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Accertare conflitti di interesse e danni per il Made in Italy. La Coldiretti Emilia Romagna esprime apprezzamento.

 

di Virgilio - Parma, 25 marzo 2014. 

Tutto nacque dal nuovo provvedimento di custodia cautelare per l’ex Direttore del Consorzio di Tutela del Formaggio Parmigiano Reggiano, Riccardo Deserti,  per fatti riguardanti un suo precedente incarico. Proprio a seguito di questo provvedimento vi è stata la sospensione dall’incarico del medesimo Deserti. 

E’ di poche ore fa la notizie che Coldiretti Emilia Romagna ha dichiarato il suo apprezzamento per l’esposto del CODACONS.

  • Comunicato COLDIRETTI- 

PARMIGIANO REGGIANO COLDIRETTI, BENE ESPOSTO DI CODACONS PER TRASPARENZA CONSORZIO

Coldiretti Emilia Romagna esprime apprezzamento per l’esposto dell’associazione dei consumatori Codacons alle procure della Repubblica di Parma, Reggio Emilia, Bologna e  Modena e alla Corte dei Conti dell’Emilia Romagna in merito alle vicende poco trasparenti ai vertici del Consorzio, prima tra tutte la contiguità del presidente Giuseppe Alai con aziende che producono formaggio concorrente con il più famoso prodotto Dop italiano.

La discesa in campo di Codacons – commenta Coldiretti – amplia il coro quanti hanno a cuore le sorti del Parmigiano Reggiano e invocano a gran voce trasparenza e pulizia in una vicenda che rischia di ledere pesantemente l’immagine del made in Italy. La nostra battaglia – sottolinea Coldiretti – fin dall’inizio è stata improntata alla volontà di salvaguardare l’immagine del Parmigiano Reggiano e tutelare allevatori e consumatori.

Ben lo ha compreso il Codacons – sostiene Coldiretti – che con il suo esposto contribuisce a rafforzare una sana alleanza tra produttori e consumatori e rispedire al mittente l’accusa di faziosità che un certo mondo associativo e cooperativo ha rivolto a Coldiretti per aver semplicemente chiesto di portare in trasparenza quanto c’era di opaco nella posizione del presidente del Consorzio del Parmigiano che, per sua stessa ammissione, è stato a capo della cooperativa Itaca che tramite varie scatole è azionista della società ungherese Magyar, produttrice di similgrana.

- comunicato CODACONS 

Uno dei simboli d’eccellenza dell’agroalimentare Made in Italy è sicuramente il Parmigiano Reggiano, uno dei nostri 259 prodotti riconosciuti tra Dop e Igp,  sicuramente il formaggio italiano più conosciuto nel mondo ed anche un ottimo biglietto da visita per il nostro paese. Tanta e tale è la sua notorietà da suscitare interessi poco limpidi, al punto da spingere il Codacons a presentare un esposto alle Procure della Repubblica di Parma, Reggio Emilia, Bologna, Modena, oltre che un esposto alla Corte dei Conti dell’Emilia Romagna.

Il Parmigiano Reggiano – scrive il Codacons - rappresenta un vero e proprio “tesoro” economico culturale ed ambientale, spesso trattato con disattenzione ed incuria dalle istituzioni, quando non dagli stessi operatori del settore. Se a livello comunitario le grandi lobby del food impediscono una seria politica sulla tracciabilità e l’origine dei prodotti tipici, gli sforzi a livello nazionale devono essere sicuramente più fermi nel difendere il Made in Italy. Purtroppo nemmeno le autorità regionali e provinciali dell’Emilia Romagna sembrano immuni da queste derive.

A gettare un’ombra agghiacciante su un marchio prestigioso del nostro paese è il nuovo provvedimento di custodia cautelare per Riccardo Deserti, Direttore  del Consorzio del Parmigiano Reggiano, finito agli arresti domiciliari con l'accusa di furto. Quel che sembrerebbe sconcertante è che le nuove minacce per il simbolo del made in italy, potrebbero arrivare dallo stesso presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai: infatti, secondo un articolo pubblicato da La Stampa, Alai  sarebbe stato anche presidente della Itaca Società Cooperativa, che detiene a sua volta una partecipazione nella Magyar sajt Kft, società ungherese che commercializza formaggi che imitano i nostri campioni nazionali dell’agroalimentare. 

