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Consorzio Agrario Dell’Emilia: Frumento e Vitigni: Due incontri con esperti su azione e prospettive 2020.

Martedì 25 e Giovedì 27 Febbraio a San Giorgio di Piano (BO) e a Correggio (RE) si terranno due conferenze di aggiornamento aperte a tutto il pubblico interessato in partnership con le Università di Torino e Cattolica di Milano ed esperti del settore per anticipare prospettive e azioni virtuose per l’imminente avvio della stagione 2020

San Giorgio di Piano (Bologna) – 21 Febbraio 2020 – Il Consorzio Agrario dell'Emilia prosegue anche per il 2020 , in modo capillare, l'opera periodica d’informazione e sensibilizzazione in diverse aree produttive del suo esteso comprensorio di azione.

Ancora una volta la proposta d’incontro divulgativo degli esperti del CAE si focalizzerà su tematiche agricole di stretta attualità legate alle produzioni e alle filiere in cui opera attivamente grazie ai molteplici servizi offerti a soci e clienti. Quest'anno le conferenze itineranti organizzate saranno due come due saranno anche le province coinvolte : quella di Bologna e quella di Reggio Emilia. Al centro degli approfondimenti mirato ci sarà l’aggiornamento offerto al pubblico di soci, clienti e più in generale imprenditori agricoli e operatori del comparto sull’universo complesso di frumento e viticoltura.

Martedì 25 Febbraio alle 18.30 presso la sede del Consorzio Agrario dell’Emilia in via Centese 5/3 a San Giorgio di Piano, in provincia di Bologna, si svolgerà il seminario dal titolo ‘Tutte le novità sulla coltivazione del frumento’ in collaborazione: Università degli Studi di Torino, Bayer, John Deere e SIS Società Italiana Sementi.
Antonio Ferro (Presidente del Consorzio Agrario dell’Emilia) aprirà i lavori mentre Amedeo Reyneri, professore ordinario del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università degli Studi di Torino terrà un intervento dal titolo ‘Frumento: l’agrotecnica per le nuove filiere’. Amedeo Rayneri è socio della Società Italiana di Agronomia, della European Society for Agronomy e della International Society for mycotoxicology, oltre ad essere membro del Comitato tecnico scientifico della Regione Piemonte per le aree protette e di quello per gli ecomusei. Seguirà il tema “ Novità su coltivazione, diserbo e difesa del frumento” a cura di Claudio Cristiani del CAE e di Cesarino Colombari di Bayer Cropscience. Infine concluderà l’appuntamento Paolo Salanti specialista esperto delle macchine da raccolta del Gruppo John Deere su “Trebbiatura e Qualità”.

Il secondo incontro, dal titolo ‘Vigneto: quale innovazione?’ - in collaborazione con : Università degli Studi Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Consorzio Fitosanitario di Reggio Emilia, Gowan Italia e Italpollina - si svolgerà giovedì 27 febbraio alle ore 18.30 all’Hotel President di via Giovanni Minzoni, 61 a Correggio in provincia di Reggio Emilia.
L’apertura dei lavori sarà come sempre affidata al Presidente del Consorzio Agrario dell’Emilia Antonio Ferro mentre Vittorio Rossi, Professore ordinario del Dipartimento di Scienze delle produzioni vegetali sostenibili all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano terrà un intervento sui “Nuovi indirizzi per la protezione del vigneto dalle malattie”. Il professor Vittorio Rossi è membro di varie società scientifiche nazionali ed internazionali, fra cui la Società Italiana di Patologia Vegetale, l’Associazione Italiana Protezione Piante, l’American Phytopathological Society, l’International Organisation for Biological Control e il Gruppo Ricerca Italiano Modelli Protezione Piante. Andrea Bagnalasta di Gowan Italia parlerà delle soluzioni per la soluzione fitosanitaria del vigneto mentre Roberto Longo di Italpollina farà un intervento sull’innovazione nella nutrizione del vigneto. Le conclusioni saranno affidate a Luca Casoli, direttore del Consorzio Fitosanitario Provinciale di Reggio Emilia.

