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Mercoledì, 11 Dicembre 2013 17:08

Smog, Parma ha fatto tredici

Sforamenti ai limiti delle polveri sottili consentiti per legge in tutta la Regione: Parma al secondo posto -

Parma, 11 dicembre 2013 -

 Le news da Parma sono bad news.

Il livello delle polveri sottili è salito ancora, le Pm10 si sono assestate a 95 microgrammi per metro cubo di aria, doppiando il massimo livello consentito dalla legge (50 microgrammi).

Si tratta del 67° sforamento del 2013 e, come detto, del tredicesimo di fila.

Tutta la regione è fuori norma, picco a Rimini con 106 μg, Parma seconda pari merito con Forlì.

Le previsioni meteo danno tempo stabile, alta pressione, nebbia, e anche le prossime ore non porteranno alcun beneficio, anzi.

L'aria è ferma e si riempie sempre di più di pericolosi inquinanti.

Le polveri sottili sono cancerogene, la sentenza è dello Iarc, dell'ottobre scorso.

Respiriamo quindi un'aria pericolosa per la nostra salute.

Provate a immaginarvi la scena.

Da 13 giorni viviamo in una stanza sigillata senza aver mai aperto la finestra. Ci viviamo in tanti ed ogni giorno accendiamo anche i fornelli per preparaci da mangiare.

Sono ovvie a tutti le conseguenze di questa situazione.

Un soffocamento lento ma costante, il fiato sempre più corto, i polmoni sempre più sporchi.

Domenica traffico fermo in centro storico, ma le tangenziali rigurgiteranno di auto per le spese natalizie, i parcheggi dei centri commerciali soffocheranno per eccesso di richiesta, il grande manto nero si tingerà ancora di più di tinte fosche.

E' la stupidità degli uomini, la cecità dei camini, gli errori di impianti inutili come l'inceneritore, che ora c'è e ci dobbiamo sentir dire che vada usato, sennò chi paga?

Dipendiamo inermi dal meteo, dal vento che non arriva, dalla pioggia che non scende.

Già oggi sappiamo che i prossimi giorni forse saranno peggiori dei precedenti, fino a Natale convivremo con un'aria colma di polveri sottili.

E i Pronto Soccorso accrescono i loro accessi per sintomatologie legate all'apparato respiratorio, al cardio circolatorio me anche a versante più pericolosi e definitivi.

L'Emilia Romagna è una enorme tinozza piena di acqua mai cambiata.

La nuvola della Pianura Padana la si osserva dal satellite, una delle 5 più nere del mondo.

E' lo sviluppo cieco e sordo, uno sviluppo suicida, terminators di sé stessi.

E' un collasso generalizzato che attende risposte generalizzate.

Senza azioni poderose, di area vasta, non ci sono soluzioni, né inversioni di tendenza possibili.

E' urgente che l'Italia intera prenda decisioni drastiche, applichi norme rigorose, si erga a difesa innanzitutto della salute dei suoi cittadini, prima di tutti gli altri interessi.

Siamo veramente in fondo al tunnel, e il foro è cieco.

Un requiem della modernità.

(Fonte: Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)

 

Ieri il laboratorio mobile di Arpa, in via Montebello, ha registrato il 66° sforamento dei limiti di legge del livello delle polveri sottili (Pm10), attestandosi su un corposo 91 microgrammi, quasi il doppio del consentito -

Parma, 10 dicembre 2013 -

Il dodicesimo giorno fuori legge.

Tutta l'Emilia Romagna è coperta da una fitta coltre di aria avvelenata, avvelenata da noi stessi, che poi provvediamo anche a respirarcela.

Sembra un po' una plastica applicazione della legge del contrappasso, in questo caso per analogia.

Sporcate l'aria? Sembra dire divertita Madre Natura, ora respiratela tutta quanta, fino all'ultima molecola di veleno.

Pianura Padana, il quinto territorio più inquinato al mondo.

Polveri sottili sostanze classificate certamente cancerogene dallo Iarc, lo scorso ottobre.

Italia in infrazione europea sul piano Aria, il programma imposto dalla Ue che esige che gli Stati membri migliorino lo stato dell'ambiente, con puntuali step da rispettare.

Puntualmente disattesi.

Polveri sottili nei mesi invernali, ozono in estate, lo Stivale arranca e inciampa continuamente nelle solite problematiche.

Non ci sono soldi da investire in programmi importanti di riconversione della mobilità urbana.

