In arrivo 176 milioni di euro alle aziende agricole in difficoltà per il cattivo andamento climatico e l'embargo russo -
Parma, 17 ottobre 2014 -
Da ieri, giovedì 16 ottobre, l'Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura Agrea inizia a pagare l'anticipo della Domanda unica 2014 della Pac. Le imprese agricole interessate, dopo la verifica del rispetto delle condizioni di ammissibilità all'aiuto, sono 44.500 e l'importo complessivo da erogare è di circa 176 milioni di euro.
L'anticipo era stato richiesto al ministero delle Politiche agricole all'inizio di settembre dall'assessorato regionale all'Agricoltura, per dare un sostegno finanziario alle aziende strette tra gli effetti delle avverse condizioni climatiche di quest'estate e l'embargo russo.
L'anticipo è fissato al 45% dell'importo ammissibile per il premio titoli, ordinari e speciali, e al 50% per i premi "a superficie" dell'articolo 68. Agrea prevede di completare l'erogazione agli agricoltori entro fine ottobre.
Ieri, mercoledì 15 ottobre, Agrea ha chiuso il bilancio dell'esercizio finanziario 2014, partito il 16 ottobre 2013. Complessivamente sono stati erogati circa 650 milioni di finanziamenti a oltre 53 mila aziende agricole, per oltre 75 mila domande (ogni azienda può presentare più di una richiesta). Particolarmente significativi i risultati del Programma di sviluppo rurale con oltre 176 milioni di euro erogati a circa 17 mila aziende e il pagamento di oltre 22 mila domande.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
La soluzione progettuale è pronta, tutte le Istituzioni sono impegnate con l'obiettivo di raggiungere il finanziamento in tempi rapidi. In aprile 2011 Regione, Aipo, Autorità di bacino del fiume Po, Provincia di Parma e i cinque Comuni interessati siglarono un protocollo d'intesa per la sicurezza idraulica della città di Parma e del nodo idraulico di Colorno -
Parma, 16 ottobre 2014 -
Per la cassa di espansione sul torrente Baganza c'è una soluzione progettuale messa a punto da Regione, Aipo e Università di Parma e trasmessa al Ministero dell'Ambiente. Tutte le Istituzioni - Regione, Provincia, Comune di Parma, Ministero dell'Ambiente e Italia Sicura - sono impegnate e stanno lavorando insieme con l'obiettivo del finanziamento in tempi rapidi; nei prossimi giorni su questo tema è previsto un incontro tra Regione ed Enti locali. I lavori potranno partire, infatti, quando saranno trasferiti alla Regione gli 8 milioni di euro già previsti nell'Accordo di programma e reperiti gli ulteriori 20 milioni necessari per la realizzazione dell'opera.
In aprile 2011 Regione, Aipo, Autorità di bacino del fiume Po, Provincia di Parma e i cinque Comuni interessati (Collecchio, Colorno, Felino, Parma e Sala Baganza) siglarono un protocollo d'intesa per la sicurezza idraulica della città di Parma e del nodo idraulico di Colorno. In seguito all'accordo sono state subito avviate le indagini tecniche e gli studi necessari alla definizione delle opere; in particolare, attraverso la convenzione stipulata tra Aipo e Università di Parma, sono stati realizzati gli approfondimenti idraulici per verificare la soluzione più adeguata all'inserimento della cassa di espansione nel nodo idraulico complessivo di Parma-Colorno. Da questi studi è emersa l'opportunità di costruire un'unica cassa di 4,6 milioni di metri cubi di invaso (corrispondente a poco meno della metà di quella già funzionante sul torrente Parma), anziché un sistema articolato di casse, come previsto in una prima ipotesi progettuale.
"Un'unica cassa in linea - spiega il professor Paolo Mignosa, responsabile scientifico della ricerca in materia idraulica per l'Università di Parma, che ha lavorato allo sviluppo della modellistica - rappresenta la soluzione più economica, più flessibile, grazie agli organi mobili analoghi a quelli presenti sulla cassa del Parma, e di minore impatto ambientale. Ma soprattutto, anche alla luce di quanto purtroppo è successo a Parma, la cassa di espansione costituisce la soluzione migliore per garantire la sicurezza del territorio".
L'ipotesi individuata comporta tuttavia la necessità di realizzare l'opera nella sua interezza, per cui è indispensabile, per poter avviare i lavori, avere a disposizione l'importo totale. Dal 2011 la Regione ha lavorato assieme ai vari Governi, Ministri e oggi con Italia sicura - Struttura di missione contro il dissesto, per costruire un'ipotesi di finanziamento. In attesa del trasferimento degli 8 milioni già definiti dall'accordo, nello scorso mese di gennaio la Giunta ha ribadito e trasmesso al Ministero dell'Ambiente la richiesta degli ulteriori 20 milioni necessari a completare il finanziamento dell'opera. Questa richiesta è stata inoltrata anche dall'Autorità di Bacino del Po, che candida la cassa al finanziamento per "infrastrutture verdi", ovvero per quelle opere che svolgono la duplice funzione di difesa del territorio e valorizzazione dell'ambiente. É una delle priorità che in ogni caso la Regione ribadirà nel prossimo Accordo di programma che verrà siglato con il Governo nelle prossime settimane.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Tutti i corsi d'acqua nelle province di Parma, Reggio Emilia e Modena stanno tornando ai livelli di normalità. Prosegue il costante monitoraggio da parte della Protezione civile, ancora al lavoro 300 volontari -
Parma, 15 ottobre 2014 -
É cessato l'allarme piena per il fiume Parma e il torrente Baganza, sui quali resta attivo lo stato di attenzione e il continuo monitoraggio. Tutti i corsi d'acqua nelle province di Parma, Reggio Emilia e Modena stanno tornando ai livelli di normalità.
