Firmato l'accordo per la campagna cerealicola 2013-2014 per un quantitativo di circa 95.000 tonnellate, pari a una superficie di 16.000 ettari -
Bologna, 10 gennaio 2014 -
Una filiera interamente emiliano-romagnola, dalla terra alla tavola, per una prodotto di eccellenza del made in Italy quale è la pasta. E' stato firmato a Bologna l'accordo per la fornitura al Gruppo Barilla di grano duro di alta qualità coltivato in Emilia-Romagna. L'intesa, valida per la campagna cerealicola 2013-2014, prevede un quantitativo di circa 95 mila tonnellate, pari a una superficie di 16 mila ettari e, tra le novità, un decalogo di sostenibilità introdotto da Barilla.
"Con questa intesa diamo certezze preventive di prezzo, qualità e quantità sia ai produttori che alla Barilla - spiega l'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni – Ciò significa dare stabilità a un comparto importante del made in Italy. D'altra parte quello odierno è l'ottavo rinnovo consecutivo: la migliore dimostrazione della validità di questa iniziativa. Lavoriamo per estenderla anche ad altre filiere. Il futuro dell'agricoltura sta qui".
L'accordo quadro, è stato firmato oggi a Bologna - alla presenza dell'assessore Rabboni - da Luca Virginio, responsabile relazioni esterne per il Gruppo Barilla; Roberto Biribin della Società Produttori Sementi di Bologna in rappresentanza dell'industria sementiera e, in rappresentanza della parte agricola, da Alberto Stefanati (Grandi Colture italiane), Raimondo Ricci Bitti (OP Cereali), Ivan Cremonini (CerealCap), Paolino Fini (OP Capa Ferrara).
Partito nel 2005, per iniziativa dell'assessorato regionale all'Agricoltura, l'accordo ha permesso in questi anni di fare dell'Emilia-Romagna uno dei poli di eccellenza nazionali, sia per le rese ad ettaro che sotto il profilo qualitativo, della produzione di grano duro. Un risultato tanto più importante se si considera la forte dipendenza dall'estero dell'Italia in questo settore: a fronte di un fabbisogno da parte dell'industria molitoria nazionale di circa 5,5 milioni di tonnellate di frumento duro, la produzione interna media degli ultimi anni è stata intorno ai 3,5 milioni di tonnellate. In Emilia-Romagna grazie all'accordo di filiera con il Gruppo Barilla si è verificato un importante rilancio delle superfici. Il tutto in un mercato dei cereali soggetto ormai da diversi anni a forti tensioni internazionali sotto il profilo dei prezzi, con ripercussioni sull'intera filiera.
"Per Barilla questo è un giorno di festa perchè acquistiamo grano e per di più emiliano-romagnolo – ha sottolineato Luca Virginio di Barilla – si tratta di un'esperienza che è un po' la nostra punta di diamante e non solo a livello nazionale. Per noi infatti è fondamentale assicurare la qualità costante nel tempo del nostro prodotto e questo possiamo farlo solo attraverso contratti a medio-lungo termine".
Raimondo Ricci Bitti, dell'Op Cereali, ha ricordato l'importanza "del decalogo di sostenibilità di Barilla. Esso si affianca al disciplinare di produzione definito dalla Regione che fin dall'inizio di questa esperienza rappresenta la vera base di attività dei nostri agricoltori e centri di stoccaggio. Si tratta di novità che nel corso del tempo porteranno a cambiare lo stesso approccio delle aziende agricole".
Cosa prevede l'accordo
L'accordo quadro coinvolge l'intera filiera di produzione del grano duro per garantire la programmazione della produzione e delle consegne e fare del prodotto coltivato in regione un'alternativa competitiva ai grani di importazione. Molteplici i vantaggi: un'adeguata remunerazione per gli agricoltori, una materia prima di qualità per la pasta Barilla, maggior rispetto per l'ambiente.
Tra le novità dell'intesa 2013-2014: una semplificazione del meccanismo di fissazione dei prezzi di compravendita e l'inserimento di un decalogo di sostenibilità elaborato da Barilla per migliorare l'impatto ambientale della coltura favorendo nel contempo la sua resa quanti-qualitativa. Le indicazioni del decalogo, si integrano e si completano con quelle già messe in pratica dal disciplinare di produzione della Regione Emilia-Romagna. Il contratto quadro prevede in particolare l'impegno a utilizzare principalmente determinate varietà (Normanno, Odisseo, Levante e Saragolla) adatte all'utilizzo nell'industria pastaria poiché in grado di fornire una qualità di glutine con caratteristiche superiori a quelle della media italiana. Due le modalità per stabilire il prezzo di vendita: una quota legata al prezzo di mercato della Borsa merci di Bologna, con premialità in funzione della qualità, e un'altra legata al prezzo fisso. Sono inoltre stabiliti meccanismi premianti in funzione delle modalità di produzione e conservazione dei grani.
Nel dettaglio, il contratto quadro si articola in singoli accordi firmati dal Gruppo Barilla e dai fornitori. A loro volta questi ultimi – OP Cereali, OP Grandi Colture Italiane, OP Capa Ferrara, CerealCap - stipulano con i singoli agricoltori soci gli impegni di coltivazione, con le specifiche tecniche e le opzioni di valorizzazione del grano duro.
La Società Produttori Sementi di Bologna, selezionatrice e costitutrice delle varietà identificate dal disciplinare, sviluppate con un' attività di ricerca e sperimentazione in parte sostenuta anche dalla Regione, fornisce gran parte del seme necessario alle coltivazioni.
(fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
E’ stato emesso dalla Regione Emilia-Romagna l’ultimo mandato di pagamento per gli allevatori interessati dagli abbattimenti per l’influenza aviaria.
Bologna, dicembre 2013
L’importo totale degli indennizzi pagati agli allevatori supera i 9 milioni (9.483.010 euro, per l’esattezza). Tutti i pagamenti non hanno superato i 90 giorni dalla conclusione delle operazioni di abbattimento e distruzione degli animali contagiati.
E’ stato indennizzato il valore degli animali, delle uova e dei mangimi distrutti sia negli allevamenti sede di focolaio, sia in quelli dove c’era un sospetto di infezione, sia in quelli svuotati per evitare la diffusione del virus.
Dalla vigilia di ferragosto al 21 settembre scorso sono stati interessati, in momenti temporali diversi, ben 18 allevamenti di galline ovaiole e tacchini di dimensioni differenti, da poche unità a 600.000 capi.
“Concludere le operazioni di pagamento in tempi così brevi – hanno dichiarato l’assessore alle Politiche per salute, Carlo Lusenti, e all’Agricoltura, Tiberio Rabboni – è stato possibile grazie all’impegno di tutto il sistema regionale: dalle Aziende sanitarie, dove sono state raccolte e valutate le richieste di indennizzo, ai sindaci dei Comuni interessati che hanno dovuto emettere gli atti di riconoscimento dei contributi pubblici, fino ai tecnici dei due assessorati”.
Il 1 gennaio la Grecia ha assunto la Presidenza dell'Unione Europea. Poi, a giugno, toccherà all’Italia.
di Virgilio - Parma, 9 gennaio 2014 -
12 mesi di PIGS - l’acronimo ben poco rispettoso per identificare i Paesi in maggiore difficoltà finnaziaria all’interno dell’UE e cioè Portogallo, Italia, Grecia e Spagna - alla guida dell’UE. Una occasione unica per cercare di realizzare un tandem progettuale tra il primo ministro ellenico Antonis Samaras, leader del centro-destra di Nuova democrazia, che guida una coalizione con i socialisti del Pasok e il suo successore alla Presidenza di turno (giugno 2014) che probabilmente sarà Enrico Letta, salvo elezioni anticipate.
Un’occasione unica per cercare di portare quelle riforme che possano consentire ai Paesi in difficoltà di riprendersi e tornare compiutamente a meglio contribuire allo sviluppo dell’intera unione.
L’obiettivo è convincere i partner più forti, a cominciare dalla Germania, a una maggior flessibilità.
L’8 gennaio ci sarà l’investitura ufficiale del nuovo presidente di turno in attesa di vedere gli sviluppi della politica nostrana che, in teoria, dovrebbe già adoperarsi per fare un piano di azione da giocarsi nel secondo semestre del 2014.
Attenzione che i partiti nazionalisti e antieurepeisti stanno crescendo in tutti i Paesi europei e alle prossime elezioni per il Parlamento Europeo (maggio 2014) potrebbero riservare molte sorprese.
Olio extra vergine di oliva: Italia secondo esportatore in Russia
di Virgilio - Parma 08 gennaio 2014 --
L’Italia con i suoi 3.800 Ton. di Olio extra vergine consolida il secondo posto tra gli esportatori in Russia. A renderlo noto l’ICE, l’Agenzia Italiana per il Commercio Estero che però segnala anche la forte ripresa della Grecia in questo grande e importante mercato al punto tale da avere triplicato i volumi nel periodo preso in esame.
La Spagna è largamente al comando della speciale classifica garantendosi il 50% del mercato mentre, come si diceva, l’Italia copre il 25% delle forniture per un valore d’esportazione di 15,6 milioni di dollari.
Fortemente danneggiata dal terremoto del maggio 2012, lo stabilimento di San Felice sul Panaro, è stato inaugurato a conferma della determinazione e della forza delle donne e degli uomini della cooperazione.
San Felice sul Panaro, dicembre 2013 --
“L’inaugurazione di oggi dimostra che ci sono imprenditori che reagiscono con tenacia e istituzioni che funzionano.” Così l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni a San Felice sul Panaro, lo scorso 19 dicembre, dove ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione del nuovo stabilimento della cooperativa Italfrutta, gravemente colpita dal terremoto. “In diciotto mesi lo stabilimento è stato ricostruito grazie alla caparbietà dei soci e dei dirigenti. Lo hanno fatto continuando a lavorare e chiudendo l’anno con un bilancio positivo. Alla loro reazione si è affiancato il sostegno fondamentale del sistema cooperativo regionale e quello delle istituzioni locali e regionali che hanno collaborato nei processi autorizzati e nel finanziamento dei lavori. Questo gioco di squadra deve essere un motivo di fiducia per tutto il territorio colpito dal sisma".
