Tutto è cambiato quando è stato emanato il decreto antifrode e, successivamente, nell’ Art. 28 del DL Sostegni-ter, relativo alle norme antifrode e alla limitazione del numero di cessioni dei crediti fiscali, passati da illimitati verso qualunque soggetto a una sola cessione, possibile solamente ad istituti finanziari.
Questi Decreti hanno, di fatto paralizzato, completamente la compravendita dei crediti fiscali, creando profondi disagi alle imprese e agli imprenditori dato che tutti i cessionari attivi nel 2021 hanno chiuso.
La prima è stata CDP (Cassa depositi e Prestiti), poi le compagnie assicurative, fino alle ultime due rimaste come compratori Enel X e Poste Italiane Spa (attive però da febbraio solamente con prime cessioni e già inattive sulle seconde cessioni).
Il malcontento è stato subito espresso sui social (in particolare, Telegram e Facebook) ed è stato il motore che ha dato il via all‘organizzazione di manifestazioni, convegni, conferenze stampa a Montecitorio e Palazzo Madama, incontri istituzionali e molte altre attività. Lo scopo della nascita dell’Associazione è quello di tutelare il diritto dei cittadini con l'obiettivo di sbloccare la libera circolazione dei crediti fiscali maturati dai principali bonus edilizi.
QuotidianoWeb.it intervista l’imprenditore Norbert Toth, uno dei fondatori dell’Associazione, il quale ha spiegato quali sono le richieste di Class Action nazionale dell’Edilizia e qual è la triste realtà che sta colpendo gli imprenditori che, in preda alla disperazione, compiono atti estremi.
Da un punto di vista di natura economica, quali sono le problematiche che affliggono gli imprenditori?
“Il Superbonus non è come l’edilizia precedente, dove si ballava sui sacchi di cemento di Malta che costavano poco e se si cadeva, si cadeva in piedi. Per maturare questi crediti, che poi sarebbero stati ceduti, veniva imposto agli imprenditori di fare la Transizione Ecologica. Iniziava, dunque, ad esserci un’impiantistica idraulica, elettrica con interventi invasivi, anche sismici, e abbiamo iniziato ad usare un’edilizia molto costosa”.
“Fare un impianto idraulico, mettere una stufa, due caloriferi e una caldaia costa poco, ma mettere le pompe di calore con gli split per tutti i risparmi energetici è un altro discorso. A questo – specifica Toth - si è aggiunto l’aumento delle materie prime. Dopo il Covid, il mondo è ripartito tutto insieme e le aziende, che fornivano ad esempio rame e ferro, hanno avuto enormi problemi per le consegne, poiché la pandemia era ancora in corso. La domanda era alta e l’offerta poca e, quando si verifica questa situazione, i prezzi arrivano alle stelle”.
“L’aumento dei prezzi e la Transizione Ecologica costosa – chiarisce Toth – ha fatto sì che le imprese, per riuscire a fare questi cantieri si siano pesantemente indebitate. Quando è arrivato il blocco dei crediti fiscali nessuno ha pensato che sarebbe stata la fine, credendo che la situazione sarebbe durata poco. Adesso, invece, ci sono delle situazioni gravi”.
“Prima del Covid ci hanno detto che l’Edilizia era in ginocchio. – conclude Norbert Toth - Ma qualcuno dovrebbe spiegarci questo: noi avevamo perso metà dei posti di lavoro nell’Edilizia negli ultimi 10/12 anni, con i costi dei materiali al minimo e le bollette dei committenti dai 50 ai 100 euro. Con i materiali che costano il triplo, gli stipendi dei committenti sono rimasti uguali, con il potenziale di acquisto dimezzato grazie ad un’inflazione alle stelle, quante persone troveremo che ci faranno lavorare a queste condizioni? L’edilizia non esisterà più. Il PNRR non parte perché i prezzi talmente alti dei materiali, rapportati ai prezzari regionali, non permettono alle aziende di avere utili. Il Superbonus 110%, proprio in questo momento, era un ottimo ammortizzatore. Non solo hanno stroncato questo progetto ma non ci hanno neanche dato i soldi per i quali abbiamo lavorato. Abbiamo crediti fiscali che non valgono niente”.
Cosa chiede Class Action Nazionale dell’Edilizia al Governo attuale, che ha stroncato il Superbonus 110%, mettendo in ginocchio gli imprenditori?
“Quattro sono i punti che chiediamo:
- emanare il decreto attuativo che definisca la check list documentale univoca, cui tutti i cessionari debbano attenersi per l’acquisizione del credito fiscale generato da bonus edilizi, da esporre ai competenti organi di controllo, in caso di verifiche sulla legittimità del credito stesso.
- Regolamentare i tassi soglia di interesse, calcolati su base annua relativi alla compravendita di crediti fiscali, indicizzati analogamente a quelli medi rilevati ai sensi della legge 108/96.
- Attivare Medio Credito Centrale per l’acquisizione di prima istanza dei crediti d’imposta e al successivo smistamento degli stessi a società private e/o partecipate (es.: Trenitalia).
- Ripristinare la multicedibilità illimitata dei crediti fiscali esclusivamente all’interno del sistema bancario e/o assicurativo mantenendo invariata la prima cessione verso qualsiasi soggetto.