I nuovi spazi ospitano il polo di riferimento della banca per il quartiere Bolognina. Innovazione tecnologica, design e marketing esperienziale le caratteristiche principali della filiale che si caratterizza per servizi alla clientela più funzionali e interattivi

BOLOGNA, 20 febbraio 2020 – Oltre 450 metri quadrati di innovazione, accessibilità e trasparenza. E’ la nuova filiale UniCredit di via Ferrarese, a Bologna, che si sposta dal civico 85 al civico 73, all’interno di una palazzina a due piani, completamente ristrutturata e trasformata nel polo di riferimento della banca per il quartiere Bolognina.

Terminati i lavori di restyling durati circa tre mesi, UniCredit ha quindi riaperto, del tutto rimodernata, la seconda filiale della città per numero di clienti serviti, oltre 9mila.
E lo ha fatto organizzando una cerimonia di inaugurazione aperta dai saluti di Andrea Burchi, Regional Manager Centro Nord UniCredit, e di Alessandro De Giorgi, direttore della filiale. Tra i presenti, per UniCredit, anche Marco Vinicio Zanella, Area Manager Bologna; e Pasquale Panzarino, Responsabile Retail Business Centro Nord.

Il Regional Burchi ha sottolineato l’importanza strategica della nuova filiale nel quartiere Bolognina: “Bologna è una delle province in cui è più forte e storico il radicamento di UniCredit sul territorio – ha spiegato – un presidio che vogliamo mantenere ben saldo. Abbiamo quindi voluto realizzare un polo di riferimento della banca per l’intero quartiere Bolognina. Il risultato è una grande filiale che si caratterizza per servizi alla clientela più funzionali e interattivi, dove innovazione tecnologica, design e marketing esperienziale si coniugano per soddisfare il nostro principale obiettivo, in grande evidenza nel nostro nuovo piano strategico Team 23: rispondere in concreto alle esigenze dei clienti”.

“Siamo felici di aprire alla città una delle nostre sedi più importanti - ha aggiunto Burchi -. I nuovi spazi che ospitano la filiale sono stati oggetto di un restyling importante, non solo formale ma anche e soprattutto di sostanza, con il quale riteniamo di dare il nostro contributo anche in termini di decoro e sicurezza alla crescita di quest’area cittadina. In questa filiale rinnovata, all’alta qualità della consulenza garantita dal nostro team, si aggiunge la massima integrazione tra tutti i canali della banca, da quelli tradizionali ai più innovativi. Ciò a conferma dell’impegno del Gruppo nell’offrire un elevato livello di servizio, improntato ad efficienza, accessibilità e trasparenza. Un segno tangibile dell’attenzione di UniCredit per questa città e, più in generale, per questo territorio“.
Sono 15 le persone che compongono la squadra di via Ferrarese, 73. Un team di specialisti che seguirà i clienti della filiale nelle transazioni complesse e nella consulenza sui prodotti di base. L’operatività giornaliera è supportata dalle più avanzate tecnologie: è presente infatti una area self accessibile 7 giorni su 7, 24h al giorno, con 4 ATM, di cui 3 evoluti che, oltre alle consuete operazioni di prelievo e versamento di contanti e assegni, consentono di accedere a numerose funzioni di pagamento. Più semplici da utilizzare grazie a grafica intuitiva e modalità touch, i nuovi Atm sono abilitati al servizio Prelievo Smart che consente in tutta sicurezza ai clienti di ottenere l’erogazione di contante con addebito sul conto anche senza utilizzo di carte bancomat. Nella filiale rinnovata è inoltre possibile utilizzare il Chiosco Multifunzione per effettuare bonifici e diverse tipologie di pagamento, e l’innovativa “cassa veloce”, per eseguire anche all’interno tutte le normali operazioni di cassa in modalità self service.

UniCredit è presente nell’area di Bologna e provincia con una rete di 88 filiali (di cui 29 nel capoluogo) al servizio di oltre 250mila clienti; in Emilia Romagna, con una rete di 305 filiali. Oltre 800mila i clienti serviti.
La regione è inoltre presidiata da 7 Aree Commerciali Corporate, di cui 2 con sede a Bologna, oltre ad un presidio più ampio sul Centro Nord con Aree Large Corporate, Real Estate e Public Sector; e 5 Aree Private, di cui 1 con sede a Bologna.
Massima funzionalità dei servizi e alti livelli di consulenza personalizzata sono le leve su cui la banca punta per crescere ancora nell’area.

