Falso allarme bomba sull'Eurocity in viaggio da Milano a Zurigo. Il sospetto fermato è un 30enne italiano con "problemi pschiatrici". L'uomo avrebbe minacciato di far scoppiare un ordigno, ma sul treno sul quale viaggiava gli artificieri non hanno trovato nulla di sospetto. È stato ricoverato in una clinica psichiatrica
Scoperto l'uomo che aveva provocato il falso allarme bomba. Si tratta di un 30enne italiano con problemi psichici alle spalle l'uomo fermato ieri sera dopo l'allarme-bomba che ha fatto bloccare il traffico per circa due ore nell'importante snodo ferroviario svittese di Arth-Goldau.
L'uomo, per il quale è stato disposto il ricovero in una clinica psichiatrica, avrebbe minacciato di far scoppiare un ordigno, per motivi non ancora appurati. Sul treno sul quale viaggiava non è stato tuttavia trovato nulla di sospetto. L'allarme, è stato attivato poco dopo le 17.35 dall'interno dell'Eurocity in viaggio da Milano a Zurigo, indica la polizia svittese in una nota: un passeggero ha segnalato che un uomo a bordo si comportava in modo sospetto e che aveva con sé dell'esplosivo. Per motivi di sicurezza, la polizia ha lasciato passare il treno dalla stazione di Arth-Goldau. Il personale ferroviario lo ha fermato poco dopo.
La polizia è arrivata in forze, come pure i pompieri e i servizi di soccorso, in tutto un centinaio di persone e ha chiuso la stazione. Una unità speciale della polizia cantonale svittese è poi salita sul convoglio e ha arrestato il 30enne italiano. Questi ha fatto dichiarazioni confuse e un medico condotto ne ha disposto il ricovero in una clinica psichiatrica, è stato annunciato stamane. Successivamente, gli agenti hanno perquisito il treno lungo 350 metri, ma non hanno trovato ordigni. L'Eurocity ha così potuto proseguire verso Zurigo.
Alle 19.30 la linea ferroviaria è stata riaperta. Durante la chiusura ci sono stati diversi annullamenti e ritardi sull'asse del San Gottardo. Anche dopo la riapertura singoli treni hanno continuato ad essere cancellati o ritardati per un po' di tempo. Il senso di insicurezza ha fatto presa sul Vecchio Continente, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti". Le ultime settimane sono state scandite da falsi allarmi prima lanciati e poi prontamente rientrati, con giornate di allerta continue in metro, treni e aeroporti. Prove chiare di un legame diretto con la situazione mondiale di venti di guerra che alimenta il senso di incertezza, perché non sempre si riesce a distinguere la vicinanza a posizioni fondamentaliste da disturbi mentali.
(7 novembre 2018)
Di Nicola Comparato - 8 novembre 2018 - Emanuela Orlandi, un caso che tiene tutti col fiato sospeso da 35 anni, che vede coinvolti sia lo Stato italiano e lo Stato Pontificio e che, come in una spy story, potrebbe aver visto lo zampino di servizi segreti di vari Paesi stranieri, interessati a sfruttare la storia per scopi politici a favore dell'uno o dell'altro Paese.
E' per questa ultima ragione che di tutto e di più si è detto sulla scomparsa di Emanuela, la ragazzina vaticana di 15 anni, misteriosamente volatilizzata scomparsa il 22 giugno 1983 a Roma.
Nel corso degli anni varie sono state le ipotesi sulla sparizione di Emanuela. Dal coinvolgimento dei Lupi Grigi, allo scandalo dello IOR e il caso Calvi, dalla Banda della Magliana, alla pista pedofila dei festini in Vaticano, senza tralasciare il collegamento con l'attentato al papa ad opera del turco Ali Agca. Papa Giovanni Paolo ll, durante l'Angelus di domenica 3 luglio 1983, fece un appello ai presunti rapitori di Emanuela per la sua liberazione, cosa che fece non poco scalpore, se si pensa che in quel momento non si parlava ancora di "Sequestro Orlandi". Un episodio che ha alimentato e conseguentemente orientato gli editorialisti e l'opinione pubblica verso il coinvolgimento del Vaticano nella vicenda di Emanuela Orlandi.
Tante le piste inseguite, ma nessuna ha ancora condotto alla verità.
L'unica cosa certa è che Emanuela Orlandi non è più tornata a casa ad abbracciare i suoi cari. Da quel giorno dell''83 c'è una persona che ha dedicato tutte le sue energie per trovare le risposte alle legittime domande dei familiari. Quell'uomo è Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, che dal giorno della scomparsa di sua sorella, lotta con tutte le sue forze per fare emergere la verità.
