Frenano ancora i protesti cambiari in provincia di Reggio Emilia. Tra gennaio e giugno di quest’anno, assegni, cambiali e tratte dei reggiani - famiglie e imprese - sono infatti scesi dai 1.338 del primo semestre 2018 a 794, con una flessione superiore al 40%.
Più che dimezzato, inoltre, è il valore dell'insoluto che, secondo l’analisi dell'ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia sulla base dei dati del Registro informatico dei protesti di Infocamere, ammonta a poco più di 872mila euro rispetto ai 1.847 mila del 2018 (-53%).
Le cambiali si confermano, numericamente, i titoli di credito più protestati, rappresentando il 95% degli insoluti, ma l’ammontare complessivo (poco più di 346 mila euro) non supera il 40% del valore totale.
La diminuzione registrata è da attribuire principalmente alla forte riduzione del numero di assegni scoperti, che passa dai 345 del primo semestre 2018 ai 40 dell'anno in corso (-88,4%), mentre la contrazione dell’importo complessivo si è attestata a -55,1%. Il più consistente calo del numero degli assegni rispetto alla riduzione dell’importo evidenzia, ovviamente, la salita del valore medio di ciascun titolo, passato da 3.390 a 13.142 euro.
I dati, inoltre, mostrano una diminuzione degli effetti di importo minore, mentre crescono quelli più elevati. Oltre il 90% dell’importo complessivo, infatti, e quasi la metà degli assegni protestati – 18 dei 40 totali – si concentra nella fascia “da 5.000 a 100.000 euro” facendo salire il valore medio da 11.772 a oltre 26 mila 700 euro.
Relativamente ai “pagherò” scoperti, a fronte di una diminuzione numerica del 24,1% (da 993 a 754), si registra un decremento nel valore di oltre 331 mila euro (-48,9%), con il passaggio da quasi 678 mila euro del 2018 a poco più di 346 mila del primo semestre 2019. Il valore medio per effetto è sceso così da 682 a 459 euro.
Fonte: Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia