Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 12 - n° 51 23 Dicembre 13
Anno 12 - n° 51- 23 dicembre 13
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SOMMARIO
Anno 12 - n° 51 23 Dicembre 13
1.1 editoriale
Natale in famiglia
3.1 lattiero caseario
Cresce il solito “parmigiano”
4.1 vino eventi
Enoturismo: la Toscana batte Bordeaux
5.1 cooperazione
Cambio al vertice di Confcooperative Emilia Romagna
7.1 crisi
Codacons: italiani come nel dopoguerra, in miseria
7,2 animali
Stop agli allevamenti per la pelliccia in Emilia Romagna
7,3 UK etichettatura
Agrinsieme, No! al semaforo rosso
8,1 nuova pac
PAC nel 2019, 4 scenari possibili
9,1 parmigiano reggiano
“Parmigiano” a Monti e “Ballarò”: Informazioni sbagliate sul latte
10.1 eventi
Non tutti gli Auguri sono uguali
VINO - Il premio lancia la corsa a Anteprime di Toscana, l’evento che si terrà dal 15 al 22 febbraio 2014
Gli utenti di Wayn.com, colosso social di viaggi e lifestyle, incoronano la Toscana come regione più amata al mondo
Firenze, 19 dicembre 2013 – 5801 a 5005. La Toscana supera di 800 punti la francese Bordeaux e si aggiudica l’edizione 2013 del Wayn Award, premio indetto annualmente da Wayn.com, la più ampia piattaforma social al mondo dedicata al viaggio e al lifestyle che conta 21milioni di membri in 193 paesi. Al concorso, votato da 27mila persone, hanno partecipato le 7 ‘enomeraviglie’ del mondo: assieme a Toscana e Bordeaux, i territori finalisti del contest erano La Rioja (Spagna), Napa Valley (California), Franschhoek (South Africa), Maipo (Chile) e South Eastern Australia. Sul podio, oltre a Toscana e Bordeaux, è salita la spagnola La Rioja (3526 preferenze), tallonata dalla California (Napa Valley), con 3434 voti.
Un risultato importante che conferma quanto la Toscana e i suoi vini siano amati nel mondo. «E’ interessante - ha commentato Peter Ward, CEO e Co-Fondatore di Wayn.com - in tempi in cui il “nuovo mondo” del vino è molto popolare e alla moda, i nostri membri hanno scelto le regioni tradizionali del vino come loro preferite».
E grande soddisfazione ha espresso Alberto Peruzzini, dirigente del settore turismo di Toscana Promozione, l’Agenzia regionale che si occupa di promuovere nel mondo la Toscana: «Siamo entusiasti per aver vinto questa competizione internazionale, superando le altre regioni vinicole del mondo e desideriamo esprimere il nostro ringraziamento ai membri Wayn.com per aver scelto la nostra regione. Saremo lieti di darvi il benvenuto nella nostra magica terra molto presto!». E il momento giusto per scoprire la Toscana del vino è già alle porte. Dal 15 al 22 febbraio 2014, infatti, tutto il territorio regionale sarà animato dall’evento Anteprime di Toscana che si aprirà alla Fortezza da Basso di Firenze con Buy Wine (15-17 febbraio), workshop internazionale dedicato alle denominazioni emergenti – che qui organizzeranno le loro anteprime – per poi estendersi all’intero territorio toscano e alle anteprime dei consorzi toscani più blasonati: Vino Nobile di Montepulciano, Vernaccia di San Gimignano, Chianti Classico e Brunello di Montalcino.
Il Wayn Award conferma l’alto gradimento degli enoappassionati di tutto il mondo per la Toscana, dopo le affermazioni al Travelers’ Choice Wine Destinations Awards di Tripadvisor e al sondaggio sulle destinazioni enoturistiche preferite del Movimento Turismo del Vino.
(Buy Wine - Tuscany taste)
“Il semaforo rosso non piace”.