Quello che sta facendo Class Action oggi è, inoltre, un vero e proprio assalto social alla comunicazione (punto debole dei politici) di Fratelli d’Italia. Attraverso numerosi mezzi di comunicazione gli stiamo dando filo da torcere. Perché non è accettabile che un Partito Politico abbia ingannato i propri elettori, gridando allo scandalo mentre stava all’opposizione, venendo in Piazza a manifestare con noi per i crediti fiscali bloccati e che oggi si comporti peggio del Governo precedente. Committenti, tecnici ed imprenditori che li hanno votati e si sono sentiti traditi, recentemente, sono entrati nella loro pagina ufficiale (lasciata quel giorno stranamente incustodita) e altri profili social di onorevoli e senatori singoli, e sono stati letteralmente assaltati da disperati sull’orlo del fallimento”.
“In particolare, il Post di Fratelli d’Italia, relativo all’accusa che hanno mosso nei confronti dell’Europa di voler applicare una patrimoniale sulle case degli italiani richiedendo il Decreto attuativo nel “Fit For 55”, ha scatenato più di 500 commenti contro di loro e numerosi post relativi a Class Action. Il giorno dopo, per difendersi, hanno cominciato a pubblicare ogni ora contenuti di Fratelli d’Italia, dove si auto-lodavano così da far finire sempre più in basso il post preso d’assalto”.
Come si è espresso il Governo Meloni sulla questione?
“Quasi la totalità del Parlamento di opposizione di maggioranza, vorrebbe sbloccare i crediti fiscali e vengono presentati centinaia di emendamenti su questa materia in ogni Decreto Legislativo, volta allo sblocco dei crediti di imposta. Poi arrivano i capi gruppo, con ordine dai piani alti, che dicono che questi emendamenti non sono ammissibili e non li presentano. Il Parlamento è sovrano, quindi noi dobbiamo fare grande pressione sugli onorevoli semplici. Già sappiamo che ci sono delle forti divisioni interne riguardo a questo tema e attaccheremo singolarmente ognuno di loro, attuando una pressione con ogni strumento possibile. Importante è che tutti i giornali, non comandati dal main stream, prendano tutte le bugie che dicevano questi onorevoli in campagna elettorale o quando stavano all’opposizione e li sbugiardino. Questo è ciò che li tocca maggiormente. Dobbiamo distruggere ogni falsa comunicazione”.
Perché il Governo ha preso la decisione di stroncare il Superbonus 110%, consapevole delle tragiche conseguenze?
“Il Superbonus 110% è un ottimo investimento per lo Stato. Ha creato PIL, le relazioni hanno quantificato che lo Stato ci può addirittura guadagnare. Quindi, perché toglierlo? Quasi tutti i Paesi del mondo oggi sono comandati dai mercati finanziari. Quindi giocare sul debito pubblico degli Stati è una cosa che al mercato finanziario piace. Si potrebbero fare molte manovre per svincolarsi da quest’ultimo, però oltre a loro avrebbero molto da perdere anche le grandi compagnie, che hanno tutti gli interessi di fare saccheggi per i loro investimenti”.
“Se venisse ripristinata un’economia fiorente, com’era la nostra negli anni Novanta, si rafforzerebbe il ceto medio e cambierebbe tutto, e torneremmo ad essere padroni del nostro Paese. Dunque, il Superbonus 110% è stato stroncato per una questione ideologica, i numeri parlano chiaro”.
“Qual è il problema in Europa? La Commissione Europea – prosegue Toth – è estremamente progressista. L’ala della Presidente Ursula Gertrud Von Der Leyen odia chi vuole distruggere le piccole e medie imprese e le vorrebbe tutelare, vuole misure progressiste, dove il denaro venga distribuito in modo equo, a partire dal basso. La Banca Centrale Europea, invece, vuole l’opposto. Sono due blocchi che si stanno contrastando in maniera forte. Ma è anche vero che, per i giochi ideologici, non possono andare di mezzo i cittadini e le loro famiglie”.
Questa difficile situazione ha creato profondo malessere e portato molti imprenditori a compiere gesti estremi, in preda alla disperazione. Ne vuole ricordare qualcuno?
“Una settimana fa è deceduto un nostro ex Consigliere Nazionale, Giampaolo Ferradini colto da un infarto. Questa persona era un intermediario finanziario che aveva grossi problemi a cedere i crediti di aziende che seguiva, oltre a combattere in maniera eroica il sistema, ed era sottoposto a livelli di stress inimmaginabili. Un altro è stato colpito da un ictus. Un altro ancora si è ammalato di tumore ed è venuto a mancare recentemente. Oltre ai casi citati in Associazione, abbiamo appreso da giornali di molti episodi di gesti estremi, tra cui un imprenditore di Cesena, che ha bevuto l’acido muriatico, pensando poi alla sua famiglia ha cambiato idea, chiamando l’ambulanza e dichiarando il suo gesto, ma ormai era troppo tardi e quando i soccorsi sono arrivati lo hanno trovato purtroppo senza vita”.
“Qualche mese fa, a Cesena, un altro imprenditore si è puntato una pistola alla fronte e si è sparato all’ingresso della Banca Credito Cooperativo romagnolo, dove aveva aperto un mutuo di cui non riusciva più a pagare le rate. Fortunatamente si è salvato. Diversi suicidi - ricorda Norbert Toth - sono accaduti sotto il periodo natalizio. Probabilmente mancavano i soldi per fare i regali ai bambini e la sensazione di fallimento era troppo grande. Per arrivare a fare gesti del genere vuol dire che la situazione è grave. Altro indicatore della catastrofe imminente sono il record di divorzi nell’anno 2022. Sembrerebbe, però, che a Fratelli d’Italia queste cose interessino poco”.