Il colosso della frutta e della verdura fresca di San Felice sul Panaro ha ricevuto dalla Regione 9 milioni 668 mila euro, di cui 6 milioni già erogati.
Finanziate 40 domande per 34,5 milioni di euro. Scade il 3 febbraio il bando per la messa in sicurezza dei prefabbricati rurali
Su 108 domande presentate, per un ammontare di 51,3 milioni di euro, quelle già accolte e finanziate sono atttualmente 40. I relativi decreti di concessione ammontano a 34,5 milioni di euro. Ammontano invece a circa 100 milioni di euro le risorse stanziate dalle diverse misure del Programma di sviluppo rurale. Tra queste è attualmente aperto il bando relativo alla misura 126 – la scadenza è al 3 febbraio - che stanzia 20 milioni messa in sicurezza dei prefabbricati rurale che non hanno ricevuto danni. Le concessioni sono rivolte al ripristino o ricostruzione degli immobili delle imprese agricole e agroindustriali, tra cui caseifici, cantine, strutture di lavorazione dei prodotti agricoli, agriturismi, stalle e porcilaie. Comprendono anche il recupero o l’acquisto di beni strumentali e macchinari, il rimborso dei prodotti Dop e Igp - Parmigiano Reggiano, Grana Padano e Aceti balsamici tradizionali – andati distrutti e la ricostituzione delle scorte e alcune delocalizzazioni temporanee. Per quanto riguarda i pagamenti (dati aggiornati alla fine di novembre) sono già state presentate 25 domande di liquidazione relative sia a stati d’avanzamento sia ad interventi ormai conclusi per un totale di 25 milioni 742 mila euro. Tra queste domande 9 sono state liquidate per un importo complessivo di 19 milioni 537 mila euro, ovvero il 76% del totale.
(Fonte Regione Emilia Romagna)
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 01 06 Gennaio 14
Anno 13 - n° 01- 06 Gennaio 14
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SOMMARIO
Anno 13 - n° 01 06 Gennaio 14
1.1 editoriale
Le tasse diminuiranno anche nel 2014: Vero o falso?
3.1 esselunga
Caprotti in pensione con il ROE-cord
4.1 competitivita’
Legge di stabilità, centralità sull’agricoltura
6.1 Ho.Re.Ca.
Moneta elettronica, preoccupazioni degli esercenti commerciali
6,2 sicurezza alimentare
Il CdA EFSA adotta il programma di lavoro e il bilancio preventivo 2014:
7,3 export vini
Organizzazione Comune di Mercato, pubblicato il regolamento
8,1 latte
In aumento la produzione mondiale di latte nel 2014
9,1 Crisi
Il panettone non va in crisi
10.1 2014 auguri
Buon Anno.
« Penso di avere il diritto di prendermela con un po’ più di calma...ma non sperate di liberarvi così facilmente di me»
di Virgilio - Parma, 03 Gennaio 2014 -
« Penso di avere il diritto di prendermela con un po’ più di calma...ma non sperate di liberarvi così facilmente di me».
Così Berardo Caprotti ha salutato i dipendenti l’antivigilia di Natale stando alla ricostruzione dell’ANSA.
Un diritto sacrosanto per un uomo che ha inventato l”ESSELUNGA” portandola ai vertici per qualità di referenze e per efficienza.
88 anni di cui 62 spesi al servizio della propria impresa e con successo per di più. Un successo di efficienza che colloca la catena di Caprotti ad eccellere (dati 2012) in ROE (Return On Equity) e ad avere il miglior indice di costi di personale per unità di superficie. “Mister Esselunga” lascia la guida ai manager che si ritrovano ad amministrare un gruppo di quasi 7 miliardi di fatturato, 144 Store e 20.000 dipendenti e quel che forse, in questo tempo di crisi conta, ad alta efficienza e reputazione.
“Esselunga – riferisce infatti l’Ufficio studi di Mediobanca - ha confermato nel 2012 il maggiore ricavo per metro quadrato di superficie (calcolato sui soli punti vendita di proprietà) a oltre 16.400 euro/mq. E' l'unico operatore ad averlo aumentato, tanto sul 2008 (+2,4%) che nell'ultimo anno (+2%). Gli altri gruppi si collocano tra i 6.800 euro/mq delle Coop (-4% sul 2008, - 1,6% nel 2012) e i 4.800 euro/mq di Gecos (-11,9% sul 2008, -1,8% nel 2012). Flessioni assai importanti sul 2008 hanno interessato Carrefour (-16,1%) e Auchan (-13,3%).” E sempre a proposito di Esselunga, l’ufficio studi di Foro Bonaparte, sottolinea i margini sul fatturato ampiamente migliori della media, già a partire dal valore aggiunto. “Il costo del lavoro ha l'incidenza più bassa (pur avendo Esselunga, il maggiore numero di dipendenti per 1.000 mq di superficie) e anche gli ammortamenti pesano relativamente di meno (2% del fatturato). Ciò si traduce in un roe che nel 2012 ha toccato 21,9% (per curiosità: nel 2012 il roe di Armani è stato del 15,1%). A parte Gecos (3,9% il roe), tutti gli altri gruppi hanno chiuso il 2012 in perdita. Nell'ultimo quinquennio hanno cumulato perdite nette Carrefour (2,7 miliardi, anche a seguito della svalutazione dell'avviamento GS per 1,6 mld del 2011), Auchan e Coop (attorno ai 100 milioni ognuna). In utile Gecos (113 milioni) ed Esselunga (1,1 miliardi)”.
Per i dati del 2013 ci sarà da attendere ancora un mese ma è facile ritenere che non sarà molto diverso dal 2013, forse non in valore assoluto, ma in relazione agli altri gruppi distributivi.
Alla nuova guida di Esselunga è stata lasciata una macchina efficiente che ancora potrà dare molto ma dovrà essere condotta con la stessa forza e determinazione del suo fondatore, Bernardo Caprotti, al quale auguriamo una serena e lunga vita.
Legge di stabilità, De Girolamo: lavoro profondo, ora tutti consapevoli della centralità dell’agricoltura
Roma dicembre 2013 --
Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali ha partecipato ad una conferenza stampa alla Camera in cui sono state illustrate le norme in favore del settore agricolo contenute nella Legge di Stabilità. Insieme al Ministro De Girolamo erano presenti alcuni membri della Commissione Agricoltura della Camera: il Presidente Luca Sani, il vicepresidente Massimo Fiorio, Mario Catania, Capogruppo di Scelta civica in Commissione e Nicodemo Oliverio, Capogruppo del Pd.
“Abbiamo portato a compimento un grande lavoro, coerente e profondo, per favorire la competitività del settore agricolo e ci siamo riusciti grazie a una stretta collaborazione con il Parlamento. Il Governo ha mostrato una particolare attenzione all’agricoltura che, finalmente, è tornata ad essere dopo tanto tempo un argomento centrale nell’agenda politica italiana. Abbiamo adottato misure strutturali che, dal 2014, permetteranno crescita e sviluppo del comparto”.
Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, nel corso di una conferenza stampa alla Camera in cui sono state illustrate le norme in favore del settore agricolo contenute nella Legge di Stabilità. Insieme al Ministro De Girolamo erano presenti alcuni membri della Commissione Agricoltura della Camera: il Presidente Luca Sani, il vicepresidente Massimo Fiorio, Mario Catania, Capogruppo di Scelta civica in Commissione e Nicodemo Oliverio, Capogruppo del Pd.
“Sono soddisfatta per le misure che sono state approvate – ha spiegato il Ministro De Girolamo – e che consentiranno più occupazione e un maggiore accesso al mercato. È stata condotta un’opera di revisione fiscale profonda, che rende giustizia a un mondo come quello dell’agricoltura che richiede e merita maggiore attenzione. Naturalmente tutto è migliorabile, ma sapevamo che è necessario trovare sempre un equilibrio tra gli obiettivi e la realtà delle cose. I margini che avevamo erano stretti, visto che questa Legge di Stabilità parte da una situazione di crisi”.
Di seguito alcune delle misure adottate:
1- ELIMINATA IMU 2014 SU FABBRICATI RURALI E ALIQUOTA TASI FISSATA AL MASSIMO ALL’UNO PER MILLE
A partire dal 2014 i fabbricati rurali sono esentati dall’Imu e avranno aliquota Tasi fissata con un limite massimo dell’uno per mille.
2- RIDUZIONE IMU 2014 SU TERRENI PER COLTIVATORI DIRETTI E IMPRENDITORI AGRICOLI
È ridotto da 110 a 75 il moltiplicatore per i terreni agricoli di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti alla previdenza agricola.
3- 20% TERRENI AGRICOLI DEMANIALI RISERVATO A GIOVANI UNDER 40 E MISURE PER I GIOVANI
L’emendamento riserva il 20% dei terreni agricoli demaniali per l’affitto agli under 40 e rappresenta un segnale in favore del ricambio generazionale nel comparto agricolo. La norma prevede anche un meccanismo di determinazione del canone in grado di evitare operazioni speculative finalizzate all'innalzamento dello stesso, individuando al contempo un parametro di riferimento certo nell'applicazione della procedura. Il provvedimento prevede che gli interventi per l'accesso al mercato dei capitali gestisti da ISMEA attraverso il Fondo di Capitale di Rischio siano prioritariamente destinati alle imprese agricole ed agroalimentari condotte da giovani.
4- PICCOLA PROPRIETÀ CONTADINA
Vengono ripristinate le agevolazioni tributarie previste per la piccola proprietà contadina e per gli interventi fondiari operati da Ismea. Tali operazioni sconteranno l'imposta di registro ed ipotecaria in misura fissa e imposta catastale all'1%, nel caso in cui il trasferimento dei terreni sia a favore di coltivatori diretti e di imprenditori agricoli professionali. Negli altri casi l'aliquota è fissata al 12%.