Così ne spendiamo molti di più nella cura dei danni sanitari certi che la pressione ambientale causa negli abitanti delle nostre camere a gas della pianura padana.

Il gatto è stanco di mordersi la coda.

Il problema è Il Problema e andrebbe messo al primo punto delle visioni future del nostro bacino.

Una azione concertata sovra regionale, un patto tra i sindaci, gli enti locali, il comparto produttivo, i cittadini, tutti coloro che danno il loro contributo negativo all'accrescimento dei livelli di inquinamento ambientale.

Oggi come nei precedenti 11 giorni a Parma non si respira.

E se lo si fa, ciò che entra nei polmoni è cancerogeno.

I cibi avariati vengono tolti dagli scaffali.

Quando le autorità prenderanno coscienza che autorizzare ancora a immettere polveri in atmosfera è come collaborare fattivamente al danno sanitario dell'intera popolazione?

Quando arriverà il momento in cui si calcolerà quanto smog può sopportare il nostro eco sistema.

Perché è certamente facile affermare che ogni singolo impianto sia a norma di legge, vedi il camino di Ugozzolo, ma se guardassimo alla sommatoria, ponessimo alla luce del sole l'imponente massa di inquinanti che ogni giorno il nostro territorio scarica in aria, allora, e solo allora, avremmo davanti le cifre del disastro.

E non potremmo più fare finta di niente.

(Fonte: ufficio stampa Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)

 

 Continuano gli sforamenti dell' inceneritore di Ugozzolo: dal 28 novembre Parma è sempre fuori limite per la concentrazione di polveri nell'aria -

Parma, 6 dicembre 2013 -

Polveri che lo Iarc ha recentemente dichiarate certamente cancerogene.

Una sfilza di numeri oltre il consentito, 53, 57, 63, 62, 54, 55, 51 microgrammi per metro cubo di aria. Una settimana intera, dopo la quale scattano misure straordinarie anti smog.

Dall'inizio dell'anno sono 61 i superamenti registrati in città, contro i 35 consentiti per legge.

Un altro anno nero, aggravato dall'accensione, lo scorso 28 agosto, dell'inceneritore di Ugozzolo.

L'impianto, pur andando a mezzo regime, ha fatto la sua parte.

Il 1° dicembre la stazione mobile del Paip superava anch'essa il limite dei 50 microgrammi.

L'inceneritore, quando il prossimo fine gennaio entrerà nella fase di esercizio, darà il meglio di sé.

A pieno regime brucerà 130 mila tonnellate di rifiuti l'anno e le due linee emetteranno in atmosfera 144 mila metri cubi di aria all'ora, 24 ore al giorno, 330 giorni all'anno.

Fate i vostri conti e le vostre considerazioni.

Il 2013 sta andando maluccio, anche se migliore del 2012 (114 superamenti, 10 sopra i 100 milligrammi), non abbiamo davvero idea cosa ci si debba aspettare per il 2014.

Ovviamente Parma è ancora una volta la peggiore città dell'Emilia Romagna come qualità dell'aria.

Lo smog si accanisce in modo particolare nel ducato.

Nessuno peggio di noi respira aria inquinata.

E certe sono le conseguenze, a partire dai problemi respiratorio per poi passare ai guai cardiovascolari.

Questa grave situazione dovrebbe fare riflettere le autorità sanitarie, ma anche i cittadini, che fanno la loro parte sul fronte dell'immissione di gas veleniferi nell'aria.

L'uso eccessivo dell'auto privata infatti comporta un ulteriore e decisivo apporto di inquinanti.

Oggi, di fronte ad una emergenza ambientale di questo genere dovremmo tutti guardarci allo specchio e parlarci con sincerità.

Quante volte potremmo fare a meno di girare la chiave nel quadro?

Lo Iarc di Lione ha emesso in ottobre la sua sentenza definitiva, inserendo le polveri sottili tra i cancerogeni certi.

Le città come camere a gas.

E lo chiamiamo progresso.