 

 L’evoluzione digitale delle imprese italiane”, realizzato con Comau, Olivetti, Samsung, TIM attraverso il programma di open innovation TIM WCAP, PwC Italia e UniCredit

1.000 imprenditori in 30 sedi in tutta Italia durante 5.000 ore di workshop, hanno condiviso le esigenze e fatto il punto sui temi della trasformazione digitale delle PMI.

Milano, febbraio 2020 – L’innovazione digitale delle piccole e medie imprese è stata la grande sfida del progetto “PMI Digital Lab. L’evoluzione digitale delle imprese italiane” promosso da Talent Garden, la piattaforma leader in Europa per il networking e la formazione nell’ambito dell’innovazione digitale in collaborazione con CNA Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, e altri 6 importanti partner: Comau, Olivetti, Samsung, TIM attraverso il programma di open innovation TIM WCAP, PwC Italia e UniCredit, che ha fornito la tecnologia streaming consentendo il coinvolgimento di 20 città italiane.

Il Tour ha toccato 30 sedi, dal Piemonte alla Sicilia, e ha coinvolto direttamente circa 1.000 imprenditori all’interno di Workshop interattivi che hanno visto un confronto diretto con gli esperti delle aziende partner del progetto in modalità "speed dating" e con imprenditori di casi di successo di trasformazione digitale nelle PMI.
Alla base dell’attività una ricerca condotta nel 2019 su oltre 1.400 aziende che ha fotografato lo stato dell’innovazione digitale e che ha fatto emergere i principali bisogni sul tema della digitalizzazione delle aziende artigiane e delle piccole imprese.

Da qui la scelta dei partner di progetto per creare una sinergia concreta tra le primarie aziende che rappresentano l’ecosistema di supporto dell’intera filiera per la digitalizzazione delle PMI: Comau per Automazione e Robotica; Samsung per Smart Screens, Mobile Devices e Security; TIM WCAP per Connettività; Olivetti per Customer Experience e retail; PwC Italia per Processi per l’innovazione e UniCredit per supporto alla crescita delle imprese in Italia e all’estero.

“Siamo molto soddisfatti di questa esperienza che ci ha permesso di avvicinare e offrire un supporto concreto alle PMI italiane con cui contiamo di continuare a dialogare anche nel 2020 perché costituiscono il tessuto centrale del Paese e la loro trasformazione digitale è una leva strategica per il benessere del nostro sistema produttivo” dichiara Lorenzo Maternini, Vice President Global Sales & Country Manager di Talent Garden Italy.

“Le imprese italiane stanno affrontando un passaggio epocale. Sono a un giro di boa, costrette a reinventarsi e adattarsi a nuove modalità dello stesso fare impresa” dichiara Sergio Silvestrini, segretario generale della CNA. “La trasformazione digitale è parte di un sostanziale mutamento del nostro tessuto produttivo e il nostro ruolo di accompagnamento può risultare davvero utile ad affrontare tale sfida. PMI Digital Lab ha rappresentato un’esperienza molto proficua che ha posto finalmente al centro le piccole imprese, facendolo interagire con una partnership seria e apprezzata che, ne sono certo, saprà sostenere e accompagnare le imprese nel processo di trasformazione digitale in atto”.

Durante gli incontri gli esperti delle aziende partner e le imprese si sono confrontati sulle proprie esperienze su temi legati alla business innovation e su quali strategie adottare.
Tra le principali esigenze emerse dal confronto che necessitano di essere valorizzate come priorità per tutto il mondo delle PMI spiccano: il tema delle competenze e del mindset necessario per potersi affacciare alla sfida della digital transformation; la conoscenza e comprensione degli strumenti più adatti per gestire la trasformazione in modo efficace; un approccio al commercio al passo coi tempi, con la conseguente necessità di definire nuovi canali di vendita per l’Italia e per l’estero; le modalità con cui comunicare più efficacemente ed essere quindi maggiormente attrattivi sui nuovi clienti e prospects; l’innovazione in un’ottica ampia che vada da intercettare le mutate esigenze dei clienti sino alla progettazione di nuovi prodotti e servizi in grado di essere distintivi e funzionali a questi cambiamenti.