Sulla base dei dati meteo di Arpa, l'Agenzia regionale di Protezione civile ha emesso lo stato di attenzione per temporali e criticità idraulica nelle province di Ferrara, Bologna, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini fino alle ore 10 di domani, giovedì 16 ottobre.
Secondo i dati forniti dal Comune di Parma ammonta a 18 mila il numero delle persone residenti nei quartieri che hanno subito i disagi maggiori a causa degli allagamenti. Gli operatori dei Servizi tecnici di bacino e di Aipo sono al lavoro per valutare le criticità provocate dalle piene dei giorni scorsi. Numerosi e diffusi sono i dissesti causati dalle piogge in Appennino, soprattutto in provincia di Piacenza e Parma: "Per i Comuni maggiormente colpiti - afferma Maurizio Mainetti, direttore dell'Agenzia regionale di Protezione civile - c'è l'impegno della Regione a sostenere gli interventi più urgenti, soprattutto l'assistenza alla popolazione, il ripristino di servizi di pubblica utilità come acqua e gas e la riapertura di strade".
Attualmente l'intervento del sistema di Protezione civile è concentrato soprattutto su due fronti: la città di Parma e i comuni collinari e montani delle province occidentali, interessati da frane e dissesti. Nel capoluogo 300 volontari della colonna mobile di Protezione civile sono tuttora impegnati in operazioni di pulizia delle strade e rimozione di fango e detriti; operative su vari fronti anche le squadre dei Vigili del Fuoco, che finora hanno realizzato 162 interventi, e quella dell'Esercito, attivata dalla Prefettura ed equipaggiata con pompe e specifiche attrezzature.
Il Comune di Parma, in collaborazione con il gruppo Iren, ha organizzato un servizio straordinario di recupero e smaltimento di rifiuti, detriti e materiale trasportato dalla corrente. La direzione di Telecom ha comunicato che si stanno lentamente ripristinando le linee telefoniche danneggiate a seguito dell'allagamento della centrale telefonica di Parma.
L'Agenzia regionale di Protezione civile continua a partecipare alle riunioni del Centro coordinamento soccorsi attivato dalla Prefettura di Parma e monitora l'evolversi della situazione sul territorio regionale colpito dal maltempo, in raccordo con il Dipartimento nazionale della Protezione civile, Vigili del fuoco, Prefetture, Corpo Forestale dello Stato, Province, Comuni, Servizi tecnici di bacino, Arpa ed Aipo.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Tre bandi per le imprese, pacchetti turistici, un cartellone unico di eventi emiliano romagnoli, la mostra delle Regioni, la settimana dell'Emilia-Romagna e tre mesi di presenza nella "Piazzetta" a Milano. Progetto regionale di eccellenza: World Food research and innovation Forum -
Bologna, 27 settembre 2014 -
'Valori e idee per nutrire la terra' è il filo conduttore della partecipazione della Regione Emilia Romagna a Expo Milano 2015 che si svolgerà dal 1 maggio al 31 ottobre 2015. L'obiettivo è fare dell'Esposizione universale non solo una vetrina, ma soprattutto un' occasione per promuovere le eccellenze del sistema Emilia-Romagna nel mondo.
La partecipazione dell'Emilia-Romagna alla Esposizione Universale di Milano 2015 è stata illustrata giovedì dagli assessori regionali Tiberio Rabboni (Agricoltura), Luciano Vecchi (Attività produttive) e Maurizio Melucci (Turismo).
Un' agricoltura di qualità, forte di prodotti che rappresentano il meglio del Made in Italy, grandi marchi dell'agroalimentare conosciuti in tutto il mondo, una rete di centri della ricerca e dell'innovazione impegnati sui temi della sicurezza alimentare, della tracciabilità e sostenibilità ambientale, ma anche il volto della solidarietà, del no profit e della cooperazione per raccontare una regione e la sua identità. In questa prospettiva Expo 2015 potrà diventare per l'Emilia-Romagna un'occasione concreta di crescita, di internazionalizzazione e di promozione sui mercati internazionali.
"Racconteremo la nostra identità e le nostre risposte alla domanda che guida questa edizione di Expo - ha detto l'assessore Rabboni - ovvero come garantire in modo sostenibile per l'ambiente, cibo sicuro per un'umanità che è in crescita. Parleremo di legalità e diritti, di biodiversità, del valore della ricerca e dell'attitudine tipica di questa terra a cooperare e fare insieme".
L'assessore Vecchi ha rimarcato che "l'approccio della Regione a Expo è complesso e complessivo e ha la finalità di valorizzare sinergicamente il sistema dell'Emilia-Romagna fatto di conoscenza, innovazione tecnologica, saperi, produzioni e tradizioni".