Made in Italy: Agrinsieme, “no” al “semaforo rosso”. A rischio un terzo dell’export agroalimentare in Gran Bretagna
Roma, 12 dicembre 2013 - Il “semaforo” per le etichette agroalimentari predisposto dalla Gran Bretagna rischia di dare un colpo pesante al “made in Italy” agroalimentare. La luce rossa si accenderebbe per circa un terzo dei prodotti esportati oltre Manica, danneggiando un paniere che nello scorso anno ha generato ricavi per quasi 650 milioni di euro. E’, quindi, indispensabile che il nostro governo si adoperi immediatamente per contrastare una misura penalizzante che va contro la stessa filosofia europea. E’ quanto afferma Agrinsieme, il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane del settore agroalimentare.
Le conseguenze che si profilano per il nostro export agroalimentare in Gran Bretagna (pari attualmente a 2,5 miliardi di euro) -sottolinea Agrinsieme- sono gravi. Il provvedimento va respinto con la massima fermezza. “Schedare” cibi e bevande in tale maniera è pericoloso e fuorviante, perché si offre al consumatore soltanto un’informazione parziale ed erronea che non tiene più conto della dieta complessiva. Lo schema “a semaforo” fornisce, dunque, un giudizio semplicistico e distorto sul singolo alimento, cancellando in un colpo solo l’assunto universalmente riconosciuto dal mondo scientifico che non esistono alimenti “buoni” e “cattivi”, ma piuttosto regimi alimentari corretti o meno a seconda del modo in cui gli alimenti vengono integrati tra loro quotidianamente.
Non è questo -avverte Agrinsieme- il modo di fare trasparenza nell’etichetta. Con la misura inglese non si parlerebbe più di stili di vita salutari, di alimentazione di qualità, ma semplicemente di alimentazione a basso valore nutritivo. Con buona pace dei prodotti d’eccellenza della dieta mediterranea, di recente eletta dall’Unesco patrimonio dell’umanità.
Pac post 2013: Primi scenari e impatti sul sistema agroalimentare
Roma, 16 dicembre 2013
Ismea pubblica uno studio con una prima valutazione degli impatti sul settore agricolo nazionale delle misure contenute della nuova Pac e la simulazione degli scenari che ne derivano. L'obiettivo dello studio è valutare l'effetto sulla redditività delle imprese in relazione al loro orientamento produttivo prevalente e alla localizzazione geografica, tenendo conto anche dei riflessi che le nuove misure potranno avere sui prezzi dei prodotti, sui costi delle materie prime e dei fattori produttivi e sui livelli di produzione finali.
Le simulazioni, riferite al 2019 ovvero alla situazione di fine periodo della nuova programmazione - quando il budget per i pagamenti diretti in termini reali si ridurrebbe per l'Italia del 20,5% sul 2013 - portano ad individuare quattro possibili scenari per le aziende del settore primario italiano. Si tratta di scenari non necessariamente alternativi che mirano ad evidenziare gli specifici impatti di alcuni tra i principali elementi caratterizzanti la riforma, quali: la riduzione del budget dei pagamenti diretti in termini reali, l'attribuzione dei premi a livello aziendale in base alla superficie, le scelte di attivazione delle diverse tipologie di premi diretti, il "greening" e la possibilità di reintrodurre premi accoppiati ad alcune produzioni.
Emerge dai risultati generali delle simulazioni, che la redditività delle aziende agricole nazionali, misurata in termini di variazione reale del margine operativo lordo (Mol), potrebbe subire effetti non trascurabili in tutte le tre macro aree geografiche (Nord, Centro, Sud e Isole) con un impatto più accentuato nel Settentrione. Tra i diversi settori, riduzioni significative del Mol si stimano per le aziende specializzate in seminativi, nella zootecnia intensiva (bovini da latte e da carne) e nell'olivicoltura, che potrebbero mettere a rischio anche la sopravvivenza stessa di alcune aziende.
