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Approfittando dei problemi psicofisici di una coppia di sorelle ultranovantenni, sole e senza alcun familiare, un consulente finanziario C.P.L. italiano ma nato in sudamerica, impiegato di un noto Istituto di Credito, si appropriava indebitamente del loro patrimonio.

Nel tempo, avvalendosi del rapporto fiduciario consolidatosi negli anni, il professionista aveva sottratto ingenti somme di denaro alle due anziane, in parte utilizzato per acquistare un immobile, e facendosi nominare erede universale di tutti i loro beni.

I finanzieri del II Gruppo della Guardia di Finanza di Bologna, partiti da una denuncia, hanno avviato complessi e mirati accertamenti bancari che hanno consentito di denunciare il consulente alla locale Procura della Repubblica per il reato di circonvenzione di incapace.
Lo sviluppo delle investigazioni, le puntuali indagini finanziarie e le perquisizioni svolte dai militari hanno fatto emergere un quadro allarmante ed evidenziato come l'uomo abbia ottenuto nel tempo la fiducia delle anziane e la piena disponibilità del patrimonio personale delle vittime comportando la necessità del sequestro preventivo d'urgenza di conti correnti, titoli e polizze per più di 430.000 euro, oltre un immobile del valore di circa 90.000 euro, al fine di interrompere l'illecita attività.

Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bologna, avallando quindi le ipotesi investigative dei finanzieri e tenuto conto della gravità della condotta, nel convalidare il sequestro preventivo d'urgenza, ha disposto anche l'applicazione della misura degli arresti domiciliari nei confronti dell'indagato.
Sono al vaglio degli investigatori ulteriori posizioni di correntisti/investitori gestiti dal consulente.

Senza sosta, dunque, l'impegno degli uomini e delle donne della Guardia di Finanza di Bologna che con il ruolo di polizia economico-finanziaria, mira anche a tutelare i risparmiatori ed in particolar modo i soggetti più deboli tra cui gli anziani che più frequentemente sono esposti a truffe e raggiri con serio pericolo per i risparmi di una vita.

Pubblicato in Cronaca Emilia

Parma 24 agosto 2017 - Alle 10.10 del 23 u.s. in via Bachelet una donna anziana è stata vittima di una truffa, messa in atto da un uomo di circa 60 anni, alto 1.80 cm., italiano probabilmente della provincia di Parma, il quale ha suonato al citofono chiedendo informazioni sull'amministratore del condominio.

L'uomo si è qualificato come appartenente alla Guardia di Finanza. Una volta in casa, ha chiesto alla signora di mostrargli tutti i gioielli che possedeva in casa, chiedendole inoltre una bilancia. Dopo aver pesato i gioielli, l'uomo ha chiesto alla signora di riporre la bilancia ed approfittando di tale operazione si dava alla fuga. Solo successivamente la signora contattava il figlio, che abita al piano sottostante, riferendo dell'accaduto, il quale non poteva fare altro che constatare l'ammanco dei gioielli. Come riferito dalla signora agli operatori della Squadra Volanti intervenuti sul posto, ha lamentato l'ammanco di un orologio in oro; un paio di orecchini con perle e diamanti ed altri due paia di orecchini con brillanti, per un valore complessivo di circa 10.000,00 euro.

attenzione-truffeA tal proposito è bene ricordare i consigli di seguito elencati:

Il fenomeno dei reati di truffa colpisce una fascia debole della cittadinanza, costituita appunto dagli anziani, riuscendo a far leva sull'impreparazione di questa categoria di vittime e sullo stato di solitudine che spesso la caratterizza.
La Polizia di Stato vuole, quindi, focalizzare l'attenzione su questo fenomeno, invitando la cittadinanza a tutelarsi contro i tentativi di truffe.
Il nostro invito, rivolto alle persone anziane (ma non solo), è il medesimo dello spot pubblicato nei mesi scorsi, "chiamateci sempre", al minimo sospetto e senza indugiare. "Non siete soli, chiamateci sempre".
Sul sito della Polizia di Stato www.poliziadistato.it  è presente una "guida", riportata di seguito, che spiega quali sono gli atteggiamenti da adottare quotidianamente per proteggersi dai malintenzionati.
Rinnovando l'invito a contattare il 113 per qualsiasi segnalazione o emergenza, si ricorda che:

1. Non aprite la porta di casa a sconosciuti anche se vestono un'uniforme o dichiarano di essere dipendenti di aziende di pubblica utilità. Verificate sempre con una telefonata da quale servizio sono stati mandati gli operai che bussano alla vostra porta e per quali motivi. Se non ricevete rassicurazioni non aprite per nessun motivo. Ricordate che nessun Ente manda personale a casa per il pagamento delle bollette, per rimborsi o per sostituire banconote false date erroneamente. Per qualunque problema e per chiarivi qualsiasi dubbio non esitate a chiamare il 113.

2. Quando fate operazioni di prelievo o versamento in banca o in un ufficio postale, possibilmente fatevi accompagnare, soprattutto nei giorni in cui vengono pagate le pensioni o in quelli di scadenze generalizzate. Non fermatevi mai per strada per dare ascolto a chi vi offre facili guadagni o a chi vi chiede di poter controllare i vostri soldi o il vostro libretto della pensione anche se chi vi ferma e vi vuole parlare è una persona distinta e dai modi affabili.
Se avete il dubbio di essere osservati fermatevi all'interno della banca o dell'ufficio postale e parlatene con gli impiegati o con chi effettua il servizio di vigilanza. Se questo dubbio vi assale per strada entrate in un negozio o cercate un poliziotto o una compagnia sicura.