All'Esposizione universale 2015 – che ha scelto il tema 'Nutrire il pianeta. Energia per la vita' - il progetto regionale di eccellenza, coordinato da Aster, sarà il World Food research and innovation Forum, un percorso che coinvolgerà esperti, ricercatori, grandi imprese, policy maker di fama internazionale, per affermare l'Emilia-Romagna quale 'capitale' mondiale del cibo di qualità. Il Forum si pone l'obiettivo di creare in Emilia-Romagna un think tank internazionale consolidato, dedicato alle strategie di sviluppo del settore dell'alimentazione globale, focalizzato su sostenibilità e sicurezza, che diventi un punto di riferimento per gli stakeholder globali nella ricerca, nell'industria, nel governo e nella finanza, grazie al quale potersi confrontare e definire gli scenari di ricerca e sviluppo sostenibile. Prossimo appuntamento – dopo una serie di iniziative già realizzate - sarà il 28 ottobre a Parma a CibusTec mentre l'evento finale 2014 si svolgerà a Bruxelles il prossimo 11 novembre presso la sede del Parlamento europeo in occasione del semestre italiano di presidenza dell'Unione europea. A Milano il 22-23 settembre 2015, all'interno di Expo, si svolgerà il meeting mondiale sulla ricerca alimentare ed il meeting mondiale delle Autorità ed attori strategici per la sicurezza alimentare (quali l'europea EFSA, l'americana FDA, la cinese CFDA, la brasiliana ANVISA, la canadese FDA).
Expo può essere una straordinaria occasione di promozione anche turistica dell'Emilia-Romagna grazie anche alla vicinanza della regione a Milano e alla straordinaria piattaforma logistica dell'accoglienza che può contare su un milione di posti letto e un rapporto qualità-prezzo tra i migliori nel mondo. L'assessore Melucci ha aggiunto che "per l'Emilia-Romagna uno tra gli obiettivi dovrà essere quello di riuscire a "geo referenziare" i grandi brand del territorio: la Ferrari è il marchio più conosciuto al mondo ma pochissimi sanno in quale parte d'Italia viene costruita".
UN PROGRAMMA DI INCOMING PER LE DELEGAZIONI PRESENTI ALL'EXPO
Tre bandi per le imprese: due milioni le risorse disponibili
Portare l'Expo in Emilia-Romagna. Cuore dell'attività regionale sarà il coinvolgimento, per tutta la durata dell'Esposizione universale, delle delegazioni internazionali presenti a Milano nelle iniziative realizzate in regione con incontri istituzionali, visite aziendali, seminari e tavole rotonde con i centri di ricerca e le imprese. Per fare questo è stato predisposto un format "imprese porte aperte" con tre bandi per sostenere le aziende che intendono organizzare eventi in occasione di Expo: a disposizione risorse per 2 milioni di euro. In particolare il primo bando è rivolto a eventi promozionali di Associazioni imprenditoriali, Camere di commercio, Università ed Enti di ricerca, Enti locali, Fondazioni; il secondo alle imprese singole o associate per progetti di promozione del sistema produttivo regionale; il terzo ad aggregazioni di imprese turistiche (club di prodotto).
È già online il sito "Cogli l'Expo" expo2015.regione.emilia-romagna.it/it pensato espressamente per aiutare la partecipazione ad Expo del territorio emiliano-romagnolo. Da gennaio il sito avrà anche una versione in lingua inglese.
L'offerta turistica: il progetto "Via Emilia"
Apt e Unioncamere, in collaborazione con il sistema degli agriturismi, le Strade dei Vini e dei Sapori, i Musei rurali e del Gusto, la Rete rurale hanno predisposto pacchetti turistici ed enogastronomici pensati espressamente per il pubblico di Expo.
Si colloca in questo ambito il Progetto Via Emilia: Il turismo dell'esperienza, ovvero la Via Emilia come filo conduttore per lo sviluppo di nuovi prodotti turistici orientati ad una domanda internazionale di alta qualità e definiti attraverso specifici disciplinari sottoscritti dai Club di Prodotto della regione. Cinque i filoni di intervento: Wellness Valley – Romagna Benessere per fare della Romagna il primo distretto internazionale sui temi del benessere e della qualità della vita; Motor Valley Experience, per promuovere la grande tradizione motoristica dell'Emilia-Romagna; Food Valley – Turismo enogastronomico di eccellenza: 14 Club di Prodotto e offerte integrate per promuovere il legame tra il patrimonio agro-alimentare regionale e il territorio e valorizzare l'intera filiera produttiva; Progetto Musica – Ravenna Festival Expo 2015: per la creazione di pacchetti turistici dedicati a Giuseppe Verdi e abbinati a tour verso Expo. Previste anche collaborazioni interregionali con la Regione Lombardia (Progetto Quadrilatero dell'Unesco), con il Veneto (Slow Tourism nel Parco del Delta del Po), con Marche, Toscana e Umbria (Sulle strade di Piero della Francesca).