Una breccia di speranza si era aperta con l'arrivo al Trono di Pietro di Papa Francesco, il Pontefice della trasparenza. In molti, e soprattutto la famiglia Orlandi, si aspettavano una svolta, una risposta o quantomeno alcuni e determinanti indizi da seguire per aprire nuovi capitoli di speranza.
Invece, le uniche parole riservate a Pietro Orlandi dal Pontefice sono state: "Emanuela sta in cielo".
Una lapidaria, inutile e formale risposta che inquieta ancor più e legittimamente spinge a pensare che se sanno che sta in cielo vuol dire che qualcosa in più conoscono e non intendono dire.
Personalmente ho voluto parlare di Emanuela Orlandi, perché è un caso che seguo da tantissimi anni e che non si può riassumere e esaurire in poche righe e perciò sarà oggetto di altri e ulteriori approfondimenti.
Il caso si è prepotentemente riacceso nei giorni scorsi, a seguito del ritrovamento di alcune ossa presso la Nunziatura Apostolica di Via Po a Roma, che alcuni hanno voluto attribuire ad Emanuela e a Mirella Gregori, l'altra ragazza scomparsa a Roma nel 1983 a pochi giorni di distanza da Emanuela, la cui sparizione viene spesso collegata al Caso Orlandi.
Ma col passare delle ore, la speranza delle famiglie di avere di fronte un nuovo capitolo della verità, potrebbe svanire nuovamente. Dalle indiscrezioni riportate dalla stampa capitolina infatti sembrerebbe che le ossa non appartengano alle due giovani ragazze ma si paventerebbe l'ipotesi che siano riconducibili a una donna di età compresa tra i 25 e i 35 anni. Sarà l'esame del DNA a fornire una prima risposta e quantomeno a escludere alcune ipotesi.
A questo punto molti si chiedono del perché e soprattutto a chi sia venuto in mente di collegare il ritrovamento osseo alle ragazze scomparse nel 1983. Un'inutile e per certi versi sadico modo di alimentare speranze nei familiari che non riescono a trovare pace da 35 anni.
"Pietas" - Se il Vaticano sa qualcosa, che parli una volta per tutte, in nome della pietas, appunto! La famiglia Orlandi ha il diritto di sapere la verità, esattamente come la famiglia Gregori. Dopo 35 anni meritano di stare in pace e di avere un posto dove poter portare un fiore alle due ragazzine.
Pietro Orlandi siamo tutti con te!
Una donna leccese propone denuncia alla Polizia Postale. Lo "Sportello dei Diritti": l'inchiesta dovrà riguardare anche i divulgatori. Pronti ad intraprendere ogni ulteriore iniziativa utile per la massima tutela della ragazza
Un momento d'intimità e passione ripreso per gioco che sfugge dallo smartphone che sarebbe stato incautamente custodito e poi smarrito e che poi condiviso sui social, diventa virale, creando un'infinità di danni ad una donna leccese la cui esistenza è letteralmente sconvolta a causa di una leggerezza non sua. Oggi, l'avvenente ragazza ha deciso di denunciare ed andare avanti dopo che gli è stato anche preannunciato di dover essere licenziata dal posto di lavoro, un noto centro sportivo dell'hinterland del capoluogo salentino, perchè quel video desterebbe imbarazzo. Un caso come tanti, che ormai è possibile leggere sulle cronache e che però riguarda anche la vita di chi ingenuamente si fa riprendere pensando che quelle immagini rimarranno assolutamente segrete e che poi anche per colpa di un'infinita platea di curiosi si ritrova nella memoria dei dispositivi di una miriade di sconosciuti che ti diffamano, ti cercano di contattare, ma trovano comunque un muro nella dignità della persona offesa.
Perchè di vittima si tratta, ma anche di donna pronta a combattere per difendere il proprio onore e cercare di far perseguire chiunque condivida il video e la diffami. Ecco perchè costei si è rivolta dapprima alla Polizia Postale di Lecce ed anche allo "Sportello dei Diritti" per tutelare la propria persona da questo vortice diffamatorio che la riguarda. E' noto, infatti, che esistono dei software in dotazione alla principale forza di polizia che si occupa di crimine informatico, che attraverso complessi algoritmi sono in grado di risalire a coloro che condividono file, anche di questo tipo.