5- RIPRISTINATA PER SOCIETÀ AGRICOLE OPZIONE TRA REDDITO CATASTALE O A BILANCIO
Viene ripristinata la facoltà, per le società di persone e di capitali che svolgono esclusivamente attività agricola, di optare per la determinazione del reddito su base catastale anziché in base al bilancio.
6- 5% RISORSE FONDO SVILUPPO E COESIONE PER INTERVENTI DI EMERGENZA CON FINALITÀ DI SVILUPPO NEL SETTORE AGRICOLO
Si consente di utilizzare anche nel settore agricolo il cinque per cento delle risorse del Fondo di sviluppo e coesione che può essere utilizzato per ‘interventi di emergenza con finalità di sviluppo’.
7- FONDO PER IMPRESE ESPORTATRICI
Viene introdotto un finanziamento di 50 milioni di euro per il 2014 per fondo rotativo per concessione finanziamenti a tasso agevolato alle imprese che esportano. Riservato il 40% in favore imprese del settore agroalimentare.
8- INSERITE ATTIVITÀ AGRICOLE TRA QUELLE FINANZIABILI CON FONDO PER CALAMITÀ
9- RISORSE PER CFS E NAC PER CONTRASTO CRIMINALITÀ AGROAMBIENTALE
Sono state destinate risorse specifiche per riconoscere l’impegno delle forze dell’ordine, incluso il Corpo forestale dello Stato e i Nac, per il contrasto alla criminalità agroambientale.
10- ULTERIORI 5 MILIONI PER FONDO INDIGENTI (ORA 10 MILIONI DI DOTAZIONE)
Ulteriore stanziamento di 5 milioni di euro, per un totale di 10 quindi, in favore del fondo per l’acquisto di derrate alimentari per gli indigenti.
11- RIPRISTINATA A 5 MILIONI LA DOTAZIONE DEL FONDO BIETICOLO SACCARIFERO
Ripristino della quota di 5 milioni di euro per il fondo bieticolo saccarifero, che era stato ridotto a 4 milioni nel passaggio al Senato.
12- 5 MILIONI DI EURO PER FLOTTA AEREA ANTINCENDIO CFS
Per garantire il funzionamento della flotta aerea antincendio del Corpo forestale dello Stato il Programma "Interventi per soccorsi", è previsto lo stanziamento di 5 milioni di euro a decorrere dall'anno 2014.
13- FONDO DI SOLIDARIETÀ NAZIONALE
Confermato anche per il 2014 lo stanziamento di 120 milioni di euro sul Fondo di solidarietà nazionale per gli aiuti sulla spesa assicurativa, con i quali sarà possibile coprire integralmente le esigenze di spesa fino all'attuale campagna assicurativa, e partire con la nuova programmazione comunitaria senza soluzioni di continuità che potrebbero mettere a rischio non solo i risultati fino ad oggi ottenuti ma anche i futuri obiettivi di ampliamento del sistema a nuove realtà produttive e territoriali grazie ai nuovi strumenti a disposizione.
14- RIFINANZIAMENTO 499/99
In vista di Expo 2015 e al fine di sostenere lo sviluppo e la competitività del sistema agricolo ed alimentare nazionale, sono previsti 60 milioni di euro (di cui 30 mln di euro per il 2014, 15 mln di euro per il 2015, 15 mln di euro per il 2016) per il rifinanziamento della legge 449/99.
15- FONDI EUROPEI
L'articolo 8 della legge di stabilità stanzia le risorse necessarie per la copertura della quota nazionale dei programmi cofinanziati dall'Unione europea per il periodo 2014/2020, nel settore dei fondi strutturali, dello sviluppo rurale e della pesca. Per quanto riguarda lo sviluppo rurale, la norma prevede l'attivazione di un importo compreso tra 9 e 10,4 miliardi di euro, in funzione del tipo di programmazione che verrà scelto, per il 70% a carico dello Stato e per il restante 30% a carico delle Regioni e Province autonome, che si affiancheranno agli altri 10,4 miliardi messi a disposizione dall'Unione europea attraverso il Feasr (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale). In questo modo, sarà presto possibile definire, in accordo con le Regioni e i rappresentanti del mondo agricolo, i nuovi programmi di sviluppo rurale, attraverso cui saranno complessivamente resi disponibili 20,8 miliardi di euro nei prossimi 7 anni.
16- 5 MILIONI DI EURO PER EMERGENZA XYLELLA FASTIDIOSA
Nella legge di stabilità è stata data una risposta all'emergenza della xylella fastidiosa, che sta colpendo gravemente gli olivi secolari specialmente in Puglia, attraverso uno stanziamento di 5 milioni di euro per il 2014 per il rafforzamento del servizio fitosanitario nazionale con particolare riferimento all’emergenza provocata dalla xylella fastidiosa.
17- 30 MILIONI DI EURO PER CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGA SETTORE PESCA
18- DAL 1° GENNAIO PREZZI SOMMINISTRAZIONI ALIMENTI TRAMITE DISTRIBUTORI AUTOMATICI POSSONO ESSERE AUMENTATI SOLO PER ADEGUAMENTO AUMENTO IVA
convalida inoltre il piano pluriennale 2014-2016 -
Parma, dicembre 2013 -
Il consiglio di amministrazione dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha adottato un nuovo documento di programmazione che include un piano pluriennale 2014-2016 nonché il programma annuale particolareggiato di lavoro e il bilancio preventivo per l’esercizio 2014.
Il piano pluriennale (in breve MAP) mira a rafforzare le modalità con cui l’EFSA fornisce consulenza scientifica, onde fare un uso ottimale delle capacità insite nella comunità UE dei valutatori del rischio , mettere in atto una maggiore trasparenza e ispirare una maggior fiducia nel pubblico. Il documento prende in considerazione una serie di obiettivi strategici, nonché le raccomandazioni del CdA del dicembre 2012 basate sui risultati della seconda valutazione esterna dell'EFSA.
Nonostante una riduzione delle risorse disponibili nell’arco temporale 2014-2016, il piano è stato concepito per garantire l’efficace compimento dei programmi di lavoro dell'EFSA con una riduzione dei costi, una più estesa cooperazione e la creazione di sinergie nel sistema europeo di sicurezza alimentare. Le attuali misure di austerità che interessano tutte le istituzioni dell'UE implicheranno la perdita nel periodo in questione di 21 posti di lavoro all’EFSA , mentre il suo bilancio rimarrà relativamente stabile a circa 79,6 milioni di euro.
“Il consiglio di amministrazione ha appoggiato questo nuovo approccio alla pianificazione all’interno dell’EFSA per contribuire a garantire che essa possa operare efficacemente, proteggendo i consumatori in vari campi. Ciò è particolarmente impressionante alla luce dei recenti cambi ai vertici dell’Autorità, che mettono in risalto la sua abilità di continuare a produrre atti scientifici di alta qualità”, ha dichiarato il presidente del consiglio di amministrazione Sue Davies.
Il MAP confluirà nella più ampia revisione della strategia istituzionale EFSA 2009-2013, che per il periodo 2014-2018 verrà ridefinita sotto la responsabilità di un nuovo direttore esecutivo e sarà indirizzata dal quadro finanziario pluriennale dell'UE.
Il MAP comprende una serie di iniziative nel campo della scienza, della comunicazione e dell’ottimizzazione delle risorse quali:
- confezionare un programma pluriennale di valutazione del rischio dell'UE, in collaborazione con la Commissione europea, gli Stati membri e i partner dell'UE basato sulle priorità in termini di salute pubblica e rischi emergenti;
- rafforzare il ruolo dell'EFSA come collettore europeo di dati sulla sicurezza alimentare, sviluppando la politica EFSA relativa a data warehouse e accesso ai dati;
- ottimizzare il ruolo degli esperti, del personale e di altri partner all’interno del processo di valutazione del rischio;
- definire il ruolo internazionale dell'EFSA e migliorare la cooperazione;
- potenziare le modalità con cui l’EFSA fornisce consulenza scientifica migliorando l’interazione con i gestori del rischio e altre parti interessate, attuando al contempo gli utili commenti pervenuti dagli utenti;
- aumentare la fiducia nelle attività dell’EFSA adottando una politica aggiornata di apertura e trasparenza, e rivedendo la politica di indipendenza dell'EFSA con le sue norme attuative;
- migliorare la comprensione, la definizione e la soddisfazione delle esigenze del pubblico di riferimento;
- accrescere la chiarezza della comunicazione EFSA e migliorare la diffusione delle informazioni;
- sensibilizzare, far comprendere e far riconoscere l'EFSA e il suo ruolo di valutatore del rischio nell'UE;
- promuovere l’omogeneità nella comunicazione del rischio assieme all’UE e ai partner internazionale.
Regolamento (UE) n. 1370 2013 del Consiglio: misure per la fissazione di determinati aiuti e restituzioni connessi all'organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli
Roma 31.12.13--
È stato pubblicato oggi sulla GUUE il Regolamento (UE) n. 1370/2013 del Consiglio, del 16 dicembre 2013, recante misure per la fissazione di determinati aiuti e restituzioni connessi all'organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli.
Il regolamento prevede misure per la fissazione dei prezzi, dei prelievi, degli aiuti e delle limitazioni quantitative nell'ambito dell'OCM unica.
In particolare, il regolamento prevede disposizioni in merito a:
- prezzi di intervento pubblico;
- prezzi di acquisto all'intervento e limitazioni quantitative applicabili;
- aiuto all’ammasso privato;
- aiuti per la distribuzione ai bambini di ortofrutticoli;
- aiuto per la distribuzione di latte e di prodotti lattiero-caseari ai bambini;
- tassa sulla produzione nel settore dello zucchero;
- restituzione alla produzione nel settore dello zucchero;
- prezzo minimo della barbabietola;
- adeguamento delle quote nazionali di zucchero;
- prelievo sulle eccedenze nel settore dello zucchero;
- meccanismo temporaneo di gestione del mercato nel settore dello zucchero;
- fissazione delle restituzioni all'esportazione;
- misure specifiche per le restituzioni all'esportazione per cereali e riso.