 

 

Pubblicato in Economia Emilia

Bologna, anche l’Autorità Distrettuale del Fiume Po con Nomisma nella squadra che disegna il futuro dell’acqua nell’area metropolitana

Bologna, 14 Febbraio 2020 – Dopo i due eventi dello scorso anno – “Acqua è Bologna” e “Bologna città delle acque”, organizzati dal centro studi Nomisma in stretta collaborazione con i partner Hera, Consorzio della Bonifica Renana e Consorzi della Chiusa e con il Centro Meteo Europeo (CMCC) – l’Autorità Distrettuale del Fiume PO-Ministero dell’Ambiente entra operativamente a far parte della squadra-laboratorio che si sta cimentando con le nuove stimolanti sfide future del territorio scaturite dagli effetti dei mutamenti climatici in atto.

Alla presenza dei responsabili delle singole aree settoriali che stanno contribuendo in modo fattivo alla stesura della parte iniziale della ricerca socio-economico-ambientale e alla puntuale raccolta dei dati necessari per disegnare gli scenari del nostro domani si è approfondito il quadro strategico e le diversificate potenzialità di intervento per l’area metropolitana del capoluogo dell’Emilia Romagna in materia d’acque.

Il Segretario del Distretto del Po Meuccio Berselli – coadiuvato nell’occasione dai responsabili tecnici dello staff dell’Autorità Fernanda Moroni e Andrea Colombo e dal Responsabile delle Relazioni Istituzionali Andrea Gavazzoli – ha aggiornato la compagine sulle nuove ed estese competenze dell’ente sovraordinato che fa capo al Ministero dell’Ambiente e su alcune possibili azioni possibili e concrete in grado di incrementare, ottimizzare e migliorare l’attenzione, la salvaguardia e la difesa della risorsa idrica nel comprensorio felsineo.

I lavori – coordinati dagli esperti di Nomisma – sono proseguiti con gli interventi dell’ex-Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, consulente di Nomisma per queste specifiche tematiche; Giovanni Tamburini, Presidente della Bonifica Renana; Antonio Navarra, direttore del CMCC e i rappresentanti del Gruppo Hera e dei Canali di Bologna.

Presentata a Verona, nella cornice di Fieragricola lo scorso 29 gennaio, l'edizione 2020 di EIMA International, la grande rassegna internazionale della meccanica agricola in programma a Bologna dall'11 al 15 novembre. Ad oggi sono 1.600 le aziende che hanno formalizzato la richiesta di partecipazione. Molte le novità previste quest'anno a partire da quelle logistiche e organizzative. A metà settembre a Bologna un evento specificamente dedicato al concorso "Novità Tecniche".

EIMA International si presenterà ai nastri di partenza, mercoledì 11 novembre prossimo a Bologna, con le credenziali per un nuovo grande successo. Oggi, a dieci mesi dall’evento, già 1.600 aziende (600 delle quali estere) hanno formalizzato la richiesta di partecipazione. Secondo FederUnacoma, l'associazione che rappresenta i costruttori di macchine agricole e che organizza la grande rassegna internazionale della meccanica agricola, potrebbe essere eguagliato e superato il massimo storico della rassegna, raggiunto nel 2018 con 1.950 aziende espositrici. Secondo le previsioni degli organizzatori, gli espositori che hanno partecipato all'edizione del 2018 dovrebbero confermare in toto la loro presenza visto l'alto tasso di fidelizzazione alla manifestazione. A questi si aggiungono circa cento aziende "new entry" che hanno già formalizzato la richiesta di partecipazione. Ad oggi - ha spiegato questo pomeriggio, nel corso di una conferenza stampa a Fieragricola, il direttore generale di FederUnacoma Simona Rapastella - risulta già virtualmente occupato il 90% delle aree espositive con una copertura merceologica completa.

La presenza di aziende e modelli è particolarmente consistente nei settori IV (lavorazione e preparazione del terreno), II (bonifica e forestazione) e nei Saloni di EIMA Idrotech (sistemi per l’irrigazione) e di EIMA Componenti.

Molte le novità previste, a partire da quelle logistiche e organizzative. Ai due nuovi padiglioni - il 29 e il 30 inaugurati nel 2018 - se ne aggiungerà un terzo, il 37, che si sviluppa su 16 mila metri quadrati lordi e che presenta i più alti standard architettonici e funzionali. Un'altra importante novità riguarda i parcheggi che, eliminati dalle aree interne del quartiere fieristico, saranno potenziati all'esterno. Lo spazio reso così disponibile consentirà di allestire un’area dimostrativa dedicata alle macchie per la gestione delle biomasse agricole e forestali, alle macchine per le sistemazioni territoriali e la prevenzione del rischio geologico, ma soprattutto alla mostra-spettacolo delle trattrici finaliste del Tractor of the Year. L'area tematica di EIMA Digital diviene un vero e proprio Salone sulle tecnologie dell'agricoltura 4.0 e prevede anche uno spazio per le numerose Start up del comparto, andando così ad aggiungersi ai Saloni EIMA Green e di EIMA Energy, e ai già citati EIMA Idrotech ed EIMA Componenti.