(Fonte: ufficio stampa Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)

 

Giovedì, 05 Dicembre 2013 15:22

Parma verso la mobilità sostenibile

Il 43% dei ducali pensa sia giusto diminuire l’uso della propria auto in città, il 37% sarebbe favorevole a limitazioni derivate da leggi ad hoc, il 79% degli intervistati è favorevole all’incentivazione dei servizi di mobilità alternativa di car sharing e car pooling -
 
Bologna, 5 dicembre 2013
 
Siamo italiani e da sempre legati ad una solida tradizione motoristica, in particolare alle automobili, che rimangono in testa ai principali mezzi di trasporto scelti per spostarsi nelle città della Penisola (93%), anche se il difficile periodo in cui viviamo sta influenzando in negativo le vendite nel settore delle quattroruote, dove per Federauto il 2013 si chiuderà a quota 1 milione e 280 mila pezzi, l’8% in meno del 2012 assestandosi su valori “antichi”: come nel 1979. L’ultima ricerca dell’Osservatorio Linear dei Servizi ha messo in luce la nuova tendenza dei ducali in fatto di mobilità alternativa e responsabile, ma sempre su 4 ruote: il car sharing ed il car pooling.
 
Approccio ad una mobilità responsabile. Questa risulta essere la fotografia dell’Osservatorio Linear dei Servizi dello scenario parmense, dove il 43% degli intervistati afferma di essere favorevole ad una riduzione dell’utilizzo delle automobili in città per ridurre il fatidico inquinamento. Il 37% degli intervistati proporrebbe delle limitazioni all’uso delle quattroruote derivate da nuove leggi studiate ad hoc, un altro 21% dei parmigiani pensa sia utile usare sempre meno l’auto per un fattore di sicurezza delle persone. Dato importante è il 15% che sta valutando di dismettere la seconda auto di famiglia.
 
Si espande sempre di più la conoscenza dei servizi di mobilità alternativa ed ecosostenibile come il car sharing ed il car pooling. Ben 8 ducali su dieci (84%) dichiarano di essere a conoscenza e di sapere come funzionano i due servizi di mobilità alternativa.
Green si ma lentamente. Aspetto positivo è il parere dei parmigiani che sono favorevoli all’incentivazione di servizi di mobilità sostenibile nella propria città: il 19% li userebbe quotidianamente, un 17% anche per viaggi extraurbani ed un 43% li utilizzerebbe all’occorrenza.
 
Stiamo muovendo i primi passi in un nuovo contesto di mobilità alternativa, l’Italia è all’inizio del percorso se paragonata al resto d’Europa ma negli ultimi tempi sembrerebbe che l’aria stia cambiando, l’arrivo in alcune delle principali città di compagnie specializzate in queste due realtà di mobilità sostenibile e il virtuosismo nella stessa direzione di alcuni comuni hanno dato spinta ed energia ad un tema di sicura importanza per il nostro futuro, che speriamo sia sempre più green!

(Fonte: ufficio stampa Linear Assicurazioni)

Novellara (RE) 4 dicembre 2013 -

Nella mattinata di mercoledì 4 dicembre l’Istituto Comprensivo di Novellara ha celebrato la Festa dell’Aria mettendo a dimora il noce regale benedetto da Papa Francesco in Piazza San Pietro il 27 novembre, durante la festa del Creato, festa organizzata in onore di San Francesco d’Assisi, proclamato Celeste Patrono dei Cultori dell’Ecologia, alla quale hanno partecipato alcune classi quinte elementari.

 Il noce, che si coltiva dalle Alpi alla Sicilia è stato scelto come simbolo della ‘saggia ecologia’, in quanto è l’albero all’ombra del quale una tradizione vuole sia stato battezzato Gesù, ed è l’emblema della continuità generazionale nella famiglia oltre che simbolo di solidità e continuità.

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Con un simbolico passaggio di consegne alcuni studenti delle classi quinte hanno donato il piccolo noce ai bambini di prima elementare, invitandoli ad averne cura.

Durante la mattinata, i piccoli studenti, aiutati dai volontari GGEEV, del Bici Bus hanno piantato anche sei ciliegi selvatici e un altro albero di noce offerti dall’amministrazione comunale, per arricchire l’area verde di via Pertini limitrofa alla Casa Protetta.

Per gli alunni che hanno partecipato, insieme ad altri 9mila bambini provenienti da tutt’Italia, all’iniziativa promossa dall’associazione Sorella Natura di Assisi in Piazza San Pietro è stato un momento di grande emozione e responsabilità perché, attraverso questo gesto, si sono fatti promotori della salvaguardia del patrimonio ambientale.