La Coldiretti Emilia Romagna, ha subito lanciato l’allarme: in base alla ricostruzione fornita si sottolinea che il Parmigiano Reggiano è il prodotto italiano più falsificato nel mondo e il motivo forse va cercato all'interno dello stesso Consorzio di tutela che più che difendere la tipicità del formaggio alfiere del made in Italy sulle tavole mondiali, sta invece dando forti spallate alla sua trasparenza.

Per tali motivi l’associazione ha chiesto alle Procure di verificare eventuali conflitti di interesse in capo a quei soggetti che hanno il compito di difendere il prestigio del Parmigiano Reggiano e accertare quali controlli siano stati posti in essere dalle istituzioni nazionali, regionali e provinciali al fine di verificare il rispetto della normativa in materia di tutela del Made in Italy, aprendo una indagine anche alla luce del possibile reato di frode in commercio nonché possibili pratiche commerciali scorrette. 

Alla Corte dei Conti dell’Emilia Romagna il Codacons ha chiesto di accertare possibili danni all’erario connessi al discredito per il made in Italy e il grave danno per i consumatori italiani e per l’economia del paese, in relazione alla perdita di credibilità dei prodotti doc italiani e più in generale del Made in Italy.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


  

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Compie domani – venerdì 7 marzo - sessant'anni il caseificio Roncoscaglia di Sestola, una delle prime cooperative casearie nate nell'Alto Frignano...

Modena, 6 marzo 2014 -

Compie domani – venerdì 7 marzo - sessant'anni il caseificio Roncoscaglia di Sestola, una delle prime cooperative casearie nate nell'Alto Frignano. Fondato il 7 marzo 1954, il caseificio ha attualmente nove soci che trasformano in Parmigiano Reggiano 18 mila quintali di latte: la produzione si aggira sulle 3.300 forme l'anno. Nei prossimi mesi la cooperativa, che aderisce a Confcooperative Modena ed è presieduta da Giuliano Manfredini, investirà 160 mila euro per costruire uno spaccio a forma di torre, sul modello dei caseifici di una volta, con una sala polivalente per la presentazione e assaggi delle produzioni tipiche. Alcuni giorni fa il caseificio Roncoscaglia è stato protagonista di Sai cosa mangi?, il programma tv di Rete 4 condotto da Emanuela Folliero che, in veste di padrona di casa, si fa aiutare da esperti per svelare le principali caratteristiche e curiosità degli alimenti che abitualmente troviamo sulla nostra tavola. Il vicepresidente del caseificio Michele Lancellotti ha illustrato le particolarità del Parmigiano Reggiano e mostrato come si taglia una forma di formaggio.

(Fonte:Ufficio stampa Confcooperative Modena)

 

 

 

 

 

Reggio Emilia, 26 febbraio 2014  -  Il Consiglio di amministrazione deI Consorzio del Parmigiano Reggiano, nella seduta odierna, ha condannato e respinto all’unanimità i contenuti di quella che ha definito “una campagna di discredito lesiva dell’immagine del Consorzio, a maggior ragione laddove viene messa in atto da soggetti che dovrebbero avere a cuore i reali interessi dei produttori e la tutela del prodotto cui si legano il loro lavoro e i loro redditi”.

“Gli organi del Consorzio – sottolinea il Consiglio dell’Ente – svolgono le loro funzioni nella pienezza dei requisiti, legittimati da un voto assembleare espresso dai caseifici”.

“Avendo sempre a riferimento gli interessi concreti dei produttori, il rispetto delle loro scelte e gli interessi economici che si legano ad un prodotto che proprio sulla serietà e sulla credibilità ha costruito i suoi successi nazionali ed internazionali – prosegue la nota del Consorzio – il Consiglio ha deliberato di applicare tutte le tutele di legge, a beneficio del Consorzio, nei confronti di quanti ne hanno leso e ne ledono l’onorabilità e l’immagine”.