Un Cartellone per tutti gli eventi emiliano-romagnoli
E' in fase di predisposizione un cartellone di tutti gli eventi che verranno realizzati in Emilia-Romagna in occasione di Expo da Comuni, Province, mondo della ricerca e dell'Università, istituzioni culturali, associazioni di categoria. Per realizzare il cartellone si è svolto negli scorsi mesi un road show con 12 incontri in altrettante località emiliano-romagnole. Sono al momento 134 le proposte pervenute alla Regione relativamente ad attività che i territori desiderano inserire nel cartellone.
Le Fiere: un gate d'accesso sui mercati esteri
E' già realtà il coinvolgimento delle Fiere dell'Emilia-Romagna. A partire da Fiere Parma/Cibus che curerà il padiglione di Federalimentare e di BolognaFiere con Sana, cui è stata affidata la gestione del padiglione del biologico e della sostenibilità ambientale. Ma oltre a Sana sono ben 14 gli eventi fieristici internazionali che nel 2015 si svolgeranno in Emilia-Romagna sui temi legati a Expo (Fieravicola, Apimell, Macfrut, Sigep, Remtech, H2O, Ecomondo, TTG, Marca,) o su temi che possono avere dirette implicazioni (Cersaie, Saie, Cosmoprof, Rimini Wellness, R2b).
MOSTRA DELLE REGIONI, SETTIMANA DELL'EMILIA-ROMAGNA, LA PIAZZETTA
La partecipazione della Regione Emilia-Romagna a Expo prevede una presenza permanente nella 'Mostra delle Regioni' nel Palazzo Italia; una settimana di protagonismo dal 18 al 24 settembre 2015 con uno spazio espositivo di circa 200 metri quadri, nonché una 'Piazzetta' di circa 80 mq sul Cardo per l'organizzazione di eventi per un periodo di 3 mesi (agosto-ottobre 2015). Inoltre per tutta la durata di Expo sarà attivo un Ufficio dell'Emilia-Romagna dentro Palazzo Italia dedicato ai rapporto con le delegazioni internazionali.
Lo spazio dell'Emilia-Romagna alla Mostra delle Regioni, per tutto il periodo di durata di Expo, offrirà un percorso attraverso l'agricoltura emiliano-romagnola, declinato intorno ai tre temi proposti da Expo: il "Saper fare", la "Potenza del limite", la "Potenza della bellezza".
Ad Expo l'Emilia-Romagna porterà gli studenti delle scuole alberghiere e di cucina della Regione. A loro, sotto la guida degli chef stellati dell'associazione "Chef to Chef" sarà affidata la gestione del ristorante, durante la settimana da protagonista. Sempre nella settimana dal 18 al 24 settembre l'Auditorium organizzerà eventi e iniziative emiliano-romagnole, tra cui un convegno dedicato alla cooperazione e l'appuntamento del World Food Forum.
La Piazzetta dell'Emilia-Romagna per tre mesi sarà gestita a rotazione da soggetti no profit provenienti da tutta l'Emilia-Romagna, selezionati tramite una manifestazione di interesse che uscirà nei prossimi giorni, rivolta a associazioni imprenditoriali; Camere di commercio; Università; strutture di ricerca industriale, centri per l'innovazione e il trasferimento tecnologico accreditate dalla Regione Emilia-Romagna; Enti locali; Fondazioni; Scuole, Istituti professionali ed Enti di formazione; Associazioni culturali.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Desi Bruno e Roberto Cavalieri, rispettivamente Garante regionale e Garante del Comune di Parma dei detenuti, esprimono le seguenti valutazioni in merito alle notizie apparse sulla stampa a proposito di eventuali violenze commesse all'interno del penitenziario parmense fra il 2010 e il 2011.
Parma, 22 settembre 2014 -
La nota della Regione Emilia Romagna sulle presunte violenze compiute dalle guardie carcerarie nell' Istituto Penitenziario di Parma -
"Esprimiamo preoccupazione circa il contenuto delle registrazioni diffuse dalla stampa e realizzate, per come viene riferito, all'interno del penitenziario di Parma da parte di un detenuto. Tali contenuti, qualora confermati nella loro veridicità e completezza, farebbero emergere che all'epoca dei fatti, e cioè negli anni 2010-2011, si sarebbe verificata una situazione di subordinazione delle questioni di salute e incolumità dei detenuti alle pratiche della custodia anche quando queste si sono manifestate, secondo le accuse, in modo illegittimo attraverso l'uso della violenza.
Seguiremo con attenzione l'evolversi della situazione attendendo per una valutazione l'esito del lavoro della magistratura e la conoscenza dell'intero materiale probatorio nonché di conoscere i motivi per i quali tali registrazioni non siano state messe immediatamente a disposizione dell'autorità giudiziaria a tutela dell'intera popolazione detenuta e degli operatori penitenziari.
Nel confermare che non è mai giunta ai nostri Uffici alcuna evidenza o segnalazione circa pratiche sistematiche di violenza all'interno del penitenziario di Parma nel periodo relativo ai mandati in essere, ribadiamo che sono invece imponenti le segnalazioni da parte dei detenuti relative alla presunta mancanza e/o ritardi nel ricevere appropriate cure sanitarie, questione che i Garanti, nell'ambito della loro funzione di tutela dei diritti delle persone recluse, hanno ripetutamente posto all'attenzione dell'amministrazione penitenziaria e alla dirigenza sanitaria per le rispettive competenze, senza che ad oggi ci sia stata una risposta soddisfacente.
