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Giovedì, 05 Luglio 2018 06:43

Argini del PO: una priorità per il Paese

Presentati a Ferrara i risultati delle ricerche, delle verifiche tecniche e degli accurati monitoraggi svolti da Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po e AIPo. Obiettivo: raddoppiare la sicurezza con interventi per adeguare le arginature a piene fluviali con tempi di ritorno di 200 anni. Confronto tra tecnici, Dipartimento della Protezione civile e Assessori regionali.

Ferrara, 4 Luglio 2018 – Un "progetto speciale" da oltre 500 milioni di euro per raddoppiare la sicurezza degli oltre mille chilometri di argini del Po, il principale corso d'acqua italiano: è la proposta emersa oggi a Ferrara dalla giornata di studio "Sistema arginale del fiume Po: progetti per la mitigazione del rischio alluvioni" svoltasi a Palazzo Roverella, in cui sono intervenuti Meuccio Berselli (Segretario Generale dell'Autorità di bacino distrettuale del fiume Po) e Luigi Mille (Direttore dell'Agenzia Interregionale per il fiume Po). Oltre a Francesco Balocco (Assessore Trasporti, Infrastrutture, Opere pubbliche, Difesa del suolo della Regione Piemonte e Presidente del Comitato di Indirizzo AIPo), Paola Gazzolo (Assessore Ambiente, difesa del suolo e protezione civile della Regione Emilia-Romagna), Pietro Foroni (Assessore al Territorio e protezione civile della Regione Lombardia), Angelo Borrelli (Capo Dipartimento della Protezione Civile).

Nel corso dell'iniziativa è stato presentato lo studio, frutto delle elaborazioni degli Uffici Tecnici dell'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po e di AIPo, che ha esaminato dettagliatamente con le tecniche disponibili più avanzate l'intero sistema arginale (652 Km) del Po, dalla fonte del Monviso arriva fino al Delta per immettersi poi nel mare Adriatico. Un'opera pluricentenaria che da sempre ha svolto con efficacia un ruolo essenziale di difesa idraulica dei territori sottesi e che necessita costantemente di attente e puntuali cure di manutenzione e consolidamento attraverso l'impiego delle più innovative metodologie d'intervento e in tempi utili.

È ormai chiaro infatti che alcuni fenomeni come i mutamenti climatici e i relativi effetti (non completamente ponderabili nell'entità in cui si manifestano) e un'urbanizzazione progressiva – che ha gradualmente ridotto l'area fluviale e il complesso sistema di ramificazioni minori – incidano sull'equilibrio e la dinamica dei flussi, per cui si rende necessaria un'attenzione particolare per garantire la massima efficienza ed efficacia delle arginature.

Comprendere al meglio l'attuale contesto non solo è opportuno, ma può diventare uno strumento per la conservazione di questo straordinario e ricco patrimonio valoriale, economico-produttivo, culturale legato al Grande fiume.

Si tratta perciò di avviare una costante e capillare opera di sensibilizzazione su questi temi di carattere generale, strategici e collettivi, attraverso uno scambio-confronto tra i soggetti direttamente coinvolti nella gestione del Po, per arrivare a definire livelli sempre più alti di sicurezza a tutela dei territori, dei cittadini e delle attività economiche.

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GLI INTERVENTI DELLA TAVOLA ROTONDA

La seconda sessione della giornata di studio è stata aperta dal saluto del Prefetto di Ferrara Michele Campanaro e ha visto una concertazione partecipata degli enti in sinergia con le amministrazioni locali e la Protezione Civile: una tavola rotonda per giungere a soluzioni comuni per la difesa dei territori.

"I monitoraggi e le verifiche degli enti tecnici servono proprio a rendere consapevoli le comunità delle priorità dei territori – così il Segretario Generale dell'Autorità di Bacino Meuccio Berselli – . In questo caso la sicurezza idraulica risulta fondamentale e la pianificazione progettuale mirata diventa assolutamente strategica per le persone, per le loro attività operose, per il nostro futuro".

"Quello di oggi è un momento importante per sancire l'unita di intenti tra AIPo e Autorità di Bacino Distrettuale del fiume po – ha sottolineato Luigi Mille, Direttore di AIPo – e poiché la tematica trattata qui stamane è prioritaria siamo coscienti che vada gestita attraverso la massima collaborazione di tutti gli enti coinvolti. Auspichiamo presto la concretizzazione di nuove tecnologie per il monitoraggio e l'esplorazione di nuove tecniche per la realizzazione di arginature che resistano alla tracimazione".

"L'aggiornamento del rapporto sull'attività relativa alla messa in sicurezza infrastrutturale del fiume Po è un importante momento di confronto con gli amministratori locali per pianificare ulteriori azioni di protezione civile per la riduzione del rischio residuo – ha evidenziato Angelo Borrelli, Capo Dipartimento Protezione Civile – . Qui abbiamo la più importante opera idraulica del nostro paese, che va preservata e manutentata con programmi di intervento anche straordinari. Per essere pronti a gestire le eventuali piene ci prepariamo alla realizzazione di un sistema di allertamento moderno ed efficace per la popolazione, con strumenti innovativi e utili come il cell broadcast, che consente di allertare i cittadini in modo utile e tempestivo".