 

 

L'assessore regionale Rabboni e gli assessori provinciali Ferrari, Rivi,Gozzoli e Montera: va salvaguardato un prodotto simbolo del made in Italy -

Bologna, 20 febbraio 2014 -

"In questo particolare momento è importante che gli organi del Consorzio siano nel pieno della loro legittimità formale e sostanziale per dare corso a tutte quelle iniziative, dai Piani produttivi previsti dal Pacchetto latte della Ue alla lotta alla contraffazione, che sono necessarie per la valorizzazione di un prodotto così importante per l'agricoltura e l'economia emiliana. Occorre evitare che questa vicenda offuschi la reputazione del Consorzio stesso e danneggi l'immagine di un prodotto simbolo del made in Italy come il Parmigiano Reggiano". Così l'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni e gli assessori provinciali Pier Luigi Ferrari di Parma, Roberta Rivi di Reggio Emilia, Luca Gozzoli di Modena e Gabriella Montera di Bologna, che esprimono la loro preoccupazione a proposito della vicenda che ha coinvolto i vertici del Consorzio del Parmigiano Reggiano e chiedono che si faccia presto chiarezza: "alle accuse riportate dalla Stampa sono seguite le smentite del Consorzio. Si verifichi la loro fondatezza".
Gli Assessori intervengono anche a proposito del direttore del Consorzio Riccardo Deserti: "il Consorzio è un organismo privato che deve rispondere innanzi tutto ai suoi soci. Auspichiamo che proprio nel loro interesse saprà adottare le decisioni più opportune in considerazione della specifica posizione del direttore."

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

Mercoledì, 19 Febbraio 2014 11:19

Domattina il Parmigiano Reggiano protagonista su rete 4

Il Parmigiano Reggiano di montagna protagonista in tv grazie al caseificio Roncoscaglia di Sestola nella puntata di domani, giovedì 20 febbraio, di "Sai cosa mangi?" -

Modena, 19 febbraio 2014 -

Il Parmigiano Reggiano di montagna va in tv grazie al caseificio Roncoscaglia di Sestola, protagonista della puntata di domani – giovedì 20 febbraio – di Sai cosa mangi? Si tratta del programma quotidiano delle 10.42 con Emanuela Folliero che, in veste di padrona di casa, si fa aiutare da esperti per svelare le principali caratteristiche e curiosità degli alimenti che abitualmente troviamo sulla nostra tavola. A illustrare le particolarità del Parmigiano Reggiano e mostrare come si taglia una forma è Michele Lancellotti, vicepresidente del caseificio Roncoscaglia di Sestola. Fondata sessant'anni fa (il 7 marzo 1954), la cooperativa ha attualmente nove soci che trasformano in Parmigiano Reggiano 18 mila quintali di latte: la produzione si aggira sulle 3.300 forme l'anno. Nei prossimi mesi il caseificio, che aderisce a Confcooperative Modena, investirà 160 mila euro per costruire uno spaccio a forma di torre, sul modello dei caseifici di una volta, con una sala polivalente per la presentazione e assaggi delle produzioni tipiche.

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative Modena)

 

Domenica, 16 Febbraio 2014 10:31

“Sono come mangio”

 

 

Dal Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano una campagna di educazione alimentare alla quale è abbinato il concorso “Avventura al Caseificio”. 

Coinvolte scuole di Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Toscana e istituti della capitale. 20.000 giovani e 1.000 insegnanti.

 

Reggio Emilia, febbraio 2014  - Partirà a giorni la più ampia campagna di educazione alimentare mai realizzata dal Consorzio del Parmigiano all’interno delle scuole primarie di cinque regioni del centro-nord e della capitale.

Ventimila alunni e 1.000 insegnanti saranno infatti coinvolti nell’operazione “Sono come mangio”, un innovativo viaggio nel cibo e nelle abitudini alimentari, nella storia dei prodotti italiani, ma prima di tutto nell’educazione dei sensi ad un miglior consumo degli alimenti quotidiani, con il Parmigiano Reggiano che fungerà da collegamento tra le diverse discipline scolastiche (dalla storia alla geografia, alle scienze, alla matematica).