L'esistenza del CDT, della sezione paraplegici, l'invio ripetuto di persone affette da gravissime patologie proprio in ragione del centro ospedaliero e del personale medico dedicato, la presenza di un numero altissimo di persone gravemente malate, spesso, se non prevalentemente in regime di alta sicurezza, impone che la questione sanitaria nel carcere di Parma venga affrontata nella sua specificità con urgenza.
La tutela piena del diritto alla salute all'interno degli istituti penitenziari della città presuppone poi l'autonomia decisionale del comparto sanità da quello della sicurezza, così come già indicato dal Comitato nazionale per la bioetica e come imposto dal passaggio della medicina penitenziaria al servizio sanitario nazionale con la riforma del 2008".
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Ieri, la Garante regionale dei detenuti, Desi Bruno, e il Garante di Parma, Roberto Cavalieri, hanno incontrato agli Istituti penitenziari di Parma il direttore reggente in missione, Mario Antonio Galati, e il dirigente medico referente dell'Ausl di Parma per la sanità penitenziaria, Francesco Ciusa -
Parma, 19 settembre 2014 -
Nella struttura carceraria, al 18 settembre risultano 531 detenuti presenti (la capienza regolamentare è di 385 posti, quella "tollerata" di 652), di cui 399 condannati in via definitiva (132 gli imputati), 80 ergastolani, 61 in regime di 41bis, 276 detenuti comuni, 11 ammessi al lavoro all'esterno, 178 stranieri; 28 i ricoverati al Centro diagnostico e terapeutico (Cdt), 8 nella sezione per tetraparaplegici. Del circuito dell'alta sicurezza, fanno parte 192 detenuti.
Dalla visita effettuata, emerge la permanenza della criticità relativa alla situazione sanitaria, con particolare riferimento al Cdt gestito dall'Ausl all'interno della struttura, dove vengono assegnati i detenuti per il trattamento di patologie in fase acuta o cronica.
Per disposizione dipartimentale, continuano a essere inviati a Parma detenuti malati da altri istituti di pena, ben oltre il numero dei posti di ricovero disponibili, con la risultante, sottolinea l'Ufficio del Garante regionale, "che intere sezioni ordinarie sono occupate da detenuti affetti da gravi patologie, nell'attesa di essere ricoverati nel centro clinico". Tale criticità è stata da tempo segnalata dalla Garante alle autorità competenti, in particolare al ministro della Giustizia e ai vertici del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria (Dap), chiedendo una razionalizzazione delle assegnazioni al centro clinico di Parma, da effettuare solo a condizione della possibilità di un'effettiva presa in carico. Allo stato, "non risulta sia stata invertita la tendenza in atto, anzi si registra un aumento delle assegnazioni, con detenuti che giungono a Parma in ragione di sfollamenti di altri centri clinici nazionali".
Si segnalano ulteriori recenti investimenti da parte dell'Ausl di Parma, relativi all'acquisto di macchinari medici che consentiranno di effettuare esami specialistici all'interno della struttura penitenziaria, incidendo positivamente sul carico di lavoro della Polizia penitenziaria di cui è nota la difficoltà a garantire gli accompagnamenti all'esterno dei detenuti. Infine, persiste la mancanza di un medico specialista in urologia.
Si è appreso che esiste un progetto per provvedere all'arredo degli spazi detentivi della Sezione Iride, destinata ai detenuti in isolamento disciplinare, sanitario e giudiziario, anche in linea con quanto segnalato dalla Garante regionale e dal Garante di Parma che, con apposita nota, avevano chiesto al Provveditorato regionale di modificare in maniera sostanziale le condizioni dell'isolamento, per tutelare l'equilibrio psico-fisico delle persone.
Al momento, sono sospesi i lavori relativi alla costruzione del nuovo padiglione. Una recente disposizione legislativa ha stabilito la decadenza dall'incarico del Commissario straordinario del Governo per le infrastrutture carcerarie, adottato dal ministro della Giustizia, di concerto con il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, che definirà le misure necessarie per assicurare la continuità e il raccordo delle attività già svolte nell'ambito del cosiddetto Piano carceri, ossia il piano di intervento per realizzare nuove infrastrutture carcerarie, per l'adeguamento e il potenziamento di quelle esistenti.
La Garante regionale e il Garante comunale hanno effettuato colloqui con i detenuti. Le principali segnalazioni riguardano la materia sanitaria e la territorialità della pena, con la richiesta di favorire il trasferimento in istituti penitenziari più vicini al luogo di residenza della famiglia; inoltre, i detenuti del circuito differenziato dell'alta sicurezza chiedono, anche in ragione dei lunghi periodi detentivi che li riguardano, un potenziamento delle opportunità trattamentali, con particolare riguardo allo studio e al lavoro.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
La figura a disposizione del cittadino alle prese con la pubblica amministrazione. 325 casi nei primi sei mesi del 2014: Bologna e Ravenna le più attive, Parma ultima -
Parma, 18 settembre 2014 -
Bollette 'pazze', dedali burocratici, pratiche da sbrigare. O anche solo sapere qual è l'ufficio giusto a cui rivolgersi. C'è una figura a disposizione del cittadino alle prese con la pubblica amministrazione, che interviene, gratuitamente, per cercare di risolvere le cose, molto spesso riuscendoci: è il Difensore civico regionale, Gianluca Gardini, il cui Ufficio nei primi sei mesi del 2014 ha ricevuto 325 istanze; di queste, 147 (il 45%) rappresentano casi attivati e conclusi sempre nel corso dei primi sei mesi dell'anno.