"Quello del delta del Po è un territorio che richiede una esigenza di attenzione costante e continua – ha commentato Roberta Fusari, Assessore all'Urbanistica del Comune di Ferrara – e lo vediamo soprattutto in questi ultimi anni, con l'affermarsi dei cambiamenti climatici. Per mitigare il rischio nell'area estense occorre un monitoraggio costante e una manutenzione ordinaria delle infrastrutture".

Ulteriori spunti di riflessione sono pervenuti dalle rappresentanze di amministratori regionali nel corso della seconda parte della giornata, durante una tavola rotonda.

Per l'Assessore all'Ambiente, Difesa del Suolo e Protezione Civile della Regione Emilia-Romagna Paola Gazzolo "di fronte alle conseguenze evidenti del cambiamento climatico, per rendere le comunità sempre più resilienti è fondamentale l'adeguamento delle arginature del Po, corso d'acqua strategico per la pianura padana e per tutto il Paese. L'obiettivo è raddoppiare i livelli di sicurezza perché possano rispondere anche a piene con tempi di ritorno di 200 anni. Per riuscirci serve un grande lavoro di approfondimento scientifico e conoscitivo: la Regione Emilia-Romagna è pronta a mettere a disposizione tutto il suo patrimonio conoscitivo e le migliori competenze di cui dispone, in rete con le altre Regioni, Autorità di Bacino Distrettuale, AIPo, il mondo universitario e della ricerca. Serve però che anche il Governo assuma la sicurezza delle comunità del Po come una vera priorità nazionale, stanziando le risorse necessarie per realizzare gli interventi: è fondamentale per agire in una logica di prevenzione".

Pietro Foroni, Assessore al Territorio e Protezione Civile della Regione Lombardia, ha posto l'accento su quella che rappresenta "l'importanza della messa in sicurezza del fiume Po in quei tratti dove questa non è ancora forte come in altri punti. La Regione Lombardia opera per la salvaguardia della popolazione e per la valorizzazione dei territori sottesi al Po: in chiave macroregionale crediamo infatti sia giunto il momento di porre l'asta del Po come valutazione di sviluppo di tutta l'area dal punto di vista turistico e ambientale, grazie a importanti fattori come le ciclovie e il sistema di navigazione".

Infine Francesco Balocco, Assessore ai Trasporti e alla Difesa del Suolo della Regione Piemonte e Presidente del Comitato di Indirizzo AIPo, ha concluso con il proprio intervento la tavola rotonda e la mattina di studio dichiarando che "questa giornata è molto importante perché ufficializza una ulteriore e più stretta collaborazione tra l'Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po e AIPo: una questione, quella della difesa dei territori, di primo piano e che si affianca all'aspetto della valorizzazione degli stessi. Ora si apre una fase nuova anche per il Piemonte, quella della laminazione: una serie di interventi molto delicati, ma che contiamo essere risolutivi".

 

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La Bonifica Parmense consolida le sponde, ma i problemi causati da animali infestanti restano su gran parte della rete.

Parma, 19 Aprile 2018 – Una frana arginale dal movimento progressivo del Canale Naviglio Navigabile in località Pizzolese (tra via Traversante Ravadese e Strada Viazza di Paradigna, nel comprensorio del Comune cittadino) ha interessato in maniera evidente e con possibili e pericolose ripercussioni di cedimento del corpo stradale della stessa Via Canale Naviglio due tratti di una ventina di metri ciascuno che, in mancanza di un intervento immediato di ripristino, avrebbero pregiudicato il flusso veicolare dei numerosi automezzi in transito verso le aree artigianali della zona.

In quest'occasione la segnalazione è arrivata da parte degli agenti della Polizia Municipale di Parma al Consorzio della Bonifica Parmense che ha incaricato il personale specializzato di effettuare un immediato monitoraggio della criticità e la successiva realizzazione dell'opera di difesa idraulica. Il Consorzio è quindi intervenuto con un'operazione di consolidamento della sponda del Canale Naviglio Navigabile. L'intervento tecnico ha visto il posizionamento di massi trachitici che svolgono l'importante funzione di sostenere il lato stradale evitando un ulteriore ampliamento del movimento franoso.

Va rimarcato che la sponda arginale in oggetto, così come altri numerosi tratti del medesimo canale, al momento del rilievo del cedimento presentava segni evidenti della presenza di cunicoli e tane anche profonde di animali infestanti che con ogni probabilità hanno minato la stabilità arginale.

Questo fenomeno non è certamente limitato all'area indicata, ma purtroppo, alla luce dei più aggiornati monitoraggi consortili, riguarda una larga parte della rete artificiale dei 1500 km di canali (e dei 3000 km di sponde arginali) gestiti dal Consorzio di Bonifica Parmense in provincia.

Un dato che riporta al centro del dibattito l'emergenza dell'attività costante di erosione ad opera di animali come nutrie e tassi sulla quale sarebbe importante intervenire con risposte istituzionali adeguate.

 

 

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