Ecco perchè, Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", ritiene doveroso avvertire chiunque persevererà nell'attività di condivisione del video che, almeno in astratto, potrà essere individuato con tutte le conseguenze giuridiche del caso anche in tema di violazione del diritto alla privacy della malcapitata. Siamo pronti, infatti, attraverso il nostro staff di legali e consulenti tecnici ad intraprendere ogni ulteriore iniziativa utile per la massima tutela della ragazza.
(6 novembre 2018)
RIGENERAZIONE E DIGNITA' PER IL QUARTIERE SAN LEONARDO - Dal Manifesto per San Leonardo la lettera indirizzata alla Commissione per la Qualità Architettonica ed il Paesaggio del Comune di Parma.
IL TESTO DELLA LETTERA
Data: 28 ottobre 2018 alle 19.13
Oggetto: RIGENERAZIONE E DIGNITA' PER IL QUARTIERE SAN LEONARDO
Spett.le
COMUNE DI PARMA
Commissione per la Qualità Architettonica ed il Paesaggio
e p.c. CCV SAN LEONARDO e CCV CORTILE SAN MARTINO
Egregi Membri della Commissione
il nostro Gruppo "Manifesto per San Leonardo" si fa promotore ormai da anni di evidenziare le situazioni critiche del nostro quartiere, di proporre soluzioni e di coinvolgere, ove possibile, altri cittadini, gruppi e associazione in questo impegno civico.
Il nostro Quartiere (San Leonardo e Cortile San Martino) ha subito negli anni passati e sta subendo ancora oggi una "riqualificazione" edilizia, o meglio sarebbe dire una ricementificazione aggressiva, che sta trasformando questo territorio in una grande distesa di asfalto e cemento, forse con un consumo di suolo "zero", ma con profonde ripercussioni sul piano ambientale e paesaggistico.
Quella che viene definita ancora oggi, anche nella prospettiva di " Parma Città della Cultura 2020", la porta della città non ha smesso di essere invece, come fu definita fin dal 1999, lo "zerbino" della città; potremmo dire visto il numero di supermercati aperti, in corso di apertura o progettati, la "dispensa" della città o il simbolo di un consumo e di uno spreco dissennato.
In molte parti del Quartiere compaiono, inoltre, moltissimi cartelli riguardanti la realizzazione di nuove aree commerciali e/o direzionali.
Il futuro della città è quindi destinato solo ad una progettazione quantitativa espressione del massimo sfruttamento delle "cubature" ammesse? O è possibile una "rigenerazione paesaggistica" che diventi opportunità per uno sviluppo "ambientalmente" sostenibile, che valorizzi il territorio, in un equo bilanciamento fra le giuste esigenze di progresso e di business degli imprenditori e le legittime aspettative dei cittadini?
Il grigio colore che attraversa da nord a sud, da est ed ovest il nostro Quartiere deve essere oggetto di una profonda rivisitazione.
Auspichiamo pertanto che tutti i progetti, sia pubblici che privati, sia quelli disciplinati dal Rue (zone tutelate e centro storico) ma anche, e prima di tutto, riguardanti i quartieri fuori dal centro storico siano valutati dalla Commissione in modo da tutelarli ed impedire peggioramenti continui.
Augurandoci che la Vostra Commissione possa contribuire al dibattito ed alla ricerca di nuove azioni per ridare dignità a questa parte della città, restiamo in attesa di vostro cortese riscontro e porgiamo cordiali saluti.
MANIFESTO PER SAN LEONARDO
(seguono firme e recapiti telefonici)
Sabato scorso, personale della Squadra Mobile ha tratto in arresto un cittadino albanese di 26 anni destinatario di un mandato di arresto internazionale ai fini estradizionali, emesso per il reato di violenza sessuale per il quale dovrà scontare un anno e 6 mesi di reclusione.
I fatti risalgono ad un episodio avvenuto in Albania dove giovane aveva aggredito una vicina di casa quando era sola nella propria abitazione.
L'uomo è stato individuato all'interno dell'appartamento della sua compagna, una cittadina italiana sua coetanea, e condotto dagli agenti presso la locale Casa Circondariale
Sequestro di Pieve, Zanni: "Le nostre comunità non si faranno intimidire". Dal presidente della Provincia la "gratitudine della comunità ai carabinieri e a tutte le forze dell'ordine
Ai Carabinieri e a tutte le forze dell'ordine che, coordinate dal Prefetto, sono stati impegnati in questa lunga e sfibrante giornata, intendo esprimere la gratitudine della comunità provinciale per il positivo esito di una vicenda che le nostre comunità hanno seguito, a lungo, con grande apprensione e con sincera vicinanza nei confronti delle persone tenute in ostaggio e delle loro famiglie. Il lieto fine, frutto della professionalità e della pazienza delle forze dell'ordine, nulla toglie alla gravità di un gesto che non può essere in alcun modo minimizzato.