Il regolamento, consultabile qui, si applica a partire dal 1° gennaio 2014. Le disposizioni relative allo zucchero si applicano fino alla fine della campagna di commercializzazione dello zucchero 2016/17 il 30 settembre 2017.
(Fonte AIOL)
Roma, dicembre 2013
La produzione di latte a livello mondiale è attesa in aumento nel 2014, secondo le previsioni divulgate dal Dipartimento Agricoltura degli Stati Uniti, grazie a condizioni climatiche favorevoli, alla crescita dei prezzi alla stalla e a costi dei mangimi più contenuti. La produzione dei primi 5 paesi esportatori - Nuova Zelanda, UE, USA, Australia e Argentina - dovrebbe complessivamente aumentare dell'1,5% per un ammontare di circa 4,2 milioni di tonnellate in più rispetto al 2013. La percentuale di incremento più significativa della produzione è attesa in Nuova Zelanda (+5%), dove la maggior parte del latte è destinato a prodotti da inviare sul mercato estero, principalmente latte intero in polvere e burro.
(Fonte Ismea)
L’export per lo spumante italiano ha fatto il record (+16%) ma subito dopo è il panettone che contribuisce ad affermare il made in Italy in questo ultimo dell’anno.
Parma, 31 dicembre 2013 - Niente crisi per il panettone anzi con il suo +14% insidia il record delle “bollicine Italiane” (+16%) in fatto di export.
Il Made in Italy alimentare continua a tenere e soprattutto nelle più importanti ricorrenze ecco che il consumatore sceglie i nostri prodotti tipici.
Un valore d’esportazione che a Natale ha superato i 2,7 miliardi di euro, sulla base delle proiezioni relative al mese di dicembre 2013.
E’ quanto stima la Coldiretti nel sottolineare il successo dei prodotti alimentari italiani all’estero dove, nonostante la crisi, cresce la domanda di prodotti tipici nazionali per imbandire le tavole delle feste. Ad aumentare - sottolinea la Coldiretti - è il valore delle esportazioni di tutti i prodotti più tipici del Natale, dallo spumante (+16 per cento) ai panettoni (+14 per cento), ma crescono anche i vini (+8 per cento), i salumi (+5 per cento), la pasta (+4 per cento) e i formaggi (+3 per cento), secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat relative ai primi nove mesi del 2012.
A guidare la classifica di questo Natale è dunque lo spumante italiano che all’estero fa segnare un aumento record in valore del 16 per cento conquistando così il primato sullo champagne. Un successo che - sottolinea la Coldiretti - è anche il frutto della crescita negli Stati Uniti (+24 per cento) che si confermano principale importatore, ma le bollicine vanno piu’ forte anche in Russia (+31 per cento) e nel Regno Unito (+50 per cento), mentre in Cina gli acquisti sono addirittura raddoppiati. Si tratta di risultati che - precisa la Coldiretti - trainano l’intero settore dei vini per i quali si registra complessivamente un aumento dell’8 per cento in valore dell’export. Ad essere molto richiesti - continua la Coldiretti - sono anche i dolci nazionali come panettoni, altri prodotti della pasticceria tipica delle feste, in aumento del 14 per cento in valore. Ma vanno bene anche i salumi, con una crescita del 5 per cento.
Tiene anche la domanda di formaggi italiani che fanno registrare un aumento in valore delle esportazioni del 3 per cento e si stima che nel mese di Natale saranno spesi all’estero oltre 180 milioni di euro per gustarli, con il parmigiano reggiano ed il grana padano in testa. Sulle tavole mondiali delle feste - precisa la Coldiretti - si mangerà anche molta pasta italiana per effetto di un aumento delle esportazioni del 4 per cento in valore. L'andamento sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare da una piu’ efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all'Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale: All'estero - stima la Coldiretti - il falso Made il Italy a tavola fattura 60 miliardi di euro e sono falsi tre prodotti alimentari di tipo italiano su quattro. Un fenomeno che frena la diffusione del Made in Italy e che - conclude la Coldiretti – è causa di danni economici, ma anche di immagine.
Aumentano il volume di latte lavorato e il numero di forme prodotte dai caseifici cooperativi modenesi -
Modena, 30 dicembre 2013 -
Aumentano il volume di latte lavorato e il numero di forme prodotte dai caseifici cooperativi modenesi, cala leggermente il prezzo medio di liquidazione del latte. Lo comunica Confcooperative Modena, che ha analizzato i bilanci al 31 dicembre 2012 delle 43 cooperative casearie aderenti (31 di montagna e dodici di pianura), le quali rappresentano il 59 per cento dei 73 caseifici attivi in provincia di Modena al 30 settembre scorso (363 nell'intero comprensorio del Parmigiano-Reggiano).
«L'anno scorso il latte conferito alle nostre cooperative ha superato 1,7 milioni di quintali, 87 mila quintali in più (+ 5,5 per cento) rispetto al 2011 – afferma il direttore di Confcooperative Modena Cristian Golinelli – Questo è accaduto nonostante sia diminuito il numero dei caseifici; ciò significa che si è rivelata giusta la politica delle aggregazioni tra cooperative che stiamo portando avanti da qualche anno». Nel dettaglio i 31 caseifici di montagna (in media hanno nove soci conferenti) hanno trasformato in Parmigiano Reggiano 844 mila quintali di latte, mentre le dodici cooperative di pianura (media di quindici soci) hanno lavorato 896 mila quintali di latte. Nel 2012 in provincia di Modena sono state prodotte 643.501 forme di Parmigiano Reggiano; il 48,6 per cento delle forme è stato prodotto dai 43 caseifici aderenti a Confcooperative Modena (quasi 150 mila forme i caseifici della montagna, 163 mila quelli di pianura).
Si conferma buona la resa del formaggio, che oscilla tra i 7,19 e 7,18 kg di Parmigiano Reggiano ogni cento litri di latte lavorato. L'unico dato non positivo è il calo del prezzo medio di liquidazione del latte, che l'anno scorso si è fermato a 55 centesimi al litro (era di 70 centesimi nel 2010). «Si tratta di valori ancora accettabili, anche se in montagna i costi di produzione sono più alti rispetto alla pianura e gli allevatori hanno margini inferiori», commenta Giordano Toni, presidente del settore lattiero-caseario di Confcooperative Modena. In compenso vanno bene le vendite dirette effettuate dagli spacci aziendali: l'anno scorso i 19 caseifici di montagna che hanno il negozio hanno venduto 13 mila forme (prezzo medio 12,39/kg), mentre i dodici caseifici di pianura con spaccio hanno ricavato un prezzo medio di 12,23 euro/kg dalle 45 mila forme vendute (ma il dato è "inquinato" dalla solidarietà post terremoto).
(Fonte: ufficio stampa Confcooperative Modena)
La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionali alcuni articoli di una legge della Regione Puglia.
Secondo la legge, i prodotti agroalimentari a chilometro zero sono quelli per il cui trasporto - dal luogo di produzione a quello di consumo - vengono emessi meno di 25 chilogrammi di CO2 equivalente per tonnellata, o comunque quelli che sono trasportati solo all’interno del territorio della regione Puglia.
La legge, inoltre, prevede un canale preferenziale per questi alimenti nei bandi per i servizi di ristorazione collettiva degli enti pubblici. Le aziende che avessero garantito forniture costituite almeno per il 35% di prodotti locali, da filiera corta e di qualità, avrebbero avuto priorità sugli altri soggetti.
Una posizione evidentemente campanilistica, contro la quale è ricorsa la stessa Presidenza del Consiglio.
Secondo l’Alta Corte – quella che vigila sul rispetto delle regole fondanti del nostro Paese – una norma di questo tipo viola l’articolo 117 della Costituzione e ben tre diversi articoli del trattato dell’Unione Europea, ostacolando gli scambi intracomunitari, falsando la concorrenza indicendo sulla libertà di intraprendere.
A causa della legge, infatti, i gestori della ristorazione collettiva degli enti pubblici sarebbero stati sostanzialmente costretti a rifornirsi da aziende locali, per garantirsi il titolo preferenziale nell’aggiudicazione degli appalti. In sua difesa, la Regione ha sostenuto che le merci locali avrebbero garantito solo poco più di un terzo delle forniture, consentendo ai prodotti “stranieri” di essere comunque presenti nelle mense.
Una difesa di ufficio, che è servita a poco e non ha convinto i Giudici.
Non è la prima volta che la Corte Costituzionale è chiamata a giudicare e a censurare questo tipo di comportamenti da parte delle amministrazioni locali.
(Fonte Assolatte 16-12-2013 )
Le bollicine in netta controtendenza rispetto all’export dei vini italiani. (+16% nei primi 9 mesi dell'anno)
Roma dicembre 2013 -
Balza a 1,3 milioni di ettolitri l'export di spumanti italiani nei primi 9 mesi del 2013, un quantitativo in crescita dell'8% su base annua, in netta controtendenza rispetto all'andamento complessivo delle esportazioni di vini tricolore. È quanto emerge dalle elaborazioni Ismea dei dati Istat, da cui si evince anche un incremento di oltre il 16% del fatturato all'estero generato dalle bollicine italiane.
A trainare la domanda oltrefrontiera è il segmento catalogato sotto la voce "altri spumanti Dop" - partecipata in misura rilevante dal Prosecco - con incrementi del 27% in volume e del 28% in valore. Per questa categoria si è riscontrato, in questi 9 mesi, un significativo incremento delle vendite in Regno Unito, che con un più 70% in volume (+67% in valore), resta primo nella lista dei mercati di destinazione. Anche negli Usa le spedizioni hanno messo a segno forti progressi sia in quantità che in valuta (rispettivamente +32% e +33%), mentre l'export verso il mercato tedesco ha accusato una decisa battuta d'arresto, riducendosi del 22% in volume e del 6% in termini monetari.