Per le simulazioni degli impatti di questa profonda revisione del regime dei pagamenti diretti vigente in Italia, è stato utilizzato il MEG-R Ismea, un modello di equilibrio generale applicato a 45 settori economici, declinato a livello territoriale (Nord, Centro e Sud Italia) e articolato per otto tipologie di aziende - destinatarie dei contributi diretti - per le quali sono calcolate le principali variabili del bilancio d'impresa.
Le simulazioni proposte forniscono alcune prime indicazioni di base per valutare singoli aspetti della riforma; altri scenari potranno essere elaborati integrando i diversi strumenti messi in campo e affinando le ipotesi per tenere conto degli orientamenti nell'applicazione a livello nazionale. Infatti, il loro valore predittivo dipenderà molto dal mix di misure che effettivamente andrà a comporre la riforma nella concreta applicazione in Italia, che ancora oggi è impossibile conoscere.
Ismea
Rimasta senza gli uffici e gran parte degli stabilimenti, la cooperativa sembrava in ginocchio ma ha saputo risollevarsi e tornare alla piena normalità -
Modena, 19 dicembre 2013
Diciannove mesi dopo il terremoto riparte una delle cooperative simbolo del sisma. Alla Ital-frutta di S. Felice sul Panaro, cooperativa ortofrutticola aderente a Confcooperative Modena, le scosse del 20 e 29 maggio 2012 avevano provocato danni per oltre dodici milioni di euro. Rimasta senza gli uffici e gran parte degli stabilimenti, la cooperativa sembrava in ginocchio. Invece ha saputo risollevarsi e tornare alla piena normalità, grazie anche ai finanziamenti pubblici, la cui prima tranche è stata erogata proprio ieri.
«È stata dura, ma sembra che finalmente ce l'abbiamo fatta – dichiara il presidente di Ital-frutta, Francesco Budri – Se ripenso agli 11 mila metri quadrati che abbiamo dovuto demolire e poi ricostruire e agli investimenti che abbiamo effettuato, mi pare sia passato un secolo; invece è trascorso solo un anno e mezzo. Abbiamo avuto coraggio e non abbiamo mai perso la speranza, neanche quando i tempi della burocrazia non coincidevano con i nostri. Se oggi siamo qui a inaugurare i nuovi uffici e stabilimenti è grazie all'impegno dei soci e dipendenti, ma anche di Confcooperative Modena e delle istituzioni, in particolare della Regione Emilia-Romagna». «Gli sforzi anche finanziari compiuti nei mesi scorsi da Ital-frutta hanno garantito un reddito alle 280 aziende agricole socie e alle famiglie dei quasi cento dipendenti (undici dei quali fissi) della cooperativa – sottolinea il presidente di Confcooperative Modena Gaetano De Vinco – Oggi festeggiamo il ritorno alla piena normalità di una delle realtà agroalimentari più importanti della Bassa modenese. Non dobbiamo, però, dimenticarci di chi è ancora in difficoltà».
Per la ricostruzione la cooperativa Ital-frutta ha speso complessivamente 12,3 milioni di euro, così suddivisi: 9,67 milioni per gli immobili, 2,46 milioni per le attrezzature, impianti e macchinari, 150 mila euro per le delocalizzazioni dei prodotti e delle lavorazioni. Sugli immobili, per la cui ricostruzione la Regione Emilia-Romagna concede il 100 per cento della spesa, la cooperativa ha ottenuto 9,67 milioni di euro; la prima tranche da 6,11 milioni di euro è stata accreditata proprio ieri sul c/c di Ital-frutta, che però nei mesi scorsi aveva dovuto anticipare una somma equivalente per pagare almeno i primi fornitori. Per la seconda tranche da 3,56 milioni di euro è già stata avviata la procedura di liquidazione, che dovrebbe concludersi entro febbraio 2014. Arriveranno anche il contributo per il ripristino dei beni strumentali (1,97 milioni di euro, pari all'80 per cento della spesa) e quello per le delocalizzazioni (75 mila euro, cioè la metà dell'investimento). In totale la cooperativa riceverà 11,7 milioni di euro, che equivalgono al 95 per cento della somma spesa per ripartire.