(Fonte: ufficio stampa Comune di Novellara)

 

Domenica, 01 Dicembre 2013 08:21

Varsavia, chiusa con un flop la conferenza sul clima



Colpevole mancanza di responsabilità da parte dei Governi che continuano a sottovalutare la gravità della crisi climatica

Legambiente,  novembre 2013 - -

A Varsavia si è imposta ancora una volta la pericolosa politica del rinvio. Rimandata alla primavera del 2015 la prima formulazione degli impegni di riduzione delle emissioni in preparazione della Conferenza di Parigi del dicembre 2015 dove si dovrà sottoscrivere il nuovo accordo globale sul clima.

Ci stiamo avventurando verso un surriscaldamento del pianeta di oltre 4°C con scenari apocalittici. Serve un'inversione di rotta. E' il grido di allarme lanciato nelle scorse settimane dal nuovo rapporto dell'IPCC. Gli scienziati del panel intergovernativo dell'Onu sui cambiamenti climatici avvertono che non è più possibile continuare su questa strada. E' il tempo di agire. Il livello di ambizione comunitario degli obiettivi climatici ed energetici deve essere coerente con la traiettoria di riduzione delle emissioni di gas-serra di almeno il 95% al 2050, in grado di contribuire a contenere il riscaldamento del pianeta almeno al di sotto della soglia critica dei 2°C. "Pertanto l'Unione europea entro il 2030 deve impegnarsi almeno al 55% di riduzione delle emissioni interne come contributo ad un accordo globale ambizioso e giusto, ispirato al pieno rispetto dei principi di equità e delle comuni ma differenziate responsabilità e capacità tra paesi industrializzati emergenti e in via di sviluppo. Nello stesso tempo per una reale transizione verso un sistema energetico a zero emissioni di carbonio, l'Europa entro il 2030 deve impegnarsi a raggiungere il 45% di energia rinnovabile e tagliare il consumo di energia del 40%.

Presentata nel corso della Conferenza la classifica di Germanwatch, il rapporto annuale sulla performance climatica. Nessun paese sino ad ora ha messo in campo politiche in grado di contribuire seriamente a vincere la sfida climatica. Le emissioni hanno raggiunto un nuovo picco a livello globale. Tuttavia il rapporto evidenzia un segnale di speranza. Per la prima volta si registra un rallentamento della crescita delle emissioni. Leggi tutto

(fonte Legambiente)
Le modalità per la raccolta differenziata non sono ancora comprese da tutti, GCR attende le sanzioni ai comportamenti fuori legge -
 
Parma, 29 novembre 2013 -
 
Tempi lunghi, multe certe: la raccolta differenziata, alla fine, vincerà -
 
Non ci aspettiamo tempi brevi per portare il concetto di raccolta differenziata spinta a tutta la città, a tutti i cittadini e non vedere più le scene di inciviltà di queste settimane.
Le mosse sarebbero comprensibili e facili ma ci sono diversi intoppi.
L'abitudine a gettare in strada rifiuti esiste da sempre, anche quando c'erano i cassonetti, figuriamoci ora che mancano gli accoglienti raccogli tutto.
Ci sono poi le difficoltà linguistiche, in una città sempre più multi razziale, idiomi e abitudini diversi richiedono pazienza e costanza.
Ci sono poi gli irriducibili che fingono di non capire, che non hanno tempo di separare, figuriamoci di esporre nei tempi dettati dalla città. Loro hanno fretta, sono persone impegnate, di queste quisquilie non vogliono sentir nemmeno parlare.
La città corre ormai verso un unico modello di gestione dei rifiuti.
Dalla strada i nostri scarti vengono riportati dentro le case, dove ci viene richiesto di separarli, prima di affidarli ai canali corretti di riciclo.
Organico, scarti alimentari, umido separato innanzitutto. Il cassonetto è quello marrone areato per non creare odori fastidiosi e liquidi nerastri.
Poi separazione di carta e cartone da tutto il resto. Fogli, buste, sacchetto in cellulosa puliti e privi di residui di altra natura. Tutto nel cassonetto blu.
Le plastiche, insieme al barattolame, nel sacco giallo.
L'unico materiale che viene gestito in strada è il vetro, con apposite campane verdi.
Altre frazioni come indumenti usati e calzature hanno anch'esse cassonetti stradali, così come il verde degli sfalci.
Dopo un tempo abbondante di pazienza occorre ora dare l'ultimo colpo di giravite.
E' finito il tempo dell'attesa.
Si deve comprendere anche a livello di portafogli che l'abbandono dei rifiuti è una pratica illegale.
Un cattivo modo di essere cittadini che causa anche un prelievo forzato dalle nostra tasche.
Sanzionare gli incivili è un gesto di rispetto per la maggioranza dei cittadini che rispetta le regole.
Sanzionare i comportamenti fuori le regole è un dovere necessario a traguardare l'obiettivo.
Si dice "colpirne uno per educarne cento".
This is the time.
 