Quasi la metà delle pratiche, 145, ha visto coinvolti enti locali non convenzionati, mentre in 69 occasioni l'istituzione destinataria è stata la Regione, in 91 lo Stato e in 18 la Provincia di Ravenna (convenzionata con Il Difensore civico) e altri Comuni convenzionati. Bologna è il territorio da cui sono arrivate più istanze: sono 100, quasi un terzo del totale; a seguire l'altra zona già convenzionata, Ravenna, con 57 richieste. A Ferrara sono stati 35 i cittadini che si sono rivolti al Difensore civico, a Forlì-Cesena 33, a Rimini, Reggio Emilia e Modena 20, a Piacenza 17 e a Parma, infine, 10; le richieste da fuori regione sono state 11, mentre in due occasioni il Difensore è intervenuto d'ufficio.
Quanto agli argomenti trattati, il tema su cui più spesso è stato richiesto l'intervento del Difensore civico sono stati i tributi e le sanzioni amministrative, con 66 procedimenti, insieme al diritto di accesso agli atti (47), all'ambiente (42), ai servizi pubblici (31) e al sistema di previdenza (30). Un lavoro significativo c'è stato anche nei comparti dell'edilizia residenziale pubblica e privata (22 casi), del governo del territorio (20), della sanità (17) e dell'istruzione (15).
Sono questi i dati emersi oggi nel corso della conferenza stampa di presentazione della convenzione sottoscritta fra l'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna e il Comune di Bologna, intesa che amplia il campo d'azione del Difensore civico regionale, chiamato ora a svolgere il compito di difesa civica anche per la città capoluogo. Infatti, dalla fine di maggio Bologna ha dovuto rinunciare a una figura propria a seguito della legge nazionale che stabilisce il passaggio di competenze al Difensore civico provinciale, non presente però sotto le Due Torri in attesa del riordino istituzionale che porterà alla città metropolitana. L'accordo prevede la durata di un anno e un contributo da parte del Comune per le spese di funzionamento. Bologna rappresenta il secondo territorio dell'Emilia-Romagna a rivolgersi al Difensore civico regionale dopo Ravenna, dove la collaborazione è in atto dal 2013. Alla conferenza stampa, nella sede dell'Assemblea legislativa, a Bologna, erano presenti Gardini, Difensore civico regionale, Simona Lembi, presidente del Consiglio comunale di Bologna, e Gianni Melloni, direttore generale Anci Emilia-Romagna.
La Convenzione con il Comune di Bologna è il primo risultato dell'accordo quadro concluso tra il Difensore civico regionale e Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) Emilia-Romagna, che prevede l'estensione della difesa civica agli enti locali e un'azione condivisa "finalizzata alla diffusione di buone prassi nella pubblica amministrazione volte alla prevenzione dei contenziosi con i cittadini, alla diffusione della Difesa civica e della mediazione come strumento di definizione dei contenziosi".
"Grazie all'accordo con Anci il servizio di difesa civica regionale estende la propria attività di tutela dei cittadini e di mediazione delle controversie con la pubblica amministrazione anche ai Comuni- spiega il Difensore civico regionale, Gianluca Gardini-, questa soluzione è quanto mai opportuna e necessaria sia per la soppressione della figura del Difensore civico comunale sia perché gran parte dell'amministrazione attiva è svolta proprio dai Comuni".
Dello stesso avviso Daniele Manca, presidente regionale Anci: "La collaborazione attivata dall'Anci con il Difensore civico regionale è molto importante, perché consente ai Comuni della regione di mettere a disposizione dei propri cittadini uno strumento utile, finalizzato alla piena attuazione dei diritti delle persone e alla loro tutela nei confronti delle amministrazioni pubbliche".
Per Simona Lembi, presidente del Consiglio comunale di Bologna, "l'avvio della convenzione tra Comune e Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna è una buona notizia soprattutto per la vita quotidiana dei cittadini". Infatti, sottolinea, "La nuova convenzione consente di mantenere la continuità di un servizio, attivo da oltre venti anni, molto importante per il Comune, nonostante il quadro normativo vigente abbia fatto rientrare la difesa civica comunale tra le voci passibili di tagli della spesa pubblica. E' un servizio che ha un'evidente funzione deflattiva del contenzioso giudiziario e contribuisce a ricostituire un clima di fiducia tra cittadino e pubblica amministrazione".
L'attività del Difensore civico è di tutela e/o di indirizzo. Per quanto riguarda la prima, cioè la verifica del corretto comportamento di una pubblica amministrazione su un caso concreto e l'indicazione di eventuali modifiche, su 69 interventi la tesi del Difensore è stata accolta 52 volte dall'amministrazione coinvolta (75%), mentre 15 richieste sono state dichiarate infondate dopo la fase istruttoria; solo in un caso l'ente non ha accettato la posizione del Difensore civico e in un altro non ha collaborato.