(Fonte: ufficio stampa Concooperative Modena)
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 12 - n° 50 16 Dicembre 13
Anno 12 - n° 50- 16 dicembre 13
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SOMMARIO
Anno 12 - n° 50 16 Dicembre 13
1.1 editoriale
Basta una scintilla
3.1 lattiero caseario
Latte spot: -1,90%. La riabilitazione nutrizionale dei grassi del latte
4.1 servizi e imprese
Parma, come Milano. Il Business Center tira
5.1 Made in italy
Il Brennero della discordia
6.1 export
Export vini, cresce fatturato ma cambiano i Paesi cliente
7.1 vino
Buy Wine: Anteprime di Toscana
7,2 agrofarmaci
Neonicotinoidi addio dal 1 dicembre 2013,
7,3 Biologico
Crescita a due cifre per alcuni prodotti “Bio”
9,1 parmigiano reggiano
Parmigiano Reggiano, 11,5 milioni per sostenere i consumi
10.1 finanziamenti
Apicoltura, aperto il bando a Piacenza
11.1 promozioni
Per un regalo di Natale eccezionale
I motori dei camion erano ancora caldi che già si era innescata una polemica tra la Ministra De Girolamo e Confindustria. Infine è la volta di tutti in famiglia: Coldiretti contro Alleanza Cooperative.
Emilia, 9 dicembre 2013
MERCURI (ALLEANZA COOPERATIVE): “IL PRESIDENTE DI COLDIRETTI
CHIEDA SCUSA A TUTTE LE COOPERATIVE”
In una intervista radiofonica il presidente Moncalvo ha dichiarato che durante la manifestazione al Brennero sarebbero stati ritrovati prodotti “diretti anche alle cooperative che dovrebbero invece tutelare i soci italiani”. La replica dell’Alleanza delle Cooperative: “Non è bloccando tir alla frontiera un giorno all'anno e con affermazioni come queste che si difende il made in italy”
Roma, 7 dicembre 2013 – “Il Presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo chieda scusa a tutte le cooperative e a tutti gli agricoltori italiani per le affermazioni rilasciate stamattina in una intervista andata in onda in diretta su Rai Radio1 nel
programma “Terra”. Facendo un resoconto dell’iniziativa organizzata giorni fa al Brennero, Moncalvo ha infatti dichiarato che sarebbero stati individuati prodotti “diretti ahimé anche alle cooperative che invece dovrebbero tutelare i soci italiani”. A dichiararlo è Giorgio Mercuri, presidente dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, cui aderiscono le cooperative agricole di Confcooperative, Legacoop e Agci, che spiega: “Non è bloccando tir alla frontiera una volta all’anno e con affermazioni come queste che si difende il made in italy, ma con il lavoro silenzioso di oltre 5.000 cooperative che esportano qualità in tutto il mondo”. “Se una sola cooperativa, sulla base di quanto sostiene il neoeletto presidente della Coldiretti - prosegue ancora il numero uno delle cooperative agroalimentari - ha commesso un reato, si vada a sporgere una regolare denuncia alle autorità preposte, senza gettare discredito sull’intero sistema cooperativo che, a differenza di chi va a fare manifestazioni al Brennero, produce il 25% dell’agroalimentare made in italy,
fatturando oltre 35 miliardi di euro e consentendo a 800.000 soci agricoltori di avere un reddito certo”. “Pochi giorni fa - ricorda infine Mercuri - è stata scoperta e denunciata dalle autorità preposte in Puglia la Cooperativa Coldiretti che produceva pasta commercializzata come italiana ma per la quale veniva utilizzato grano proveniente dall’estero. Nessuna organizzazione si è permessa di attaccare per questo tutte le cooperative italiane”.