“Vi sono due grandi obiettivi che perseguiamo con questo nuovo progetto”, sottolinea il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai. “In primo luogo – spiega il presidente dell’Ente di tutela – puntiamo a far sì che i ragazzi siano più consapevoli della ricchezza del nostro Paese proprio sul versante dell’offerta alimentare e, soprattutto, dello straordinario legame che esiste tra prodotti e territorio, valorizzando in tal modo anche la storia, la cultura, le tradizioni, le risorse ambientali che danno origine ai nostri alimenti; contestualmente, intendiamo offrire agli insegnanti nuovi strumenti e metodologie per sviluppare al meglio quelle responsabilità che li hanno progressivamente investiti anche sul versante dell’educazione alimentare, concepita come strumento fondamentale per una più ampia educazione alla salute e al benessere psico-fisico”.

Il progetto del Consorzio sarà sviluppato con la collaborazione della cooperativa Creativ di Reggio Emilia e prevede un articolato percorso formativo all’interno delle scuole aderenti sino al prossimo mese di giugno.

“Grazie a metodologie interattive e coinvolgenti e all’uso dei linguaggi preferiti dai bambini e dai ragazzi (ludico, musicale, espressivo, corporeo, ecc.) – sottolinea il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Riccardo Deserti – i giovani studenti acquisiranno gli strumenti per conoscere e riconoscere meglio i cibi e saranno guidati ad abitudini alimentari sane, ampliando ed affinando conoscenze e, soprattutto, allenando i cinque sensi ad un rapporto inedito (specie per ciò che riguarda il tatto, i colori e i “suoni” del cibo) con ciò che consumano e con ciò che non deve mancare nella loro alimentazione”.

“Sono come mangio” – come si è detto – coinvolgerà diverse scuole di Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto, Toscana, unitamente ad una serie di istituti di Roma, con particolare riguardo alle ultime due classi delle elementari e alle prime medie.

Al progetto è anche abbinato il concorso Avventura al caseificio”, rivolto alle classi che effettueranno visite guidate ad un caseificio del Parmigiano Reggiano. A quanti realizzeranno la migliore presentazione multimediale dell’esperienza saranno assegnati una LIM (Lavagna Interattiva Multimediale ndr), un videoproiettore e un computer portatile.

Al progetto è stata dedicata una specifica sezione del sito del Consorzio (www.parmigianoreggiano.it), con una parte accessibile a tutti e una, invece, riservata agli insegnanti accreditati.

(CFPR)

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Nonostante la crisi, ci sono cooperative che investono e lo fanno in montagna...

Modena, 31 gennaio 2014 -

Sono una dimostrazione che si può investire in montagna nonostante la crisi, i tre caseifici del Frignano, tutti aderenti a Confcooperative Modena, che spenderanno complessivamente oltre 450 mila euro per potenziare la commercializzazione del Parmigiano Reggiano attraverso i propri punti vendita.

Si tratta dell'Industria Casearia di Pievepelago, del caseificio sociale Casello di Acquaria di Montecreto e del caseificio Roncoscaglia di Sestola, i cui progetti saranno finanziati dal Gal Antico Frignano e Appennino Reggiano con un contributo totale di 170 mila euro. «Le nostre cooperative accettano la sfida dell'impegno diretto e si mettono in gioco per superare la crisi che ha duramente colpito anche la montagna - afferma il presidente di Confcooperative Modena Gaetano De Vinco – Potenziare il confezionamento del formaggio significa da una parte migliorarne la commercializzazione, dall'altra agevolare il consumatore accorciando la filiera.Nello stesso tempo si intercettano gli appassionati di turismo enogastronomico interessati alle eccellenze del nostro territorio».