(Fonte: Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)
Reggio Emilia tra le 12 candidate al premio "Capitale verde europea 2016", destinato a città all'avanguardia in fatto di soluzioni rispettose dell'ambiente nell'ambito della gestione urbana -
 
Reggio Emilia, 28 novembre 2013 -
 
C'è Reggio Emilia a rappresentare l' Italia tra le candidate al premio "European Green Capital" per il 2016. Le candidate in lizza verranno valutate in base all' impegno ambientale e alle proposte di soluzioni innovative; tra i criteri presi in considerazione: cambiamenti climatici, aree urbane verdi, qualità dell' aria, natura e biodiversità, produzione e gestione dei rifiuti, rendimento energetico.
Le città che partecipano al concorso per gli altri 11 Paesi sono: Dabrowa Gornicza (Polonia) , Essen (Germania) , Larissa (Grecia) , Lubiana (Slovenia) , Nijmegen (Paesi Bassi) , Oslo (Norvegia), Santander (Spagna) , Tours (Francia) , Umeå (Svezia) , Saragozza (Spagna) , Pitesti (Romania).
L'Europa è ormai una società essenzialmente urbana, infatti, più di due terzi degli europei vive nelle città. Le sfide ambientali più ardue hanno origine nelle aree urbane, ed è proprio in queste zone che ci si sta impegnando per trovare soluzioni efficaci.
Il premio "Capitale verde europea" è assegnato alla città che si è contraddistinta maggiormente per aver promosso modalità di vita urbana rispettose dell'ambiente: una città in prima linea nello sviluppo urbano sostenibile, spesso pregiudicato o messo in discussione dal progresso ad ogni costo.
Il premio annuale, aperto ai 27 Stati membri dell'UE e ai paesi candidati, è stato istituito per invitare ad agire concretamente affinché le città europee diventino più vivibili e da quest' anno, la partecipazione al concorso per il titolo 2016, è stata estesa a città europee con almeno 100.000 abitanti, mentre in precedenza erano ammessi solo i centri con un minimo di 200.000 abitanti. Il nome della città vincitrice sarà annunciato nel giugno 2014 a Copenaghen, detentrice del titolo di Capitale verde europea per il 2014.
Pubblicato in Ambiente Emilia
Mercoledì, 27 Novembre 2013 11:35

Inceneritore di Parma, inquina anche da spento?

Parma, 27 novembre 2013 -
 
Il comunicato di GCR sui dati inquinanti dell' inceneritore di Ugozzolo che continua a sforare i limiti emissivi imposti per legge -


20 sforamenti, e lo chiamano gioiello

L'inceneritore di Ugozzolo targato Iren è in esercizio provvisorio, fase prorogata fino a gennaio 2014 su richiesta dello stesso gestore.

L'avvio e la messa a regime non sarà quindi nel 2013, ma solo dopo il 19 gennaio, quando scadrà il termine dell'esercizio provvisorio prorogato dalla Provincia.

Il motivo ufficiale del ritardo la messa in funzione del sistema di essiccazione dei fanghi.

Abbiamo appreso nel frattempo alcuni dati sulle prestazioni ambientali, scoprendo che nei mesi scorsi il camino posto a nord dell'autostrada, 1 km dal pastificio più famoso al mondo, ha sforato per ben 20 volte i limiti emissivi imposti per legge.

La notizia, su dati comunicati dallo stesso gestore, ci lascia a bocca aperta.

Perché Iren dichiara sforamenti anche a giugno e luglio, quando l'impianto era spento.

Dopo le prove dello scorso aprile, l'impianto ha preso avvio solo il 28 agosto scorso.

E i dati on line al sito di Iren

http://www.irenambiente.it/attivita.php?id=205

confermano che solo dal 30 di agosto sono pubblicate le emissioni registrate sulle due linee di incenerimento (ed all'inizio solo sulla linea 1).

Nulla nei mesi di giugno e luglio, e fino al 30 agosto, nulla da dichiarare.

A meno che non si faccia riferimento al tentativo di accensione di fine giugno, quando Iren nonostante la mancanza del certificato di conformità edilizia e agibilità del Comune di Parma, diede fuoco alle polveri per essere poi bloccato dalla Provincia dopo pochi giorni, il 3 di luglio.