L'attività di indirizzo serve invece ad orientare il cittadino nei rapporti con la pubblica amministrazione, e su 78 casi totali 19 sono stati risolti con un parere in materia amministrativa, 22 indirizzando il richiedente ad un altro organo di garanzia, 22 con informazioni soggette alla difesa civica e 15, invece, con informazioni non soggette alla difesa civica.
Per contattare il difensore civico regionale:
telefonare al numero: 051 527 6382;
telefonare al numero verde gratuito anche da rete mobile 800 515 505;
inviare un fax al numero 051 527 6383;
scrivere una lettera al Difensore civico all'indirizzo: Viale Aldo Moro, 50 – 40127 Bologna;
inviare una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; al link www.assemblea.emr.it/garanti/attivita-e-servizi/difensorecivico è possibile compilare il modulo on line per entrare in contatto con il Difensore civico.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Domande per partecipare al bando entro il 14 novembre. In arrivo linee guida per tagliare l'uso dei pesticidi nelle aree verdi urbane -
Parma, 15 settembre 2014 -
Oltre 470 mila euro dalla Regione per sostenere l'apicoltura. Si tratta della seconda annualità del Programma triennale 2014-2016, cofinanziato dalla Ue e dello Stato italiano nell'ambito dell'Organizzazione comune di mercato, e che stanzia complessivamente circa 1 milione 500 mila euro per migliorare la produzione e la commercializzazione del miele e degli altri prodotti dell'apicoltura.
"Le cattive condizioni meteo di questa estate hanno influenzato la produzione di miele che registra perdite significative anche intorno al 50% - spiega l'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni – per questo le risorse in arrivo sono oltremodo importanti. Purtroppo però non c'è solo il clima impazzito a danneggiare la vita dell'ape, insetto fondamentale per l'impollinazione e la riproduzione dei principali vegetali. Gli apicoltori italiani hanno denunciato nuovi fenomeni di spopolamento e di moria in conseguenza di un uso non corretto dei pesticidi. In Emilia-Romagna il fenomeno è molto contenuto. Tuttavia attiveremo in chiave preventiva un programma di controlli mirati e, come già deciso, aumenteremo le risorse del nuovo Psr destinate agli agricoltori che riducono i trattamenti chimici. A breve, inoltre, pubblicheremo le linee guida per l'eliminazione o la forte riduzione dei pesticidi nelle aree verdi urbane e nei parchi pubblici".
Il bando scade il 14 novembre 2014 e le domande vanno presentate attraverso la piattaforma informatica di Agrea.
Potranno presentare domanda: gli apicoltori, singoli o associati, comprese le Associazioni dei produttori, l'Osservatorio nazionale miele e il Cra-Api-Unità di ricerca di apicoltura e bachicoltura. I contributi saranno variabili nella misura dal 20 al 100% in relazione alla tipologia di intervento.
Verranno finanziati l'acquisto di arnie anti varroa (un acaro che provoca la distruzione delle famiglie di api) e di arnie ed attrezzature per la transumanza (lo spostamento delle arnie sul territorio per seguire le fioriture).
Risorse anche per l'assistenza tecnica e l' aggiornamento, l'acquisto di sciami per il ripopolamento del patrimonio apistico, le analisi chimico-fisiche del miele, la ricerca.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
L'assessore Marzocchi riceve il Ministro per l'Istruzione pubblica della Danimarca Christine Antorini, in visita per approfondire la conoscenza dei servizi per la prima infanzia in Emilia-Romagna -
Bologna, 10 settembre 2014 -
L'assessore regionale alle Politiche sociali Teresa Marzocchi ha ricevuto questa mattina in Regione il Ministro per l'Istruzione pubblica della Danimarca Christine Antorini e i membri della Commissione parlamentare danese per i bambini e l'istruzione pubblica. La delegazione, in visita in Emilia-Romagna per conoscere l'organizzazione dei servizi per l'infanzia, ha chiesto di approfondire gli aspetti legislativi e della prassi pedagogica degli asili nido e delle scuole dell'infanzia del sistema regionale.
"Un momento di confronto e di scambio di esperienze particolarmente importante – ha spiegato l'assessore Marzocchi – perché ci consente di ampliare la conoscenza dei nostri sistemi e costruire una vera integrazione europea".
La visita della delegazione proseguirà nel pomeriggio con la visita alla scuola materna Villaggio Giardino di Modena e domani a Reggio Emilia, con la visita a Reggio Children e alla scuola Diana./BM
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Politiche per la salute - Siglato un accordo tra Regione Emilia-Romagna e 'Cooperativa San Patrignano' Onlus. L'assessore regionale alle Politiche per la salute Carlo Lusenti: "L'integrazione in un periodo non facile come questo è indispensabile per riuscire a garantire il diritto di persone in difficoltà" -
Parma, 9 settembre 2014 -
Il Centro medico della Comunità di San Patrignano entrerà nel sistema sanitario dell'Emilia-Romagna come struttura privata accreditata. È questo quanto prevede l'accordo quadro firmato ieri nella sede della Comunità dal presidente della Cooperativa San Patrignano Onlus Antonio Tinelli, dal direttore sanitario Antonio Boschini e dall'assessore regionale alle Politiche per la salute Carlo Lusenti per la Regione Emilia-Romagna.