L'Industria Casearia di Pievepelago, l'unico caseificio rimasto attivo nell'Alto Frignano, investirà 235 mila euro per realizzare un centro di confezionamento a servizio del punto vendita e un'area per il ricevimento clienti e assaggi. Da sottolineare che tre anni fa la cooperativa ha speso 600 mila per realizzare un nuovo magazzino di stagionatura del formaggio che contiene 8 mila forme di Parmigiano Reggiano. Il caseificio Roncoscaglia di Sestola, invece, investirà 160 mila euro per costruire uno spaccio a forma di torre, sul modello dei caseifici di una volta, con una sala polivalente per la presentazione e assaggi delle produzioni tipiche. Infine il caseificio sociale Casello di Acquaria, che tra il 2010 e 2011 ha speso 1,2 milioni di euro per rinnovare magazzino e punto vendita, acquisterà una cella frigo e attrezzature per il confezionamento, con una spesa prevista di 68 mila euro.

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative Modena)

 

 

 

 

Export +5%, tenuta dei consumi interni e produzione e scorte in calo.

Il “barometro” volge al bello per il Parmigiano Reggiano”. Tra i segnali migliori si collocano ancora quelli provenienti dai mercati esteri. Obiettivo del Consorzio, raggiungere quota 50% d’export.

 

di Lamberto Colla - Bologna, 29 gennaio 2014 -

 

Se lo scorso anno fu il terremoto a tenere banco alla tradizionale conferenza stampa del Consorzio di Tutela del Formaggio Parmigiano Reggiano, quest’anno lo sono stati i fattori di positività che hanno cominciato a manifestarsi nel corso del 2013. La soddisfazione del presidente Giuseppe Alai, affiancato dai due vicepresidenti Monica Venturini e Adolfo Filippini, traspare evidente soprattutto in relazione ai tempi di crisi vissuti dal Paese. E’ stato il responsabile del Centro Stampa, Gino Belli, a avviare i lavori e a sottolineare come l’elemento rilevante del 2013 sia stato l’istituzione del Piano di Regolazione dell’Offerta. Piani, sottoscritti dai produttori, che vanno nella direzione di  consolidamento del rapporto tra il prodotto con il territorio di origine. Una assunzione di responsabilità da parte di ciascuno che ancor più rafforza la filiera produttiva. Un elemento di distintività  che andrà a arricchire gli elementi identificativi di un prodotto sempre più orientato all’export.

Giuseppe Alai CFPR 29gen14

- Sintesi annata 2013 -  

In breve sintesi, l’annata 2013, ha registrato un Calo della produzione dello 0,85% e delle giacenze del 4,3%, buona tenuta dei consumi interni, export ancora in forte crescita (+5%), quotazioni in lieve flessione su base annua e in netta ripresa negli ultimi cinque mesi: è segnato da questi valori il consuntivo 2013 del Parmigiano Reggiano, che nel corso dell’anno ha superato pressoché interamente anche le drammatiche conseguenze del terremoto del maggio 2012.

“Sul versante delle quotazioni – spiega il presidente del Consorzio di tutela, Giuseppe Alai – abbiamo vissuto un 2013 a due velocità. La media annua dei prezzi all’origine, che si è attestata a 8,74 euro/kg, con una flessione del 4,2% rispetto al 2012, nasce infatti da quotazioni che nei primi sette mesi si sono mantenute largamente al di sotto di quelle del 2012 (la media del periodo è stata pari a 8,60 euro/kg), mentre da agosto si è via via consolidata una ripresa che nel mese di dicembre ha fatto segnare il migliore risultato dell’anno (9,05 euro/kg), ulteriormente confortato dalle quotazioni della Borsa comprensoriale (che ha sede a Parma), che in quest’avvio di 2014 hanno segnato punte massime di 9,40 euro/kg e con minimi mai al di sotto dei 9 euro/kg”.

“Siamo dunque su valori – aggiunge il presidente del Consorzio – che non si toccavano dall’ottobre 2012 e che, associati a diversi altri elementi positivi, lasciano intravvedere un futuro più soddisfacente per i produttori, alle prese con rilevanti aumenti di diverse voci che incidono sul costo di produzione complessivo”.