Anche per questo, oggi, ho voluto recarmi di persona a Pieve Modolena. Per testimoniare la vicinanza delle istituzioni alle forze dell'ordine ed alle famiglie degli ostaggi, così come ai tanti cittadini di tutta la provincia che, con angoscia, hanno seguito fin da questa mattina gli sviluppi della vicenda. Come è avvenuto, nel corso di tante udienze, nell'aula del processo Aemilia, il senso della nostra presenza è stato quello di ribadire il massimo impegno e la massima convinzione delle comunità che rappresentiamo nel respingere ogni tentativo di imporre qualsivoglia forma di prevaricazione, nel non farci intimidire e nel riaffermare i principi che sono alla base del nostro vivere comune: a partire dal rispetto, delle regole e delle persone, e dal ripudio di ogni forma di violenza e di atteggiamento mafioso.
Giorgio Zanni
Presidente della Provincia di Reggio Emilia
Prosegue l'attività di controllo svolta dalle forze di Polizia, in collaborazione con altri Enti, finalizzata a verificare la correttezza nella conduzione di attività economiche ed altro.
In tale ottica, sempre su disposizione del Questore, durante lo scorso fine settimana, sono stati effettuati controlli, ai quali hanno partecipato, oltre al personale della Questura, anche personale dell'Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia Municipale, del S.I.A.N. dell'AUSL, dell'Ispettorato Territoriale del Lavoro.
I controlli hanno riguardato alcuni pubblici esercizi cittadini.
L'attività ha portato all'accertamento ed alla contestazione di violazioni amministrative da parte della P.M. (pubblicità dei prezzi, cartellonistica per il divieto di fumo, strumentazione per la misurazione del tasso alcolemico, diffusione di musica senza autorizzazione o non in conformità alle prescrizioni, ecc); da parte dell'AUSL, con sanzioni amministrative pecuniarie per oltre 2000 euro; da parte dell'Ispettorato del Lavoro con riscontro di lavoratori in "nero", e conseguente chiusura dell'attività e sanzione amministrativa; da parte della Guardia di Finanza con sanzioni in materia di registratori di cassa.
La Divisione di Polizia Amministrativa della Questura ha anche sanzionato un esercente che ha somministrato bevande alcooliche ad un minore degli anni18 (ma maggiore di anni 16).
Nel corso di detto servizio sono state identificate e controllate 60 persone, controllati 5 pubblici esercizi, accertate 14 violazioni con sanzioni per complessivi € 8.100 circa.
Controlli della Polizia di Stato agli esercizi pubblici inerenti la circolazione stradale
La Polizia di Stato, nell'ambito delle attività mirate al controllo degli esercizi pubblici, inerenti la circolazione stradale, nel mese di Ottobre ha svolto servizi specifici a tutela di consumatori, volti alla verifica degli autosaloni e rivenditori di auto usate.
I servizi coordinati da questa Sezione di Polizia Stradale hanno coinvolto le Unità Operative Distaccate presenti nella provincia di Parma, che attraverso personale specializzato nei controlli amministrativi, ha svolto verifiche presso alcune attività individuate del territorio della Provincia.
In particolare il personale del Distaccamento di Fornovo, procedendo al controllo di un'attività di commercio di autoveicoli usati nell'agro del Comune di Lesignano dé Bagni, rilevava che tale esercizio risultava privo di autorizzazione al commercio rilasciata dalle autorità competenti.
L'attività economica in esame era iniziata nel marzo del 2016 dandone comunicazione, tramite SIA, al settore attività produttive del Comune di competenza, che entro i termini di Legge rigettava l'istanza per mancanza di requisiti tecnici, mai sanati.
Come accertato dagli operatori di Polizia Stradale, durante il controllo amministrativo, nonostante il diniego del Comune, l'attività economica risultava essere in esercizio.
L'attività abusiva veniva segnalata al Sindaco di Lesignano dé Bagni, che immediatamente emetteva Ordinanza di cessazione dell'attività commerciale abusiva, segnalata.
Di Redazione - Continuano le segnalazioni dei nostri lettori. Questa volta da Sala Baganza, un paese della provincia di Parma. Secondo quanto riportato da un cittadino del luogo, il nuovo Parco Giochi per bambini, situato in Via Campi a Sala Baganza, inaugurato da poco, non presenta le caratteristiche di sicurezza adeguate.
