Giovedì, 25 Maggio 2023 10:14

L’Emilia-Romagna investe nel turismo, ma all'Italia potrebbe non bastare In evidenza

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L’Emilia-Romagna guarda al futuro con uno sguardo strategico e sceglie di investire nel turismo per migliorare la qualità dei servizi e l'impronta ambientale delle strutture ricettive del territorio. A dimostrare questa volontà è il recente bando per l’erogazione di contributi in favore delle strutture alberghiere e non alberghiere.

Con una dotazione di 20 milioni di euro il bando, recentemente approvato dalla Giunta regionale dell’Emilia-Romagna e finanziato con risorse comunitarie, offre un’interessante opportunità di rilancio a gestori e proprietari di strutture ricettive. Queste ultime sono da intendersi non solo nella forma di hotel e residence, perché rientrano nella platea dei beneficiari anche condhotel, campeggi, villaggi turistici e marina resort.

Gli imprenditori che presentano domanda possono ottenere contributi a fondo perduto per importi fino a 200.000 euro, da utilizzare per opere di riqualificazione, ammodernamento e ampliamento delle strutture. Ma anche per rinnovare le attrezzature e gli arredi, e rivedere la proposta dei servizi proposti alla clientela, anche ricorrendo a soluzioni innovative e digitali.

Particolare attenzione viene dedicata ad interventi che hanno risvolti in termini di sostenibilità ambientale e sociale, nonché nei confronti delle strutture ricettive che si trovano in aree montane e interne. Le domande possono essere inoltrate fino al 5 settembre, mentre per mettere in atto gli interventi c’è tempo fino al 31 dicembre 2024.

L’intento dell’amministrazione regionale è chiaro: dare un boost alla proposta turistica locale, creando valore aggiunto per l’intero territorio. Si tratta di una scelta che può portare grandi risultati, soprattutto per quelle strutture che si trovano in zone meno note al grande pubblico.

Ed è proprio in questo senso che l’iniziativa dell’Emilia-Romagna dovrebbe essere portata ad esempio a livello nazionale. Sono ancora poche infatti le regioni italiane che incentivano le aziende a rivedere le proprie proposte in chiave ambientale e sociale, in ottica di rilancio competitivo. Al contrario, molto spesso si fa affidamento sulle sole bellezze naturali dell’Italia, che vanno dalla Costa Smeralda alle Dolomiti.

Ma se è certo che il Belpaese ha molto da offrire sia in termini paesaggistici, con una proposta estremamente eterogenea e accattivante, questo aspetto non può essere l’unico su cui puntare. Per restare competitivi in termini di turismo internazionale, è fondamentale investire anche in altri settori strategici, con particolare riferimento alla cultura.

Sì, perché anche se sembra impossibile, l’Italia occupa una posizione molto bassa nella classifica delle nazioni UE che investono di più nel settore culturale. Al primo posto c’è l’Ungheria, seguita da Estonia, Lettonia e Lituania.

Fanno meglio dell’Italia anche la Francia, la Danimarca e la Repubblica Ceca. Solo Irlanda, Grecia e Cipro mettono a budget stanziamenti minori dei nostri per i servizi culturali e mediatici. Un dato su cui vale la pena riflettere con attenzione, anche alla luce del fatto che il vero motore del turismo internazionale verso l’Italia è proprio il suo appeal in termini culturali.