A guardare gli indicatori di produzione molti sono i segnali positivi da registrare e tra questi, Alai indica il calo delle giacenze (-4,3% nel 2013, con una ulteriore accelerazione a partire dall’agosto scorso), la flessione produttiva (3.279.156 forme prodotte nel 2013 contro 3.307.221 del 2012), le difficoltà di prodotti similari d’importazione che cozzano contro un elevato prezzo del latte a livello mondiale, il superamento delle difficoltà legate al terremoto 2012, la forte crescita dell’export e la buona tenuta dei consumi interni. “In un anno di grandissima difficoltà per le vendite alimentari al dettaglio – spiega al proposito Alai – le vendite di Parmigiano Reggiano nella GDO sono scese solo dell’1% e sono state ben compensate dall’incremento di quelle effettuate direttamente dai caseifici e da altri canali, tanto che il nostro risultato è positivo nonostante un calo delle vendite di formaggi duri pari al 2,3%”.

 

  • Obiettivo: stabilità di Prezzi e rapporto con il consumatore -

 

 “Oggi – prosegue il presidente del Consorzio – il nostro primo obiettivo è dare stabilità ai redditi dei produttori e da questo punto di vista riteniamo che proprio il 2013 sia stato un anno di svolta per il Parmigiano Reggiano”. “Con decisione assembleare pressoché unanime – sottolinea Alai – a settembre è stato dato il via a quel “Piano di regolazione dell’offerta” che lega il nostro sistema, e individualmente ciascuno dei suoi 3.500 allevatori, ad un governo della produzione che ne sancisce un più diretto legame con il territorio ed il mercato, proprio per esercitare una tutela attiva dei redditi, altrimenti impossibile senza una ordinata crescita che ponga fine ad oscillazioni che anche nel recente passato (il 2011 sul 2010) hanno determinato crescite annue superiori al 7%”. Proprio il piano approvato nel settembre scorso prevede, per il 2014, una produzione di 3.250.000 forme (29.000 in meno rispetto al 2013).

Riccardo Deserti CFPR 29gen14

  • Focus su export e investimenti - 

 

Le esportazioni

Il barometro sembra dunque volgere al bello per il Parmigiano Reggiano e tra i segnali migliori si collocano ancora quelli provenienti dai mercati esteri.

“Nel 2013 – sottolinea il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Riccardo Deserti – sui mercati esteri sono state collocate 45.800 tonnellate e grazie a questo rilevante incremento è salita al 34% (e raddoppiata in cinque anni) la quota di prodotto destinato all’export”.

E qui si innesta uno dei grandi obiettivi del Consorzio: “per il 2020 – afferma Deserti – puntiamo a portare la quota delle esportazioni al 50% sul totale”.

Ai vertici delle classifiche dell’export restano la Francia (con una quota del 19%), il Regno Unito (17,1%), la Germania (16,9%) e gli USA (16,5%), seguiti da Canada, Giappone e Svizzera. 

“È in massima parte a questi Paesi  – spiega Deserti – che si lega la nostra crescita, anche se si sta consolidando un flusso sempre più consistente verso altre aree”.

“Pur partendo da quote complessivamente ancora modeste – prosegue Deserti – l’export al di fuori dei Paesi citati registra un +25%, con crescite percentuali molto rilevanti in Brasile (+130%), Indonesia (+140%), Arabia Saudita (+93%), Kuwait (+30%, Messico (+25%), India (+19%), Russia (+16%), Corea del Sud (+16%)”.

 

Nuovi investimenti

Un’affermazione internazionale, unita al buon andamento dei consumi interni, che sarà sostenuta dai nuovi rilevanti investimenti programmati dal Consorzio, che per il 2014 mette in campo 13,7 milioni di euro equamente suddivisi su Italia ed estero.

“Il nostro obiettivo primario – spiegano Alai e Deserti – è quello di far percepire meglio le caratteristiche e l’unicità del nostro prodotto, grazie ad azioni informative/formative molto articolate che valorizzino al meglio il Parmigiano Reggiano sia laddove vi sono margini di crescita legati ai suoi tratti distintivi, sia laddove è necessario sottrarlo ad una dinamica di consumi globali in recessione”. Specifici progetti – con un ulteriore investimento per quasi 1 milione di euro – sono poi in campo con gli esportatori, la GDO e sul canale horeca.