Il cittadino ci ha inviato una foto, che ritrae lo scivolo privo di tappetino, che a parer suo, e molto probabilmente di altri genitori, può causare un pericolo per i bambini che potrebbero farsi male arrivando a fine corsa dello scivolo.
Effettivamente, guardando la foto, sassi e detriti vari potrebbero ferire i bimbi che vanno li a giocare.
Siamo certi che l'amministrazione comunale di Sala Baganza prenderà provvedimenti per risolvere la situazione nel minor tempo possibile.
Nel frattempo, cari lettori, continuate ad inviare le vostre segnalazioni alla redazione della Gazzetta dell'Emilia Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. .
(Segue galleria immagini)
Sicurezza: nuovi poliziotti a Parma, Salvini mantiene promesse. Cavandoli e Campari (Lega): "A Novembre arriveranno anche altri carabinieri".
Roma, 30 ottobre 2018 – "Come promesso da Salvini e dai parlamentari della Lega, a Parma arrivano 18 nuovi agenti di polizia e a Novembre arriveranno anche altri carabinieri", lo dicono i parlamentari parmigiani della Lega Laura Cavandoli e Maurizio Campari.
"Tanto per fare il punto: Minniti aveva promesso 15 nuovi poliziotti, mai arrivati, Salvini per ora ne manda 18. Chi per settimane ha polemizzato sull'argomento, farebbe bene a ringraziare il Ministro dell'Interno", proseguono gli esponenti del Carroccio.
"Quello che non capiscono i politici del passato – aggiungono - è invece chiaro ai cittadini: con la Lega al Governo, l'aria è cambiata. Nuovi agenti, regole certe, controlli serrati, arresti, espulsioni: fatti concreti".
"Nei primi mesi di governo – spiegano i due parlamentari parmigiani - Salvini ha fatto quello che prima sembrava impossibile: fermato gli sbarchi dei trafficanti di schiavi, fatto il Decreto Sicurezza, messo mano alla Legittima Difesa, dato impulso all'attività delle Forze dell'Ordine, arruolato nuovi agenti per rimediare a una carenza di organico che dura da anni".
"La Sicurezza per noi è una priorità – concludono Cavandoli e Campari - la Lega mantiene le promesse fatte ai cittadini."
IMMIGRAZIONE: SINDACO E ASSESSORE ROSSI CONTRO DECRETO SICUREZZA
Occhi (Lega): "In Comune si mettano d'accordo: Legalità o Clandestini?"
Parma, 30 ottobre 2018 - "Avremmo volentieri steso un velo sulla manifestazione delle associazioni immigrazioniste di sabato a Parma, se l'assessore al Welfare del Comune di Parma Laura Rossi, dopo lo sciopero della fame a sostegno delle navi di clandestini bloccate da Salvini, non ne avesse approfittato per scagliarsi contro il decreto Sicurezza e il sindaco non avesse rincarato la dose oggi nella sua campagna elettorale permanente. In Comune si mettano d'accordo: fanno proclami per la Sicurezza, poi si schierano con il business dell'immigrazione", dice Emiliano Occhi, capogruppo della Lega in Consiglio Comunale.
"A Roma come a Parma – prosegue Occhi - le associazioni immigrazioniste sono scese in piazza contro la legalità che vuole introdurre Salvini. Il Decreto Sicurezza sospende le richieste di asilo per chi stupra, spaccia, rapina e per chi va a fare le vacanze nei paesi da cui dice di scappare. Brutte notizie per il business dell'accoglienza".
"Il Decreto Salvini – aggiunge il capogruppo leghista - cancella anche l'istituto della "protezione umanitaria", non tutti sanno cos'è: un pastrocchio introdotto dal Governo Prodi che fino ad oggi è servito per aggirare le normative e accogliere chi non ne ha diritto. Ora verrà sostituita da permessi speciali per chi ha problemi di salute o è stato colpito da calamità naturali; basta finte sanatorie.
"Possiamo capire - spiega l'esponente leghista - che chi ha costruito un business sull'accoglienza dei clandestini sia giustamente preoccupato dal ritorno della legalità nel Paese, ma da un'istituzione come il Comune, ci aspettiamo un atteggiamento diverso. Tanto più se altri assessori vanno in giro senza sosta a fare annunci sulla Sicurezza".