_________________________________________________
Made in Italy: Coldiretti, vergogna per dirigenti coop che importano
Alleanza Cooperative chieda con noi trasparenza sui flussi e stop a finanziamenti pubblici
I dirigenti di quelle strutture cooperative agro alimentari di produzione che importano le materie prime dall’estero invece di fare gli interessi dei propri soci dovrebbero chiedere scusa ai veri cooperatori, agli agricoltori, ai cittadini ed al Paese, che tante risorse pubbliche ha concesso per obiettivi di valorizzazione del territorio che sono vanificati da questi comportamenti. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che l’elenco delle cooperative destinatarie delle cagliate di latte e del latte tedesco, delle patate e degli altri prodotti agricoli, che sono state smascherate al valico del Brennero, è a disposizione del presidente dell'Alleanza delle cooperative agroalimentari, Giorgio Mercuri, che peraltro dovrebbe conoscerle molto bene. Purtroppo - continua Moncalvo - non si tratta di un caso isolato ma di un malcostume molto diffuso sul quale sarebbero dovuti intervenire già da anni in primis gli stessi rappresentanti del mondo cooperativo, senza aspettare che fosse reso pubblico dalla mobilitazione della Coldiretti al Brennero. Si continua invece - precisa Moncalvo - a parlare di casi isolati e a fare finta di non vedere il flusso continuo di prodotti agricoli dall’estero, che sta dando un colpo mortale ai sacrifici dei tanti onesti cooperatori. Sfidiamo il presidente Mercuri a chiedere con noi la trasparenza del flussi di prodotti agricoli importati e il nome delle aziende e delle strutture cooperative destinatarie anche per evitare che - conclude Moncalvo - utilizzino risorse pubbliche dei Piani di Sviluppo Rurale (Psr) o della finanziaria Isa del Ministero delle Politiche Agricole per poi arrivare addirittura a vendere i prestigiosi marchi dell’italianità acquisiti.
Prosegue la crescita del fatturato all'export delle cantine italiane, seppure in presenza di minori quantitativi spediti oltre frontiera.
Roma, dicembre 2013 --
I dati Istat relativi ai primi 8 mesi dell'anno indicano infatti un incremento degli introiti del 8% a fronte di una flessione in volume del 4%, che lascia presagire una perdita di quote di mercato in alcuni Paesi. Tale dinamica, sottolinea l'Ismea sulla base delle proprie elaborazioni, risulta particolarmente evidente per i vini sfusi, che grazie ai rincari a due cifre dei prezzi all'origine, hanno ottenuto una maggiore remunerazione sui mercati esteri (+21%), nonostante il cedimento dell'8 per cento dei quantitativi esportati.
Più contenuta la flessione in volume dei i vini confezionati (-3%), per i quali la crescita in termini monetari sfiora il 6%, mentre l'export di spumanti avanza sia in valore (+17%) che in quantità (+11%). A trainare la domanda di questi ultimi, sottolinea l'Ismea, è stato soprattutto il Prosecco, mentre l'Asti ha mostrato i primi segnali cedimento.
L'analisi per tipologie di vino in base alla piramide qualitativa evidenzia per le Igp volumi inferiori dell'1% sull'anno scorso, per un controvalore in crescita dell'8%, e per le Dop una flessione del 3% in quantità e un +5% degli incassi.
Esaminando le principali destinazioni dell'export, si evince per i vini sfusi un aumento delle vendite in Germania (+5% in quantità), che rappresenta il principale mercato di sbocco per questo segmento, a fronte del drastico ridimensionamento delle spedizioni nell'Est europeo e in Cina.
Anche per i vini confezionati emergono andamenti disomogenei nei diversi Paesi clienti, con buone performance in Usa e Canada (rispettivamente +4% e +8% i quantitativi inviati) e importanti battute d'arresto in Regno Unito (-7%), Germania (-5%), Svizzera (-4%), Giappone (-10%), Cina (-22%) e Russia (-4%).