Nel frattempo, in questi mesi di prova, 20 sforamenti.

Sul sito Monitorem di Arpa nessun dato sulla pagina dedicata al Pai di Parma.

Sforamenti di Nox, ossido di azoto, di CO, monossido di carbonio, composti organici, indicati come carbonio organico totale (Cot): lo sappiamo solo dai comunicati stampa.

Dei 20 sforamenti i cittadini non ne sapevano nulla, sino alla richiesta di proroga di Iren.

Le domande che rimangono sospese sono: quando l'inceneritore sfora i limiti emissivi c'è un sistema che lo blocchi istantaneamente? Come mai nei monitor, spesso spenti, non sono indicati i limiti emissivi così da poter valutare la proporzione con le emissioni effettive?

(Fonte: ufficio stampa Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)
Domenica, 24 Novembre 2013 09:04

Cippato, un concime prezioso per la terra



Come coltivare bio risparmiando acqua, petrolio e posti di lavoro



- di Gianluigi Salvador -

Il sottotitolo del libro "L'orto senz'acqua", coltivare bio con il cippato per risparmiare acqua, petrolio e lavoro, è un'ottima indicazione per dare una svolta efficace ai metodi di coltivazione senza protesi chimiche, rispettando la sostenibilità dei cicli chiusi e ottenere anche dei risultati economici.

L'autore è Jacky Dupety, l'editore Terranuova.

Era noto l'utilizzo del cippato come ammendante compostato in casa, o nei centri di compostaggio come complemento ai rifiuti organici urbani.

Forse non è noto che soprattutto in Francia, (ma anche in Canada, Belgio, Italia) esiste una rete organizzata di agricoltori che utilizzano il metodo di coltivazione a BRF (Bois de Raméaux Fragmentés) ovvero a cippato di ramaglie fresche, metodo oramai sperimentato di autofertilizzazione del terreno, efficace soprattutto dove c'è poca piovosità.

Un approccio innovativo che prende in considerazione la pedogenesi dei terreni e la vitalità del suolo. Un recupero della desertificazione dei suoli che, nelle nostre pianure, è accentuata dal disboscamento, dalla distruzione di siepi, dall'irresponsabile incentivazione alla costruzione di centrali a biomassa di cippato che, su migliaia di ettari di terreno, utilizzano protesi chimiche e lasciano dopo qualche decina d'anni i terreni completamente desertificati.

Qualche centimetro di cippato BRF sul suolo agricolo o sul terreno orticolo ogni tre-quattro anni, e sotto gli alberi, anche 10-12 centimetri di spessore. Ed i risultati si vedono.

Quanti sono disposti a fare il passo della novità, quanti sarebbero oggi pronti a rinnegare il sacrosanto compost?

Il cippato non mette solo in discussione le tecniche consuete, ma sconvolge la nostra filosofia dell'agricoltura, costringendo a pensare gli attuali rapporti "perversi" che intratteniamo con la madre terra.

Proprio mentre l'agricoltura attraversa una delle sue crisi più gravi, questo nuovo approccio agronomico mette in luce una speranza, fino a poco tempo fa impensabile: l'agricoltura è in grado di produrre più energia di quella che consuma piantando siepi e boschi a supporto e complemento della produzione di cibo.

L'agricoltura del resto è l'unico settore produttivo che è in grado di creare il moto perpetuo attraverso le eccedenze agricole, grazie all'energia solare, è in grado di gestire il suo fabbisogno idrico, di essere rispettosa dell'ambiente, e produrre cibi di qualità e sani se utilizza processi di produzione sani.

L'antropocene, l'epoca delle energie fossili a basso prezzo sta per finire, ma ci ha dato la grande occasione per capire che esistono processi naturali efficaci e sostenibili che noi possiamo utilizzare e sfruttare entro i cicli chiusi.

Uno di questi è l'approccio dell'utilizzo del BRF.

Tutte le civiltà del passato del resto sono state sostenute da tre sole potenti fonti energetiche veramente rinnovabili: papà sole, mamme piante (legno e carbone di legna) e sorella energia muscolare (animale e umana), quest'ultima sempre dimenticata nell'elencazione delle energie rinnovabili. Esse infatti sono tre vere fonti rinnovabili ed in alternativa alle consuete rinnovabili tecnocratiche (eolico, fotovoltaico, geotermico, etc) tutte dipendenti dal petrolio per la costruzione degli impianti.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
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