Lo spazio di EIMA M.i.A, dedicato alla multifunzionalità, si presenta non più come un unico blocco ma articolato in tre distinte iniziative: la prima dedicata alle sistemazioni territoriali e alla lotta contro il dissesto idrogeologico e il rischio ambientale, la seconda agli allestimenti e alla manutenzione delle aree verdi, la terza alla convegnistica sulle tematiche multifunzionali.

Ma il vero tema forte dell'edizione 2020 di EIMA International - ha ricordato Simona Rapastella - è ancora una volta l'innovazione. Ed è proprio per valorizzare le nuove tecnologie sviluppate dalle industrie della meccanica agricola che il concorso "Novità Tecniche" prevede, circa due mesi prima della rassegna, un evento specificamente dedicato. L'appuntamento è infatti per metà settembre a Bologna con un’anticipazione delle tecnologie premiate, che poi verrano messe in mostra all’EIMA, e permetterà alle case costruttrici di illustrare nel dettaglio i contenuti tecnici delle proprie innovazioni.

Sempre in tema di concorsi, EIMA International vede quest'anno il debutto di una nuova iniziativa con il "contest" relativo agli allestimenti espositivi. «Una commissione di esperti - ha spiegato Simona Rapastella - premierà gli stand più performanti dal punto di vista estetico e della funzionalità, sottolineando la crescente propensione delle case costruttrici a valorizzare i prodotti meccanici nel loro design e a promuovere il brand aziendale mediante un’immagine coordinata sempre più efficace e attraente».

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(Fonti: Verona Fiere)

 

 

 

 

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L’Università di Bologna sulla vicenda dello studente Patrick George Zaky: dichiarazione del Prorettore Vicario Mirko Degli Esposti

“Non appena venuta a conoscenza della notizia relativa allo studente Patrick George Zaky, l’Università di Bologna si è attivata creando un gruppo di crisi interno che ha avviato una collaborazione con le autorità competenti. L’Ateneo si è subito messo in contatto con il Ministero dell’Università e per questo ringrazia il Ministro Manfredi che si messo a disposizione immediatamente. Si sono inoltre attivati il Ministero degli Interni e l’Ambasciata italiana al Cairo attraverso la Farnesina.

L’Università di Bologna sta seguendo con grande attenzione l’evolversi della situazione e auspica che questa vicenda possa avere un esito rapido e positivo, nella piena trasparenza e completezza delle informazioni e nel pieno rispetto dei diritti delle persone.

Patrick George Zaky ha vinto una borsa di studio, dopo una rigorosa selezione, per partecipare al prestigioso master internazionale GEMMA, un corso di studio unico in Europa sugli studi di genere. Da quando ha iniziato le sue attività all’Università di Bologna, lo scorso settembre, Patrick ha partecipato al corso con grande entusiasmo, competenza e professionalità. Tutte le testimonianze raccolte da parte dei docenti e delle studentesse e studenti che lo hanno conosciuto restituiscono un ritratto molto diverso da quanto sembrano indicare le autorità egiziane.

L’Ateneo auspica che Patrick possa tornare al più presto a Bologna per riprendere gli studi del secondo semestre e proseguire poi il suo percorso anche il prossimo anno come aveva previsto”.

Pubblicato in Cronaca Emilia

All’imprenditore edile di origine campana sono stati sequestrati anche partecipazioni societarie e rapporti bancari a lui riconducibili. L’uomo intratteneva rapporti con soggetti vicini alla criminalità organizzata campana e calabrese e aveva un tenore di vita superiore a quanto dichiarato.

di Claudia Fiori Modena 6 febbraio 2020 - Undici immobili, tre partecipazioni societarie e rapporti bancari per un valore superiore a un milione di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza a un imprenditore edile di origine campana, D.G. da tempo residente nel modenese e vicino a soggetti contigui alla criminalità organizzata campana e calabrese.