Sulla flessione della Cina incide, secondo l'Ismea, la saturazione delle scorte in mano agli importatori, a causa di un momentaneo stallo della domanda, mentre sul fronte russo a frenare la marcia del vino tricolore sarebbe l'incertezza sulle regole imposte alla dogana. Da rilevare al contrario la buona performance degli spumanti e dei vini frizzanti a Mosca: i primi in crescita del 30% in volume e del 50% in valore, i secondi rispettivamente del 62% e 78%.
(fonte Ismea)
Buy Wine inaugura Anteprime di Toscana -
Dal Brunello al Montecucco: per la prima volta tutta la Toscana del vino unita in un solo evento
Firenze, dicembre 2013 – La Toscana del vino non era mai stata così unita. Grazie all’evento Anteprime di Toscana, per la prima volta nella storia dell’enologia regionale, tutte le denominazioni toscane avranno una loro anteprima. A inaugurare l’evento, la quarta edizione di Buy Wine (Firenze, 15-17 febbraio 2014), workshop internazionale organizzato dall’Agenzia regionale Toscana Promozione per favorire l’incontro tra la Toscana del vino e il trade internazionale. L’edizione 2014 sarà dedicata alle denominazioni emergenti – che qui organizzeranno le loro anteprime - e vedrà la partecipazione di 280 produttori toscani e 250 buyer da tutto il mondo, che saranno impegnati in due giornate di incontri B2B.
«Vista la particolarità di questa edizione - spiega Silvia Burzagli, vice-direttore di Toscana Promozione - abbiamo puntato molto sui mercati storici come l’America del Nord e il Regno Unito, da dove arriveranno, complessivamente, circa 70 buyer. Avremo una presenza forte di operatori dai paesi scandinavi, dal Benelux, dal Giappone e dai BRIC. Non mancheranno, infine, mercati nuovi come il Sudafrica, l’Australia, l’Albania o la Georgia». «Il nostro obiettivo – conclude Burzagli - è sempre quello di consolidare e far crescere le nostre quote di mercato là dove siamo più forti e penetrare le nuove aree che, in questi anni, si stanno affacciando al mondo del vino sia come competitor, ma anche come potenziali clienti».
Nell’edizione 2013, si sono tenuti a Buy Wine 5760 incontri B2B per un giro d’affari, stimato, di 860 mila euro.
Le anteprime in programma alla Fortezza da Basso nei giorni di Buy Wine sono organizzate dai seguenti consorzi: Carmignano, Bolgheri, Terratico di Bibbona, Elba, Val di Cornia, Montecucco, Morellino di Scansano, Cortona, Chianti Colli senesi, Chianti Colli Fiorentini, Chianti Rufina e Chianti.
Concluse le contrattazioni della Fortezza, Anteprime di Toscana si estenderà all’intero territorio toscano e alle anteprime dei consorzi toscani più blasonati: Vino Nobile di Montepulciano, Vernaccia di San Gimignano, Chianti Classico e Brunello di Montalcino.
Gli specifici agro-farmaci sotto inchiesta sono stati banditi ufficialmente dal suolo europeo, per una durata di due anni.
Roma 10 dicembre 2013-
Dal il primo dicembre 2013 è stato avviato il divieto per i produttori europei di utilizzo dei neonicotinoidi classificati da Bruxelles come dannosi per le api e noti soprattutto per esser ritenuti responsabili del fenomeno della loro moria. Gli specifici agro-farmaci sotto inchiesta sono stati banditi ufficialmente dal suolo europeo, per una durata di due anni (il diveto potrebbe essere rinnovato o meno, in funzione dei report/analisi sull’impatto positivo che potrà avere questa sospensione).
L’argomento dei neonicotinoidi ha acceso anche un’altra problematica, cioè quella dell’obbligo per gli apicoltori di inserire in etichetta l'eventuale presenza di polline proveniente da colture OGM. La discussione è nata subito dopo la decisione da parte della Commissione Europea di esentare gli apicoltori da tale obbligo, atto che ha suscitato subito la reazione avversa da parte di un gruppo di deputati della Commissione Ambiente del Parlamento europeo.
fonte: Aiab
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