Per l'Asti spumante, che da solo rappresenta il 21% dell'export di bollicine, il dato cumulato da gennaio a settembre 2013 rivela un calo dell'1% dei quantitativi all'estero, a fronte di introiti cresciuti dell'8%. La caduta dei volumi è imputabile essenzialmente alla flessione delle esportazioni in Germania (-23% sia in quantità che in valore). Di contro, si è registrato un netto rafforzamento della presenza in Russia dove le spedizioni di Asti hanno raggiunto i 35 mila ettolitri (+46% su base annua), per un controvalore di circa 16 milioni di euro (+52%). Con questo risultato il mercato russo scavalca, per il momento, quello statunitense e si colloca al secondo posto dietro la Germania. Complice anche la deludente performance nel mercato a stelle e strisce, con 33 mila ettolitri (-6%) e una lieve flessione anche dei corrispettivi valutari. Bene le vendite in Francia e Regno Unito, paesi entrambi in cui l'export ha fatto segnare incrementi a due cifre.
Per i vini italiani nel complesso - conclude l'Ismea - le elaborazioni relative al periodo gennaio-settembre 2013 segnalano una flessione del 3% delle esportazioni in quantità, a fronte di un fatturato cresciuto dell'8%.
(ISMEA)
MAIS dati previsionali per 2012-13 (Elab. Dic. 2013)
La produzione mondiale di Mais per la stagione 2013-14 è prevista a 964,28 Mio t, registrando un incremento del 0,2% rispetto alle previsioni di Novembre e dell’8% rispetto alla stagione 2012-13.
Si prevede un raccolto record in Canada: 14 Mio t (+9% rispetto alla stagione 2012-13 e +25% rispetto alla stagione 2011-12); la produzione aggiuntiva dovrebbe trovare spazio nel mercato USA.
Negli Stati Uniti sono previsti aumenti nella produzione di etanolo che, insieme ad una domanda crescente di Mais per il bestiame, fanno abbassare gli stock finali (≈ 2 Mio t).
I consumi alimentari di Mais sono stimati in aumento in Unione Europea, in Canada ed in Ucraina.
SOIA dati previsionali per 2012-13 (Elab. Dic. 2013)
La produzione mondiale di semi di Soia per la stagione 2013-14 è attesa in aumento rispetto alle previsioni di Novembre, al valore record di 284,94 Mio t, grazie ad un incremento produttivo previsto in Canada e in Argentina, con maggiori aree destinate alla coltivazione.
Negli Stati Uniti la produzione di semi di Soia è prevista invariata rispetto alle stime precedenti, mentre l’Export è in aumento (+1,7%) riflettendo le consistenti vendite di Novembre.
Si attende un aumento della trasformazione della Soia per la forte domanda di farina dall’Unione Europea e dal Sud Est Asiatico.
Il Brasile si conferma leader nelle Esportazioni di semi di Soia, esportando il 50% della Produzione.
Le Importazioni di semi di Soia in Cina, principale acquirente, sono previste a 69 Mio t (+15% rispetto alla stagione 2012-13).
(Fonte CLAL dicembre 2013)
Il settore sementiero contribuisce attivamente alla biodiversità
Roma, dicembre 2013
Assosementi, l’associazione che riunisce le aziende sementiere in Italia, registra negli ultimi giorni un acceso dibattito a proposito del processo di revisione europeo della disciplina sementiera. Diverse ONG e noti opinion leader come Carlo Petrini si sono schierati contro una proposta di regolamento della Commissione UE che a loro parere metterebbe a repentaglio la biodiversità e favorirebbe le multinazionali del settore. Per Assosementi si tratta in realtà di un allarmismo ingiustificato, frutto di una lettura superficiale, o peggio strumentale, di una proposta che dovrebbe semplificare e razionalizzare il quadro normativo esistente.
“La proposta di nuovo regolamento sulle sementi e gli altri materiali di moltiplicazione, che dovrebbe sostituire le vecchie direttive oramai in vigore da quasi cinquant’anni, non accontenta – sottolinea Marco Nardi, direttore di Assosementi - né le aziende sementiere, per le ulteriori aperture assicurate ai materiali eterogenei e di nicchia, né il mondo ambientalista, che mal sopporta i vincoli in materia di registri varietali e di certificazione dei prodotti commerciali. La proposta della Commissione non scalfisce quindi in alcun modo la tutela delle risorse fitogenetiche in quanto salvaguarda le norme specifiche adottate negli ultimi anni dalla Ue, anzi tende ad assicurare maggiore libertà all’utilizzo delle cosiddette varietà locali e da conservazione ampliandone addirittura le possibilità di commercializzazione. La proposta non tocca poi per nulla il tema della tutela varietale, oggetto di un altro processo di revisione”.
Per il settore sementiero è vitale poter attingere a un’ampia diversificazione al fine di realizzare il miglioramento genetico. Esso è quindi interessato a partecipare attivamente alla conservazione della biodiversità, da un lato preservando i materiali vegetali antichi nelle proprie raccolte o in banche genetiche, dall’altro immettendo ogni anno sul mercato un elevato numero di nuove varietà, che sono il motore dell’innovazione della produzione agricola.
Assosementi insieme a ESA, l’Associazione europea delle sementi, ritiene comunque che una razionale forma di tutela delle nuove varietà – nel rispetto dei principi della Convenzione UPOV (International Union for the Protection of New Varieties of Plants), la quale attenua la portata dell’esclusività varietale con due deroghe, una a favore del ricercatore, l’altra verso l’agricoltore che reimpiega come seme parte del proprio raccolto - sia indispensabile per garantire il lavoro di ricerca vegetale.
(Fonte assosementi)
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 12 - n° 52 30 Dicembre 13
Anno 12 - n° 52- 30 dicembre 13
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SOMMARIO Anno 12 - n° 52 - 30 Dicembre 13 --
1.1 editoriale
Alleggerire lo scafo, non affamare l’equipaggio.
3.1 lattiero caseario
Chiusura in picchiata per il latte spot
4.1 nuova pac
ASSOSEMENTI: eccessivo l'allarmismo nei confronti della nuova proposta comunitaria.
5.1 Km zero
Imporre il “Km 0” è incostituzionale
7.1 GDO
Espansione USA per ALDI nei prossimi 5 anni
7,2 crisi
FIPE: La crisi non morde il pranzo natalizio
7,3 export vini
Boom delle bollicine italiane all'estero (+16% nei primi 9 mesi dell'anno)
8,1 MAIS&SOIA
Dati previsionali dicembre 2013
9,1 Consumi
Codacons: a Natale speso il 42,7% in meno del 2007
10.1 imprese
Business center: non solo impresa.
Crollo delle creme con contenuto di materia grassa al 40%. -6,48% a Milano e -4,62 a Verona.
di Virgilio - Parma, 25 Dicembre 2013 -
La chiusura d’anno vede lo stop, almeno momentaneo, del Parmigiano Reggiano seppure la commissione abbia rilevato una situazione di “scambi attivi”.
8,95 e 9,40 i valori, minimi e massimi, rilevati per la DOP parmigiana di 12 mesi di stagionatura mentre per il 24 mesi il prezzo all’ingrosso si innalza tra 10,35 e 10,75€/kg.
Anche il Grana Padano DOP conferma le quotazioni delle precedenti ottave. 7,10 e 7,35€/kg i prezzi rilevati a Milano per il 9 mesi d’invecchiamento mentre il range si alza tra 8,00 e 8,65 per il 15 mesi di stagionatura.
Niente di nuovo sul fronte del Burro mentre, al contrario, il latte SPOT prosegue la sua caduta perdendo -3% sulla piazza di Verona fissando le quotazioni tra 48,65 e 51,55 /100 litri in continua discesa per la terza settimana consecutiva. Analogo andamento lo si rileva per la crema e per la panna centrifugata con contenuto di materia grassa al 40%. Prodotti che da tre settimane hanno iniziato una progressiva caduta di valore. Sulla Piazza di Verona la Panna di Centrifuga ha perso il -4,62 % fissando i prezzi tra 2,02 e 2,08€/Kg mentre al 2 dicembre il prezzo massimo era posizionato a 2,28€/kg.
La piazza di Milano replica l’andamento di Verona e le Creme di Latte uso alimentare al 40% di m.g. è stata quotata 2,02€/kg. perdendo -6,48% nell’ultima ottava lasciando sul campo complessivamente 26 centesimi dal 2 dicembre (2,28€/kg).
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 12 - n° 51 23 Dicembre 13
Anno 12 - n° 51- 23 dicembre 13
(PDF Scaricabile)
SOMMARIO
Anno 12 - n° 51 23 Dicembre 13
1.1 editoriale
Natale in famiglia
3.1 lattiero caseario
Cresce il solito “parmigiano”
4.1 vino eventi
Enoturismo: la Toscana batte Bordeaux
5.1 cooperazione
Cambio al vertice di Confcooperative Emilia Romagna
7.1 crisi
Codacons: italiani come nel dopoguerra, in miseria
7,2 animali
Stop agli allevamenti per la pelliccia in Emilia Romagna
7,3 UK etichettatura
Agrinsieme, No! al semaforo rosso
8,1 nuova pac
PAC nel 2019, 4 scenari possibili
9,1 parmigiano reggiano
“Parmigiano” a Monti e “Ballarò”: Informazioni sbagliate sul latte
10.1 eventi
Non tutti gli Auguri sono uguali
VINO - Il premio lancia la corsa a Anteprime di Toscana, l’evento che si terrà dal 15 al 22 febbraio 2014
Gli utenti di Wayn.com, colosso social di viaggi e lifestyle, incoronano la Toscana come regione più amata al mondo
Firenze, 19 dicembre 2013 – 5801 a 5005. La Toscana supera di 800 punti la francese Bordeaux e si aggiudica l’edizione 2013 del Wayn Award, premio indetto annualmente da Wayn.com, la più ampia piattaforma social al mondo dedicata al viaggio e al lifestyle che conta 21milioni di membri in 193 paesi. Al concorso, votato da 27mila persone, hanno partecipato le 7 ‘enomeraviglie’ del mondo: assieme a Toscana e Bordeaux, i territori finalisti del contest erano La Rioja (Spagna), Napa Valley (California), Franschhoek (South Africa), Maipo (Chile) e South Eastern Australia. Sul podio, oltre a Toscana e Bordeaux, è salita la spagnola La Rioja (3526 preferenze), tallonata dalla California (Napa Valley), con 3434 voti.