Gli immobili, dislocati nei comuni di Mirandola, Finale Emilia e San Felice sul Panaro, nel modenese, e a Crevalcore, nel bolognese “sono stati acquisiti definitivamente al patrimonio dello Stato”, come si legge in una nota diffusa dalla Guardia di Finanza. Potranno quindi essere gestiti dall’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati, che ne curerà la destinazione e il riutilizzo a fini sociali.Il provvedimento di confisca è l’atto finale delle indagini svolte dal Nucleo di Polizia economico-finanziari di Bologna, sotto la direzione del pm Claudia Ferretti, con delega alla Procura di Modena, ai sensi del Codice Antimafia.

Nel 2017, il Tribunale di Modena aveva già accolto e disposto il sequestro dei beni ora confiscati, il cui valore era risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati dall’imprenditore e dal suo nucleo familiare.
Le indagini compiute dal Gico (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata), in particolare, hanno evidenziato la ciclica costituzione di nuove società, l’istituzione di sedi societarie fittizie e la sparizione di documenti. Elementi che dimostrano come l’imprenditore fosse un evasore seriale, oltre ad aver commesso reiterati e sistematici delitti in ambito economico-finanziario. Le indagini hanno consentito anche di ricostruire i rapporti di D.G. a cosche della ‘ndrangheta e clan camorristici.

 

Pubblicato in Cronaca Modena

Medicina 4 febbraio 2020 -I Carabinieri della Stazione di Castel Guelfo (BO) hanno arrestato un automobilista italiano di 46 anni per resistenza e oltraggio a un pubblico ufficiale e guida sotto l’effetto dell’alcol. E’ successo ieri sera, quando la Centrale Operativa del 112 della Compagnia Carabinieri di Imola (BO) è stata informata di una violenta lite tra due automobilisti in via San Rocco a Medicina (BO).

Appresa la notizia, i Carabinieri della Stazione di Castel Guelfo (BO) che si trovavano in zona per un controllo del territorio, si sono diretti velocemente sul posto. Alla vista dei militari, uno dei due automobilisti saliva a bordo di una Fiat Panda e si dava alla fuga, nonostante l’invito dei Carabinieri a fermare il veicolo che, non essendo un “bolide” da corsa, non aveva alcuna possibilità di sfuggire al pilota dell’autoradio militare, esperto negli inseguimenti stradali.

Come volevasi dimostrare, l’automobilista al volante della Fiat Panda è stato raggiunto dopo pochi metri e costretto a fermare il veicolo da cui scendeva barcollando. Ubriaco e molto arrabbiato, il soggetto aggrediva verbalmente i Carabinieri e prendeva a pugni l’auto militare, fortunatamente senza danneggiarla.

L’automobilista, identificato in un 46enne del luogo, è stato arrestato per resistenza e oltraggio a un pubblico ufficiale e guida sotto l’effetto dell’alcol, come rilevato dall’alcol test: 1,79 g/l, eseguito in collaborazione con la Polizia Municipale di Medicina (BO).

Nel corso degli accertamenti, i militari hanno scoperto che prima del loro arrivo, il 46enne stava litigando con un altro automobilista che lo aveva rimproverato, dopo averlo visto fare del “drifting” con la Panda per le strade di Medicina (BO). Su disposizione della Procura della Repubblica di Bologna, il “pilota” ubriaco è stato rinchiuso in camera di sicurezza, in attesa di comparire in Tribunale per l’udienza di convalida dell’arresto, prevista per la giornata odierna.

Pubblicato in Cronaca Emilia
Sabato, 01 Febbraio 2020 09:53

"Operazione Battindarno", 14 arresti

Eseguite 14 misure cautelari sul territorio della Provincia di Bologna da parte dei militari della Compagnia di Bologna Borgo Panigale, con il supporto del Nucleo Elicotteri CC di Forlì e del Nucleo Cinofili di Bologna.

Bologna 31 gennaio 2020 - Nella mattinata odierna, in Bologna, militari della Compagnia di Bologna Borgo Panigale, con il supporto del Nucleo Elicotteri CC di Forlì e del Nucleo Cinofili di Bologna, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misura cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bologna, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 14 indagati (4 di nazionalità italiana, 8 tunisina, 1 russa e 1 albanese), di cui 6 destinatari della misura degli arresti domiciliari e 8 del divieto di dimora nella città metropolitana di Bologna, ritenuti responsabili di produzione di traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope (art. 73 D.P.R. 309/1990).

