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Manipolazione climatica: la sabbia del Sahara come arma contro il sole, o contro di noi? In evidenza

Scritto da Andrea Caldart

Di Andrea Caldart (Quotidianoweb.it) Cagliari, 31 marzo 2025 - Un’idea che sembra uscita da un romanzo di fantascienza, ma che invece è coperta da un brevetto statunitense: modificare la diffusione della luce solare nell’alta atmosfera utilizzando la sabbia del Sahara. Un progetto che solleva inquietanti interrogativi sulla crescente interferenza umana nei delicati equilibri climatici del pianeta.

Il brevetto in questione, registrato con il numero US9924640B1 nel 2018, propone l’iniezione artificiale di enormi quantità di microparticelle di sabbia immerse nella stratosfera, a circa 15.000 metri di altitudine.

L’obiettivo dichiarato è quello di riflettere parte della luce solare nello spazio, per abbassare la temperatura sulla terra e contrastare il riscaldamento globale. Il Sahara viene citato come la fonte ideale di questa sabbia, e il brevetto ne spiega dettagliatamente le ragioni. Ma a quale prezzo per l’ecosistema globale?

Il progetto solleva enormi preoccupazioni per la salute umana e la sicurezza alimentare. La pioggia di sabbia che cade dal cielo sta devastando i raccolti agricoli, compromettendo l’approvvigionamento di cibo e creando deliberatamente le condizioni per una carestia su larga scala.

Ma le conseguenze non si fermano qui: la dispersione di queste particelle nell’aria rappresenta una minaccia diretta per la salute pubblica. Le microparticelle di silice, una volta inalate, possono causare gravi danni ai polmoni, aggravare patologie respiratorie preesistenti e aumentare l’incidenza di malattie croniche e degenerative. Inoltre, l’alterazione della radiazione solare e il deterioramento degli ecosistemi potrebbero innescare effetti a catena imprevedibili, rendendo l’aria sempre più irrespirabile e mettendo a rischio la vita di milioni di persone. Ci troviamo di fronte a un attacco senza precedenti alla nostra stessa sopravvivenza.

Ma come si può solo considerare di interferire con l’atmosfera se non pensare che sia solo pura follia? La scienza avanza, ma a quale costo?

Una parte minima dell’umanità, invece di imparare a convivere con il pianeta che la ospita, sembra ossessionata dall’idea di piegarlo alla propria volontà, anche a costo di distruggerlo.

La manipolazione del clima non è più solo un tentativo “disperato” di contenere il riscaldamento globale: è una pericolosa corsa verso il dominio degli elementi naturali. Il cielo è diventato il nuovo campo di battaglia, e i grandi burattinai del mondo, nascosti dietro una maschera di filantropia, sono pronti a giocare la loro partita più oscura dove, la posta in palio che si sono dati loro, è chi diventerà il sovrano dell’aria, pronti a vendere pioggia e sole come fossero materie prime nei loro affari privati.

Attraverso una narrazione costruita ad arte, tentano di convincere che il sole sia il nemico e che solo loro, con le loro tecnologie “rivoluzionarie”, possano salvarci. Iniettano non solo sabbia e altri veleni nella stratosfera, ma anche disinformazione nell’opinione pubblica, pilotando i media mainstream per far apparire come benefattori quelli che, in realtà, sono i veri distruttori del pianeta. Se li si lascia fare saranno loro a decidere chi avrà la pioggia e chi la siccità, chi potrà coltivare la terra e chi sarà condannato alla carestia.

Questi speculatori senza scrupoli, dietro il paravento della scienza e della sostenibilità, stanno costruendo un sistema in cui il clima diventa una merce di scambio, un’arma di ricatto globale, un’arma da guerra. Non sono scienziati illuminati al servizio dell’umanità: sono affaristi, manipolatori, strateghi del caos. La loro missione non è salvare il pianeta, ma possederlo.

Quante volte l’innovazione si è trasformata in devastazione? Quanto manca al giorno in cui la capacità di modificare il clima verrà usata apertamente come uno strumento di potere contro intere nazioni e popoli? La storia ci insegna che dietro ogni grande “salvatore” spesso si nasconde un dominatore. E questa volta, il prezzo da pagare potrebbe essere l’equilibrio stesso del nostro pianeta.

Questa tecnologia dei “vili affaristi” sembra ignorare una lezione fondamentale: la natura è un sistema complesso e interconnesso, e ogni intervento dell’uomo potrebbe scatenare reazioni impreviste. L’umanità è davvero pronta a trasformare il clima terrestre con metodi tanto radicali?

La risposta, purtroppo, potrebbe arrivare troppo tardi e compromettere tutte le vite animali e vegetali, compresa l’esistenza dell’uomo.

Link utili:

https://patentimages.storage.googleapis.com/25/87/73/cc0cc4bbbfb22d/US9924640.pdf

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