatori. Il nostro obiettivo è quello di aumentare la raccolta differenziata e diminuire la produzione complessiva dei rifiuti".
"Contrasteremo con forza l'idea che la nostra regione – conclude il sottosegretario – possa diventare luogo di conferimento di rifiuti provenienti da altre Regioni che non hanno realizzato gli impianti previsti dai loro piani di smaltimento".

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)


L'impianto per il trattamento meccanico biologico dei rifiuti dovrebbe sorgere nel 2017, sono ancora tanti però a non vedere l'apertura del Tmb come una vittoria...

 

di Ivan Rocchi - Reggio Emilia, 5 febbraio 2014 -

In questi giorni si è tornato a parlare dell'impianto per il Tmb (trattamento meccanico biologico) dei rifiuti che dovrebbe sorgere nel 2017 a Gavassa, una frazione di Reggio che dista poco più di 2 chilometri dal centro città, ma immersa nella campagna. Una volta costruito l'impianto, infatti, sarà possibile chiudere la discarica di Poiatica di Carpineti, nell'appennino reggiano, in funzione dal 1996. Recentemente la discarica è stata oggetto di un duro attacco anche da parte di due parroci di Toano – comune che dista circa 5 chilometri da Carpineti – per i cattivi odori che emana e il sospetto di un aumento nella mortalità infantile nella zona. Ma a Poiatica potrebbero comunque arrivare altre 100.000 tonnellate di rifiuti all'anno fino al 2020. La decisione sarà presa a breve in Regione.
Sono ancora tanti però a non vedere l'apertura del Tmb come una vittoria. Tra questi c'è Gianluca Vinci, segretario provinciale della Lega Nord e candidato sindaco a Reggio nelle prossime amministrative, che accusa le forze politiche di tacere sul tema. "Trattandosi di una area agricola poco abitata – dice Vinci - non vi è interesse elettorale ad agitare gli animi. Ma si ignora il fatto che si tratta di una enorme struttura, che cambierà per sempre la faccia della nostra città e l'ingresso dai vicini comuni di Correggio e San Martino, trovandosi all'intreccio della vecchia statale e della nuova tangenziale".
Il segretario del Carroccio attacca soprattutto il Comune, che "dopo tante rassicurazioni circa uno stop alla cementificazione del territorio agricolo, creerà un enorme centro deposito rifiuti proprio alle porte di Reggio e di fianco a campi che continueranno ad essere coltivati". Vinci rivendica fino in fondo le scelte della Lega, "l'unica forza politica in Comune a votare contro la realizzazione di tale costruzione". E definisce invece "incredibile" l'assenso dato al progetto da parte dei partiti di minoranza, tra i quali anche il Movimento 5 Stelle.
Insomma, il progetto ormai non ha ostacoli. Eppure le alternative ci sarebbero, secondo Vinci. Per esempio reperire aree industriali dismesse, lontane dalle vie principali di accesso alla città e che permetterebbero di risparmiare il territorio agricolo. "Speriamo che la prossima amministrazione comunale blocchi e ripensi complessivamente l'intera opera; troppo spesso le forze politiche si scoprono ambientaliste solo in presenza di nutriti comitati di residenti", conclude in tono caustico Gianluca Vinci.

Pubblicato in Ambiente Emilia

Cassonetti di nuova generazione per la raccolta dei rifiuti, che puntano a un più adeguato impatto ambientale -

Pavullo, 29 gennaio 2014 -

E' partita a Pavullo una nuova operazione per il miglioramento dell'arredo urbano progettata in collaborazione con Hera, che consiste nel posizionamento di cassonetti di nuova generazione per la raccolta dei rifiuti, che puntano, oltre che a una miglior accessibilità, a un più adeguato impatto ambientale. I nuovi cassonetti diventano anche un veicolo per educare alla raccolta differenziata e aumentare la sensibilità dei cittadini verso il benessere ambientale del proprio territorio. Le attrezzature di raccolta, in color antracite e quindi visivamente più gradevoli, saranno anche caratterizzate da disegni e messaggi a scopo educativo. Saranno inoltre dotate inoltre di un cosiddetto "QR code", leggibile con gli smartphone, con il quale ci si potrà collegare al sito internet www.ilrifiutologo.it, dove ci si potrà informare sul corretto conferimento dei materiali. Le nuove isole saranno composte da contenitori per i rifiuti solidi urbani, a conferimento limitato, e contenitori per la carta e per la plastica. Le ubicazioni individuate sono tre: via Giardini presso il Parco Ducale, viale Martiri della libertà e Largo Ghibellini.

(Fonte: ufficio stampa Comune di Pavullo)

 

È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"