3. Durante il tragitto di andata e ritorno dalla banca o dall'ufficio postale, con i soldi in tasca, non fermatevi con sconosciuti e non fatevi distrarre.Ricordatevi che nessun cassiere di banca o di ufficio postale vi insegue per strada per rilevare un errore nel conteggio del denaro che vi ha consegnato.
Quando utilizzate il bancomat usate prudenza: evitate di operare se vi sentite osservati.

Consigli per i figli, nipoti e parenti stretti
Non lasciate soli i vostri anziani, anche se non abitate con loro fatevi sentire spesso e interessatevi ai loro problemi quotidiani
Ricordategli sempre di adottare tutte le cautele necessarie nei contatti con gli sconosciuti. Se hanno il minimo dubbio fategli capire che è importante chiedere aiuto a voi, ad un vicino di casa oppure contattare il 113.
Ricordate che, anche se non ve lo chiedono, hanno bisogno di voi.

Consigli per i vicini di casa
Se nel vostro palazzo abitano anziani soli, scambiate ogni tanto con loro quattro chiacchiere. La vostra cordialità li farà sentire meno soli.
Se alla loro porta bussano degli sconosciuti esortateli a contattarvi per chiarire ogni dubbio. La vostra presenza li renderà più sicuri.
Segnalate al 113 ogni circostanza anomala o sospetta che coinvolga l'anziano vostro vicino di casa .

Consigli per gli impiegati di banca o di uffici postali
Quando allo sportello si presenta un anziano e fa una richiesta spropositata di denaro contante, perdete un minuto a parlare con lui. Basta poco per evitare un dramma.
Spiegategli che all'esterno di banche ed uffici postali nessun impiegato effettua controlli.
Per ogni minimo dubbio esortateli a contattarvi.

Pubblicato in Cronaca Parma

Percosse, offese e umiliazioni nei confronti di anziani alloggiati in una casa famiglia di Parma. Una quotidianità fatta di rimproveri e umiliazioni e frequente ricorso a percosse e minacce, tirate di capelli, insulti, in un clima di terrore costante. Titolare della struttura e due collaboratrici agli arresti domiciliari per maltrattamenti. Ma le indagini non sono concluse...

Di Alexa Kuhne

Parma, 10 febbraio 2016

Il terrore glielo si leggeva negli occhi quando raccontava alla polizia cosa toccava alla sua compagna di camera.
E' stata una anziana ospite della casa famiglia Villa Alba a squarciare il velo del silenzio e a decidere di denunciare cosa lei, con altri cinque ospiti, era costretta a subire. Da lì sono scattate le indagini della Squadra mobile di Parma e poi i tre arresti di questa mattina per maltrattamenti aggravati.

"Tacevo, perché avevo paura che lo facessero a me", ha detto la ottantenne, incoraggiata a parlare anche dai suoi familiari. Viveva l'angoscia che a lei toccassero le stesse sevizie fisiche e psicologiche messe in atto, giorno dopo giorno, dalla 31enne titolare della casa di riposo, dalle due collaboratrici, sua sorella di 30 - operatore socio-sanitario - e dalla loro madre 55enne.
Una 'azienda a conduzione familiare' che le tre donne stavano molto attente a far funzionare, evitando che i sei ospiti se ne andassero. Come quando non avevano voluto chiamare il 118 per soccorrere una delle pensionate che si era sentita male, perché altrimenti, se non fosse più tornata nella casa –famiglia, avrebbero avuto una fonte di guadagno in meno.
Una quotidianità fatta di rimproveri e umiliazioni e frequente ricorso a percosse e minacce, tirate di capelli, insulti, in un clima di terrore costante.

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Gli anziani della struttura, per la quale pagavano una retta di 1800 euro mensili, erano obbligati a rimanere fermi per ore, imprigionati nei letti, grazie all'uso di sponde, per evitare che scendessero, che facessero qualsiasi movimento, che dessero fastidio. Non gli era concesso espletare bisogni fisiologici, camminare, dare 'rogne' alle tre donne indagate.
Per evitare che gli ospiti 'disturbassero', li stordivano con psicofarmaci che non rientravano nelle prescrizioni mediche che, tra l'altro, non venivano mai seguite correttamente. Molte volte veniva proibito ai parenti di far loro visita, adducendo false motivazioni.
Gli anziani erano passivi, inermi, silenziosi e terrorizzati.

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Le indagini, partite lo scorso maggio, hanno rivelato una realtà ancora più sconvolgente di quella raccontata, fatta sì di percosse, minacce, denigranti offese ma anche da forme di violenza psicologica, come quella di far credere ad una ospite che sua sorella fosse morta.
Le intercettazioni ambientali hanno messo in luce la quotidianità agghiacciante di una casa di riposo che avrebbe dovuto essere un luogo di pace e serenità per gli ottantenni, tutti senza disabilità, che cercavano solo assistenza e compagnia.
L'attività investigativa prosegue, anche perché nel corso dell'operato degli uomini del dott. Cosimo Romano, è emerso che una delle indagate, corsista presso un locale ospedale, ne approfittasse per portare via materiale, come presidi ospedalieri e medici, che poi venivano utilizzati nella struttura privata.
Inoltre, nella casa-famiglia era spesso presenti minori che facevano parte dell'entourage delle tre donne e che pare avessero assistito di frequente ai maltrattamenti.

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Pubblicato in Cronaca Parma
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