Buona parte del bilancio del Consorzio (complessivamente 22,9 milioni) sarà poi assorbita dalle attività di controllo e vigilanza. “Nel 2013 – sottolinea il direttore Riccardo Deserti – sono state singolarmente controllate 3.500.000 forme nei caseifici, cui si sono aggiunti i controlli effettuati all’interno degli esercizi commerciali, che complessivamente hanno coinvolto 1.748 punti di vendita”. “Un sistema oneroso – conclude Deserti – ma necessario per assicurare ai consumatori e ai produttori quella tutela che non si può semplicemente rivendicare o delegare ad altri, ma richiede un ruolo attivo da parte di chi rappresenta un sistema così importante per l’agroalimentare italiano, per migliaia di imprese e decine di migliaia di operatori”.

 

-  Bilancio Post Terremoto - 

 

Ottocentomila posti forma ricostruiti, 1 milione di famiglie, 6 catene distributive e 59 caseifici coinvolti in acquisti e vendite solidali, 380 caseifici impegnati con un contributo straordinario, oltre 4.800.000 euro ripartiti tra i caseifici colpiti: sono questi – ad oggi –  i grandi numeri che stanno alle spalle della ricostruzione avvenuta nel comprensorio del Parmigiano Reggiano dopo il devastante terremoto del maggio 2012. 

Dalle vendite solidali effettuate dai caseifici del comprensorio aderenti all’iniziativa “1 euro per rinascere”  sono arrivati 513.950 euro, cui si sono aggiunti quelli legati alle  vendite  nelle  catene 

distributive e nel canale horeca per 486.614 euro, i contributi di altri operatori commerciali per 31.064 euro e le donazioni dirette al Comitato caseifici terremotati, pari a 167.664 euro. La cifra complessiva di 1.199.429 euro è stata distribuita ai caseifici in proporzione al numero delle forme danneggiate (complessivamente ne sono cadute quasi 600.000).

L’impiego della prima tranche del contributo straordinario deciso dall’Assemblea dei caseifici del Parmigiano Reggiano nel luglio 2012 ha poi già consentito di assegnare alle strutture danneggiate un’altra rilevante cifra, pari a 3.624.000 euro, consegnati ai caseifici danneggiati tenendo conto non solo del danno subito, ma anche delle diverse misure di tutela alle quali individualmente hanno potuto fare ricorso (contributi pubblici e rimborsi assicurativi, essenzialmente).

In totale, dunque, sono stati ad oggi erogati 4.823.429 euro, in attesa di completare il percorso delle istruttorie per la quantificazione dei danni e risarcimenti.

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Mercoledì, 15 Gennaio 2014 08:19

Lattiero Caseario: 2014 Ripartenza difficile

 

 

La riapertura dei mercati all’insegna di valori negativi. Stazionari i mercati delle due principali DOP mentre flessioni importanti hanno registrato il Latte Spot e il Burro. 

 

di Virgilio - 

Parma 15 gennaio 2014 --

Prezzi stazionari e scambi normali secondo l’ultimo bollettino della Borsa Merci di Parma relativamente al Formaggio Parmigiano Reggiano. Quotato tra 9,00 e 9,40€/Kg, il parmigiano Reggiano  di 12 mesi  e oltre, è l’unico prodotto che ha registrato un segno positivo alla riapertura dell’attività lo scorso 3 dicembre. +0,27% rispetto l’ultima quotazione del 2013. Nessuna variazione invece da rilevare per il Grana Padano che conferma le chiusure dello scorso anno.

Prosegue invece la discesa a grandi falcate del latte Spot. Ai 4 euro perduti nel mese di dicembre si deve aggiungere un altro euro lasciato sul campo lunedi scorso. Un ulteriore -3,09% che porta il prezzo del latte crudo all’interno della forbice 47,43-49,49€/100litri di latte. 