La complessa indagine, condotta dai militari della Compagnia Carabinieri di Bologna Borgo Panigale dal mese di novembre 2017 - coordinata dal Procuratore Capo di Bologna dott. Giuseppe AMATO e dal Procuratore Aggiunto dott. Francesco Caleca, condivisa dal G.I.P. del Tribunale di Bologna dott. Gianluca Petragnani Gelosi, che ha emesso l’Ordinanza di Custodia Cautelare –, mediante attività tecniche di intercettazione telefonica e ambientale e geolocalizzazione di veicoli, nonché numerosissimi servizi di osservazione controllo e pedinamento, ha consentito di accertare e documentare numerosissimi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti (più di 800 cessioni al dettaglio di piccoli quantitativi), principalmente del tipo eroina, contestati agli indagati nell’odierna ordinanza.

Nel suo sviluppo, l’attività investigativa ha consentito di raggiungere ulteriori importanti risultati operativi, confluiti in autonomi singoli procedimenti penali. In particolare, sono stati tratti in arresto in flagranza 8 soggetti (di nazionalità albanese e tunisina) responsabili a vario titolo di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti o psicotrope (art. 73 D.P.R. 309/1990) e detenzione e porto abusivo di armi (artt. 10, 12 e 14 L. 497/74), ritenuti elementi importanti nella “filiera dello spaccio” di eroina sulle piazze bolognesi. Nelle circostanze sopra indicate, sono stati sottoposti a sequestro complessivi 5 kg di sostanza stupefacente (4 kg del tipo eroina e 1 kg di cocaina), una pistola semiautomatica con matricola abrasa e circa 80.000 euro in contanti, ritenuti provento dell’attività di spaccio di stupefacenti.

L’operazione odierna, inquadrata nella più generale lotta allo spaccio di stupefacenti, prioritario obiettivo della Procura di Bologna e del Comando Provinciale dei Carabinieri di Bologna, ha consentito di ricostruire e contrastare il fenomeno dello spaccio al dettaglio di eroina nelle strade bolognesi, diretto sia nei confronti di una rete di clienti “fidelizzati”, sia di compratori occasionali mediante appuntamento ed utilizzando un linguaggio in codice per identificare la tipologia dello stupefacente (nella maggior parte dei casi il termine “capelli bianchi” identificava l’eroina, il “caffè” l’hashish e il “latte” la cocaina).

All. Foto Conferenza stampa.
In foto, da sinistra: Comandante Compagnia Carabinieri Bologna Borgo Panigale, Maggiore Elio Norino, Comandante Reparto Operativo Comando Provinciale Carabinieri Bologna, Tenente Colonnello Marco Francesco Centola, Comandante Nucleo Operativo Radiomobile Compagnia Carabinieri Bologna Borgo Panigale, Tenente Riccardo Angeletti.
All. link video: https://we.tl/t-wjZ4w7ChTH
Inviato venerdì 31/01/2020 12:01

 

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CARABINIERI BOLOGNA
SGOMINATA BANDA DI SPACCIATORI DI EROINA
Operazione in corso da parte di 110 Carabinieri del Comando Provinciale di Bologna, con l’impiego di unità cinofile ed elicotteri. Disarticolata banda dedita allo spaccio di stupefacenti.
Eseguite 14 misure cautelari nei confronti di una banda di spacciatori (italiani e stranieri) di eroina e cocaina nelle piazze di spaccio bolognesi.
Le indagini, sviluppate dalla Compagnia Carabinieri di Bologna Borgo Panigale e coordinate dalla Procura della Repubblica di Bologna, hanno consentito di accertare numerosissimi episodi di spaccio al dettaglio e sequestrare droga, soldi e armi nel corso delle prolungate e complesse investigazioni.
I dettagli saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 10:45 presso la Sala Scantamburlo della Legione Carabinieri Emilia Romagna.
Inviato venerdì 31/01/2020 08:11

BOLOGNA, 31 GENNAIO 2020
Operazione in corso da parte di 110 Carabinieri del Comando Provinciale di Bologna. Eseguite 14 misure cautelari. Disarticolata banda dedita allo spaccio di stupefacenti.
Inviato venerdì 31/01/2020 07:02

Pubblicato in Cronaca Emilia
Giovedì, 30 Gennaio 2020 11:55

Operazione "Bologna Sommersa"

Eseguite da Carabinieri e Polizia di Stato di Bologna misure cautelari personali e reali, nei confronti di 5 persone e 2 società.