"Quello che ci sentiamo di assicurare agli uni e agli altri – conclude Occhi - è che da quando governa la Lega in Italia c'è posto solo per chi entra legalmente e con la voglia di comportarsi bene. Per tutti gli altri, italiani o stranieri, la pacchia è finita".
Personale del Commissariato di P.S. di Carpi ha dato esecuzione ad un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Modena il 23 ottobre 2018 nei confronti di un cittadino italiano di anni 55.
L'uomo deve espiare la pena di anni 1 per il reato di furto aggravato commesso nel 2011 ai danni di una azienda modenese dalla quale aveva sottratto materiali plastici, titani, leghe speciali per il settore aereo spaziale, acciai trattati, strumenti di misurazione, apparecchiature elettroniche e denaro.
Nella giornata di ieri, gli agenti lo hanno rintracciato presso un'abitazione a Carpi e lo hanno tradotto in carcere.
Modena. Controllo Integrato del Territorio: task force della Polizia di Stato impiegata in città
Nella giornata di ieri, nell'ambito del piano di Controllo Integrato del Territorio, gli agenti della Squadra Volante, unitamente a personale della Squadra Mobile, della Divisione Polizia Anticrimine, della Sezione di Polizia Stradale di Modena e di quattro equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine di Reggio Emilia, hanno effettuato un servizio straordinario volto a prevenire e contrastare il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti, dell'immigrazione clandestina e dei reati predatori in genere.
Durante l'attività che ha interessato la zona dell'Errenord, viale Gramsci, via Attiraglio, Parco XXII Aprile e Parco Pertini, sono state identificate complessivamente 162 persone, di cui 64 di nazionalità straniera, controllati 56 veicoli ed effettuate verifiche estese agli avventori all'interno di 6 esercizi commerciali, tra cui 2 sale slot, 2 negozi di alimentari, un'agenzia pratiche auto ed una concessionaria.
Un cittadino nigeriano di 26 anni è stato tratto in arresto per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini dello spaccio. Nel transitare nei pressi del Parco XXII Aprile, gli agenti hanno notato il giovane a bordo di una bicicletta ricevere del denaro da un italiano. Ritenendo che vi fosse in atto una cessione di stupefacenti, gli operatori li hanno immediatamente raggiunti per sottoporli a controllo. Il nigeriano stringeva ancora in una mano un pezzo di hashish avvolto nella stagnola, del peso di 2.20 grammi, che avrebbe dovuto cedere in cambio di una banconota di 20 euro, già riposta nella tasca dei propri pantaloni.
Da approfondite verifiche nelle banche dati nazionali, a carico del giovane sono emersi numerosi precedenti penali e di Polizia in materia di stupefacenti nonché un ordine di espulsione dal territorio nazionale, motivo per il quale è stato altresì denunciato.
Il 26enne è stato trattenuto all'interno delle celle di sicurezza della Questura in attesa del processo con rito direttissimo.
La Polizia di Stato arresta un cittadino tunisino destinatario di un'ordinanza di misura cautelare
Ieri sera, personale della Squadra Volante ha tratto in arresto un cittadino tunisino di 27 anni sul quale pendeva un'ordinanza di misura cautelare della detenzione emessa dal Tribunale di Modena.
Personale della vigilanza del Centro Commerciale "I Portali", mediante il sistema di videosorveglianza, ha notato l'uomo prelevare della merce dagli scaffali per recarsi all'interno dei camerini. Dopo diversi minuti, il giovane è uscito dalle cabine prova, apparentemente senza la merce, per poi lasciare l'esercizio commerciale senza far scattare l'allarme delle barriere antitaccheggio.
Il 27enne è stato trovato in possesso di alcuni capi di abbigliamento, 4 paia di scarpe, 2 felpe da donna e 2 pantaloni sportivi per il valore complessivo di 555,60 euro, che presentavano i dispositivi antitaccheggio danneggiati.
Gli agenti di Polizia hanno accompagnato il tunisino negli Uffici della Questura per procedere con la stesura degli atti di rito. Da accertamenti nelle banche dati nazionali sono emersi diversi precedenti di Polizia per reati contro il patrimonio nonché un ordine di applicazione della misura cautelare di custodia in carcere, motivo per cui è stato condotto presso la locale Casa Circondariale.
Il tunisino è stato altresì deferito all'A.G. per tentato furto aggravato e per inosservanza alle norme sugli stranieri poiché inottemperante all'Ordine del Questore di abbandonare il territorio nazionale.
La merce, parzialmente rivendibile, è stata riconsegnata al responsabile del negozio.