Scende anche il burro che perde tra l‘1,30% e l‘1,98% a seconda delle tipologie. Prendendo a riferimento il Burro CEE questo perde 1,30% fissando il prezzo a 3,80/kg. Unica eccezione per il Burro zangolato quotato a Parma che conferma i 2,70€/kg. chiusura d’anno precedente.

 

Alaa El-Din Ahmed Bekhit 

(Foto: Alaa El-Din A Bekhit)

Latte e Formaggio di Cerva: migliori proprietà di quello d’asina

 Le analisi condotte dal Dipartimento di scienze alimentari dell'Università di Otago (regione al sud della Nuova Zelanda) hanno identificato nel latte dei cervidi (alci, caprioli, cervi, daini, renne) e quindi nel formaggio, composti bioattivi, in grado di rafforzare il sistema immunitario negli esseri umani che se ne cibino. 

L'idea di produrre un formaggio dal latte di cerva, è nata proprio, secondo quanto dichiarato alla stampa dal responsabile di progetto professor Alaa El-Din A Bekhit, «dall'apprendere che in Europa si vende - a prezzi altissimi - il formaggio di latte di asina, che ha solo alcune proprietà bioattive, mentre il latte di cerva ha proprietà ancora più benefiche».

Se la ricerca confermerà i dati, dovranno risolvere alcuni problemi legati alla mungitura automatica degli animali, e poi sarà la volta che troveremo il latte di cerva sulle nostre scaffalature.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Aumentano il volume di latte lavorato e il numero di forme prodotte dai caseifici cooperativi modenesi -

Modena, 30 dicembre 2013 -

Aumentano il volume di latte lavorato e il numero di forme prodotte dai caseifici cooperativi modenesi, cala leggermente il prezzo medio di liquidazione del latte. Lo comunica Confcooperative Modena, che ha analizzato i bilanci al 31 dicembre 2012 delle 43 cooperative casearie aderenti (31 di montagna e dodici di pianura), le quali rappresentano il 59 per cento dei 73 caseifici attivi in provincia di Modena al 30 settembre scorso (363 nell'intero comprensorio del Parmigiano-Reggiano).

«L'anno scorso il latte conferito alle nostre cooperative ha superato 1,7 milioni di quintali, 87 mila quintali in più (+ 5,5 per cento) rispetto al 2011 – afferma il direttore di Confcooperative Modena Cristian Golinelli – Questo è accaduto nonostante sia diminuito il numero dei caseifici; ciò significa che si è rivelata giusta la politica delle aggregazioni tra cooperative che stiamo portando avanti da qualche anno». Nel dettaglio i 31 caseifici di montagna (in media hanno nove soci conferenti) hanno trasformato in Parmigiano Reggiano 844 mila quintali di latte, mentre le dodici cooperative di pianura (media di quindici soci) hanno lavorato 896 mila quintali di latte. Nel 2012 in provincia di Modena sono state prodotte 643.501 forme di Parmigiano Reggiano; il 48,6 per cento delle forme è stato prodotto dai 43 caseifici aderenti a Confcooperative Modena (quasi 150 mila forme i caseifici della montagna, 163 mila quelli di pianura).

Si conferma buona la resa del formaggio, che oscilla tra i 7,19 e 7,18 kg di Parmigiano Reggiano ogni cento litri di latte lavorato. L'unico dato non positivo è il calo del prezzo medio di liquidazione del latte, che l'anno scorso si è fermato a 55 centesimi al litro (era di 70 centesimi nel 2010). «Si tratta di valori ancora accettabili, anche se in montagna i costi di produzione sono più alti rispetto alla pianura e gli allevatori hanno margini inferiori», commenta Giordano Toni, presidente del settore lattiero-caseario di Confcooperative Modena. In compenso vanno bene le vendite dirette effettuate dagli spacci aziendali: l'anno scorso i 19 caseifici di montagna che hanno il negozio hanno venduto 13 mila forme (prezzo medio 12,39/kg), mentre i dodici caseifici di pianura con spaccio hanno ricavato un prezzo medio di 12,23 euro/kg dalle 45 mila forme vendute (ma il dato è "inquinato" dalla solidarietà post terremoto).

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative Modena)

 

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