L’articolata e complessa indagine, condotta dalla Stazione Carabinieri di Anzola dell’Emilia (BO) e dalla 4^ Sezione dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Bologna (con il supporto della Direzione Provinciale dell’INPS di Bologna, dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Bologna e del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Bologna) da agosto 2017 - coordinata dal Procuratore Capo di Bologna dott. Giuseppe AMATO e dal Sostituto Procuratore dott. Flavio LAZZARINI, condivisa dal G.I.P. del Tribunale di Bologna dott. Alberto GAMBERINI, che ha emesso l’Ordinanza applicativa delle misure cautelari – ha permesso di appurare l’esistenza di una stabile e consolidata associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, alla truffa ai danni dello Stato e all’induzione alla falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale.

Le indagini sono state avviate dai Carabinieri della Stazione di Anzola Emilia, che, nel corso dei controlli di rito richiesti dall’Ufficio Immigrazione della Questura in ordine all’istanza di una cittadina extracomunitaria di rinnovo del permesso di soggiorno, concessole sulla base di un “normale e regolare” rapporto di lavoro subordinato, avevano invece constatato che la stessa esercitava il meretricio lungo la via Emilia.
Insospettiti per l’evidente incompatibilità di un normale contratto di lavoro con l’attività di meretricio, i Carabinieri hanno effettuato degli approfonditi accertamenti che hanno permesso di appurare che il contratto di lavoro in argomento fosse fittizio e strumentale al rinnovo del permesso di soggiorno e all’emissione di indennità da parte dell’INPS.

Le successive complesse attività investigative, svolte con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e servizi di osservazione controllo e pedinamento, consentivano di acquisire gravi elementi indiziari circa l’esistenza di una stabile organizzazione nella quale i partecipanti, a seconda del proprio ruolo, instauravano rapporti di lavoro fittizi, sulla base dei quali i beneficiari ottenevano il rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno, nonché indebite erogazioni di indennità da parte dell’INPS (disoccupazione, maternità) a fronte di contributi previdenziali mai versati.
Dalle indagini effettuate congiuntamente da Carabinieri e Polizia di Stato, anche mediante analisi di copiosa documentazione, è emerso che due cittadini italiani, un cinquantanovenne e una cinquantatreenne, residenti in un popoloso comune dell’hinterland bolognese, rispettivamente procuratore generale e amministratore unico di due società “fantasma”, registrate alla Camera di Commercio di Bologna e rivelatesi strumentali all’esercizio delle attività illecite, grazie alla complicità di stimati professionisti del settore operanti nel capoluogo felsineo (2 consulenti del lavoro, un sessantacinquenne e un sessantaduenne, e un commercialista cinquantaquattrenne), avevano instaurato almeno 200 rapporti di lavoro fittizi a favore di altrettanti cittadini stranieri extracomunitari e talvolta italiani, i quali poi avevano ottenuto (o tentato di ottenere) il rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno, ovvero incassato indebitamente dall’INPS varie indennità.

L’attività investigativa ha permesso di accertare che:
- le due società erano, in realtà, delle “scatole vuote” totalmente prive di mezzi, organizzazione, addirittura delle sedi sociali, di qualsivoglia rapporto di conto corrente bancario o postale e sconosciute al fisco;
- non avrebbero mai potuto assumere, a tempo indeterminato, 200 lavoratori, anche in considerazione dell’attuale assetto del mondo del lavoro, caratterizzato – specialmente per i nuovi assunti – da contratti a termine;
- alcuni dei falsi contratti di lavoro sono stati usati da 10 soggetti sottoposti a pene detentive o misure cautelari per ottenere la concessione del beneficio di misure alternative alla detenzione, ovvero l’autorizzazione ad allontanarsi dal luogo degli arresti domiciliari;
- i due proprietari delle società e la madre di uno di questi sono risultati datori di lavoro domestico di oltre 60 dipendenti.

Il danno per lo Stato è stimato in circa 500.000 euro.
Sulla base degli accertamenti eseguiti, sono state effettuate le procedure di rigetto delle istanze volte ad ottenere i permessi di soggiorno ottenuti sulla base di presupposti fraudolenti, nonché quelle di recupero delle somme indebitamente percepite.

Pubblicato in Cronaca Emilia
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