Un risultato importante che conferma quanto la Toscana e i suoi vini siano amati nel mondo. «E’ interessante - ha commentato Peter Ward, CEO e Co-Fondatore di Wayn.com - in tempi in cui il “nuovo mondo” del vino è molto popolare e alla moda, i nostri membri hanno scelto le regioni tradizionali del vino come loro preferite».
E grande soddisfazione ha espresso Alberto Peruzzini, dirigente del settore turismo di Toscana Promozione, l’Agenzia regionale che si occupa di promuovere nel mondo la Toscana: «Siamo entusiasti per aver vinto questa competizione internazionale, superando le altre regioni vinicole del mondo e desideriamo esprimere il nostro ringraziamento ai membri Wayn.com per aver scelto la nostra regione. Saremo lieti di darvi il benvenuto nella nostra magica terra molto presto!». E il momento giusto per scoprire la Toscana del vino è già alle porte. Dal 15 al 22 febbraio 2014, infatti, tutto il territorio regionale sarà animato dall’evento Anteprime di Toscana che si aprirà alla Fortezza da Basso di Firenze con Buy Wine (15-17 febbraio), workshop internazionale dedicato alle denominazioni emergenti – che qui organizzeranno le loro anteprime – per poi estendersi all’intero territorio toscano e alle anteprime dei consorzi toscani più blasonati: Vino Nobile di Montepulciano, Vernaccia di San Gimignano, Chianti Classico e Brunello di Montalcino.
Il Wayn Award conferma l’alto gradimento degli enoappassionati di tutto il mondo per la Toscana, dopo le affermazioni al Travelers’ Choice Wine Destinations Awards di Tripadvisor e al sondaggio sulle destinazioni enoturistiche preferite del Movimento Turismo del Vino.
(Buy Wine - Tuscany taste)
Progetto di legge SEL-VERDI, PD, IDV, FDS, LEGA NORD, M5S E MISTO
Bologna 16 dicembre 2013 -
Stop agli allevamenti di animali da pelliccia e sanzioni per chi non rispetta gli obblighi da 1.000 a 5.000 euro per ciascun animale oltre alla sospensione della licenza di allevamento per un periodo dai tre ai dodici mesi. Multe anche per chi non avvia il programma di dismissione degli allevamenti entro i termini previsti.
È quanto prevede il progetto di legge presentato da Gabriella Meo (Sel-Verdi) e da altri dieci consiglieri dei diversi schieramenti: oltre al collega di gruppo Gian Guido Naldi, hanno firmato Antonio Mumolo, Giuseppe Paruolo, Roberto Piva e Marco Monari del Pd; Liana Barbati (Idv), Roberto Sconciaforni (Fds), Mauro Manfredini (Lega Nord), Andrea Defranceschi (M5s) e Mauro Malaguti (gruppo Misto).
In tre articoli il progetto di legge sancisce il divieto sul territorio dell’Emilia-Romagna di “allevamento, detenzione e uccisione di animali da pelliccia” e precisa il fatto che in tale categoria debbono essere considerati i seguenti animali: cane, procione, castorino, castoro, cincillà, coniglio, donnola, ermellino, karakul, marmotta, martora, moffetta, ondatra, opossum, procione, scoiattolo, visone, volpe e zibellino.
La proposta normativa prevede un regime transitorio per consentire l’avvio dei programmi di dismissione delle attività e sanzioni per chi non applica i divieti con la previsione che le attività di accertamento competano alle Asl, ai Comuni e alle guardie zoofile. Le somme riscosse sono destinate ai Comuni per l’applicazione della legge, compresa la gestione degli animali in fase di dismissione mediante appositi programmi.
Nella relazione che accompagna il testo si precisa che “in Italia l’allevamento per la produzione di pellicce non è mai stata una’attività di particolare rilevanza economica e negli ultimi quarant’anni ha registrato un continuo e inesorabile trend negativo”. In Emilia-Romagna, si legge ancora nella relazione, questo tipo di attività economica “risulta avere un ruolo ancora più marginale”, con 5 allevamenti complessivamente presenti sul territorio.
“Il semaforo rosso non piace”.
Made in Italy: Agrinsieme, “no” al “semaforo rosso”. A rischio un terzo dell’export agroalimentare in Gran Bretagna
Roma, 12 dicembre 2013 - Il “semaforo” per le etichette agroalimentari predisposto dalla Gran Bretagna rischia di dare un colpo pesante al “made in Italy” agroalimentare. La luce rossa si accenderebbe per circa un terzo dei prodotti esportati oltre Manica, danneggiando un paniere che nello scorso anno ha generato ricavi per quasi 650 milioni di euro. E’, quindi, indispensabile che il nostro governo si adoperi immediatamente per contrastare una misura penalizzante che va contro la stessa filosofia europea. E’ quanto afferma Agrinsieme, il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane del settore agroalimentare.
Le conseguenze che si profilano per il nostro export agroalimentare in Gran Bretagna (pari attualmente a 2,5 miliardi di euro) -sottolinea Agrinsieme- sono gravi. Il provvedimento va respinto con la massima fermezza. “Schedare” cibi e bevande in tale maniera è pericoloso e fuorviante, perché si offre al consumatore soltanto un’informazione parziale ed erronea che non tiene più conto della dieta complessiva. Lo schema “a semaforo” fornisce, dunque, un giudizio semplicistico e distorto sul singolo alimento, cancellando in un colpo solo l’assunto universalmente riconosciuto dal mondo scientifico che non esistono alimenti “buoni” e “cattivi”, ma piuttosto regimi alimentari corretti o meno a seconda del modo in cui gli alimenti vengono integrati tra loro quotidianamente.
Non è questo -avverte Agrinsieme- il modo di fare trasparenza nell’etichetta. Con la misura inglese non si parlerebbe più di stili di vita salutari, di alimentazione di qualità, ma semplicemente di alimentazione a basso valore nutritivo. Con buona pace dei prodotti d’eccellenza della dieta mediterranea, di recente eletta dall’Unesco patrimonio dell’umanità.
Pac post 2013: Primi scenari e impatti sul sistema agroalimentare
Roma, 16 dicembre 2013
Ismea pubblica uno studio con una prima valutazione degli impatti sul settore agricolo nazionale delle misure contenute della nuova Pac e la simulazione degli scenari che ne derivano. L'obiettivo dello studio è valutare l'effetto sulla redditività delle imprese in relazione al loro orientamento produttivo prevalente e alla localizzazione geografica, tenendo conto anche dei riflessi che le nuove misure potranno avere sui prezzi dei prodotti, sui costi delle materie prime e dei fattori produttivi e sui livelli di produzione finali.
Le simulazioni, riferite al 2019 ovvero alla situazione di fine periodo della nuova programmazione - quando il budget per i pagamenti diretti in termini reali si ridurrebbe per l'Italia del 20,5% sul 2013 - portano ad individuare quattro possibili scenari per le aziende del settore primario italiano. Si tratta di scenari non necessariamente alternativi che mirano ad evidenziare gli specifici impatti di alcuni tra i principali elementi caratterizzanti la riforma, quali: la riduzione del budget dei pagamenti diretti in termini reali, l'attribuzione dei premi a livello aziendale in base alla superficie, le scelte di attivazione delle diverse tipologie di premi diretti, il "greening" e la possibilità di reintrodurre premi accoppiati ad alcune produzioni.
Emerge dai risultati generali delle simulazioni, che la redditività delle aziende agricole nazionali, misurata in termini di variazione reale del margine operativo lordo (Mol), potrebbe subire effetti non trascurabili in tutte le tre macro aree geografiche (Nord, Centro, Sud e Isole) con un impatto più accentuato nel Settentrione. Tra i diversi settori, riduzioni significative del Mol si stimano per le aziende specializzate in seminativi, nella zootecnia intensiva (bovini da latte e da carne) e nell'olivicoltura, che potrebbero mettere a rischio anche la sopravvivenza stessa di alcune aziende.
Per le simulazioni degli impatti di questa profonda revisione del regime dei pagamenti diretti vigente in Italia, è stato utilizzato il MEG-R Ismea, un modello di equilibrio generale applicato a 45 settori economici, declinato a livello territoriale (Nord, Centro e Sud Italia) e articolato per otto tipologie di aziende - destinatarie dei contributi diretti - per le quali sono calcolate le principali variabili del bilancio d'impresa.
Le simulazioni proposte forniscono alcune prime indicazioni di base per valutare singoli aspetti della riforma; altri scenari potranno essere elaborati integrando i diversi strumenti messi in campo e affinando le ipotesi per tenere conto degli orientamenti nell'applicazione a livello nazionale. Infatti, il loro valore predittivo dipenderà molto dal mix di misure che effettivamente andrà a comporre la riforma nella concreta applicazione in Italia, che ancora oggi è impossibile conoscere.