«Tre elementi sono la cornice di questo accordo. Una condivisione forte - ha sottolineato l'assessore regionale Carlo Lusenti - di valori comuni, la prospettiva che di fronte alla perdita delle capacità di salute e di costruirsi un futuro ci debba essere chi si assume la responsabilità di aiutare queste persone a rimettersi in piedi. Il tutto lo si deve fare - e questo è il terzo elemento - mettendo insieme le migliori forze e le migliori esperienze nell'ottica della massima integrazione possibile. L'integrazione in un periodo non facile come questo è indispensabile per riuscire a garantire al meglio il diritto delle persone in difficoltà. E questa capacità di lavorare insieme è anche una necessità ed è possibile perché si basa su un elemento che è imprescindibile. Qui ci sono due soggetti diversi che decidono di lavorare assieme, perché condividono valori e prospettive, integrando competenze ed esperienze in una condizione di fiducia reciproca».
Nel dettaglio, l'intesa prevede: l'integrazione del "Poliambulatorio-Centro Medico Polivalente San Patrignano" nella rete dei servizi assistenziali della Regione Emilia-Romagna procedendo all'accreditamento della struttura, per migliorare il percorso assistenziale e di presa in carico dei pazienti tossicodipendenti; la riconversione di 8 posti letto attualmente utilizzati per l'assistenza residenziale extra-ospedaliera per i malati di AIDS, per l'attivazione di un hospice territoriale rivolto anche ai pazienti in fase terminale per patologie correlate all'abuso di sostanze; la costituzione di un comitato consultivo per proporre, valutare e monitorare i progetti rilevanti per l'assistenza alle persone affette da dipendenze patologiche e da patologie ad esse correlate. Il Comitato sarà composto dai rappresentanti dei servizi di Assistenza distrettuale e Salute mentale della Regione Emilia-Romagna, dalla Direzione sanitaria e Direzione di Distretto dell'Azienda Usl della Romagna e da due rappresentanti della "Cooperativa San Patrignano" Onlus.
Con l'accordo, che ha durata triennale, verrà dunque potenziata la collaborazione e l'interazione tra la Comunità e il sistema sanitario regionale, tenendo conto della disponibilità della Comunità anche a riorganizzare le proprie strutture sanitarie, se necessario, in base al cambiamento del quadro epidemiologico specifico. L'accordo si ispira alle indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2011-2013 che individuava come obiettivi prioritari la tutela e la cura delle persone più deboli, l'equità di trattamento e di accesso ai servizi e la diffusione delle cure palliative, riconoscendo inoltre l'importante ruolo del volontariato e del terzo settore nell'ambito della tutela della salute e del sistema integrato dei servizi sociali, con particolare attenzione all'umanizzazione dei servizi assistenziali.
Inoltre, l'intesa è in linea con il Programma dipendenze della Regione Emilia-Romagna, che rafforza l'integrazione dei Dipartimenti salute mentale e dipendenze patologiche e tutti i soggetti del sistema di cura: servizi delle cure primarie, Enti locali, volontariato, privato accreditato, come previsto anche dal Piano sociale e sanitario regionale 2011-2013.
Un ulteriore traguardo, dunque, grazie all'accordo viene raggiunto dal Centro medico di San Patrignano, che è ospitato in un edificio sorto nel 1994, all'interno della Comunità, finanziato per il 25% con fondi pubblici (allora 2 miliardi di lire) stanziati in base alla legge sull'Aids del 1990, e per il 75% con fondi privati.
«L'accordo tra la Regione e la Comunità è per noi motivo di grande soddisfazione. Sin dalle origini il centro medico di San Patrignano ha costruito ottimi rapporti di collaborazione con le strutture ospedaliere di Rimini e oggi la "casa alloggio" all'interno del centro, ospita malati che provengono dal territorio - spiega Antonio Boschini, direttore sanitario del centro medico -. La nostra attività di assistenza ai malati richiama i valori storici della comunità, oltre a rivestire un ruolo educativo nel percorso dei ragazzi che scelgono di assistere e aiutare i degenti. Con l'accreditamento del centro nel sistema sanitario della regione apriamo un nuovo capitolo, con la piena volontà di aprirci al territorio, offrendo assistenza ai nostri vicini di casa. Per San Patrignano è sempre bello fare del bene ed è ancora più bello se questo può essere fatto in collaborazione con il pubblico e in sinergia con altri attori».
La scelta di creare una struttura sanitaria polivalente all'interno della Comunità fu determinata da molteplici necessità: poter accogliere anche tossicodipendenti in gravi condizioni di salute (Aids, cirrosi, tumori, etc.), garantire prestazioni sanitarie in tempi rapidi, senza dovere spostare ogni giorno decine di persone dalla Comunità alle strutture ospedaliere pubbliche, non gravare di lavoro le strutture sanitarie pubbliche locali, ed infine rendere possibile un'efficace attività di prevenzione, garantendo agli ospiti che la permanenza in Comunità non costituisse a sua volta un fattore di rischio per contrarre malattie.
Il Centro medico costituisce un'esperienza probabilmente unica in Italia, in quanto nessun'altra Comunità terapeutica è dotata di una struttura sanitaria così complessa.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
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