Ismea
Rimasta senza gli uffici e gran parte degli stabilimenti, la cooperativa sembrava in ginocchio ma ha saputo risollevarsi e tornare alla piena normalità -
Modena, 19 dicembre 2013
Diciannove mesi dopo il terremoto riparte una delle cooperative simbolo del sisma. Alla Ital-frutta di S. Felice sul Panaro, cooperativa ortofrutticola aderente a Confcooperative Modena, le scosse del 20 e 29 maggio 2012 avevano provocato danni per oltre dodici milioni di euro. Rimasta senza gli uffici e gran parte degli stabilimenti, la cooperativa sembrava in ginocchio. Invece ha saputo risollevarsi e tornare alla piena normalità, grazie anche ai finanziamenti pubblici, la cui prima tranche è stata erogata proprio ieri.
«È stata dura, ma sembra che finalmente ce l'abbiamo fatta – dichiara il presidente di Ital-frutta, Francesco Budri – Se ripenso agli 11 mila metri quadrati che abbiamo dovuto demolire e poi ricostruire e agli investimenti che abbiamo effettuato, mi pare sia passato un secolo; invece è trascorso solo un anno e mezzo. Abbiamo avuto coraggio e non abbiamo mai perso la speranza, neanche quando i tempi della burocrazia non coincidevano con i nostri. Se oggi siamo qui a inaugurare i nuovi uffici e stabilimenti è grazie all'impegno dei soci e dipendenti, ma anche di Confcooperative Modena e delle istituzioni, in particolare della Regione Emilia-Romagna». «Gli sforzi anche finanziari compiuti nei mesi scorsi da Ital-frutta hanno garantito un reddito alle 280 aziende agricole socie e alle famiglie dei quasi cento dipendenti (undici dei quali fissi) della cooperativa – sottolinea il presidente di Confcooperative Modena Gaetano De Vinco – Oggi festeggiamo il ritorno alla piena normalità di una delle realtà agroalimentari più importanti della Bassa modenese. Non dobbiamo, però, dimenticarci di chi è ancora in difficoltà».
Per la ricostruzione la cooperativa Ital-frutta ha speso complessivamente 12,3 milioni di euro, così suddivisi: 9,67 milioni per gli immobili, 2,46 milioni per le attrezzature, impianti e macchinari, 150 mila euro per le delocalizzazioni dei prodotti e delle lavorazioni. Sugli immobili, per la cui ricostruzione la Regione Emilia-Romagna concede il 100 per cento della spesa, la cooperativa ha ottenuto 9,67 milioni di euro; la prima tranche da 6,11 milioni di euro è stata accreditata proprio ieri sul c/c di Ital-frutta, che però nei mesi scorsi aveva dovuto anticipare una somma equivalente per pagare almeno i primi fornitori. Per la seconda tranche da 3,56 milioni di euro è già stata avviata la procedura di liquidazione, che dovrebbe concludersi entro febbraio 2014. Arriveranno anche il contributo per il ripristino dei beni strumentali (1,97 milioni di euro, pari all'80 per cento della spesa) e quello per le delocalizzazioni (75 mila euro, cioè la metà dell'investimento). In totale la cooperativa riceverà 11,7 milioni di euro, che equivalgono al 95 per cento della somma spesa per ripartire.
(Fonte: ufficio stampa Concooperative Modena)
Un corso di approfondimento sui salumi, dedicato a bottegai, salumieri, banconisti o semplici appassionati all'Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense (PR) -
Parma, 18 dicembre 2013 -
Se Giuseppe Verdi era un grande appassionato degli insaccati, un po' lo si deve anche alla famiglia Spigaroli che, nella persona del bisnonno Carlo, già alla fine del 1800 produceva i salumi che non mancavano mai sulla tavola del Maestro. Uno dei segreti è senza dubbio la passione. Ma ce ne sono tanti altri che, generazione dopo generazione, sono rimasti patrimonio dei familiari e oggi rappresentano uno dei motivi per i quali l'Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense (PR), regno di Luciano e Massimo Spigaroli, è un faro nella lavorazione del maiale secondo le antiche tradizioni.
Ora, da gennaio a febbraio 2014, la famiglia Spigaroli ha deciso di svelarne alcuni, attraverso Pig Full Immersion, un corso di 6 giorni, dedicato a professionisti e curiosi, che intende approfondire alcuni aspetti relativi alla salumeria, senza trascurare l'importanza della conoscenza di molte altre variabili, tra le quali la storia dell'agricoltura, con un focus particolare sulla zootecnica suina, le diverse razze e il comportamento delle loro carni una volta macellate, la produzione dei salumi, la loro conservazione e le tecniche di servizio. Una visione olistica e integrata per una maggiore consapevolezza di gestione del prodotto.
Le attività della settimana prevedono la visita completa all'azienda agricola dell'Antica Corte Pallavicina, la lavorazione delle carni di maiale (sezionamento e salatura), la preparazione di salami, cotechini, ciccioli, cicciolata e mariole, la legatura dei culatelli, delle coppe, dei preti, delle spalle, dei lombi, dei fiocchetti e delle pancette e un corso di cucina a tema. Alla fine della settimana, sarà consegnato il diploma "Masalen dal Po".
Il programma del corso – proposto a partire dal prezzo di 2.200 euro a persona per 6 giorni e 5 notti, comprensivo di pernottamento e colazione, e visite, corsi, cene, pranzi e pranzi leggeri – è consultabile sul sito www.anticacortepallavicinarelais.it, e comprende – tra le altre cose – un excursus sulla storia dei salumi e lezioni sulle razze suini, visita completa dell'azienda agricola, seminario su microbiologia e igiene, momenti di pratica nella preparazione del maiale, visita al Caseificio Parmigiano Reggiano, cene tipiche e, naturalmente il "Gran Galà del maiale" con consegna del diploma "Masalen dal Po" con musica contadina e tanta allegria.
(Fonte: Ufficio stampa: Ella Studio di Carla Soffritti e C.)
Calo sensibile delle creme a uso alimentare per la seconda settimana consecutiva.
di Virgilio - Parma, 18 Dicembre 2013 -
Dopo la breve pausa di una sola settimana, altri 5 centesimi sono stati guadagnati dal Parmigiano Reggiano seppure limitatamente al fresco. Alla borsa merci di Parma, nella seduta dello scorso venerdi, il volume degli scambi è risultato buono e il formaggio di 12 mesi ha raggiunto quota 8,95€/kg come prezzo minimo e 9,40€/kg come massimo. Nel frattempo i dati di produzione del mese di novembre, diffusi dal Consorzio di tutela indicano, una produzione in diminuzione con 2.226 forme in meno prodotte rispetto l’analogo mese dell’anno precedente, portando quindi a una contrazione dello -0,9% dall’inizio d’anno. Nessuna variazione in termini di prezzo sono da segnalare per il Grana Padano Dop e per il Burro. E’ invece con il segno negativo il valore del Latte Spot a Verona che scende a 51,03 €/100 litri e 52,07/100 litri rispettivamente come prezzi minimo e massimo registrando un calo del -2,91%. Altrettanto è da registrare per le creme di latte ad uso alimentare (40% di materia grassa) che alle borse di Milano e Verona cedono rispettivamente il -3,57% e il -3,13% fissando il prezzo a 2,16€/kg a Milano e tra 2,15 e 2,18€/kg a Verona.
Le produzioni delle due principali DOP- fonte Ismea-
Produzione di Grana Padano - novembre 2013 -
Gli ultimi aggiornamenti diffusi dal Consorzio di Tutela indicano un aumento della produzione di Grana Padano nel mese di novembre. In dettaglio, sono state prodotte 353.030 forme, pari al 4,5% in più rispetto allo stesso mese del 2012.
Nonostante il recupero degli ultimi due mesi, la tendenza complessiva del 2013 resta contraddistinta dal segno negativo, con una produzione complessiva pari a 4.165.873 numero di forme (-3,6% rispetto al periodo gennaio-novembre 2012).
Produzione di Parmigiano Reggiano - novembre 2013 -
Nel mese di novembre è riapparso il segno negativo nella produzione di Parmigiano Reggiano. In base ai dati diffusi dal Consorzio di tutela, sono state prodotte 2.226 forme in meno rispetto al mese di novembre 2012 portando il bilancio dall'inizio dell'anno ad una contrazione dello 0,9%.
In particolare, il calo della produzione si è registrato nelle provincie di Modena (-3,5%), Reggio Emilia (-1,8%) e, seppure in misura minore, Mantova (-0,8%). Stabile la produzione a Bologna, mentre per i caseifici di Parma si è registrato un aumento dell1,1%.
L' Oscar cioè il premio per il rapporto qualità-prezzo assegnato ogni anno dalla guida Berebene 2014 -
Modena, 16 dicembre 2013 -
La Cantina Settecani è segnalata nell'edizione 2014 della guida Vini d'Italia del Gambero Rosso, mentre il suo "Lambrusco Grasparossa di Castelvetro secco" ha ricevuto l'Oscar, cioè il premio per il rapporto qualità-prezzo assegnato ogni anno dalla guida Berebene 2014, sempre del Gambero Rosso. «Essere presenti sulla guida del Gambero Rosso, che seleziona il meglio della produzione vitivinicola italiana e orienta i consumatori, premia l'impegno e la passione con cui produciamo i nostri vini», commentano i dirigenti della Cantina Settecani. In vista del Natale la cooperativa vitivinicola di Castelvetro aderente a Confcooperative Modena ha ampliato la gamma dei propri spumanti. La novità 2013 è lo spumante brut "7Note" Pignoletto Modena Doc che, insieme al brut rosato "7Rose", offre la possibilità di brindare alle feste con spumanti del nostro territorio.
(Fonte: ufficio stampa Confcooperative Modena)
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 12 - n° 50 16 Dicembre 13
Anno 12 - n° 50- 16 dicembre 13
(PDF Scaricabile in allegato)
SOMMARIO
Anno 12 - n° 50 16 Dicembre 13
1.1 editoriale
Basta una scintilla
3.1 lattiero caseario
Latte spot: -1,90%. La riabilitazione nutrizionale dei grassi del latte
4.1 servizi e imprese
Parma, come Milano. Il Business Center tira
5.1 Made in italy
Il Brennero della discordia
6.1 export
Export vini, cresce fatturato ma cambiano i Paesi cliente
7.1 vino
Buy Wine: Anteprime di Toscana
7,2 agrofarmaci
Neonicotinoidi addio dal 1 dicembre 2013,
7,3 Biologico
Crescita a due cifre per alcuni prodotti “Bio”
9,1 parmigiano reggiano
Parmigiano Reggiano, 11,5 milioni per sostenere i consumi
10.1 finanziamenti
Apicoltura, aperto il bando a Piacenza
11.1 promozioni
Per un regalo di Natale eccezionale
I motori dei camion erano ancora caldi che già si era innescata una polemica tra la Ministra De Girolamo e Confindustria. Infine è la volta di tutti in famiglia: Coldiretti contro Alleanza Cooperative.
Emilia, 9 dicembre 2013
MERCURI (ALLEANZA COOPERATIVE): “IL PRESIDENTE DI COLDIRETTI
CHIEDA SCUSA A TUTTE LE COOPERATIVE”
In una intervista radiofonica il presidente Moncalvo ha dichiarato che durante la manifestazione al Brennero sarebbero stati ritrovati prodotti “diretti anche alle cooperative che dovrebbero invece tutelare i soci italiani”. La replica dell’Alleanza delle Cooperative: “Non è bloccando tir alla frontiera un giorno all'anno e con affermazioni come queste che si difende il made in italy”
Roma, 7 dicembre 2013 – “Il Presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo chieda scusa a tutte le cooperative e a tutti gli agricoltori italiani per le affermazioni rilasciate stamattina in una intervista andata in onda in diretta su Rai Radio1 nel
programma “Terra”. Facendo un resoconto dell’iniziativa organizzata giorni fa al Brennero, Moncalvo ha infatti dichiarato che sarebbero stati individuati prodotti “diretti ahimé anche alle cooperative che invece dovrebbero tutelare i soci italiani”. A dichiararlo è Giorgio Mercuri, presidente dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, cui aderiscono le cooperative agricole di Confcooperative, Legacoop e Agci, che spiega: “Non è bloccando tir alla frontiera una volta all’anno e con affermazioni come queste che si difende il made in italy, ma con il lavoro silenzioso di oltre 5.000 cooperative che esportano qualità in tutto il mondo”. “Se una sola cooperativa, sulla base di quanto sostiene il neoeletto presidente della Coldiretti - prosegue ancora il numero uno delle cooperative agroalimentari - ha commesso un reato, si vada a sporgere una regolare denuncia alle autorità preposte, senza gettare discredito sull’intero sistema cooperativo che, a differenza di chi va a fare manifestazioni al Brennero, produce il 25% dell’agroalimentare made in italy,
fatturando oltre 35 miliardi di euro e consentendo a 800.000 soci agricoltori di avere un reddito certo”. “Pochi giorni fa - ricorda infine Mercuri - è stata scoperta e denunciata dalle autorità preposte in Puglia la Cooperativa Coldiretti che produceva pasta commercializzata come italiana ma per la quale veniva utilizzato grano proveniente dall’estero. Nessuna organizzazione si è permessa di attaccare per questo tutte le cooperative italiane”.
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Made in Italy: Coldiretti, vergogna per dirigenti coop che importano
Alleanza Cooperative chieda con noi trasparenza sui flussi e stop a finanziamenti pubblici
I dirigenti di quelle strutture cooperative agro alimentari di produzione che importano le materie prime dall’estero invece di fare gli interessi dei propri soci dovrebbero chiedere scusa ai veri cooperatori, agli agricoltori, ai cittadini ed al Paese, che tante risorse pubbliche ha concesso per obiettivi di valorizzazione del territorio che sono vanificati da questi comportamenti. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che l’elenco delle cooperative destinatarie delle cagliate di latte e del latte tedesco, delle patate e degli altri prodotti agricoli, che sono state smascherate al valico del Brennero, è a disposizione del presidente dell'Alleanza delle cooperative agroalimentari, Giorgio Mercuri, che peraltro dovrebbe conoscerle molto bene. Purtroppo - continua Moncalvo - non si tratta di un caso isolato ma di un malcostume molto diffuso sul quale sarebbero dovuti intervenire già da anni in primis gli stessi rappresentanti del mondo cooperativo, senza aspettare che fosse reso pubblico dalla mobilitazione della Coldiretti al Brennero. Si continua invece - precisa Moncalvo - a parlare di casi isolati e a fare finta di non vedere il flusso continuo di prodotti agricoli dall’estero, che sta dando un colpo mortale ai sacrifici dei tanti onesti cooperatori. Sfidiamo il presidente Mercuri a chiedere con noi la trasparenza del flussi di prodotti agricoli importati e il nome delle aziende e delle strutture cooperative destinatarie anche per evitare che - conclude Moncalvo - utilizzino risorse pubbliche dei Piani di Sviluppo Rurale (Psr) o della finanziaria Isa del Ministero delle Politiche Agricole per poi arrivare addirittura a vendere i prestigiosi marchi dell’italianità acquisiti.
Prosegue la crescita del fatturato all'export delle cantine italiane, seppure in presenza di minori quantitativi spediti oltre frontiera.
Roma, dicembre 2013 --
I dati Istat relativi ai primi 8 mesi dell'anno indicano infatti un incremento degli introiti del 8% a fronte di una flessione in volume del 4%, che lascia presagire una perdita di quote di mercato in alcuni Paesi. Tale dinamica, sottolinea l'Ismea sulla base delle proprie elaborazioni, risulta particolarmente evidente per i vini sfusi, che grazie ai rincari a due cifre dei prezzi all'origine, hanno ottenuto una maggiore remunerazione sui mercati esteri (+21%), nonostante il cedimento dell'8 per cento dei quantitativi esportati.
Più contenuta la flessione in volume dei i vini confezionati (-3%), per i quali la crescita in termini monetari sfiora il 6%, mentre l'export di spumanti avanza sia in valore (+17%) che in quantità (+11%). A trainare la domanda di questi ultimi, sottolinea l'Ismea, è stato soprattutto il Prosecco, mentre l'Asti ha mostrato i primi segnali cedimento.
L'analisi per tipologie di vino in base alla piramide qualitativa evidenzia per le Igp volumi inferiori dell'1% sull'anno scorso, per un controvalore in crescita dell'8%, e per le Dop una flessione del 3% in quantità e un +5% degli incassi.
Esaminando le principali destinazioni dell'export, si evince per i vini sfusi un aumento delle vendite in Germania (+5% in quantità), che rappresenta il principale mercato di sbocco per questo segmento, a fronte del drastico ridimensionamento delle spedizioni nell'Est europeo e in Cina.
Anche per i vini confezionati emergono andamenti disomogenei nei diversi Paesi clienti, con buone performance in Usa e Canada (rispettivamente +4% e +8% i quantitativi inviati) e importanti battute d'arresto in Regno Unito (-7%), Germania (-5%), Svizzera (-4%), Giappone (-10%), Cina (-22%) e Russia (-4%).
Sulla flessione della Cina incide, secondo l'Ismea, la saturazione delle scorte in mano agli importatori, a causa di un momentaneo stallo della domanda, mentre sul fronte russo a frenare la marcia del vino tricolore sarebbe l'incertezza sulle regole imposte alla dogana. Da rilevare al contrario la buona performance degli spumanti e dei vini frizzanti a Mosca: i primi in crescita del 30% in volume e del 50% in valore, i secondi rispettivamente del 62% e 78%.
(fonte Ismea)
Buy Wine inaugura Anteprime di Toscana -
Dal Brunello al Montecucco: per la prima volta tutta la Toscana del vino unita in un solo evento
Firenze, dicembre 2013 – La Toscana del vino non era mai stata così unita. Grazie all’evento Anteprime di Toscana, per la prima volta nella storia dell’enologia regionale, tutte le denominazioni toscane avranno una loro anteprima. A inaugurare l’evento, la quarta edizione di Buy Wine (Firenze, 15-17 febbraio 2014), workshop internazionale organizzato dall’Agenzia regionale Toscana Promozione per favorire l’incontro tra la Toscana del vino e il trade internazionale. L’edizione 2014 sarà dedicata alle denominazioni emergenti – che qui organizzeranno le loro anteprime - e vedrà la partecipazione di 280 produttori toscani e 250 buyer da tutto il mondo, che saranno impegnati in due giornate di incontri B2B.
«Vista la particolarità di questa edizione - spiega Silvia Burzagli, vice-direttore di Toscana Promozione - abbiamo puntato molto sui mercati storici come l’America del Nord e il Regno Unito, da dove arriveranno, complessivamente, circa 70 buyer. Avremo una presenza forte di operatori dai paesi scandinavi, dal Benelux, dal Giappone e dai BRIC. Non mancheranno, infine, mercati nuovi come il Sudafrica, l’Australia, l’Albania o la Georgia». «Il nostro obiettivo – conclude Burzagli - è sempre quello di consolidare e far crescere le nostre quote di mercato là dove siamo più forti e penetrare le nuove aree che, in questi anni, si stanno affacciando al mondo del vino sia come competitor, ma anche come potenziali clienti».
Nell’edizione 2013, si sono tenuti a Buy Wine 5760 incontri B2B per un giro d’affari, stimato, di 860 mila euro.
Le anteprime in programma alla Fortezza da Basso nei giorni di Buy Wine sono organizzate dai seguenti consorzi: Carmignano, Bolgheri, Terratico di Bibbona, Elba, Val di Cornia, Montecucco, Morellino di Scansano, Cortona, Chianti Colli senesi, Chianti Colli Fiorentini, Chianti Rufina e Chianti.
Concluse le contrattazioni della Fortezza, Anteprime di Toscana si estenderà all’intero territorio toscano e alle anteprime dei consorzi toscani più blasonati: Vino Nobile di Montepulciano, Vernaccia di San Gimignano, Chianti Classico e Brunello di Montalcino.